Cuba diario di viaggio 2005/2006

Cuba 2005/2006, Cronaca di viaggio Dal 28 Dicembre 2005 al 1° Febbraio 2006 Introduzione Questo diario di viaggio è il seguito del mio libro “Con Cuba nel cuore”, a differenza del libro è stato scritto in "tempo reale", ed inizia dal mio ritorno a Cuba alla fine del 2005 insieme a Yani, a nostra figlia e ad una nostra giovanissima amica...
Scritto da: Holguinero
cuba diario di viaggio 2005/2006
Partenza il: 28/12/2005
Ritorno il: 01/02/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3500 €
Cuba 2005/2006, Cronaca di viaggio Dal 28 Dicembre 2005 al 1° Febbraio 2006 Introduzione Questo diario di viaggio è il seguito del mio libro “Con Cuba nel cuore”, a differenza del libro è stato scritto in “tempo reale”, ed inizia dal mio ritorno a Cuba alla fine del 2005 insieme a Yani, a nostra figlia e ad una nostra giovanissima amica che visita il paese caraibico per la prima volta.

Un racconto giornaliero senza rivisitazioni realizzato in presa diretta, giorno per giorno, che spero possa aiutare a capire qualcosa di più Cuba.

Buona lettura! Stefano Capitolo 1.

La Partenza 28 Dicembre 2005: Inizia il nostro lungo viaggio Dopo tanti mesi di “sofferenza” arriva il tanto atteso giorno della partenza, ho cercato di organizzare tutto nei minimi dettagli ma è impossibile andare oltre un certo limite, la progettazione della partenza in questa data, se da una parte ci dà il grosso vantaggio di poter partire verso il caldo tropicale lasciandosi alle spalle il freddo inverno Italiano, presenta però per me anche molte incognite; una di queste è il tempo metereologico in Italia.

Stranamente da almeno 10/15 giorni sto osservando assiduamente tutte le previsioni metereologiche che si trovano su Internet a breve e a medio termine, siamo stati quasi costretti a partire da Bologna anziché da Firenze come invece avevamo fatto quasi 3 anni prima e questo non mi lascia tranquillo, pensando che questa volta oltre a me e a Yani si aggiungono Ylenia, la nostra piccola di 11 mesi ed Alessandra, nostra giovanissima amica, che visiterà per la prima volta con noi Cuba.

Ci accompagneranno all’aeroporto i nostri familiari con 2 auto, la partenza da Bologna è prevista alle 6,15 della mattina del 28 Dicembre, ma nonostante Bologna sia abbastanza vicina, a causa del maltempo che si sta avvicinando decidiamo di partire abbondantemente prima, intorno alla mezzanotte.

Riusciamo a partire con un leggero anticipo, il tempo in Italia sta peggiorando rapidamente, sta per arrivare un’ondata di freddo associata a maltempo, sono preoccupato perchè per arrivare a Bologna dobbiamo attraversare l’appennino, comunque nella nostra zona il tempo per ora ci “grazia”, a parte un pò di nebbia e qualche goccia di pioggia durante il tragitto verso l’aeroporto non troviamo nient’altro, i cartelli autostradali indicano però la neve a partire da Reggio Emilia verso il nord Italia.

Arrivati all’Aeroporto intorno alle 1,30, con largo anticipo sul check-in, aspettiamo chiacchierando l’ora della partenza, alle 4,30 si aprono le porte che danno accesso all’area check-in e ci avviamo a lasciare i bagagli. Passano senza particolari problemi la mia valigia, (25 kg, al limite!), quella della piccola Ylenia, (11 kg, perfetta), e quella di Alessandra, (22 kg, buona), un piccolo intoppo arriva invece con la valigia di Yani, i 28,5 kg che porta sono un pò troppo rispetto al massimo consentito in classe economica (20 kg), per fortuna la ragazza del check-in è comprensiva e ci chiede di spostare qualche indumento dalla valigia verso i bagagli a mano in maniera da rientrare in un peso limite.

Una volta fatta l’operazione, la valigia di Yani pesa 25,5 Kg, al limite massimo per poter passare senza pagare sovrappeso, ci dirigiamo verso il controllo passaporti e bagagli a mano, mi viene chiesto di estrarre il computer portatile dal bagaglio a mano, in ogni modo dopo un controllo minuzioso tutto è a posto, sono le 5,20 e a questo punto non ci resta che aspettare l’aereo che da Bologna ci porterà ad Amsterdam.

Cambio d’aereo ad Amsterdam Intorno alle 6, 30 decolliamo verso Amsterdam, in fase d’atterraggio le prime luci del giorno ci fanno vedere dall’alto una Amsterdam completamente imbiancata dalla neve e dal gelo. Atterriamo dopo circa 2 ore di volo, addirittura con qualche minuto d’anticipo rispetto alla tabella di marcia.

A parte il fastidio causato dai bagagli a mano, borse, borsette e passeggino che ci portiamo dietro, il resto invece procede senza intoppi, in pochi minuti raggiungiamo l’ala dell’aeroporto da dove partirà il nostro volo, passiamo il punto di controllo passaporti senza problemi e arriviamo intorno alle 9,00 al nostro gate d’uscita.

Qui ci fanno gli ultimi controlli ai bagagli a mano prima di farci entrare per l’imbarco del volo della Martin Air.

Siamo tutti piuttosto stanchi, io sento un fastidio allo stomaco ed un cerchio alla testa, che mi porto dietro dal giorno precedente e causato dall’ansia della partenza, Yani è visibilmente nervosa, anche perchè non è riuscita a fumare prima di imbarcarsi per il volo intercontinentale e quindi adesso la aspettano più di 10 ore d’astinenza, Alessandra è tranquilla e la piccola Ylenia è quella che per ora se la cava meglio di tutti, quando ha bisogno di dormire… Dorme! Alle 10, 40, con pochi minuti di ritardo, decolla il nostro volo che impiegherà circa 11 ore per arrivare a Varadero e poi da lì ripartire per Holguin.

Arrivo a Varadero e ripartenza per Holguin Alle 16,00 ora locale, atterriamo a Varadero, per la prima volta dopo quasi tre anni “tocco” nuovamente il suolo Cubano, ci fanno scendere con un biglietto di “trasferimento” e ci lasciano per 2 ore nell’aeroporto di Varadero in attesa che sia ripulito l’aereo e che arrivino i passeggeri che da Varadero faranno ritorno ad Amsterdam.

Nel frattempo, mentre Yani e Alessandra finalmente possono dar sfogo alla loro voglia di fumare, vado con Ylenia un pò a spasso per i duty free dell’aeroporto, approfitto per cambiare un pò di euro in C.U.C. ( il peso convertibile valido solo a Cuba, che ha sostituito il dollaro americano nelle transazioni turistiche ), do un occhiata ai piccoli negozi dell’aeroporto, le magliette del CHE, i libri sulla rivoluzione Cubana, i sigari, il Ron… Apparentemente non è cambiato niente, guardando un pò meglio vedo un negozio di orologi Swatch, che mi stona un pò con le immagini di Ernesto Guevara, (tra l’altro lui portava un Rolex…), comunque per ora mi sembra sempre la solita Cuba.

Alle 17 e 30, puntualissimi, ci reimbarcano sull’aereo, adesso ci aspetta poco meno di un’ora di viaggio per raggiungere la nostra meta.

Il C.U.C. Quest’oggetto misterioso…

Ritengo utile dare delle spiegazioni sul Peso Convertibile Cubano, normalmente chiamato C.U.C. Si tratta in pratica di una moneta che già da diversi anni veniva utilizzata in alternativa al dollaro americano nel circuito turistico Cubano, con assegnato lo stesso valore della moneta U.S.A.

Dal 2004 però il Dollaro non è più utilizzabile per fare acquisti a Cuba ed il suo cambio presso le banche è stato penalizzato, quindi adesso nel circuito turistico l’unica moneta che è accettata in qualsiasi negozio è il C.U.C.

Il valore di cambio del C.U.C. Verso le altre monete è legato all’andamento del dollaro, nel senso che il dollaro è svalutato di un 11% in meno del C.U.C. ( 100 c.U.C. = 111 dollari ) e a questo punto il cambio con le altre monete è fatto in conformità a questo valore, questo vuol dire che con l’euro equivalente ad 1,18 dollari ( 100 Eu = 118 $ ) al cambio con i c.U.C. è cambiato a circa 1,07 ( quindi 100 Eu = 107 C.U.C. ), il meccanismo può apparire un pò complicato però se ci si prende la mano diventa tutto abbastanza facile.

Per le carte di credito invece la strada che è utilizzata è un’altra, dato che le transazioni delle carte di credito sono fatte in Dollari, è applicata una penale dell’11%, in modo che il cambio finale effettivo sia equivalente a quello fatto per il denaro contante.

Esempio: spesa effettiva con carta di credito 100 C.U.C., l’addebito comprensivo di maggiorazione effettuato sul lettore magnetico è di 111 $ (quindi svalutazione dell’11%), quando arriva l’addebito sul conto della carta che sarà effettuato in euro è preso il cambio Euro/Dollaro del giorno in cui è stata effettuata la transazione, quindi ponendo il caso che il cambio Euro/Dollaro fosse a 1,18, la transazione di 111$ ritornerebbe a 94,06 Eu.

Aeropuerto Frank Pais – Holguin, Cuba Con un leggero anticipo rispetto al previsto, intorno alle 19,00 tocchiamo il suolo di Holguin, scendiamo le scalette dell’aereo, la temperatura è gradevole, attraversiamo a piedi la breve distanza dall’aereo all’ingresso della zona di controllo passaporti di Holguin, una fila spaventosa di persone sta aspettando di passare dal controllo, sono arrivati quasi contemporaneamente 3 aerei, compreso il nostro e adesso i tempi di passaggio dai posti di controllo sono abbastanza lunghi.

La nostra fortuna è quella di essere una famiglia di Italo Cubani, infatti chiedo informazioni ad una ragazza dell’aeroporto che sta compilando le carte d’ingresso per alcuni Cubani giunti ad Holguin e questa mi dice che penserà lei a riempire i fogli necessari, dopo di che ci accompagna direttamente al controllo passaporti, risparmiando così un’ora buona di fila.

La posizione di Alessandra è un pò particolare, infatti dichiariamo che è una mia nipote e chiediamo che possa venire a stare in casa con noi, l’addetto del controllo passaporti ci raccomanda di presentarci il giorno seguente all’ufficio immigrazione di Holguin, cosa che tra l’altro già sapevamo benissimo, dopo un accurato controllo ai nostri passaporti attraversiamo la porta che ci separa dal controllo bagagli a mano.

Quando passo la borsa che contiene il computer portatile dalla macchina a raggi X, mi viene chiesto di aprirla per controllare, la ragazza della dogana mi fa firmare una dichiarazione annotando la marca del computer, mi spiega che non devo perdere la ricevuta perchè altrimenti il mio computer rimane qui a Cuba ( alla dogana! ).

In realtà sapevo già che avrei dovuto dichiarare il computer, il mio timore era invece per un piccolo lettore DVD portatile, che ho portato con l’intenzione di lasciarlo a mia suocera perchè possa vedere tutti i filmati che ho fatto ad Ylenia dalla nascita fino ad oggi, e una volta passato questo controllo sono già un pò più tranquillo.

A questo punto resta solo il punto d’uscita dall’aeroporto, un incaricato ci chiede di passare dal controllo della dogana per le valigie più grandi, il doganiere dà un occhiata alle valigie, ci guarda in viso e decide di lasciarci passare.

In taxi verso casa A questo punto, vista la quantità di valigie, decidiamo di prendere 2 Taxi verso casa, osservo il percorso dall’aeroporto verso Pueblo Nuevo, non mi pare che sia cambiato niente, biciclette senza luci, qualche camion polveroso che scarica la sua “dose” quotidiana di un fumo denso e acre, i soliti Caballitos (motociclette) della polizia, ferme nei punti strategici per controllare la viabilità dalla città di Holguin verso l’aeroporto, e naturalmente la solita fioca, quasi inesistente illuminazione stradale, che rende quasi invisibili le vie di comunicazione.

Inizio a preparare la telecamera, Arminda sarà sulle spine in questo momento, voglio “immortalare” il primo impatto della nonna con la nipotina mai vista finora. Inizio a riconoscere le stradine sterrate che ci portano alla Calle Primera, l’indirizzo dove abita mia suocera.

Nonostante una nuova e brillante tinteggiatura amarilla (gialla) del muro di cinta della casa di Arminda, riesco a riconoscere l’abitazione già a distanza di alcune decine di metri, così come riesco a vedere mia suocera che vedendo i nostri taxi si precipita in strada, inseguita dal nugolo degli altri familiari.

Riesco a riprendere con la telecamera il primo impatto di Ylenia con i familiari Cubani, e dopo i primi minuti di “baci e abbracci”, entriamo finalmente in casa.

Per festeggiare l’arrivo della nipote, Arminda ha conservato per tutto questo tempo una bevanda chiamata Aliñao, si tratta di un’usanza tipicamente Cubana e soprattutto orientale, quando una donna rimane in stato di gravidanza, in casa si comincia a preparare una bevanda a base di Rhum, a cui sono aggiunti pezzetti di frutta di vario tipo, la preparazione dura per tutta la gravidanza ed è buona abitudine offrirne a parenti ed amici appena nasce il neonato/a, in questo caso il liquore è stato “gelosamente” conservato da Arminda per altri 11 mesi nell’attesa del nostro arrivo, questo aggiunge un ottimo “invecchiamento” alla bevanda che è veramente buona.

L’ospite d’onore, oltre naturalmente alla piccola Ylenia, è Alessandra che è accolta con simpatia e curiosità dai nostri familiari, si conclude così con le chiacchiere del più e del meno la lunghissima giornata del nostro viaggio, sono ormai le 22,00 passate e sono più di 24 ore che siamo partiti da Empoli, la stanchezza comincia a farsi sentire.

Capitolo 2.

Primi giorni di permanenza a Holguin 29/30 Dicembre 2005: un pò di pratiche burocratiche Come “tradizione”, i primi giorni sono dedicati soprattutto alle pratiche da svolgere presso l’ufficio d’immigrazione; per chi non conosce molto Cuba riassumerò un pò la situazione: I turisti normalmente possono alloggiare presso gli Hotel o presso delle case private date in affitto e chiamate case particular, non è possibile invece, almeno che non ci siano certi requisiti, alloggiare presso le normali case dei Cubani, perchè la legge lo vieta.

Nel mio caso e in quello di Ylenia, si tratta di familiari sia di Yanitza, che mantiene nazionalità Cubana, ma ovviamente anche di Arminda, questo vuol dire che tramite un visto speciale, chiamato visto A-2 (e soprattutto dietro pagamento di Eu 80,00 + un bollo di 5 c.U.C. …), possiamo stare a Cuba un tempo più lungo del normale visto turistico e soprattutto alloggiare presso la casa di famiglia.

Nel caso di Alessandra le cose sono leggermente diverse, tramite una ragazza del nostro quartiere che lavora presso l’ufficio di immigrazione, Arminda ha ottenuto che Alessandra possa stare con noi, dicendo che è una mia “nipote” molto giovane e che quindi non si fida a lasciarla andare a dormire in una casa particular.

La mattina del 29 Dicembre quindi, andiamo immediatamente all’ufficio di immigrazione, anche perchè se non comunichiamo subito che Alessandra è qui con noi, mia suocera rischierebbe una multa di 1500 C.U.C. (… Lo stipendio medio di un Cubano è 280 pesos equivalenti a circa 11 C.U.C. !!!).

All’ufficio di immigrazione ci mandano prima presso lo studio di un avvocato internazionale (consultoria Juridica), dove dietro pagamento di 100 c.U.C. Viene rilasciato un documento ufficiale ad Alessandra che a quel punto unito ad un bollo di 40 c.U.C., diventa il lasciapassare per l’ufficio di immigrazione, dove pongono una targhetta adesiva sul suo visto turistico che in pratica lo trasforma in un visto familiare.

Per riassumere, ad Alessandra viene rilasciato il nostro solito tipo di visto, solo che anziché spendere 85,00 euro com’è successo a me, nel suo caso c’è il visto turistico che costa 22,00 Eu, più il foglio dell’avvocato circa 94,00 Eu (100 Eu in questo momento valgono circa 106 C.U.C.), più il bollo circa 38,00 Eu, per un totale di 154,00 Eu in totale.

Il centro di Holguin Abbiamo deciso che noleggeremo l’auto solamente tra qualche giorno, così in questi ultimi giorni dell’anno approfittiamo per girare un pò a piedi la città di Holguin, per farla conoscere ad Alessandra e anche per vedere se niente è cambiato.

Holguin è in festa in attesa dell’ultimo giorno dell’anno, i negozi sono strapieni con le code che arrivano fino ai marciapiedi, c’è un’attività frenetica nell’aria, si vedono imbianchini che stanno verniciando le facciate dei palazzi del centro senza mai fermarsi, neppure la notte.

La prima diversità che noto è che la strada principale del centro, quella che collega la piazza dove si trova la chiesa che visitammo in occasione del nostro matrimonio, al Parque Calixto Garcìa è diventata una zona pedonale, è stato rifatto tutto l’asfalto e sono state poste al centro delle panchine, l’altra cosa che mi colpisce è l’apparizione di molti cartelli con le indicazioni verso i luoghi turistici, gli Hotel e le piazze.

La notte al parque Calixto Garcìa, c’è una gara di ballo con un’orchestra che suona dal vivo, c’è da rimanere incantati dalla maniera in cui i Cubani ballano, anche se non è la prima volta che vedo uno spettacolo simile si rimane sempre a bocca aperta.

Intanto Alessandra fa un pò di conoscenza con la cucina Cubana, che già aveva provato qualche volta grazie a Yanitza, mia suocera si sbizzarrisce cucinando Congrìs, Tostones, Yucca, il tutto sempre accompagnato da dell’ottima carne di maiale, e anche da verdure ben conosciute anche in Italia come pomodori, cipolle e lattuga.

Io invece vado a riscoprire il sapore dei Manìn (noccioline tostate), e la pizza de queso (pizzetta che si vende per la calle), suscitando le solite ilarità dei Cubani che si meravigliano di come a uno straniero possano piacere simili cose, io personalmente non trovo una gran differenza di sapore tra la pizza che vendono per la calle a 5 pesos in moneta nazionale ( equivalenti a circa 20 centesimi di C.U.C.), e quella che vendono nella caffetteria a 1 C.U.C. Vale a dire a circa 5 volte tanto…

31 Dicembre 2005: Ultimo dell’anno con… Colpi di scena Il 31 Dicembre l’ospite d’onore è …Il porco, il simpatico animaletto era già da tempo stato messo all’”ingrasso” nel cortile di mia suocera ed oggi è arrivato il suo giorno.

La mattina dell’ultimo dell’anno il povero animale è ucciso, spellato e sistemato con cura su un palo di legno da Israel, il fratello di Yanitza, viene fissata l’ora della cena per la mezzanotte e quindi è calcolato che il maialino sia messo a cuocere intorno alle 17,00.

Israel scava una piccola buca nella terra del cortile di Arminda, poi vi depone carbone e pezzetti di legno, mette ai lati della buca 2 paletti artigianali su cui verrà adagiato il palo di legno che contiene il maialino e a questo punto si comincia ad arrostire.

Sarò anche io protagonista dell’impresa, infatti dopo avermi fatto indossare un cappello di paglia tutto “abbruciacchiato” e un sigaro Cubano ( spento!! ), sono immortalato con una foto seduto su uno sgabello intento a girare lentamente il maialino, la cottura durerà quasi 7 ore, ci daremo il cambio io , Israel, ed uno zio di Yanitza che siamo riusciti ad invitare a casa all’ultimo momento.

L’ultimo dell’anno qui è vissuto in maniera molto diversa da quella di noi europei, meno “organizzata” ma più sentita, i protagonisti assoluti della festa sono 3: Puerco asado, Ceveza y Ron (maiale arrosto, birra e rum), solo io “oso” modificare un pò la tradizione aggiungendo l’apertura di uno Spumante Brachetto, portato dall’Italia…

Radio Bemba Intorno alle 21,30 i festeggiamenti sono turbati da un fatto di sangue avvenuto a pochi isolati di distanza da dove siamo noi, le prime voci di radio Bemba riportano che un ragazzo di 20 anni è agonizzante, poi arriva la conferma che è morto e poi che è stato ucciso.

Radio Bemba non è altro che il passaparola della gente che avviene quando succede qualche fatto di cronaca nera, i giornali locali, infatti, non riportano mai avvenimenti di sangue, salvo che non succedano all’estero, quindi l’unica maniera di sapere certe notizie è affidato al passaparola della gente, che a volte però tende ovviamente a storpiare o ad ingigantire certe notizie.

Ritornando alla notizia rimbalzata di casa in casa, i fatti si sono svolti all’incirca così: il ragazzo sarebbe andato a trovare sua sorella, una volta giunto alla casa si è accorto che suo cognato stava picchiando la sorella, lui ha cercato di difenderla entrando nel mezzo per separare i 2, il cognato ha reagito colpendolo con varie coltellate e dandosi alla fuga subito dopo.

Inutili i tentativi di soccorrere il ragazzo che è stato accompagnato al vicino ospedale del centro, il quartiere si è invece immediatamente riempito di poliziotti, intenti nel ricostruire l’episodio e a cercare di arrestare il colpevole, forse non sapremo mai della sua cattura, ma credo che sarà difficile che possa scappare molto lontano. Cuba si basa su una ragnatela di controllo chiamata CDR (Comitè de Defensa de la Revoluciòn), che si trova in ogni Barrio ( quartiere ), i capi di detto movimento devono segnalare alle autorità qualsiasi movimento strano succeda nel quartiere di loro responsabilità, così anche se uno tentasse per esempio di andare da una città ad un altra, il suo arrivo sarebbe segnalato immediatamente e sarebbe fatto un riscontro sulla sua carta d’identità.

Altro fatto certo è che, se sarà catturato, non se la caverà con una pena leggera, qui non si scherza e per un fatto di sangue è molto difficile che ti diano meno di 30/40 anni di carcere, e qui a Cuba non esiste la condizionale o la buona condotta…

Inno nazionale Nonostante questi fatti ci abbiano un pò turbato l’ultimo dell’anno, intorno alle 23,30 ritorniamo concentrati sulla nostra cena, il puerco asado è tolto dalla brace ardente per farlo un pò raffreddare e Israel inizia a tagliare i pezzetti di carne, qualche minuto prima della mezzanotte inizio ad aprire la bottiglia di Brachetto, e nel frattempo accendiamo la radio per sentire l’ora esatta, come tradizione qui a Cuba nell’ultimo minuto che precede la mezzanotte la radio inizia a passare l’inno nazionale Cubano: Al combate corred Bayameses, (correte a combattere gente di Bayamo ) que la patria os contempla orgullosa, (che la patria vi osserva orgogliosa ) no temais una muerte gloriosa (non temete una morte gloriosa ) que morir por la patria es vivir (perchè morire per la patria è come vivere) A questo punto scocca la mezzanotte, quasi contemporaneamente stappo la bottiglia e dopo lo scambio di Felicidades (auguri) di rito, inizia la nostra cena a base di porco, Congris (riso e fagioli), insalata di pomodori e birra, si va avanti tra un boccone uno scambio di auguri e una salsa (musicale) fino alle 3,00 del mattino dopodichè andiamo tutti a letto.

Capitolo 3.

Inizio dell’anno a Cuba 1 e 2 Gennaio 2006: Serata alla “Terraza” in attesa di noleggiare l’auto La città è piena di turisti, all’agenzia di noleggio auto della Cubacar ( così come nelle altre agenzie ), ci dicono che attualmente non ci sono auto libere fino a dopo il 5 gennaio, la nostra preoccupazione è per Alessandra, lei starà qui solo fino all’11 di Gennaio e ci dispiace farle buttar via qualche giorno “imprigionata” nel centro della città. Il ragazzo della Cubacar ci dice che cercherà di fare il possibile per trovarci un auto per il giorno successivo.

Intanto le nostre giornate proseguono con le visite a piedi al centro e ai negozi di souvenir, è incredibile come a Cuba anche le giornate dove non c’è niente da fare possono diventare stancanti. Per fare la spesa ad esempio, si è costretti di solito a visitare almeno 2/3 negozi che in teoria dovrebbero avere tutto quello che manca, ma in pratica a volte quello che ha un negozio non lo ha un altro e quindi si è costretti a comprare il pane in un negozio, l’acqua in un altro, il detergente per lavare in un altro ancora e si finisce quindi per impiegare 3 ore per fare quello che normalmente si potrebbe fare in un’ora al massimo, se aggiungiamo che tutto questo attualmente noi lo facciamo a piedi…Ecco svelato il perchè si arrivi stanchi alla sera.

La sera del 2 Gennaio, decidiamo di portare Alessandra alla discoteca “La Terraza” che hanno aperto presso l’Hotel Pernik, si tratta di una discoteca all’aperto, dove si può ascoltare musica, ballare e stare comodamente seduti ai tavoli bevendo qualcosa.

L’ingresso è di 6 C.U.C. Per coppia di persone, ma comprende 5 c.U.C. Di consumazioni, insieme con noi viene un’amica di Yani, Leidy, il divertimento è assicurato.

Leidy secondo il mio punto di vista, rappresenta l’estremizzazione dell’essere Cubano, è una ragazza che sprizza vitalità da tutti i pori, è impossibile annoiarsi passando una serata con lei.

Una volta arrivati alla discoteca, inizia le sue “performances”. Prima esegue varie “figure di ballo”, poi si toglie le scarpe, si mette 2 lattine di birra sotto i piedi, facendo in modo che schiacciandole le aderiscano ai piedi e inizia a ballare con queste “comode” calzature, poi comincia ad insegnare ad Alessandra dei passi di danza improvvisandosi maestra di ballo ed infine trascina a ballare persino un “palo” come me, inutile dire che la serata trascorre veloce e in allegria fino alla chiusura della discoteca alle 2,00 di notte.

3 Gennaio 2006: “Carro o muerte! Venceremos!” Parafrasando il celebre motto Cubano utilizzato dalla guerriglia per la Revoluciòn, ” patria o muerte! Venceremos! “, il 3 Gennaio siamo decisi a tentare tutto quello che è possibile fare per noleggiare un’auto.

Iniziamo di buon mattino chiamando per telefono tutti i punti di noleggio di Holguin, dall’aeroporto, alla Playa, al centro, ma la risposta è sempre la stessa: No Hay Carros! (non ci sono auto). L’unica cosa quindi che ci resta da fare è sperare nel ragazzo della Cubacar che ci ha detto che avrebbe fatto il possibile per trovarci un’auto oggi.

Intorno alle 10,00 siamo già all’agenzia del centro della Cubacar, il ragazzo ci dice che intorno alle 11,00 dovrebbe rientrargli un’auto e ci consiglia quindi di aspettare nei paraggi del centro.

Ci fermiamo a bere qualcosa ai tavolini di fronte all’agenzia, arrivano prima le 11,00, poi le 11,30, poi le 12, 00, il ragazzo esce e ci avvisa che i clienti che hanno l’auto hanno telefonato che si trovano in una città a circa 100 km. Da Holguin e che quindi terranno l’auto per un giorno ancora.

Siamo abbastanza abbattuti, il ragazzo però non si dà per vinto, ci chiede un recapito telefonico in maniera da poterci avvisare non appena rientri qualsiasi tipo di auto, e ci assicura che nel caso entro le 17,0 del pomeriggio non rientri nessuna, ci darà l’auto di un lavoratore della Cubacar che abita a Ciego de Avila, che per 2 giorni si trova qui ad Holguin.

Nel pomeriggio intorno alle 18,20 ci arriva la telefonata per andare a ritirare l’auto, io e il fratello di Yani ci precipitiamo letteralmente “volando” in centro, il ragazzo consegnandomi la macchina, una piccola Atos Hyundai, mi dice che potremo tenerla solo per 2 giorni perchè poi il “proprietario” deve tornare a Ciego de Avila, ci assicura però che farà il possibile per trovarci un altra vettura nel frattempo.

La loma de la Cruz Per sfruttare il più possibile l’auto subito dopo la cena accompagniamo Alessandra alla Loma de la Cruz, uno dei punti più alti di Holguin, da dove si può ammirare una buona parte del panorama della città.

Dall’alto la vista è magnifica, si riconoscono l’antenna dell’Etecsa ( la compagnia telefonica Cubana ) e le varie zone di Holguin, la fioca illuminazione della città fa distinguere comunque le vie principali, la città sembra un enorme incrocio di luci bianche e gialle.

La scalinata di 365 scalini che porta dalla città alla cima per chi vuol venire a piedi ( ! ), vista dall’alto con le luci che la contornano è impressionante, restiamo il tempo di fare alcune fotografie e una ripresa con la piccola telecamera.

El Valle Anche se non è il posto ideale da vedere di notte, accompagniamo poi Alessandra al Valle, conosciuto anche come presa di Mayabe.

Si tratta di un lago che si trova nei dintorni di Holguin, dove io sono già stato nel 1998 e nel 2003, purtroppo per la poca illuminazione non si vede il lago, comunque passiamo ugualmente una bella serata sedendoci ad un tavolino di una caffetteria aperta 24 ore, parlando ed ascoltando un pò di musica sottofondo.

El Valle di notte si trasforma in un posto dove vengono ad appartarsi le coppie di Cubani. E’ curioso l’episodio che capita ad una di queste coppiette: una volta appartatasi in riva al lago, senza vestiti ( … ), sono costretti ad andarsene via di corsa con la loro auto, senza indumenti, poiché qualcuno infatti gli ha giocato un bello scherzetto portandogli via tutto…

4 Gennaio 2006 : playa e problemi di…Buche La mattina del 4 Gennaio partiamo alla volta della spiaggia, siamo io, Yani, la piccolina, Alessandra e Israel, dopo che abbiamo imboccato la strada che da Holguin va verso Guardalavaca, dopo circa 1/2 ora di viaggio ci succede il primo inconveniente, buchiamo la ruota posteriore sinistra della nostra auto, non ci sono grossi problemi per cambiarla, infatti grazie ad Israel riusciamo a cambiare la gomma in circa 20 minuti, adesso rimane il problema di far riparare la ruota bucata.

Decidiamo intanto di arrivare a Playa Guardalavaca, dove lasciamo Yani, Ylenia e Alessandra, mentre Israel ed io andiamo a cercare di risolvere il problema dirigendoci verso un piccolo villaggio nelle vicinanze, alla caccia di una ponchera (officina di riparazione per le gomme), il riparatore ci controlla la gomma e ci dice che è tagliata e che potrebbe tentare di ripararla vulcanizzandola, nel caso però che non riesca la riparazione dobbiamo cambiare la gomma.

Decido che sia meglio portare la macchina in un centro di noleggio di Cubacar a Guardalavaca, in fondo l’auto non è mia e far riparare o magari sostituire la gomma in un centro non autorizzato potrebbe costarmi delle penali da pagare sul contratto di noleggio.

Arriviamo all’agenzia centrale di Guardalavaca intorno alle 12,30, un lavoratore dell’officina ci dice che gli uffici sono chiusi per la pausa pranzo, io e Israel gli spieghiamo il nostro problema e lui ci indica dove si trova la mensa per poter chiedere di un certo Fernando, il capo dell’agenzia.

Ci rimettiamo in moto di nuovo verso il villaggio dove poco prima abbiamo trovato la ponchera, poco più avanti c’è la mensa per i Cubani che lavorano nel settore del turismo, il custode all’ingresso ci indica dove andare e finalmente troviamo Fernando, ripetiamo di nuovo tutta la storia e lui ci dice di aspettarlo entro una mezz’ora all’officina di Guardalavaca.

A questo punto ritorniamo al centro noleggio di Guardalavaca, dopo circa 15 minuti arriva Fernando con un suo assistente, immediatamente lo manda a controllare lo stato della ruota.

La diagnosi è la stessa del riparatore privato Cubano, la gomma è tagliata e deve essere sostituita, in questo caso, al contrario della normale foratura, la sostituzione è a carico del cliente, (che bello !), perchè si ritiene che si sia tagliata per aver preso un bache (una buca) sulla strada, il fatto è che ce ne sono talmente tante sulla strada che è impossibile riuscire ad evitarle tutte, comunque dietro pagamento di 55,00 C.U.C. Mi viene ritirata la vecchia gomma e sostituita con una nuova.

Ci sono un sacco di turisti, gli Hotel sono praticamente pieni e questo è il motivo per cui non si riescono a trovare auto a noleggio. Fernando, mi ha spiegato che nella provincia di Holguin ci sono più di 300 auto a disposizione, ma in questo periodo ce ne vorrebbero molte di più, infatti mi sono reso conto che anche l’auto che mi hanno dato è stata una soluzione d’emergenza, l’auto ha più di 80.000 km, mentre nei precedenti noleggi non superavano i 15.000 km e anche lo stato generale delle gomme non è così buono come invece lo era nelle altre auto, d’altra parte o restare a piedi….

Ormai sono le 13,00 passate e finalmente riesco ad arrivare con Israel sulla spiaggia di Guardalavaca, il mare è bellissimo (come sempre), specialmente nelle stagioni invernali noto una particolare limpidezza nelle acque rispetto all’estate, quando probabilmente maree, correnti o cose varie rendono l’acqua più torbida.

In ogni caso Playa Guardalavaca è sempre la stessa, con le palme e altri tipi di albero sulla spiaggia, i piccoli punti di ristoro dove si può mangiare e bere a pochi metri dal mare, il noleggio delle attrezzature sportive, (patino, canoa, catamarano a vela etc. ) ed è una delle poche spiagge di Cuba dove si vedono sia Cubani che turisti, non ho mai visto l’oceano mosso in questa spiaggia, non so se per fortuna o perchè essendo in un’insenatura rimane più protetta.

L’acqua secondo mio cognato è fredda, secondo me è …Perfetta, forse un paio di gradi in più rispetto alla temperatura del nostro mare in estate; un’altra cosa che fa impressione è che nonostante la zona sia affollata di turisti, sulla spiaggia non ci siano problemi d’affollamento, anzi sembra quasi che non ci sia nessuno se paragonata per esempio a Viareggio d’estate…

Decidiamo di prolungare la nostra permanenza in spiaggia fino alle 17,00 per recuperare un pò del tempo perduto nella mattina, Yani al mercatino locale riesce a trovare e a comprarmi una bella bandiera Cubana che cercavo da tempo, deciderò dove attaccarla quando ritornerò a casa.

Dopo aver mangiato, preso il sole e fatto il bagno ripartiamo verso Pueblo Nuevo, il viaggio si svolge senza intoppi, in auto la sonnolenza colpisce un pò tutti escluso il conducente, alle 18,30 arriviamo a casa abbastanza stanchi, ma non abbastanza da farsi una doccia e ripartire verso un’altra meta.

El Mirador de Mayabe Sempre per poter sfruttare l’auto il più possibile, e anche per far riposare mia suocera che cucina ininterrottamente da una settimana, decidiamo di andare a cenare al ristorante del Mirador de Mayabe.

Il Mirador è uno dei posti più belli di Holguin, si tratta di una collina da cui si può ammirare una buona parte della città ed è famoso anche, come già avevo scritto sul primo diario, per la storia ( vera ) del burro que toma cerveza ( l’asino che beve la birra ), per quanto riguarda il panorama e il “burro” è meglio visitarlo di giorno, il ristorante però è molto bello anche di sera, circondato da un giardino con tutti i tavolini, tra l’altro al contrario del giorno, quando i pulmann “scaricano” centinaia di turisti riempiendolo, la sera non c’è quasi nessuno quindi si può mangiare con la massima tranquillità.

Ci facciamo portare un bel piatto di pollo fritto con Mariquitas ( la “Banana” verde tipica del luogo, fritta dopo essere stata tagliata a fettine sottili, così da assomigliare come sapore ad una patatina ), nel frattempo Israel ci racconta che il primo “Burro” è deceduto e che adesso lo sostituisce il figlio, gli chiediamo di raccontarci com’è morto il “padre”.

La storia di “Pancho” Durante il giorno i turisti sono fatti avvicinare all’asino con una bottiglia di “cerveza”, dopo che hanno appoggiato la bottiglia al lato della bocca, il “burro” se la scola tutta di un fiato. Forse a causa di un eccesso di “performances” un giorno il “burro” iniziò a scappare scendendo per la ripida strada che porta a Holguin, completamente ubriaco, scontrandosi così con un’auto che saliva per arrivare al Mirador, l’impatto fu fatale.

Pare comunque che il figlio sostituto se la cavi benissimo, seguendo le “orme” del padre, speriamo che non si ubriachi anche questo! Nonostante il buio, dal Mirador si riescono a distinguere bene i punti meglio illuminati di Holguin, risaltano per esempio la scalinata della Loma de la Cruz, dove eravamo stati la sera prima, e si nota benissimo lo stadio di Baseball “Calixto Garcìa” illuminato dai riflettori, poiché si sta giocando una partita del campionato Cubano.

Dopo una breve passeggiata per i giardini del ristorante, ritorniamo verso casa, lasciamo l’auto nel garage di un vicino di casa, che ce lo ha messo a disposizione per un C.U.C. Al giorno.

5 Gennaio 2006 : Ancora Playa Guardalavaca ( senza intoppi ) … E poi di nuovo a piedi Visto che non sappiamo se ci troveranno subito un’auto una volta restituita questa, decidiamo di approfittare per ritornare a Guardalavaca per il secondo giorno consecutivo, questa volta non ci sono intoppi ad ostacolare il nostro viaggio, ci fermiamo lungo la strada per comprare 2 Ananas, e poi proseguiamo verso Guardalalavaca.

Questa volta sfruttiamo a pieno il sole, c’è tutto il tempo per fare un bagno con tranquillità e poi andare a mangiare, nel pomeriggio ripartiamo verso le 16,00 verso casa, entro le 19,00 devo restituire l’auto e preferisco arrivare con un pò d’anticipo piuttosto che con un pò di ritardo.

Approfitto per soffermarmi un attimo sul lavoro che stanno facendo 2 ragazzi che già avevo notato il giorno precedente, hanno preso un enorme tronco d’albero e lo stanno intarsiando ottenendo delle magnifiche figure di animali, si può rimanere incantati per ore ad ammirare il loro lavoro.

I segni del sole si vedono soprattutto su Alessandra e su di me, ma anche sulla piccola Ylenia, che nonostante sia sempre stata all’ombra coperta dalla crema ultraprotettiva, ha assunto un bel colorito “bronzato”.

I passeggeri in auto sono letteralmente “cotti”, a turno si addormentano tutti, a partire dalla piccolina fino ad Israel accanto a me, io intanto mi fermo in un punto dove ho visto all’andata una vecchia locomotiva a vapore per fare qualche foto. Intorno alle 17,30 arriviamo a casa, facciamo scendere Yani, Ylenia e Alessandra, mentre io e Israel andiamo a riportare l’auto al centro della Cubacar in Parque Calixto Garcìa.

Il ragazzo ritirandoci l’auto ci spiega che ancora non si è liberata nessun tipo di auto, e quindi è costretto a ritirarci questa anche perchè il lavoratore della Cubacar a cui è assegnata, deve tornare a Ciego de Avila il giorno seguente, mi assicura comunque che continueranno a fare tutto il possibile e che la prima vettura che si libera sarà data a me, visto tra l’altro che ho intenzione di noleggiarla per 3 settimane e che quindi anche per loro è molto più conveniente che affittarla ad un turista che la chieda per 1 o 2 giorni. Gli chiedo, per quanto possibile, se c’è la possibilità di riuscire a trovare una piccola Jeep, tipo un Vitara od un Jimny, che nonostante abbiano in pratica il solito prezzo dell’Atos della Hyundai, sono molto più adatte per le strade locali, dato che montano gomme più robuste e ammortizzatori più adeguati. Il ragazzo della Cubacar concorda in pieno con me… Speriamo che riesca a trovarla! 6 Gennaio 2006: “Elettrodomestici” Cubani Visto che momentaneamente siamo “a piedi” mi soffermo un attimo su 2 importanti “elettrodomestici” Cubani, uno è il “Fogòn de petroleo”, una specie di fornellone a petrolio, molto efficiente, anche se ha lo svantaggio di lasciare un consistente odore di petrolio per la casa, è alimentato da una stagnina contenente petrolio che è agganciata al muro, a circa un metro d’altezza dal fornello.

L’altro è la “macchina da caffè Cubana”, un supporto di legno dotato di un retino, sotto al quale si pone la tazza.

Nel retino s’introduce il caffè e passandoci quindi dell’acqua bollente già zuccherata, si ottiene un’ottima tazza di Caffè Cubano, di sapore similare a quello ottenuto con la moka Italiana, e che ormai per me è diventata un’abitudine “mattiniera” irrinunciabile. Misteri del “Dia de los Reyes”, (Epifania Cubana) Aspettando che arrivi una chiamata dall’ufficio della Cubacar, per dirci che c’è un’auto disponibile, approfittiamo per fare un pò di spesa in centro, ovviamente a piedi.

Oggi è il giorno de los Reyes (il giorno dei re), in pratica l’equivalente dell’Epifania Italiana, è un normale giorno di lavoro però i negozi sono pieni di persone in cerca di giocattoli per i loro bambini.

Il bello è che, provando a domandare a Yusinia, una bambina di 9 anni figlia di una sorellastra di Yani, qual è il significato di questo giorno, lei ammette candidamente di non saperlo, così come penso che non lo sappiano né gli altri bambini e neppure gli adulti, tranne forse quelli più vicini alla religione cattolica.

Il significato delle feste Sante, come il Natale o l’Epifania, a Cuba viene in parte trasformato o stravolto, mi era già capitato di ricevere ad esempio per Natale via e-mail da uno zio Cubano di Yani che vive in Francia, degli auguri di…Buona Pasqua! Probabilmente c’è un pò di confusione sul significato delle varie festività religiose, dovute anche al fatto che le tradizioni arrivate dalla colonizzazione Spagnola prima della fine del ‘800. Nel corso degli anni, si sono “fuse” con le religioni tribali importate con gli schiavi africani, e poi sempre più diluite con il tempo, specialmente durante gli anni dell’accordo di Cuba con l’Unione Sovietica, che probabilmente ha frazionato ulteriormente le varie religioni.

La festività del giorno di Natale, intesa come giorno festivo ufficiale, è stata reintrodotta solo nel 1998, dopo la visita di Giovanni Paolo II, e quindi in questi ultimi 7 anni c’è stata una graduale riapertura alle tradizioni Cattolico/Cristiane, però ai Cubani delle ultime generazioni mancano le nozioni di fondo.

Corsa per prendere l’auto Dopo aver passato la mattinata in centro, ed aver fatto una capatina all’ufficio della Cubacar tanto per sapere se ci fossero novità, ritorniamo a casa.

Il ragazzo dell’agenzia di noleggio auto, mi ha assicurato che non si è scordato di me, tirando fuori dal taschino della sua camicia fogliettino con il numero telefonico dei vicini di casa di Yani: No te preocupe, como hay un carro te voy a llamar enseguida! ( non ti preoccupare, appena c’è un auto ti chiamo subito ).

Arriviamo a casa carichi di borse della spesa e, intorno alle 16,30, riceviamo finalmente la chiamata telefonica dalla Cubacar: Que vengan aquì enseguida!, llegò un carro pero aquì hay como un hormiguero de turistas que quieren alquilarlo! (Venite qui subito!, abbiamo un auto disponibile ma c’è un “formicaio” di turisti che lo vogliono noleggiare!) Il tempo di percorrenza da casa di Yani al centro è di circa mezz’ora, impiego meno di 20 minuti per arrivare al Tocororo, dove ha sede l’ufficio della Cubacar.

L’auto disponibile è ancora una volta un Atos, ma non ho voglia di sottilizzare, sempre meglio che rimanere a piedi! Questa almeno è più nuova di quella che mi avevano consegnato 2 giorni prima, ha percorso 39.000 km, la metà rispetto all’altra e le gomme sono tutte in buono stato, ruota di scorta compresa.

Decido di noleggiarla per 3 settimane. Chiedo comunque al ragazzo se, una volta passata “l’orda barbara” dei turisti, si possa fare il cambio con una piccola jeep.

Mi risponde di si, anzi il suo assistente di lavoro, quello che controlla le auto al momento della consegna e del ritiro, mi dice che nei prossimi giorni dovrà andare in un altro luogo di lavoro e lì ci sono disponibili delle Jeep, mi promette che per Martedì o Mercoledì prossimo, riuscirà a procurarmene una: Gli ho lasciato il mio numero di telefono, in ogni caso mi dice che ha capito dove vivo, conosce la zona e se non riuscisse a contattarmi telefonicamente, verrà di persona per avvisarmi quando è disponibile.

Serata gradevolissima al “1720” Dopo cena, decidiamo di andare al “1720”, un locale che è vicino al Parque Calixto Garcìa.

Si tratta di una discoteca/cabaret all’aperto ricavata in uno stupendo edificio coloniale, l’ingresso è un normalissimo portone di casa, però al suo interno si notano subito uno splendido giardino, infatti nella parte centrale dell’edificio non c’è tetto, contornato da alcune colonne in stile coloniale, salendo per una ripida scala che gira intorno al giardino interno arriviamo ad una terrazza, dove troviamo una piccola caffetteria con dei tavolini.

Al centro della terrazza, dove è sistemata anche la consolle di controllo per le luci e la musica, si vede uno spazio vuoto che sembra destinato per i balli o per qualche spettacolo, e così è. Intorno alle 22,30, inizia ad esibirsi un cabarettista Cubano, che oltre a prendere in giro se stesso e tutte le persone presenti sulla terrazza con battute varie, dà il via ad una serie d’irresistibili barzellette Cubane, in rapida successione.

Meno male che riesco a capire abbastanza quello che dice, nonostante parli molto veloce e in linguaggio callejero (della strada), accanto a se ha messo una sedia vuota dove durante lo spettacolo, le persone che assistono vanno a mettere una lattina di birra o un dollaro, tutti quelli che si dirigono verso la sedia o comunque si muovano attraverso la sala non sono risparmiati dalle “frecciate” del cabarettista.

Curioso l’episodio che capita a me, avendomi identificato subito come turista, prova a chiedermi se parlo Tedesco o Inglese, io gli rispondo che “hablo Español”, il cabarettista così dà per scontato che io sia Spagnolo, quando durante lo spettacolo inizia a raccontare una barzelletta, con la premessa che “gli Italiani sono taccagni”, Yanitza gli risponde: non tutti! A questo punto il cabarettista si rende conto della “gaffe” e mi dice: Ma tu non eri spagnolo? Ed io gli rispondo a mia volta: Mai detto che sono Spagnolo, ho detto che parlo spagnolo! E lui: Pido disculpa! “amici”, e dire che mi aveva anche lasciato un “chavito” en la silla (riferendosi al fatto che poco prima mi ero alzato per potergli lasciare un C.U.C. Sulla sedia).

A quel punto viene verso di me e mi tende la mano, dopo circa un ora e qualcosa di risate a crepapelle, il cabarettista annuncia che tutti i venerdì si trova a fare il suo spettacolo in questo edificio e che gli altri giorni invece fà il suo spettacolo in vari posti , tutti nei dintorni di Holguin.

Credo che andremo sicuramente a vedere qualche altra sua serata nei prossimi giorni.

7 Gennaio 2006: El Frente Frìo La mattina del 7 Gennaio mi sveglio al rumore di una pioggerellina insistente, è arrivato un frente frìo (un fronte freddo), che ha portato un brusco abbassamento della temperatura e la totale copertura del cielo con una pioggerellina insistente, questo è quello che i Cubani di Holguin chiamano “frìo terrible”, la giornata non ci permette di sfruttare l’auto con destinazioni di mare quindi decidiamo che faremo vedere ad Alessandra tutto quello che abbiamo visto di notte e cioè la Loma de la Cruz, el Valle e il Mirador de Mayabe.

La Loma de la Cruz (seconda parte) Questa volta con l’auto arriviamo ai piedi della scalinata, dopo le foto di rito decidiamo il da farsi: Alessandra e Yanitza saliranno la scalinata ( ! ), mentre io, Israel e la piccola Ylenia andremo ad aspettarle con l’auto in cima alla loma.

Quando arriviamo sulla cima le 2 “arrampicatrici” sono ancora a metà della scalinata, faccio quindi a tempo a riprenderle con la mia telecamera mentre salgono.

Il panorama da quassù visto di giorno è ugualmente bello a quello che si può ammirare la notte, con la differenza che di giorno si riescono a distinguere molte più cose, tra cui la piscina, uno degli edifici di Parque Calixto Garcìa e i due grattacieli più alti di Holguin “dieciocho plantas” ( diciotto piani ).

Sostiamo qualche minuto per poter far prendere fiato alle ragazze ( soprattutto a Yani ) e poi ripartiamo con destinazione “El Valle” dove pranzeremo.

El Valle A differenza della prima visita fatta di notte, questa volta si può ammirare lo specchio argentato del lago, nonostante la temperatura piuttosto bassa ( all’incirca dire 16/18° ), un venticello insistente e qualche goccia di pioggia, ci sono alcuni Cubani “temerari” immersi nell’acqua che stanno pescando, noi nel frattempo ci ripariamo dietro ad una di quelle caratteristiche “casupole” che di notte sono utilizzate dai Cubani per gli “approcci amorosi”, che invece in questo caso ci riparano più che dagli occhi indiscreti, dal vento insistente.

Questo è un locale soprattutto per Cubani, quindi non è che ci siano da scegliere moltissime cose da poter mangiare, quel poco che c’è però è buonissimo, come il pollo, gli immancabili “Tostones” e il “Jamòn”, qualcosa di vagamente somigliante al nostro prosciutto cotto.

Dopo aver mangiato decidiamo di fare l’ultima tappa del nostro programma giornaliero, tornare al Mirador de Mayabe.

Panchito, el burro que toma cerveza Ho già parlato del Mirador come posto panoramico e per l’ottimo ristorante, questa volta però voglio verificare la storia del “Burro que toma cerveza”.

Nel lontano 1998, quando mi sposai con Yani e venni per la prima volta al Mirador, mi ricordo che vidi di sfuggita il famoso asino, in quel caso si trattava di Pancho, il padre dell’attuale asino che invece si chiama Panchito.

Non avevo potuto però vedere con i miei occhi l’asino all’opera e quindi sono particolarmente incuriosito dalla storia, entriamo quindi nel Bar con piscina dove si trova allo stato semi libero il mitico Panchito.

Chiediamo al cameriere del bar come possiamo vedere il Burro all’opera e lui stesso ci accompagna, ci porge un bicchierino di plastica dove versiamo una lattina di birra e poi uno per volta ci avviciniamo a Panchito, porgendogli il bicchiere.

Il risultato è impressionante, l’asino se lo scola tutto fino all’ultima goccia! Dicono che il padre abbia raggiunto la ragguardevole cifra di 46 lattine di birra in un giorno, vedo che comunque il figlio promette bene…

8 Gennaio 2006: Giornata tranquilla a Playa Guardalavaca, con breve visita a Playa Pesquero Dopo la giornata “fredda” di ieri, oggi il sole torna a far capolino tra le nuvole, la temperatura rimane però sempre piuttosto bassa a causa di un vento insistente.

Decidiamo di tornare a Playa Guardalavaca, non ci sono cose o episodi particolari da segnalare, tranne la visita a Playa Pesquero; sulla via del ritorno a casa, infatti, decidiamo di far vedere ad Alessandra questa zona che negli ultimi anni si è espansa notevolmente.

La spiaggia è bella più o meno come quella di Guardalavaca, la differenza è che mentre qui ci sono solo Hotel e Residence turistici All Inclusive e quindi non ci sono punti di ristoro a pagamento dato che i clienti delle varie strutture possono consumare a piacere con il loro “braccialettino” presso tutte le strutture del loro Hotel fino alla spiaggia, a Guardalavaca invece si può tranquillamente “consumare” pur non essendo alloggiati in nessun albergo.

In questo modo, Playa Pesquero diventa così una struttura ad uso esclusivamente turistico.

9 Gennaio 2006: Bayamo Il 9 Gennaio decidiamo di andare a visitare Bayamo, che s’incontra nella provincia di Granma, a circa 70 km da Holguin, la città è una delle più importanti di Cuba per vari motivi.

E’ la seconda città fondata a Cuba nel 1513, qui è nato colui che ha liberato Cuba dalla schiavitù, Carlos Manuèl de Cèspedes, uno dei promotori della prima rivoluzione contro il colonialismo Spagnolo, durante il periodo dal 1869 al 1873 è stato il primo presidente della neonata Repubblica.

In questa città inoltre il 10 d’Ottobre del 1868, durante la prima rivolta di Bayamo contro gli Spagnoli è stato composto l’inno nazionale Cubano, “la Bayamesa” o inno di Bayamo, da Pedro “perucho” Figueredo, logico quindi che anche se non molto conosciuta dai turisti sia una città importantissima per i Cubani, dichiarata monumento nazionale.

Percorriamo la strada verso la provincia di Granma, dove incontriamo i cartelli che segnalano il cambio della provincia stessa.

Il centro della città mi piace, rispetta i caratteri tipici dell’urbanizzazione coloniale, con la piazza principale, un corso per i pedoni, la cattedrale e la casa Natale di Carlos M. Cèspedes, che purtroppo però oggi è chiusa.

Non ci sono certo molte altre attrattive turistiche, anche se a Bayamo si respira la storia di Cuba. Ci fermiamo a pranzo in un Paladàres nelle vicinanze, “il Polinesio”, dove mangiamo dell’ottima carne di maiale, accompagnata da Congrì e insalata mista.

Durante il ritorno ci fermiamo a Cacocum per prendere un rinfrescante Guarapo Frìo, ottenuto dalla spremitura della canna da zucchero con l’aggiunta di ghiaccio.

10 Gennaio: Cayo Bariay Nel libro “Con Cuba nel cuore” avevo parlato di una mia visita a Playa Blanca, vicino a Cayo Bariay, fatta nel 1998. Avevo già scritto che questo punto è segnalato con una targa come primo sbarco di Colombo nel nuovo mondo, il 27 di Ottobre del 1492.

Oggi invece andiamo a visitare proprio il Parco di Cristoforo Colombo, dove sono stati ricostruiti, in parte con materiali originali e in parte con repliche, le capanne degli Indios originari, le statue che simboleggiavano gli idoli locali, i fortini che avevano costruito gli Spagnoli, una volta colonizzata l’isola, per controllare le coste.

La giornata purtroppo non c’è d’aiuto, il cielo è coperto e una pioggia a tratti scrosciante ci accoglie al parco.

Il nostro giro inizia con una piccola carrozza a cavallo che ci accompagna alla ricostruzione di un fortino spagnolo, trovato sul posto e restaurato in parte con il legno originale, subito dopo la guida ci spiega nella capanna india che costituisce il centro informativo, la storia dello sbarco di Cristoforo Colombo, c’insegna il punto dove s’intravedono le 3 montagne che Colombo utilizzava come punto di riferimento, la prima assomiglia ad un seno femminile ed è chiamata Mezquita de Colòn, la seconda assomigliante ad una sella, chiamata appunto la silla, e la terza simile ad una spianata rialzata chiamata il cerro.

Gli addetti del parco ci mostrano la bandiera che fu piantata dalla spedizione di Colombo e dei cenni sull’origine degli abitanti locali, dopo una breve presentazione del parco, il nostro giro continua con la carrozza a cavallo fino alla casa del Guardabosco.

Qui ci offrono un caffè fatto con la tipica macchina Cubana, (la stessa che utilizza mia suocera), e ci fanno assaggiare il latte di cocco. Siamo costretti a soffermarci nella casa per un’ora buona a causa di un violento rovescio di pioggia.

Visto che il tempo continua ad essere inclemente, ci è concesso di prendere l’auto lasciata nel parcheggio per continuare a visitare il parco. La nostra tappa successiva è il ristorante che si trova su un punto rialzato del parco e che permette di ammirare sia le 3 montagne che il punto nel mare, segnalato da una boa a forma di caravella, dove Colombo lasciò le tre imbarcazioni per approdare a terra.

A parte il tempo, il panorama ed il parco sono meravigliosi, decidiamo di fermarci presso il ristorante del parco, situato su una collina che domina il panorama.

Dopo aver mangiato un ottimo pollo con papas fritas, Congrì y Mariquitas, proseguiamo scendendo verso la costa dove in un largo spiazzo è stato costruito un monumento. Il monumento è composto da alcune colonne in stile coloniale poste a formare un triangolo raffigurante la prua di un’imbarcazione che penetra in un cerchio composto invece dalle statue degli Dei Indios; il monumento raffigura l’incontro tra l’Europa (rappresentata con un triangolo) e l’America (rappresentata con un cerchio).

La nostra visita prosegue adesso verso il museo archeologico dove possiamo vedere alcuni reperti e utensili utilizzati dagli Indios, e quindi si conclude con il nostro ritorno a casa.

Serata alla discoteca “El Bosque” Per salutare Alessandra, decidiamo di passare l’ultima serata alla discoteca dell’Hotel “El Bosque”, insieme a noi ci sono anche Israel, Alina e suo marito Alipio e la “Showgirl” Leidy, la serata trascorre piacevole ed allegra, perfino io che di solito sono sempre “compassato” decido di fare qualche pazzia, credo che sia il modo migliore per far trascorrere l’ultima notte Cubana di Ale.

11 Gennaio 2006: Alessandra torna in Italia Intanto le 2 prime settimane sono letteralmente “volate” ed è arrivato il momento di salutare Alessandra, nella mattinata io e Yani l’accompagniamo a fare gli ultimi acquisti in centro e dopo aver fatto le foto di rito e pranzato, l’accompagniamo all’aeroporto “Frank Paìs” Di Holguin.

Ci sarebbe piaciuto farle vedere qualcosa di più in questo suo primo viaggio, ma credo che in ogni caso per lei sia stata senz’altro un’esperienza diversa dalla solita vacanza e credo anche piacevole, ciao Ale, ti aspettiamo a Holguin! Capitolo 4.

Inizia la nostra 3a settimana di permanenza 12 Gennaio 2006: Il mio compleanno a Cuba Per la seconda volta nella mia vita, riesco a passare il mio compleanno a Cuba. In realtà la festa inizia agli ultimi minuti del 11 Gennaio.

Tornati dall’Aeroporto per accompagnare Alessandra, mi sento una stanchezza addosso che mi direbbe di andare a letto quasi subito, in casa però c’è un’aria strana, si è riunita tutta la famiglia e fanno letteralmente a gara per tenermi sveglio, cercando di farmi parlare dell’Italia o di qualsiasi altra cosa. Pochi minuti prima della Mezzanotte, sento un suono di chitarra subito seguito da un canto d’auguri, Arminda è andata a cercarmi un vicino di casa, noto per le “stornellate” con la chitarra ai compleanni e alle varie feste, facendomi quindi una grande sorpresa.

Nel pomeriggio successivo invece ricevo la festa vera e propria, con una colossale torta fatta preparare da Arminda, il ritorno dello stornellatore chiamato “guajiro” (contadino) che accompagnato da sua moglie si esibisce in alcune canzoni tradizionali Cubane.

Per ultimo sono “mascherato” ben bene con cappellino e occhialini finti, per una festa di compleanno mai ricevuta neppure in Italia quando ero piccolo, grazie a tutti! 14 Gennaio 2006: Visita a Las Tunas da zia Ana Dopo un giorno di “riposo”, Sabato 14 Gennaio andiamo a fare la tradizionale visita a zia Ana a Las Tunas.

Partiamo la mattina poco prima delle 8,00, la distanza di circa 80 Km tra le 2 città richiede circa 1 ora e 20 di tempo, intorno alle 9,30 arriviamo a casa della zia che come ci vede inizia a piangere dalla contentezza.

Ci indica un “guanajo” (tacchino), che sarà “l’invitato speciale” per il pranzo, il povero animale farà una brutta fine di lì a poco, in compenso il sapore è buonissimo…

La casa di zia Ana è un pò fuori dal centro di Las Tunas, vicino al mercato agricolo e alla stazione ferroviaria, mi piace sedermi sul patio della sua casa perchè da lì si può vedere il fermento delle persone che vanno e vengono dal mercato con i loro sacchi pieni di verdure. Ogni tanto si vede passare qualche treno, dal piccolo treno locale chiamato Pocholo, al treno nazionale, quello che copre dall’estrema provincia orientale di Santiago alla capitale La Habana all’estremo occidente (20 ore circa di percorrenza per un migliaio di chilometri!).

Dopo aver passato tutta la mattina e una buona parte del pomeriggio, intorno alle 19 facciamo ritorno a Holguin, ascoltando la radio dell’auto sento che Holguin è in festa perchè la locale squadra di calcio ha vinto il campionato nazionale per la prima volta nella sua storia, la città sta aspettando che i giocatori ritornino dalla trasferta di Santiago di Cuba per poterli festeggiare, la mattina stessa sul quotidiano locale “Ahora” era apparso un articolo eccezionalmente in prima pagina, dedicato alla squadra di calcio Holguinera, in odore di vittoria del campionato.

15 Gennaio 2006: Giornata transitoria La mattina del 15 Gennaio decido di farmi una bella passeggiata a piedi per Holguin, è domenica e vado prima vicino allo stadio di Baseball dove si sta svolgendo il mercato alimentare settimanale, poi vado fino al Parque Calixto Garcia, dove è in corso un’esibizione di pattinaggio, decido quindi di arrivare a piedi fino alla base della scalinata della Loma de la Cruz, dopo di che ritorno a casa dopo un giretto di circa 3 ore di camminata.

Langosta a pranzo Mia suocera c’è riuscita! Dopo aver tanto cercato è riuscita a procurarsi 8 gigantesche aragoste fresche al prezzo complessivo di 20 C.U.C. (circa 19 euro), gli enormi crostacei sono già in pentola, destinati ad un pranzo che in Italia mi sarebbe costato circa 250 euro… 16 Gennaio 2006: Cambio di macchina Mentre a Holguin inizia la settimana della cultura, con artisti e gruppi musicali che si esibiranno per tutta la settimana nei locali e nelle piazze di Holguin, finalmente sono contattato per poter cambiare la piccola Hyundai Atos con una più adatta Suzuki Vitara, anche questo quindi è un giorno transitorio ma da domani cercheremo di sfruttare il più possibile la jeep, in maniera da poter andare ancora qualche volta in spiaggia e magari visitare qualche altra zona dell’oriente Cubano.

17 Gennaio: Playa Guardalavaca Approfittando della jeep, e soprattutto della bellissima giornata decidiamo di ritornare a Playa Guardalavaca; insieme a me, Yani, la piccola Ylenia ed Israel si aggiunge l’amica di Leidy, che assicurerà il divertimento.

Sfruttiamo tutta la giornata, approfittando del clima dolce ed una leggera brezza che soffia dal mare, sulla spiaggia s’iniziano a vedere dei piccoli Cangrejos ( granchi ), che iniziano a depositare le uova nella sabbia della spiaggia scavando dei veri e propri Tunnel.

Nel pomeriggio restiamo in “ammollo” fino alle 16,30 e ripartiamo circa 40 minuti dopo ancora “umidi” con destinazione casa.

Serata da “scapoli” Su insistente richiesta di Yani, decidiamo di passare il dopo cena a gruppi divisi, gli uomini da soli e le donne pure.

Israel ed io ci dirigiamo verso il Parque Calixto Garcìa, dove incontriamo altri amici di Israel, a quel punto decidiamo di passare la serata a La casa de la Trova, tipico locale ricavato da uno dei tanti palazzi coloniali che circondano Parque Calixto Garcìa, dove si svolgono varie attività musicali.

Seduti ad un tavolo, davanti ad una bottiglia di Ron (per Israel ed i suoi amici) ed una lattina di Malta (per me), una bevanda gassata analcolica, passiamo un allegra serata, allietata da un gruppo musicale che proviene da una località vicina, i Son de Nipe.

18 Gennaio: Altra giornata transitoria Data la sveglia in tarda mattinata, dovuta alla “notte brava” precedente, decidiamo di non fare niente di particolare. Intorno all’ora di pranzo, io e Yani approfittiamo del momento di calma e della bella giornata per tornare al Valle, questa volta però da soli, senza Ylenia e senza altri parenti.

Ci sediamo ad un tavolino, di fronte alla vista del piccolo lago artificiale dove alcuni giovani velisti stanno approfittando del clima favorevole. La cameriera ci porta del Pollo fritto, Congris, un’ottima insalata mista con pomodori e cetrioli e delle bolitas de queso, delle piccole palline di formaggio coperte da una pastella dolce e passate velocemente in padella. E’ in programma per il giorno seguente la visita a Santiago de Cuba, la seconda città come grandezza di tutta Cuba. Capitolo 5.

Tra Santuari, spiagge, caserme, Comandanti in capo, pentole e fornelli elettrici 19 Gennaio: Santuario del Cobre La giornata del 19 Gennaio inizia con la sveglia alle 5,00 del mattino, dobbiamo fare circa 150 Km per arrivare fino a Santiago di Cuba, ma prima di arrivare a Santiago dobbiamo fermarci 15 km. Prima al Santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, (Santuario della Vergine della Carità del rame). Il santuario è la chiesa più importante di Cuba, grazie alla statua della Madonna che si trova all’interno della chiesa stessa.

Questa statua, era la chiglia di qualche imbarcazione Spagnola affondata in chissà quale situazione. Fu trovata in mare da alcuni pescatori, che in seguito la trasportarono nella località del Cobre dove poi fu costruita la cattedrale.

Il 10 Maggio del 1916, la “Virgen del cobre” è proclamata patrona di Cuba dal Papa. Il 24 Gennaio del 1998, durante la visita di Giovanni Paolo II a Cuba, la stata è trasportata in piazza Antonio Maceo (conosciuta come Plaza de la Revoluciòn) a Santiago. Nel corso della Messa celebrata dal Papa stesso, è incoronata con una corona d’oro. In questa Cattedrale si riuniscono migliaia di visitatori, Cubani e non, ma soprattutto Cattolici e non, perchè la Vergine della carità è riconosciuta come santa anche dalla religione tribale di Cuba, La Santeria, una religione che ha unito gli dei venerati dalle religioni Africane ai nomi dei Santi venerati dalla religione Cattolica.

Santiago de Cuba – Caserma Moncada e Piazza Antonio Maceo Una volta visitato il Santuario, partiamo alla volta di Santiago di Cuba, in realtà io ho interesse a visitare un luogo in particolare, il Cuartel Moncada (la Caserma Moncada).

Santiago di Cuba è la seconda città come grandezza con più di 400.000 abitanti, è anche la 5° città di Cuba ad essere stata fondata nel 1515 dopo Baracoa (1511), Bayamo (1513), Sancti Spiritus e Trinidad (1514), ricopre un ruolo importantissimo nella Rivoluzione del 1959 dei Barbudos guidati da Fidel Castro, ma anche nella prima rivoluzione, quella dei Mambises, ovvero gli abitanti Criolli di Cuba che lottavano per liberare Cuba dal Colonialismo Spagnolo, prima durante la guerra dei 10 anni (1868/1878) e poi in seguito in quella finale dal 1895 al 1898.

Proprio durante quest’ultima si distinse in particolare il Generale Antonio Maceo, valoroso combattente ed eroe nazionale, nativo di Santiago, che ottenne numerosi successi sulle truppe Spagnole prima di morire in combattimento il 7 Dicembre del 1895 a San Pedro, nei dintorni dell’Avana.

Non a caso a quest’ultimo è dedicata la Plaza de la Revoluciòn, chiamata anche con il suo nome, ed innumerevoli monumenti nella città di Santiago e in tutta Cuba.

La caserma Moncada invece è il simbolo dell’inizio di un’altra Rivoluzione, quella che ha portato Cuba alla situazione attuale.

All’alba del 26 Luglio del 1953 un manipolo di studenti universitari capeggiati dal 27enne Fidel Castro Ruz, tentano un’operazione quasi impossibile, assaltare il Cuartel Moncada, la guarnigione simbolo delle truppe militari del dittatore Fulgencio Batista, attuale capo di stato militare dell’isola. L’operazione, nonostante il coraggio dei giovani ragazzi, fallisce a causa della differenza di potenziale data dagli armamenti e dal numero di persone a favore dei militari Batistiani e anche al fatto che una parte degli universitari che dovevano raggiungere la caserma con le loro auto insieme con gli altri, si smarrirono per le strade di Santiago e non poterono dare il loro contributo alla guerriglia.

Gli universitari dopo varie ore di combattimento, (tuttora sull’ingresso della caserma si vedono i fori causati dalla battaglia), e numerose perdite si dettero alla fuga. Nei giorni successivi all’assalto, furono catturati quasi tutti i partecipanti all’operazione. Molti furono assassinati barbaramente al momento della cattura, Fidel Castro e suo fratello Raul Castro, insieme ad alcuni altri capi dell’operazione furono risparmiati grazie ad un ufficiale Batistiano che li volle far processare regolarmente e quindi furono arrestati.

Anche se questo episodio rappresenta una sconfitta per i neo rivoluzionari, in realtà è il via alla rivoluzione che esploderà con lo sbarco dell’imbarcazione Granma, e il suo manipolo di uomini il 2 Dicembre 1956 sulle coste Cubane.

El Cuartel Moncada, è la prima caserma convertita in una scuola. La data del 26 Luglio, il giorno dell’assalto, è una festa nazionale Cubana..

Per il resto Santiago non mi piace molto, la trovo troppo metropoli come l’Avana e preferisco senz’altro le città orientali più piccole come Holguin, dove ancora il traffico di mezzi alimentati da derivati dal petrolio è ancora molto basso…

20 Gennaio: Giornata di riposo ascoltando il Comandante en Jefe Fidel Castro Approfitto della giornata di riposo dopo la faticosa gita di Santiago, per vedere in Tv la teleconferenza con il Comandante Fidel Castro.

Bisogna ammettere che a scapito dei suoi quasi 80 anni che compierà il 13 Agosto del 2006, il Comandante è sempre in gamba ed arzillo e riesce ancora a parlare per diverse ore consecutive.

La teleconferenza si occupa in questo caso del problema energetico di Cuba, il Comandante promette che farà tutto il possibile per risolvere il problema degli apagònes ( le mancanze forzate di corrente ), entro Maggio 2006.

Continua inoltre sostenendo che nei prossimi giorni saranno sostituiti i Fogòn de petroleo (fornelli a petrolio), con delle più moderne piastre elettriche, e sarà data alla popolazione la possibilità di acquistare una pentola a pressione elettrica, il tutto al prezzo (relativamente) popolare di 450 pesos cubani, equivalenti a circa 17 euro in totale.

Lo sforzo proseguirà con la sostituzione nei prossimi mesi dei vecchi frigo che ancora si trovano nelle case dei Cubani, con nuovi frigo a consumo ribassato, dati anche questi a prezzi più bassi di quello d’acquisto reale, vedremo se questi sforzi nei prossimi mesi poteranno benefici alla popolazione Cubana.

21 Gennaio: Gibara e Playa Caletònes Dopo la giornata di riposo, oggi andiamo a fare un giro passando per Gibara e in seguito arrivando fino a Playa Caletònes. Insieme con me, Yani e la piccola Ylenia, si aggiungono Alina, suo figlio Andro e il marito Alipio.

Gibara è una città di pescatori, è consigliabile visitarla per comprare dell’ottimo pesce, che può essere assaggiato anche in uno dei Paladares (ristoranti familiari) della città. Da un punto rialzato della città si può godere di un magnifico panorama.

Arriviamo in città dopo circa mezz’ora di viaggio, la giornata è variabile con sole alternato a nubi e con un fortissimo vento, che fa schizzare le onde del mare in alcuni punti fino alla strada costiera.

Dopo un altro mezz’ora di strada sterrata ( che fortuna aver noleggiato una jeep 4×4…) arriviamo a Playa Caletònes.

Anche questo è un piccolissimo villaggio di pescatori, ci sono 2 piccolissime spiagge divise da scogli neri dove il mare s’infrange con violenza. Sulle spiagge invece, per effetto delle insenature, il mare arriva con più dolcezza. Il tempo variabile dà un colore ancora più contrastato all’oceano. Mentre sto scattando delle foto, si avvicina al nostro gruppo un signore del posto avvisandoci che ha un piccolo paladàr lì vicino e che se vogliamo con 6 c.U.C. A testa, bevande escluse, si può mangiare pesce o carne di tartaruga.

Vista l’ora diciamo di sì e dopo circa 40 minuti ci chiamano per poter andare a mangiare, io ho preso il Pargo, un tipo di pesce in questo caso fatto alla griglia, mentre gli altri hanno preso le bistecche di Jicotea (tartaruga), provo ad assaggiare questo tipo di carne e devo dire che a parte “l’effetto” strano che può fare mangiare carne di tartaruga, l’aspetto è simile a quello della carne di vacca, mentre il sapore è buono anche se non saprei a che tipo di carne associarlo.

Dopo essersi “abbuffati” di delizie, facciamo ritorno verso casa.

Cambio degli elettrodomestici Come Promesso in televisione 2 giorni prima dal Comandante en Jefe, è iniziata la distribuzione dei nuovi elettrodomestici. Và in pensione il glorioso Fogòn de Petroleo, sostituito da un più moderno Fornello elettrico che apparentemente consuma di più, ma se utilizzato con le pentole adatte (fondo piano e spesso) promette tempi di cottura molto rapidi, contemporaneamente è data una Pentola a pressione Elettrica, anche questa con il vantaggio di consumare meno acqua per cucinare e quindi di scaldare molto rapidamente, vedremo nei prossimi mesi come i Cubani si troveranno con i nuovi elettrodomestici.

Per quanto riguarda mia suocera, dopo il primo giorno di “scetticismo”, una volta trovato il sistema giusto di regolazione, e dopo che le ho regalato una pentola nuova fiammante con un bel fondo spesso per poter spandere il calore, adesso è più che contenta per i risultati ottenuti.

23 Gennaio: Playa Santa Lucia Dopo un altro giorno di riposo, decidiamo di partire presto per Playa Santa Lucia, in provincia di Camaguey, a circa 170 Km da Holguin.

Sinceramente devo dire che nonostante la gran pubblicità fatta sulle guide turistiche alla spiaggia, non è all’altezza di Playa Guardalavaca, forse per colpa in parte delle mareggiate avute nei giorni precedenti, la spiaggia è piena d’alghe, e nonostante la temperatura tiepida dell’acqua ed il bel colore del mare, non sono riuscito a bagnarmi più alto dell’altezza del costume da bagno, a causa delle numerose alghe depositate sul fondo.

A parte questo però, quello che mi ha deluso di più è che Playa Santa Lucia è improntata soprattutto sul turismo straniero. Si tratta di una striscia di terra, lunga qualche Km, costeggiata al mare, dove troneggiano 4 o 5 strutture alberghiere internazionali.

Negli unici pezzetti di spiaggia libera, la spiaggia non è pulita e per mangiare qualcosa mangiare si è costretti a rivolgersi ad un Rapido, (una specie di Mc Donald cubano, con piatti già pronti) oppure ad un ristorante, sullo stile Italiano, che pur avendo prezzi accettabili ( se paragonato ad un nostro Ristorante ) sono prezzi ben diversi da quelli che si trovano a Cuba in altri ristoranti dove in ogni caso, si mangia più che discretamente.

Credo che da ora in poi non avrò più voglia di visitare altre spiagge lontano da casa, che mi serva da lezione anche per i miei futuri viaggi a Cuba…

24 Gennaio: Biràn, la Finca della famiglia Castro C’è una cosa rimasta a metà nel mio precedente viaggio a Cuba. Nel 2003, non ho potuto completare la visita alla Finca della famiglia Castro, che si trova a Biràn, un piccolo paese a 70 Km da Holguin.

Riassumo un pò di storia: il padre di Fidel, Don Angel Castro, era uno Spagnolo della Galizia, trasferito a Cuba alla fine del 1800.

Fu espulso da Cuba, insieme a tutti gli Spagnoli che nel frattempo non si erano fatti una famiglia, alla fine della guerra anticolonialista nel 1898.

Ritornò a Cuba come emigrante nel 1900 e poco prima degli anni ’20 si trasferì in questo luogo, dove iniziò la sua attività d’allevatore e coltivatore, qui sono nati Fidel e Raul ed altri fratelli della famiglia Castro, qui Fidel ha passato quasi tutta la sua infanzia prima di andare a studiare a Santiago di Cuba.

Il padre di Fidel Castro, era riuscito a costruire all’interno della Finca: una scuola, un bar, un hotel, un punto di posta e telegrafo, un’area per il combattimento dei galli, l’abitazione della famiglia Castro, un’altra abitazione più piccola che diventò la nuova casa della famiglia quando la prima s’incendiò, l’abitazione della maestra della scuola, l’abitazione della nonna materna di Fidel e una serie di piccoli Bohìos, che erano le abitazioni dei lavoratori Haitiani impiegati nella Finca.

La finca si trova in un punto che allora rappresentava la Calle Real, ovvero la strada che collegava Santiago di Cuba con gli altri paesi Orientali, e quindi la tenuta Castro era una sosta quasi obbligata per chi voleva spostarsi da o verso Santiago, da qui si nota l’intelligenza di Don Angel Castro, nel costruire l’Hotel e il Bar.

La tenuta Castro è ora un museo aperto al pubblico, con tutti i suoi edifici restaurati o ricostruiti totalmente, come nel caso dell’abitazione principale che fu completamente distrutta dal fuoco da una sigaretta lasciata accesa da Don Angel, il tutto è immerso in una valle magnifica piena di pace e di tranquillità.

Israel ed io siamo arrivati intorno alle 13,00, siamo anche gli unici visitatori e quindi la guida del posto ci fa vedere tutto con la massima calma.

Ho notato che la strada per arrivare fin qui è in pessime condizioni e che il museo non è segnalato nè sulla guida né con nessun cartello sulla strada, credo di avere l’idea del perchè della cosa, ma comunque provo a chiedere alla gentilissima guida il perchè, con un sorriso e dopo aver pensato un pò alla risposta, mi dice candidamente che il luogo è una cosa un pò intima per Fidel Castro. Effettivamente io avevo pensato più o meno la solita cosa, come se si facesse di tutto per non far trovare facilmente questo luogo.

Difatti qui non si può dire “ci sono capitato per caso”, perchè perfino l’entrata del luogo sembra l’entrata che và verso la casa di qualche contadino, dalla strada intorno non si vede assolutamente nulla e l’unica maniera per arrivarci è …Sapere che esiste! Una delle prime cose che la guida ci mostra, è la tomba della famiglia Castro, dove sono sepolti i genitori e i nonni materni di Fidel, mi è dato il permesso di fotografare anche la tomba, ma sinceramente non me la sento, mi sembra un luogo troppo personale da fotografare.

La guida ci racconta di com’è orgogliosa di poter lavorare in questo museo a cielo aperto, primo per l’importanza del luogo di lavoro e secondo perchè mi dice: “qui si respira un’aria di tranquillità, è come se questo posto fosse fuori del mondo e ti lascia negli occhi e nella mente una sensazione di pace”, effettivamente devo darle ragione perchè il luogo è bellissimo.

La guida continua il suo giro, ci conduce all’interno di tutti gli edifici, dalla scuola, alla posta, alla casa della nonna fino all’abitazione principale, noto tra l’altro un altra presenza discreta che ci segue ovunque seppur senza far mai pesare la sua figura, si tratta del militare che poco prima aveva chiesto i documenti a me e ad Israel per poter accedere al museo. Del resto tutta la zona deve essere iper controllata, già 3 anni fa quando avevo tentato di poterla visitare trovandola chiusa, poco dopo essere entrato nella finca si avvicinarono 2 ufficiali del Minint che erano di guardia alla tenuta. Dopo circa un’ora, io e Israel abbiamo visto tutto con la massima tranquillità e le spiegazioni più approfondite, anche dei piccoli aneddoti.

La guida mi chiede se voglio firmare il libro delle presenze (certo che voglio, ci veniamo talmente in pochi qui…!) dopo di che la salutiamo ringraziandola e ce ne torniamo verso Holguin, lo stesso Israel che ha visitato la tenuta per la prima volta nella sua vita, è rimasto a bocca aperta da tanta bellezza.

25 Gennaio: Ritorno a Playa Guardalavaca Ormai quello che volevo vedere con l’auto in questo soggiorno a Cuba, sono riuscito a vederlo.

Adesso mi restano gli ultimi 3 giorni di noleggio e approfitto del primo per tornare a quella che ritengo la più bella spiaggia che abbia visto fin’ora a Cuba, considerando la bellezza e la possibilità di accedervi tanto ai turisti quanto ai Cubani.

Ylenia ha qualche linea di febbre e Yani resta a casa con lei, con me invece vengono Alina e Alipio.

Sulla spiaggia ormai posso raccontare ben poco, però la giornata è una delle più belle che abbia visto in questo mese di permanenza, la temperatura non supera nelle ore più calde i 29°, leggermente ventilati, l’acqua dell’Oceano intorno a metà mattina è già tiepida e nel pomeriggio si può addirittura definire calda, ed invita a fare il bagno anche i più “allergici” all’acqua.

Approfitto della giornata per fare il bagno sia la mattina che nel pomeriggio e per prendere un pò di sole, spero di poter tornare ancora una volta prima di lasciare l’auto, comunque intanto mi godo la giornata odierna.

In realtà sta iniziando ad affiorare in me anche un pò di malinconia, sono già passate 4 settimane e adesso ne resta soltanto una di permanenza, sinceramente non sento la minima mancanza dell’Italia, e anche se certo ho piacere di rivedere presto la mia famiglia e i miei amici, mi sento sempre meno Italiano e sempre più vicino a Cuba…

26 Gennaio 2006: Oggi compio il mio 1° anno! Ovviamente la frase è riferita a Ylenia, che compie il suo primo anno a Cuba, non abbiamo programmato per oggi nessuna festa di compleanno, che invece sarà festeggiato il 28 Gennaio con tutti i bambini, visto che il Sabato a Cuba non c’è scuola.

Fervono quindi i preparativi per la festa, sarà preparata una grande torta, sono stati acquistati festoni, cappellini e piccole trombette e tanti giocattoli da distribuire ai bambini che parteciperanno alla festa, intanto a Ylenia sono arrivati i primi regali dalla mamma, dal papà, dalla nonna, dalla sorellastra di Yani e da Leidy, l’amica di Yani.

Buon compleanno Ylenia! 27 Gennaio 2006: Visita a Playa Blanca Siamo arrivati all’ultima giornata di noleggio dell’auto, la giornata si presenta piuttosto nuvolosa e quindi saltano tutti i programmi di fare l’ultima visita a Playa Guardalavaca, intorno alle 10,30 però, mentre Yani e Alina sono andate a cercare qualcosa in centro a piedi, approfitto per prendere la macchina ed andare da solo a visitare Playa Blanca, anche se solo per fare qualche foto.

Playa Blanca si trova a circa 50 Km da Holguin, e fa parte di Cayo Bariay, che abbiamo visto dall’alto visitando il parco di Cristoforo Colombo.

La spiaggia nel periodo invernale è praticamente deserta, sia per il fatto che la giornata è nuvolosa, ma anche perchè questa è una spiaggia dove vanno soprattutto i Cubani e le uniche strutture turistiche su questa spiaggia sono dedicate ai cittadini dell’isola, a pochi chilometri invece si trova Playa Don Lino, che ha anche una struttura 3 stelle a prezzi abbordabili, per turisti stranieri.

Il luogo è molto panoramico, si può ammirare anche da qui la boa di segnalazione che segna il punto di sbarco della spedizione di Colombo e in lontananza sulla costa opposta si riesce a distinguere il parco di Cristoforo Colombo con il ristorante posto sulla cima della collinetta.

In questo luogo sono presenti molte “Cabañas”, piccole residenze utilizzate in estate dai Cubani.

Alla fine della spiaggia, dopo le residenze di villeggiatura per Cubani, piccole capanne poste una accanto all’altra, si trova un monumento con una targa che indica che in quella stessa baia Cristoforo Colombo sbarcò per la prima volta a Cuba. Nonostante la brevità della visita, posso dire che questa spiaggia, che sicuramente non ha la fama di altre spiagge più famose a Cuba, è sicuramente molto più bello di altri, mi viene per esempio da pensare alla visita di pochi giorni prima a Playa Santa Lucia, ben più pubblicizzata, di cui sono rimasto piuttosto deluso.

Restituzione della jeep – il “tam-tam di radio Bemba” annuncia l’arrivo di Haila Dopo la breve escursione a Playa Blanca, il resto della giornata passa nei preparativi per festeggiamento del compleanno di Ylenia con tutti bambini.

E’ arrivata anche l’ora di restituire l’auto all’agenzia di noleggio e quindi intorno alle 17,00 del pomeriggio mi presento al Parque Calixto Garcìa per la restituzione alla Cubacar, da questo momento in poi saremo “appiedati”, anche se obiettivamente sono riuscito a visitare tutti i posti che mi ero prefissato.

In città gira con insistenza la voce che Haila, una cantante Cubana che in questo momento gode di un grosso successo, sia a Holguin e che Domenica 29 Gennaio terrà un concerto nella Plaza Camilo Cienfuegos, sinceramente già durante la settimana della cultura “radio Bemba” aveva diffuso la notizia che Haila si sarebbe esibita in piazza, ma il tutto si era rivelato una “bufala” colossale, questa volta pare che le “fonti” d’informazione siano attendibili e la città è letteralmente in “fremito” in attesa della Star, staremo a vedere se è vero questa volta…

28 Gennaio 2005: Festa di compleanno per Ylenia Come annunciato, oggi si svolge la festa di compleanno di Ylenia, posticipata di Sabato per poter permettere a tutti i bambini invitati di partecipare.

L’orario per l’inizio dei festeggiamenti è stato fissato per le 16,30 a casa di mia suocera. Alle 16,00 sono già presenti una trentina di bambini, e così inizia la distribuzione di caramelle e chewing-gum. La sorella di Yani, passa tra i bambini, facendo pescare a ciascuno un piccolo foglietto dall’interno di un barattolo. Nel foglietto è scritto il nome di un piccolo premio (materiale scolastico, dolcetti e piccoli giocattoli), che poi è consegnato ai “vincitori”.

Scatto qualche foto a Ylenia insieme alla bellissima torta di compleanno prima che inizi il gioco della Piñatta.

La Piñatta è una variante Cubana della Pentolaccia, si costruisce, o si acquista un contenitore in cartone (in questo caso con la forma di un orologio a cucù), che è riempito con giocattoli, articoli per la scuola, dolcetti ed un bel pò di coriandoli. I bambini si pongono tutti sotto alla Piñatta ed alcuni di loro prendono in mano i fili che servono ad aprire il fondo del contenitore.

Cercando di far stare calmi i “contendenti”, un adulto dà il “Via!” alla competizione, ed al segnale scoppia letteralmente una “guerra” non appena si apre il fondo della Piñatta, per accaparrarsi la mercanzia che arriva al suolo, il bello è che oltre ad i bambini, anche qualche adulto sì “impegna” nella ricerca di accaparrarsi qualcosa.

Una volta finita la “guerra” arriva il momento di ripartire la torta e le leccornie varie fra tutti i presenti, quindi dopo circa 2 ore la gente inizia lentamente ad andarsene, penso che difficilmente avremmo potuto organizzare un compleanno migliore in Italia.

29 Gennaio 2006: Haila o non Haila? Ormai sta diventando il tormentone di questa vacanza, dopo la “bufala” della sua esibizione durante la settimana della cultura, anche questa volta di Haila per ora nessuna traccia, qualcuno dice che è stato spostato al 30 Gennaio, qualcun’altro dice che invece il concerto di Haila si terrà a Febbraio, comunque a questo punto una cosa è certa, io non riuscirò a partecipare.

Intanto purtroppo i giorni che mancano al ritorno in Italia cominciano ad essere davvero pochi, io sto cercando assolutamente di non pensare a niente per evitare assati di malinconia, devo dire comunque che attualmente dopo più di 30 giorni passati qui, sono veramente riuscito a “staccare la spina” e a dimenticare completamente i problemi di lavoro Italiani, la “Cubaterapia” funziona, eccome! Sarà veramente dura staccarsi da qui e tornare alla vita di sempre, comunque ancora non è finita, andiamo avanti con il diario.

30 Gennaio 2006: in cerca di souvenir Il 30 Gennaio è il giorno dedicato ad i souvenir, anche se ormai è più una tradizione che una cosa nuova, ormai nei miei 6 precedenti viaggi a Cuba, ho portato un pò di tutto, dai sigari al Rhum, dagli oggettini in legno alle bamboline caratteristiche, quindi sinceramente non c’è niente di particolare da acquistare.

Per me il mio regalo è una bandiera Cubana in formato “Festa Nazionale”, che appena arrivato in Italia vedrò dove appendere, ( sul balcone per il 26 di Luglio? ), e questa volta oltre ai soliti oggettini in legno, porterò un bel pò di Polvorònes ( il nome non poteva essere più azzeccato…), degli ottimi biscottoni con marmellata di Guayaba, che si trovano presso la dolceria di Holguin.

31 Gennaio 2006: Dò i numeri! Proviamo a dare un contesto numerico a questa vacanza: 3 le auto guidate durante i 23 giorni complessivi di noleggio, 2 Hiunday Atos e 1 Suzuki Vitara 2200 km circa fatti in totale per visitare 5 provincie di Cuba: Holguin, Granma, Santiago, Las Tunas, Camaguey 2 inconvenienti durante la vacanza, la foratura della ruota sulla strada per Guardalavaca, e la perdita del tappo della benzina al distributore di Playa Santa Lucia 36 i giorni di permanenza a Cuba comprendendo il giorno di arrivo e quello della partenza 2 i compleanni festeggiati, il mio e quello di Ylenia 9 le volte in cui sono stato al mare, ( con sole o senza…) 7 sono i miei viaggi a Cuba, compreso quest’ultimo dal 1997 a oggi per un totale di 128 giorni in totale 0 (zero!) la voglia di tornare in Italia! Allo stadio di Baseball Calixto Garcìa Durante questo lungo periodo di vacanza, più volte avevo manifestato a Yani il desiderio di vedere una partita di Baseball dal vivo, non sono un appassionato di questo sport, ma giusto per vedere como si vive un evento sportivo a Cuba.

Ci sono state diverse partite in questo mese, ma per un motivo o per l’altro non sono mai riuscito ad andare allo stadio, l’occasione si presenta però proprio all’ultima notte di permanenza a Cuba, allo stadio Calixto Garcìa è in programma l’incontro di campionato Holguin – La Habana.

Allo stadio è presente qualche migliaio di persone, e gli spalti evidenziano larghi spazi vuoti, anche perchè ancora non sono cominciati gli incontri di Play-off, che richiamano un numero maggiore di persone, l’ingresso allo stadio costa 1 peso Cubano, equivalente a circa 2 centesimi di euro! Il clima che si vive all’interno è senz’altro molto più sereno e tranquillo dei nostri stadi di calcio, qui la gente va allo stadio per godersi uno spettacolo e non per ammazzarsi di botte.

Per la cronaca, l’incontro è abbastanza appassionante fino al quinto turno di giocata (in totale i turni sono 9), finchè le 2 squadre riescono ad equivalersi (anche se si nota una certa superiorità tecnica della squadra Habanera), poi gli ospiti prendono il largo e controllano il gioco fino alla fine vincendo per 8-5.

Devo dire che per me questo gioco presenta il difetto di avere troppe pause per il cambio tra difesa ed attacco, le azioni di gioco sono però appassionanti, e una volta “rispolverate” le poche regole che ricordavo sul Baseball, sono riuscito a seguire bene la partita e anche ad esultare per un Home-Run, realizzato dai giocatori Holguineros.

Penso che tornerò a vedere qualche partita, il prossimo viaggio.

1 Febbraio 2006: Fine di un soggiorno Cercherò di risparmiare le inevitabili lacrime dei saluti finali ad amici e familiari qui a Cuba, vorrei invece fare un analisi della vacanza.

Stiamo ormai per imbarcarci sull’aereo che ci riporterà ad 8000 km di distanza e a 30/40 anni di differenza, un vero e proprio salto spazio/temporale.

Ogni volta che vengo via da qui, lascio un pezzo di cuore su quest’isola, e mi resta sempre più difficile tornare in Italia. Sono perfettamente cosciente che anche se ho passato in totale in questi 9 anni quasi 4 mesi a Cuba, sono ancora ben lontano dal percepirne tutte le difficoltà, anche se cerco di vivere questi periodi di soggiorno nella maniera più naturale possibile, il mio regime di vita qui è in ogni caso da persona “milionaria” in confronto allo standard di vita Cubano.

La domanda è sempre quella, “saprei adattarmi a vivere a Cuba, facendo la stessa esatta vita che fa un Cubano?”, credo che sicuramente avrei molte difficoltà, ed è una domanda a cui è difficile rispondere fino a che non la vivi sulla tua pelle.

Non voglio entrare, nel merito dei vari sistemi più o meno funzionali, certamente posso sostenere che se una persona si dà da fare, riesce ad arrivare alla fine del mese, porto l’esempio di Yameli, una sorellastra di Yani, separata, con una figlia di 9 anni a carico.

Ha iniziato a lavorare facendo le pulizie in un salone di bellezza, sacrificandosi contemporaneamente ha seguito una scuola serale per portare avanti gli studi, adesso lavora in un negozio nel Parque Calixto Garcìa, il suo stipendio base è di 235 pesos Cubani, ma ha un extra di 10 dollari in C.U.C., ( quindi in totale quasi 500 pesos Cubani ), il pranzo lo riceve al negozio dove lavora, (e tra l’altro mi dice che di solito avanza sempre qualcosa da portare a casa), cerca di fare una vita normale senza cercare cose che non può permettersi e riesce ad arrivare abbastanza tranquillamente alla fine del mese.

Purtroppo ho visto però anche molti giovani che si lamentano perchè vogliono andare all’estero, attratti dal denaro, vedono i turisti arrivare qua e spendere C.U.C. Senza ritegno e ritengono che basti uscire dal paese per fare soldi a palate, preferiscono andare a comprarsi un paio di scarpe da 25 C.U.C., anziché comprarsene un paio in un negozio in moneta nazionale a 150 pesos (6 C.U.C.).

Come pure ho visto Cubani fare la fila per comprare una coscia di pollo surgelato a 2,5 C.U.C, mentre magari si potrebbero comprare un pollo intero al mercato Cubano a 90 pesos (3 C.U.C.) che senz’altro è molto più buono di quello surgelato e ci mangerebbero ben di più.

Queste sono le contraddizioni di Cuba, anche qui si sta diffondendo la mania che tutto quello che è in vendita nei negozi in C.U.C. È buono, mentre quello che in vendita nei negozi in moneta nazionale è da buttare.

Faccio l’ultimo esempio, Parco Calixto Garcìa al negozio per turisti un piattino in ceramica decorato del diametro di circa 10 centimetri, ha un costo di 5 C.U.C. ( 125 pesos in moneta nazionale), all’angolo opposto c’è un negozio per Cubani dove i soliti identici piattini sono venduti a 40 Pesos in moneta nazionale, vale a dire, a meno di un terzo…

E’ arrivato il momento di terminare qui questo diario, me ne torno ancora una volta nel mio “sviluppato” paese Italiano, lasciando i Cubani alle loro lotte quotidiane e ai loro problemi, so già che sarà una tragedia per me tornare alla mia vita quotidiana, resto solo aggrappato alla speranza di poter tornare qui al più presto…

Nella mia testa, resta il refrain di una canzone Cubana: ¡Cuba que linda es Cuba, quien la defiende la quiere màs! Stefano www.Concubanelcuore.It Stefano Guastella © 2007



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