Cuba on the road 3
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Imparerete ad amarla, è difficile non farlo, ma ci saranno momenti in cui vi sentirete perplessi e avviliti, in preda ad un misto di entusiasmo e di collera. Per visitarla servono soprattutto spirito di adattamento, buon umore e pazienza.
Questo non è stato un viaggio all’insegna del relax, niente spiagge né resort ma un workshop fotografico per vivere e scoprire la Cuba più autentica. Un viaggio di 8 giorni on the road, faticoso ed intenso ma che mi ha permesso di portare a casa immagini uniche che solo un paese come Cuba è in grado di regalare.
Partiamo dall’Italia il 20 Gennaio con volo AirEuropa, costo del biglietto € 850, acquistato 4 mesi prima della partenza.
Mi sembrava un buon prezzo rispetto alla media ma MAI più volerò con questa compagnia!
Il volo era in ritardo sia all’ andata che al ritorno. Sul volo Milano – Madrid nessuna bibita era gratuita, nemmeno l’acqua. Le aeromobili sono vecchie, rumorose e senza alcun tipo di intrattenimento a bordo. In viaggio verso Malpensa mi pregustavo già 9 ore di film non-stop invece niente. Le cuffie sono a pagamento (3€), viene trasmesso un unico film in tutto il viaggio che è impossibile da vedere perché i sedili non sono dotati di schermo proprio. Unica nota positiva non ci hanno perso le valigie!
Prima di partire ricordate di fare il visto d’ingresso! Il visto costa 25 euro, è semplice da acquistare ma se non lo avete non potrete nemmeno salire sull’aereo! Fate inoltre attenzione a non perderlo, è obbligatorio esibirlo anche in uscita dal paese e in caso di smarrimento dovrete rifarlo, con tutte le conseguenze del caso, specie se ve ne accorgete una volta in Aeroporto, dove non è possibile ottenerlo e sarete costretti a tornare in città.
Anche l’assicurazione medica è, diciamo, obbligatoria; non va mostrata a nessuno ma è importantissimo averla in caso abbiate bisogno per una qualche ragione di assistenza sanitaria.
Io, per comodità, ho acquistato biglietto aereo, visto e assicurazione tramite agenzia di viaggio.
Per chi a Cuba ci fosse già stato, vi confermo che è stata recentemente tolta la tassa in uscita di 25 dollari cubani, anche questa obbligatoria fino a poco tempo fa.
La prima tappa del nostro viaggio è, ovviamente La Habana, un set cinematografico a cielo aperto.
Pernottiamo tre notti all’ Hotel Sevilla. Hotel in pieno centro, poco distante dal Museo de la Revolución e dal Paseo Martí. Un hotel ricco di storia in ogni suo dettaglio, perfetto che chi desidera respirare la vera atmosfera dell’Avana. La lobby con le sue piastrelle di azulejos blu sembra appena uscita dall’Alhambra di Granada. L’interno è impreziosito da colonne, statue e grandi finestre. Inoltre ha un delizioso chiostro in cui durante la giornata si alternano vari gruppi musicali.
Un pò meno belle le stanze, buie, umide e con un persistente odore di muffa. Anche la pulizia lasciava abbastanza a desiderare, ma almeno l’acqua nella doccia era calda, un lusso di cui ci dovremo abituare a fare a meno nei giorni a seguire.
Come dicevo all’ inizio per visitare Cuba servono soprattutto spirito di adattamento, buon umore e pazienza.
Appena arrivati ricordate di cambiare i soldi.
Cuba è il solo paese al mondo ad avere due monete correnti circolanti, il pesos cubano come moneta ufficiale (detta anche moneda nacional) e il pesos convertibles o CUC il cui valore di scambio è legato al dollaro statunitense. Di fatto il CUC non esiste, è una moneta non riconosciuta, cercate quindi di uscire dal Paese con il minimo di CUC necessari, a meno che non siate sicuri di tornare di nuovo perché sono inutili.
Gli euro si possono cambiare in banca (Banco), negli hotel e nei punti ufficiali sparsi ovunque chiamati Cadeca. Preparatevi a fare lunghe file ma diffidate delle persone che vi propongono di cambiare i soldi in strada.
Usate la carta di credito il meno possibile, le transazioni sono gravate da commissioni di circa il 4%, questo perché come già detto l’addebito che riceverete sarà in dollari americani.
A Gennaio 2016 1 CUC equivaleva esattamente a 1 USD
LA HABANA
All’Havana tutto è possibile o comunque si ha questa sensazione.
Un guazzabuglio in ebollizione, monumenti storici sono affiancati da una decadenza spettacolare, mentre la vita scorre in modo precario e capriccioso ma sempre piena di passione.
Gli habaneros sono innamorati della loro città e non è difficile comprenderne i motivi. E’ la metropoli che ha incantato Federico Garcia Lorca ed ispirato Hemingway. Il luogo in cui Winston Churchill affermò di “voler lasciare le proprie spoglie”.
COSA VEDERE
La Habana Vieja Per la maggior parte dei visitatori il vero gioiello è l’Habana Vieja, un’affascinante quartiere di lavori in corso ma per visitarla bisogna armarsi di pazienza e del giusto spirito. Al di fuori dei tragitti turistici si assiste al degrado di una città lasciata in uno stato di abbandono. Cavi elettrici che formano grovigli indescrivibili, strade fatiscenti, palazzi che sembra possano crollare da un momento all’altro, scale interne pericolanti, l’odore dei gas di scarico delle macchine anni 50, il tutto rallegrato dalla musica suonata e cantata ad ogni angolo delle strade.
Potete esplorarla per giorni ma non vi stancherete mai di cercare nuovi scorci, nuovi dettagli da ammirare: ogni angolo e ogni volto meriterebbero una foto. L’aria che si respira rende vivida la sensazione di essere su un territorio storicamente imponente, fatto da un popolo risoluto ed energico. L’ambiente è in effetti magnetico ed esercita sui visitatori un attrazione viscerale che non si spiega razionalmente. Vi innamorerete anche voi pur facendo fatica capirne il perché.
Anche se non siete mattinieri, non vorrete certo perdervi un’alba all’Habana. Sorseggiate un ricco caffè cubano e osservate la città che luccica sotto i raggi dorati del primo sole del mattino.
Malecon La passeggiata sul mare lunga 8 km, che collega la Habana Vieja con il Vedado, dove le acque dell’oceano si infrangono sui frangiflutti regalando, soprattutto nei giorni di mare grosso, immagini a dir poco suggestive.
È una delle strade più suggestive della Habana, in particolare al tramonto, quando la fioca luce color crema illumina gli edifici, conferendo alle loro facciate fatiscenti un aspetto caratteristico, quasi etereo. Realizzato nei primi del 1900 come salubre lungo mare per i vacanzieri della classe media, è oggi il ritrovo preferito di musicisti, pescatori, innamorati, girovaghi, un luogo in cui l’intera città di ama ritrovarsi. Gli edifici che si affacciano sul Malecón, se osservati da lontano, risultano grandi e di classe ma l’effetto corrosivo della salsedine li ha nel tempo danneggiati irrevocabilmente.
Plaza de la Catedral Una vera festa per gli occhi. Questa chiesa è considerata il più importante esempio in stile barocco dell’isola. Situata nel cuore de L’Habana Vieja, fu dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1982. La piazza è fatta su misura della cattedrale che ne occupa completamente un lato. Non sono entrata ma l’esterno, in stile barocco, è affascinante e imponente. Ai lati ci sono due palazzi con porticato molto caratteristici. Sempre vivace di giorno, troverete un po’ di tutto: mendicanti), lettrici di mano, baciatrici (a pagamento) sulle guance, musicanti ma è dopo il tramonto che assume un fascino ancora più coinvolgente. Probabilmente è la piazza più bella della città. Un angolo mistico e romantico. Sul lato opposto alla Cattedrale si trova il Museo de Arte Colonial dove sono esposti mobili, porcellane, lampadari e una collezione unica di vetri colorati.
Plaza Vieja Impossibile non fare una sosta in questo luogo caratteristico. Questa Piazza è stata recentemente ristrutturata grazie ad un progetto di recupero dei beni culturali e mostra perfettamente lo splendore che L´Habana poteva (e potrebbe) avere. Nonostante il luogo sia visitatissimo dai turisti, non mancano mai i bambini cubani che giocano a calcio nel mezzo della Piazza.
Capitolio Nazionale L’edificio più pomposo di tutta la Habana. Simile al Campidoglio di Washington ma di poco più alto e molto più ricco di dettagli, fu iniziato nel 1926 su richiesta dell’allora dittatore Gerardo Machado. In origine era la sede del congresso cubano, i suoi usi sono variati a seconda della situazione politica del Paese. Attualmente è sede del Ministero della Scienza, Tecnologia e Ambiente. La cupola è attualmente (da qualche anno a quanto mi hanno detto) in restauro.
La Bodeguita del Medio Un classico de L’Habana in cui sono passati politici come Salvador Allende e Fidel Castro fino ad attori e scrittori. Fu qui che Hemingway rese famoso il “mojito” oggi considerata la bevanda nazionale di Cuba. Una calda atmosfera con musica dal vivo ad un centinaio di passi dalla Cattedrale barocca; La Bodeguita del Medio è una tappa obbligata a L’Habana Vieja.
Paseo de Martì Un piacevole viale alberato che i locali chiamano ancora con il nome precedente: El Prado. Costruito nel periodo coloniale, si estende fino al mare ed è la strada che divide L’Habana Centro da L’Habana Vieja. Questa famosa strada de L’Habana conserva il fascino del vecchio mondo ed è una strada popolare per la musica e la vita notturna. Paseo del Prado è perfetto per una passeggiata all’ombra mattutina per osservare bellissimi edifici coloniali spagnoli e l’elegante architettura.
Gran Teatro de L’Avana Edificio in stile neo-barocco costruito nel 1914. Questo gioiello architettonico è famoso per la sua acustica. Attualmente è la sede del Balletto Nazionale di Cuba, che si pensa sia la più grande e più importante compagnia di balletto del mondo. Inoltre, il palco principale del teatro ospita il famoso Festival Internazionale di Balletto de L’Avana, che è il festival di balletto più popolare, che si tiene ogni quattro anni.
Cristo de L’Avana Il Cristo de L’Avana è una statua di Gesù di Nazareth ed è uno dei lavori più famosi dell’artista cubana Jilma Madera. La statua, misura 20 mt ed è stata realizzata unicamente in marmo di Carrara con 67 blocchi di marmo che furono trasportati dall’Italia. È situato in cima ad una collina, La Cabaña di Cuba, da cui si gode di uno dei panorami più suggestivi e belli della città. Il Cristo è raffigurato mentre solleva il braccio destro in segno di benedizione, e con la mano sinistra avvicinata al busto (la peculiarità della statua è che gli occhi non vennero mai terminati, ma furono lasciati vuoti, cosa che dà la sensazione che Gesù stia osservando esattamente te, e non importa da quale punto della città lo si stia osservando).
Museo della Rivoluzione Si trova in quello che fu il palazzo presidenziale fino alla caduta di Fulgencio Batista. Di certo non è un museo che si visita per ammirare manufatti di valore ed opere artistiche ma il Museo de la Revolución rappresenta, prima di tutto, la storia recente di Cuba. Le gesta di Fidel, Che Guevara e Cienfuegos durante gli anni della guerrilla che ha portato prima alla rivoluzione cubana e poi al governo dell’Isola, sono illustrate in modo approfondito. Ovviamente c’è una buona dose di propaganda, e non mancano i cimeli storici (principalmente armi, uniformi macchiate di sangue, effetti personali dei rivoluzionari) il tutto corredato da pannelli esplicativi in inglese e spagnolo con fotografie, che ripercorrono il processo rivoluzionario in tutte le sue fasi, dandone una panoramica esaustiva.
Nella parte esterna del museo è possibile vedere da vicino reperti militari dell’epoca a, come aerei o carri armati; ma soprattutto è possibile vedere il Granma, la piccola imbarcazione partita dalle coste del Messico con la quale Fidel Castro e altri 81 rivoluzionari sbarcarono sull’isola nel 1956 e iniziarono a combattere contro il regime di Fulgencio Batista.
Il Museo vi permetterà di analizzare a fondo questa parte di storia recente che da noi in Europa viene un po’ trascurata.
Plaza de la Revolución Quello che colpisce di questa piazza è la sua ampiezza, soprattutto se si pensa alle foto storiche del periodo della rivoluzione che la raffigurano gremita di gente. Questa maestosa piazza è l’icona della rivoluzione. Costruita sotto la dittatura di Batista, rappresenta la vittoria della rivoluzione sul capitalismo. E’ dominata dal ritratto in ferro di Che Guevara che copre un intero lato del Ministero dell’Interno con le parole “Hasta la Victoria Siempre”. Di recente è stata aggiunto, sul palazzo di fronte il profilo di Camilo Cienfuegos, il braccio destro di Fidel Castro. Al centro della piazza si erge un obelisco alto 109 metri, eretto in memoria a José Martí. Comunque a parte l’importanza storica non c’è molto da vedere. Consiglio una visita rapida, andata e ritorno in taxi, anche perché è un po’ fuori dal centro.
Per quanto riguarda la sicurezza: state tranquilli! Ad eccezione del ben noto problema dei Jineteros, l’Avana è una città sicura (Cuba è un paese sicuro), soprattutto se paragonata ad altre città dell’America Latina. Riconosceranno sicuramente che siete italiani, tutti avranno qualche amico o parente che vive in Italia. Fermatevi a parlate con loro, vi racconteranno la loro vita e le loro abitudini ma tenete gli occhi aperti. Nelle zone più turistiche, potreste essere oggetto di truffe, quindi prestate attenzione. Una situazione classica è quella in cui per strada vi offrono di cambiare la valuta straniera in convertibles a tasso vantaggioso. Se accettate è molto probabile che in cambio riceverete dei pesos nacionales, che valgono appena un quarto dei pesos convertibles ma a prima vista si assomigliano parecchio.
Un secondo tranello moto diffuso è il commercio illegale di sigari a buon mercato. Ignorate questo genere di affari acquisti, i sigari venduti in strada sono di pessima qualità. Comprateli direttamente in fabbrica e in una delle numerose Casas del Habano sparse in tutta la città.
23 Gennaio
Dopo due giorni all’Habana non ci resta che partire verso il centro dell’isola, fino alla magica Trinidad, passando per cittadine dimenticate, ai margini del turismo di massa, e proprio per questo assolutamente da vedere. Come vi dicevo per gli spostamenti abbiamo affittato un pulmino (il gruppo è formato da 6 persone) con autista, il mitico David di cui vi posso fornire il contatto.
A Cuba ci sono diversi modi: a piedi, naturalmente, con i taxi ufficiali oppure con i taxi particular ma senza licenza (troverete persone che vi chiedono in continuazione se vi serve un taxi). Poi ci sono i buffi Coco Taxi, dei motori dell’Ape adibiti a trasporto pubblico, con un struttura gialla molto caratteristica oppure le bici taxi dove il tassista pedala.
I costi delle auto a noleggio variano a seconda del periodo stagionale e del numero dei giorni di noleggio. La procedura di noleggio è semplicissima, basta presentare passaporto, patente e pagare un deposito cauzionale che vi verrà poi restituito.
Esistono poi i pullman Viazul o taxi collettivi. Ma questa opzione porta via un sacco di tempo perché il giorno prima bisogna cercare la stazione più vicina ed acquistare il biglietto; il giorno della partenza occorre presentarsi almeno un’ora prima in stazione e un viaggio lungo già di suo si potrebbero ulteriormente allungare se il pullman avesse dei problemi (ruote bucate, motore in panne… tenete conto che non esistono i carro attrezzi!)
L’ideale a mio avviso è noleggiare un taxi per tutto il viaggio! Visiterete i posti meno turistici in assoluto e potrete gustare il vero cibo cubano.
Se optate per il noleggio, non sottovalutate le buche, sono davvero tante e così profonde da rompere senza problemi una gomma o peggio il semiasse. Vedrete spesso auto ferme ai lati delle strade per questo tipo di problema. Guidate con prudenza e a velocità moderata, non solo per lo stato delle strade ma anche per l’imprudenza dei pedoni e il modo di guidare dei locali.
A questo va aggiunta la scarsa e, alle volte totale, assenza di segnaletica stradale.
Per quanto riguarda la cucina, non sperate di trovare a Cuba le stesse prelibatezze che sono la norma in città come New York o Singapore. La cultura gastronomica a Cuba è diretta conseguenza del Periodo Especial, il periodo che seguì la caduta dell’Unione Sovietica, caratterizzato da una forte crisi economica e dal razionamento dei generi di prima necessità che il paese si è trovato ad affrontare, quando al carne era un lusso raro e la colazione consisteva per lo più in un po’ d’acqua zuccherata. Il lato positivo è che quasi tutti gli ingredienti sono prodotti in loco e senza aggiunta di fertilizzanti.
La cucina cubana si basa fondamentalmente su poche cose ma buone: riso e fagioli neri, Yuca (un tubero dal sapore simile alla patata ma più fibroso), mais. La banana verdura (Platano verdes) tagliato a rondelle sottili e fritto si chiama Chicharritas o Mariquitas (simile alle patate fritte). Se invece il taglio è più spesso, un paio di centimetri, e a metà cottura schiacciate si chiamano Tostones. Il Maiale (Puerco) che viene cucinato alla griglia, fritto o in salsa, e poi il pollo, onnipresente a Cuba. Ottimi i gamberoni (Camarones) e aragoste (Langosta) ma occhio al prezzo in alcuni ristoranti. Riso e i fagioli possono essere serviti cucinati insieme (Congris o anche Moros y Cristianos) mentre i fagioli da soli prendono il nome di Potaje. La cucina cubana ha pochi ingredienti ma se cucinati con fantasia e ben miscelati rendono davvero unica in termini di sapori la nostra vacanza.
Per pranzo facciamo sosta nella provincia di Santa Clara e ne approfittiamo per una visita al Mausoleo di Che Guevara, dove riposano le ceneri del ‘Che’ e dei suoi commilitoni traditi e uccisi in Bolivia in un fallito tentativo rivoluzionario. E’ un complesso monumentale maestoso, di contenuto molto più sacrale che propagandistico, dedicato all’eroe della ‘revolución’ nel luogo della sua più grande ed efficace vittoria. Durante la battaglia di Santa Clara, il 31 dicembre 1958, le truppe di Che Guevara hanno sconfitto e messo in fuga il dittatore cubano Fulgencio Batista. Al di là del pensiero politico di ognuno, il luogo merita una visita perché stimola la riflessione e con la sua monumentalità incute rispetto. Un degno ricordo in onore di un uomo unico che ha fatto la storia, con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
Ci perdiamo a girovagare per le sue strade, facendo 4 chiacchere con la gente del posto, che risulta da subito essere molto ospitale e cordiale. È quasi buio e decidiamo di rimettiamo in marcia per raggiungere San Juan de Remedios, dove passeremo la notte. Qui il pernottamento è in casa particular, Casa colonial La PALOMA. La parola “particular” vuol dire “privato”; si tratta si abitazioni private i cui proprietari affittano delle stanze ai turisti, un vero e proprio Bed & Breakfast, visto che in molti preparano anche la colazione e su richiesta la cena. Posso assicurarvi che sono le cucine migliori!
È l’occasione perfetta per vivere a stretto contatto con le simpatiche e pittoresche famiglie cubane. Sulla base della mia esperienza vi consiglio questa soluzione. Dimenticatevi resort, dimenticatevi hotel e anche qualche (forse molte) comodità ma se volete tornare a casa soddisfatti della vostra vacanza, dovete conoscere i cubani! sono un popolo ospitalissimo che vi aiuteranno al minimo bisogno.
La Casa colonial La PALOMA è in un’ottima posizione, nella piazza centrale del paesino. E’ una casa grande, bella, pulita, in stile coloniale con mobili antichi e di pregio. La nostra stanza dava sulla sala interna, quindi senza finestre, ma spaziosa, pulita con un bagno grande. Cibo buonissimo. Peccato fosse sabato sera e in nella piazza ci fosse una festa di paese la cui musica ci ha tento svegli fino a tarda notte.
24 Gennaio
Prima di partire facciamo un giro per le vie del paese.
Remedios è un piccolo paesino a circa 5 km dalla costa, base ideale per chi vuole farsi un po’ di mare curiosando nelle spiagge caraibiche di Cayo Santa Maria ma non ha nessuna intenzione di sostare nei resort presenti nel Cayo. E’ perfetta perché chi vuole vivere una Cuba autentica, dai ritmi latini e dalle sieste interminabili ma allo stesso tempo conoscere i paradisi delle spiagge vicine. Lo dico a titolo informativo, perché, purtroppo la vita da spiaggia non è contemplata dal nostro programma. Ovviamente senza mezzo di trasporto proprio diventa molto più complicato fare questi spostamenti in giornata.
È tempo di muoverci verso Sancti Spiritu, dove ci fermeremo per pranzo. Questa è la provincia più centrale di Cuba. Ha una ricca storia, essendo un altro comune fondato da Diego Vèlazquez. Partendo dalla bella piazza principale e vagando due isolati verso sud, troverete una venerabile chiesa gialla con il suo campanile. Essa risale al 16 secolo, per questo é la più antica del Paese, assieme al vicino Museo de Art Colonial. Questa città merita sicuramente una visita.
Il viaggio prosegue e dopo circa 80 km arriviamo Trinidad! Finalmente! Sono molto curiosa di visitare questa cittadina di cui tutti parlano in termini entusiastici! In realtà al nostro arrivo rimango un po’ basita: file interminabili di taxi e di pullman, parcheggiati ovunque nelle stradine già di per sé strettissime. Sapevo che è la città più visitata dell’isola ma tutte le guide la dipingono come un luogo speciale, in cui gli orologi si sono fermati al 1850 e mi ero fatta un’altra idea, soprattutto dopo aver visitato città come Remedios y Caibarien.
Ci fermiamo due notti, anche qui pernottiamo in una casa particular, Casa colonial La NAVARRA. Ottima la posizione, a pochi minuti a piedi al centro di Trinidad. Una bella casa coloniale arredata con mobili d’epoca, con patio interno molto curato, i proprietari sono gentilissimi, disponibilissimi e davvero cordiali. Colazione ottima e abbondante, forse una delle migliori che ho mangiato a Cuba. La camera, a piano terra, era piccola e purtroppo senza finestra ma pulitissima. Le stanze al piano superiore sono sicuramente migliori e più spaziose. Piccolissimo anche il bagno e con il solito problema dell’acqua calda ma come ho già detto…spirito di adattamento.
Trinidad è un piccolo comune della provincia di Sancti Spirutus, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1988. Fondata il 23 Dicembre 1514 da Diego Velasquez, attrae i suoi visitatori per l’architettura coloniale spagnola, le adorabili stradine acciottolate, piazze, palazzi e le sue tipiche casette colorate. Oggi Trinidad è una città in continua crescita, la cui principale industria è quella della lavorazione del tabacco. Nonostante i turisti arrivino in massa, mi devo ricredere, la città conserva un’atmosfera tranquilla e quasi soporifera tra le strade sconnesse affollate da guajiros (gente di campagna) dal viso coriaceo, muli che sbuffano e trovadores che intonano dolci melodie con la propria chitarra. A Trinidad tutte le strade portano a Plaza Mayor, la piazza principale della città, situata nel cuore del casco historico, colpisce per gli imponenti palazzi che la circondano. Ma è al di fuori dei percorsi più turistici che potrete assaporare la vera essenza di questo Museo a cielo aperto.
A 12 km più a sud di Trinidad si trova la spiaggia migliore della costa meridionale, Playa Ancon, una bella spiaggia con sabbia bianca e acqua calma, ottima per prendere il sole o per una rinfrescante nuotata. C’è uno snack bar dove potete ordinare panini, hamburger, gelati e bevande.
26 Gennaio
Il nostro viaggio si conclude a Viñales, nella cui vallata viene coltivato il tabacco utilizzato per i migliori sigari cubani. Il mese di gennaio non è stato scelto a caso, abbiamo infatti potuto assistere alla raccolta delle foglie al fianco dei “campesinos”. Ripartiamo verso nord, da Trinidad facciamo una breve sosta a Cienfuegos, appena 90 km più su.
Cienfuegos, anche chiamata la Perla del sur. “La ciudad que más me gusta a mi”, citano le parole del cantate locale Benny Moré e che spiccano su di un cartellone posto nella Bahía de Cienfuegos. Dopo Trinidad si torna alla Cuba di oggi, con i cubani che vanno di fretta, il traffico e il commercio. Disposta attorno una tranquilla Baia naturale, Cienfuegos è una città marinara con un superba posizione in riva al mare. Fondata nel 1819 è uno degli insediamenti più recenti di Cuba ed anche uno dei più omogenei dal punto di vista architettonico, che gli è valsa l’inserimento nel 2005 tra i siti Patrimonio dell’UNESCO. Ma se l’architettura ottocentesca e la tranquilla posizione sul mare contribuiscono a creare un atmosfera piacevole non si può dire lo stesso del dedalo di industrie che ne circondano la baia: cantieri navali, pescherecci, un cementifico, una raffineria. Fortunatamente l’inquinamento non ha ancora raggiunto il centro della città.
Da Cienfuegos a Viñales è una vera e propria traversata. Quasi 500 chilometri, oltre cinque ore di strada per fare in pratica un terzo della isola in verticale. Per arrivare nella regione di Piñar del Rio si ripassa da L’Avana e si tira dritto. Il tragitto ci offre la possibilità di ammirare un paesaggio splendido con una vegetazione lussureggiante.
E’ una valle talmente bella da esser diventata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il nome richiama la singolare configurazione geologica della zona. La valle di Viñales è caratterizzata da un segno inequivocabile, i famosi mogotes, bizzarre e gigantesche montagne calcaree disseminate in un territorio per il resto piatto e verdeggiante.
Un paesaggio fuori dal tempo, con le tradizionali casette di legno colorate e le sedie a dondolo sulla veranda. Questa valle è divenuta un centro turistico importante, eppure conserva quella tranquillità e quell’ atmosfera tipici dei paesini di montagna. Silenzio, tempo che scorre lentamente, la piazza come punto di aggregazione di tutto il paese, un paesaggio che infonde un profondo senso di pace. Essere diventata nota ha ovviamente aiutato l’economia locale, facendo proliferare le casas particulares: non avrete problemi a trovare alloggio a poco prezzo.
Noi ci siamo trovati molto bene nella casa che ci hanno ospitato, Villa El Moro, in una laterale della via principale. Pulitissima e colorata, le camere sono spaziose e accoglienti, solo un po’ umide per via dell’insistente pioggia che da una settimana tormenta l’isola. Magalis è gentile e premurosa, non troppo espansiva ma sempre sorridente; vi accoglierà con la sua ospitale semplicità. La colazione è buona e genuina, così come la cena. Su richiesta, da provare l’aragosta enchilada
Gli abitanti sono molto cordiali e affiancare i campesinos durante la raccolta del tabacco è stata un esperienza unica. Purtroppo la nostra visita è stata accompagnata in parte dalla pioggia ma è stata ugualmente affascinante.
Se ne avessimo avuto il tempo sarebbe stato stupendo fare una passeggiata a cavallo, esperienza che avrebbe certamente amplificato l’incanto di questa valle!
28 Gennaio
Ultimo giorno. Purtroppo la nostra avventura cubana è giunta al termine e dobbiamo rientrare a la Havana. Il volo è alle 22:00, questo ci permette un ultimo giro nel cuore de La Habana Vieja, ma che schiaffo il rientro arrivando da cittadine molto più tranquille e soprattutto dopo aver trascorso gli ultimi due giorni nelle piantagioni di tabacco di Viñales.
Girovaghiamo senza meta e un po’ cotti per l’intensa settimana per Calle Obispo la principale arteria del centro, piena di gente e un susseguirsi di negozi, bar, galleria d’arte.
Ho amato Cuba. In questo viaggio ho incontrato tante persone, ascoltato le loro storie e cercato di capire le loro vite quotidiane, ho visto paesaggi completamente differenti tra loro, la caotica Havana, la colorata Trinidad, il mare di Playa Ancon, la tranquilla Viñales e di ognuno ho un ricordo stupendo. L’unico avvertimento che mi sento di dare a chi volesse intraprendere un viaggio da queste parti è di prestare molta attenzione alle truffe e a chi in svariati modi cerca di estorcere denaro ai turisti, per il resto… approfittate della bellezza di questo Paese, della musica, del cibo, dell’ospitalità e del senso di libertà che, nonostante tutto, Cuba trasmette.
Per maggiori info sul mio itinerario e per vedere le mie fotografie visita il mio blog personale http://civediamoquandotorno.blogspot.it.