Cuba! Lì dove il tempo si è fermato

Atmosfere, suoni e colori ci riportano indietro nel tempo!
Scritto da: Ellosa
cuba! lì dove il tempo si è fermato
Partenza il: 04/01/2020
Ritorno il: 15/01/2020
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

Cuba 2020

04-01-2020

Partenza con volo diretto Alitalia, acquistato ad ottobre del 2019, da Roma Fiumicino. Siamo in due Io (Gabriella) e Gianni (la mia dolce metà).Il nuovo terminal 3 ci accoglie con tutta la sua modernità, non possiamo dire lo stesso dell’aeromobile che in 11 ore di volo ci fa raggiungere la nostra tanto sognata meta. Cuba! Le sedute sono strette, invece dei braccioli ci sono delle scomode paratie di plastica, alleggeriamo il viaggio utilizzando sia i cuscinetti in dotazione che quelli portati da noi! Il volo decolla alle 14:25, ben 8716 km percorsi, arrivo in orario alle 20:20 ora locale! La nostra permanenza sull’isola sarà di 10 giorni, il tempo non è molto ma da buoni viaggiatori cercheremo di conoscere il più possibile ritagliandoci ampi momenti per entrare a contatto con la cultura locale. L’itinerario è stato da me pianificato, ma realizzato da una simpatica amica cubana che mi ha aiutato nella prenotazione dei servizi. Un unico pasto a bordo e poi film e giochi fino all’arrivo! Sbarchiamo sulla pista e veniamo fatti accomodare nella zona arrivi, le valigie vengono consegnate in circa 30 minuti. Controllo documenti e Tarjeta del turista (ottenuta in poco tempo presso l’agenzia Cubapoint a Roma al costo di 25 euro a persona. Non dimenticate di fare l’assicurazione medica obbligatoria). L’aeroporto è piccolo si fa presto ad uscire, fuori c’è già il nostro taxi prenotato ad aspettarci, saliamo e via sfrecciando per le strade dove non mancano la puzza di benzina, auto private che corrono e invitano il nostro autista ad una sfida, per fortuna non accettiamo! In meno di mezz’ora siamo al BB Central in calle San Lazaro in zona Havana Central. Saliamo la ripida scala che porta al primo piano, la palazzina è vecchia, le zone comuni della casa particular sono tenute bene, la camera è spartana, ma a noi non interessa siamo qui per osservare, conoscere e sperimentare! Chi gestisce la casa è un italiano, ci dà tutte le info necessarie al primo approccio della città! Una bella dormita per cominciare!

Indice dei contenuti

05-01-2020

Primo giorno a Havana decidiamo, come suggerito da tutti i viaggiatori, di far colazione presso la casa particular, ai 35 cuc al giorno per il pernotto aggiungiamo 5 cuc a testa. Frutta, prosciutto, panini, caffè, succo fresco di papaya(o frutabomba), formaggio, uova. Ci muoviamo alla scoperta del quartiere Central a metà strada tra Havana Vieja e il Vedado. La calle San Lazaro si trova all’estremità del quartiere quasi sul mare. Ci inoltriamo nelle stradine alle spalle della casa per comprare le schedine internet (ci sono dei botteghini con la scritta Ectesa 1 cuc 1ora – 5 cuc 5 ore). La moneta locale è il cuc quella utilizzata dai turisti che ha un valore quasi al pari dell’euro, per cui ci si rende subito conto che Cuba non è economica. L’altra moneta che circola è il cup, utilizzato dai locali vale 0,20 cuc, ma il turista non ne viene mai in possesso. La struttura del quartiere è a grata, con ampie strade parallele e perpendicolari. La calle san Rafael si apre davanti a noi con la sua ampiezza e la sua trascuratezza, le case in stile coloniale sono ormai solo una facciata esterna, tutto ha un anima diversa. Appartamenti divisi tra decine di famiglie che hanno cercato di adattarli al loro bisogno, creando soluzioni architettoniche davvero assurde. Cumuli di macerie in pieno centro abitato. In 40 minuti di passeggiata arriviamo al Parque Central, punto di riferimento della città. La visuale già cambia, tutto sembra più turistico, i monumenti principali si concentrano qui. Il Capitolio svetta maestoso, il teatro Alicia Alonso e Hotel Inglaterra gli fanno compagnia. Decine di auto d’epoca sono parcheggiate sulla piazza creando uno spettacolo di colori e di rumori. Accanto c’è la piazza Jose Martin (eroe nazionale) con i suoi alberghi di lusso che ci introduce alla Calle Obispo. Prima pero’ ci fermiamo a dare un’occhiata alla Floridita, il locale preferito da Hemingway per il daiquiri. Percorriamo la Calle Obispo, arteria principale del centro storico, ci sono negozi, bar, gelaterie. Al termine ci troviamo sulla Plaza de Armas dove c’è la Forteza ,ci avviciniamo al mare. Decidiamo di non visitarla, proseguiamo risalendo la piazza in direzione della Cattedrale in stile barocco, che svetta sublime sulla piazza omonima. E’ domenica c’è la messa, riusciamo a dare una furtiva occhiata all’interno, ma quello che ci incuriosisce di più è la musica che arriva dalla strada accanto. Si trova in questa strada la Bodeguita del Medio altro luogo preferito da Hemingway per il mojito. Arriviamo in un momento di calma ci sono pochi turisti e la musica del Chan Chan ci accoglie. L’orchestrina ha un piccolo spazio all’ingresso di una piccola saletta con bancone rigorosamente in legno, prendiamo un mojito (sin hielo, senza ghiaccio per evitare brutte sorprese almeno i primi giorni) al costo di 5 cuc. Lasciarsi coccolare dal sound cubano sorseggiando un mojito ti riporta indietro ad un atmosfera sconosciuta che sa’ di sigaro e canna da zucchero. Ritorniamo sulla Plaza de la Catedral e continuiamo lasciandola alle spalle, procediamo verso calle Obispo, che incrociamo e lasciamo alla nostra destra per raggiungere la Plaza Vieja. Ampia, soleggiata si apre davanti a noi, piena di ristoranti e bar. E’ domenica, ci sono stand di alcune associazioni culturali che promuovono la lettura. In fondo alla piazza imbocchiamo la strada che porta alla Plaza San Francisco de Asis con il suo convento. Ritorniamo sulla calle Obispo e decidiamo di lasciarci convincere a salire su una delle tante terrazze, dove si aprono dei ristorantini. Il DoNa stile cubano, spartano, cibo discutibile, ma all’aria aperta e con la musica di un gruppo che intona le classiche canzoni cubane ci rilassiamo. Rientriamo verso la nostra casa percorrendo questa volta Calle Neptuno tra il teatro e hotel Inglaterra, qui c’è un po’ di globalizzazione, pizzerie, pub etc, Incrociamo la Calle Galliano e rientriamo nel quartiere Central, lo scenario è sempre lo stesso, le persone ci osservano anche se siamo vestiti in maniera molto semplice, sentiamo gli sguardi di chi vive una vita con tante limitazioni posarsi su di noi che siamo privilegiati. Nessuno ci importuna. Accanto alla nostra casa c’è un’associazione culturale che ha trasformato un vicolo in un vero e proprio Centro sociale a cielo aperto, Callejon de Hamel, c’è gente, musica, bar dove bere qualcosa, artisti che hanno fatto dello street art il loro vanto, gente che balla la Rumba!.Il giorno successivo abbiamo prenotato un trasferimento per l’aeroporto, si va’ a Cayo Largo. La partenza è dall’ Hotel Habana Libre, si va’ a scoprire dove si trova! Percorriamo calle San Lazaro in direzione opposta al centro storico, sulla parte alta troviamo la scalinata che porta all’edificio dell’università, giriamo l’angolo e si apre il quartiere del Vedado, moderno, affollato, caotico! Curiosi come siamo arriviamo fino alla gelateria Coppelia una delle più famose. E’ ora di cena ci fermiamo al Viky su calle San Lazaro, carino, pulito. Ordiniamo pechuga de pollo a la plancia. Ottimo e abbondante!

6-01-2020

Ci hanno avvisato che il punto di partenza per Cayo Largo è cambiato un taxi ci porterà al hotel Panorama nella zona esterna della città vicino al mare. Approfittiamo per vedere anche questa parte della città decisamente più turistica, piena di hotels, spiagge attrezzate che alle 5 del mattino ancora suonano musica a tutto volume. Assistiamo all’alba cubana. Un bus della Cubatour viene a prenderci alle 7 del mattino, attraversiamo la città per arrivare al piccolo aeroporto di Playa Barancoa. Attendiamo il nostro aeromobile dell’ Aerogaviota, 40 posti al massimo. Il decollo è velocissimo, in 40 minuti siamo a Cayo Largo. Aeroporto di Vilo Acuna è piccolo. L’isola ha 5 o 6 diversi resorts, noi abbiamo scelto quello che descrivono come il migliore “il Sol Cayo Largo”. La struttura è bella, confortevole, ma i servizi sono nello standard cubano, per cui è inutile richiedere la vista mare (non esiste è costa di più). Le camere sono distribuite in palazzine bianche e azzurre, ampie e luminose. Ci sono 3 ristoranti, uno principale quello più grande dove si tiene la colazione, pranzo e cena per tutti gli ospiti. Gli altri due sono a tema, uno francese e l’altro cubano, decisamente da scartare non c’è qualità e le pietanze sono le stesse che trovi al ristorante principale. Il cibo è ripetitivo, cucinato non tanto bene, ma pazienza la bellezza del posto vale anche un po’ di dieta. Le mance sono richiestissime, quello che per noi è l’equivalente del costo di uno snack per loro vale molto di piu’. La passeggiata verso la spiaggia è piacevole, c’è tanto verde. La spiaggia è stretta e lunga, spesso ventilata. Abbiamo fatto un giro esplorativo, per godere del tramonto. I colori sono stupendi.

07-01-2020 al 09-01-2020

Ci siamo dedicati a giorni di totale relax. Tutte le mattine abbiamo utilizzato il servizio taxi cumulativo che con 2 cuc a testa in meno di 15 minuti porta alle spiagge principali. Playa Sirena un po’ più attrezzata, con sedie sdraio, ombrelloni, toilette, un paio di bar/ristorante. Playa Paraiso, la nostra preferita, semplice, pochi ombrelloni di paglia in riva al mare, un solo ristorante/bar, per toilette la natura. Una distesa di sabbia leggera e soffice. Diverse tonalità di azzurro. Un sogno. Ogni giorno il bagnino ci portava le sdraio (2 cuc ciascuna), potevamo prenotare il pranzo scegliendo tra aragosta (20 cuc) o pollo (12 cuc) alla brace con contorno di riso e verdure. Avevamo una piccola mascotte un baby coccodrillo salvato dai gestori della spiaggia nutrito con le ossa dei nostri polli. Passeggiate interminabili, bagni di sole ed azzurro hanno riempito le nostre giornate. Tra le nuove conoscenze possiamo annoverare un pellicano, una razza, qualche centinaio di pesciolini trasparenti e le stelle marine. Tra le diverse lingue di terra, una distesa di acqua limpida attraversabile nelle giornate piu’ calde, ci ha regalato dei colori meravigliosi. Peccato che alle 17 tutti via dalla spiaggia arrivano i moschitos, gli unici con cui non abbiamo fatto amicizia. Invadono la spiaggia e pungono senza sosta. Dover rinunciare al tramonto è davvero un peccato. Rientriamo al resort, un bel mojito nella zona centrale da gustare sulle amache. In serata la possibilità di assistere agli spettacoli musicali eseguiti da ballerini professionisti.Ovviamente non sono mancate delle simpatiche amicizie!L’isola è piena di italiani.

10-01-2020

La mattina alle 6 siamo pronti per la partenza. Colazione per tutti presso il bar centrale. Bus carichi di valigie, check out e viaaa. Le solite pratiche in aeroporto. Il panorama è magico dal velivolo, l’acqua è talmente chiara che le nuvole creano ombra sulla superficie. Questa volta la nostra destinazione è Havana. Un bus organizzato ci riporta in citta’. Ci lascia all’hotel Melia’Cohiba, nel quartiere Vedado. Pochi passi a piedi e siamo in calle Calzada angolo Paseo n.11 alla Casa Raquel. La facciata della palazzina, azzurra e bianca, già ci piace! Veniamo accolti in un gioiellino di casa/museo piena di mobili e oggetti d’antiquariato. La nostra camera ha il bagno esterno ma privato. La signora Raquel, insegnate in pensione, e sua figlia Georgina ci trattano benissimo. Cordiali, disponibili e piene di storie da raccontare. Hanno un piccolo patio che dà sulla strada pieno di piantine, oggetti in ferro battuto e le famose sedie a dondolo della cultura coloniale cubana. È lì che ci facciamo raccontare gli eventi di decenni di storia cubana, di amori italocubani nati e poi svaniti. Ti accorgi che il tempo si è fermato, perché tu abbia infinite possibilità. A metà pomeriggio usciamo diretti alla Plaza de la Revolucion. Amiamo camminare e vi confesso che Havana l’abbiamo percorso quasi tutta con le nostre scarpe! Ricchi di informazioni, percorriamo l’Avenida Paseo fino alla famosissima piazza simbolo della città. Le auto coloratissime fanno base qui e partono in continuazione per il giro città. I monumenti agli uomini più importanti della rivoluzione attirano la nostra attenzione. Jose Marti, Camilo Cienfuegos e Che Guevara arredano l’intera piazza. Ripercorriamo il Paseo per raggiungere l’hotel Nacional, la strada è lunga ma solo così ci sentiamo parte della città. Le case in stile coloniale e la disposizione del quartiere progettato dagli americani, ci mostra una Havana più moderna è meglio conservata. Ci ritroviamo alla gelateria Coppelia, da lì continuiamo per hotel Nacional. Davanti alla facciata principale campeggia un enorme numero 500, la città ha da poco festeggiato! Entriamo e veniamo catapultati nel tempo, sembra di stare in un ufficio postale degli anni 50. Sulle pareti ci sono le foto di tutti quelli che hanno soggiornato, i loro piatti preferiti. Molti personaggi tra cui importanti mafiosi americani. Attraversiamo la hall e ci ritroviamo sulla terrazza che dà sul Malecon. Un luogo romantico dove gustare una limonata fresca e ammirare il mare dalla terrazza. Rientriamo verso la casa particular utilizzando il metodo di indicazione delle strade parallele e perpendicolari indicate da lettere e numeri che si incrociano. Per fortuna Gianni è più bravo di me, e mi riporta a casa. La signora Raquel ci ha prenotato un tavolo presso il ristorante Atelier, che ha ospitato la first lady Michelle Obama e il presidente in occasione della loro visita qualche anno fa. Ci racconta che il ristorante si trova in una parte di quel che resta di una splendida villa proprietà di un ambasciatore, sfortunatamente morto in un incidente insieme alla moglie, le cui figlie hanno dovuto vendere a diversi proprietari. Il posto è davvero carino, saliamo con una scala al primo piano, ci sono diversi ambienti e diverse terrazzine. Atmosfera romantica e noi ci godiamo le lucine soffuse e l’ambiente silenzioso. Provati dal cibo del resort riassaporiamo i sapori dei cibi ordinando delle cose semplici ma gustose! il conto è un po’ caro ma ne vale la pena.

11-01-2020

Alle 7,30 siamo già a colazione! La figlia della signora Raquel ci accoglie in soggiorno, la colazione è abbondante, tutto freschissimo. Frutta, succo di guava, uova, prosciutto, pane! Paghiamo 35 cuc a notte piu’ 5 cuc a testa per la colazione. Torniamo a piedi al Melia’ e aspettiamo un bus organizzato della Cubator che in sei ore di panorama cubano fatto di campagne, mucche magre, cavalli allo stato brado, ci porta a Trinidad. Il bus ci lascia nella piazza centrale, ci aspetta il gestore di Casa Micky. La città ci piace, ricca di colori pastello. È a misura d’uomo, si sente il sapore latino della gente. La casa non è tanto lontano dal centro. Veniamo accolti in una bella abitazione rimodernata, con una zona comune e almeno 3 camere. La nostra si trova al primo piano, ampia, luminosa, pulitissima, bagno privato. Michela ci apre le porte di casa sua, ci offre un buon caffè e ci riempie di consigli per visitare la città. Usciamo ad esplorare, ci dirigiamo verso la piazza, oggi la città compie 506 anni, tutto è addobbato con palloncini, i ristoranti mettono fuori in strada i tavolini, c’è gente e musica lungo la strada principale che ci porta verso la chiesa. L’architettura ricorda le cittadine andaluse, negozietti di souvenir, sale dove imparare i primi passi di salsa cubana. Diamo un primo sguardo alla chiesa, al cui interno si trova un crocifisso ligneo con una storia particolare, legata alla citta’ di Veracruz, continuiamo a salire. Veniamo catturati dalla musica che si sente provenire dal locale Rintintin, come guidati dal pifferaio magico seguiamo il suono di una tromba e di una band che intona Guantamera. Ci ritroviamo sulla terrazza, al tramonto con un mojito, un daiquiri e le più belle canzoni cubane. Questo posto ci ha stregati, torneremo anche il pomeriggio successivo sempre al tramonto, per guardarci negli occhi, accennare qualche passo, ma soprattutto ridere di gusto quando anche il cocinero(cuoco) trova il tempo per accompagnare l’orchestra con la guayaua ( insieme a las clavas sono strumenti tipici cubani). Lasciamo la terrazza e ritorniamo verso la scala famosa della casa della musica, l’accesso è ancora libero dopo una certa ora viene reso a pagamento. Riusciamo ad ascoltare un po’ di musica moderna, a metà della scala c’è un palcoscenico dove si esibiscono più gruppi. Abbiamo deciso di prenotare la nostra prima cena alla casa particular. Ottima, finalmente i prodotti locali hanno sapori e colori. Ci sono altri ospiti con cui facciamo presto amicizia. Si va’ tutti in piazza dove c’è la celebrazione per i 506 anni della città. Un enorme canchanchara (bevanda lovale a base di miele, aguardiente, limon, hielo, agua ) viene preparata dalle personalità locali, mangiafuoco e musica rendono tutto più suggestivo! La comitiva si sposta sulla strada principale dove brindiamo alla nostra conoscenza!

12-01-2020

Colazione casareccia preparata da Micky (35 cuc piu’5 cuc a testa). Visita guidata della città, Michela ci racconta del passato prosperoso di questa città, dedita alla coltivazione di canna da zucchero, delle splendide case coloniali tolte ai ricchi e suddivise tra la popolazione povera. Enormi palazzine diverse in appartamenti da distribuire ai vari membri della famiglia. Il comune ha l’obbligo di aggiustare le facciate delle case. Ma gli interni restano trascurati dalla popolazione che guadagna il giusto per sopravvivere. Consevano dell’eredita’ coloniale le centinaia di sedie a dondolo tutte diverse che si vedono curiosando nei cortile. Alla mia richiesta di saperne di più sulla Santeria, religione locale, una mistura tra cristianesimo e cultura africana, incontriamo un aspirante Babalau. Un sacerdote che ci racconta senza saperlo come le culture si sono fuse in secoli di storia. Continuiamo il nostro giro, ci sono diversi edifici da scoprire, la storia è semplice ma non meno importante di qualsiasi altra città. Facciamo anche una sosta piacevole alla Casa de la canchachra, gustiamo la bevanda in totale relax e ascoltiamo un po’ di musica. Finito il giro turistico abbiamo tempo libero per girare tra i mercatini dell’artigianato locale. Oggetti in legno, in paglia e magneti decisamente spartani, proviamo anche a barattare con la gente le nostre t-shirt riuscendo ad avere piccoli sconti sui souvenir. Ancora un salto alla terrazza del Rintintin per ascoltare Chan Chan, Guantanamera, Yolanda ormai le colonne sonore del nostro viaggio. Il tramonto ci dipinge con i suoi colori caldi! Le ampie stradine parallele e perpendicolari la sera si riempiono d’acqua, che essendo erogata per poche ore al giorno finisce per strabordare dalle cisterne posizionate sui tetti. Ceniamo ancora una volta da Micky che la sera prima ci ha preparato un’ottima aragosta, stasera pollo con zuppa, verdure, dolce. Bravissima. In piazza ancora c’è musica e festeggiamenti, ma noi preferiamo addormentarci sull’amaca di Micky cullati da un venticello che ci fa da musicista trasportando i suoni dalla piazza.

13-01-2020

Alle 7.30 colazione, sempre ricca e ottima! Salutiamo Michela e suo marito. Andiamo in piazza dove un bus organizzato ci riporta a Cuba. Abbiamo cambiato la casa particular, incuriositi dai viaggiatori incontrati a Trinidad, alloggeremo presso Simone, un italiano trasferito a Cuba qualche anno fa, Ora proprietario di un appartamento davvero carino e confortevole nel quartiere Central. Ci facciamo lasciare davanti a uno degli hotels più famosi al Parque Central, affittiamo un risciò (2 cuc) e che ci porta da Simone. Un ragazzo davvero simpatico, ci accoglie in strada, ci offre un ottimo caffè e ci racconta la sua storia. Ormai è un istituzione tra i turisti italiani, tutti lo conoscono e apprezzano la sua attenzione nel dare dritte per evitare di rovinarsi la vacanza. Noi siamo alla fine, abbiamo già sperimentato da soli tutti i trucchetti per sopravvivere, senza per fortuna avere brutte sorprese. Ci consiglia di andare a cena al D’Lirios un elegante ristorante difronte al Capitolio. Ordiniamo un antipasto misto (buono con fritturine), il pollo e i gamberi alla brace non entusiasmano! Proseguiamo la passeggiata tornando nelle piazze principali, ma la corsa finisce in Plaza Vieja dove i vari localini hanno la propria orchestra cubana che suona. Noi ormai siamo provetti ballerini e apriamo le danze a suon di salsa. Gli altri tavoli ci omaggiano con un bel applauso. Non siamo mai stanchi di camminare e continuiamo a girare per le stradine. In calle Manrique 11 si trova la casa particular.

14-01-2020

Simone ci prepara una bella colazione (32 cuc a notte piu’ 5 cuc a testa per la colazione). Dopo poco siamo in strada per raggiungere hotel da cui parte il bus turistico che con 10 cuc a testa ci porta in giro per la città. Abbiamo camminato tanto in questi gg adesso c’è bisogno di fare un veloce riassunto visivo. Ripercorriamo tutte le zone esplorate, Havana Central, Vieja, il Malecon, il Vedado, la zona delle spiagge. Scendiamo nel posto dove ancora non eravamo stati, il mercato coperto di San Jose’. Pieno di containers, ricchi di souvenir. Compriamo il regalo per Gianni, la T-shirt di Cuba. Inutile mercanteggiare nessuno abbassa il prezzo. Dal mercato potremmo riprendere il bus, ma noi vogliamo esplorare ancora. Attraversiamo e siamo già nel quartiere Viejo, lo scenario delle abitazioni ci ricorda quello centrale, palazzine trascurate, soluzioni abitative alternative e fantasiose. Ci sono dei bellissimi murales. Senza saperlo siamo di nuovo nella Plaza Vieja. Mangiamo alla Birreria ma purtroppo non abbiamo fortuna, si ritorna al D’Lirios. Due antipasti con fritturine e viaaaa! La nostra avventura è quasi al termine. Rientriamo da Simone, una doccia, un cambio d’abito adatto alla partenza, due chiacchiere tra viaggiatori solitari. Alle 19 un taxi privato ci porta al aeroporto. Parliamo un po’ con il tassista che ci sottolinea le difficoltà di vivere in un’isola come Cuba, in effetti da spettatori tante cose le possiamo solo immaginare. In aeroporto tutto fila liscio, bagagli, controllo documenti e tarjeta del turista. Unica pecca la scopriamo appena entrati nella zona gate, impossibile spendere i cuc, i negozi di sigari e rum accettano solo euro o cup. Anche per mangiare no cuc e prezzi eccessivi. Solo i negozi di souvenir prendono i cuc…che furbacchioni. Volo in orario, imbarchiamo passando dalla pista. L’aeromobile per fortuna è più moderno, braccioli modellabili, sedute più morbide. Il volo Alitalia ci è costato un po’ di più, quasi 600 a testa A/R ma era diretto, troppo ghiotto per lasciarselo scappare. Credo di essermi addormentata a Cuba e risvegliata a Roma. Accanto a Gianni era seduto un omone simpatico di oltre 2 metri, papà del noto giocatore di pallavolo cubano Simon. Atterriamo in anticipo senza intoppi. Sono le 15.00 del 15-01-2020. Bentrovata Roma.

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