Crociera sul Nilo – Fiume degli Dei 2

Era da tempo che desideravo andare alla scoperta del mondo degli antichi egizi, una civiltà così affascinante e avvolta da quel sottile velo di mistero che la rende davvero unica. Così presa al volo un’offerta della phone&go ho deciso che era arrivata l’ora di partire. L’offerta ci ha consentito di prenotare una vacanza a bordo della...
Scritto da: ungiroingiro
crociera sul nilo - fiume degli dei 2
Partenza il: 10/05/2009
Ritorno il: 18/05/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Era da tempo che desideravo andare alla scoperta del mondo degli antichi egizi, una civiltà così affascinante e avvolta da quel sottile velo di mistero che la rende davvero unica. Così presa al volo un’offerta della phone&go ho deciso che era arrivata l’ora di partire.

L’offerta ci ha consentito di prenotare una vacanza a bordo della motonave Lady Carol, una nave a 5 stelle che ci ha accompagnati lungo le rive del Nilo. Un viaggio con partenza da Luxor, arrivo ad Aswan e ritorno.

Prima di addentrarmi nel racconto della mia avventura desidero fare una premessa per tutti coloro che si chiedono com’è organizzata e come andrebbe vissuta una crociera sul Nilo.

Inanzitutto se pensate di fare una crociera di relax e di sole…Beh credo che non sia la vacanza che fa per voi! La crociera sul Nilo è una vacanza CULTURALE. Le motonavi che percorrono il fiume sono dei battelli di grandi dimensioni, ma non sono attrezzate o organizzate per una vacanza di solo relax come a molti di voi sarà capitato di vivere su una vera nave da crociera (tipo Costa o MSC).

Detto questo… pronti …Si parte 🙂 La mia compagna di viaggio si chiama Giusy e precisamente è … mia mamma 😉 Non ha mai preso l’aereo in vita sua e ha sempre avuto il desiderio di visitare l’Egitto, così le ho fatto questo regalo 😉 10/05/2009 Partenza a mezzogiorno per Milano Malpensa, considerato che lasceremo la macchina a Milano per una settimana, ho prenotato tramite internet un posto al coperto al parcheggio Panicucci situato a Somma Lombardo, giusto qualche Km di distanza dal Terminal 1. Prezzo 45 € per una settimana. Ero gia stato al Panicucci l’anno prima ed essendo rimasto soddisfatto “perché cambiare?”.

Caricati i bagagli sul furgone e sbrigate le pratiche, in poco più di 5 minuti siamo in viaggio verso l’aeroporto e in altri 5 minuti siamo a destinazione .

Ci rechiamo all’area “gruppi” per il ritiro dei biglietti e ci mettiamo in coda.

Tramite un forum di viaggi avevo conosciuto Claudia una ragazza di Milano (con il suo ragazzo) e Giusy una ragazza di Palermo (con i genitori e una coppia di amici al seguito).

Segno di riconoscimento all’aeroporto? Un bandana rosso sul bagaglio a mano.

E così, ancora prima di partire si è costituita una bella comitiva che ha condiviso l’intera vacanza.

Prima (e per fortuna ultima) brutta notizia. Il volo Eurofly con destinazione Luxor delle 17:20 è in ritardo di 2 ore. Così si vola con la compagnia aerea Neos. Nonostante lo scetticismo iniziale devo dire che la Neos (a differenza di Eurofly) si è rivelata un’ottima compagnia aerea. Velivolo di recente costruzione, pulito e confortevole. Durante il volo ci hanno servito la cena (addirittura bicchiere di vetro e posate di metallo). Decollo e atterraggio perfetti.

E finalmente ci siamo! Alle ore 00:30 (ora locale) tocchiamo il continente africano. La temperatura esterna non è eccessiva, fa caldo ma è un caldo secco che non ti fa sudare. Ci mettiamo in coda per i controlli (compresi quelli per la febbre suina) e una volta svolte le procedure di identificazione e di ritiro bagagli un assistente della phone&go ci direziona verso i due pullman che in una decina di minuti ci portano al molo dove è attraccata la nave da crociera Lady Carol.

La cosa incredibile è che le navi sono tutte allineate lungo la riva del Nilo, una dietro l’altra (e fin qui nulla di strano) ma anche una in fianco all’altra (fino a un massimo di 4 affiancamenti).

Questo vuol dire che per arrivare alla tua nave devi passare attraverso la hall delle altre navi attraccate prima della tua.

Sulla nave ci aspetta il cocktail e il discorso di benvenuto. Scopriamo durante la serata che l’organizzazione della nave ha gia ripartito in due gruppi i nuovi arrivati. Pullman 2 e Pullman 7, e in funzione di questa suddivisione ci si disporrà al ristorante e si seguiranno le escursioni. Chiediamo gentilmente se possiamo essere spostati sul pullman 7 con tutti gli altri amici conosciuti all’aeroporto e veniamo accontentati.

La nostra guida si chiama Giorgio, è un egiziano di origini siciliane che con la sua passione, la sua cultura e la sua ironia renderà vive quelli che alcuni turisti hanno volgarmente definito “quattro sassi” (beata ignoranza). Estremamente preparato e simpatico anche Nagi, la guida del pullman numero 2.

Terminate le presentazioni tutti nelle proprie stanze, l’indomani la sveglia è fissata per le 06:30 e ci sarà parecchio da vedere e da camminare.

Una delle cose che mi ha un poco “deluso” e che immaginavo diversa prima di partire era la sensazione di pace che il Nilo ti poteva trasmettere. E in effetti durante la navigazione in alcuni momenti è stato un po così, ma non quando la nave era attraccata. Una quantità indefinita di navi, tutte attaccate l’una all’altra (come descritto in precedenza) tutte rigorosamente con il motore acceso, ovviamente per garantire alimentazione alle imbarcazioni.

Il risultato è un rumore di sottofondo al quale non ci si abitua facilmente e che effettivamente stona con il senso di pace che il paesaggio ti trasmette.

Per questo e forse anche per l’emozione ho dormito ben poco la prima notte.

11/05/09 Sveglia fissata alle 06:30. Una volta alzati ci dirigiamo per la colazione al ristorante della nave. Il servizio è a buffet e prevede varie alternative fra dolce e salato. Davvero ottimi i datteri e le (mini)banane, per non parlare della varietà di dolci proposti. Puntuali alle 07:30 ci troviamo nella hall per la prima escursione. Le poche ore di sonno si fanno sentire, ma l’emozione prevale sulla stanchezza e così si parte.

La mattinata è dedicata alla visita della riva Ovest del Nilo, quella dove cala il sole e che gli antichi egizi hanno dedicato ai templi funerari.

Il primo tempio è quello di Medinet Habu, meno gettonato rispetto agli altri siti archeologici presenti nella zona ma non per questo meno affascinante, tempio che celebra le antiche gesta e le vittorie del faraone Ramses III.

Usciti dal tempio cominciamo a prendere confidenza con i commercianti di prodotti “locali” (!) e i loro metodi di contrattazione senza tregua e che ti lasciano davvero senza respiro. Una volta lasciato il tempio, la prossima tappa è la mitica Valle dei Re dove si trovano le tombe dei faraoni appartenenti al nuovo regno, ma lungo la strada facciamo una sosta fotografica ai colossi di Memnon, gli unici reperti (davvero imponenti) di un grande tempio resistiti al devastante terremoto del 27 a.C.

Arrivati alla valle dei Re prendiamo un trenino che ci porta all’ingresso vero e proprio. Non tutte le tombe sono visitabili e per l’ingresso alla tomba di Tutankhamon va pagato un supplemento. E’ vietato l’utilizzo delle fotocamere e videocamere all’interno delle tombe e il controllo è piuttosto rigoroso (quindi attenzione a chi vuole fare il furbo).

La sensazione che si prova quando si percorre la strada sterrata principale che a lisca porta alle varie tombe dei faraoni è proprio quella di un luogo sacro e misterioso, ed è affascinante pensare come oltre 3.000 anni prima quegli stessi sassi siano stati calpestati da un popolo così evoluto che ancora oggi ci lascia molte domande senza risposta.

Ed è altrettanto emozionante pensare a quando l’egittologo inglese Howard Carter scoprì la tomba di Tutankhamon, l’unica ritrovata quasi interamente intatta, non saccheggiata e contenente quello che tutti conoscono come il tesoro di Tutankhamon che occupa da solo quasi tutto il secondo piano del museo egizio del Cairo.

Il biglietto d’ingresso prevede la visita di n° 3 tombe e quelle che abbiamo visitato sono state quella di Seti II , Siptah e Ramsete IV, ognuna con la sua particolarità e la sua bellezza.

Se vi capiterà di visitare la Valle dei Re non dimenticatevi di portare un copricapo e degli occhiali da sole. La spiegazione della guida avviene sempre all’esterno della tomba e nonostante davanti ad alcune tombe ci siano delle tettoie dove ripararsi, in altre non c’è nulla e in alcuni periodi dell’anno il sole picchia davvero forte.

Un’ultima cosa degna di nota. All’ingresso del sito si trova un plastico costruito in 3D della valle che consente di vedere come sono posizionate le tombe rispetto alla superficie e come si sviluppano e si intrecciano nel sottosuolo. Davvero una bella idea.

Ritorniamo alla nave per il primo pranzo della crociera; servizio come sempre a buffet. Devo dire che in questa vacanza ho fatto scorpacciate di riso saltato affiancato da dell’ottima carne e relativo sughino 😉 Per il resto la varietà dei pasti non è paragonabile a quella di una struttura ricettiva fissa (hotel o villaggio), ma si parla sempre e comunque di un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Giusto il tempo di digerire e si riparte per la seconda parte della giornata. La destinazione questa volta è il tempio di Karnak dedicato al dio Amon. Il viale delle sfingi introduce un tempio davvero maestoso, cento nevralgico dell’antica Tebe e sede di molti faraoni ognuno dei quali ha apportato le proprie modifiche o anche solo furbescamente la propria “firma” (cartiglio). Ed è incredibile come la maggior parte del tempio sia ancora sotterrato addirittura sotto alle abitazioni. Al momento della nostra visita si stava lavorando per riportare alla luce un vecchio molo affacciato su un canale che collegava il tempio di Karnak al tempio di Luxor.

Lasciato il tempio di Karnak, dopo il rituale momento fotografico (al termine di ogni spiegazione) ci dirigiamo e arriviamo al tempio di Luxor dedicato alle divinità Mut e Khonsu.

Due statue del faraone Ramses II giganteggiano davanti all’ingresso del tempio insieme a uno degli antichi obelischi; Giorgio con un poco di dispiacere ci spiega che l’altro obelisco è stato barattato dai francesi in cambio di un orologio (non funzionante) situato alla moschea di Mohammed Ali al Cairo. Bella fregatura! Fossero stati degli svizzeri forse sarebbe andata meglio 😉 Ritornati alla nave, con gli occhi ancora pieni di tutte quelle meraviglie si parte. La nave alle 18:00 lascia gli ormeggi e si dirige controcorrente verso sud. Dal ponte superiore della nave, distesi sui lettini ammiriamo il panorama che passa dalla vegetazione lussureggiante della riva del Nilo fino alla pietra e sabbia del deserto poco più distante la riva.

Pescatori che raccolgono le reti, uomini che tagliano e raccolgono il fieno a mano, animali che cercano refrigerio nelle acque del Nilo, ragazzi che fanno il bagno vestiti, contadini che con il carretto trainato dall’asino ritornano a casa; sembra davvero di tornare indietro nel tempo e di osservare abitudini e stili di vita che molti di noi hanno sentito solamente raccontare dai propri nonni.

Il sole tramonta sul deserto e noi stiamo ad osservarlo. La stanchezza si fa sentire ma quello che abbiamo visto è qualcosa di davvero unico.

Il dopo cena lo passiamo sempre sul ponte della nave fino a tarda serata perché è previsto il passaggio per la chiusa di Esna. Tre navi una dietro l’altra entrano in un bacino artificiale e una volta chiuse le paratie posteriori le navi vengono sollevate dall’acqua entrante in poco più di dieci minuti. Si aprono le paratie anteriori e mentre la nave riprende il suo corso in direzione Aswan noi prendiamo la via delle camere e andiamo tutti a letto.

12/05/09 La nave ha attraccato, sono le 08:00 e il pullman è pronto per portarci al tempio di Edfu, tempio tolemaico che fino al momento della sua scoperta era completamente ricoperto dalla sabbia, e considerando le dimensioni della facciata del tempio è davvero incredibile immaginarlo.

Dedicato al dio falco Horus, la bellezza dei reperti e lo stato di conservazione dei geroglifici e bassorilievi è davvero incredibile. In alcuni punti si possono scorgere ancora i colori e con un po di fantasia li si può estendere a tutto il tempio immaginando come doveva essere splendido un tempo.

All’uscita (come del resto all’entrata) si è costretti a passare in una via stretta fra i bazar. Il consiglio è quello di guardare dritto e di compiere i 50 m che vi separano dall’uscita rapidamente, se non volete rischiare di essere travolti dal commercianti. Se invece avete tempo da perdere per la contrattazione e vi sentite degli affaristi allora …”why not!!!” …Ma sappiate che c’è chi si sfregherà le mani (e difficilmente sarete voi) 😉 Arrivati alla nave consegniamo il pass per il conteggio delle presenze e si riparte.

Dopo il pranzo e una pennichella il pomeriggio lo passiamo sul ponte della nave a prendere il sole. Il ponte della Lady Carol è dotato a poppa di una zona coperta con una struttura telonata e a prua di una zona scoperta con una piccola piscina centrale per il refrigerio più che per le nuotate. Curioso come sul bordo piscina ci sia appeso un cartello con scritto “Don’t Swim”! Come se fosse possibile nuotare! 😀 Un po di relax ci vuole per riprendersi dal viaggio e dalle escursioni e per prepararsi alla serata egiziana. Nel frattempo arriva l’ora della pizza servita al taglio sul ponte della nave 😛 Verso sera la nave attracca proprio di fronte al piccolo ma davvero grazioso tempio di Kom Ombo che però visiteremo sulla via del ritorno. Ci rechiamo al bazar della nave e dopo un po di contrattazione acquistiamo (sicuramente a molto di più di quel che valgono) due vestiti tipici egiziani.

Scendiamo a cena vestiti da “veri” egiziani poi partecipiamo nella sala bar alla simpatica serata danzante organizzata dall’animazione.

13/05/09 La sveglia è sempre mattutina e puntuali si parte per l’escursione alla diga di Aswan, anzi, alle due dighe di Aswan. La prima (più a nord) è quella vecchia costruita dagli inglesi, mentre la seconda più a sud è quella che ha dato origine al lago Nasser, che si estende per una lunghezza di 500 Km fino al Sudan.

I coccodrilli che una volta scendevano lungo il Nilo ora restano bloccati dalla diga ed è per questo che quella zona è densamente popolata da questo rettile poco ospitale 😉 …Sarà, ma io non ne ho visto nemmeno uno 😉 (ma mi son fidato hehe) Fatta qualche foto panoramica e una breve visita a un negozio dove producono e commerciano essenze, ci dirigiamo verso un piccolo porto dove ci aspetta una barca a motore che ci porta verso il tempio di Philae.

Giorgio ci ha detto che quando hanno bloccato il corso del Nilo hanno sbagliato i calcoli e molti templi nonché villaggi nubiani sono rimasti sommersi dalle acque (anche se io la sapevo diversamente). Il tempio di Philae (oltre a quello più noto di Abu Simbel) è uno fra questi ed è stato interamente suddiviso in blocchi, smontato e rimontato su un’isola adiacente a quella originaria. Devo dire che il lavoro fatto dai marmisti di Carrara che hanno spostato il tempio è veramente impressionante.

Il tempio di Philae visto dalle acque del lago è davvero una chicca e la facciata mi ricorda molto il tempio di Edfu ma in miniatura. Poco distante si vedono ancora i pali di contenimento utilizzati per il trasferimento del tempio dalla vecchia isola a quella nuova e ogni volta che ci penso trovo incredibile cosa siano riusciti a fare.

Una volta tornati alla nave, giusto il tempo di pranzare e siamo pronti per l’escursione pomeridiana.

Alle 15:00 saliamo su una barchetta a motore e risaliamo il corso del Nilo. Lungo il tragitto, dalla barca, abbiamo visto il giardino botanico, il mausoleo dell’Aga Khan e l’isola elefantina. Visto che nel pomeriggio faremo visita a un villaggio nubiano e qualcuno aveva chiesto come poter aiutare le persone del posto, Giorgio ci suggerisce di acquistare qualche souvenir dal nostro scafista che vive proprio nel villaggio. Aggiunge anche che onestamente si tratta di bigiotteria, ma se può essere un modo per aiutare qualcuno (speriamo!) ben venga.

Nel frattempo lungo il corso del Nilo dei bambini seduti su delle barchettine grandi appena da contenerli e mosse a mano con dei pannelli per fare da pagaia si avvicinano alla nostra barca e si aggrappano lasciandosi trascinare e cantando a squarciagola “quel mazzolin di fiori”. Ovviamente ce n’è una per gli italiani ma anche una per i francesi, gli inglesi… Questo purtroppo è uno dei motivi dell’elevata natalità in Egitto. I bambini vengono mandati a chiedere elemosina in questo modo dai genitori invece che esser mandati a scuola. Questi poi consegnano solo una parte dei soldi ai genitori e l’altra la usano per comprare le sigarette o per coltivare altre cattive abitudini. Per questo consigliano sempre di non dare soldi ai bambini, anche se sinceramente non è sempre facile quando si vedono certi stati di povertà dare retta alla ragione.

Al ritorno abbiamo scelto di visitare anche il villaggio nubiano (15€ esclusi dalla quota versata per le escursioni lungo il Nilo). Scendiamo dalla barca e ci dirigiamo verso la scuola. Ci da il benvenuto il preside che è colui che si occupa un po di tutto. Entriamo in una classe e ci sediamo ai banchi. Ci aspetta una lezione interessantissima sull’alfabeto, il metodo di numerazione e il calendario e sulle differenze fra Copto e Musulmano (maledizione alla mia memoria…). Usciti dalla scuola facciamo un salto all’ospedale. Sembra non ci sia nessuno e in effetti il dottore abita al piano superiore e interviene solo per casi urgenti, ma non troppo gravi, perché in quel caso l’unica diagnosi è quella del trasferimento all’ospedale di Aswan (e noi ci lamentiamo della nostra sanità!).

Uscendo dall’ospedale ci incamminiamo lungo le strade sterrate del paese. E’ evidente lo stato di degrado delle abitazioni, il disordine, la mancanza di igiene. Passiamo in fianco al market più grande del paese, una stanza forse 2×2 m con la merce stipata all’esterno e una donna addetta alla vendita. Poco più avanti una capra cammina tranquilla sul tetto di una baracca. Alcuni bambini camminano scalzi tra le macerie e la spazzatura e sulla riva del Nilo fanno il bagno.

Mi risulta difficile pensarlo, ma dicono che nonostante tutto, qui le persone siano felici. E’ un’esperienza forte e onestamente mi sono sentito poco opportuno e un po a disagio mentre camminavo nel loro mondo, ma se ne avete l’opportunità credo sia comunque un’esperienza da fare.

Risaliti sulla barca il nostro scafista non si accorge della presenza di un bambino con la sua barchetta sul retro e lo investe. Per fortuna non succede nulla di grave.

Ripartiamo con le immagini del villaggio nubiano memorizzate non solo nella macchina fotografica ma anche nella mente, consapevoli dell’esistenza di un altro mondo.

Il ritorno ci regala la visione di un tramonto da cartolina.

Alla sera dopo cena sulla nave organizzano un piccolo spettacolo d’animazione, ma siamo troppo stanchi e la sveglia per il giorno dopo è fissata per la 03:15, quindi poco dopo tutti a letto.

14/05/09 La sveglia è impietosa, ma il desiderio e l’aspettativa di questa escursione sono talmente elevate che in “quattro e quattr’otto” siamo al ristorante per bere il caffè e per il ritiro della colazione al sacco. Saliamo sul pullman e ci rechiamo al punto di ritrovo. Oggi si parte per il tempio di Abu Simbel, a soli 50 Km dal confine con il Sudan. Per questioni di sicurezza la “cordata” di pullman sarà scortata dalla polizia.

Passato il controllo si parte lungo una strada che taglia nel deserto e verso le 05:00 del mattino dall’orizzonte spunta il primo raggio di sole della giornata. L’emozione di vedere l’alba nel deserto.

Dopo un viaggio durato circa 2 ore e mezzo arriviamo a destinazione. Il parcheggio è posizionato sul retro del tempio che invece è affacciato sul lago Nasser.

Prima della costruzione della diga di Aswan il tempio era posizionato 64 m più in basso e 130 più in avanti, ma successivamente si è reso necessario (come per il tempio di Philae) suddividerlo in blocchi, smontarlo e rimontarlo nella posizione attuale per evitare che rimanesse per sempre sommerso dalle acque del lago Nasser.

Per mantenere identica all’originale la morfologia del tempio, è stata ricreata interamente una collina in cemento armato su cui sono stati poi adagiati e rimontati i blocchi originali.

Il risultato è stupefacente. Ancora più stupefacente se si pensa che il tempio non è stato costruito, ma scavato nella roccia più di 3000 anni fa, con strumenti che non erano certo quelli dei giorni nostri. Davanti allo splendore di questo tempio non si può che rimanere senza fiato e percepire esattamente il senso di grandezza e potenza che Ramsete II voleva trasmettere.

A fianco al tempio di Ramsete II c’è un altro tempio, quello che lo stesso faraone fece costruire per la “più bella tra le belle non di questo paese” (è questo più o meno il significato del nome) ovvero la regina Nefertari.

Ci sarebbero mille altre cose da dire su questo tempio, ma non sarebbero sufficienti a far capire quant’è bello. Per riuscirci solo una cosa è necessaria e sufficiente: Andarci! Quindi se siete in dubbio se fare o meno questa escursione non fatevi spaventare dalle ore in pullman e dall’alzataccia ma “ANDATE…ANDATE…ANDATE”! Ne vale veramente la pena e avrete tempo per recuperare le forze! Il ritorno è durato un poco di più dell’andata. E’ girata voce fra gli autisti che ci fosse il controllo della velocità…Ebbene si, a quanto pare c’è anche in mezzo al deserto 😀 Alle 13:00 comunque eravamo gia di ritorno, giusto in tempo per il pranzo. Poco dopo la nave ha lasciato gli ormeggi, invertito la rotta ed è ripartita verso Nord.

Il pomeriggio l’abbiamo passato in navigazione sul ponte della nave a prendere il sole e a riposarci.

Verso l’ora del tramonto siamo attraccati di nuovo a Kom Ombo e dopo cena ne abbiamo approfittato per andare in comitiva e accompagnati da Giorgio, a prendere un bel tè caldo alla menta in uno dei locali caratteristici che stanno proprio di fianco al Nilo e sotto al tempio illuminato.

15/05/09 La sveglia è puntata per le 06:30 e come sempre puntuali alle 07:30 siamo all’ingresso del tempio di Kom Ombo situato proprio di fronte al punto di attracco della nave.

Il tempio è più piccolo rispetto agli altri visitati finora, ma la posizione sopraelevata lo rende davvero incantevole.

Qui si trovano alcuni altorilievi che i malati toccavano per ottenere la guarigione, oltre a delle rappresentazioni di alcuni strumenti chirurgici utilizzati al tempo (da brividi!).

Nel cortile è presente anche un “nilometro”, ovvero un pozzo che collegato al Nilo consentiva ai sacerdoti di effettuare delle previsioni sul livello di piena del Nilo.

In poco più di un’ora abbiamo visitato il tempio e siamo tornati sulla nave. Oggi giorno completo dedicato alla navigazione verso Luxor. La giornata è splendida ma rispetto agli altri giorni c’è un caldo afoso e benediciamo la presenza della “piscina” (se così si può definire) sul ponte della nave 😉 La giornata di quasi totale libertà e l’incombere della fine della vacanza ci fa “ingolosire” e così ci ritroviamo la sera tutti mezzi scottati per la giornata di sole (assolutamente indispensabile una crema solare con un’adeguata protezione).

16/05/09 La sveglia oggi è fissata per le 05:30. Il pullman ci porta all’aeroporto di Luxor per il volo interno della Egyptair con destinazione Il Cairo. Le persone invece che hanno scelto di non fare questa escursione hanno avuto una giornata libera.

Arrivati al Cairo per le 09:10, abbiamo trovato la nostra guida “Pepsi” (è il soprannome) ad aspettarci. Ci fa subito un discorso molto “severo” sulla puntualità e su come sarà organizzata la giornata, e in effetti alla fine servirà.

La prima destinazione è la Moschea di Mohammed Alì alla cittadella, ma prima di arrivare passiamo in fianco alla “città dei vivi e dei morti”. Impressionante come si sia creata una città popolata da (statistica recentissima) un milione di persone sopra quello che un tempo era un cimitero. Pepsi ci dice che non è consigliabile per nessun estraneo addentrarsi e che è un peccato perché all’interno di trovano tante moschee molto interessanti dal punto di vista storico e artistico. Arrivati alla moschea prendiamo con noi solo la macchina fotografica e giusto un paio di calzini. Vi chiederete il perché dei calzini!!!! Dunque, l’ingresso alla moschea è consentito solo se si è conformi alle regole di buon costume musulmane. Quindi oltre a dover togliere le scarpe (portatevi una borsina in cui metterle), le donne devono avere dei pantaloni al di sotto del ginocchio e devono avere le spalle coperte. Per gli uomini tutto questo non è richiesto. Basta quantomeno evitare di indossare (come mi è capitato di vedere) una canottiera senza maniche!!!!! Altrimenti le donne musulmane che all’ingresso della moschea sono addette al controllo degli abiti, vi daranno un mantello verde che dovrete indossare e che onestamente non consiglio a nessuno. Quindi ora che siete avvisati a voi la scelta 😉 La moschea è davvero molto bella e dal giardino esterno si può godere di un ampia vista sulla città.

Ritornati al pullman ci dirigiamo verso la zona delle piramidi di Giza si iniziano a vedere già da lontano, quando ancora siamo in “tangenziale”.

Ecco, fra tutte le cose viste durante questo splendido viaggio, probabilmente le piramidi e la sfinge sono quelle che mi hanno un pochino deluso. Non certo per la loro grandezza e imponenza, quanto perché me le immaginavo più isolate dalla città e immerse nelle dune del deserto. Un paesaggio un po’ più da cartolina insomma.

All’ingresso del sito archeologico prima dei controlli ci viene chiesto se vogliamo entrare nella piramide di Chefren (in quella di Cheope è concesso l’accesso a solo a 150 persone al giorno) pagando un sovrapprezzo, ma il rischio è quello di trovare coda all’ingresso e di avere poco tempo per visitare tutto il resto. Così desistiamo, anche se un pochino mi spiace non essere entrato. Dentro alla piramide, sottolineano che non c’è nulla, che il tunnel d’ingresso è basso e stretto e che fa parecchio caldo, quindi lo sconsigliano a chi soffre di claustrofobia o bassa pressione. Però volete mettere la sensazione e l’emozione di stare al centro della piramide!!! (vorrà dire che sarà un buon motivo per tornare 😉 ) La prima tappa di giusto 10 minuti è dedicata al punto panoramico da cui si gode una bellissima vista su tutte le piramidi. Fate molta attenzione a chi vi propone di fare una foto sul dromedario. Vi dicono che costa 1 € per farvi salire, ma non vi dicono quanto costa per farvi scendere. Sembra una barzelletta ma è tutto vero! La seconda tappa è proprio sotto le piramidi di Chèope (quella con “l’antenna”) e Chefren (quella con il “cappello”) che sono talmente grandi che da vicino si perdono le proporzioni.

Infine ci rechiamo al tempio della mummificazione e attraverso di questo giungiamo alla splendida sfinge. Il tempo è poco e lasciate le piramidi ci dirigiamo al ristorante dove ci fermiamo un’oretta circa per il pranzo a buffet prima di partire per la visita al museo egizio.

All’interno del museo è vietato fotografare o filmare e per evitare di lasciare fotocamere o videocamere al deposito, consigliano (se possibile) di lasciarle in pullman. Il museo è diviso in due piani, quello inferiore dedicato più che altro alla scultura, mentre quello superiore quasi interamente dedicato al tesoro di Tutankhamon oltre a una piccola parte dedicata alle mummie (biglietto da pagare a parte).

Il tempo purtroppo è veramente poco per vedere tutto e quindi Pepsi ci avvisa che quello che ci spiegherà sarà relativo agli elementi più importanti e rappresentativi del museo.

Al secondo piano c’è una zona controllata nella quale è consentito l’accesso e la sosta per soli 10 minuti a testa; è la zona nella quale si trovano il sarcofago in oro massiccio (110 Kg) che conteneva la mummia del faraone Tutankhamon, il sarcofago in lego ricoperto d’oro e intarsiato d’alabastro e altri elementi preziosi che conteneva a “matrioska” il sarcofago precedente, la famosissima e splendida maschera di Tutankhamon (10 Kg di oro massiccio e lapislazzuli), nonché un’infinità di elementi tutti rigorosamente in oro e decorati ritrovati nel sarcofago. Questa sala l’ho trovata particolarmente emozionante, senza nulla togliere a tutto il resto del museo nel quale si trovano tantissimi reperti appartenenti alla civiltà egizia.

Stanchi (anche per il caldo soffocante del secondo piano) usciamo dal museo e riprendiamo il pullman che ci riporta all’aeroporto. Salutiamo Pepsi e ci imbarchiamo sul volo Egyptair che atterrerà alle 20:15 a Luxor. L’escursione è stata davvero tosta e credo che per visitare bene Il Cairo servano almeno tre giorni (come del resto alcuni pacchetti propongono), ma penso anche che sia bastata per dare un senso compiuto alla nostra vacanza in Egitto.

E’ l’ultima sera e non si può andare a letto presto. Giorgio e Nagi ci avevano promesso che c’avrebbero accompagnati al mercato locale di Luxor, e così è stato, abbiamo fatto una bella camminata all’interno. Se anche si prova a cercarlo, è impossibile trovare un senso o un ordine logico a quello che si vede. E’ il disordine più totale e la fusione di una marea di colori, odori, rumori, sapori. Un’unica strada sterrata con banchi su entrambe i lati che vendono vestiti, stoffe, spezie, frutta, verdura, cotone, e tanto altro ancora; una strada percorsa da un flusso di persone a piedi che ogni tanto si apre per far passare biciclette, motociclette con anche tre persone a bordo, carri trainati da asini e carrozze trainate da cavalli.

In questa confusione (quantomeno per i nostri occhi) è un attimo perdere l’orientamento e smarrire il gruppo. Quindi se per caso ci andrete (e ne vale la pena) tenete gli occhi aperti, è facile farsi distrarre e affascinare da quel mondo così lontano dalle nostre abitudini.

17/05/09 E’ arrivato anche l’ultimo giorno di questa splendida avventura. Decidiamo insieme alla comitiva di amici conosciuti in vacanza di dedicare la mattinata a un’ultima escursione esclusa dal pacchetto viaggi (costo 15 €). Così a bordo di una barca ci facciamo portare sulla riva ovest di Luxor. Dall’altra parte ci sono dei dromedari che ci aspettano (chissà come mai li chiamano sempre cammelli !?!?!… forse perché “dromedariata” suona male hehe). E’ sempre un’emozione salire su questi animali che sembrano così goffi e così poco affidabili. La cammellata (così suona molto meglio eh?!) dura circa 40 minuti. Ci muoviamo in fila uno dietro all’altro su un percorso misto passando anche attraverso un caratteristico paesino della riva Ovest.

Al termine della cammellata ritorniamo sulla barca e risaliamo di un pezzetto verso sud il Nilo fino a quando raggiungiamo l’isola delle banane. E’ una piantagione di banane all’interno della quale ci fanno fare un piccolo tour conclusosi con una sosta su dei tavoli all’ombra a gustare che cosa? Ovviamente delle banane 😉 Terminata la sosta si riprende la barca che ci riporta sulla nave.

Il pomeriggio è dedicato al relax e alla tintarella sul ponte della nave. Una volta che il panorama del Nilo ti entra negli occhi e nel cuore con l’emozione che ti genera, è difficile doverlo salutare, ma alle 19:00 si lasciano le valigie fuori dalle camere e alle 21:00 si saluta la nave. A malincuore c’è l’aereo di ritorno che ci aspetta e che farà scalo a Sharm El Sheik prima di arrivare alla Malpensa alle ore 04:20 di lunedì 18-05.

Ringrazio quei pochi che avranno avuto la pazienza di arrivare fino alla fine del diario 😉 Mi scuso se ci sono (e sicuramente ci saranno) delle inesattezze storiche, ma questo racconto di viaggio non ha la pretesa di sostituire alcuna enciclopedia, quanto quella di far capire a tutti coloro che lo leggeranno la filosofia di questo viaggio con l’auspicio che serva a indurli a intraprendere la nostra stessa splendida avventura.

Andrea



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