Cuba tra passato e futuro
Un ritorno a cuba dopo tanti anni e restarne innamorati come se fosse sempre la prima volta
Cuba: un viaggio tra passato e futuro. 20 settembre – 28 settembre 2010 Ho avuto modo di ritornare in questo angolo di mondo, da cui mancavo dal lontano 1998. Non vi posso descrivere l’emozione che ha accompagnato i giorni precedenti la partenza in cui i miei ricordi tornavano alle tre precedenti occasioni in cui ero stato già a Cuba ed, accompagnato da questa trepidante attesa, lunedì 20 mi sono ritrovato all’aeroporto di Fiumicino all’alba, ossia alle ore 05.30. Circa due ore per le operazioni di accettazione, un’altra ora di ritardo nella partenza del volo e finalmente ci siamo imbarcati su un comodo aeromobile. Accolti dal sorriso del personale di bordo. Dodici ore di volo per Santo Domingo, aeroporto La Romana, dove abbiamo sostato circa un’ora per sbarcare ed imbarcare i passeggeri in vacanza qui e poi siamo di nuovo decollati per Havana dove siamo arrivato dopo quasi altre due ore di volo. All’arrivo ci attendeva il personale del tour operator ed appena usciti dalla aerostazione, nonostante fosse già pomeriggio inoltrato, venivamo accolti da una temperatura prettamente tropicale. Con un comodo pullmann gran turismo, dotato, ovviamente, di aria condizionata, raggiungevamo l’hotel Panorama un 4 stelle in zona Miramar, sede di ambasciate e residenze diplomatiche, a 20 minuti dal centro storico. Un buffet ci rifocillava dopo la stanchezza del lungo volo e prima di crollare, ci siamo deliziati le orecchie, ascoltando un duo che suonava della musica cubana, introducendoci così a delle note che ci avrebbero accompagnato per tutto il viaggio. Il giorno successivo, dopo una buona ed assortita colazione, iniziavamo, accompagnati da una solerte e professionale guida, il giro della città: dapprima una veloce visita della città moderna, quella più consacrata alle manifestazioni politiche e di governo (Plaza de la Revolucion ed i vari edifici istituzionali) e dopo aver visitato due alberghi in stile coloniale (il Palacio O Faril e il Palacio Sao Miguel) iniziavamo a percorrere a piedi (il modo migliore) le vie del centro storico, visitando i luoghi più emblematici come La Catedral, Plaza de Armas, l’Hotel Ambos Mundos e deliziandoci gli occhi con tutte le belle immagini di persone, edifici storici, negozi. Dopo un pranzo in un ristorante del centro e dopo una visita al mercato artigianale per la tradizionale sosta uso shopping, percorrendo il sempre affascinante Malecon (il lungomare dove si affacciano palazzi storici sui quali si stanno facendo dei grossi lavori di restyling), rientravamo in hotel per prepararci alla cena. Alle ore 20.00 facevamo ritorno al centro per vivere una emozione fortissima: cenare sulla terrazza del Palacio Sao Miguel, con la vista sulla baia della città, la brezza del mare e menù a base di aragosta e gamberoni…e dopo salsa cubana all’Havana Libre, la discoteca sotto il Melia Cohiba, hotel 5 stelle, dove ci era stato riservato un tavolo tutto per noi. Il giorno successivo partenza alle ore 07.00 per dirigerci verso Palma Rubia da dove ci saremmo imbarcati per Cayo Levisa. Il viaggio in pullman è durato quasi tre ore ma sono passate velocemente perché davanti ai nostri occhi scorrevano le immagini di Havana che si stava risvegliando e quindi non vedi il traffico a cui siamo abituati noi ma tante altre immagini che ti fanno riflettere su quanto noi ci irritiamo per la nostra pseudo vita moderna, rimanendo all’interno delle nostre belle macchine con tutti i confort, e c’è gente che ogni giorno deve affrontare delle difficoltà enormi anche solo per raggiungere un posto di lavoro, una scuola…crocicchi di persone di tutte le età in attesa di una autobus sempre stracolmo, di un camion collettivo (in cui si viaggia in piedi con temperature caldissime), gente che va a piedi eppure si avverte una calma irreale per noi “occidentali”, e poi lo scorrere delle autovetture anni 50, un museo all’aria aperta che farebbe impazzire qualsiasi collezionista di auto d’epoca. Uscendo dalla città il paesaggio va sempre più cambiando e si entra in una dimensione diversa dove a farla da padrone è la vegetazione lussureggiante, coltivazioni di tabacco, palmeti, bananeti, ed in tutto questo animali al pascolo e gli abitanti delle “fincas”. Alle ore 09.30 arrivavamo a Palma Rubia e dopo una sosta per bere qualcosa di fresco, ci imbarcavamo sul traghetto che ci avrebbe portato a Cayo Levisa. Appena saliti, la musica cubana cominciava a scandire il suo ritmo e le nostre gambe cominciavano a muoversi, improvvisandoci ballerini di salsa e merengue. Venti minuti ed eravamo nel Paradiso Terrestre: banale e scontata come definizione ma non ne può esistere altra che possa descrivere la bellezza di Cayo Levisa, un isolotto di 5 kilometri, spiagge bianchissime, mangrovie, un mare indescrivibile e in questo scenario un eco lodge: bungalow perfettamente attrezzati per farci vivere una vacanza a contatto con la natura. Un pomeriggio dedicato all’abbronzatura e a bagni di mare, acqua così splendida da cui non ne esci più…e solo un acquazzone tropicale ci costringeva a ripararci nel bar della struttura, tutto però ridendo e scherzandoci sopra, in perfetto e totale relax mentale. La sera si concludeva con una buona cena a lume di candela e poi tanta musica sotto il cielo stellato La mattina dopo alle ore 09.00 partenza in barca per andare a fare snorkeling al largo e pranzo in spiaggia: una tavola per undici persone, frutta tropicale a volontà, insalate di pomodori, tanto pesce, vino e rum a volontà, davanti a noi un mare blu cobalto, sopra di noi un cielo straordinario, un momento di allegria conviviale. Il pomeriggio è proseguito tra bagni di sole e di mare, la sera dopo cena, noi e gli altri ospiti della struttura, tutti insieme a fare quei giochi che si fanno da piccoli e poi ce ne dimentichiamo: il ballo della scopa, il gioco dei mimi, il gioco della bottiglia tutto con semplicità e tanta allegria, accompagnata dalla sempre presente musica. Purtroppo il giorno seguente a nostro malincuore lasciavamo l’isola e dopo otto ore di pullman raggiungevamo il polo turistico di Varadero, definito la spiaggia più bella di Cuba: il regno dei grandi alberghi dai mille confort, spesso superflui, discoteche per tutti i gusti, ma sempre la presenza di un mare straordinario nella sua bellezza, spiagge bianchissime ed una sensazione di calma e leggerezza mentale. Nel corso del nostro soggiorno abbiamo dedicato una giornata agli impegni lavorativi (essendo io un agente di viaggi), visitando ben otto alberghi , accolti dovunque sempre con il sorriso, la gentilezza, la professionalità ed ovviamente un moquito oppure un daquiri oppure uno champagnino…che faticaccia!!! Una serata al Mambo Club, una sorta di balera cubana dove un gruppo di musicisti suonava dal vivo musiche più o meno conosciute, un ritmo di percussioni e, noi improvvisati salseri, abbiamo resistito solo dieci minuti e poi in pista, trascinati da questa musica che ti lascia dentro una energia fortissima. E così è arrivato il lunedì in cui abbiamo fatto rientro, questa volta con volo diretto Havana Fiumicino (dieci ore puntuali) e si è conclusa questa meravigliosa vacanza. Cosa porto dentro di me? Le tantissime immagini, i colori, le emozioni, la dolcezza delle persone, la serenità che forse è un modo di allontanare le sofferenze di una vita di restrizioni, i racconti che ci sono stati fatti, la cordialità, il rispetto dell’ospite, la “vergogna” di chi va lì e pensa di essere un grande perché con lo sporco denaro si compra l’amore di una giovane donna.
Mi rimane una nostalgia, un desiderio di tornare in questo posto, forse prima che sia troppo tardi (perché molte cose stanno cambiando, in peggio o in meglio non sta a noi giudicare) per andare tra la gente, viverci non con gli occhi del turista distratto ma con la consapevolezza di poter portarsi dentro una grande lezione di vita e mi auguro di avervi trasmesso lo stesso desiderio…