Cuba: 15 giorni on the road alla scoperta dell’isola

L'Avana, il turchese Mar dei Caraibi dei cayos e le verdi vallate delle piantagioni di tabacco.
Scritto da: Saretta080
cuba: 15 giorni on the road alla scoperta dell'isola
Partenza il: 04/08/2018
Ritorno il: 19/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Informazioni

Spostamenti sull’isola: per visitare Cuba si può noleggiare una macchina oppure ci si può spostare con i mezzi locali (autobus di linea, taxi privati o taxi collettivi). Nel mese di agosto la richiesta di auto a noleggio è elevata e l’offerta limitata, consiglio quindi di cercare di effettuare la prenotazione da casa con il più largo anticipo possibile. Le distanze sono notevoli, per cui se il soggiorno è breve, il noleggio di un auto è la scelta migliore per riuscire a vedere il più possibile. Se al contrario si dispone di un periodo di tempo più lungo – dalle 2 alle 3 settimane – si può optare per i taxi collettivi o gli autobus, decisamente più economici.

Dove dormire: a L’Avana e nelle innumerevoli cittadine coloniali le case particulares garantiscono un’esperienza autentica; si tratta di case private dove i proprietari mettono a disposizione dei turisti una o più camere, solitamente con bagno privato. Nella maggior parte dei casi le sistemazioni sono semplici, ma pulite e soprattutto molto economiche. Ci sono tuttavia – nelle località più turistiche – case particulares di alto livello, con costi paragonabili ai classici hotel. Gli hotel lussuosi a Cuba non sono molti e le strutture sono spesso vecchie e maltenute, consiglio quindi di optare per le case particulares.

Sui cayos a nord di Cuba – Cayo Coco, Cayo Guillermo, Cayo Santa Maria – non sono invece presenti case particulares, ma solo resort all inclusive, in questo caso quindi non c’è altra scelta se si vuole soggiornare sulle isolette.

Clima: il mese di agosto ai Caraibi è al confine con l’inizio della stagione degli uragani, che raggiunge il clou nei mesi di settembre e ottobre. Tuttavia, a meno che gli uragani non anticipino, si gode di bel tempo. Noi in due settimane abbiamo avuto tempo splendido. Le temperature si aggirano intorno ai 30° ma con la classica umidità tropicale che rende sfiancante ogni spostamento. L’acqua del mare è un brodo, il computer subacqueo segnava in media 29°.

Internet: l’accesso al wi-fi avviene tramite la schedina Etecsa, che si acquista nei punti Etecsa, presso le reception di tutti gli hotel o dai cubani per strada. Il wi-fi è disponibile nelle principali piazze delle città, nella hall degli hotel e in alcune case particulares, ma quasi mai nei ristoranti. Per accedere sarà sufficiente selezionare la rete, inserire il codice indicato sulla schedina e si potrà navigare per un’ora, dopodiché cadrà la connessione e sarà necessario acquistare un’altra schedina (il costo è irrisorio: 1 cuc). Il wi-fi funziona bene quasi ovunque a Cuba, social networks compresi.

Avendo a disposizione solo due settimane, abbiamo dovuto limitare il nostro itinerario, tagliando l’estremo est e l’estremo ovest dell’isola, ma riuscendo comunque a fare un viaggio completo e vario, dedicando anche qualche giorno al bellissimo mare dei cayos.

Tappe: L’Avana – Playa Giron – Cienfuegos – Trinidad – Cayo Coco – Cayo Guillermo – Cayo Santa Maria – Varadero – Vinales – L’Avana

L’AVANA: 7 agosto

Il nostro viaggio inizia dalla capitale – che doveva invece essere la nostra ultima tappa – ma solo perché abbiamo perso il volo di andata da Francoforte ad Holguin. Fortunatamente siamo stati riprogrammati sul volo del giorno seguente per L’Avana. Non avendo prenotato né la macchina né gli hotel dall’Italia, non abbiamo avuto particolari disagi, se non quello di aver perso un giorno di vacanza e di aver dovuto modificare alcune tappe del nostro itinerario, ma gli imprevisti sono parte integrante dei viaggi fai da te e noi non ci scomponiamo! La prima preoccupazione appena atterrati a L’Avana è stata relativa a dove dormire. Pensavamo di affidarci alla Lonely Planet, invece ci siamo affidati ad una ragazza cubana conosciuta in aereo, che ci ha consigliato la casa particular di una sua conoscente. Ci ritroviamo così all’ottavo piano di un anonimo condominio in una zona di L’Avana che non sembra per nulla centrale, né tanto meno rassicurante, ma è tarda notte e siamo troppo stanchi per preoccuparcene. La proprietaria della casa è un’adorabile signora che vive nell’appartamento e mette a disposizione dei turisti 3 camere da letto con bagno privato. La colazione – ricca di frutta fresca appena acquistata al mercato – viene servita nella sua cucina ed è un momento fondamentale per noi per raccogliere quante più informazioni possibili sull’affitto della macchina e su come strutturare i prossimi giorni di viaggio. Non siamo infatti riusciti a trovare un’auto da noleggiare dall’Italia perché eravamo troppo a ridosso della partenza e sembravano tutte esaurite; dovremo quindi effettuare la ricerca in loco oppure optare per i taxi collettivi o gli autobus, soluzione che però non entusiasma i nostri due compagni di viaggio. L’Avana è suddivisa in 3 quartieri principali: Vedado, Habana Centro e Habana Vieja. La nostra casa particular si trova a Vedado, nella stessa zona dei 3 hotel storici della capitale: Hotel Nacional, Hotel Habana Libre, Hotel Capri. La proprietaria di casa ci consiglia di recarci presso questi 3 hotel, accanto alla reception troveremo i banchetti delle compagnie di noleggio delle auto. Comincia così il nostro primo giorno di viaggio a Cuba, a vagare a piedi per le vie di Vedado sotto al sole cocente. Negli hotel non riusciamo a trovare macchine disponibili e veniamo così abbordati per strada da un cubano che ci stordisce con un fiume di parole e ci promette che ci aiuterà lui. Con il suo taxi ci porta in giro per ore, ma della nostra macchina nemmeno l’ombra. Faremo un ultimo tentativo nel pomeriggio tramite un amico di un amico di un suo amico e ormai pensiamo di essere stati presi per i fondelli. Finalmente al calar del sole, ormai totalmente sfiduciati, salta fuori un’auto sgangherata, una vecchia berlina con l’aria condizionata rotta.

Dopo una sola giornata trascorsa a Cuba, abbiamo già capito che qui anche le cose semplici diventano complicate. Nelle nostre peregrinazioni alla ricerca della macchina, siamo riusciti a dedicare un paio d’ore alla visita di L’Habana Vieja, il quartiere più affascinante della città. La città vecchia si gira a piedi e rigorosamente con la testa all’insù, per ammirare le pareti scrostate dei palazzi coloniali dai colori pastello e le macchine d’epoca altrettanto colorate che garantiscono scatti da cartolina. Le vie centrali sono affollate dai turisti, ma è sufficiente addentrarsi nelle viette laterali per trovare angoli tranquilli dove godersi l’atmosfera del luogo e scattare le foto in santa pace. Non può mancare una sosta alla celebre Bodeguita del Medio, frequentata in passato da personaggi famosi – come Hemingway – dove gustare gli altrettanto celebri mojito sulle note di La Vida es un Carnaval. Per ammirare la città dall’alto ci si deve recare sul punto panoramico di El Cristo de La Habana, per poi spostarsi al tramonto sul Malecon, per una piacevole passeggiata lungo il mare a fine giornata. Allontanandosi leggermente da L’Habana Vieja, non è difficile raggiungere l’imponente edificio simbolo della capitale, il Capitolio National, che domina la città. Nelle vie attorno al Capitolio i turisti diminuiscono ed è qui che si ha un assaggio di L’Avana più autentica, con i cubani che oziano sulle porte di casa e i tipici risciò che sfrecciano avanti e indietro. Anche in questa zona ciò che più colpisce e la tavolozza di colori che tinge ogni parete, porta e finestra, rendendo questa città davvero unica al mondo. Avremmo voluto dedicare più tempo alla visita della capitale, ma dobbiamo proseguire per la nostra prima tappa, non senza però una breve sosta per le foto di rito in Plaza de la Revolucion, sotto agli edifici governativi sui quali campeggiano le sagome dei volti dei due protagonisti della storia di Cuba: Che Guevara e Camilo Cienfuegos.

PLAYA GIRON: 8 agosto

La tappa successiva del nostro viaggio è Playa Giron, una località che consiglio solo se si è subacquei, in caso contrario meglio proseguire per Cienfuegos. Playa Giron si raggiunge in 3h di macchina da L’Avana; questo paesino non ha nulla da offrire – immersioni a parte – ma è uno di quei luoghi che a posteriori si ricordano perché rappresenta un spaccato di autentica vita cubana: qui il tempo sembra essersi fermato. Le giornate ruotano attorno al lavoro nei campi, i campesinos abitano con le loro famiglie in colorate casette di legno affacciate sulla strada principale, solcata da carretti trainati dai cavalli. Ogni casetta ha il suo patio con le caratteristiche sedie a dondolo sulle quali gli abitanti di Playa Giron trascorrono le loro serate. In questo paesino addormentato non ci sono ristoranti, né negozi e i pochi turisti soggiornano nelle case particulares, che da queste parti sono davvero basiche. Difficile prenotare in anticipo, a Playa Giron è molto più semplice arrivare in loco, chiedere al primo cubano incontrato per strada che con un paio di telefonate vi troverà da dormire. Il mare su questo lato di Cuba (sud-ovest) non è eccezionale, bisogna dimenticare le distese di sabbia borotalco dei cayos del nord; in questo tratto la costa è rocciosa, in compenso la barriera corallina è molto più colorata e ricca di vita rispetto al nord. Se si vuole trascorrere una giornata di relax, un’insenatura molto carina è Caleta Buena, dove è stato creato un piccolo stabilimento balneare con lettini e ombrelloni incastonati tra le rocce. Il paesaggio è suggestivo e la laguna su cui si affaccia l’ideale per sguazzare e fare snorkeling su un fondale di appena un paio di metri.

Le immersioni sono il motivo principale per il quale molti subacquei raggiungono questa località. Ogni giorno vengono organizzate uscite in mare, direttamente dalla spiaggia di Punta Perdiz. I centri diving propongono 1-2-3 immersioni al giorno e i sub e non sub possono trascorrere l’intera giornata in questa caletta affittando lettino e ombrellone e preparando l’attrezzatura comodamente a bordo mare. Nonostante le rocce a riva, appena entrati in acqua il fondale è sabbioso e in poche pinneggiate si raggiunge la barriera corallina con un bel drop-off che sprofonda nel blu. La varietà di coralli è notevole, la barriera colorata e sono presenti tutti i più comuni pesci tropicali, peccato che di grosso pelagico non ce ne sia. Avvistiamo una tartaruga di passaggio e esploriamo un relitto a 30 metri di profondità. Le immersioni sono facili e senza corrente, ideali anche per i principianti e l’acqua del mare è tra le più calde mai sperimentate, il computer subacqueo segnava 31°. Ci rimettiamo alla guida appena terminato il diving per raggiungere Cienfuegos, che si trova solo ad 1h di macchina da Playa Giron.

CIENFUEGOS E TRINIDAD: 9 agosto – 10 agosto

Cienfuegos è un paesone abbastanza anonimo che offre ben poco ai turisti di passaggio; lo avessimo saputo avremmo proseguito per Trinidad, che al contrario merita davvero. L’unica attrattiva è rappresentata dalla via principale – il Paseo el Prado – che conduce al Malecon. Lungo questo vialone costeggiato da trasandate case coloniali, si trovano tuttavia alcuni ottimi ristoranti di pesce e di cucina internazionale. In città ci sono banche, punti Etecsa per le tessere wi-fi, mercatini e negozi, un’ottima base dove fare rifornimento prima di proseguire per il nostro on the road. Nel mese di agosto, in molte città di Cuba, viene festeggiato il Carnevale e durante il nostro passaggio a Cienfuegos l’atmosfera è davvero vivace; il Malecon è animato da una marea di cubani che si scatenano in balli in mezzo alla strada, una sorta di sagra di paese con tanto di food trucks e giostre. Le case particulares sono di buon livello e se ne possono trovare di molto caratteristiche, si riconoscono facilmente grazie all’insegna esposta sulla porta lungo la strada e – come ovunque a Cuba – è sufficiente fermare un cubano qualunque che tramite amici di amici vi troverà una sistemazione.

Trinidad dista 1h30 di macchina da Cienfuegos ed è un vero gioiellino. Una cittadina costituita da casette dai colori sgargianti e stradine acciottolate lungo le quali sono parcheggiate le altrettanto colorate auto d’epoca. Si gira a piedi alla ricerca degli scorci più caratteristici – gli scatti perfetti qui sono garantiti – oppure sulle carrozze trainate dai cavalli. Le case particulares sembrano davvero originali, basta sbirciare all’interno dei cortili per rendersene conto. Seppur estremamente turistica, Trinidad ha mantenuto la sua autenticità ed è un vero peccato non potersela godere al tramonto, ma dobbiamo rimetterci in marcia, direzione Cayo Coco.

CAYO COCO E CAYO GUILLERMO: 11 agosto – 13 agosto

Il tragitto per raggiungere i cayos a nord è piuttosto lungo, 4h di macchina, tra autopista e dissestate strade secondarie sperdute in mezzo alla campagna. Inoltre l’aria condizionata della nostra macchina è rotta, questo ci obbliga a viaggiare con i finestrini abbassati e a patire il caldo per tutto il viaggio. Orientarsi non è per nulla semplice al di fuori dell’autostrada (autopista) e i cartelli stradali sono quasi inesistenti, obbligandoci ad attivare i dati del cellulare per consultare Google Maps in più di un’occasione.

Cayo Coco è un isolotto collegato a Cuba da un istmo di terra lungo circa 60 km. Purtroppo sui cayos non sono presenti case particulares, ma solo resort all inclusive, quindi se si vuole pernottare a Cayo Coco o a Cayo Guillermo questa è l’unica soluzione possibile, a caro prezzo tra l’altro. Se si vuole risparmiare si può soggiornare a Moron, l’ultimo paesino prima dell’istmo, dove si trovano le case particulares ma si dovranno mettere in conto i 60 km da percorrere ogni giorno per recarsi al mare. Arriviamo a Cayo Coco stremati dal viaggio e non abbiamo nessuna prenotazione per dormire; i resort sono uno in fila all’altro e molti sono al completo. Troviamo una camera all’Iberostar Mojito, che si rivelerà una pessima scelta. La clientela è prettamente cubana e questo si riflette nel basso livello dei servizi offerti, le camere sono vecchie, il ristorante a buffet puzza tremendamente di fritto e la qualità del cibo è scarsa. Le aree comuni sono per fortuna abbastanza curate, gli spettacoli serali molto belli e il wi-fi alla reception scheggia. Siamo viaggiatori zaino in spalla e ci adattiamo ad ogni tipo di sistemazione, ma spendere il corrispettivo di 200 € a notte per questo hotel è davvero eccessivo. Durante il nostro soggiorno abbiamo visitato per curiosità gli altri resort e il livello – a parità di costo – è superiore, consiglio quindi di documentarsi da casa leggendo le recensioni in rete prima da fare la propria scelta. La spiaggia di Cayo Coco è una distesa di sabbia dorata lunga chilometri e i colori del mare sono molto belli, ma non paragonabili alla vicina Cayo Guillermo, a soli 30 minuti di auto. Abbiamo scoperto la bellezza di Cayo Guillermo grazie alle immersioni, dato che il centro diving – Coco Diving Center – si trova all’interno dell’incantevole resort Melia Cayo Guillermo. La spiaggia da cartolina con la sabbia borotalco e il mare turchese fluo è proprio qui!

Tornassimo indietro la nostra scelta sarebbe stata Cayo Guillermo, senza alcun dubbio. Le immersioni non sono state eccezionali poichè non vi è la barriera corallina a strapiombo – come a Playa Giron – ma solo isolati banchi di coralli e la vita marina è scarsa. La poca profondità e l’assenza di corrente li rende tuttavia tuffi ideali per chi fa il corso o per i neo brevettati. Benché ogni resort dei cayos abbia il proprio pezzo di spiaggia privata, vi si può accedere liberamente anche per chi arriva da fuori. Ci si può sistemare con il proprio asciugamano e – se non si viene beccati – si può tentare di occupare furtivamente un lettino. Un’altra spiaggia di Cayo Guillermo che merita di essere citata è Playa Pilar, che si affaccia sul mare più limpido e cristallino di tutta la costa nord. Qui i colori dell’acqua sono davvero eccezionali e le sfumature di azzurro raggiungono il picco nelle ore centrali della giornata. Peccato per l’affollamento, che è tale che per accaparrarsi lettino e ombrellone si deve arrivare la mattina presto. Davvero fastidioso dover condividere un tale paradiso con così tanti turisti, ma tant’è. Prima di procedere per la tappa successiva andiamo a vedere Cayo Romano, ad est di Cayo Coco, ma la spiaggia è praticamente inesistente, piena di detriti, abbandonata a se stessa e totalmente devastata dal passaggio degli uragani; alle spalle ci sono numerosi cantieri di nuovi hotel in costruzione. Ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Cayo Santa Maria e ritorniamo su Cuba isola ripassando dal paesino di Moron, che merita una breve visita. Oltre a rappresentare l’alternativa per chi non vuole soggiornare negli all inclusive sui cayos, Moron è trasandato e decadente ma assolutamente autentico; le strade sono affollate di cubani affaccendati nella loro quotidianità e attraversate da un mix di auto d’epoca, risciò e carretti trainati dai cavalli. Alcune tra le foto più caratteristiche alle scene di vita locale le ho fatte proprio qui.

CAYO SANTA MARIA: 14 agosto – 16 agosto

In 3h30 di auto arriviamo a Cayo Santa Maria. Anche qui ci sono solo resort all inclusive e l’unica alternativa per risparmiare è pernottare a Remedios, cittadina coloniale poco prima dell’istmo che collega questo cayo a Cuba isola. Tuttavia la distanza da percorrere è notevole – 70 km – e anche in questo caso scegliamo l’opzione più costosa pur di stare in riva al mare. Cayo Santa Maria fa parte delle Cayerias del Norte, insieme ad altre isolette che si incontrano lungo la strada, come Cayo Ensenachos e Cayo las Brujas. La scelta dell’hotel questa volta è azzeccata, il Valentin Perla Blanca, una bella struttura con clientela prettamente italiana. In questo resort di recente costruzione le aree comuni sono perfettamente curate, le camere moderne e il ristorante a buffet di buon livello. Incredibile ma vero, alla reception ci consigliano di prenotare presso i banchetti dei tour operator nella hall, facendoci risparmiare un buon 20% rispetto alla prenotazione diretta. Questa formula è presente in tutti gli hotel di tutti i cayos a nord di Cuba, consiglio di approfittarne dato che – oltre al risparmio – è anche possibile prenotare i pernottamenti per le tappe successive e le eventuali escursioni. La spiaggia qui non è eccezionale, la sabbia è bianca ma i colori del mare non sono particolarmente brillanti. In 10 minuti a piedi si raggiunge Las Gaviotas, che altro non è che la continuazione della spiaggia del Valentin Perla Blanca, un tratto di costa selvaggio dove trascorrere qualche ora in solitudine al di fuori del resort. Nei dintorni ci sono altre spiagge frequentate perlopiù dai cubani, tra queste merita una sosta Las Salinas a Cayo las Brujas. Questa piccola baia si affaccia su una laguna piatta come l’olio, anche nelle giornate ventose dove altrove il mare si increspa, qui la quiete è garantita. Il contesto è molto local, l’unica nota che stona è la maleducazione dei cubani, che bevono rum e birra e lasciano a terra bicchieri e lattine. Facciamo un paio di immersioni a Cayo Santa Maria, molto simili a quelle effettuate a Cayo Guillermo. Abbiamo quindi la conferma che i tratti di barriera corallina più interessanti si trovano altrove, ma purtroppo non abbiamo il tempo per raggiungere le due locations top per il diving: Los Jardines de la Reina – a sud – e Maria la Gorda – ad ovest. Lasciamo anche questo cayo, direzione Vinales, ma i km da percorrere sono tanti e decidiamo di fare tappa a Varadero, la località balneare più turistica di tutta Cuba.

VARADERO: 17 agosto

In 5h di macchina arriviamo a Varadero – che avevamo originariamente snobbato – e che si rivela al contrario il luogo ideale per ogni tipologia di turista: per chi cerca comfort e relax, la zona hotelera offre in successione innumerevoli resort per tutte le tasche; per i viaggiatori zaino in spalla, all’interno del paesino si trovano le case particulares; per chi vuole fare vita notturna, la varietà di ristoranti, locali e discoteche è notevole; infine il mare…mai avremmo pensato che il mare di Varadero fosse – come colori – il più bello di Cuba, seppur la spiaggia sia meno incontaminata rispetto ai cayos. Siamo solo di passaggio, un pomeriggio e una serata non ci permettono di approfondire la conoscenza del luogo, ma questo breve assaggio è stato sufficiente a lasciarci un’ottima impressione.

VINALES: 18 agosto – 19 agosto

Siamo giunti all’ultima tappa del nostro viaggio, Vinales, che dista 4h di macchina da Varadero. Questa località è paesaggisticamente la più suggestiva di Cuba: una vallata dalla natura lussureggiante dominata dalle piantagioni di tabacco e incorniciata da particolari colline, i mogotes. Il Mirador de Los Jazmines è un belvedere con ristorante annesso; da qui si può contemplare la vallata in tutto il suo splendore. Il modo migliore per immergersi nel verde di questo luogo è a cavallo. Vengono organizzate passeggiate di una o più ore intervallate dalla visita ad una finca dove viene illustrato il processo di produzione dei sigari. L’escursione è molto turistica e i cavalli purtroppo malconci; in alternativa ci si può incamminare a piedi lungo gli stessi sentieri percorsi a cavallo. Vinales è una cittadina molto vivace, la sera si anima e turisti e locali si mescolano lungo la via principale che si riempie di bancarelle. La nostra casa particular è deliziosa, una casetta verde al fondo di una vietta di casette di tutti i colori. Non vi è altro da fare in questo angolo di Cuba, così decidiamo di trascorrere l’ultimo giorno al mare. Cayo Jutias non è distante da Vinales, ma la strada è parecchio malmessa e ci si impiega 1h 30. Il tempo trascorre piacevolmente osservando dal finestrino la vita rurale del luogo: i campesinos affaccendati nei campi con i buoi che trainano l’aratro o di ritorno a casa a cavallo o semplicemente ozianti sulle sedie a dondolo nel patio delle loro casette. La spiaggia e il mare sono molto belli come colori, peccato per l’affollamento e i mosquitos. Cayo Jutias è molto frequentato dai cubani che creano confusione sparando musica a tutto volume e i mosquitos sono davvero aggressivi, questi due fattori rovinano l’atmosfera e ci fanno rimpiangere l’ordinata perfezione di Cayo Guillermo. Rientriamo a L’Avana in 2h di macchina e si conclude qui il nostro viaggio, con 2500 km percorsi in due settimane. Cuba non mi ha convinta al 100%, forse avrei voluto viverla in modo più local, spostandomi con i taxi collettivi, sono convinta che in questo modo la percezione di quest’isola sarebbe stata più autentica. Le cittadine coloniali sono sicuramente interessanti e il mare ovviamente esotico, ma ho visto mari più belli e cittadine molto più tipiche in altri paesi del Centro America, Messico, Guatemala e Belize – ad esempio – sono nettamente superiori.

L’Avana rimane invece, per me, unica al mondo e da sola vale l’intero viaggio a Cuba.

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