Cuba, un viaggio indimenticabile..
Varadero è una specie di Rimini cubana. Non è la vera Cuba. In albergo avevamo l’all inclusive. Quindi ci hanno dato un bracciale per distinguerci dagli altri alberghi. Ogni albergo ha un bracciale diverso, rosso, azzurro nero, ecc. Ha la funzione di passaporto. Infatti la nostra guida, Erez, ci ha consigliato di uscire di casa senza passaporto, visto, carta di identità. Il nostro bracciale è un segno di riconoscimento, vuol dire che siamo turisti. La cosa che più mi ha colpito, è che anche in banca ti chiedono in quale albergo alloggi! Il mare di Varadero è bellissimo. E’ diverso dal mio ( sono sarda e il nostro è uno dei mari più belli che ho visto). Varadero è una penisola, larga qualche Km. Le spiagge più belle si trovano su un solo lato. In realtà sull’altro lato non c’è spiaggia! Il mare è azzurro e la spiaggia bianca. Veramente paradisiaco. Tra le palme e la perfetta organizzazione della popolazione. Ogni mattina pulivano le spiagge, mai visto nelle spiagge della sardegna! L’unica pecca forse gli alberghi. Dal punto di vista architettonico sono dei veri mostri! Non comprendo la scelta dei colori, verdi accesi, blu. Quelli più recenti sembrano tante piccole scatole poggiate una sopra l’altra.
Passeggiare per le strade di Varadero è come tornare indietro di 50 anni ( strade a Varadero? In realtà c’è un’unica strada importante, la Primera Avenida, che si estende su tutta la città. Ci hanno detto che perdersi a Varadero è impossibile. Di solito a chi ci riesce, viene consegnato un diploma, ci ha spiegato ridendo la guida). E’ popolata, come tutta Cuba, da macchine risalenti agli anni 50!!! Inoltre è possibile spostarsi con i Coco Taxi, taxi a forma di cocco, gialli, aperti. A varadero è divertente passeggiare tra i mercatini di artigianato. L’ artigianato cubano mi ha colpito per la sua varietà, per l’uso di diversi materiali. Ho acquistato statue in legno decorate con la sabbia colorata di Varadero. Poi la cartapesta, la ceramica. I mercatini sono un gioco di colori. Inoltre ho apprezzato i vestiti cuciti a mano, all’uncinetto. Simpatici i quadretti dipinti ad olio raffiguranti La Bodeguita del Medio. Devono possedere tutti, rigorosamente, il marchio. Infatti nel caso in cui ci siano controlli alla dogana, potrebbero essere requisiti.
Ho visitato il parco Josone, dove abbiamo potuto ammirare un’iguana, un coccodrillo. La guardia gentilmente ci ha mostrato la tana dell’iguana. Naturalmente ha sottolineato che lui non pretende la “propina” ( la mancia) ma l’accetta ben volentieri. Varadero è turismo. Discoteche, locali, centri commerciali, alberghi. La discoteca migliore è la Rumba. Soprattutto perché è frequentata da turisti e giovani del posto. Consiglio sempre di frequentare locali in cui possono accedere anche cubani, altrimenti è come stare al Sottovento o al Sopravento in Costa Smeralda! Abbiamo visitato la Comparcita. In questo locale il sabato ci sono gli spettacoli con balli caraibici. Ma per la morte del Papa hanno annullato lo spettacolo, quindi ci siamo dovuti sorbire il Karaoke. Mio marito si è divertito a cantare canzoni cubane sconosciute! La nostra guida ci ha proposto diverse escursioni. Per conoscere la vera Cuba è necessario visitare L’Havana. Ci sono due alternative: Scegli di andare all’havana con un autobus con 60 persone, dove non hai nessuna libertà. Oppure scegli di andare all’havana con la gente del posto che ti chiede di fare la gita con loro, dopo 10 min che sei atterrato a Varadero. Noi siamo andati all’Havana con Nivia, la cameriera del nostro albergo e Jorge. La nostra auto era una Buick del ’54, azzurra. Eravamo in sette. Infatti a noi si sono aggiunti due canadesi. L’Havana è una città meravigliosa. L’Havana Vecchia mi ha colpito per la sua particolarità. Il centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCU. Le abitazioni in stile coloniale si tingono di grigio e azzurro. Abbiamo attraversato strade strette, non proprio turistiche, dove si vive la Cuba povera e triste. E’ strano come queste strade incrocino quelle a importanza turistica. Gli occhi della gente ti osservano e si confondono tra la folla. I bambini in divisa escono da scuola e corrono. Gli uomini ti guardano e ti mandano qualche apprezzamenti. A mio marito viene chiesto se desidera tabacco o mariuana o anche una muchacha. Con la telecamera riprendo uno scorcio di abitazione che si intravede per la strada. La porta si apre su di un cortile. Sulla porta siedono delle donne che ricamano. Il cortile è sporco e giocano dei bambini. Per un attimo ho quasi un senso di colpa. Perché violare la vita di queste persone? Forse loro non lo desiderano. Continuo la mia strada tra le bancarelle di mango, donne consumate dall’età che portano grandi fiori in testa, tutte agghindate a festa che ti sorridono insieme ai loro cani che dormono nella strada sporca. Non potete capire il mio stupore, quando in una di queste vie ho visto una lussuosissimo albergo. Quanta incoerenza in una folla di povertà…
Poi c’è el Castillo Real de la Fuerza, la Catedral de San Cristóbal de la Habana, Il Capitolio. Abbiamo visitato la Fabbrica Reale di sigari Partagas dove abbiamo visto una signora che realizzava dei sigari a mano. Li vicino si trova el Floridita. Un locale dove Hemingway soleva passare le sue giornate. Lì abbiamo incontrato qualche italiano che beveva un daiquirí. Poi visita al Bodeguita del Medio dove abbiamo firmato sui muri. Fortunatamente siamo riusciti a trovare un posto per una firma in quella moltitudine di saluti da tutto il mondo. Un mojito costa 3 pesos e lo si può gustare osservando le firme di Fidel Castro, Salvador Allende, Hemingway. Il Vedado è il quartiere moderno dell’Havana. A Placa de la Revoluction c’è il monumento dedicato a Jose Marti e foto di rito con l’immagine del Che. Abbiamo mangiato in un Paladares. Abbastanza economico. Infatti per 10€ ti offrono una insalata di polpo, congris ( riso e fagioli neri, una specialità di Cuba), contorno di verdure. Sicuramente ciò che non manca nelle tavole cubane è il riso. E’ più che altro un contorno, non un primo. Il manzo è un lusso, aragoste e gamberoni sono cibo per poveri.
La nostra guida ci ha raccontato che un suo amico italiano era stanco di venire a Cuba e stare negli Hotel. Quindi aveva deciso di stare in una casa particular. Erez gli aveva proposto di venire a stare a casa sua. La madre un po’ preoccupata spiega al figlio che loro sono una famiglia povera e non potevano offrire a un ricco turista italiano, tutto ciò che poteva desiderare. L’italiano arriva e la donna come prima cosa si giustifica: “Mi dispiace ma noi siamo persone povere, da mangiare possiamo offrirle solo aragoste e gamberoni!”. “ Va benissimo Signora!!!!”.
Al ritorno dall’Havana Jorge e Nivia cantano musica caraibica. A parte la Gasolina, ho sentito una bella canzone che si chiama Pobre Diabla (= povero diavolo). Una pratica comune nei carabi è quella di sposarsi giovanissimi. Le donne diventano madri in giovane età. I mariti tradiscono molto frequentemente le mogli e infine le abbandonano. La canzone racconta questo dramma. La stessa Nivia è madre di due figli. Abbandonata dal marito si prende cura dei figli. Portando i turisti all’havana guadagna più che lavorando un giorno si e uno no come cameriera a Varadero. Jorge chiede a Marco, mio marito, se sono la sua muchacha. Infine gli chiede quante muchachas ha in Italia. Una gli risponde mio marito. “ Una? Io cinque a Cuba”.
Il giorno prima di partire, escursione in catamarano a Cayo Blanco, isola vicino Varadero. Paradiso! Prima di arrivare abbiamo fatto snorkeling sulla barriera corallina. L’acqua è verde e ogni tanto tra il corallo nuota qualche pesce. Dopo 50 minuti di snorkeling siamo partiti per l’isoletta vergine. Cayo Blanco ha una spiaggia finissima, sembra quasi farina. L’acqua è trasparente. Sembrava una di quelle spiagge da depliant. Il ristorante ci ha servito langosta y camarones ( aragosta e gamberoni). Credo di non averne mai mangiato di più deliziose. Tutto ciò accompagnato da riso, naturalmente. Verso l’una siamo ripartiti. Siamo arrivati in una riserva di delfini. Abbiamo fatto il bagno con loro. Ogni tanto arrivavano e ti davano un beso. Altro che bacio a me è sembrato più un pugno… Venerdì. Si parte. Ancora non ci credo. Dopo 10 h di volo arriviamo a Milano Malpensa, dove ci sono 7°. A Cuba il tempo passa troppo velocemente. Va bè che dicono sia relativo. Ma quei giorni sono volati. Lì si vive fuori dal tempo. Quei luoghi e quella gente ti incanta con la loro musica e con la passione con cui vivono la loro vita. Tu passi 8 giorni stordita e rapita con l’illusione che dovrai viverci per tutta la vita. Invece la settimana dopo devi preparare le valige…
Non dimenticherò quegli odori. I sapori e i colori di quella terra che mi hanno estasiata