Cuba: un viaggio nel tempo
Prenotato hotel a L’Habana Vieja tramite www.Lovelycuba.Com, un bel sito di un’agenzia con sede sia a Milano che a l’Habana (Edificio Bacardi, fateci un salto se avete qualche problema: Marco è molto disponibile). Contiene molte informazioni per affrontare nella maniera migliore la scoperta di Cuba. Vi consigliamo di acquistare sul sito anche la cartina stradale dell’isola, in scala 1:250.000, introvabile sia a Cuba che in Italia. Noi non l’abbiamo fatto e ce ne siamo pentiti, visto che a Cuba non esistono cartelli stradali… L’albergo è l’Hostal Convento Santa Brigida: 104 euro per notte la doppia incluso il “desayuno” (colazione). Si trova proprio accanto alla Placa Vieja, nel cuore del centro storico. Inaugurato alla presenza di Fidel pochi anni fa è interamente in stile coloniale con dei bei cortili pieni di belle piante; molto silenzioso (ci sono le suore, anche quelle di clausura!), pulito, letti comodi, bagno nettamente sopra la media cubana. Lo rimpiangerete quando andrete nelle “casas particulares”! La doccia fatela la sera altrimenti rischiate di trovare l’acqua fredda e non preoccupatevi se verso le sei di mattina sentirete in lontananza echeggiare dei cantici gregoriani: sono le suore che iniziano i loro esercizi spirituali! Automobile: noleggiata in anticipo (è meglio: potreste rimanere senza se aspettate di essere sul posto) e sempre tramite “lovelycuba”, classica auto “classe economica”. La compagnia di noleggio è la CubaCar, comodissima perché a due passi dal nostro albergo, al Terminal de Cruzero, proprio sulla bella Placa de San Francisco de Asis. Una Hyunday Atos che si è rivelata affidabile almeno per quanto riguarda motore, comodità, aria condizionata e bagagliaio (ci sono entrati entrambi i nostri borsoni, più altre quisquilie), ma meno per le ruote. Infatti è quasi matematico che bucherete, almeno una volta, sulle strade cubane; quindi accertatevi, al momento del ritiro, che la ruota di scorta non solo ci sia, ma che non sia già bucata! (Mannaggia a loro!). “Comprata” la mitica “tarjeta turistica” (visto) al consolato cubano di Roma (20 euro a testa), ma lo forniscono anche le agenzie turistiche e le compagnie aeree. Al limite c’è sempre la possibilità di compilarla e comprarla appena scesi dall’aereo, prima del passaggio in dogana.
Acquistate le guide “Lonley Planet” e “National Geographic” e stampate da internet indirizzi di “casas particulares”.
Bagaglio: abbiamo diviso le nostre cose in due borsoni morbidi (meglio: le valigie rigide rischiano di non entrare nel bagagliaio della macchina), così se una delle due valigie non fosse arrivata a destinazione avremmo comunque avuto tutti e due qualche vestito. Inoltre un ricambio l’abbiamo messo nel bagaglio a mano. A Cuba sono difficili da trovare le medicine, gli assorbenti e i prodotti da toilette in genere (oppure sono scadenti). A questo proposito segnaliamo a Santiago una farmacia internazionale all’interno della Clinica Internazionale in zona Vista Alegre. Portate anche qualche maglietta, sapone, penne, caramelle, palle da tennis (o similari, i bambini usano i tappi per giocare a baseball: il massimo sarebbe dei guantoni!): soprattutto a Trinidad e a Santiago verrete assaliti da donne e bambini che chiedono un po’ di tutto.
Arrivati all’aeroporto di L’Habana munitevi anche di “moneda nacional”, cioè i pesos che usano i cubani, e non solo di CUC (i pesos “Convertible” che possono usare solo i turisti). Serviranno per le mance (quando non ve le chiederanno espressamente in CUC) o nei negozi dove e’ possibile pagare in questo modo (non sono molti, in verità), ma soprattutto vi faranno sentire più “vicini” a questa splendida gente. Basteranno 20 euro al massimo: per fare 1 euro, infatti, ci vogliono ben 30 “pesos”!! Viaggio: L’HABANA: Due giorni e tre notti possono bastare per visitare la città e assaporarne il suo fascino. Non mancate di passeggiare per le vie della Habana Vieja e Habana Centro, né di fare una puntata al quartiere del Vedado; visitate senz’altro il Museo della Revolucion, il Capitolio e Plaza della Revolucion, con salita obbligatoria ai 130 metri della torre, senza dimenticare alcune chiese e piazze, il Malecon (suggestivo percorrerlo con un Cocotaxi) e il Paseo de Martì, dove è rilassante passeggiare fra bambini vocianti e con lo sguardo rivolto ai palazzi colorati che vi si affacciano; né può mancare il simpatico “museo” del cioccolato (in Mercaderes) e il negozio a fianco della fabbrica di sigari nella piazza del Capitolio; imperdibile la cerimonia del Canonazo alle 21 alla Fortaleza de La Cabana. Mangiate alla Mina (Plaza de Armas) i camarones (gamberi), ma evitate El Patio in Plaza de la Catedral (è caro e le porzioni sono piccole). Munitevi di moneda nacional e acquistate per meno di mezzo euro (12 pesos “nacional”) le gustosissime caijtas alla Cafeteria La Primera de Aguacate (Aguacate n. 12): scatole di cartone con dentro un po’ di tutto: riso, verdure, pollo, pesce, fagioli, ecc.. Se non volete mangiarle con le mani o con il coperchio rubate i cucchiai sull’aereo e teneteli sempre in tasca. Il gelato da Coppelia (se non è chiuso perché manca la corrente) lo troverete in quasi tutte le altre tappe del vostro viaggio sull’isola, la scelta è tra due gusti, farete una bella fila ma è un’esperienza che va vissuta! Quando prenderete la tangenziale per uscire da l’Habana armatevi di cartina e pazienza, i cartelli non esistono, chiedete alle numerose persone che incontrerete sulla strada ma ognuno vi dirà una cosa diversa.
CIENFUEGOS: a noi non ha detto granché, vi abbiamo fatto una breve sosta nel tragitto dalla capitale a Trinidad. Dall’Autopista c’è un primo cartello per Cienfuegos e che noi abbiamo ovviamente seguito, anche se avevamo visto che il pullman lì diretto proseguiva per l’Autopista; probabilmente faceva una strada più comoda anche se più lunga: chi può dirlo? E’ anche vero che ci hanno detto che conviene non fidarsi troppo dei cartelli sui pullman… La strada che abbiamo fatto noi, comunque, pare sia cosparsa di chele di granchio (non lo sapevamo, ma forse è proprio lì che abbiamo bucato; o, forse, è una diceria degli abitanti di Trinidad…) TRINIDAD: da soli non ci saremmo mai arrivati, se non dopo giri infiniti, a causa della assoluta mancanza di cartelli. Per fortuna, ad un incrocio abbiamo dato un passaggio a Enrique Manuelito che ci ha raccontato molte cose interessanti su Cuba e sulla vita di tutti i giorni e, soprattutto, ci ha trovato una bella ed accogliente “casa particular” e un eccellente “paladares” consigliato anche dalla Lonley, “Estela” (in Simon Bolivar n. 557): da fuori sembra non esistere ma dentro c’è un bel cortiletto! Prenotate o andateci presto: hanno solo tre tavoli, ma gamberi e aragosta a go go (12-15 euro a cranio). La nostra “Casa particular” è Yaquelin Arrechea, nel pieno centro storico (Calle Jesus Menendez n° 60 e/ Lino Perez y Agustin Bernal, tel. 01419 6038, xiquetdad2005@yahoo.Es): buona ospitalità, cibo abbondante e ottimo, bel patio dove mangiare o riposarsi sulle sedie a dondolo in compagnia del cane Principe, camera semplice, bagno essenziale, ma pulito e aria condizionata (anche se rumorosa, come dappertutto: impossibile tenerla accesa di notte!). Una piccola, ma doverosa digressione: vi consigliamo di alloggiare nelle “casas particulares” perché è proprio lì che assaporerete la vera cucina cubana (spendendo peraltro molto meno che in qualunque altro “ristorante”), ma soprattutto perché è proprio lì che avrete modo di conoscere, parlare e confrontarvi con la vera Cuba e i veri Cubani. Certo, preparatevi a camere spartane, spesso buie, e soprattutto a bagni più che essenziali: le docce non hanno pressione e spesso l’acqua non è caldissima, il wc può essere sprovvisto di tavoletta (noi abbiamo portato i copri water usa e getta!), ma la cordialità e l’ospitalità dei loro abitanti è straordinaria e quasi commovente. Il consiglio è di vederne più d’una, anche se arrivando in una città verso sera (specialmente proprio a Trinidad) potreste trovare qualche difficoltà a trovarne di libere.
Trinidad è una città unica, non per niente è interamente stata eletta a “patrimonio dell’umanita’” dall’Unesco. Girate per le sue vie con calma, specialmente dopo le sette di sera, quando si alza un lieve, fresco venticello, i turisti tornano negli alberghi per prepararsi alla cena e i cubani sono meno “pressanti” e guardatevi intorno: la bella piazza principale, la vista dalla torre del Museo Historico Municipal, la musica alla Casa della Trova, le sue case colorate, il ciottolato inconfondibile e caratteristico. Nei suoi dintorni segnaliamo il mirador de La Loma del Puerto (da dove si ammira uno splendido panorama sulla “Valle de los Ingenios”) e la Manaca Iznaga, una antica “fazenda” appartenuta agli schiavisti spagnoli nell’800, El Mirador di Topes de Collantes (dove probabilmente incontrerete un omino che vi venderà un caschetto di mini banane, al solito prezzo politico di 1 CUC), e infine la famosa Playa Ancon: bella, ma ne troverete di migliori. SANCTI SPIRITUS: breve sosta nel tragitto da Trinidad a Camaguey. Due buone pizze preparate sul momento dal cuoco del ristorante all’angolo tra di Av. De los Martires e Indipendencia, sulla piazza principale, e servite attraverso la finestra della cucina; pagate in “moneda nacional” 12 pesos (in CUC ne volevano 5! Capito come funziona?) CAMAGUEY: Bella cittadina dove ci siamo fermati una notte nella “casa particular” consigliata da Yaquelin di Trinidad, Noel y Josefa (Bembeta n° 568 e/ Horca y San Ramon, tel. 284771). Noel ci aspettava da due ore all’ingresso della città, e ci ha inseguito su una motoretta scassata urlando i nostri nomi: Yaquelin gli aveva preannunciato il nostro arrivo (nomi, descrizione dell’auto, targa)! Una scena surreale, ma molto divertente! Comunque è stato un bene, perché l’ospitalità è stata ottima: bella la casa, ma, soprattutto, abbiamo mangiato da dio (aragoste, riso, zuppa di carne, verdure, banane e patate fritte, frutta, tutto in una cena e in porzioni per 6 persone e a soli 10 CUC!). Attenzione alla doccia! BAYAMO: Breve sosta nel tragitto da Camaguey a Santiago, e, finalmente, è gelato da Coppelia! Chiesto vaniglia e cioccolato, ci hanno portato cocco e cioccolato: erano i due gusti della giornata. Fra l’altro non ci eravamo accorti che, come sempre da Coppelia, c’era la fila (ci credo! Un gelato costa 1 pesos!) e siamo passati davanti a tutti i cubani. In Italia ci avrebbero linciato! SANTIAGO: E’ una città molto diversa dalle altre, forse l’unica vera città così come la intendiamo noi. Il centro storico, con le sue scalinate e il dedalo di stradine che salgono e scendono, ricorda un po’ il Barrio di Porto. Molte abitazioni fatiscenti, ma anche piazze, piazzette, angoli e scorci di panorama veramente deliziosi. Ma il vero cuore di Santiago, anche se distante 10 km dalla città, è la fortaleza de El Morro, uno spettacolare castello spagnolo del 600 a guardia dell’insenatura che porta alla baia di Santiago e da cui si gode lo straordinario panorama della Sierra Maestra e dell’oceano. Segnaliamo la “casa particular” dove abbiamo alloggiato, per fortuna una notte sola, per evitare che ci finiate anche voi: Myriam (calle Lino Boza) REMEDIOS: Uno dei posti che ricorderemo più volentieri del nostro viaggio a Cuba. Sarà che era la nostra ultima tappa e ci siamo rimasti due notti, sarà per la squisita ospitalità della nostra padrona di casa, ma l’abbiamo trovato un posto veramente rilassante e piacevole. Il nostro consiglio è quello di fermarvi più di un giorno. La cittadina è piccola e deliziosa, si respira una bella atmosfera, la gente è molto tranquilla e accogliente. Fra l’altro è una buona base di partenza per raggiungere Cayo Santa Maria e la bellissima Playa Blanca, godendo del fantastico paesaggio che si ammira sul “predapien”, la fettuccia di strada che per 47 Km. Entra nel mare aperto, e, ovviamente, anche Santa Clara. La “casa particular” segnalata su questo sito era piena, ma il proprietario Richard ci ha subito portato da una giovane coppia dove siamo stati benissimo (Hostal La Lucia, di Yunai e Livani, Calle Hnos Garcia n° 137, 25 CUC). Casa curata e pulita, stanza luminosa e bel bagno, si mangia benissimo e loro sono molto simpatici. Andateci! SANTA CLARA: Chi è cresciuto con il mito e l’esempio di “Che” Guevara si commuoverà di fronte al mausoleo a lui dedicato a Santa Clara. Il “Che”, come Camillo Cienfuegos, sono ancora venerati dal popolo cubano, cosa che non si può certo dire di Fidel Castro. E’ l’unico museo cubano dove non si paga e non vendono i classici souvenir. Nella piazza, enorme e solitaria, lontana com’e’ dal centro di Santa Clara, non c’è altro se non l’enorme statua di metallo del “Che” con l’inseparabile fucile, la pietra scolpita con le sue celebri frasi e la discreta presenza del mausoleo.
Conclusioni: Non rinunciate ad un viaggio a Cuba. Le cose sono destinate a cambiare presto, e per sempre… barbara e paolo