Cuba on the road 4

Tra gli affascinanti quartieri di L’Avana, gli spettacolari panorami da cartolina offerti dalle valli di Vinales e tappa a Trinidad, dove il tempo sembra essersi fermato
Scritto da: alepaschi1123
cuba on the road 4
Partenza il: 12/01/2018
Ritorno il: 19/01/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Giorno 1

La prima cosa che mi viene sempre in mente prima di partire è sempre l’ansia? Forse per la troppa voglia di andare via, staccare da tutto, preoccupazioni e lavoro, doveri quotidiani e responsabilità. Insomma… tornare bambino. Sentirsi stupiti nel vedere quel posto nuovo che fino ad ora hai sempre visto in tv, in foto, in un libro o hai immaginato tramite un bel libro. Quel sorriso di uno sconosciuto che chissà se tra 20 anni si ricorderà di avermi indicato quella via o quell’albergo, si ricorderà di essere stato partecipe del viaggio assieme a me. Perché io sì, me lo ricorderò. Oggi, aspettando il nostro volo, seduti davanti al gate, svegli dall’alba, non vediamo l’ora di arrivare finalmente lì, a Cuba, che solo a nominarla ti stampa un sorriso per tutta la giornata.

Giorno 2

Ritirata la nostra auto a noleggio, senza parecchie difficoltà abbiamo raggiunto dall’aeroporto la nostra casa particular a un passo dal Malecon, nel quartiere El Vedado. Arrivati ieri notte non abbiamo badato tanto alla bellezza del nostro quartiere, il fascino che emana è davvero alto: è come una continua gara fra lusso e povertà, edifici che cadono a pezzi (o sono già caduti) si susseguono a splendidi esempi di architettura coloniale, e non solo nel nostro quartiere, ma piano piano che ci addentriamo nella città si ha sempre la stessa sensazione. Le famose auto cubane sgangherate e rumorose sfrecciano accanto ai nuovi modelli europei, e tutto ciò è contornato nei muri e nei cartelli da scritte e slogan inneggianti la rivoluzione e la propaganda comunista. Un enorme slogan pro comunismo è il museo de la revolution, contenente reperti, armi e quant’altro ha accompagnato il Che e Fidel alla rivoluzione.

Un altro posto affascinante è di certo Habana Veija, centro storico della città dove da Plaza de la catedral a Plaza veija, qualsiasi stradina si interseca con un’altra sempre più stretta. La passeggiata per calle Obispo è ricca di negozietti di souvenir, bar e ristoranti, ma basta affacciarsi in una strada affianco per non vedere più un turista ma persone che anche un po’ curiose ti sorridono, ti osservano, e continuano nelle loro chiacchiere e risate. Dopo aver esplorato il quartiere per quasi tutta la mattina con un’immancabile visita alla Bodeguita, ci dirigiamo verso il Capitol, simbolo dell’Havana. All’ora di cena, stanchi ma felici di una giornata così gratificante, contrattiamo con un taxi per il ritorno a casa, saliamo a bordo di una bellissima Ford Custom del 52′. Non quindi che osservare il Malecon con i suoi turisti e non seduti a chiaccherare e cantare, scena che sicuramente puoi solo vivere qui a Cuba e non da altre parti.

Giorno 3

Partiti presto dall’Havana, la nostra auto ci accompagna attraverso la autopista per Pinar del rio alla nostra prossima destinazione.

VINALES L’autopista sicuramente è un’altra cosa particolare a Cuba perché, al contrario di come si immagina un’autostrada, in questo paese si notano delle differenze. Ogni tanto una mucca a bordo strada, calessi con cavalli, attraversamento di pedoni, buche che eviti all’ultimo istante. Insomma, andate piano è più sicuro. Al nostro arrivo a Vinales e arrivati alla nostra casa, ci viene subito proposto visto l’orario una escursione nella valle che è partimonio dell’unesco. Siamo un po preoccupati inizia a piovere! Per fortuna però proprio quando arriviamo all’inizio del percorso, la pioggia cessa e riusciamo a goderci a pieno la spettacolare cavalcata che ci porta a vedere il procedimento della costruzione dei sigari e del caffè, specialità per questa zona. Non abbiate paura dei cavalli, sono veramente mansueti e vanno pianissimo, non privatevi di questa esperienza perché ammirare i Mogotes dalla valle, credetemi, è una cartolina che rimarrà per sempre impressa nella vostra mente.

Tornati alla casa, la signora ci mostra come si cucina una cosa veramente buona e tipica: le chicharitas, nient’altro che banana fritta, ma buonissima praticamente sono patatine fritte da gustare come “aperitivo” con un buon mojito, come abbiamo fatto noi nella veranda dondolandoci e aspettando la nostra cena consumata sempre nella casa assieme a signor e signora Tamargo, gentilissimi e premurosi nel darci tutte le risposte a tutte le nostre domande.

Giorno 4

Oggi è stato un giorno praticamente di transizione, essendo la nostra destinazione Playa Larga! Quindi sveglia presto perché i km erano tanti da fare e via in autopista ripassando dalla periferia dell’Havana, ed imboccando la autopista national per Santa Clara. Da lì basta poi girare per Jaguey grande, e semplicemente seguire le indicazioni per Playa Larga attraverso il parco Zapata (dove, se volete vedere un po di coccodrilli da vicino, potete di certo ammirarli). Sono circa le quattro al nostro arrivo, e la tentazione è forte, decidiamo di infilare al volo il costume e farci il primo bagno in mare della settimana, acqua cristallina e quasi tiepida, al tramonto eravamo ancora in acqua godendoci un meritato riposto per una giornata un po’ stancante.

Giorno 5

Dopo una splendida colazione caraibica con frutta, miele, pane tostato e succo di mango, anche se sono le 7.30 del mattino corriamo in spiaggia nuovamente per assaporare il sole tutta la mattina, fino a mezzogiorno, tra un bagno e un pisolino siamo pronti al trasferimento al posto che più ci ha colpito di tutti quelli visitati in questa settimana: Trinidad. Lì il tempo si è fermato, le strade ciottolate sono piene di cavalli “parcheggiati” fuori dalle case. Alcune strade ancora in terra sono una delizia per le nostre fotocamere, che non vediamo l’ora di adoperare domani mattina con un bel sole. Nel nostro Hostel Lucero, abbiamo un’altra piacevole sorpresa. La struttura è una casa coloniale trasformata in casa particular, bellissimo lo stile e l’atmosfera che si respira.

Giorno 6

Ansiosi di visitare in centro storico, alle otto siamo già davanti a Plaza de Armas. Da lì proseguiamo verso il campanile della chiesa che offre una veduta stupenda sui tetti della città ricca di colori. Il resto della mattina tra la Plaza de le Tre Cruces (il punto più antico della città a detta di un macellaio con una macelleria alquanto discutibile) e la fabbrica di sigarette, visibile solo dalle finestre, gustiamo un pranzo a base di aragosta. Con la pancia piena ci rimettiamo in marcia verso Playa Ancon, poco distante da Trinidad, per gustare in relax un bel cocco al naturale o volendo un coco loco (acqua di coco con rum), che ci accompagna a un altro splendido tramonto da quest’altro angolo di paradiso.

Giorno 7

La sveglia suona presto e i km da fare son tanti. Prima di tornare all’Havana decidiamo di fare una breve tappa a Santa Clara, città importante della storia cubana. Qui sono presenti il treno blindato dove il Che riuscì a dare il contributo forse fondamentale alla vittoria sul precedente regime e il mausoleo a lui dedicato, dove i suoi resti e quelli dei suoi compagni riposano sotto un’ enorme statua a lui dedicata. La bandiera cubana sventola alta e orgogliosa, lì si è fatta Cuba. Dopo una piccola visita in città, con un pranzo molto economico (25 centauros per una pizzetta), si parte per l’Havana verso la nostra casetta nel Vedado. Appena arrivati quelli del piano di sotto ci salutano come se fossimo i loro coinquilini da sempre e ci offrono un caffé bevuto nell’atrio del palazzo. Purtroppo per noi, l’ultima notte a Cuba è arrivata!

Partenza

Approfittiamo della mattina per visitare la Fortaleza de la Cabana, visibile da qualsiasi angolo del Malecon, raggiungibile attraverso un tunnel che parte da esso e arriva direttamente nei parcheggi. Lì scopriamo tutti i segreti di questo forte, costruito nel periodo coloniale per la difesa dagli attacchi inglesi e dei pirati, immancabili se si parla del Mar dei Caraibi. Verso l’ora di pranzo, mentre camminiamo lungo il Malecon, facciamo conoscenza con alcuni simpatici ragazzi che, in cambio di una gomma da masticare, ci invitano a una partita a domino, dove ci divertiamo un sacco e rimaniamo sorpresi dalla velocità con cui giocano e si destreggiano. Peccato non aver portato onore all’Italia, ma la nostra Cuba – Italia termina con un secco 2 a 0. Ai vincitori va un pacchetto integro di gomme da masticare e a noi rimarrà per sempre il ricordo di un posto dove ci si può sorprendere,sorridere e divertire con poco.



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