Cuba e le sue bellezze
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Atterriamo all’aeroporto dell’Havana dove avevamo già fissato il taxi (25 pesos) che ci avrebbe portato alla nostra casa particular. Infatti, aborrendo assolutamente la vacanza da villaggio, abbiamo prenotato tramite il sito casecuba.com le prime due notti in una casa dell’Havana Veja per 30 pesos a notte oltre ai 3 pesos a testa di colazione (chiedere sempre prima quanto costa).
Arriviamo in loco verso le 22.00 ora locale e decidiamo, anche se stanchi morti, di fare un primo giretto esplorativo per sondare il terreno. La prima impressione è stata abbastanza negativa: abitavamo infatti in una stradina completamente scalcinata e la zona intorno non era delle migliori. Così decidiamo di rimandare tutto al giorno dopo, quando in realtà ci siamo accorti che, pur dando veramente l’impressione di essere una zona pericolosa non lo era affatto!!
I° giorno- HAVANA
La mattina stessa ci aspettavano un’abbondantissima colazione e Ignacio, il gestore di Casecuba, che ci ha dato tutte le spiegazioni del caso (non fidarsi, chiedere sempre quanto costa ecc.) e tramite il suo aiuto abbiamo sempre trovato dei posti molto carini dove dormire e persone davvero squisite. È stato sufficiente un sms al momento del bisogno e lui ci sistemava . Ovviamente nel prezzo della stanza è compresa la sua commissione, che per noi è davvero irrisoria, e che permette di trovare case carine senza che tutti ti si incollino addosso proponendoti posti in cui dormire e prendendo loro stessi una percentuale sul prezzo (senza considerare che potreste finire in una casa non autorizzata)!!
Abbiamo girato per l’Havana, vedendo tutte le quattro piazze principali. La cosa particolare e, dopo poco, abbastanza stressante è che tutti si fermano a raccontarti i loro casi e a chiedere soldi od oggetti. Ci sembrava di essere dei gamberi: fatti 100 m in avanti riuscivamo a tornare indietro di 200 perché uno ti faceva vedere questa cosa, un altro quest’altra. Capìta l’antifona, ho imposto a Maurizio di dare poca considerazione e di proseguire. Anche fermarsi a fare una foto risultava un’impresa. Stanchi per la camminata ci siamo fermati a pranzare in Placa Veja alla Taverna de la Muralla, dove per la modica cifra di 10 pesos ciascuno abbiamo mangiato gamberi e agnello arrosto e bevuto una birra fantastica.
Non essendo amanti dei musei abbiamo proseguito il giro a piedi andando a vedere la cattedrale e il lungomare. Siamo passati davanti alla casa della Musica dove in serata ci sarebbe stato il concerto di Manolito Simonet, riproponendoci di tornare.
Andiamo a fare il biglietto del Bus all’hotel Saratoga (nella piazza del Capitolio) per partire la mattina dopo alla volta di Trinidad. Qui le scelte sono due: prendere gli autobus della Viazul, però la fermata non è vicina al centro, oppure prendere quelli della Transtur che fanno tappa nei principali alberghi per raccogliere i turisti, il prezzo è lo stesso. Noi abbiamo scelto la seconda opzione.
Infine breve sosta per un mojito al Monserrate Bar, e qui scopriamo che l’originale mojito è molto diverso dal nostro e certamente da quello che Maurizio, abilissimo barman, talvolta propone alla propria moglie (cioè a me!) cercando di darle il colpo di grazia (sostituisce l’acqua brillante con il Rum scuro, roba forte: provare per credere!). In realtà, per i Cubani, il mojito è una sorta di bevanda rinfrescante, tanto che utilizzano l’acqua al posto della nostra acqua tonica e quindi il tutto risulta molto più leggero.
Stanchi morti torniamo in casa, doccia e un breve riposino che si trasformerà, senza quasi accorgersene, in una nottata di sonno: per stasera cena saltata.
II° giorno- TRINIDAD
Partenza fissata dall’Hotel Saratoga alle 7.00 con l’avvertenza che l’autobus sarebbe potuto arrivare alle 7.30. In casa era troppo presto per fare colazione e così, senza cena dalla sera precedente andiamo ad aspettare il nostro mezzo di trasporto. Alle 8 ancora nulla, presa da un attacco di fame compulsiva, dopo aver finito l’ultima briciola dei crackers dell’aereo, stavo per passare alla fase morso alla coscia del marito. Alle 8.20 il nostro placido autista arriva e ci imbarca (i Viazul sono molto più puntuali).
Partiamo finalmente e cominciamo davvero ad innamorarci del posto quando si iniziano a vedere autostoppisti sul ciglio della superstrada, carrettini trainati da muli, ciclisti e chi più ne ha più ne metta. Segnaletica assente e buche non indifferenti ci fanno ritenere la scelta di muoversi in bus ottimale.
Arrivati a Trinidad non c’è nessuno ad aspettarci, nonostante la casa fosse già prenotata. Intanto un’orda di Cubani ci hanno assaltano per proporci un alloggio.
Finalmente arriva Teresa, la padrona dell’Hostal la Rioja, con un risciò dove montiamo le valige e ci avviamo verso casa, peraltro raggiungibilissima a piedi.
Prima fregatura: i pesos che ti chiedono le persone che guidano i risciò sono pesos cubani, non quelli convertibili che usiamo noi!! Ancora non ben entrati nel meccanismo, paghiamo 4 pesos convertibili che per loro sono molti soldi. Niente di male: impareremo presto!
La casa di Teresa è molto carina (dal sito Casecuba si vedono le foto), ha un bellissimo patio dove mangiare e una camera ampia e pulita. Le diciamo subito che la sera vogliamo cenare in casa e questa si rivelerà sempre la scelta migliore, al via la nostra prima scorpacciata d’aragosta! La camera costa 25 pesos a notte e la cena varia a seconda del cibo: Aragosta 12 pesos, gamberoni 10 e carne 8.
Andiamo subito alla scoperta di Trinidad che è un paesino veramente carino, con una piazza multicolore e strade acciottolate. Pur essendo non molto grande è facilissimo perdere l’orientamento, anche Maurizio che di norma ha una bussola incorporata qui non riusciva a stare in carreggiata.
Ci fermiamo all’agenzia di viaggi Cubatur e prenotiamo l’escursione a Caio Blanco (106 pesos) per l’indomani, considerato che non sappiamo quanto rimarremo in paese.
Tornati a casa ci facciamo subito preparare un daiquiri dalla cognata di Teresa che l’aiuta in casa. Questa signora fa dei cocktail meravigliosi, in un’altra vita doveva essere un barman!!
Cena ottima e poi via a vedere come ballano i Cubani!! Andiamo alla casa della musica, che è un locale all’aperto dove si esibiscono complessini di salsa: uno spettacolo!!! Ci cimentiamo un po’ nel ballo, ma soprattutto restiamo estasiati a guardare ballare i Cubani che, senza aver fatto alcuna scuola e improvvisando, ballano in maniera fantastica, soprattutto si divertono davvero!!!
Comincia ad essere tardi, è l’ora di andare a dormire.
III° giorno TRINIDAD- Cayo Blanco
L’escursione in catamarano a Cayo Blanco comincia all’insegna del tempo non bellissimo. Il giorno prima aveva addirittura piovuto e quindi tutti coloro che l’avevano prenotata erano stati spostati sul nostro catamarano. Di conseguenza siamo stati appiccicati come sardine dovendoci pure sorbire la maleducazione di un gruppo di francesi che sembravano usciti dalle scuole elementari.
Ad ogni modo il Caio è molto carino, il mare limpido e ci sono tantissimi paguri. Il pranzo è stato molto buono e la giornata nel complesso piacevole. Lì abbiamo conosciuto Alice ed Andrea con cui abbiamo poi condiviso il resto del pomeriggio.
Tornati in porto ci facciamo lasciare alla spiaggia di Playa Ancon decidendo di prendere il taxi per tornare a Trinidad (in 4 la spesa è modica: 8 pesos in totale, ma contrattare sempre).
Tornati a casa di Teresa conosciamo altri due ospiti, Vito e Teresa che vengono da Savona e che sono dei veri veterani, ormai da tanti anni vengono a Cuba e la conoscono davvero bene.
IV° giorno TRINIDAD
Giornata di mare con Vito e Teresa. Andiamo a Playa Ancon stavolta con l’autobus (2 pesos a testa) e lì restiamo a goderci il sole fino alle 16 quando decidiamo di tornare per due motivi: 1) acquistare al mercatino locale un po’ di oggetti da riportare a Casa, 2) alle 17 lezione di salsa (fissata già il giorno prima) con la famosissima maestra Mireya Medina Rodriguez, almeno così dice la fida Lonely Planet.
Fatte le spese ci presentiamo a casa della maestra dove ci viene spiegato che è uscita con un turista, ma che di lì a poco sarebbe tornata, così facciamo un ulteriore giro nel mercatino per ripresentarci 20 minuti dopo. Anche il secondo tentativo va però a vuoto: la giunonica maestra c’è, ma ormai l’orario è troppo avanzato per tenere la lezione (erano le 17.30)!!!!!
Delusi e divertiti andiamo a berci il tipico cocktail locale la Chanchachara (rum e miele) nella Taverna che porta lo stesso nome e, dopo un’ottima cena a casa, ci diamo alla salsa fai da te, prima alla Casa della Trova e poi di nuovo alla casa della musica dove balliamo con dei veri salseri!!!
V° giorno –CINFUEGOS
In mattinata, dietro il caloroso consiglio di Vito e Silvana, partiamo per Cinfuegos dove arriviamo un’ora e trenta dopo (stavolta con Viazul, biglietto fatto il giorno prima 10 pesos ciascuno ).
Anche Cinfuegos non deluderà le nostre aspettative! Avevamo chiesto a Teresa di fissarci la casa che si è rivelata veramente carina. Con un patio davanti ed uno dietro la casa si trova a punta Gorda (si affaccia sul mare sia sul davanti che sul retro), proprio vicino ad altre 2 indicate dalla Lonely. La padrona di casa, Zunilda Gonzales ed il marito sono di una gentilezza eccezionale, la casa carina e pulita ed è da loro che abbiamo mangiato la miglior aragosta di Cuba.
Giretto in centro dove incontriamo casualmente i nostri amici Alice e Andrea con i quali decidiamo di andare sulla spiaggia che però non è vicina. Ci vogliono 10-15 minuti di taxi per arrivare alla spiaggia balenabile: Rancho Luna.
Pomeriggio all’insegna del mare e del Mojto alle formiche!
La sera, dietro consiglio dei padroni di casa, andiamo al Patio de Artex a vedere un concerto di un gruppo che a Cuba è molto famoso: i Buena Fe. Pensavamo si trattasse di salsa, invece fanno musica pop, ma sono veramente bravi!
VI° giorno- HAVANA
Ripartiamo per l’Havana dove Ignacio ci aveva già prenotato un’ultima casa (a dire il vero niente di particolare, comunque pulita). Girelliamo di nuovo per la città che, confronto agli altri luoghi visitati, non ci pare più un gran che. Incontriamo nuovamente per puro caso Alice e Andrea con cui passiamo a zonzo il resto del pomeriggio prima che partano per l’aeroporto.
La sera cena al ristorante Los Nardos. Prima e unica vera fregatura della vacanza quando ormai avevamo abbassato la guardia! Il cameriere ci porta una brocca di sangria dicendo che è omaggio, quando vede che l’abbiamo finita ripassa e ci chiede se ne vogliamo un’altra diciamo di si. Alla fine sul conto ci vengono messe entrambe le brocche e ce le fanno addirittura pagare a bicchieri! Praticamente per 2 brocche di sangria e un piatto di pesce a testa abbiamo speso 45 pesos!! Quando abbiamo chiesto spiegazioni ci hanno guardato come dei pezzenti e ci hanno detto che avevamo capito male!! Sarà!!! Ci è dispiaciuto che sia successo proprio l’ultimo giorno: potevamo evitarcela!!
VII° giorno HAVANA – Italia
Mattinata dedicata alla visita della fortezza della Cabana che abbiamo raggiunto prendendo l’autobus locale che normalmente prendono i cubani per andare al lavoro (con 10 centesimi a testa si va e si torna). Tornati all’Havana è ora di riprendere la via di casa.
Cuba è un paese bellissimo e sicuro, da visitare zaino in spalla. Solo così si può vedere un pezzetto di una realtà che è diversa anni luce dalla nostra, sicuramente più semplice ma non necessariamente migliore. I Cubani sono persone amichevoli, anche se la condizione in cui vivono non gli consente di elargire gratuitamente tutta questa socievolezza. Per questo, se ne avete, portate magliette e vestiti che non utilizzate più per darli a loro. Sicuramente da evitare è tirare fuori oggetti da regalare quando c’è molta gente (rischiate di venire travolti!) e di farlo all’Havana, anche perché lì ci sono persone che vivono esclusivamente di questo!