Crociera sul Nilo
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Dopo qualche indecisione (Turchia? Isreaele?) e pochi consigli da parte dell’agente di viaggi a cui ci affidiamo, decidiamo di optare per un fifrty-fifty di sightseeing e relax. Non ce la sentiamo di fare una settimana su una spiaggia senza approfittarne per visitare anche qualcosa…
Crociera sul Nilo! Ci sembra potenzialmente un buon compromesso fra relax e cultura.
Prendiamo un pacchetto bello pronto con un tour operator olandese. Nonostante ci sia la Pasqua di mezzo il prezzo è più che buono, considerando che comprende volo più soggiorno in motonave (a 5 stelle, haahha) con pensione completa. Certo, tutte le escursioni sono extra, ma si può decisamente fare…
Ecco il programma della settimana giorno per giorno:
Giovedì 5 aprile
Sveglia alle 4 e mezza, cominciamo bene. Ma è l’unico modo per arrivare in tempo in stazione e prendere il primo treno per l’aeroporto di Schipol. Alle 8:30 partiamo per Luxor, per fortuna volo diretto e non con scalo a Hurgada come ci avevano detto.
Nel primo pomeriggio siamo a Luxor, sole, caldo, non ci par vero… Dopo la prima esperienza fregacchina con i tizi locali che cercano di spillare a Fede ben 5 euro per prenderci le valigie di mano e caricarle sul bagagliaio, prima cosa a bordo del pullman ci spillano 51 euro a testa (16 per il visto e 35 per le mance al personale della motonave; strano sistema…). Poco dopo arriviamo alla motonave, dove ci assegnano la cabina 214, la più vicina alla reception. La nave non è male e la cabina è piuttosto piccola ma discreta. Ha una bella finestra sul Nilo e tutto quel che serve, compresa la cassaforte. Quel che resta del pomeriggio, dopo un meeting di benvenuto e introduzione del programma della settimana da parte dello staff locale del tour operator, lo passiamo sul deck a bordo piscinetta (comunque migliore di quella di molte motonavi vicine) in attesa che aprano la cena eccezionalmente alle 18:00, vista la lunghezza della giornata e la fame del gruppo. Facciamo il giro della nave: c’è un negozietto che vende vestiti e amenità locali varie, una piccola gioelleria, un grande (e freddissimo) lounge bar, il deck con piscina e bar all’aperto, e al piano più basso raso-Nilo, il ristorante.
La vista dalla motonave è affascinante: si vede il tempio di Luxor, l’inizio del deserto, e sull’altra sponda la montagnetta dietro la quale si nasconde la Valle dei Re. Ancora ignari di come cercheranno di fregarci (non tanto i locali, bensì il personale del tour operator), decidiamo di comprare l’escursione per domani mattina alla Valle dei Re, tempio di Hatsepsut e Colossi di Memnon. Partenza alle 5:30, di nuovo sveglia infausta. Per questa escursione ci chiedono 35 euro a testa. Se volessimo il pacchetto che comprende tutte le escursioni (tranne Abu Simbel) sarebbero 165 euro a testa. Ma prima di cedere decidiamo di capire come funzionano e cosa sarà possibile fare autonomamente, anche perché i racconti della guida sono tutti in olandese, quindi a noi ben poco utili.
La cena è discreta, niente di trascendentale, ma va bene. Stiamo un po’ sul deck a goderci il fresco e il panorama e poi collassiamo a letto senza nemmeno accorgercene.
Venerdì 6 Aprile
Sveglia alle 4:45, tremendo. Colazione al ristorante, caffè sul deck con vista sull’alba e sulle mongolfiere colorate che si alzano in volo, riunione in reception e partenza per la Valle dei Re. Col pullman attraversiamo un bel pezzo di valle delNilo, passiamo all’altra sponda e arriviamo alla valle dei Re. Con un trenino aperto dall’entrata ci portano all’ingresso delle tombe. Col nostro biglietto di ingresso possiamo vederne tre. La guida sceglie quelle di Ramsete III, IV e IX. Veramente meravigliose tanto che è difficile credere a quanti millenni hanno. Peccato che ci siano orde oceaniche ovunque. Abdu, la nostra guida, dopo le lunghe spiegazioni in Olandese ci fa un breve riassunto in inglese, di cui ci dobbiamo accontentare. Prossima tappa: tempio di Hapsepsut. Altro trenino e davanti a noi si staglia, bellissimo, il tempio incastonato nella roccia desertica.
Fa caldissimo, all’ombra del bar Abdu ci fa il solito breve racconto in inglese e poi partiamo alla scoperta del tempio. Alle 11 fa veramente caldo, ed è solo il 6 di aprile… Risaliamo sul pullman e sopresa, ci ritroviamo in un laboratorio di alabastro. Fasullo quanto mai, i finti scultori, da stravaccati all’ombra, riprendono a limare alabastro non appena vedono il pullman in lontananza. I vari vasi, statue, ecc. sono bruttarelli, quelli fosforescenti sono tremendi, e mentre cercano di abbindolarci Abdu si pappa il pranzo che gli hanno portato come mazzetta. Va bene, fa parte del gioco. Ultima tappa della mattinata sono i colossi di Memnon. Enormi, imponenti. Foto ricordo e via alla motonave. Saliamo a bordo, scendiamo al ristorante per il pranzo e iniziamo la navigazione lungo il Nilo.
Il pomeriggio lo passiamo sul deck a prendere il sole, alle 4 beviamo il tè con un po’di torta secca e ci godiamo il panorama. Bello, verde, pieno di palme e alberi di mango, minuscoli villaggi e orribili edifici qua e là. I compagni di viaggio sono tutti olandesi (a parte una ragazza svedese) e molto eterogenei: la solita miss botox che non manca mai, il rozzo, la famiglia colta, ecc.
Scendiamo al ristorante per la cena. Ormai abbiamo capito che la zuppa è sempre la stessa: riso, manzo cucinato in qualche modo, patate, a volte pasta, pollo, verdure cotte, pesce, zuppa e insalate che non abbiamo il coraggio di mangiare. Forse stupidamente visto che gli altri le prendono e stanno apparentemente tutti bene.
Dopo cena decidiamo di comprare l’escursione al tempio di Edfu per il giorno dopo. Ci siamo fatti infinocchiare da Abdu, che ci ha detto che non è un’escursione fattibile individualmente e che il tempio è da non perdere (questo assolutamente vero). Ci spilla 25 euro a testa. Dopo di che birretta (portata dall’Olanda) sul deck e poi nanna di nuovo relativamente presto.
Il passaggio attraverso le chiuse di Esna è stata una bella esperienza. I venditori ci lanciavano le loro mercanzie sul ponte aspettando in cambio soldi o che rimpallassimo la roba. Eravamo tentati di comprare i vestiti egiziani per la serata tipica organizzata a bordo per domani sera, ma decidiamo che ci saranno altre e migliori occasioni.
Sabato 7 aprile
Sveglia alle 6, colazione e partenza per il tempio di Horus ad Edfu. Allo sbarco dalla motonave l’addetto ai filmati ci filma uno per uno. I filmati sono noiosissimi e agghiaccianti, e anche con tutta la buona volontà e spirito di beneficienza, uno non può sentirsi invogliato a comprarlo… Comunque ci assegnano al carretto numero 70, assieme ad una coppia di amiche olandesi, che si riveleranno essere le più simpatiche di tutta la comitiva. Pochi minuti di carretto e tanta favela dopo eccoci all’entrata del tempio di Horus. La distanza era decisamente breve e sicuramente percorribile a piedi, tanto è vero che alla biglietteria troviamo una famiglia che viaggia con noi già lì per i fatti propri. Pazienza, abbiamo imparato la lezione e decidiamo che, a parte Abu Simbel, le prossime escursioni ce le facciamo per i fatti nostri. Il tempio è decisamente stupendo, immenso e pieno di turisti. La guida, che spiega per ore soltanto in Olandese, incontra un suo amico guida che illustra il tempio a un gruppo di inglesi e ci rifila a lui. Sono decisamente più simpatici di noi comitiva olandese, tra di loro c’è una nonna giovane e carina in viaggio con la nipote insegnante di egittologia.
Finita la visita torniamo a bordo, non prima di aver comprato i vestiti per la serata egiziana (2 vestiti di cotone bianchi al prezzo di 3 euro l’uno) ed esserci abbondantemente irritati col cocchiere del carretto lurido e fetido, che a tutti costi vuole una mazzetta per sé e per il cavallo perché ci ha fatto una foto…
Pranziamo e passiamo il pomeriggio a oziare sul deck mentre navighiamo verso Aswan. Tè delle 16, piscina, e poi dopo cena, a base di pietanze egiziane, la serata tipica in costume locale. In realtà la festa nel lounge bar è piuttosto triste. Chiamano alcune delle vacanziere a ballare la danza del ventre sul palco e ci stupiamo della disinvoltura di tutte quante. Onde evitare il rischio di essere accalappiati, e ulteriore tristezza, ce ne torniamo sul deck a fare qualche foto e goderci il panorama della città illuminata. Poi solita birretta in compagnia della coppia Svezia-Olanda e nanna, come sempre svenendo. Abbiamo comprato l’escursione per Abu Simbel per domani (in pulman, 85 euro a testa). Sorprendentemente la partenza è comodamente alle 11.
Domenica 8 aprile 2012
E’ Pasqua e ci scambiamo gli auguri a vicenda durante la colazione. Prima della partenza stiamo un po’ sul deck, ma ad Aswan fa veramente tanto caldo. Alle 11 ci troviamo alla reception pronti per partire. Raccogliamo i lunch box e saliamo sul pulman. Effettivamente è tutto pieno come diceva la guida. Fa un caldo assassino, ma per fortuna sul pulman si sta bene. Ci fermiamo per un buon quarto d’ora davanti all’entrata dell’obelisco icompleto aspettando di essere scortati per percorrere il lungo tratto di torrido deserto da Aswan ad Abu Simbel. Visto quello che abbiamo pagato, la guida ci ha promesso che ci sarà ad aspettarci una guida che parla italiano o inglese. In effetti quando arriviamo intorno alle 14:30 c’è un signore magro, con enormi labbra e una buffa peseta pronto a raccontarci la storia del sito in italiano. Cominciamo dal tempio maggiore, dedicato a Ramsete II, che è veramente stupendo. La guida ci racconta due cose sul piazzale fuori – a quanto pare le guide non possono entrare all’interno del tempio – e ci dice di approfittarne ad entrare ora perché saremo da soli: tutti gli altri gruppi, compreso il nostro, ascoltano la predica della loro guida fuori dal tempio. Siamo soli, e la tentazione di scattare foto nonostante il cartello che lo vieta è forte, visto che oltretutto il guardiano non è dentro al tempio. Peccato che poi si avvicini e pretenda di vedere le foto della macchina fotografica di Fede. Lui dice che non funziona, non si accende, e il guardiano, imbranato qb non è in grado di spostare la levetta da on a off. Niente da fare, insiste e diventa aggressivo e minaccioso. Inizio a innervosirmi, usciamo dal tempio mentre il guardiano (finge?) chiama la polizia. Poi con abile mossa Fede estrae la memory card dalla macchina e me la passa. Io un po’ maldestramente me la infilo nel reggiseno ma un altro guardiano se ne accorge e riferisce. Chiediamo di chiamare la nostra guida e che chiariscano fra loro. Bene o male la cosa scema lì, ma mi sono presa un bello spauracchio e mi godo poco il resto della visita. Sconsigliamo di scattare foto dentro al tempio! Oppure date la solita mazzetta al guardiano e ve la farà scattare lui stesso…
Passiamo poi al tempio minore, dedicato ad Hathor e alla moglie di Ramsete II Nefertari, bellissimo anche questo. Ci dilunghiamo un po’ facendo foto all’esterno dei tempi, tanto che poi ci tocca correre a riprendere il pullman alle 16:30. Se ci lasciassero lì saremmo spacciati. Riprendiamo il lungo tragitto alla volta di Aswan. Torniamo a bordo verso le 8, cena, balli tradizionali in cui vengo trascinata (tremendamente tristi) e solita birretta sul deck. Ad Aswan fa veramente caldissimo, e anche la sera la brezza sembra uscire da un phon molto caldo.
Lunedì 9 aprile
Decidiamo di non comprare l’escursione di Aswan, che comprende la diga (da fuori), l’obelisco incompleto e il tempio di Philae. Costa 60 euro a cranio e non prevede niente che non possa essere fatto per conto proprio. Altra opzione il giardino botanico e un villaggio nubiano, al prezzo di 25 euro a testa. Decidiamo di andare al giardino botanico dall’altra parte del Nilo, ma per conto nostro. Cerchiamo un barcaiolo, ne troviamo uno che per la modica cifra di 12 euro in due ci porta fino al giardino botanico. Alla biglietteria inizialmente non vogliono soldi che non siano lire egiziane, ma poi con 4 dollari ci fanno entrare entrambi. Il giardino è carino, ci sono piante particolari, è fresco e tranquillo, e decisamente merita un giro. Il nostro barcaiolo ci aspetta fedelmente sulla sponda del fiume. Torniamo dopo un paio d’ore e ci accordiamo per un giro pomeridiano fino al villaggio nubiano, alla cifra di 15 euro in due. Torniamo a bordo per il pranzo e alle 14:30 incontriamo di nuovo il nostro caronte che ci traghetta, attraverso un paesaggio naturale bellissimo, al villaggio nubiano. Il villaggio in sé è abbastanza deludente, ma sarà anche che arriviamo nel pieno del caldo quando evidentemente tutti dormono, tranne i venditori dei banchetti di spezie e cianfrusaglie varie che costeggiano la strada principale. Facciamo un giro su e giù per la questa strada senza osare addentrarci troppo nel paese, entriamo in una casa nubiana con un grande cortile, una vecchia e due coccodrilli in una vasca, e torniamo alla barchetta. Rimontiamo sulla motonave per finire la giornata sul deck, e dopo cena ci uniamo al gruppo per andare al bazaar accompagnati da Abdu.
Il bazaar è illuminato a giorno, pieno di locali e di turisti. Man mano ci stacchiamo dal gregge e restiamo a girare con la coppia Svezia-Olanda. Il giro è stato interessante, riusciamo a non comprare niente se non da bere per cercare di smorzare una sete implacabile, e poi ce ne torniamo a “casa”. Birra sul deck con la coppia e poi nanna.
martedì 9 APRILE
Ore 5: inizia la navigazione verso Kom Ombo. Attracchiamo verso le 9 e, naturalmente, non compiramo l’escursione, ma ce ne andiamo a vedere il tempio dedicato a Sobek e Horus per conto nostro. Il tempio, bellissimo, sorge su un piccolo promontorio in riva al Nilo. Per raggiungerlo a piedi impieghiamo 2 minuti. Con carta studenti e un po’ di discussioni, riusciamo ad entrare spendendo 5 euro in 2. La cosa più interessante sono gli strumenti chirurgici incisi su una delle pareti. Cerchiamo di inseguire qualche gruppo per capire, se non altro, dove si trovano le cose più importanti. Scendendo dal piccolo promontorio arriviamo al museo del coccodrillo, piccolo e pieno di coccodrilli imbalsamati di tutte le dimensioni. Torniamo a bordo e continuiamo la lunga navigazione verso Esna. Ci prendiamo la giornata con comodità, pranzo, deck, sole, tè del pomeriggio e cena servita a tavola anziché solito buffet. Alla sera approdiamo a Esna e scendiamo a fare un giretto. La minuscola cittadina non offre niente, a parte un tempio dedicato a Khnum che si trova al di sotto del livello della strada di circa 15 metri. E’ illuminato e bello, ma naturalmente chiuso. Appena sbarchiamo i commercianti riaprono le loro attività cercando di venderci le solite cianfrusaglie. La cittadina ha un aspetto poco invitante. Torniamo verso la barca e facciamo una piccola passeggiata sul lungo Nilo. C’è un matrimonio in atto, ed è interessante vedere i furgoncini pieni di ragazzine agghindate e tutto il casino per strada. Siamo tormentati da un ragazzetto grasso che non ci lascia tregua, ci perseguita. Promette di lasciarci in pace se gli diamo una sigaretta, il che funziona in parte.
Prima di risalire a bordo chiediamo di poter visitare la motonave Sonesta attraccata vicino alla nostra. Decisamente un’altra cosa. Torniamo a “casa”, birretta con la coppia Svezia-Olanda e nanna.
Mercoledì 11 aprile
Ci svegliamo in navigazione verso Luxor. Niente escursioni programmate dal tour operator, ma optiamo per le escursioni fai da te. Decidiamo di visitare tutto oggi, così le poche ore che restano per la mattinata di domani prima di andare all’aeroporto le potremo trascorrere in relax sul deck della motonave.
Notiamo con piacere che a Luxor fa molto meno caldo che nel Sud. Per la giornata decidiamo di visitare il museo egizio di Luxor, il tempio di Luxor equello di Karnak. Per la visita al museo si uniscono a noi le due amiche bionde simpatiche con cui abbiamo condiviso il carretto a Edfu. La passeggiata lungo in Nilo per arrivare al museo è gradevole. Quando arriviamo alla cassa scopriamo che accettano esclusivamente lire egiziane. Inizia la ricerca di una banca o di un cambia valute. Ci affidiamo ad un negoziante che con un cambio relativamente onesto, ci cambia 30 euro. Le signore scelgono la banca, ci ritroviamo all’uscita e andiamo al museo. Di nuovo carta studenti. La signora alla cassa fa un po’ di casino coi soldi, dice che le abbiamo dato 50 lire. Gliene abbiamo date 100. Conta tutto l’incasso e alla fine tutto si risolve a nostro favore: per fortuna è solo mattina. Il museo è molto bello e decisamente merita (prezzo per 2 studenti: 80 lire). Le statue, le mummie, tutto è bellissimo ed essendo il museo relativamente piccolo e molto ben organizzato, non lascia al turista spazio per la noia. Soddisfatti, torniamo a bordo per il pranzo e ci teniamo i tempi di Luxor e Karnak per il pomeriggio.
Dopo pranzo scendiamo e schiviamo i mille venditori, ed entriamo con 50 lire in 2 nel tempio di Luxor. Bellissimo il viale di sfingi androcefale che univano un tempo i tempi di Luxor e Karnak per la bellezza di 3 km e bello l’obelisco, il cui gemello è a Parigi in Place de la Concorde. Le statue di Ramsete II sono impressionanti. Il tempio ci soddisfa, usciamo, e con un carretto e poche lire un bambino ci accompagna al tempio di Karnak, dove ci aspetterà per tutta la durata della visita. Con un po’ di insistenza e 70 lire per 2 biglietti studenti entriamo all’immenso complesso templare di Karnak. Le dimensioni sono un po’ scoraggianti, e la folla di turisti è oceanica. Anche qui il viale d’ingresso è bordato di sfingi dalla testa di ariete e l’obelisco di Thutmosi, un tempo qui, IV oggi svetta in Piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Faccio 7 giri intorno alla statua dello scarabeo per sposare un giorno il mio amato, ci perdiamo nella folla e nell’immensità di questo tempio perpoi tornare dal bambino che fedelmente ci ha aspettati per riportarci a bordo. Breve sosta bibite nel negozietto di fronte alla nostra motonave e saliamo. Alla sera cena a bordo e poi serata comoda, l’ultima, sul deck con la solita coppia. L’opzione offerta dal tour operator era lo spettacolo di luci e suoni al tempio di Karnak, ma abbiamo rinunciato abbastanza volentieri.
Torniamo in camera e prima di buttarci in branda facciamo le valigie che devono essere pronte domattina davanti alla stanza prima della colazione.
Giovedì 12 Aprile
La nostra vacanza è giunta al termine. Alle 11 e mezza ci porteranno col pullman all’aeroporto. Facciamo colazione, ci godiamo l’ultimo caldo sul deck e poi scendiamo alla reception per raccogliere il notro lunch box (pessimo) e avviarci all’aeroporto. Il volo di ritorno è più lungo, anche grazie allo scalo a Hurgada, ma siamo contenti e soddisfatti di questo viaggio. Lo consigliamo!