Cuba, a un passo dal progresso

Non perdete il fascino decadente di Habana Vieja, i panorami della penisola di Pinar del Rio, la case colorate di Trinidad, la musicalità di Santiago, le immancabili spiagge bianche dei cayos, ma soprattutto non perdetevi la gente...
Scritto da: mirkotravel
cuba, a un passo dal progresso
Partenza il: 19/01/2015
Ritorno il: 06/02/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Volo: Per raggiungere l’isola di Cuba esistono numerose alternative. Dall’Italia ci sono alcuni voli diretti per molti degli aeroporti cubani (Havana, Varadero, Santiago, Holguín, Santa Clara) e numerose possibilità di voli con scalo. Il volo non è quasi mai economico se paragonato ad altre mete, ma i prezzi variano davvero molto a seconda del periodo e dell’anticipo con cui si prenota. Un problema da non sottovalutare: è che molti motori di ricerca non considerano minimamente Cuba, quindi per le ricerche serve un po’ di esperienza. Cliccando sull’immagine qui sotto trovate alcuni siti di voli che offrono come destinazione Cuba, ma se vi serve aiuto contattatemi.

Trasporti: Capitolo interessante, anche in questo caso esistono molte possibilità con i loro pro e contro. Affittare un’auto a Cuba è possibile, ma non con i tradizionali rentals. Bisogna affidarsi a quelli cubani e considerare sempre il costo dell’assicurazione obbligatoria da aggiungere in un secondo tempo. Le strade cubane non sono male e, se avete acquistato una buona guida turistica, riuscirete ad orientarvi anche nelle città. Evitate però, di guidare di notte, mi raccomando! I trasporti pubblici, soprattutto i bus per i turisti (chiamati Viazul) sono efficienti e affidabili, ma un po’ cari. Il mio consiglio è quello di affidarsi ad autisti con auto propria: i cosidetti “taxi partigular”. Serve un po’ di dimestichezza con la trattativa e un po’ di pazienza se ne cercate uno diverso ogni giorno, in modo da risparmiare nei “giorni morti”. Oppure serve qualche conoscenza per trovarne uno affidabile e onesto che vi segua tutta la vacanza. A voi la scelta, ma se vi serve aiuto, contattatemi.

Accomodations: Esistono due grandi alternative se decidete di fare un tour di Cuba: le case particular o gli alberghi. Le prime non sono altro che le case private, nelle quali vengono messe a disposizione degli ospiti un certo numero di stanze: il corrispettivo dei nostri “bed and breakfast”. Il mio consiglio è quello di utilizzare sempre questa soluzione: avrete un miglior contatto con la vita cubana e troverete persone con una ospitalità unica. Mentre il prezzo è quasi sempre lo stesso, la qualità della casa cambia radicalmente, quindi o perdete un pochino di tempo a visionarne qualcuna, oppure vi rivolgete a chi c’è già stato e vi parla per esperienza. Durante questo viaggio ne ho visitate diverse anche per avere qualche indirizzo pronto nel caso qualche amico mi chieda aiuto. Lasciando perdere gli alberghi delle grandi catene, presenti nelle località di mare più famose, gli hotel che si trovano nelle città sono davvero carini e ben inseriti. Sono quasi sempre all’interno di palazzi coloniali molto curati, un’esperienza da provare. Ci si sentirà un pochino più distaccati dalla vita di tutti i giorni della popolazione, ma si guadagnerà sicuramente in confort e i prezzi non sono quasi mai esorbitanti. Ho visitato anche numerosi di questi, se vi serve qualche dritta: contattatemi.

Pasti: La cucina cubana non è certo tre le più varie del pianeta… Come dicono loro: “se non ri mangia riso con fagioli, si mangiano fagioli con riso!!” Diciamo che oltre all’onnipresente riso si trova facilmente il pollo, qualche volta il maiale e il manzo (anche se cotto in modo abbastanza mediocre). Se vi piace l’aragosta, allora in questo caso, Cuba sarà il vostro paradiso. Per il resto, non la si può di certo definire una meta gastronomica. L’unico consiglio che mi sento di darvi è quello di mangiare nelle case: sia quella dove alloggiate o quella del vicino, ma affidatevi alle donne di famiglia cubane!! Mangerete sicuramente meglio e ad un prezzo minore rispetto ai ristoranti.

Il viaggio

Lunedì 19 gennaio

Terminal uno inizia l’avventura. Prua verso occidente, un piccolo balzo e siamo in Spagna e poi sull’Atlantico per troppe interminabili ore. (odio i voli lunghi!!) Caldo, ma non troppo, aria umida e pesante: Eccoci a Cuba!

Di colpo tutto rallenta: un’ora per la coda ai controlli di immigrazione, valige nel frattempo scaricate dal nastro e ammassate ovunque e l’immancabile carosello di parenti e amici che vengono a ricongiungersi proprio davanti alle porte dell’uscita. Inizia un altro viaggio. Ma qui in mezzo come faccio a trovare Milly che mi deve portare la sim del telefono? Ecco nel frattempo i nostri amici venuti da Venezia con il volo via Parigi. Ora il gruppo è pronto: io, Roberta, Ivan e Gabry. Trovata anche Milly e il nostro taxi.

Pronti via verso L’Havana! Svegli da 24 ore, “jet leggati” e un po’ spaesati ci avventuriamo ugualmente sul Malecon: il lungomare più famoso di Cuba. Ormai è tardi e anche i cubani sono andati quasi tutti a nanna, giusto il tempo per il primo mojito e seguiamo il loro esempio anche noi.

A domani Habaneros!

Martedì 20 gennaio

La sveglia suona, ma ormai siamo tutti già svegli da un pezzo. In Italia sono le due del pomeriggio e noi siamo ancora “sintonizzati” sul quell’orario!! Troviamo un vero posto cubano dove fare colazione “alla finestra”… Percorriamo a piedi una lunga calle che taglia in due il quartiere di Centro Havana. Uno spaccato di vita di tutti i giorni lontano dal turismo curato che troveremo più tardi in Havana Vieja. Purtroppo, una volta nel Barrio Chino (la Chinatown di Havana), ci scontriamo nuovamente con la dura realtà della vita cubana. Oggi è giorno di pensione e in banca facciamo più di due ore di coda per cambiare gli euro in pesos. Anche questo fa parte della filosofia di viaggiare il più possibile immersi nel luogo!!! Ripartiamo alla scoperta di Habana Vieja. I restauri hanno regalato a questa parte di città un volto davvero orientato al turismo. Plaza Vieja è ormai una piazza curata circondata da edifici dipinti di fresco, e potrebbe appartenere anche ad una capitale europea. Non voglio considerarlo per forza un aspetto negativo: quando è stata creata, aveva il nome di Plaza Nueva ed era il luogo dove la borghesia si incontrava e faceva sfoggio delle sue ricchezze. Le famiglie facevano a gara per il palazzo più bello. Per anni è stata trascurata e impoverita come il resto di Havana e Cuba, oggi invece, io lo interpreto come il simbolo della rinascita e della voglia di cambiamento. Purtroppo il tempo perso in banca ha portato le sue conseguenze e ormai molti luoghi da vedere sono chiusi. Non ci resta che la Bodeguita del Medio ad aperitivo di una serata scoppiettante.

Dopo cena infatti, ci siamo avventurati nuovamente nelle viscere della “città bucaniera” e, guidati dalla musica, ci siamo imbucati alla festa di un artista davvero eclettico. Ci hanno offerto musica, balli e tanto divertimento, il tutto annaffiato dall’onnipresente Ron de Cuba! Ormai però è tardi ed è ora di tornare, domani si lascia Havana e si inizia a scoprire la Isla!

Mercoledì 21

Ieri abbiamo perso molto tempo in banca, stamattina voglio recuperarne un pochino prima di lasciare Havana. Visto che è proprio dietro casa, decido di fare un salto all’università e riesco a trascinare Roby nella mia levataccia. Visitare i campus è qualcosa che adoro fare in ogni città dove vado. Forniscono un buono spaccato del luogo e si fanno spesso incontri interessanti. È un po’ presto, ma ci sono ugualmente alcuni studenti che ripassano sulle gradinate. Solo uno studia su un notebook, gli altri sono tutti fedelissimi alla carta (forse non per scelta) e non c’è nemmeno l’ombra di un tablet. Conosco un paio di professori che mi guidano nella visita di alcuni ambienti, mentre Roberta è sempre fuori al telefono col suo amore… Mi parlano degli stipendi e della situazione economica cubana, della doppia moneta e dei cambiamenti che stanno avvenendo sull’isola. Non voglio entrare nel merito di argomentazioni politiche, ma la situazione è tutt’altro che rosea. Oggi però, mi dicono che è un giorno speciale: in poche ore, proprio in quell’università, arriveranno gli emissari degli Estados Unidos per gettare le basi e trovare gli accordi per la fine dell’embargo annunciata proprio qualche giorno prima della nostra partenza. Davvero un momento particolare per trovarsi in questo luogo.

La visita è terminata, è tempo di tornare verso casa dove incontriamo i nostri compagni di viaggio e Oscar: l’autista che ci scarrozzerà per parte della nostra avventura. Solita colazione alla finestra e poi via si parte. Uscendo dalla capitale passiamo da Plaza de la Revoluciòn: uno spazio immenso e grandioso pronto per qualcosa di grande che forse deve ancora arrivare… Questa è l’impressione che ho avuto in questo luogo.

Appena usciti dalla città il paesaggio cambia immediatamente. Le strade disastrate e piene di smog di Havana lasciano spazio ad un panorama di terra rossa e vegetazione smeraldo. La provincia di Pinar è meravigliosa. Ricorda per molti versi, il continente africano. Il tabacco qui è il re incontrastato, la nostra meta di oggi è proprio una famosa piantagione che fornisce la materia prima per i sigari migliori del mondo. Tra gli amici e i visitatori di questi produttori, ormai da generazioni, ci sono molti nomi noti tra cui capi di stato, attori, musicisti e la guida ci mostra l’album delle fotografie con molto orgoglio. Scoprire il lavoro, la dedizione e il procedimento che c’è dietro ad un sigaro è davvero sorprendente. I paesini di Pinar e Viñales sono due scoperte fantastiche: proprietari di case con una ospitalità unica e feste notturne con cubani pieni di voglia di chiacchierare e scoprire che c’è oltre confine. Vinales ha una concentrazione di baretti, ristoranti e paladares davvero incredibile. Il paesino si riduce a due, forse tre strade, ma i locali sono uno dopo l’altro, c’è quello nuovo, quello vecchio, quello “curato”, quello “partigular” e addirittura il fighetto, decisamente fuori luogo. È in questo allegro villaggio che trascorriamo la serata senza farci mancare nulla: aperitivo, cena, spettacolo di danze e incontro con i musicisti. Dopo alla chiusura della casa della musica infatti, tutti si sono riversati in piazza per continuare a suonare e cantare, il tutto innaffiato dall’onnipresente Rum.

Giovedì 22

La valle di Vinales è un luogo assolutamente da non perdere: una passeggiata a cavallo immersi in una scenografia da film. Le grandi formazioni calcaree che si innalzano dalla vallata ricordano molto la baia di Halong in Vietnam o il golfo di Phi Phi in Thaylandia, ma anziché emergere dal turchese del mare, i Mogotes svettano su distese verdissime di piantagioni di tabacco. La mattina ci si sveglia presto, si esce dalla stanza proprio nel momento dell’alba e inizia lo spettacolo. La nebbia accumulata nelle notte inizia a dissolversi, mentre le pareti rocciose iniziano a colorarsi di arancione. Le tonalità cambiano ogni minuto per almeno mezz’ora, fare colazione comodamente seduti davanti a questa meraviglia è una delle sensazioni più belle provate durante questo viaggio. Terminato il pasto è ora di salire a cavallo per una bella passeggiata immersi in questo luogo magnifico. Lasciato il villaggio e le ultime case si viene catapultati indietro di altri 20 anni, il secondo salto indietro nel tempo da quando siamo partiti. Nella vallata non ci sono ne abitazioni, ne mezzi a motore: si incontrano solo campi di tabacco, alberi tropicali, palme, cubani a cavallo, qualche maiale e i contadini che curano i campi con strumenti che nei nostri paesi sono ormai abbandonati da oltre un cinquantennio. Purtroppo il relax di questa mattinata prima o poi doveva finire, nel pomeriggio rientriamo verso il caos dell’Havana dove arriviamo in serata. Sembrano due paesi, anzi due mondi completamente diversi, ma in realtà si trovano solamente a duecento chilometri di distanza. Lo smog si impadronisce nuovamente della gola, ma per fortuna anche la musica e l’atmosfera di festa della capitale tornano nei nostri cuori. Sarà una toccata e fuga di una notte, ma riuscirò ugualmente a socializzare con un gruppo di cubani che cantano e festeggiano per i fatti loro in Plaza de Armas e a farmi offrire un po’ del loro rum.

Venerdì 23

La mia sveglia suona all’alba, adoro scoprire la città che si sveglia piano piano e la luce bassa che illumina prima i tetti e poi scende fino alle strette calles. Spesso mi alzo prima degli altri per assistere a questo show, è un po’ un rituale per me che mi permette di respirare in solitaria il luogo che mi ospita. Colazione come sempre lontano dai turisti… Massimo 5 o 6 pesos nacional (20cent di euro) alle solite finestrelle che offrono oggi questo e domani quello a seconda di quello che hanno. Riesco anche a trovare il tempo per il primo taglio di capelli e barba del viaggio. Rientro a casa e si parte per il vero tour esplorativo dell’isola.

La prima tappa è la Finca Vigia: la tenuta acquistata da Hemingway che dopo aver soggiornato per anni all’Ambos Mundos, necessitava evidentemente di maggiori spazi fuori città. Il viaggio continua verso la Baia dei Porci dove riesco a ritagliare il tempo per un’immersione, mentre gli altri rosolano al sole. Era da tanto che non facevo un tuffetto in un mare tropicale e vista la bellezza che ho trovato mi chiedo io perché… Temperatura dell’acqua a 26 gradi, ingresso in acqua da riva senza bisogno di gommoni e barche e appena messa la testa sotto subito una meraviglia. A pochi metri da riva, appena il plateau inizia a scendere c’è il relitto di una piccola imbarcazione che è diventata l’habitat naturale per tantissimi pesci. Vediamo pesci leone, murene, barracuda, una granchio gigante e tantissimi altri pesci di barriera. Non male come primo incontro col mare caraibico. Il nostro viaggio continua poi fino a Cienfuegos dove ci fermeremo una notte. Ivan è già stato qui undici anni fa e appena entrati in città i suoi occhi si sono illuminati come lanterne. Questa città è particolarmente viva e Ivan conosce già tutti i locali, aperitivo con l’immancabile mojito, cena a casa e poi via con la movida cubana.

Sabato 24

Malgrado l’ora tarda di ieri, anche oggi riesco ad alzarmi presto, complice forse il fuso orario favorevole. Non è proprio l’alba, ma ho comunque tutto il tempo per scoprire questa cittadina davvero carina. La piazza è davvero notevole, riesco a visitare il teatro e poi i perdo tra le bancarelle di un mercatino. Voglio raggiungere il cementerio, mi incammino a piedi, ma poi cedo alla tentazione di salire su un “taxi” trainato dal cavallo e per fortuna, visto che la strada da fare è ancora molta. Devo essere sincero, il cimitero non è nulla di imperdibile, ma è la prova del tempo trascorso e del glorioso passato cubano. Il cimitero è diviso in due parti, quella dei ricchi con sontuose statue marmoree che spiccano verso il cielo, e quella della famiglie del popolo, sulla quale il tempo ha lasciato, ancora maggiormente i suoi segni.

Torno sul Malecon col solito taxi, eh si anche Cienfuegos ha il suo piccolo Malecon. Dal centro si allunga su tutta la penisola che dà la forma alla città fino a raggiungere “la Punta”. Quest’area di piccole villette è davvero carina e il Palacio del Valle merita una rapida visita, oltre che per la sua bellezza quasi andalusa, anche per il cocktail in terrazza compreso nei 2 Cuc di ingresso: la vista da qui è magnifica. Continuo a passeggiare fino all’estremità della città dove sorge un bel bar in un giardino proprio sul mare. Mi ha finalmente raggiunto anche Roberta e mentre pranziamo aspettiamo che i nostri compagni di viaggio ci vengano a prendere per proseguire l’avventura verso Trinidad.

Una rapida oretta di auto e siamo già in quella che, se vi siete interessati a Cuba, avrete sicuramente sentito descrivere come la città più bella e caratteristica dell’isola. Gabry e Ivan preferiscono catapultarsi direttamente in spiaggia mentre io e Roberta andiamo in perlustrazione per le vie di questo patrimonio dell’Unesco. Le casette colorate sembrano gemme preziose incastonate nel selciato dorato dalla luce del tramonto. Finiamo l’esplorazione delle zone centrali e più turistiche proprio intorno le cinque del pomeriggio: quando il sole si abbassa, la temperatura diventa più sopportabile, i grandi bus dei tour operartor iniziano ad allontanarsi e, soprattutto, i cubani escono dalle loro case. Passeggiare per le vie leggermente fuori dal centro storico a quest’ora è un’altra delle esperienze che maggiormente mi ricorderò di questo viaggio. Tutti sono seduti sullo scalino davanti a casa, si incontrano, chiacchierano, formano piccoli gruppetti, ascoltano musica e si divertono a guardarsi negli schermi delle nostre macchine fotografiche. Ormai però, non c’è più luce per le foto, è tempo di mojito sulla terrazza di un localino che offre anche la musica. Ci raggiungono anche Ivan e Gabry dalla spiaggia e prima di cena i cocktails bevuti da stamattina sono già numerosi.

La festa continua dopo cena. Numerosi drink, un po’ di vasche sulle scalinate del l’immancabile casa della musica e poi tutti alla cueva: una discoteca ricavata in una grotta sotterranea enorme. Lungo la strada che porta alla discoteca i cubani si sono inventati dei piccoli banchetti che offrono cocktails ad un Cuc!! Morale della favola: partendo dal primo Cuba Libre di stamattina, sulla terrazza del palazzo di Cienfuegos, a fine serata sono arrivato a 11 cocktails!

Domenica 25

Malgrado la seratona, rieccomi in piedi presto e, se vi posso dare un consiglio, Trinidad va vista all’alba. Niente turisti e pochissima gente in giro, forse anche perché è domenica. La luce è stupenda e la sua piazza adagiata sulla collina assume una connotazione davvero splendida. Colazione a casa con gli altri e poi via con Oscar a scoprire i dintorni della città. Prima la zona di Topes de Collantes, anche se decidiamo di non fare tutta la passeggiata fino alle cascate, visto il prezzo e considerando che il tempo non è dei migliori. Le colline ricoperte di foresta tropicale che fanno capolino tra la nebbia mi fanno ricordare molto i paesaggi del nord del Vietnam. Scendiamo dalle colline e ci spingiamo fino alla valle de Los Ingenios con un panorama simile, ma non troppo, a quello di Vinales. Qui, nella prima metà del 1800, era presente una delle maggiori produzioni di zucchero del pianeta. Oggi gli zuccherifici ancora attivi sono molto pochi e le piantagioni di canna hanno lasciato il posto a banani, manghi, yucche e guaiava.

Per oggi basta cultura, natura e paesaggi: andiamo tutti assieme a playa Ancon: la più bella della costa meridionale, almeno a detta delle guide e di tutte le persone con cui ho parlato. La serata trascorre con un po’ di malinconia: è l’ultima sera che passiamo tutti assieme, domani noi continuiamo verso sud, mentre Ivan e Gabry torneranno a Cienfuegos. Ivan è troppo innamorato di quel luogo, già del suo viaggio precedente, e il suo socio non può di certo lasciarlo solo. Vogliono approfittare della vita notturna della città per divertirsi un po’ col bel gruppetto di amici italiani conosciuti la.

Questo è uno dei motivi per cui amo i viaggi da 2 soldi: ognuno è libero di fare ciò che vuole. Alzarsi più tardi al mattino, dividersi e riunirsi con gli altri a proprio piacimento. Dovremmo rincontrare Gabry a Santa Clara tra qualche giorno, dopo che Ivan sarà rientrato in Italia. In molti mi chiedono perché voglio spesso fare viaggi con altre persone e si stupiscono di questo. Lo so, da soli o con la propria fidanzata si è più liberi e si può fare ciò che si vuole, ma non si conosce mai il punto di vista di altre persone. Per me interpretare un luogo con gli occhi di altre persone gli da un valore aggiunto, ma soprattutto adoro vedere come gli occhi delle persone reagiscono di fronte alle emozioni. Ricordo ancora le espressioni di Roberto mentre giocava coi bambini della township, o di Grazia quando ha visto i primi leoni durante il viaggio in Sudafrica dello scorso gennaio.

Lunedì 26

Questa è la mattina dei saluti e ci hanno autorizzato a svegliarli per gli ultimi abbracci. Ivan è stato un compagno di viaggio formidabile, ci ha aiutato a sopportare Roberta, ha alleggerito spesso la giornata proponendo la sua solita birretta, ci ha aiutato a gestire le spese e ha condiviso con noi la sua esperienza precedente a Cuba. Gabry beh, rivedremo il bomberos tra pochi giorni, quindi perché salutarlo troppo ora?

Saliamo in auto, ultimo passaggio di Oscar fino a Camaguey, poi tornerà indietro a recuperare Ivan e Gabry per riportarli a Cienfuegos.

Appena arrivati a Camaguey, veniamo catapultati nella nostra parte di viaggio Backpacker style! Vorremmo fare una notte qui e il mattino seguente proseguire per Santiago, ma visto che il viaggio dura 7 ore decidiamo di ottimizzare i tempi. Affidiamo i nostri bagagli alla Viazul: la compagnia dell’autobus notturno che sarà il nostro giaciglio per la notte, saliamo sul bicitaxi e via alla scoperta della città. Abbiamo tutto il pomeriggio fino a tarda notte. Camaguey ha diversi soprannomi: città delle chiese, delle giare o città labirinto. Gli immigrati spagnoli arrivavano, costruivano una chiesa e poi vi erigevano tutt’attorno le loro case. Successivamente collegarono tutti i quartieri tracciando un dedalo di strade che fa impazzire qualsiasi automobilista. Inoltre, la città è stata edificata in una regione molto secca e su un tipo di roccia che impediva di scavare pozzi in profondità. Per questo,nelle vie cittadine si sono accumulati per anni grandi orci, chiamati tinajones, con lo scopo raccogliere l’acqua piovana. Ecco spiegati i soprannomi della città…

Il centro è molto carino e raccolto, passeggiamo e beviamo mentre le ore passano. Troviamo anche il tempo per un nuovo taglio di capelli e per cambiare altri soldi, visto che la coda alla banca non è così lunga. Il barbiere studia inglese e vuole praticarlo il più possibile, quindi mi chiede di non parlargli in spagnolo.

Troviamo un posto per la cena, davvero ottimo e anche la serata scivola via a ritmi cubani. Ormai è ora di riprendere il bicitaxi e tornare alla stazione degli autobus. Qui vivremo un altro dei momenti più belli del viaggio. Un po’ per noia e un po’ per disinformazione arriviamo al terminal troppo presto. Per cambiarci e organizzarci per la notte in bus ci servono gli zaini. Li chiediamo ai custodi del deposito bagagli che si dimostrano persone splendide e ospitali. Ci mettono a disposizione i loro locali in modo da cambiarci in pace, ci offrono cibo e bevande e ci permettono di ricaricare i nostri cellulari e le macchine fotografiche. Chiacchieriamo con loro per un paio di piacevolissime ore, ci aiutano anche a capire quale sarà il nostro autobus e non ci hanno mai chiesto nulla in cambio. Prima della partenza, in molti mi avevano messo in guardia sulla furbizia e astuzia dei cubani nel “fregare” i turisti cercando di estorcere denaro per ogni cosa. Devo invece ammettere che la nostra esperienza è stata esattamente opposta. In numerose occasioni durante tutto il viaggio ci hanno aiutato dimostrandosi ospitali e disinteressanti. Certo ci sono situazioni che fanno eccezione, ma la percentuale di persone piacevoli è decisamente maggiore rispetto a molti altri luoghi nel mondo. Loro hanno un sistema di “fidelizzazione” molto particolare, il quale prevede che se una persona “ti porta” in una casa, in un ristorante o ti fa usufruire di qualche altro servizio, a lui spetta una commissione. Ammettiamo però, che la situazione economica nel paese è davvero pesante, mentre a noi non manca davvero nulla, quindi non vedo il problema nel pagare un “servizio” del quale si usufruisce. D’altro canto però ho trovato questi “jineteros”, così si chiamano i procacciatori o le sedicenti guide, molto meno insistenti di altri paesi. Allo stesso modo, i commessi dei negozi o gli artigiani che cercano di vendere i loro prodotti, non sono per nulla insistenti e, ad un semplice rifiuto, non sollevano alcuna obbiezione.

Martedì 27

La nottata in Viazul non è andata così male. Mi è capitato di passare nottate su autobus notturni molto peggiori, ero davvero stanco e posso anche dire di aver dormito, malgrado fosse zeppo di gente.

Il primo assaggio di Santiago, attraverso il finestrino del taxi, è gustosissimo. Un mix tra Lisbona, Havana e San Francisco (di San Francisco ha solo i saliscendi che regalano suggestivi scorci dell’oceano, non aspettatevi il Golden Gate o Lombard street…)

La stanchezza si fa sentire, ma la voglia di scoprire la capitale del sud è troppa! Sicuramente Havana è più curata e la ristrutturazione delle sue vie centrali le ha fatto fare passi da gigante, Santiago invece è un po’ più autentica, ma soprattutto molto più musicale. Posiamo gli zaini e, dopo una doccia rigenerante, ci precipitiamo in piazza. Qui troviamo numerosi artisti di strada. C’è un quartetto che aspetta la fine dell’esibizione di un altro gruppo per iniziare la propria, persino le donne delle pulizie della cattedrale ballano sul sagrato. Qualcun altro passa con in braccio il violoncello, mentre altri si organizzano per iniziare a suonare più tardi. Un via vai continuo che rallegra questa piazzetta curata durante tutta la mattina. Non capisco però, perché nel pomeriggio o durante la serata non ci sia nessuno che si esibisce, forse fa troppo caldo, oppure i turisti diminuiscono…

Finita la nostra colazione in piazza ci avventuriamo per le strade di Santiago e scendiamo lungo le sue pendici fino al porto. Pranziamo in riva al mare e, subito dopo, incontriamo un scolaresca che prova delle coreografie per uno spettacolino, ma i bambini sono più interessati a farsi fotografare piuttosto che alle prove. Lentamente rientriamo in stanza per rilassarci un pochino e goderci un aperitivo dalla terrazza panoramica della nostra casa particular. Anche la cena la facciamo a casa e, sul tardi, esco da solo. A Cuba amano sia il domino che gli scacchi ed è comune vedere piccoli gruppetti che giocano per strada. Mi fermo a curiosare e fare qualche video e loro, orgogliosi, fanno un po’ di show per farsi notare. Anche la sera ballano in numerosi locali, ma in piazza nulla di che. 🙁

Mercoledì 28

Questa mattina non abbiamo grandi programmi, dopo la mia solita passeggiata in solitaria per le vie del centro, abbiamo prenotato un taxi per farci portare alla spiaggia più vicina a Santiago: playa Siboney. Non è male, ma nemmeno si può parlare di spiaggia caraibica. Per la prima volta da quando siamo partiti, incontriamo numerosi italiani e la cosa ci pare alquanto strana, visto che intorno non ci sono né resort né hotel. Per il tramonto, ci facciamo portare al Castillo del Morro: forse la fortezza più famosa di Cuba, sicuramente uno dei luoghi più fotografati di Santiago.

Rientrati in casa, ci viene permesso, come già ci è accaduto spesso, di usare una stanza privata della casa e un bagno, per fare la doccia e rinfrescarci.

Ceniamo un ristorante messicano, i cubani sono bravissimi a preparare Mojito, Daiquiri e Pinacolada, ma la Margarita vi consiglio di berla in messico!! Anche questa notte la passeremo sul Viazul, quindi riprendiamo il taxi e torniamo alla stazione degli autobus, proprio sul l’immancabile Plaza de la Revolucion.

Giovedì 29

Altra nottata sul Viazul, questa volta il bus è mezzo vuoto e riusciamo a stare più comodi, ma il viaggio sarà movimentato per le coincidenze con gli altri pullman. Dobbiamo raggiungere Playa Santa Lucia e per farlo, dovremmo tornare fino a Camaguey e prendere un altro Viazul dopo molte ore. Vogliamo risparmiare un po’ di tempo e denaro, quindi scendiamo ad una fermata intermedia per cercare un trasporto alternativo. Sono 5 del mattino e, nel mezzo delle tenebre, scendiamo ad una stazione, se così la vogliamo chiamare, alla periferia di qualche cittadina di cui sinceramente non ricordo il nome. Siamo ovviamente, gli unici turisti, ma ridiamo come pazzi. Tra mille peripezie riesco a capire che tra mezzoretta circa, dovrebbe passare una “guagua” per un altro paesino sperduto e da lì poi un’altra per la nostra destinazione finale. Bene, ma cos’è la guagua?? Arriva un “cammello”, ne avevo sentito parlare: sono dei grossi rimorchi adibiti a bus, attaccati a motrici di camion. La loro forma “sali scendi” ricorda un cammello ed è un mezzo di trasporto cubano alquanto popolare, ma non è il nostro. La guagua è semplicemente un piccolo autobus, mooooolto sgangherato sul quale si sale secondo un ordine dato da un numerino scritto su un cartoncino, un po’ come dal macellaio. Peccato che quando ho chiesto informazioni mi avessero solamente detto di acquistare il biglietto a bordo, ma nessuno mi avesse parlato di questo sistema “moderno” per la coda.

Per fortuna l’ospitalità e la gentilezza dei cubani si è fatta nuovamente viva. Un uomo mi aveva visto andare avanti e indietro un po’ di volte chiedendo informazioni e mi aveva fermato per sapere cosa cercassi. Urlando sul piazzale ha trovato qualcuno che prende la nostra guagua e ci ha affidato a lui, chiedendogli di aiutarci.

Riusciamo a salire sul nostro nuovo mezzo di trasporto e riusciamo persino a sederci, per fortuna direi, visto che abbiamo 2 zaini a testa e da lì a poco il bus sarà stracolmo di persone. Percorrendo piano piano una strada sterrata di 40 chilometri senza nemmeno una curva, arriviamo all’incrocio con la strada principale per Santa Lucia. Altro cambio di mezzo e altra avventura. Un ragazzo che va nella nostra direzione si offre di aiutarci nella ricerca di un passaggio, ma non siamo molto fortunati così dopo quasi un paio d’ore di autostop decidiamo di farci venire a prendere da un taxi. Alla fine siamo comunque in hotel prima del previsto e con una spesa inferiore, non è andata poi così male…

Il tempo non è il massimo, c’è un po’ di vento e in cielo, le nuvole vanno e vengono. Passano un paio d’ore, poi migliora e il sole splende anche se il vento non smette. Riusciamo ugualmente a goderci il nostro pomeriggio sulla spiaggia, ad organizzare un’immersione per il giorno dopo e a trovare una casa particular dove cenare.

Il padrone della casa che ci ospiterà per cena è puntualissimo e ci accompagna in una villettina davvero carina e curata. Dopo mangiato però, siamo troppo stanchi e inizia anche a piovere quindi stasera niente movida.

Venerdì 30

Per fortuna ieri siamo andati a letto presto, le mie sveglie all’alba e le notti in autobus iniziano a farsi sentire. Stamattina l’appuntamento per l’immersione è alle 9 al diving. Appena arrivato parlo un po’ in spagnolo e un po’ in inglese con gli istruttori, presto però uno di loro riconosce che sono italiano e inizia a parlarmi nella mia lingua. È un cubano, ma ha lavorato per qualche anno in Italia come istruttore, proprio nella mia federazione; abbiamo anche qualche amico sub in comune. Mi presenta una ragazza americana di origini italiane e iniziamo tutti a chiacchierare in italiano. Arriva un altro ragazzo incuriosito, è un canadese che vive a Montreal (mon amour!!!), ma sua moglie è italiana. In pratica, dopo 10 minuti, metà dei subacquei del diving parla in italiano: come dico sempre, gli italiani non hanno bisogno di sapere le lingue, sanno sempre arrangiarsi e trovano sempre altri italiani…

L’immersione va a gonfie vele e quando il gommone fa ritorno in spiaggia, trovo Roby che sta chiacchierando in italiano con Frank, un canadese di Toronto con la mamma italiana. Ma come? Un altro?

Il pomeriggio di relax in spiaggia scivola via tra un cocktail e l’altro, oggi il tempo è splendido e la tintarella inizia a prendere colore.

La sera girovaghiamo tra gli hotel e ci godiamo i bar, le serate musicali e gli spettacoli organizzati per i turisti.

Sabato 31

Altra giornata dedicata il viaggio. Dopo una passeggiata di buon mattino siamo nuovamente sul Viazul: destinazione Santa Clara. Il film della campagna cubana scorre lento al finestrino, ci allontaniamo dal mare in un paesaggio abbastanza monotono. Rieccoci a Camaguey: è strano considerare un luogo familiare in un paese così lontano da casa!! Scendo per un gelato e per cercare i nostri amici che ci hanno assistito all’andata. Eccone uno, ci studiamo un attimo, ci riconosciamo a vicenda e i nostri occhi si riempiono di felicità!! Purtroppo il nostro autobus deve ripartire e non c’è tempo per troppi convenevoli, ma riusciamo ugualmente a scattare qualche foto assieme! Il pullman parte e noi ci salutiamo dal finestrino come vecchi amici, questa volta però, sarà un addio. La mia voglia di scoprire il mondo mi spinge a vedere sempre paesi diversi e difficilmente torno negli stessi luoghi.

Lasciando Camaguey il panorama é molto più interessante e le palme si susseguono intervallando numerose delle diverse specie presenti sull’isola. Entriamo nella provincia di Ciego de Avila tra un sobbalzo e l’altro! Decido di far visita all’autista, mi fa segno di sedermi sullo strapuntino lì a fianco. Gli spiego che qualche viaggetto in quel posto l’ho già fatto, visto che anche papà è autista. Mi chiede se lavora ancora e io gli dico che il “gobierno” gli ha preso due anni dalla pensione e così deve lavorare ancora. “Todo el mundo es el mismo pais!!”: mi invento un proverbio in spagnolo… Dopo aver capito che sono italiano, mi dice che almeno in Italia tenemos una caretera normal, “aqui es muy mala! Te cascano i dienti!”.

Arrivati a Santa Clara rincontriamo Gabry, stamattina è partito da Cienfuegos con Ivan. Il “gatto” è andato dritto all’aeroporto di Havana per rientrare in Italia, mentre la “volpe” ha ancora qualche giorno da passare con noi. Prendiamo un taxi per Remedios che sarà la nostra base per Cayo Santa Maria. Questa soluzione ci permetterà di stare in un paesino cubano autentico senza rinchiuderci negli hotel sull’isola. La nostra casa è proprio in piazza e la sera usciamo li intorno, ma non c’è molta vita. Eravamo convinti di trovare una cittadina in festa, visto che è sabato, invece ci spiegano che il week end vanno tutti a Santa Clara. La sera successiva, infatti ci sarà molta più gente in piazza e nei pochi bar che la animano. Per stasera ci accontentiamo, è stata una giornata lunga e andiamo a nanna presto. I tempi degli 11 cocktails e delle serate in discoteca nelle caverne sono passati: viaggiare stanca, non è come lavorare! Speriamo non mi sentano i nostri amici in Italia al freddo.

Domenica 1 e lunedì 2

Oggi e domani li passeremo in spiaggia a rilassarci e goderci il mare. Questa mattina il fa un po’ i capricci, ma decidiamo di dargli fiducia e infatti migliora ricompensandoci con un magnifico pomeriggio di sole. Mi piacerebbe fare un’altra immersione, ma il diving propone solo interne giornate a bordo della barca con due immersioni e io voglio rilassarmi un pochino in spiaggia. Mi accontenterò di un po’ di snorkeling e tanto sole.

Domenica sera chiedo alla proprietaria della nostra casa particular dove posso trovare un barberos. Mi suggerisce che il marito della signora che lavora lì in casa è un barberos. Poco dopo sono alla ricerca di Ignacio, ma non è un vero barberos, ha semplicemente la “macchinetta” e taglia i capelli un po’ a tutti nel quartiere. Non ha nemmeno una vera bottega, ma il suo “salone” è il salottino di casa e si riconosce, non per le insegne, ma per il mucchietto di capelli in strada, direttamente di fronte la finestra. Un altro esempio di ospitalità cubana: una volta finito non vorrebbe nemmeno farsi pagare, ho dovuto insistere per offrire almeno un mojito a lui e la sua signora.

Martedì 3

Oggi lasciamo Remedios alla volta di Havana, torniamo nella capitale e la vacanza è ormai agli sgoccioli. Questa sera partirà anche Gabry, ma lungo la strada ci fermiamo a visitare Santa Clara. È qui che la rivoluzione cubana ha vissuto uno dei suoi episodi più importanti: l’assalto al treno blindato che portava rifornimenti e armi all’esercito di Batista. Il treno che ha permesso al Che e a Castro di avere armi nuove è ancora lì e, assieme al mausoleo del comandante Guevara, è il monumento più visitato di Santa Clara. Questa cittadina riserba non poche sorprese, il suo centro è molto vivo e parque Vidal è davvero interessante con edifici coloniali e neoclassici appena ristrutturati che si alternano ad altri ormai in rovina, un po’ come tutta Cuba del resto.

Dopo questa sosta lungo il percorso continuiamo fino ad Havana, ultima tappa del nostro viaggio. Arrivati nella nostra fantastica casa particular, beviamo l’ultima cerveza tutti assieme e salutiamo anche Gabry. Siamo stati davvero fortunati con i compagni di viaggio! Si è instaurata un’ottima armonia e complicità, ma allo stesso tempo ognuno ha avuto i suoi spazi in piena indipendenza. Anche il bomberos si è rivelato una persona splendida, con la battuta sempre pronta, in grado di alleggerire qualche situazione ostica che si è creata durante il viaggio. Anche se non abbiamo mai avuto grossi problemi, i semplici contrattempi che caratterizzano ogni viaggio possono rivelarsi pesanti se affrontati con l’atteggiamento sbagliato, ma con questa compagnia abbiamo superato tutto in maniera stupefacente. La cerveza è finita ed il taxi è sotto casa, è ora di salutarci, Gabry; spero condivideremo presto un altro viaggio assieme: buon viaggio bomberos!!

Io e Roby siamo di casa ad Havana e ormai possiamo dire: “andiamo a berci un mojito al solito posto?”

Mercoledì 4

Questo è l’ultimo giorno intero a Cuba, doma sera partiremo. Di prima mattina facciamo un giro nelle calles di Havana vieja fuori dalle zone ristrutturate del centro. Mi sembra di vivere nei racconti di alcuni amici che sono stati a Cuba molti anni fa. Mi hanno parlato di palazzi interi di cui è rimasta solo la facciata o di altri, con androni e scale così pericolanti che bisognerebbe aver paura solo a salire i primi scalini figuriamoci viverci dentro.

Tra un mercatino, una palestra di boxe e tanti visi sorridenti, è arrivata ormai l’ora di andare a prendere la lancha che ci porterà dall’altro lato della baia, a Casablanca. Pranziamo proprio di fronte alla capitale per salutarla degnamente prima della partenza, poi saliamo sulla collina che domina Havana con le sue fortezze e la statua del Cristo.

In serata torniamo alla fortaleza per lo spettacolo del canonazo. Credevo sarebbe stata la solita trappola per turisti, invece devo ammettere che è stata una cerimonia molto suggestiva a cui partecipano anche molti cubani.

Giovedì 5

Ultimo giorno a Cuba… In serata avremo il nostro volo per l’Italia. Lo dedichiamo a passeggiare nelle zone più centrali che avevamo trascurato il primo giorno a causa del maltempo.

Una sosta veloce per il mio ultimo taglio di barba e capelli e arriviamo in Plaza Vieja. Questa mattina ci sono numerose classi che fanno educazione fisica e la piazza è piena di bambini. Con il bel tempo questa piazza è ancora più bella. Ci arrampichiamo fino alla camara oscura, che permette di osservare ogni dettaglio di Havana stando comodi dentro una stanza buia, grazie ad un sistema di specchi inventato da Leonardo. Continuiamo a passeggiare tra calles e piazze perfettamente ristrutturate, tra qualche anno Havana avrà cambiato completamente faccia. Visitiamo i soliti luoghi turistici e torniamo a pranzo nel nostro ristorante preferito, dove ci offrono rum e cocktail per salutarci. Ormai è ora di tornare verso casa, prepararci e prendere il taxi per l’aeroporto. Anche Havana è triste per la nostra partenza e piange, infatti camminiamo verso casa sotto un acquazzone tropicale che ci inzuppa dalla testa ai piedi. Per fortuna, come sempre, i proprietari di casa ci mettono a disposizione una delle stanze libere per lavarci e cambiarci.

Un’altra avventura è finita, ho conosciuto tantissime persone: turisti e cubani. Ho potuto apprezzare una terra bellissima, proprio nel momento in cui sta cambiando forse in meglio o forse in peggio, staremo a vedere. Nell’aria si respira fermento e voglia di novità, ma nessuno sa ancora a cosa andrà incontro.

I miei compagni di viaggio sono stati semplicemente mitici. Roberta, con cui ho condiviso tutto il viaggio, si è rivelata un’ottima viaggiatrice: capace di adattarsi a tutte le situazioni, in grado di godere, come piace a me, più delle persone che dei luoghi e soprattutto, capace di sostenere quasi tutti i miei ritmi. Non conoscendola a fondo, spesso le ho proposto alternative più comode, cercando di evitare, ad esempio, trasporti notturni o troppo spartani, ma è stata lei ad insistere per farmi tornare sulle mie orme di viaggiatore instancabile. Era dall’esperienza di gennaio scorso in Sudafrica che non facevo un viaggio lontano e dal Vietnam dell’anno prima che non saltavo da un risciò ad un autobus notturno. A Cuba sono tornato a viaggiare come amo ed in parte lo devo anche a Roby.

Come ho scritto precedentemente, si sente dire ogni cosa a riguardo di quest’isola. La mia esperienza non può che portare ad un opinione molto positiva sia delle persone che del paese. Se vi capitasse di visitarlo: non potete perdere il fascino decadente di Havana Vieja, i panorami della penisola di Pinar del Rio, la case colorate di Trinidad, la musicalità di Santiago e le immancabili spiagge bianche dei cayos.

Sorridete ai bambini, fermatevi a parlare con la gente e cercate di capire il loro modo di vivere, imparerete un punto vista che vi farà riflettere su quanto di superfluo abbiamo a nostra disposizione ogni giorno. Cercate di capire il loro passato e come vivono ora, non partite subito dal pregiudizio che cercheranno di fregarvi. Se vi consigliano una casa o un ristorante piuttosto che un altro avranno la loro commissione, ma se il posto non vi piace potete semplicemente cercarne un altro o inventare una scusa qualunque. In poche parole date loro la possibilità di dimostrarvi che non cercano solo di spennare il pollo, ma nello stesso momento dimostrategli che non siete lì solamente per guardare la loro povertà e il loro paese dall’alto della vostra finestra dorata. Non passate il tempo a lamentarvi del loro modo di arrabattarsi, ma cercate di capire come affrontano la vita: tornerete con qualcosa in più nel vostro bagaglio e tanti pregiudizi in meno. Questo significa essere viaggiatori da 2 soldi.

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Cuba 2015, ad un passo dal progresso

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