Cuba, viaggio tra mare e cultura
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Ritornare da un viaggio, qualsiasi esso sia, ti costringe ad una nostalgia che difficilmente si prova durante il resto dell’anno. E credetemi se vi dico che poche volte ho sentito questo sentimento così forte nei viaggi fatti durante la mia vita.
Il ritorno da Cuba è uno di questi. So che ci sono già molti diari di viaggio su questo luogo così affascinante e autentico ma giustamente ognuno scrive il proprio e trasmette le emozioni che ha provato. Cercherò di dare consigli pratici oltre a descrivere il viaggio vero e proprio.
Premesse e consigli utili
- La soluzione di viaggio scelta è il classico pacchetto acquistato in agenzia con Tour Operator quindi volo + hotel + assistenza + visto turistico. Non abbiamo affittato auto né fatto tour in autonomia.
- Temperature e clima: A Cuba il clima è tropicale, con una stagione secca e relativamente fresca da fine novembre a metà aprile, e una stagione piovosa, calda e umida, da fine aprile a inizio novembre. Noi siamo andati, come si può vedere nella testata del diario, a fine maggio-inizio giugno, il principio della stagione umida.
- In spiaggia si va molto presto al mattino per evitare un calore eccessivo, e si ritorna solo nel tardo pomeriggio. Attenzione al sole, brucia davvero in pochi minuti e anche sotto l’ombrellone! Non state al sole senza crema neanche nelle ore meno calde. Prendere una scottatura porterebbe sicuramente a sviluppare la febbre (è successo a nostri compagni di viaggio conosciuti direttamente in loco. Non li abbiamo visti per il resort per ben 2 giorni!).
- Non bere acqua dei rubinetti. Potrebbe causare spiacevoli disturbi intestinali.
- Cambio €/CUC: a Cuba vige una moneta che viene utilizzata solo dai turisti il CUC ovvero il peso convertibile di cui il cambio con i nostri euro è 1=1. Cambiate pochi € per volta, tanto costa tutto abbastanza poco quindi non avete necessità di ingenti somme. Piccola nota per chi vuole cambiare agli sportelli delle banche: vi viene richiesto il passaporto. Se invece cambiate in hotel o prelevate direttamente, non ce n’è bisogno.
- Come souvenir potete portare a casa al max 2lt a testa di rum e 50 sigari grandi oppure 100 di quelli piccoli, sempre a testa. Se superate tali quantità vanno dichiarate e ci sarà una tassa da pagare. Sono molto fiscali alla dogana, mettete ovviamente tutt in valigia altrimenti buttano direttamente nel bidone senza possibilità di reclamare. Abbiamo visto buttare un sacco di bottiglie di rum e sarebbe un vero peccato tornare a casa senza souvenir da regalare a qualcuno dei nostri parenti/amici.
- Internet: il costo di internet è veramente alto così conviene comprare delle pratiche tessere con abbinato codice di sicurezza da utilizzare nelle varie zone wi-fi. Il costo è di 1,50CUC per 60 min di navigazione online.
Curiosità
- Il mojito: L’origine del mojito rimane piuttosto controversa: viene spesso narrato che un cocktail simile al moijto fu inventato dal famoso pirata inglese Sir Francis Drake (El Draque) nel XVI secolo. Quella versione era preparata con aguardiente (rhum non invecchiato) di bassa qualità, lime, acqua, zucchero raffinato bianco di canna e una specie locale di menta, la hierbabuena. Nella metà del 1800 pare che la società Bacardi abbia dato un impulso di popolarità alla bevanda, che comunque raggiungerà la sua definitiva popolarità solo nel XX secolo. Anche sulla versione moderna del mojito non pare esistere certezza assoluta su chi lo ha proposto per primo, anche se i nomi solitamente più pronunciati sono quelli di barman della Bodeguita del Medio, Attilio De La Fuente, oppure Angel Martinez, che effettivamente rilevò il locale nel 1942, all’apice della sua notorietà per essere frequentato da noti personaggi, come ad esempio Ernest Hemingway, noto consumatore della bevanda e che con la sua frase, scritta anche nel locale “My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita” rese celebre la bevanda anche fuori da Cuba. Esistono diverse teorie anche riguardo l’origine del termine “Mojito”. Secondo alcuni, esso sarebbe legato al “mojo”, un condimento tipico della cucina cubana a base di aglio e agrumi, usato per marinare. Un’altra teoria lo lega alla traduzione della parola spagnola mojadito, che significa “umido”.
- Il CubaLibre: Il Cuba libre è nato casualmente, la sua storia ha il fascino di una leggenda e la curiosità della verità. I primi del Novecento i soldati statunitensi, che avevano liberato Cuba dal colonialismo spagnolo, si trovavano spesso a bere nei bar dell’Avana al fianco dei militari dell’esercito di liberazione cubano. Gli americani si dissetavano con coca cola e limone, e quelli cubani con una miscela di acqua e zucchero di canna. Una sera un soldato americano – si sostiene che fosse un capitano di nome Russel – decise di festeggiare la sua terra d’origine e quella che lo ospitava mischiando le due bevande, cioè la coca col limone e il rum di Don Facundo Bacardí Massò (fondatore dell’azienda Bacardí nel 1862 a Santiago de Cuba), un distillato raffinato della canna da zucchero. Il successo fu garantito, i presenti ordinarono la stessa bevanda e si brindò “Por Cuba libre!”. Da allora quella miscela è stata esportata in tutto il mondo sotto il nome di Cuba libre.
- Hotel e resort: sono tutti di proprietà dello Stato il quale decide su tutto dalle derrate alimentari alle disposizioni dei locali ecc. Non vengono effettuate manutenzione agli stabili, così quando un hotel diviene troppo vecchio lo Stato preferisce buttarlo giù e ricostruire da zero. Su tutta l’isola esiste una sola (UNA!) lavanderia molto distante dalla costa dove c’è la maggior concentrazione degli hotel e non venendo utilizzati né ammorbidenti né detersivi industriali, potreste trovare qualche lieve macchia nella biancheria delle stanze: non preoccupatevi, è stata lavata e cambiata comunque. Siate parsimoniosi con i teli bagno non cambiateli tutti i giorni proprio per questo motivo perché in periodi di alta stagione potreste ritrovarvi senza per le ragioni di cui sopra.
- Lavoratori e stipendi: in media un cubano guadagna 30 CUC al mese corrispondenti ai nostri 30€! Solo un medico ne guadagna 40! Così, pur essendo tutti laureati, i giovani preferiscono lavorare negli hotel come facchini, camerieri e reception in quanto arrotondano con le mance (sempre molto ben accette così come eventuali oggetti lasciati dai turisti: una della tante cose è il bagnoschiuma, le saponette e tutto quello che è utile all’igiene intima della persona).
Per me, 28 anni a settembre, è il primo viaggio a lunga tratta; mai affrontato così tante ore di volo quindi, un po’ di paura del sopravvento da parte della noia c’è. Con molto entusiasmo e gioia, Giorgio (il mio compagno) ed io, carichiamo le valigie in macchina e partiamo in direzione dell’Aeroporto di Milano Malpensa. Qui, recuperato il visto turistico al banco del Tour operator Francorosso vicino all’area check-in 4 del Terminal 1 (€ 25,00/persona pagati in agenzia insieme al pacchetto viaggio), utile per l’ingresso nel Paese, procediamo verso l’area check in dove notiamo subito un ritardo di 2h del nostro volo. Ore 14:50 di sabato 27 maggio si decolla! Finalmente! Dopo 10 ore esatte, tra letture di ogni genere, film e pasti sostanziosi, siamo all’aeroporto Juan Gualberto Gómez di Varadero (h 18:50 locali, –6h rispetto l’Italia). Sbrigate le pratiche di visto e ingresso (molto importante non perdere il visto che vi rilasciano) ci dirigiamo alla zona recupero bagagli e all’uscita dove c’è l’assistenza del TO ad accoglierci. Ma non è l’unica: anche una bella afa pesante ci accoglie tra le sue braccia e ci farà compagnia per tutta la nostra vacanza. Sistemati tutti i turisti come noi sul bus, si parte in direzione dell’hotel dove giungiamo alle ore 21.30 in tempo per un pasto veloce. Adesso sì che lo possiamo dire… Siamo in vacanza! (Ocean Varadero El Patriarca, semplicemente stupendo).
Sarà per il jet lag sarà per la troppa emozione, alle 5 del mattino di domenica 28/5 siamo già svegli e sistemiamo le nostre valigie in vista dell’incontro con l’assistenza del T.O. durante il quale ci vengono illustrate tutte le possibili escursioni da effettuare. Dopo esserci confrontati con altri compagni di viaggio (tutti arrivati con noi la sera prima) non abbiamo dubbi: per complessivi 160€/cad prenotiamo l’escursione per Varadero centro il lunedì pomeriggio, L’Habana il mercoledì e quella delle tre città (Santa Clara – Trinidad – Cienfuegos) il giovedì.
Il primo giorno trascorre lento, all’insegna del relax e dei numerosi bagni nel mar dei Caraibi. Ci godiamo appieno il panorama, la brezza che ci rinfresca leggermente da quel caldo afoso e i tanti mojito sul bagnasciuga.
Varadero centro: partiamo alle h 16 dall’Hotel con delle fiammanti auto d’epoca che, come sicuramente sapete, là vengono utilizzate come taxi (sono dotate di aria condizionata, motore diesel e cambio automatico ma la cosa che stupisce di più è che hanno milioni di km!).
Per 10 CUC/cad ci portano fino a Varadero centro e ci aspetteranno per il rientro all’hotel (totale gita 2 ore).
Iniziamo con la visita al mercatino locale dell’artigianato dove abbiamo potuto comprare i primi souvenir che devo dire veramente ben fatti e rifiniti avendo anche visto nei giorni successivi altri mercati. È sicuramente il migliore per portare a casa cose tipiche locali e a buon prezzo. Vi faccio un esempio: 8 calamite da frigo per 5CUC.
Riprendiamo la auto d’epoca e ci dirigiamo verso la casa di Al Capone, semplicemente fantastica! Oggi, è un ristorante che si affaccia direttamente sul mare cristallino di Varadero ma un tempo era utilizzata per le riunioni tra gangsters e per discutere degli loro affari.
Mentre alcuni partecipanti alla gita decidono per un bagno nel mare cristallino, un simpatico signore ci porta un mojito buonissimo per fare l’aperitivo e ci invita a visitare la villa con annesso il ristorante tutto arredato di blu e bianco. Sono le ore 18 e dobbiamo rientrare in hotel dove concludiamo la giornata con un bagno in mare e una serata tra amici.
Salto la giornata del martedì semplicemente perché l’abbiamo passata a rilassarci in spiaggia.
Arriva la tanto attesa escursione a L’Habana. Partiamo presto e dopo aver raccolto tutti i turisti italiani negli altri resort, prendiamo l’autovia, quella che da noi si chiamerebbe autostrada. Ci impieghiamo due ore ad arrivare a L’Habana (durante il tragitto abbiamo fatto una sosta in un bar se così si può chiamare, dove abbiamo potuto gustare una pina colada direttamente dentro l’ananas) e la prima cosa che si nota, oltre ai 38 gradi con 100% di umidità, è la maestosità dei palazzi che fanno da sfondo a questa enorme città. Vi lascio qualche foto fatta qua e là.
L’Habana, ufficialmente San Cristóbal de La Habana, è divisa tra città vecchia e città nuova. La parte di città nuova ovviamente è la più moderna e poco dice dell’Havana in sé in quanto si possono trovare palazzi e costruzioni abbastanza recenti.
La Habana Vieja ha una struttura urbanistica simile ad una lente convessa di circa 5 chilometri quadrati di superficie, dove sono ancora presenti resti delle mura che per due secoli protessero la città. L’Avana Vecchia è il riflesso di una miscela di stili architettonici e testimonianze di epoche diverse: dominazione spagnola e americana, britannica, francese. Quando era al governo l’amministrazione statunitense, i vecchi edifici coloniali furono demoliti per costruirne di nuovi caratterizzati da imponenti facciate neoclassiche. Durante gli anni novanta del XX secolo, il salvataggio del centro storico di L’Avana Vecchia, per opera dell’ufficio conservazione dei beni storici della città, ha dato il via al restauro e manutenzione di numerosi edifici e monumenti lasciati all’incuria per oltre quarant’anni. Nel 1982, L’Avana Vecchia è stata dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco.
Oggi, La Habana Vieja è una delle zone più turistiche della città complice la presenza di chiese, fortezze ed altri edifici storici restaurati.
Le principali piazze di quest’area della città sono: Plaza las de Armas, de San Francisco, Vieja, del Cristo, e la Plaza de la Catedral. I castelli presenti sono Castillo de los Tres Reyes Magos del Morro, Castillo de la Real Fuerza de La Habana, San Salvador de la Punta, e Castillo de Atares. Altri edifici storici presenti nella zona sono la Cattedrale dell’Avana, L’hotel Inglaterra, L’hotel Ambos Mundos, Il ristorante Floridita (uno dei preferiti di Ernest Hemingway.), la Bodeguita del Medio (di cui Hemingway era assiduo frequentatore), il Gran Teatro, il Capitolio, il Museo de la Revolución, il palazzo Bacardí, il Museo del cioccolato, la Casa di Asia, la casa-museo di José Lezama Lima, il cinema Payret, il Museo Palacio de los Capitanes Generales, il museo de Armas, El Templete, e il Museo Nacional de Bellas Artes.
Noi, ci spiega la guida per motivi di sicurezza e organizzativi (?), vediamo la parte nuova dal bus e questo ci dispiace in quanto ci obbliga a fotografie con riflessi del finestrino. Però ci porta direttamente alla fabbrica del tabacco all’interno della fortezza che un tempo proteggeva la città e il suo porto. Qui acquistiamo rum e sigari ad un prezzo molto buono e visitiamo il sigaro più lungo del mondo: 90 mt!
Proseguiamo verso il ristorante per il pranzo dove ci vengono serviti zuppa di zucca e patate (con quel caldo!), tris di carne e verdure e un qualcosa di simile ad un omogeneizzato alla pesca. Niente male comunque!
Impressioni sulla città: beh che dire? Sicuramente una grande città con tutta la sua storia, la sua maestosità e bellezza di certo meritava di più come visita rispetto a quanto visto e forse con una guida un po’ più preparata avremmo potuto assaporare di più di questa visita.
Rientriamo stanchi e stremati dal caldo patito e ci prepariamo all’escursione dell’indomani.
Giovedì: ore 6.15 arriva il nostro bus con la preparatissima guida Rosy (complimenti davvero, sembrava un insegnante) e dopo le solite fermate di rito per caricare altri turisti, prendiamo l’autovia: direzione Santa Clara. L’itinerario prevede ben tre tappe in tre diverse città: iniziamo con Santa Clara con la visita al Mausoleo, monumento funebre dedicato ad Ernesto “Che” Guevara il quale ospita i resti del rivoluzionario comunista e di ventinove dei suoi compagni e combattenti, uccisi nel 1967 durante il tentativo di Guevara di stimolare una rivolta armata in Bolivia. L’area totale contiene una statua di bronzo del Che alta 6,7 metri. Piccola curiosità: ogni giorno sulla sua tomba viene depositato un fiore fresco, un garofano rosso.
Proseguiamo alla volta di Trinidad dove la visita della cittadina si rivela molto interessante anche per la particolarità del luogo. È una delle città meglio conservate di tutti i Caraibi, dall’epoca nella quale lo zucchero era il principale commercio in questi luoghi. Sono proprio i resti di quel periodo coloniale e schiavista, nel quale fiorì Trinidad, ad essere la principale attrazione dei visitatori e il motivo stesso del prestigioso riconoscimento che l’UNESCO ha conferito alla città e a tutta l’area circostante più direttamente interessata alla coltivazione della canna da zucchero (la Valle de los Ingenios). Oggi la voce principale dell’economia di questi luoghi è costituita dalla lavorazione del tabacco. Infatti proseguiamo per una dimostrazione di come si fanno i sigari.
Lasciamo la città non prima di aver degustato una bevanda tipica del luogo a la Taberna La Canchánchara che dà il nome al famoso cocktail canchanchara, inventato dalle persone del posto a base di miele, limone, acqua, ghiacchio e brandy (la nostra acquavite). Viene servito in un piccolo coccio munito di bastoncino per poter girare il miele che resta sul fondo. Buonissima! Da provare assolutamente!
La giornata è quasi al termine: arriviamo a Cienfuegos città che si trova sulla costa meridionale dell’isola di Cuba, capoluogo dell’omonima provincia. Il centro storico di Cienfuegos è stato inserito nel 2005 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per il suo valore storico e culturale. Esso contiene sei edifici risalenti alla prima metà del XIX secolo, 327 alla seconda metà e 1188 risalenti al XX secolo. È il luogo caraibico con il più alto numero di edifici neoclassici. Ci concediamo un giro nei vicoli consapevoli del fatto che qui i negozi e le botteghe chiudono alle ore 16 (noi siamo arrivati alle ore 17.30). Dopo un’ora il nostro bus ci attende per il viaggio di rientro e dopo ben 3h e mezzo siamo al nostro hotel a rifocillarci.
La giornata è stata stupenda, ricca di emozioni e di paesaggi fantastici… insomma 700 km ben percorsi.
La settimana di vacanza purtroppo sta per terminare e ci concediamo gli ultimi due giorni di puro relax in spiaggia godendoci ancora quel bellissimo mare cristallino e portandoci a casa un po’ di Cuba ma soprattutto tanta nostalgia. (io ho portato con me anche una bella scottatura sulla schiena proprio l’ultimo giorno!!! Sigh Sigh!!!)
Come dice la frase di apertura di questo mio diario: ….La gioia della partenza, perché non sai cosa ti aspetta come andrà la tua vacanza chi incontrerai cosa vedrai…. la gioia del ritorno perché avrai tanto da raccontare e mostrare ai tuoi cari, i luoghi, le persone, le tradizioni e le usanze.
Ci portiamo dietro una nuova esperienza e una bandierina in più da aggiungere al nostro mondo dei luoghi visitati con tanta voglia di pensare già al prossimo viaggio, alla prossima meta.