Crociera nel Mediterraneo
Ottobre 2012
Il concetto di vacanza, intesa come crociera, non è mai entrato nel mio mondo viaggi. A dire la verità non ci ho mai pensato, e quindi a differenza del villaggio turistico -formato famiglia- non l’ho mai escluso a priori. Nasce cosi, per caso, guardando la vetrina di un’agenzia di viaggi, l’idea di partire per una crociera nel Mediterraneo, attratto dal prezzo poco esoso e dal pacchetto all-inclusive (mangiare e bere come maiali fino allo sfinimento. Soprattutto il bere…). Ed è questa la vacanza 2012 mia e di Cristina, una crociera che ci porterà alla scoperta di Barcellona, Ibiza e Marsiglia. Dopo aver prenotato il tutto qualche mese antcedente la partenza, siamo pronti a partire nella giornata di venerdi 5 ottobre. Terminato il lavoro, raggiungo casa per un saluto veloce e pochi istanti dopo siamo in auto direzione Savona, porto d’ imbarco della Costa Luminosa. Giunti nella città ligure un paio d’ ore più tardi, andiamo di corsa al check in dove a poca distanza è ormeggiata quel mostro d’acciaio che solca i mari di queso mondo. E si, perchè ‘mostro dei mari’ è forse il termine adatto per un colosso di oltre 300 metri di lunghezza (tre campi da calcio…). Svolgiamo velocemente le pratiche d’imbarco ed in pochi istanti si apre dinanzi noi la porta d’ingresso al cuore della Costa Luminosa. I nostri bagagli sono invece in custodia alla hostess di terra e provvederanno a consegnarceli poche ore più tardi direttamente in camera. Felici e contenti -aspettavamo questa vacanza come non mai- ci dirigiamo verso l’ingresso al ponte 3 della Luminosa. Prima di fare solenne ingresso alla Costa, siamo fotografati da un addetta che provvede ad associare la nostra foto ai dati in loro possesso, onde facilitare e velocizzare imbarco e sbarco nelle varie città dove la Luminosa ‘parcheggia’. Quando è il mio turno, la ragazza che s’ appresta a svolgere tale compito ride assai divertita: perchè mai? Mi prendono in giro ancor prima di salire a bordo? Ma l’arcano dubbio sarà svelato poche ore più tardi…
Indice dei contenuti
…benvenuti a bordo della Costa Luminosa…
Finalmente si aprono davanti a noi le porte della Luminosa, l’atrio Supernova, il lounge bar dove la grande donna del Botero riposa (come si può esser famosi per opere del genere?). E’ uno sfavillare di luci, colori, allegria, che lasciano me e Cristina letteralmente a bocca aperta. Siamo alquanto sopresi da tanta eleganza negli arredi, da questo nuovo mondo che s’ apre davanti a noi. Già molta gente è seduta al bancone del bar a sorseggiare una bibita fresca. Passeggiamo lentamente, osservando ogni piccolo particolare dell’ atrio, il cui soffitto s’innalza fino al cielo, a sfiorare le nuvole. 4 ascensori in vetro, che danno sulla sala, accompagnano le persone ai vari ponti della Luminosa, ognuno di essi chiamato col nome di una pietra preziosa. Dopo una veloce ispezione raggiungiamo la nostra camera al ponte numero tre, il ponte Agata. La stanza è molto accogliente, dotata di tutti i confort possibili ed immaginabili, arredata con raffinatezza e poi, quasi ve ne fosse il caso, un addetto al piano è sempre disponibile per ogni nostra evenienza. Posiamo i nostri averi e partiamo subito alla scoperta dei ponti superiori. Raggiungiamo il ponte Acquamarina, al piano nove. Nonostante siano le quattro del pomeriggio è ancora possibile far un piccolo spuntino ( chiamare piccolo spuntino un pranzo completo, è riduttivo…) e mentre io mangio come un maiale, Cristina opta solamente per una bevanda calda. Con la pancia colma, raggiungiamo l’ area all’ aperto dove si trova la piscina. Qual bellezza, il solo pensare di sguazzar nell’ acqua per ore, di godere della vasca idromassaggio, sotto questo cielo azzurrissimo, ci riempe di felicità. Ovviamente, non siamo gli unici ad avere questo pensiero. La nave ancora non è salpata ( manca un’ ora alla partenza ) ma diverse sono le persone a mollo. E’ questa è la nostra prerogativa di giornata: buttarci in acqua il prima possibile! Dedichiamo un poco di tempo ancora alla scoperta della Luminosa, fin a giungere alla piscina al coperto, quella più grande. Il soffitto vetrato si apre e chiude a seconda dell’ evenienza, due vasche idromassaggio, lettini, musica…. Torniamo in camera ad organizzarci: fra pochi minuti sarà in atto la dimostrazione d’ emergenza. Con i nostri giubbottini salvagente raggiungiamo il ponte 4 e dopo le varie spiegazioni sul da farsi in caso di ‘tragedia’ possiamo finalmente far ritorno alla camera. Pochi secondi di sosta e dopo esserci cambiati di indumenti siamo pronti a tuffarci! Assistiamo ancora alla partenza dal porto di Savona, all’aria aperta di questa giornata, vigiliando sulla manovra che ci porta in mare aperto: manovra lenta e di non poche difficoltà. Siamo ora finalmente pronti: facciamo nostri due lettini a bordo piscina (si possono prendere in prestito gli asciugamani ) e possiamo in santa pace galleggiare nelle acque della Luminosa. Non appena il mio piedino s’ immerge nella piscina una bella e piacevole sensazione m’ avvolge: l’ acqua è calda, caldissima! Ammazza che figata! Stiamo una mezz’ora a nuotare e ‘giocare’ (o meglio, a far la guerra a chi affoga prima l’altro) e poi vien l’ora dell’idromassaggio. Questa è vita! In acqua vi sono altre persone, tra cui tre giovani spagnoli in evidente stato di ubriachezza. Quando provo a contare i bicchieri sul bordo vasca stento a credere ai miei occhi…Due di loro sono ubriachi persi, il terzo è decisamente meno ‘alticcio’. Si iniza a conversare, mentre uno di loro si tuffa in vasca ( l’ acqua è alta neanche 50cm ) e l’ altro non riesce neanche a parlare a causa dell’ alcool che gli scorre in corpo. Il giovane meno ‘fuori’, anzi direi l’astemio del gruppo, mi offre gentilmente da bere, un cocktail a base di whisky… Rimaniamo d’accordo di vederci dopo la cena, ripetendo per la 150esima volta al più ubriaco che noi ceneremo al ristorante e non al self service, dove invece sono loro.. Dopo due ore passate a squazzare nell’ acqua, abbandoniamo la scena quando ormai la piscina è semivuota. Siamo gli ultimi irriducibili a lasciare la vasca. Torniamo in camera a riposare un poco e verso le otto e mezza torniamo alla vita della Luminosa raggiungendo il ponte 4, l’atrio Supernova. La signorona ‘Botero’ è sempre al suo posto grazie a dio, mentre il piano bar è affollato all’ inverosimile. Chi sorseggia un drink, chi vaga nel nulla e chi come noi va alla ricerca di informazioni al banco CustomerCare. Dobbiamo avere informazioni sul come acquistare il pacchetto bevande, sui trasporti da/per il porto nelle varie città di sbarco e sul come pagare i servizi sulla Luminosa. Il tutto ruota attorno alla tessera che ci è stata consegnata in camera al momento del nostro arrivo. Con una semplice operazione di cambio/scambio informazioni tra la mia carta di credito e la tessera in questione, tutti i servizi erogati al di sopra della Luminosa saranno effettuati tramite la tessera stessa. Questo per facilitare le operazioni e soprattutto per motivi fiscali, che credo siano assai convenienti per la Costa… Giunge ora il momento tanto atteso: la cena! Nonostante abbia mangiato come un maiale poche ore prima, sono pronto a svuotare il ristorante! Cristina anche porta parecchia fame ma in fondo, a differenza del sottoscritto, non ha toccato cibo da più di dieci ore! Il ristorante è situato al ponte nove e quando giungiamo alle sue porte, esse risultano ancora socchiuse. Abbiamo optato per il secondo turno serale, quello delle 21.15, onde avere più ore nel pomeriggio a nostra disposizione. Nel frattempo la gente si accalca alla porta e quando abbiamo accesso al ristorante, è tutto un correre ognuno verso il proprio tavolo. Ma state tranquilli, nessuno vi ruba cena, per diamine! Il nostro tavolo è a fondo ristorante, accanto alla vetrata di poppa, con vista sul mare. E’ un locale posto su due piani, elegantissimo. Mi trovo quasi a disagio, non che sia mal vestito anzi, ma in jeans mi pare di essere un pesce fuor dall’ aqua. A differenza di Cristina, sempre elegante e che ben figura in questo contesto raffinato. Ma si sa, le donne sono sempre più elegantine di noi uomini…Alla fine non risulterò poi essere l’ nico in jeans, anzi, la maggior parte di noi ominidi è in abiti casual. Il nostro tavolo (si poteva optare per la tavolata oppure no) è accanto a quello di un baldo anzianotto con la sua consorte, ed entrambi di crociere se ne intendono… Pochi istanti d’ attesa e poi vien noi consegnato il menù: quanto ben di dio da mangiare! Ordianiamo antipasti, primi secondi dolci…quasi tutto insomma! L’atmosfera raffinata e la premura con sui siamo riveriti rende la serata, e le prossime a venire, uniche e speciali. Una gran bella esperienza davvero! A me sembra di mangiare troppo in fretta, ma quando alziamo i nostri sederini dal tavolo noto con piacere che sono ormai le undici passate: due ore sono volate via in un batter d’occhio! Raggiungiamo la camera dove dopo un po di tv possiamo finalmente riposare: domani Barcellona ci aspetta!
La giornata seguente inizia piuttosto tardi. Ci alziamo intorno alle ore nove, e voliamo a far colazione. Lo sbarco in terra iberica avverrà verso le due del pomeriggio, e come riempire questo tempo che ci separa dall’ arrivo? Un’idea l’ avremmo…bagno! Questa volta optiamo per la piscina esterna, quella a cielo aperto. La giornata è fantastica e le cupe nubi della partenza dall’ Italia sono solo un lontano ricordo. La temperatura è ottimale e dopo aver fatto nostri un paio di sdraio siamo pronti a tuffarci nella speranza che anche questa volta l’ acqua sia ‘bollente’. Ed infatti cosi è, con nostra piacevole sorpresa. Restiamo tranquilli a squazzare un paio d’ ore e poi a malincuore, si fa per dire, dobbiamo tornare in camera a prepararci per il pranzo! Questa è la vita che ogni persona desidera… mangiare, relax, visitare, scoprire, mangiare, nuotare…cosa si può voler di più dalla vita? Il pranzo è come la cena: ottimo menù ma questa volta a base di pesce. La Luminosa entra lentamente nel porto di Barcellona e noi, terminato il pranzo, raggiungiamo il ponte per ammirarne il panorama. E’ la mia quinta volta in città, la mia quinta visita a Bercellona, e anche per Cristina si tratta di un piacevole ritorno. La nave attracca in perfetto orario ed ora non ci resta che scendere sulla terra ferma. Il problema è che dalla banchina al centro cittadino paiono esserci più di quei ‘cinque’ minuti di passeggiata da me ipotizzati prima della partenza. Andiamo al centro informazioni a domandare lumi al riguardo e alla fine, onde evitare problemi, optiamo per il comodo bus che trasborda, per pochi euro, le nostre anime nei pressi della Rambla. E da questo momento inizia la nostra (ri)scoperta di Barcellona! Passeggiamo lentamente nell’ affollatissima Rambla, tra un mimo e l’ altro. Se penso a quanto tempo è trascorso dalla prima volta che camminai all’ ombra di questi alberi…quanti anni sono passati? Tanti, troppi! E’ una giornata estiva, ed infatti la via è affollata all’ inverosimile. Camminiamo tranquilli fino ad arrivare a Plaza de Catalunya, dopo un breve assalto al negozio (o negozi? Quanti sono?) Desigual. Attraversiamo la piazza facendo ingresso a El Corte Inglés e poi via, qualche istante dopo, alla vicina metro dove assistiamo, imbarazzati, ad una scena -strana?-Particolare?! Vabbè, siamo nel 2012! Poche fermate e siamo nei pressi del Parco Guell! Percorriamo a piedi quel breve tratto di strada che separa l’ ingresso dalla fermata metro. Fortuna vuole che il nostro occhio, attento, cade sulla scala mobile che evita noi la lunga scalinata. Il parco è affollattissimo e noi siamo alquanto stanchi da questa lunga passeggiata pomeridiana. Appena oltre l’ingresso vi è un piccolo e costoso bar. Quale occasione migliore per riposare qualche istante al cospetto di una bella bibita fresca? Una breve pausa e siamo pronti a ripartire alla scoperta di questo piccolo mondo colorato e particolare, creato dalle mani del grande architetto spagnolo Gaudi. La scalinata principale, quella che porta alla grande Salamandra, è affollata all’ inverosimile di persone da ogni dove. Con non poca fatica riusciamo a scattare un paio di fotografie, accompagnate dalla presenza di un paffuto gattone per nulla spaventato dal trambusto del luogo. Anzi, pare addirittura goduto ad avere tutte le attenzioni per sè…beato lui! Immergiamo i nostri pensieri tra le costruzioni fantasiose dove Gaudi impiegò variopinte ceramiche di recupero e pezzi di vetro, utilizzati come tessere di mosaici colorati. Egli creò un’opera che si integra nella natura e che la riproduce: tra gli esempi la passeggiata coperta con delle colonne che hanno le forme dei tronchi degli alberi o delle stalattiti, le fontane e le arcate artificiali di roccia. Un genio, possiamo dire, dalla fantasia immensa. Scattiamo qualche istantanea all’ abitazione dove Gaudi visse per alcuni anni e, a poca distanza, Cristina acquista una cartolina da un giovane pittore, intento a disegnare su carta la casa dell’ architetto. La visita al parco può dirsi terminata e velocemente guadagnamo la via della metro con destinazione Sagrada Famila ( ancora in fase di costruzione -quando finiranno i lavori? ) simbolo di questa Barcellona. Una decina di minuti di metropolitana ed eccoci nuovamente all’ aria aperta della giornata. Come in un sogno, appaiono d’ improvviso davanti a noi le altissime guglie della Sagrada Famila. Sempre bella, bellissima, unica. Passeggiamo attorno ad essa, facciamo ingresso nel vicino parco fino ad arrivare all’ ombra del piccolo laghetto. Siamo spettatori gratuiti di una scena assai simpatica: uno sposo e la sua dama danno il via ad un balletto accompagnati da un gruppo di turisti tedeschi ( e chi l’ avrebbe detto che un settantenne con una media di birra in mano alle 4 del pomeriggio potesse essere tedesco?). Divertentissimo, bravi! Scattiamo qualche foto ancora e poi ci accorgiamo, a malincuore, che il tempo stringe, che i minuti in questa giornata di sole sono volati via velocemente, troppo velocemente. Sempre via metro raggiungiamo il Duomo di Barcellona, nel cuore della città vecchia. Scendiamo alla stazione Liceu ( sulla Rambla ) e dopo aver chiesto a due (tonte) ragazze raggiungiamo molto velocemente la Cattedrale, costruita tra il XIII ed il XV secolo (eccetto la facciata risalente al XIX secolo), in stile gotico dedicata alla Santa Creu (la Santa Croce) e a Santa Eulalia, la patrona di Barcellona. Sul sagrato della Cattedrale è in corso di esibizione un coro mentre tutt’ attorno le persone ballano in grandi gruppi. E in quest’atmosfera, sventola la grande bandiera della Catalogna… Siamo ormai agli sgoccioli di questa giornata, dobbiamo salutare Barcellona e le sue meraviglie. Raggiungiamo la piazzola sul porto dove il nostro bus è in attesa di caricare noi anime da crociera. Arriviamo giusto in tempo, anche se ovviamente, un gruppo di italiani arriva con tutta tranquillità dieci minuti dopo l’ ora prestabilita… Torniamo alla banchina dove la Luminosa attende silenziosa e dopo la veloce operazione d’ imbarco raggiungiamo la nostra camera a riposare qualche istante. L’ ora di cena sopraggiunge velocemente e come ormai d’ abitudine, il pasto si rivela ottimo. Scambiamo anche qualche chiacchera con la coppia accanto a noi, i veri guru delle crociere. Verso fine serata ecco andare in onda uno degli show più riusciti dell’ intera crociera: un bellissimo quanto improvviso show ad opera degli addetti ai tavoli, che per pochi istanti prendono le redini della nostra serata disegnando sorrisi ovunque tra noi presenti. Tutto il ristorante è divertito, compresi noi! Bello! ( il tutto era già stato anticipato dal nostro buon vicino, autentico guru-crociere ). Bravi! Facciamo ancora quattro passi all’ aria fresca della sera, sotto il cielo stellato, e poi velocemente c’ infiliamo sotto le coperte al calduccio. Domani la sveglia suonerà molto presto poichè alle otto la Luminosa attraccherà ad Ibiza!
…Ibiza, spiaggia di Figueretas…
Domenica 7 ottobre. Alle sette in punto siamo già in piedi, pronti a cominciare questa grande giornata! Raggiungiamo velocemente il ponte nove godendo di questo giorno che deve ancora avere inizio. Il sole sembra riposare dietro l’ orizzonte mentre ammiriamo Ibiza e le sue luci. Lentamente il buio della notte scema lasciando intravedere le prime luci del giorno, mentre l’ aria fredda della mattinata s’ infrange sui nostri visi. La nave inizia le manovre di attracco e noi, infreddoliti, rientriamo al caldo. Ci concediamo una generosissima colazione e poi velocemente guadagniamo l’ uscita della Luminosa. Con il comodo bus ( sei euro ) raggiungiamo l’ area di sosta a pochi passi dal centro di Eivissa. Per me è la prima volta in città ma per Cristina si tratta di un piacevole ritorno. Dirigiamo da subito il nostro passo nel cuore della Ibiza del passato, quando ancora la città sembra dormire. In fondo è domenica, e sono appena le ore otto e mezza. Abbandonata la stradina sul porto ci inoltriamo nei vicoletti stretti e silenziosi fin a giungere alle possenti mura della città vecchia, chiamata Dalt Vila e dichiarata nel 1999 “patrimonio dell’umanità” dall’ Unesco. Il quartiere di Dalt Vila è delimitato dalle mura rinascimentali che circondano la cittadella, a sua volta dominata dalla cattedrale: è il punto che scelsero i Fenici per fondare il loro insediamento nell’anno 654 a.C. Da allora è sempre stata la capitale dell’isola. Cerchiamo di capire dove sia celato l’ ingresso alla cittadella, se alla nostra sinistra o dalla parte opposta! Per accedere a Dalt Vila esistono quattro porte d’accesso: il Portal de ses Taules (Portale delle Tavole) è l’entrata abituale situata di fronte al quartiere Sa Marina. E fortuna vuole che scegliamo la giusta via che, pochi passi, apre noi la vista sulla rampa pavimentata che sostituisce l’antico ponte levatoio. Arriviamo al portale presidiato dallo scudo d’armi di Filippo II e affiancato da due statue romane, rinvenute nel XVI secolo durante gli scavi per la costruzione delle mura. Mi sarei aspettato di tutto da questa città, tranne che una cittadella di questa dimensioni e soprattutto con la sua grande storia alle spalle. Passeggiamo nei vicoli e vicoletti immersi nel silenzio, dove si odono solamente i nostri passi sulla nuda pietra. Non diamo sguardo alla mappa in nostro possesso, ma ci lasciamo guidare dal caso in queste stradine che salgono lungo le pendici della collina e che, d’ improvviso, ci consegnano al piazzale della Cattedrale. Ci riposiamo qualche istante ammirando il panorama che si apre davanti a noi, e poi ci spostaimo poco distante, al belvedere, da dove si gode di una superba vista sulla città e sul Mediterraneo. Lontana, lontanissima, è la nostra nave, che pare piccola piccola al cospetto dell’ immenso mare… Giungono altre persone e la quiete del luogo viene infranta da una comitiva di turisti ciaciaroni. Abbandoniamo il Dalt Vila, ma proprio quando siamo in fronte alla Cattedrale notiamo aprirsi magicamente le sue porte…ma come, l’ orario di apertura non era fra mezz’ ora? Magia del turismo… Dedichiamo una veloce visita per poi tornare alla luce del sole. Scendiamo verso il porto attraverso nuovi viottoli di grande bellezza, dove simpatici micioni paiono i padroni indiscussi. La zona compresa tra le mura di Dalt Vila e il porto è chiamata Sa Marina, antico quartiere dove vivevano marinai e commercianti e che fino a qualche decennio fa costituiva il centro urbano e commerciale per eccellenza di tutta l’isola. Ci perdiamo in un piacevole passeggiare ed è qui che facciamo i nostri primi acquisti. Per caso giungiamo nella piazza centrale di Evissa dove sorge un comodo e pratico Tourist Information. Le spiagge sono ad una decina di minuti di cammino, ed io e Cristina non vediamo l’ ora di adagiare l’ asciugamo sulla sabbia… Riprendiamo il cammino lungo Avinguda d’Espanya quando all’ improvviso, magicamente, compare come nel migliore dei sogni, il mare. Un veloce caffè e possiamo finalmente posare il nostro asciugamano sulla dorata sabbia. Il sole è caldissimo ma poche persone affollano al momento la spiaggia di Figueretas. Un sogno, siamo ad ottobre e noi siamo qui a goderci la vita, questo sole caldo! Poco distante una coppia di italiani, anch’ essi della Luminosa. E poi, osservando meglio, persone con abiti tanto particolari quanto incredibili, correre davanti a noi, lungo la spiaggia. Cosa faranno costoro cosi conciati? Si tratta della Eternal Running, una corsa di dieci chilometri lungo le vie della città, lungo la spiaggia, in mare…dove ognuno deve portare indosso abiti strani, quasi fosse un carnevale anticipato. E’ una simpatica manifestazione, e noi ci divertiamo a vedere questi ragazzi correre semidisperati nei loro abiti allegri e colorari. Godiamo di questo sole, di questa tranquillità, passeggiando nell’ acqua e lasciandoci andare ad una piacevolissima nuotata. L’ acqua non è fredda come erroneamente immaginavo, anzi. Siamo a metà ottobre e credevo improbabile entrare in acqua… ed invece eccoci qua… Restiamo circa tre ore a godere di questa splendida giornata e poi, amaramente, dobbiamo riporre gli asciugamani e tornare alla Luminosa. Ripercorriamo le strade della città in compagnia della coppia italiana fino a giungere al bus. In poco siamo nuovamente sulla Luminosa e dopo una necessaria doccia siamo pronti a pappare: e pranzo sia! Intorno alle ore due la nave salpa dal porto di Ibiza con direzione Marsiglia, dove arriveremo la giornata seguente. Il pranzo come sempre è ottimo e dopo un gran pasto possiamo raggiungere la piscina all’ aperto, giusto per continuare al meglio la giornata. Riposiamo un’ oretta sotto il sole caldo e poi nuovamente in acqua, passando ore a ‘giocare’ ( o a far la guerra? ) in piscina e poi a godere della vasca idromassaggio. Verso le sei torniamo in camera e dopo un brevissimo riposo ci prepariamo per la serata, che avrà inizio presto, molto presto. Elenganti come non mai andiamo a godere di quello spettacolo fantastico chiamato tramonto. Restiamo diversi istanti ad osservare quel punto rosso fuoco scendere verso l’ orizzonte per poi lentamente sparire alla nostra vista. Tiratissimi raggiungiamo il teatro Phoenix dove aperitiviamo con il capitano della Luminosa. Ovviamente io e Cri ci concediamo il bis di aperitivi mentre il comandante in ‘soli’ cinque idiomi illustra brevemente il procedere del viaggio. E’ arrivata ora di cenare e velocemente muoviamo verso il ristorante, dove, questa sera, si respira l’ aria di grande atmosfera. Luce soffusa, candela al nostro tavolo e noi, Cristina in particolare, elegantissimi. Non sono un granchè abituato a serate del genere, ma devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo ambiente molto raffinato. Mangiamo ottimamente, scambiando qualche parola con il guru delle crociere. Dalla parte opposta siedono una coppia di spagnoli che bevono come spugne, soprattutto la giovane ragazza che si ‘regala’ una bottiglia di vino tutta per lei. E poi, d’ improvviso, s’ abbassano le luci: sulle note di melodie romantiche, ecco i nostri camerieri ‘trasformarsi’ in abili ballerini accompagnando le gentil donne a diventare protagoniste della serata. Cristina si cala ottimamente nella parte, ballando egregiamente in quest’ atmosfera cosi soft. Siamo divertiti, estasiati da questa bellissima serata. Un plauso a questi ragazzi che si spaccano il sedere da mattina a sera per rendere la vacanza di ognuno di noi indimenticabile. Riuscendoci. La serata scorre via velocissimamente e quando ci alziamo dal tavolo sono ormai le undici e mezza passate. Siamo stanchissimi, è stata una giornata lunga, lunghissima a tratti e non appena torniamo in camera cadiamo in un lungo sonno che si protrae fino al giorno seguente.
Lunedi 8 ottobre
Restiamo a letto un poco ( poco davvero ) più del solito e poi verso le nove scendiamo a far colazione, prima che la nave attracchi al porto di Marsiglia. La giornata è bellissima, come sempre in questi giorni. Siamo pressochè obbligati ad usufruire del servizio navetta siccome il centro città dista non meno di 7-9 chilometri dal porto. Servizio pagato piuttosto caro, nove euro andata e ritorno. Marsiglia risulta da subito essere un cantiere a cielo aperto. Strade in rifacimento, pavimentazione, il porto a soqquadro..un restyling che colpisce tutta la città, non solo il centro turistico. Prima di partire immaginavo Marsiglia, stupidamente, una città insicura e decisamente pericolosa..Anche se l’abbiamo visitata per poche ore, ho avuto tutt’altra impressione. Il bus depone le nostre anime lungo Quai du port, nei pressi del centro cittadino. Mappa alla mano, iniziamo la scoperta della città francese dalla bella eglise de Saint Lauren. Dal piazzale antistante, ai piedi de le montreur d’ ours, si gode di una splendida vista che abbraccia il porto a 360°. Percorrendo l’Eplanade de la Tourelle si arriva, qualche centinaia di metri più avanti, a place de la Major dove si innalzano al cielo le guglie della bellissima Cattedrale di Santa Maria Maggiore. Costruita nella seconda metà del XIX secolo, è in stile romanico-bizantino e sorprende per il suo stile orientale, non cosi frequente in terra di Francia. Ne osserviamo le forme dall’esterno siccome, per cause a noi sconosiute, le porte sono serrate. Proseguiamo la passeggiata inoltrandoci nel centro storico di Marsiglia, il cosidetto Le Panier, un dedalo di vicoli e vicoletti dove è assai facile perdere la bussola. A poca distanza dalla Cattedrale sorge la vielle Charitè, un bellissimo edificio dove nel 1640 il Consiglio della Città decide, secondo la politica reale del “grande concentramento dei poveri”, di ”richiudere in un luogo pulito e scelto i poveri nativi di Marsiglia”. Si compone di un edificio a quattro ali chiuse all’esterno e aperte con una galleria a 3 livelli su un cortile rettangolare interno. I 3 livelli scandiscono l’attività all’interno dell’edificio mettendo in comunicazione vasti spazi collettivi di lavoro e vita, e separando gli uomini dalle donne. Al centro del cortile, la cappella costruita tra il 1679 e il 1707 è l’opera architettonica più importante che Pierre Puget ha potuto realizzare nella sua città natale. Questa cappella a cupola ovoidale è il perfetto esempio del puro barocco italiano. Passeggiamo nel silenzioso cortile e poi riprendiamo il cammino. Onde evitare di perdere il senso della posizione, ci risolviamo a domandare informazioni su come raggiungere la fermata del tram, posta a poche centinaia di metri ma nascosta chissà dove. Un gentilissimo signore ci indica la strada ed in pochi istanti siamo nella bella e centrale rue de Republique. La fermata del tram è poco distante, ma siamo costretti a concederci ( molto volentieri… ) una breve pausa al fine di cambiare i nostri spiccioli in moneta, unico modo per acquistare il biglietto valido per due corse. I tram, nuovissimi e puliti, collegano ottimamente i punti di maggior interesse di Marsiglia. Dopo aver percorso rue de Republique, il mezzo s’ inerpica sulle pendici della collina percorrendo dapprima la Canebiere e successivamente boulevard Longchamp fino all’ omonimo Palazzo, ora in fase di restauro. Dopo i numerosi gradini che portano all’ ingresso del parco, siamo immersi nel verde, nella quiete, lontano dal traffico e dalla confusione della città. Sediamo comodamente su di una panchina a discorrere, ad osservare un gruppo di bambini giocare ad una caccia al tesoro organizzata dai loro maestri. Il cielo è azzurrissimo, un sole caldo riscalda la nostra pelle: sembra quasi di essere a maggio, non di certo ottobre. Restiamo diversi momenti a riposare tranquilli e beati, ma poi ci tocca riprendere il passo e, sempre con il comodissimo tram, raggiungere l’eglise de Saint Vincent de Paul, una bellissima chiesa che mi ricorda moltissimo una sua simile a Bruxelles. Ne varchiamo l’ ingresso restando avvolti dal silenzio delle immensi volte. Passeggiamo lungo l’arcata laterale, osservando i mille colori delle vetrate. Torniamo all’aria aperta e questa volta optiamo di raggiungere il porto con una bella passeggiata che ci porterà qualche centinaia di metri più avanti al Palazzo della Borsa. La Canebière è una bella passeggiata costellata di negozi, boutique e piccoli ristoranti. Ci soffermiamo in due di essi, due negozi originalissimi: il primo è un negozio che mette in vendita il famoso sapone di Marsiglia, in ogni forma e colore. E’ un negozietto piccolo piccolo ma sembra d’aver davanti un arcobaleno. Cristina fa acquisti mentre io mi limito a gioire del profumo che si respira nell’ aria. Poco più avanti un altro negozio, decisamente più grande, paradiso dei dolci. Mai visto nulla del genere, ogni sorta di biscotto, caramella…avvolti dai mille colori delle scatole in metallo in stile anni sessanta, che rendono l’amosfera allegra e gioiosa. Cristina si lascia andare a delle compere mentre io, nuovamente, mi limito ad osservare cotanta bontà! Terminati gli acquisti, passeggiamo ancora una mezz’ oretta al porto, che risulta essere un cantiere a cielo aperto. E’ da poco passata l’una ma decidiamo di tornare a bordo della Luminosa, giusto in tempo per il pranzo. Una volta riempito il nostro stomaco, dopo esserci riposati una mezz’oretta in camera, saliamo al ponte nove, diretti alla piscina sotto l’azzurro cielo. Ci distendiamo beatamente al sole, nella più totale pace. Tra una nuotata e l’altra, trascorriamo moltissimo tempo nella vasca idromassagio: una goduria vera e propria. Ma quando si vive al massimo del piacere la propria vita, il tempo sembra volare, pare scorrere via in pochi secondi, in pochi istanti. Quando la nave salpa dal porto di Marsiglia, quando ormai siamo in alto mare e lontani dalla terraferma, raggiungiamo la piscina al coperto dove restiamo ancora una mezz’ oretta a mollo nell’acqua bollente. E quando il sole guadagna lentamente la linea dell’ orrizzonte, assaporiamo dolcemente questa utlima giornata di crociera godendo di uno spettacolare tramonto. Nonostante faccia frescolino, restistiamo alla mercè di questo venticello gelido, contraccambiati da una scena unica, speciale, magnifica, quale è un tramonto in mezzo all’immensità del mare. E poi nuovamente in camera a prepararci per la serata, a godere di un poco di calduccio. Raggiungiamo il ristorante e comodamente seduti al nostro tavolo, mangiamo di tutto e di più. Un velo di malinconia compare sui nostri volti, questa è l’ utlima serata sulla Luminosa, l’ultimo giorno di una vacanza magnifica. Ma siamo altresì felici di aver goduto di questi giorni, di questi istanti, di questi momenti magici. Come ormai d’abitudine alziamo il sederino dal ristorante quando ormai sono le undici e mezza passate. Vorremmo terminare la serata in discoteca ma quando ne varchiamo l’ ingresso, amara sorpresa: il locale, molto carino, è affollato da ragazzi giovanissimi, anche dodicenni… E cosi torniamo in camera, a riposare. Anche l’ultimo giorno di vacanza è terminato.
Martedi 9 ottobre
Ci svegliamo intorno alle otto e dopo aver riordinato i nostri averi, lasciamo la camera. Saliamo al ponte nove dove ci concediamo ancora una generosa colazione e poi, quando la nave attracca al molo di Savona, non ci resta far altro che salutare la ‘Luminosa’… Alla prossima crociera!