Curaçao top destination

Un’isola caraibica non ancora colpita dal turismo di massa, con spiagge stupende e poco affollate
Scritto da: Simone Orsoni
curaçao top destination
Partenza il: 22/03/2012
Ritorno il: 01/04/2012
Viaggiatori: 5
Spesa: 2000 €
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Scegliamo Curaçao fra le tante più famose destinazioni caraibiche alla ricerca di un’isola ancora non scoperta dal turismo di massa, soprattutto italiano in primis, dove ci si possa rilassare in un splendida spiaggia di sabbia bianca toccata da un mare turchese ma dove si possa anche “vivere” il paese; e tutto ciò l’abbiamo trovato, anzi molto di più, in Curaçao.

Prenotiamo l’aereo circa un mese e mezzo prima e spendiamo all’incirca 800 € con la KLM da Bologna con scalo ad Amsterdam; siamo in 5 e per l’alloggio decidiamo subito per una casa, affidandoci al sito www.homeaway.it dove troviamo diverse proposte interessanti. Preferiamo rimanere nella zona del Seaaquarium, non tanto per la vicinanza alla omonima spiaggia (che comunque rappresenta una buona valvola di sicurezza nel caso non si abbia voglia di muoversi in macchina tutti i giorni) ma per la vicinanza alla capitale, Willemstad, e a tutti i locali più frequentati durante i consueti “happy hour” pomeridiano/serali: prendiamo un appartamento presso l’Ocean Resort (non fatevi ingannare dal nome, è semplicemente un complesso residenziale) dotato di 3 camere da letto, 2 bagni, cucina, salotto, veranda, piscina e spiaggia privata alla cifra di circa 3000 $ per 10 gg. Per muoverci ovviamente la macchina è indispensabile ed invece di affidarci alle solite note compagnie troviamo attraverso internet una compagnia locale, vandijs auto center, che ci noleggia una Dahiatsu Terios per circa 500 $ (taxi da aeroporto e guidatore aggiuntivo compreso).

Partiamo giovedì mattina alle 6 da Bologna con KLM, scalo Amsterdam e alle 14.30 (ora locale) siamo già a Curaçao. Prendiamo il taxi per recuperare la Terios e verso le 17 siamo al nostro appartamento; sbrigate le solite questioni burocratiche con il proprietario ci sentiamo finalmente “arrivati”; l’appartamento è molto bello e rispecchia perfettamente le nostre aspettative. Unica nota dolente è il meteo, è nuvoloso e soprattutto ventoso perciò il tuffo in mare è rimandato al giorno dopo ma decidiamo ugualmente di fare un tuffo in piscina per smaltire le fatiche del viaggio! Alla sera facciamo prima un aperitivo in uno dei tanti locali sulla spiaggia della zona, l’Hemingway, e poi a cena in un ristorante tipico della zona, il Sea Side Terrace (Dr. Marting Luther King BLVD 1); definirlo ristorante forse è eccessivo, è una sorta di chiosco con tavolini fuori vista mare dove però assaggiamo un ottimo mix di pesci locali e troviamo grande genuinità e simpatia nei camerieri (fatto peraltro che ci accompagnerà per tutta la vacanza).

L’indomani ci svegliamo carichi e pronti per “partire”, si fa per dire visto le modeste distanze, verso il nord direzione Westpunt attraversando la tangenziale di Willemstad, denominata “Ring”, assolutamente vivibile. Dopo circa 45 minuti siamo arrivati e decidiamo di partire da Playa Kalki, dopo essere passati da Playa Forti che però abbiamo saltato poiché la spiaggia era ciottolosa. L’ingresso a Playa Kalki è dall’alto da una scalinata che ne esalta senz’altro la bellezza; la spiaggia è abbastanza “corta” delimitata da un muro di rocce al di sopra del quale si sviluppa un albergo/resort che però non rovina per niente la bellezza e l’atmosfera della spiaggia; è presente anche un dive center, un beach bar ed un piccolo molo, l’acqua ovviamente è stupenda ma forse un po’ freddina (visto il brutto tempo della notte); da segnalare è l’assenza di ombra. Pranzo nel beach bar e poi si cambia spiaggia alla ricerca di un po’ d’ombra direzione Grote Knip (Kenepa Grandi). Anche in questo caso l’entrata è dall’alto, da una terrazza artificiale da dove si ha una visione fantastica della spiaggia, ricoperta di manchineel trees (un albero tipico di queste zone), e del mare di un colore irreale; presente anche qui un bar e varie strutture pergolate (tavolino e ombrellone di paglia). Aspettiamo il tramonto, che a Curaçao arriva verso le 18.45 e facciamo ritorno a casa. Cena al Golden Star (Socratesstraat 2, Salinja), un ristorante con cucina locale con menu metà in inglese e metà in papiamento, la lingua creola parlata nelle isole ABC, così per prendere confidenza con alcuni termini culinari! Poi mettiamo il “comparto vecchie” a letto e noi “giovani” facciamo un giro nei locali sulla spiaggia e scopriamo che più o meno a turno ogni sera un locale fa la sua serata (vi consigliamo vi prendere la rivista gratuita K-Pasa per la programmazione settimanale).

Sabato si va ancora verso il nord direzione Kas Abou, l’entrata alla spiaggia è a pagamento (dove incontriamo un simpaticissimo haitiano che quando scopre che siamo italiani cita il papa e il bunga bunga, no comment!) e il costo è per veicolo (circa 6$) però è molto attrezzata con docce, bagni e un bar ma assolutamente tranquilla e poco affollata (nonostante sia sabato!). Sabbia bianchissima e capanni di paglia anche qui per stare un po’ all’ombra, nel caso si voglia il lettino è a pagamento. Ceniamo in casa ma prendiamo dell’ottima carne (pollo, costoline e bistecche) e fungi (la locale polenta fritta) da Texas Alaparia (Schittegatweg Oost 193). Per gli amanti della vita notturna da non perdere il sabato sera al Bermuda, nel quartiere di Punda a Willemstad, una bellissima caribbean disco all’aperto. Domenica di nuovo in macchina direzione Playa Porto Mari passando per St. Willibrordus dove è presente il Flamingos Sanctuary, ossia una salina abitata da moltissimi fenicotteri facilmente visibile anche dalla strada. Anche qui sabbia bianchissima e disponibilità di lettini a pagamento; presenza di un doppio reef per gli amanti delle immersioni o solo dello snorkeling. Qui avvistiamo due tranquille iguana che “passeggiano” tra i lettini! Per la serata decidiamo di visitare Willemstad “by night” ed è senz’altro un bellissimo spettacolo vedere lo skyline di Punda e Otrabanda dal Queen Emma Bridge, il ponte flottante che unisce i due principali quartieri di Willemstad; ceniamo ad Otrabanda al ristorante Gouverneur de Rouville dove assaggiamo alcune specialità locali (Karni Stoba, Keshi Yena) buonissime in una splendida corte interna (possibilità anche di cenare in terrazza vista Punda!). L’indomani decidiamo di rivedere Willemstad alla luce del giorno partendo dal caratteristico mercato galleggiante, pieno di verdure e frutta proveniente dalla vicina Venezuela, per poi passeggiare per Punda in lungo e in largo chiudendo con la visita al locale mercato coperto, Marsshe Bieuw, dove avremmo dovuto assaggiare tante specialità locali a Plasa Bieuw ma che non assaggiamo poiché non le abbiamo viste! (o non c’erano o non siamo stati bravi nel trovarle). Nel pomeriggio riprendiamo il nostro tour nelle spiagge di Curaçao ma oggi non abbiamo voglia di spingerci troppo a nord e andiamo nella vicina spiaggia di Blue Bay dove restiamo un po’ male perché scopriamo che si trova all’interno di una mega complesso residenziale e l’entrata è a pagamento (ma non abbiamo più voglia di guidare per oggi!), però l’atmosfera che si respira è molto rilassata, la spiaggia è scarsamente affollata e nell’annesso ristorante mangiamo e stiamo molto bene; chiudiamo la nostra giornata qui e andiamo a casa per preparaci per la nostra due giorni ad Aruba dell’indomani; perché Aruba è stata in ballo insieme a Curaçao, come destinazione primaria, fino all’ultimo e allora abbiamo deciso di visitarla per un paio di giorni! Anche in questo caso tutto prenotato prima della partenza: aereo, macchina e motel.

Alle 6.30 di martedì mattina siamo già in macchina direzione aeroporto dal momento che abbiamo l’aereo per Aruba alle 8 ma purtroppo appena arrivati capiamo subito che non sarà così semplice partire! Il volo l’abbiamo preso con la locale Dae (582$ A/R per tutti e cinque) che però scopriamo avere una gestione tutta particolare dei voli; troverete voli a tantissime ore al giorno ma la compagnia si riserva di annullarlo (per poi spostarvi nel successivo) nel caso il numero di passeggeri sia limitato e questo è quello che ci è successo sia all’andata che al ritorno! Noi fortunatamente all’andata siamo stati dirottati verso il volo delle 8.30 della Tiara Air e riusciamo a arrivare ad Aruba alla 9.30! Altro punto d’attenzione è che Aruba e Curaçao sono due stati distinti e dovrete perciò pagare la tassa di espatrio ogni volta che li lasciate (anche se poi vi ritornate)! Superate tutte le traversie del caso prendiamo la macchina e partiamo per il nord attraversando la capitale Oranjestad e quello che vediamo subito è l’enorme presenza di resort (purtroppo di pessimo impatto visivo), catene di fast food americani, navi da crociera e negozi su negozi su negozi; all’apparenza sembra una mini città americana, fatto che ci viene confermato anche dalla massiccia presenza di turisti americani sull’isola. Attraversata la capitale in poco tempo raggiungiamo Arashi Beach, una lunga spiaggia di sabbia bianca morbidissima non troppo affollata dove sono presenti lettini (a pagamento) e le solite pergole in paglia per l’ombra; stranamente non troviamo nessun bar nelle vicinanze, ma forse è per questo che non è tanto affollata! Ci godiamo la mattinata e poi nel primo pomeriggio andiamo a fare il check-in all’Arubiana Inn (300$ per due camere), un coloratissimo motel american-style con piscina al centro e camere intorno, molto confortevole e situato in una posizione strategica per l’accesso alle spiaggia più famose dell’isola ed, eventualmente, alla capitale. Decidiamo poi di goderci il tramonto nella vicina spiaggia di Eagle Beach, una lunghissima distesa di sabbia bianca che si affaccia su una fila di resorts, che, per fortuna, lasciano molto “spazio vitale”. Per la cena decidiamo andiamo a Oranjestad desiderosi di mangiare pesce e siamo presto soddisfatti da Driftwood dove ci gustiamo una zuppa di pesce e un gustoso trancio di wahoo pescato in giornata.

La mattina seguente ci godiamo la colazione in veranda all’Arubiana Inn e poi ci muoviamo verso il sud direzione Baby beach, una lunga curva sabbiosa nella punta meridionale dell’isola dove, per ora, non sembrano essere arrivati i resort! Nei dintorni infatti il “mattone” è assente, forse anche per la presenza della raffineria di petrolio. Decidiamo di goderci tutta la giornata in questa splendida spiaggia e verso il tramonto ripartiamo per prendere l’aereo che ci riporterà a Curaçao, ma anche qui abbiamo una spiacevole sorpresa, il nostro volo delle 21 è stato cancellato e dovremo attendere quello delle 23 che farà anche una tappa a Bonaire (!); verso l’una di notte riusciamo a tornare nel nostro appartamento a Curaçao piuttosto stanchi.

Giovedì mattina sveglia con calma a partenza verso il nord nuovamente, questa volta però il nostro obiettivo non è una spiaggia ma bensì un ristorante…Jaanchies… per assaggiare l’afrodisiaca iguana! Facciamo una breve tappa a playa Kalki per attendere l’ora di pranzo e poi finalmente siamo a tavola in questo caratteristico locale dove assaggiamo lo stufato di iguana, che definirei abbastanza buono e simile al coniglio (comunque anche chi non volesse provare questa prelibatezza il locale propone altre specialità!). Pomeriggio digestivo nella vicina spiaggia Boca St. Cruz, una spiaggia molto selvaggia e attraversate da un forte vento ma molto affascinante. A letto presto perché domani abbiamo deciso di visitare Klein Curaçao, una piccola isola disabitata a sud-est di Curaçao praticamente priva di vegetazione! La Mermaid Boat Trips (quota singola 90$) organizza l’escursione con partenza alle 6.45 di mattina da Jan Thiel e ritorno intorno alle 18; la quota comprende colazione a buffet all’arrivo e Bbq per pranzo; il viaggio dura all’incirca 2 ore e, in caso si soffra di mal di mare potrebbe essere “faticoso”: per le 9 circa stiamo già facendo colazione! Facciamo un giro dell’isola che, viste le modeste dimensioni, può essere tranquillamente fatto in un’ora circa; la parte sopravento dell’isola è particolarmente ventosa e non adatta alla permanenza in spiaggia; degna di nota la foto da cartolina al relitto di una nave e la visita al faro. La vera perla dell’isola però rimane la splendida spiaggia nella parte sottovento, dove le uniche persone presenti sono quelle giunte insieme a noi e il mare turchese in cui è possibile fare snorkeling e vedere le tartarughe marine… emozionante! La giornata passata a Klein Curaçao è stata splendida, peccato dover partire alle 16 perché saremmo rimasti volentieri un altro paio di ore… e soprattutto domani si torna in Italia.

Concludendo l’esperienza a Curaçao è stata stupenda, un’isola per ora non ancora colpita dal turismo di massa, con spiagge stupende e scarsamente affollate perfette sia per gli amanti della tintarella sia per gli amanti delle immersioni, i cui abitanti sono estremamente gentili e simpatici, con la sua capitale patrimonio dell’Unesco e con una ricca vita notturna. La vera curiosità sarà sapere se resisterà negli anni e non diventerà come Aruba… speriamo di poterci tornare fra 10 anni e ritrovarla ancora così…

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