Crociera sul Nilo 6

Appunti, spigolature e suggerimenti per il viaggiatore in crociera sul Nilo con TURISANDA a bordo della motonave Miss Esadora II. Sono da poco rientrato in Italia dopo aver trascorso una settimana in Egitto con il pacchetto turistico denominato Esadora II della Turisanda. Non avevo mai viaggiato con questo tour operator ma il pacchetto, per...
Scritto da: caravaggio62
crociera sul nilo 6
Viaggiatori: in coppia
Appunti, spigolature e suggerimenti per il viaggiatore in crociera sul Nilo con TURISANDA a bordo della motonave Miss Esadora II.

Sono da poco rientrato in Italia dopo aver trascorso una settimana in Egitto con il pacchetto turistico denominato Esadora II della Turisanda.

Non avevo mai viaggiato con questo tour operator ma il pacchetto, per l’insieme di escursioni offerte ed il prezzo promozionale proposto su alcune date si è sin da subito posto in evidenza, per cui, rapido consulto, decisione e sorridente partenza in compagnia.

In catalogo non lo spiegano affatto ma il volo Roma-Cairo fa prima scalo a Luxor per cui le ore di volo non sono 3, si parte alle 15 e si rimane in aereo (a Luxor non ti fanno scendere) sino alle 20-21 arrivando poi in albergo alle 21-22.

Il volo è di linea, compagnia Egypt Air, aeromobili moderni e molto capienti (300 posti), viene servito un pasto, servizio attento.

Città del Cairo, albergo 5 stelle, CONRAD: centrale, ottimamente posizionato lungo il Nilo, tutte le camere con vista fiume, possibilità di passeggiare ed effettuare anche una mini-crociera con piccoli battelli multicolore il cui attracco si trova ad un centinaio di metri uscendo a destra dall’albergo.

Invero vedrete che il referente egiziano della Turisanda (quanto meno il nostro) scoraggerà al massimo qualsivoglia iniziativa fai da te, quasi terrorizzando (esagero…Ma non tanto!) l’intero gruppo, sconsigliando anche gli acquisti fatti per strada o in prossimità dei siti archeologici perché a suo dire di scarsa qualità…Ci avrebbero consigliato lui e la guida quando e dove fare acquisti (bontà loro).

Camera : piano 17, spaziosa, tutti i comfort (anche l’asse da stiro con relativo ferro, lettore dvd, vasca e box doccia separati, letto a tre piazze dotato di sei cuscini), terrazzino con splendida vista su di un Cairo notturno dalle mille luci…E mille clacson!! Sul Cairo avrete letto o leggerete dell’immane traffico e relativo inquinamento, sembrerà una eresia ma per chi, come me, è purtroppo abituato al traffico di Palermo…Quello del Cairo non spaventa proprio. Quello che sorprende è invece vedere che in tutta la città, di meno in centro, si gira ancora su scalcinati carrettini trainati da volenterosi asinelli (tenerissima, ad Assuan, la scena di un ragliante asinello, scalciante come un bambino dispettoso, che non voleva assecondare i desideri del suo attempato cavaliere).

Interi quartieri sono abusivi, li si riconosce dalla struttura in mattoni rossi non intonacati, vi è anche la città detta dei morti in quanto la mancanza di alloggi ha determinato migliaia di poveri ad occupare un grande cimitero ove “convivono” con i defunti .

Cibo: pur non essendo al livello dei buffett degli alberghi italiani ed europei di pari categoria, posso dire che il CONRAD, quanto a quantità e qualità, è abbastanza fornito. Non si sono viste le portate veramente caratteristiche del posto (il Koshari, venduto anche per strada da ambulanti, il piccione al forno ed altre) tranne, una sera, le Taamiyya (polpettine a base di pasta di fave, in pratica i Falafel di ogni ns. Friggitoria arabo-tunisina).

Comunque nessuna portata “indimenticabile” da ricordare in Italia…Anzi…Mentre scrivo me ne sovviene una…È un dessert mai assaggiato prima… Il latte di Alì, a base di pane, latte ed altro, buonino…Specie dopo aver noi tutti appreso dalla guida che avrebbe fantomatici effetti afrodisiaci.

Escursioni previste: non mi soffermo su nozioni storiche e significati simbolici dei monumenti e dei siti, facilmente reperibili in ogni guida, ma vado per flash, anche critici.

1 giorno. Mattinata dedicata alla visita (molto interessante) del sito di Sakkara e di quanto rimane (pochissimo, ma molto bello) dell’antica capitale Menfi. Buona la preparazione della guida egiziana che ci seguirà per l’intera settimana.

Avremo anche la costante presenza dell’accompagnatore Turisanda ma pochissimo tempo a disposizione per fotografie o soltanto per respirare la magica atmosfera dei luoghi.

Questa, purtroppo, sarà la costante negativa dell’intero viaggio, aggravata anche da strane coincidenze di orari e luoghi che hanno fatto nascere, e non soltanto in me, alcune perplessità sulla correttezza di chi ci accompagnava e sulla tacita accondiscendenza del Tour Opetator TURISANDA che ben dovrebbe sapere come vanno certe cose. Per non rimanere sul generico mi spiego subito meglio.

Terminata la visita di Menfi (ore 11,30 circa) ci spostiamo verso la piana di Zisa e le piramidi per raggiungere l’antistante hotel 5 stelle Meridien ove è prevista la consumazione del pranzo. La visita del sito archeologico è in programma per il pomeriggio.

“Coincidenza” volle che sulla strada per le piramidi si “trovasse” un non meglio precisato “Istituto del Papiro”, ovviamente conosciuto della guida e dall’accompagnatore, ove, se volontari e senza obbligo di acquisto ci si poteva fermare per acquistare AUTENTICI papiri dipinti con le più variegate scene della mitologia egiziana. Assolutamente ignari di come sarebbe andato il pomeriggio si è ovviamente aderito tutti. Morale: quasi oltre 45 minuti tra lazzi, frizzi ed acquisti di “autentici” papiri. Spostamento al Meridien per pranzo a buffet. Direi di livello pari al CONRAD.

Subito dopo, a pancino pieno, spostamento alle vicine piramidi, discesa dal pulmann, visita guidata alla Barca Solare e 20, dicasi 20, scandalosi minuti di libertà per ammirare dall’esterno le piramidi, escludendo anche la visita dell’interno della piramide di chefren (l’unica aperta in questo periodo al pubblico) perché non in catalogo.

Credo proprio che non ci sia bisogno della mia garanzia per darvi la certezza che del sito in 20 minuti forse non si assapora neanche la prima pietra. Comunque, partendo a razzo, seguiti da altra coppia, anch’essa in vena di emozioni, acquistiamo i biglietti di ingresso alla piramide di Chefren (fortunati per la fila ridotta!!) e ne vistiamo l’interno, ci dirigiamo poi solo noi con passo molto spedito verso la piramide di Micerino, la più lontana di tutte. Al ritorno, ovviamente, eravamo gli ultimi, attesi con aria severa a terra dall’accompagnatore. Beffa finale, a sorpresa, viene concesso l’avvicinamento in bus alla piramide di Micerino per scendere un minuto, avete letto bene, un minuto per fare qualche foto.

Mi viene da strozzarli…Potevano dirlo prima…O no?? Poi, spiegazione all’interno del bus della sfinge, rapida visita del tempio funerario di chefren e ben 10 minuti liberi per contemplare la sfinge. Nessuno dei compagni di viaggio commenta (o forse non se ne è neanche accorto) della “strana” sproporzione tra il tempo lasciato alle piramidi ed alla sfinge e quello dedicato agli acquisti dei papiri (o presunti tali…Le guide affermano, giustamente, che quelli venduti per strada a 20 fogli per un euro sono fatti con foglie di banano subito deperibili…Io affermerei, confortato da “suggeritori” locali che quelli acquistati nei c.D. “Istituti” del papiro hanno altre provenienze (alberi di mango?) non bastando, per mera ipotesi, neanche le coltivazioni di tutti i papiri dell’intero corso del Nilo a giustificare la produzione e la mole del venduto ai 10 milioni di turisti che giungono annualmente in egitto.. Morale: si poteva stare di più a Sakkara e Menfi, lasciare più tempo alle piramidi ed alla sfinge e passare solo in ultimo all’Istituto “conosciuto” dagli accompagnatori per acquistare tutti i papiri che si volevano. Sul momento non commentiamo, dovendo sempre credere nella buona fede dei nostri due anfitrioni Turisanda, i quali propongono per la sera un giro panoramico della città al costo di 15 euro a persona, giro assolutamente non indicato, neanche come facoltativo, in catalogo.

Si aderisce, ma per fantomatici problemi di sicurezza non ci viene assolutamente consentito di scendere dal bus se non una volta raggiunta una collina di cui non mi ricordo neanche il nome, tanto mi è piaciuta la stessa ed il relativo panorama.

Ovviamente la fermata non è durata più di 3 minuti. Così impacchettati rientriamo in albergo.

Di un passaggio e sosta nella moderna isola di Zamalek o in quella antica di Roda neanche l’ombra, sconosciuto rimarrà il famoso quartiere delle chiese copte, per non parlare poi dell’altrettanto famoso quartiere di Eliopoli. Tutto accuratamente tralasciato. Mi consolo pensando che mi è stata pur fatto vedere tra le tante cose l’ingresso dello zoo (chiuso per l’aviaria) e la via commerciale ove venivano venduti migliaia di pezzi tra lavatrici e televisioni di rigida produzione egiziana.

2 giorno Mattinata visita al museo Egizio, tre ore di permanenza, ben spiegato dalla guida. Pranzo a bordo di un battello adibito a ristorante (indicatoci come famoso in città) denominato “Pascià”. Se il ristorante è veramente famoso in città, vedersi servire, dopo un più che accettabile antipasto a buffet, modesti spaghetti all’arrabbiata e due coriandoli (esagero…Ma non mi discosto mai troppo dal vero) di scaloppina al limone con contorno di patatine fritte surgelate, non voglio pensare cosa servano di cucina italiana in quelli meno famosi. Buona invece la mousse al cioccolato servita in alternativa, sottolineo in alternativa, alla frutta.

Subito partenza per la visita di due moschee site all’interno della cittadella. La Turisanda in catalogo scrive visita “della cittadella, con le moschee di Mohammed Alì e Ibn Qualawn”. Ora, se l’italiano scritto ha un senso, avremmo dovuto avere una panoramica generale della cittadella (che è una vera e propria antica città nella città) e poi tra i molteplici monumenti visti dall’esterno visitare l’interno delle due moschee indicate.

La visita della cittadella si è invece tradotta nel percorrere appiedati i 400 metri che intercorrono tra l’ingresso del fortilizio e quelle delle, peraltro attigue, moschee, ove ci sono stati consentiti, dopo le spiegazioni di rito, udite udite, 15 minuti di visita libera.

Spostamento, poi, verso il famosissimo (ma per chi??…) bazar di Khan el Kahlili (una vera truffa acchiappa-turisti).

A dire il vero sul bus ci viene detto circa gli strani, a tratti aggressivi, modi di fare dei venditori, e ci viene sottolineato che è sconsigliato acquistare essenze e spezie, le prime perché false, le seconde perché di scadente qualità. Saranno i nostri angeli custodi della TURISANDA a consigliare cosa ed in quali città acquistarli. Vedi che amici…Sì..Come alle piramidi! All’arrivo in piazza Midan Hussein baci ed abbracci delle guide con il titolare di uno dei tanti bar, quello sito all’angolo dell’ingresso del bazar.

Passeggiata e possibilità di acquisti tranquilli tra i vicoli impossibile, un assedio: chi ti chiama, chi ti tira, chi si prende licenze, chi ti provoca. Un esempio? Lasciando da parte i numerosi commenti a voce alta sulle donne che ci accompagnano (a questo puoi ancora averci fatto il callo in italia), nel guardare a 2 mt di distanza una bancarella, rei quindi di non essere entrati, ci sentiamo dire, seguiti dall’imbonitore di turno: siete italiani, non comprate, siete italiani genovesi, genovesi e via dicendo.

Fortunatamente la guida Mondadori indica, tra gli stretti vicoli, uno dei più antichi caffè del Cairo, il FISHAWI’S, un locale che negli ultimi 200 anni non ha mai chiuso, sempre aperto, giorno e notte.

Il locale non è molto grande ma è caratteristico, con tavolini in rame posti anche all’aperto, abbellito da pezzi di antiquariato, specchiere in ebano con intarsi in avorio e gigantesche cornici ottocentesche.

Degustiamo la bevanda nazionale, un ottimo carcadè.

Raggiungiamo la piazza e vediamo il gruppo, seduto ai tavolini del bar, quello degli “abbracci e baci”, intento a sorseggiare un thè lipton (sic!). Chi si accontenta gode! Si sono fatte le cinque del pomeriggio, si deve rientrare in albergo. Nessuna meta facoltativa, anche a pagamento, viene proposta. Nessuno spettacolo serale. Nulla, si rientra perché domattina la sveglia è fissata presto, destinazione Alessandria.

Ovviamente noi non rientriamo; ti pare che dopo i soli 20 minuti di piramidi di ieri, ora ci perdiamo 3 ore di una della più grandi metropoli del mondo? Lasciamo il gruppo dopo non poche resistenze e patetiche raccomandazioni dell’accompagnatore (spicca tra le altre: mi raccomando, percorrete le strade ma non entrate nelle traverse!! Ad onor del vero mi ha comunque dato un suo biglietto da visita nel caso avessi avuto bisogno).

Ora, con questo mio scritto non voglio certo spingere le persone all’imprudenza ma sottolineare che, se ci si prepara bene prima di partire su cosa si vuol vedere e, importantissimo, sul dov’è quel che si vuol vedere, con cartina della città ed un minimo di esperienza, dettata da viaggi fatti in precedenza, ci si può muovere bene anche in città del calibro del Cairo.

Ovviamente devo complicarmi la vita, altrimenti non c’è gusto nel prendere un taxi e dire portami qua, portami là (se sai trattare sono economicissimi, ma nella totalità ti trovi davanti a scalcinate autovetture di marche e modelli in Italia già conferiti da decenni alla rottamazione).

A me piace vivere la vita della gente del posto per cui cosa di meglio che andare nei “loro” mercati, entrare nei “loro” negozi, nei “loro” bar, prendere la “loro” metropolitana.

Una curiosità, sapete quanto costa un biglietto della metro? 75 piastre, in euro circa 10 centesimi.

Particolare l’usanza di riservare le prime vetture alle sole donne, che hanno comunque la facoltà di salire nelle altre. Noi siamo saliti nella sesta vettura, qualche sguardo, ma nessuna battuta come a El Kahlili. Qualche donna comunque c’era.

Al rientro in albergo, a cena veniamo accolti come due indomiti eroi scampati a chissà quale avventura. Raccontiamo quello che abbiamo visto: il più grande “caravanserraglio” (antesignano delle moderne locande) del Cairo, ora adibito a centro culturale, il mercato di Al Ghouri, il quartiere copto con la chiesa “La Sospesa”, la torre romana ed il Museo Copto (solo dall’esterno perché purtroppo tutto già chiuso), la zona di Midan Tahrir con passeggiata lungo la Sharia Talat Harb piena di negozi (non crediate, però, di trovarvi tra boutique di Valentino o Ugo Boss), sosta da GROPPI’S, sala da thè, antico fornitore di pasticceria della casa reale inglese. Qui, in un ambiente a cavallo tra il Liberty ed il Decò, prenderemmo volentieri qualcosa, anche per riposarci, ma la sola vista della “pulizia” delle scale che conducono ai bagni, ci fa scappare ancora prima di aver varcato quella soglia, con tanti saluti anche alla casa reale inglese!! In Egitto l’igiene è una nota molto, ma molto, dolente… Non voglio raccontare del pane messo a terra pieno di mosche in vendita nei mercati…Nè aggiungere altro.

Sempre merito, però, alle autorità locali. E’ vero che il rischio di attentati è elevato, ma è anche vero che la città è molto controllata. Anche allontanandosi dai siti turistici come abbiamo fatto noi, non si percorrevano più di 400-500 mt che già si intravedeva la divisa bianca della polizia turistica, seria, cortese e non alla ricerca della mancia (si pronuncia Bakisc), una vera e propria litania che si trasforma in tassazione per il malcapitato turista come verificheremo in altri posti a sud.

3 giorno. Sveglia molto presto e partenza per Alessandria. Tre ore buone di bus sia all’andata che al ritorno, impossibile impiegare meno (la Turisanda in catalogo scrive 2,5 ore).

La città che tutti aspettavamo più europea e diversa dal Cairo ne è una fotocopia in piccolo. Ha il mare, sì, con un porto sporco ed inquinato al pari dei nostri.

I luoghi che si visitano sono carini ma non ripagano assolutamente delle sei ore di pulmann. Il fascino del passato e della storia della famosissima Biblioteca di Alessandria non riesce proprio a rivivere innanzi ad un edificio ultramoderno del quale la guida locale ci descrive il progetto, la gara d’appalto, la capienza ed altre 4-5 nozioni.

A Roma, conoscere i dati del nuovo auditorium progettato da Renzo Piano non equivale certo all’aver assistito ad un concerto ivi diretto da un grande direttore d’orchestra.

In compenso non si è mangiato male nel ristorante scelto per il pranzo (Tikka Grill, sul lungomare); azzarderei un ottimo per la zuppa di lenticchie servita come primo. Immancabili le patatine fritte scongelate! 4 giorno Sveglia alle 02,00 (avete letto bene!!!), partenza del volo per Abu Simbel alle 04,00, vettore Air Memphis, aereo non nuovissimo, mi pare un dc9 (TURISANDA sa benissimo che questi voli noleggiati partono alle 04,00, al massimo alle 04,30, ma nulla dice in catalogo, nel programma di massima che ha inviato prima della partenza indica come orario del decollo le 07,00).

Morti di sonno veniamo catapultati ad oltre 1000 km di distanza innanzi ad una vera e propria meraviglia creata dall’uomo. La si gusta sì…Ma con occhi semichiusi.

Poco dopo di nuovo aereo ed arrivo ad Assuan con imbarco sulla motonave ESADORA II, categoria 5 stelle S. TURISANDA scrive in catalogo che la nave è nuova e che è stata varata nel mese di marzo ’06. A mio modestissimo parere dovrebbe essere soltanto una motonave dagli interni rinnovati, con gusto sì minimalista (come recita il catalogo), ma senza alcuna personalità. I motivi e materiali impiegati nella hall (marmi neri e bianchi) mal si raccordano con gli interni delle cabine e della sala ristorante, la cui moquette, unitamente a quella dei corridoi delle camere, fa a pugni con tutto.

Cosa guardare per rendersi conto che la nave non dovrebbe essere nuova? I cuscini dei lettini del ponte solarium, abbastanza vecchiotti come i consunti corrimano in legno della ringhiera ripitturata da poco. La staffa ove è montata la parabola satellitare ha tante di quelle saldature e riverniciature che mi pare proprio strano che su una nave nuovissima si venga giusto giusto a piazzare un anonimo pezzo vecchio.

A ben vedere anche la parte interna della poppa e della prora presentano tracce di un recente maquillage. Quanto al comfort, i bagni delle cabine sono provvisti di vasca ma sono privi bidet, sì privi di bidet, come nelle nostre pensioni a una stella.

Non sarebbe stato meglio sostituire la vasca con un box doccia e posizionare il decente accessorio? Se è vero, com’è vero, che la clientela internazionale fa anche volentieri a meno del bidet, questa mancanza la vedo assolutamente grave per una nave 5 stelle gestita in esclusiva da TURISANDA, quindi italiana e con clientela prevalentemente italiana.

Altra nota dolente la quantità e qualità del cibo.

Partiamo dalla prima colazione.

Cornettini e merendine del tipo Mister Day dalle mille forme e stesso anonimo sapore.

Vuoi un thè? Un Caffè? Bene.

Nell’acqua calda che ti devi versare da un thermos puoi metterci una bustina tradizionale Lipton (solo quello hanno in Egitto???) o fare sciogliere una bustina di Nescafè in polvere (sì, avete letto bene, 1.500 euro di viaggio per fare colazione con il nescafè in bustina). Il massimo del minimo.

Andiamo al pranzo ed alla cena.

Grissini raffermi, panini del tipo “busta da supermercato”. Inesistenti i formaggi e gli affettati.

Gli spaghetti al pomodoro sono mummificati meglio di Ramsete II, il riso può essere impiegato per il rivestimento delle piramidi, la pasta corta ed i tortellini sono conditi, come dicono loro, al “sugo bianco”, che scopro essere besciamella.

Ora, dico io, vengo in Egitto a 42 gradi e mi fate mangiare pasta e besciamella??? Ricorderò con commozione dei volenterosi “cannelloni del mediterraneo”, del pesce alla “pugliese”, una tacchinella al melograno ed un’anatra al forno; le intenzioni sono tante, le riuscite poche.

In compenso si riscontra un servizio attento sino all’esasperazione. Devi difenderti il piatto. Ti alzi per andare a prendere il pane? Ritorni al tavolo che il piatto sul quale stavi mangiando non c’è più. Loro credono di fare bene, così meriteranno la mancia di 2,5 euro a persona per notte indicata nella brochure consegnata alla partenza, ma non sanno che stressano anche quei pochi attimi di relax che ci sono rimasti.

La frutta, almeno quella, è decente. Melone, anguria e macedonia. Non vi aspettate altro.

I dolci sono commestibili.

Una sera soltanto è stata servita una crostata al cacao che ha raggiunto l’apprezzamento di tutti i commensali del tavolo…Direi un risultato lusinghiero. Ero andato a prendermene un altro pezzo che al ritorno non ho ritrovato il piatto con i miei due solitari bignè che cercavano compagnia. Il solito solerte cameriere!! Meglio prenderla a ridere.

Escursione subito dopo pranzo, partenza alle 13,30 verso le due dighe di Assuan, La vecchia la “visitiamo” percorrendola con il bus che si avvia verso la nuova ove rimaniamo per la “visita” la bellezza di 5 minuti. Trasferimento verso il tempio di File.

Si fanno le 16,15 (attenti ora agli orari, mi raccomando!!) e ci spostiamo per raggiungere l’ultima meta prevista: il museo Nubiano di Assuan.

Mentre siamo in marcia, apprendiamo (e solo in quel momento) che il museo apre alle 17 e che alternativamente si poteva scegliere di rientrare alla nave (distante 30 minuti di strada) per ripartire quindi dopo soli 5 minuti, o (guarda un po’ tu il caso!!), fermarsi presso un altro “istituto”, questa volta delle essenze, ove avremmo trovato solo prodotti originali garantiti dalla guida.

Ovviamente la cosa era assolutamente volontaria e senza obbligo di acquisto.

La scelta, questa sì, era obbligata.

Ci riceve un mago Do Nascimiento formato nubiano che, fattici accomodare, ci sgrida come scolaretti se abbiamo l’ardire di distrarci durante le spiegazioni e i vari annusamenti. Si passa ai prezzi ed agli sconti in corso (giusto giusto) in questi giorni, ed ecco apparire una schiera di giannizzeri tutti parlanti italiano che, con carta e penna, interrogano i malcapitati su cosa e quanto acquistare. Passano 45 minuti.

Mi pare si stia esagerando con le coincidenze.

Assieme ad altri 4 compagni di viaggio faccio in disparte notare all’accompagnatore Turisanda come il modo di fare della guida ed anche il suo, in quanto responsabile del gruppo, non sia tanto corretto. Le puntatine commerciali potevano essere fatte, però correttamente al termine delle escursioni previste, e senza togliere a queste tempo prezioso.

Non potevamo rimanere di più al tempio di File , arrivare alle 17 al museo ed alle 18 andare per profumi e balocchi??: “no, perché ha fatto tutto la guida, noi siamo volontari nell’assecondarla, e lui non sa nulla”. Veramente una bella risposta.

Comunque, volete sapere com’è finita? Il museo (pochi reperti ma interessanti) apriva alle 18 e non alle 17 per cui altra ora persa. Proprio un’ottima informazione, un bel tour di Assuan, grazie TURISANDA.

Vari commenti sull’accaduto, con ovvia separazione tra i fautori della prima forma di crociera (ma non gli bastano i profumi di Armani, Krizia, Dolce e Gabbana? Vogliono proprio l’essenza che ha consentito a Ramsete II di procreare 108 figli maschi e 58 femmine? In tal caso a voi lettori, e solo a voi, confido che è quella del fiore di loto) e quelli della seconda (interessati alle bellezze monumentali e alla magia dell’ambiente).

Per la serata nessuno spettacolo a bordo, né escursione facoltativa. Noi usciremo a fare una passeggiata tra i vicoli della cittadina. Con tristezza, noteremo che in altre motonavi sono stati organizzati spettacoli folkloristici nubiani a ritmo di tamburi, di danza del ventre, musica da discoteca. Da noi silenzio tombale.

5 giorno Sveglia alle 06,00 (i boy scout forse hanno orari più comodi), escursione al tempio delle due divinità di Kom Ombo, rientro a bordo per la colazione (con quel nescafè che ci aspetta impaziente), nuova uscita alle 11 per visitare il tempio di Horus ad Edfu. Tutto il pomeriggio libero con passaggio della chiusa ad Esna. Quale botta di vita, come da catalogo TURISANDA, viene organizzata una cena in costume tradizionale egiziano, i costumi sono anche in vendita a partire da 5 euro presso uno dei due negozietti della motonave.

Dal produttore al consumatore, che vuoi di più? Serata moscia con musica e foto (ovviamente acquistabili presso la nave) “ravvivata” da 3 giochi organizzati dall’accompagnatore in sinergia con la guida del tipo gioco del bastone, della bottiglia et similia, in pratica ritorniamo… Al tempo delle mele.

6 giorno Un massacro. Colossi di Memnone, Valle dei re con tre tombe, valle delle regine con due tombe, tempio della regina Hatshepsut.

Rientro in motonave. Riuscita per Karnak e poi Luxor. Si rientra per la cena.

Viene proposto quale escursione facoltativa lo spettacolo “Suoni e Luci”, in italiano, presso il tempio di Karnak. Costo da corrispondere 23 euro a persona per biglietto e spostamento. Il biglietto costa 60 lire egiziane (9 euro circa), il posto dista 3 km circa ed i taxi locali chiedono per un viaggio di andata e ritorno per due persone 10 euro, credo proprio che con TURISANDA si facciano proprio degli ottimi affari.

In alternativa ci tocca, gratis, una nuova botta di vita, la danza del ventre alle 21,45. 7 giorno Rientro in Italia. Forse Amon-Ra ci ha voluto ripagare di tante sofferenze e la Egypt Air ci concede la Business Class, per mancanza di posto in economica ci spostano nella categoria superiore.

Volete ridere? Con tovagliato in cotone, abbiamo pranzato molto meglio che sull’ESADORA II, proprio da dei, pardon, da faraoni.

Aperitivo, insalatina mista, salmone con patè di olive, delicatissimo filetto grigliato con carote, patate e broccoli al vapore, formaggi misti, panini mignon caldi e per dolce un ottimo strudel.

Parziale risarcimento di una crociera TURIDANDA che crociera lo è stata un solo pomeriggio, con servizi assolutamente non all’altezza della somma spesa (approfittando dell’offerta, 1.340 euro a persona, almeno altri 20 delle 32 del gruppo hanno pagato ben 1.700 euro, le altre 1.500) e con qualche “furberia” di impronta araba (mentre scrivo mi viene anche da ridere, a ben pensarci da qualche parte, durante la navigazione sul Nilo, era previsto l’acquisto delle spezie come anticipato dai nostri anfitrioni a El Kahlili al Cairo, vuoi vedere che si sono spaventati e non lo hanno proposto, pena linciaggio??). Consiglio finale assolutamente personale: data l’altissima qualità dei templi di Abu Simbel, Karnak e Luxor ben possono essere omesse le visite agli altri templi, così come quella ad Alessandria, non si faranno rincorse affannose, si godrà di più la navigazione sul Nilo e si assaporeranno molto meglio i siti che effettivamente rappresentano il massimo dell’arte e storia egiziana.

Buon viaggio a tutti voi!!!



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