Cucina “tipica” del South England

Cibo e locali: Wokmania è uno stanzone nero con arredamento funereo (che magari qualcuno chiama fusion) dove all’entrata una signorina scocciata avverte i clienti di attendere il proprio turno prima di essere accompagnati ai tavoli. Una volta seduto, ti viene assegnato un cartoncino con un numero, dopodiché ti viene chiesto: “È la prima...
Scritto da: farefagotto
cucina “tipica” del south england
Viaggiatori: da solo
Cibo e locali: Wokmania è uno stanzone nero con arredamento funereo (che magari qualcuno chiama fusion) dove all’entrata una signorina scocciata avverte i clienti di attendere il proprio turno prima di essere accompagnati ai tavoli. Una volta seduto, ti viene assegnato un cartoncino con un numero, dopodiché ti viene chiesto: “È la prima volta che si serve da Wokmania?”. “E vorrei ben dire – penso io – è solo la disperazione che mi ha portato qui!”.

Allora la signorina, sempre più indolente, ti spiega i vantaggi del Lunch Buffet a 5.99 sterline (bevande escluse), e cioè: avvicinarti con il tuo piatto al portavivande e servirti da mangiare fino a strafogarti. L’idea sembra buona e la cosa semplice, più difficile è trovare qualcosa di commestibile o di avvicinabile all’idea che un “italiano medio” ha del cibo. Così, ho tristemente caricato il piatto di pietanze thay, spicy, chineese e sono tornata al tavolo, rigorosamente assegnatomi, maledicendomi per la scelta, mentre alle mie spalle un gran numero di attempate coppiette inglesi fa la fila per entrare! Di solito ho un buon fiuto per scovare locali caratteristici che propongono cucina tipica (a prezzi modici) in un ambiente accogliente. Ma non in questo viaggio. Il sesto senso mi ha del tutto abbandonato. Per le vie di Brighton vedo solo grandi catene come Subway, Burger king, Mac, Pizza Hut, Pizza Express oppure “fish and chips”, pesce crudo servito in vaschette di plastica lungo il porto e una miriade di ristoranti italo-meridionali alla “Bella Napoli”. Prima di ricorrere alla cucina italiana all’estero faccio qualche altro tentativo e trovo Mark & Spencer, che credevo essere un negozio di vestiti, invece scopro avere un reparto cibo tutto suo, dove ogni genere alimentare è in esposizione in banchi frigorifero. Dal sushi ai sandwiches, dalla pasta pronta ai succhi di frutta. Dentro è talmente freddo che per girare tra le scaffalature (frigo) è necessario il cappotto, forse comprato precedentemente al reparto abbigliamento.

È solo verso la fine del viaggio, che la mia fortuna gastronomica inizia a girare, quando scopro “Revitalise”, un locale dall’atmosfera tranquilla, dove si può mangiare una normalissima zuppa calda di verdure, leggere un libro e rilassarsi un po’. Bello!… ma anche per godersi cose basilari quali buon cibo e riposo, c’è sempre qualcuno pronto a propinarti una “filosofia di vita” già preconfezionata. Nel giro di pochi minuti, mi accorgo che anche “Revitalise” è una sorta di catena in cui, unitamente al cibo naturale vendono/propongono terapie di ogni tipo: dall’aroma alla cranio sacrale, dalla cristallo alla cromo, dalla Colonic Hidrotherapy alla Hot Stone Therapy, dalla Hypnotherapy alla The Journey Therapy, e via discorrendo, passando per massaggi e trattamenti di ogni sorta da quelli Thai agli Shiatsu, dagli Holistic & Swedish agli Indian Head. Finisco la mia zuppa, pago, ringrazio e me ne vado.

Qualche giorno più tardi, grazie a Manrico, un agente di viaggio dalle lontane origini italiane, vengo a sapere dell’esistenza di “Bill’s–produce store”: all’apparenza un vecchio magazzino abbandonato, all’interno un’infinita varietà di colori, frutti e cibo naturale. “È un po’ costoso, mi dice, ma ne vale la pena, vendono prodotti coltivati dai contadini dell’hinterland di Brighton”. Alle pareti sono appese verdure di stagione e frutta fresca, i banchi sono pieni di formaggi e torte salate, e dalle vetrine fanno capolino dolci di fragole e cioccolato. C’è di tutto: “organic herbal tea, freshly pressed juices, healthy vegetarian food…”, ai miei occhi sembra il Paese dei Balocchi! Mi siedo, do un’occhiata al menù ed ordino uno straordinario succo di arance, ananas e fragole fresche ed una torta salata di radicchio e formaggio fuso. Eccezionale! Esco soddisfatta, appagata e felice. Ma, qualche giorno dopo, nel camminare lungo le vie della città di Lewes, noto un locale con la scritta Bill’s. Mi avvicino, mi affaccio all’entrata e basta un’occhiata per scoprire che il locale è identico a quello di Brighton, stessi prodotti, stesso menù e steso ambiente. Anche Bill’s è una catena… con una “atmosfera” creata a tavolino e pronta al consumo.

Silvia Argentati www.Farefagotto.It



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