Cuba, la caduta dei luoghi comuni

Da una vita desideravo vedere Cuba, e da una vita mi dicevo che bisogna farlo prima che il Comandante in Jefe Fidel Castro Ruz passi a miglior vita, perchè è inevitabile che ci sarà un forte cambio del sistema (non si sa se in meglio o in peggio, ma ci sarà!) e sarebbe un peccato perdere un viaggio "nel tempo" nell'isola caraibica. Non ho...
Scritto da: rickie
cuba, la caduta dei luoghi comuni
Partenza il: 10/06/2007
Ritorno il: 19/06/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Da una vita desideravo vedere Cuba, e da una vita mi dicevo che bisogna farlo prima che il Comandante in Jefe Fidel Castro Ruz passi a miglior vita, perchè è inevitabile che ci sarà un forte cambio del sistema (non si sa se in meglio o in peggio, ma ci sarà!) e sarebbe un peccato perdere un viaggio “nel tempo” nell’isola caraibica.

Non ho però mai voluto farlo con gli amici, questo viaggio, perchè – a stare alle dicerie ed ai racconti di chi c’è stato e di chi conosce chi c’è stato – non avrei accettato di cadere nella trappola del solito italiano che va a caccia di “mulatas” cubane perchè belle, giovani e molto disponibili. Per questo motivo ho scelto di fare questo viaggio con mia moglie ed una coppia di amici. Da qui in avanti è stato per me una lunga serie di miti da sfatare, che racconterò.

Intanto, per dovere di cronaca il mio giro è stato: Avana, Cienfuegos, Trinidad, Santa Clara, Cayo Santa Maria, Varadero.

Mi permetto di aggiungere dei Consigli di viaggio: 1) se viaggiate comprando il biglietto su internet PROCURATEVI IL VISTO (€22 all’ambasciata o al consolato cubano in Italia, ma sul relativo sito ci sono tutte le indicazioni), indispensabile per entrare a Cuba ma soprattutto per partire dall’Italia. Ho visto in aeroporto parecchie persone che non sono potute partire (in alcuni casi perdendo i soldi e le ferie) solo per questo motivo! 2) non prendete la ROUTARD: ci azzecca con i ristoranti ma in tema di hotel è troppo “frick”, per cui snobba quelli comodi e puliti e preferisce le più pittoresche topaie.

3) DIFFIDATE dei racconti di chi ha visto solo Varadero o Cayo Largo o Cayo Santa Maria: quelle sono isole felici lontane mille miglia dalla realta quotidiana di Cuba, e il loro giudizio è viziato dall’apparenza di stabilità e benessere.

4) se avete modo affittate una macchina (CUBACAR è l’agenzia statale, quindi la più diffusa, e sufficientemente affidabile) e girate un po’: i paesaggi e la gente vi racconteranno meglio di chiunque altro quello che c’è da sapere…

5) portate un repellente per le zanzare: l’isola (almeno a giugno) ne è letteralmente invasa! 6) una volta in loco (specialmente all’Avana, ma anche nelle altre città principali) state attenti ai PROCACCIATORI: vi attaccheranno bottone con ogni scusa (anche per chiedere l’ora!) e cercheranno di portarvi nei ristoranti/locali/club compiacenti all’unico fine di farvi spendere soldi, per poi prendere una mancia dai gestori. In alcuni casi sono simpatici e possono risultare anche utili, in altri potrebbero essere truffaldini. In ogni caso con loro pagherete cocktail e cene come se foste in Italia… 7) da giugno a novembre il tempo fa schifo: noi abbiamo speso poco di biglietto aereo e hotel, e ci siamo accontentati. Mi dicono che ad agosto ci sia il paradosso del tempo pessimo e dei costi alti, in questo caso, fossi in voi, lascerei stare! Detto ciò Cercherò di essere sintetico: Miti da sfatare 1) Donne. I miei colleghi di lavoro mi hanno annunciato che sarei tornato single dal viaggio e che andare a Cuba in coppia è come andare all’Oktoberfest con la birra: tutte cavolate! Le ragazze cubane sono sì molto carine, ma solo nei locali notturni e di un’età imbarazzantemente giovane (15-17 anni…), e quelle procaci e “aggressive” rientrano a pieno titolo nella più antica professione del mondo, mentre la stragrande maggiornaza della popolazione femminile è assolutamente normale, cioè fatta di donne più o meno belle (sono diplometico: una passeggiata al centro di roma o milano il sabato pomeriggio è molto meglio!), che vivono la loro vita normalmente e senza guardare gli italiani come latin lovers! Chi va in cerca di prostitute, invece, le può trovare tranquillamente sulla Via Salaria, risparmiando il biglietto aereo! Per quel che riguarda la procacia delle “mulatas”, beh, non è superiore a quella di un gruppo di studentesse in discoteca a Rimini! 2) Cibo. Secondo la Routard a Cuba si mangerebbe prevalentemente riso&pollo o pollo&riso: falso! in ogni dove ci sono ristoranti che propongono una grande quantità (e qualità) di pietanze diverse, a base di agnello, maiale, pollo, gamberi, granchio, aragosta, e verdure di ogni tipo (dalle babane fritte ai piselli, dalla verza ai cetrioli, dal pomodoro alla lattuga…) 3) I Cubani sono poveri ma felici. Falso! I cubani mi sono apparsi poveri ma dignitosi: la felicità è altra cosa. Si tirano a lucido i vecchi catorci degli anni cinquanta (affascinanti e bellissimi sì, ma vecchi catorci!), si puliscono il giardinetto davanti casa e tengono in ordine le casette costruite dal governo con tutta la rispettabilità di chi, non avendo scelta, fa di tutto per vivere una vita dignitosa. Ma non sembrano per niente felici…

4) l’Avana è affascinante. Diciamoci la vertà: Ciudad Habana puzza! le pur affascinanti Buick e Cadillac del tempo di Lucky Luciano e Al Capone hanno motori vecchissimi, bruciano una benzina raffinanta chissà come e vengono riparati “alla buona” da tornitori e meccanici che non hanno pezzi di ricambio (sià perchè furi produzione da mezzo secolo, sia perchè comunque l’embargo lo impedirebbe!). Morale, dai tubi di scappamento di macchine, autobus, trattori, camion e moto esce una coltre di fumo nero come la pece che brucia negli occhi e nei polmoni. Le case, poi, tolti i monumenti nazionali (per es. Casa di Josè Martì), i palazzi del Governo e i luoghi di particolare interesse turistico, sono fatiscenti: se non ci fossero le persone l’Avana sembrerebbe una città fantasma per lo stato di abbandono e decadenza…

5) Dollaro. Sempre secondo la Routard l’economia cubana gira intorno al biglietto verde: falso! L’Euro è accettato ovunque, all’aeroporto, negli hotel e nei ristoranti più grandi si può usare anche in contanti, e il tasso di cambio è per noi favorevole: ho conosciuto degli italiani che avevano comprato USD in banca proprio per partire e, una volta arrivati, hanno scoperto quanto inutile fosse stato pagare due volte le commissioni bancarie e le tasse sul cambio.

6) Cellulare. Mi avevano detto che la CUBATEL prendesse solo all’Avana: falso! col mio cellulare ho avuto segnale pieno per quasi tutto il tragitto (tranne, ovviamente, in mezzo ai campi di canna da zucchero e nei paesini sperduti in mezzo alla campagna, come succede da noi in mezzo alle montagne abbruzzesi fra Rieti e L’Aquila!) 7) Moneta. Si dice che ci siano 3 monete in circolazione: Moneda Nacional, Peso Convertible e Dollaro USA. Falso anche questo. Tutti, ma proprio tutti ragionano in peso convertible (CUC), anche se i cubani dipendenti statali (quasi tutti) vengono pagati in Moneda Nacional, che è però quasi inservibile.

8) Cuba è economica.

Nemmeno per sogno: l’inevitabile faccia da europei che ci portiamo dietro fa sì che qualunque cosa per noi abbia un prezzo molto alto, sui livelli dell’Italia. Una cena in un ristorante che sia per lo meno decoroso (tralasciamo le bettole buie e piene di mosche), con antipasto-piatto importante-dolce-acqua-vino almeno 25 CUC (20 €) a testa. Non è moltissimo per Roma, ma non sei a Roma e ti aspetti qualcosa di più! Il mito dell’aragosta a 10.000 lire, poi, è pura fantasia: non ho mai visto un ristorante che la proponesse (come singolo piatto) a meno di 20 CUC (18 euro).

In alcuni casi i cubani si tradiscono (essendo questi prezzi per lor una follia) e si lasciano “scivolare” pietanze a 2-3 euro, ma di regola è così.

A Santa Clara ci è capitato un episodio che vale la pena raccontare: visto che durante la giornata siamo stati sotto una pioggia torrenziale che ci ha consrentito solamente la visita al monumneto al Che Guevara e al Treno Blindato, abbiamo deciso di regalarci una cena in un ristorante carino del centro – in effetti l’unico carino in una città molto bella e colorata ma poco inviatante… Era giovedì sera e c’era un solo tavolo occupato oltre al nostro, ci siamo accomodati e la solerte cameriera in divisa ci ha subito offerto un menù composto da una decina di pagine di foto delle pietanze offerte e una lista all’ultima pagina. Eravamo in quattro a tavola e le ho subito chiesto un altro menù per poter scegliere almeno a coppie, ma mi ha informato che si trattava dell’unico in suo possesso… Quando abbiamo affrontato quell’unica lista di cibi abbiamo scoperto che i prezzi erano più alti di un ristorante al centro di Milano: una coscia di pollo 25 CUC! Non volendo essere presi in giro ci siamo alzati e ci siamo diretti verso l’uscita e, giuarda caso, ci ha bloccato la cameriera chiedendoci il motivo della rinuncia: io mastico un po’ di spagnolo e le ho spiegato che forse c’era stato un equivoco e che dovendo partire all’indomani mattina non era nostra intenzione quella di spendere così tanto per una cena. Magicamente la cameriera aveva con sé un altro menù (nonostante quello che mi aveva detto prima) e ci ha “spiegato” che quello che ci aveva dato in precedenza era solo dimostrativo e di presentazione dei piatti da loro offerti, mentre i prezzi li avremmo trovati in questa seconda carta: incredibilmente l’elenco riportato era pedissequamente lo stesso di prima, ma i prezzi erano due terzi più bassi… Alla fine abbiamo mangiato una bistecca di maiale, contorno di riso e fagioli, insalata, acqua minerale ed una pessima bottiglia di vino per 60 CUC in quattro! Voi credete che se non ci fossimo alzati ci avrebbero proposto quei prezzi? In conclusione: Cuba è un’isola meravigliosa, dalla natura incontaminata quasi ovunque (l’Avana è inquinatissima e Cienfuegos è funestata da una ciminiera che sputa una colonna di fumo nero densissimo che sega a metà il cielo!) con delle spiagge (a nord) che lasciano senza fiato. La Repubblica di Cuba è affascinante per la convinzione con cui continua la sua corsa solitaria di Socialisti convinti, la cui povertà è incomprensibilmente accentuata dall’embargo imposto dagli USA in tempo di Guerra Fredda e che oggi sa di anacronistico. In compenso fanno tenerezza gli uomini che dipingono in ogni dove gli slogan di regime: passare per la periferie di Cienfuegos dove la nostra Hyundai Accent sembrava una Mercedes ultima serie e vedere un ragazzotto sotto la pioggia battente a dipingere sull’unica facciata intonacata di un palazzone in stile sovietico la parola “venceremos”, mentre l’acqua esce dalle fogne e i cavalli che tirano carretti pieni di ragazzini in divisa che vanno a scuola zuppi d’acqua, vedere l’onnipresente faccia del CHE che guarda il cielo sognante di fronte ai campi arati a braccia e buoi, vedere gli innumerevoli cartelloni propagandistici con la bandiera cubana e la frase “vamos bien” su strade infinite con gente che si muove a piedi, a cavallo, col trattore, in biciclette-risciò accettando passaggi da chiunque, anche sul cassone di camion… beh, fa riflettere. In ogni caso mi sento di suggerire un viaggio a Cuba a chiunque, perché il posto è bello e la gente è socevole (pure troppo!). Ma che si sappia cosa si vuole dal viaggio: per chi cerca relax, mare e spensieratezza suggerisco Varadero-Cayo Largo-Cayo Santa Maria. Si sta in una Mirabilandia senza giostre, immersi fra gli oggetti per turisti e la “realtà virtuale” necessaria a ricaricarsi prima di tornare al lavoro. Chi volesse, invece, vedere Cuba non può non prendere una macchina in affitto e non girare un’isola così carica di storia moderna e antica, per fare un viaggio nel tempo e vedere come stavano i nostri genitori nel dopo-guerra o immaginare come staremmo noi senza internet, senza cellulare, senza macchina, senza lavatrice, senza vestiti alla moda, senza shampoo, senza viaggiare, senza scelta.



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