Cuba: il buio e le stelle

A L'Avana e sotto il cielo stellato di Cayo Levisa
Scritto da: vitalecasa
cuba: il buio e le stelle
Partenza il: 01/11/2010
Ritorno il: 09/11/2010
Viaggiatori: 10
Spesa: 2000 €
Sono appena tornata da Cuba dopo 9 gg. Di permanenza sull’isola . Costo € 1.400,00. Volo Blu Panorama da Roma (ritardo di 2/3 ore sia all’ andata che al ritorno). Il primo impatto con la capitale, L’Avana, è con il buio che avvolge la città; pochissime luci rischiarano strade dissestate e sporche, sagome che camminano lungo i bordi. Le luci del mattino ci svelano una città “a fine guerra “ così l’ha definita un nostro amico; tutti i palazzi sono in rovina, memori ancora del tempo passato, dello splendore che hanno avuto, ma che la sciatteria e la crisi economica hanno sempre più lasciato all’abbandono. Gli escrementi sono ovunque, bisogna stare attenti a dove mettere i piedi, alle buche sempre presenti, alla sporcizia per terra. Abbiamo alloggiato presso il Palacio O’Farrill (bellissimo palazzo coloniale) in l’Avana vecchia a 200 mt. Dalla Bodeghita del Medio dove abbiamo cenato per 15 pesos , ma nulla di particolare. Abbiamo visitato tutta l’Avana a piedi e non abbiamo mai avuto alcun problema sia di giorno che di notte ;nessuno è mai stato insistente , anzi , tutti erano molto gentili sapendoci italiani. Abbiamo cambiato i soldi presso la banca in L’Avana vecchia, ma anche in hotel il cambio era di poco inferiore. Per gli acquisti di souvenir consiglio di recarsi al Mercato di San Josè (porto); qui potete trovare un’ ampia scelta di prodotti dell’ artigianato locale a prezzi molto convenienti. All’interno del mercato si trova una parillada dove abbiamo pranzato per 8 pesos a testa mangiando dell’ottima carne grigliata, con contorno di platano fritto. Ricordate che a Cuba tutto è statale e nulla è gratis; dovete pagare la foto con la donna in costume, con il signore tipo “ Fidel” che troverete in Plaza de Catedral, i musicisti che incontrerete ovunque, tutti vi chiederanno dei soldi. Ovunque vedrete file di cubani in paziente attesa; all’ufficio di cambio, per comprare il pane o un buon gelato, davanti ai pochi internet point (ricordate che internet è vietato, i cubani possono collegarsi solo a siti “sicuri”). Io e mio marito la prima sera abbiamo cenato presso il Ristorante il Patio, in Plaza de la Catedral; pessimo e caro ,38 pesos per 2 miseri piatti di gamberetti congelati e dei pomodori. Ci siamo poi tornati nostro malgrado, con l’organizzazione del tour operator e devo dire che il pranzo era accettabile, così come il prezzo. In quell’ occasione ho assistito ad una delle innumerevoli umiliazioni che lo stato infligge ai cubani: mentre noi mangiavamo aragoste, alla nostra guida, seduta al nostro tavolo, veniva servito un misero panino con patatine “questo è il pasto che lo stato prevede per noi”. Da L’Avana ci siamo poi spostati con il pullman a Cayo Levisa a circa 2 ore dalla capitale. Arrivati a Palma Rubia occorre attendere il battello per la traversa di circa 20 minuti. Ricordate che il battello ha solo 2 corse, alle 09,00 del mattino e alle 18,00 di sera. Molte località sono off limits per i cubani stessi, luoghi riservato solo ai turisti; Cayo Levisa è uno di questi. C’è stato richiesto di esibire il passaporto per salire in barca, proprio per timore che qualche cubano potesse infiltrassi all’interno del nostro gruppo. A Cayo Levisa c’è soltanto l’Ecolodge con bungalow sparsi sulla spiaggia, molto carini e confortevoli. La cucina è veramente il punto critico: assolutamente pessima, ripetitiva, gli avanzi venivano riproposti in varie forme, il riso non riuscivo a scollarlo dal cucchiaio di portata. Unica eccezione la colazione, niente di particolare ovviamente, ma ci si poteva saziare, evitando eventualmente il pranzo. Purtroppo la nostra permanenza è stata compromessa dall’uragano Tomas che ha colpito direttamente Haiti, ma che ha interessato anche Cuba. Vento, freddo e pioggia hanno condizionato la nostra vacanza costringendoci a restare spesso all’interno dei bungalow, a cenare con i piedi in ammollo causa allagamento del ristorante. Siamo rimasti anche senza acqua tutta utilizzata per ripulire le varie parti della struttura dalla sabbia e dal mare. Chi aveva prenotato e pagato dall’ Italia 06 immersioni ha potuto effettuarne solo 02. Non potendo goderci l’isola, il responsabile della struttura è stato molto gentile ed è riuscito ad organizzare una giornata nella Valle di Pinar Del Rio con 02 taxi a nostra disposizione al prezzo di 20 pesos a testa per l’intera giornata. Sconsiglio di pranzare ai piedi del murales della preistoria; il cibo è pessimo, eravamo senza luce e le galline girovagavano all’interno della struttura. Il resto della giornata è stato interessante anche se ogni paese sembrava uguale all’altro, immancabile poi la sosta in qualche fabbrica di sigari o in qualche negozio di rum. All’uscita della Cueva del Indio potete trovare oggetti di artigianato locale molto particolari che testimoniano l’estro dei cubani : collane realizzate con vari semi, uccellini con foglie di piante locali, oppure scacciapensieri con gusci di cocco e pietre. Prezzi ottimi. Siamo rimasti a Cayo Levisa per 5 giorni. Per il trasferimento all’aeroporto avevamo un pullman a nostra disposizione, ma non siamo riusciti ad apportare alcuna modifica al percorso stabilito, causa, come ci ha detto l’autista, suo licenziamento. Il percorso era stato stabilito ed andava rispettato, inclusa sosta per il pranzo in un ristorante sull’autostrada con immancabile pollo grigliato riscaldato. Tornerò a Cuba? Forse no, ma Cuba va assolutamente visitata almeno una volta, perché non possiamo scordarci il sorriso dei cubani, i bambini festosi nelle loro divise, la loro vitalità, la voglia di conoscerci, di sapere, di domandare, di ballare, di bere, anche le auto anni 50, i pochi splendidi palazzi coloniali ristrutturati, le piazze, ma soprattutto come dimenticare il cielo stellato di Cayo Levisa, mai visto in vita mia, che ci ha incantato, che ci ha catturato lasciandoci con il naso all’ insù.

Cuba è quel cielo, i cubani sono quella miriade di stelle luccicanti che brillano comunque, a prescindere, che fendono il buio, che ti ammaliano; guardi quel cielo e sai che Cuba e i cubani non molleranno.



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