Cronaca di un viaggio a NordKapp

“CRONACA DI UN VIAGGIO A NORDKAPP: LA TERRA IN CUI SI CELEBRA LA LUCE” 07 Agosto/23 Agosto 2004 “Viaggiare vuol dire spostarsi per il mondo, sognare spostarsi dentro il mondo. Ma forse non possiamo viaggiare in più di una direzione per volta.” JOSTEIN GAARDER Ho voluto iniziare questo breve racconto sul nostro viaggio a Capo Nord con...
Scritto da: salvatore
cronaca di un viaggio a nordkapp
Partenza il: 07/08/2004
Ritorno il: 23/08/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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“CRONACA DI UN VIAGGIO A NORDKAPP: LA TERRA IN CUI SI CELEBRA LA LUCE” 07 Agosto/23 Agosto 2004 “Viaggiare vuol dire spostarsi per il mondo, sognare spostarsi dentro il mondo. Ma forse non possiamo viaggiare in più di una direzione per volta.” JOSTEIN GAARDER Ho voluto iniziare questo breve racconto sul nostro viaggio a Capo Nord con una frase dello scrittore-filosofo norvegese J. Gaarder perché credo che rispecchi esattamente lo stato d’animo di ogni mototurista: il desiderio di conoscere il mondo, di vedere luoghi non ancora contaminati dal turismo di massa e più di ogni altra cosa, iniziare un viaggio sognando già il prossimo. L’idea di questo viaggio è nata nell’estate del 2003 e vi posso assicurare che l’attesa è stata davvero estenuante, per un anno non si è parlato d’altro, gli amici costretti ad ascoltare i nostri discorsi che inevitabilmente ruotavano attorno al viaggio nei paesi scandinavi. La spedizione è durata ben 17 giorni, durante i quali il nostro animo ha attraversato momenti di crisi, come ad esempio i primi tre giorni di marcia verso Oslo, in cui abbiamo dormito (usare questo verbo è un eufemismo!) solo 4 ore, per giunta in un Autogrill. In quei momenti che sembravano interminabili non vi nascondo di aver pensato più volte dentro di me: “ma chi me l’ha fatto fare!” o “dove trovo le forze per fare altri 10.000 km!” e tante altre riflessioni simili. Insomma, stavo quasi per pentirmi di aver intrapreso un viaggio così difficile. Arrivati finalmente nella capitale norvegese, dopo una nottata di sonno rigenerante e un giorno trascorso in giro per le vie della città il nostro morale era di nuovo alle stelle: eravamo pronti per l’ascesa di 2500 km che, l’undicesimo giorno dalla partenza, ci avrebbe visto mettere piede sull’isola in cui si trova Capo Nord. Anche il ritorno da Capo Nord, attraverso Finlandia e Svezia, ci ha visto affrontare situazioni difficili e imprevisti: il dover attraversare il ponte che collega la Svezia a Copenhagen con un vento così forte da sconsigliarne il passaggio, con le moto sbattute a destra e a sinistra senza che nulla si potesse fare per tenerle attaccate all’asfalto. Per non parlare poi dei problemi alle gomme avuti dai miei compagni di viaggio, Maurizio in Svezia e Daniele a Milano (inconveniente che ha costretto me e Daniele a prendere il traghetto Genova-Palermo), costretti a cambiarle perché finite e con la carcassa in bella evidenza! Tuttavia sono state queste le uniche difficoltà con cui abbiamo dovuto fare i conti; sono del parere inoltre che anche gli imprevisti contribuiscono a rendere unica ed indimenticabile l’esperienza di un viaggio. Eravamo consapevoli di attraversare con la nostra moto una terra di incredibile bellezza e tra le più affascinanti al mondo che da sempre ispira poeti, artisti, compositori, fotografi e sognatori. Non è facile trovare le parole giuste per descrivere l’incanto di un paesaggio così vario come quello norvegese. Come poter descrivere la strada che collega Oslo con Bergen, una delle più panoramiche dell’intera Europa, le sue colline boscose, le montagne e i ghiacciai dell’altopiano di Hardangervidda, o le cascate che scendono da vertiginose pareti rocciose, o i primi fiordi, o le montagne che si riflettono sull’acqua creando un gioco di simmetrie da lasciare senza fiato oppure ancora il tunnel più lungo del mondo (ben 25 km!) scavato nella nuda roccia che sembra non finire mai. E che altro dire del Preikestolen, o “roccia del pulpito”, immenso blocco di granito formato da pareti a strapiombo su tre lati, che sembra sul punto di precipitare per i 600 m che lo dividono dal fiordo sottostante? le emozioni che si provano quando strisciando a pancia in giù metti fuori la testa e guardi il fiordo che sta sotto ricompensa chiunque della faticosa salita ( 2 ore di scalata tra massi e nude lastre di granito). Come poter esprimere lo stupore suscitato dall’azzurro intenso del ghiacciaio perenne di Briksdalsbreen? o le sensazioni provate mentre attraversavamo il fiordo più stretto della Norvegia (Geirangerfjord), l’ultimo fiordo con le minuscole fattorie arroccate sulle cenge risalenti al XVIII sec. E ormai abbandonate? l’indefinibile magia che si respirava nell’aria mentre percorrevamo al tramonto il Trollstigen, o “sentiero dei Troll”, una strada da brivido, con una pendenza mozzafiato resa ancora più pericolosa dal fatto che è a una sola corsia praticamente per tutta la sua lunghezza, immersa in uno scenario di montagna e desolazione che ricorda moltissimo i paesaggi lunari di alcuni film di fantascienza. Spostandosi verso nord diminuisce la densità della popolazione e gli orizzonti si allargano. I boschi e le foreste lasciano posto all’inospitale tundra artica del Nordland, regione abitata dai Sami (Lapponi), caratterizzata da minuscoli villaggi di pescatori affacciati sul mare turchese. E che dire di quella fredda mattina del 15 Agosto, quando alle ore 7:55 abbiamo attraversato il Circolo Polare Artico, ovvero la linea che segna i 66° 33’ di latitudine nord, il limite meridionale del sole di mezzanotte al solstizio d’estate e il culmine della notte polare al solstizio d’inverno? che dire della strada artica, tra Mo i Rana e Fauske, in cui le brulle distese che circondano il Parco Nazionale Saltfjellet-Svartisen contribuiscono a creare l’illusione di ambiente polare o delle Isole Lofoten e di A° il villaggio più meridionale dell’isola di Moskenesoy: un vero museo vivente, un villaggio di pescatori rimasto intatto, con una lunga fila di rorbuer rossi lungo la costa, rastrelliere per l’essiccazione del merluzzo e le montagne affilatissime spruzzate di neve che emergono direttamente dal mare? Il territorio è così particolare che potrebbe fungere da scenario per un film tratto da un racconto di Tolkien! L’unica delusione provata è stata quella di trovarsi sul tetto d’Europa, il tanto sognato NordKapp, considerato dal popolo Sami un centro d’energia e un luogo per le offerte sacrificali, e scoprire come il turismo di massa abbia invaso anche questo “paradiso terrestre” con l’immancabile centro commerciale poco attraente ed inutile. A tal proposito il mio parere è che non si arriva fin qua sù per vedere un filmato sul sole di mezzanotte o per comprare souvenir. Il viaggio di ritorno è durato 6 giorni compreso quello trascorso a Copenhagen che ci ha permesso di riposare e dividere il ritorno in due tappe. Non posso che concludere questo racconto con l’augurio che anche voi possiate vivere un’esperienza indimenticabile come quella di un viaggio nell’estremo nord europeo. Buon viaggio a tutti. (Salvatore Macauda – Kawasaki ZR-7) Compagni di viaggio: Maurizio Muriana – Yamaha FJR 1300 Daniele Santaera – Kawasaki Z1000 Km percorsi: Maurizio: Salvatore e Daniele: 12.432 Paesi attraversati in sequenza: Italia – Austria- Germania – Danimarca – Svezia – Norvegia – Finlandia – Svezia Danimarca – Germania – Svizzera – Italia


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