Croazia09
Mi metto al telefono alla ricerca di una sistemazione per entrambe le tappe. La partenza è prevista per il 13 agosto e l’impresa di trovare un posto per una famiglia di quattro persone non è proprio agevole. Per una buona oretta e mezza le risposte si ripetono quasi del tutto uguali, niente fino al 16, niente fino al 17… Poi finalmente la prima risposta positiva per i laghi, io non ho posto, ma posso chiedere a mio fratello, mi richiami tra una mezz’ora. Poco dopo una seconda buona notizia per Cres, la signora non ha posto fino al 17 ma sua suocera sì. Devo richiamare. Un’ora più tardi avevamo una camera tripla ai laghi di Plitvička e un appartamento a …. Il 12 agosto apro la posta elettronica alla ricerca degli estremi per i bonifici e trovo solo il primo contatto. Comincio a chiamare la signora di Cres ma non ho risposta. Allora mi rimetto alla ricerca e fortunatamente l’ufficio informazioni di Cres (www.Tzg-cres.Hr/i/i_otok.Htm ) mi da il numero di telefono delle quattro agenzie del paese. Alla fine tramite l’”agenzia Croatia” riesco a trovare un appartamentino a Cres paese per quattro persone a 80€ al giorno. Tranquillizzata sulle sistemazioni, dedico il resto della giornata alla preparazione dei bagagli. Lorenzo e Lisa, i nostri bambini, sono felici. Sono alcuni anni che non facciamo una vacanza tutti insieme e non ne vedono l’ora. Alle 6.30 del 13 agosto ci mettiamo in marcia. La nostra Multipla ci accoglie comodamente e ci conduce fino alla prima tappa del giorno. Donata, la mia amica di Monfalcone ci attende per un abbraccio e un caffè ristoratore. Arriviamo da lei verso le 10. Rivedersi è sempre una festa. È la generosità fatta persona. Piero, Lorenzo e Lisa giocano tutto il tempo mentre noi “grandi” chiacchieriamo. Il momento di ripartire giunge molto presto. Pai, il compagno di Donata, ci informa che in Slovenia si paga l’uso dell’autostrada 35€ a settimana e ci consiglia quindi di trovare un percorso alternativo alle autostrade per raggiungere la Croazia. Ci indicano il “valico di Rabuiese” o semplicemente “Rabuiese” o anche “Capodistria”. Per il resto ci arrangiamo noi aiutati dal suggerimento trovato su un sito di seguire i cartelli di colore giallo che indicano le strade normali 8e non quelli verdi e quelli azzurri).
Ci salutiamo, non senza un po’ di malinconia, con la promessa di rivederci al più presto.
Seguiamo le indicazioni per il confine Rabuiese, poi prendiamo nell’ordine la direzione per Skofije, Dekani, Rizana; da lì si segue per il confine croato in prossimità del paese di Buzet; si prosegue in direzione Rijeka attraversando l’učka tunnel (5062 metri di lunghezza), per il quale si pagano28 kune per l’auto. Consiglio di godere dei paesaggi verdissimi del breve tratto di Slovenia e dell’incantevole geologia che si può ammirare fino allo sbocco del tunnel. Da lì non ci si può sbagliare: si arriva fino a Senj lungo la costa e poi si seguono le indicazioni fino ai laghi. Noi dovevamo arrivare fin oltre l’ingresso principale del parco, a Čatrnja dove ci aspettavano i signori Bićanić. La loro casa si trova un po’ all’interno rispetto alla strada principale così, nonostante a posteriori ci siamo accorti che era ben segnalata, forse a causa della stanchezza o semplicemente per disattenzione, siamo stati guidati a destinazione da due ragazzi croati molto gentili che si sono offerti di accompagnarci. Tutta la zona è cosparsa da casette come la nostra in cui è possibile trovare una sistemazione e, sono sicura, cercando un pochino è possibile trovare senza prenotare anche in un periodo come la settimana di ferragosto.
Veniamo accolti da due cagnolini, che poi sapremo essere madre e figlia e che allieteranno il soggiorno di Lorenzo e Lisa innamorati degli animali. Ci presentiamo e la signora ci mostra la nostra camera. È una tripla e noi siamo in quattro, ci dovremo un po’ adattare ma un bambino non pagherà. Ci facciamo una doccia sistemiamo la roba e usciamo a fare una passeggiata. È una zona davvero tranquilla. Tutto è nuovo. La guerra qui dev’essersi fatta sentire con forza. Torniamo verso casa a prendere l’auto con cui andiamo a mangiare. Cena senza pretese, ma la fame ci fa sembrare buono tutto. La notte è piena di stelle e dal terrazzo della nostra camera riusciamo a vedere alcune stelle cadenti oltre che lo spettacolo della Via Lattea. L’indomani mattina ci svegliamo di buon’ora e scendiamo per fare colazione. Il cielo è coperto ma non piove. Mangiamo. Lorenzo come al solito fatica a trovare qualcosa di suo gradimento ma alla fine mangia. Prepariamo gli zaini e ci dirigiamo in auto verso l’ingresso del parco (sono circa 6 Km). Gli alberi vicini a casa sono pieni di picchi la mattina. In Croazia sono rappresentate tutte le specie di picchio presenti in Europa. Purtroppo non sono riuscita ad identificarli sebbene mi sia parso potessero essere picchi rossi mezzani e picchi verdi. Nel parco esistono diversi percorsi. Noi decidiamo di seguire il percorso K che è uno tra i più lunghi e quindi probabilmente meno affollato. La gente è davvero tanta. Arrivare all’ingresso all’orario d’apertura è un consiglio utile se ci andate in un periodo di grande affluenza. Varcato l’ingresso si gode da subito di uno spettacolo straordinario. Il verde della vegetazione incornicia l’azzurro, il celeste, il turchino e lo smeraldo dei laghi inferiori, i primi che si incontrano, oltre al bianco dell’acqua che con balzi più o meno lunghi si muove da un bacino all’altro senza soluzione di continuità. I bambini ci seguono tranquilli e stupiti dalla quantità di pesci che ci osservano indisturbati attraverso l’acqua cristallina. Ci inoltriamo nel bosco attraverso delle passerelle di legno che percorrono come una ragnatela tutti i passaggi tra un lago e l’altro. Effettivamente lungo il percorso K si incontrano poche persone fors’anche perché il tempo incerto continua a minacciare pioggia senza peraltro disturbarci se non con poche gocce ristoratrici. I boschi sono ricchi di alberi maestosi, alcuni dei quali ricoperti da funghi che sembrano tettoie per gli gnomi. I faggi in particolar modo sono splendidi, immagino l’esplosione di rossi in autunno. Senza quasi accorgerci arriviamo fino al lago superiore e ci fermiamo a mangiare i nostri panini. Poi riprendiamo il cammino in discesa. Questo tratto è decisamente affollato. Si fatica a farsi strada specie sulle passerelle dove alcuni si fermano a far fotografie bloccando la marcia in entrambe le direzioni. Mi sono chiesta se forse sarebbe stato meglio compiere il percorso in direzione opposta, salendo cioè dalla sponda destra dei laghi e ridiscendendo da quella sinistra, chissà. Rientriamo dopo una camminata di alcune ore e ci godiamo una meritata doccia per poi dirigerci da Marko, un ristorante suggeritoci dal nostro ospite. Mangiamo bene, gulasc, spiedini e qualcosa anche per me che sono vegetariana, riso stufato e fagioli al forno, con poco più di 30€. Torniamo a casa e ci rilassiamo sul terrazzo per una buona mezz’ora durante la quale riusciamo a vedere altre stelle cadenti, Carlo una enorme. L’indomani mattina, dopo la colazione, salutiamo tutti, comprese le cagnoline, e partiamo per Cres. Abbiamo bisogno di una farmacia e chiediamo ad un punto informazioni, la risposta è sconsolante: la farmacia più vicina è a 60 Km. Bisogna essere assolutamente autonomi rispetto ai medicinali se si vogliono evitare fuori percorso molto noiosi. È il 15 agosto e anche a Otočac la farmacia è chiusa. Continuiamo nella speranza che sulla costa la farmacia sia aperta. Siamo fortunati. A Senj troviamo ciò che cercavamo e così possiamo finalmente dirigerci verso Cres senza più preoccupazioni. Risaliamo la costa fino a Kraljeviča e attraversiamo il ponte (circa 30 Kune) che ci porta sull’isola di Krk. Al ritorno il ponte non si paga. La attraversiamo tutta fino a Valbiska dove ci imbarchiamo su un traghetto (113 kune l’auto, e 17 kune a persona) che in mezz’ora ci sbarca a Merag. Subito siamo investiti dal profumo di elicriso che ci ricorda la Corsica. Poi salendo gli odori cambiano e si mescolano al profumo di resina dei pini. La vegetazione è discontinua perché l’isola è coperta da pietre bianche con le quali gli isolani nei secoli sono stati costretti a costruire centinaia se non più Km di muri a secco. Tutto per riuscire a ricavare qualche fazzoletto di terra da poter coltivare. La vite è pressoché scomparsa: un’epidemia di filottera l’ha annientata. Ora sui pendii che lo permettono sono coltivati gli ulivi. Da Merag in meno di 20 Km siamo a Cres.
Andiamo in agenzia e ritiriamo le chiavi dell’appartamento che si trova a cinque minuti a piedi dalla piazza di Cres. L’appartamento è carino anche se dormire sul divano letto ci ha un po’ rotto la schiena. La camera con il letto matrimoniale l’abbiamo lasciata ai bambini per essere più liberi la sera e la mattina. Il resto della giornata l’abbiamo dedicata ai primi bagni in mare. La costa di Cres è molto affollata in questo periodo. Abbiamo dovuto scarpinare parecchio prima di trovare un posto un po’ più tranquillo dove sistemarci. Fin dove siamo arrivati noi, oltre il campeggio, la costa è scogliosa. È però possibile sdraiarsi sulle piattaforme in cemento che si trovano frequentemente lungo tutto il litorale. Il mare è trasparente e la temperatura piacevole. Il fondale e stracolmo di ricci. È assolutamente necessario fornirsi di calzature adeguate per entrare in acqua senza rischiare di tagliarsi con gli scogli o ferirsi con le spine di riccio. È sicuramente buona norma portarsi ago e pinzette in caso si debbano togliere spine di ricci. I bagni in mare ci restituiscono la freschezza di cui avevamo bisogno. La folla però ci persuade a trovare altri lidi dove trascorrere le nostre giornate marine.
La sera a casa, dopo un bel piatto di pasta e sugo casalingo preparato dal nonno Angelo, mi dedico alla lettura del materiale che ho recuperato prima e durante il viaggio. Decidiamo di provare a cercare delle baie nella zona di Valun. La mattina seguente mi sveglio presto e decido di uscire con la macchina fotografica a caccia di scorci da immortalare e riportare con noi al rientro. Molto bello è il palazzo del museo. Per il resto è bello gironzolare: non è possibile perdersi! Ne approfitto anche per comprare pane e latte per la colazione. La mattina è, secondo noi, il momento migliore per vedere Cres: i turisti, almeno la gran parte, sono ancora a casa e in giro si incontrano solo isolani. La luce è molto morbida e la temperatura sopportabile. Dopo colazione usciamo tutti e quattro e con la scusa di fare un po’ di spesa per la giornata, ci prendiamo un caffè. A casa non c’è la moka e per tutta la vacanza abbiamo dovuto accontentarci di cappuccini liofilizzati o del tè. Organizziamo il materiale per la giornata e partiamo alla volta di Valun che dista circa 18 Km da Cres. La strada è panoramica e non particolarmente difficile. In paese non si può entrare in auto e la si deve lasciare in un parcheggio che costa 15 kune per l’intera giornata. Chiedo informazioni sulle baie al ragazzo del parcheggio e mi dice che c’è un sentiero che percorre la costa fino alle calette più belle. Il paese è piccolo e raccolto. Percorriamo la viuzza che porta al campeggio e attraversiamo la spiaggia ma non vediamo il sentiero. Torniamo al paese e chiediamo notizie all’ufficio informazioni che però non sa illuminarci. Quindi provo a chiedere a due persone che dall’aspetto mi sembrano “esperte”. Anche questi due ragazzi confermano la presenza di un sentiero che partendo dall’estremità destra della spiaggia del campeggio percorre tutta la costa. Riproviamo ed effettivamente il sentiero c’è ed è ben tracciato. Lo percorriamo per una ventina di minuti ed arriviamo ad una baia ombreggiata e tranquilla. Lorenzo e Lisa cominciano a costruire una “fortezza” con i ciottoli. Ci fermiamo lì per alcune ore e poi proseguiamo trovando un’altra piccolissima spiaggia di ciottoli in cui restiamo fino al tardo pomeriggio. Non c’è nessuno. Siamo completamente liberi di fare ciò che vogliamo e i bambini possono giocare senza disturbare nessuno. Anche qui l’acqua e trasparente e la quantità di animali in mare è notevole. Porto Lisa a fare un giro con maschera e boccaglio e sono stupita della naturalezza con cui si muove in acqua, è una pesciolina. Lorenzo invece si perde nell’osservazione di tutto ciò che si muove sugli scogli. La condizione è che liberi ogni animale che cattura e ormai non è nemmeno necessario ricordaglielo. Facciamo il bagno tutti insieme. Erano anni che non succedeva. È bellissimo. Quando siamo stanchi, decidiamo di rientrare non prima di esserci fermati lungo la salitona che dal paese porta al parcheggio per raccogliere alcuni dolcissimi fichi. Il giorno seguente torniamo ancora a Valun ma seguiamo il sentiero per un po’ più di tempo e ci fermiamo in una bella baia dove troviamo due coppie giunte lì in gommone. La giornata è caldissima e verso le quattro e mezza, un po’ provati, decidiamo di rientrare. Carlo propone di tornare a Cres per la doccia e di salire a Lubeniče per cenare. Pronti, riprendiamo l’auto e dopo una decina di Km imbocchiamo la deviazione che in poco più di 5 km ci porta al paesino. La strada che è molto bella è però molto stretta, tortuosa e costantemente costeggiata da due muri a secco. La salita è faticosa. Anche qui, come a Valun, si deve lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento (15 kune). Ci aspetta però una brutta sorpresa: l’unico posto dove si può cenare è al completo per tutta la sera. Peccato! In questo periodo è sicuramente meglio prenotare. In compenso, il panorama che si gode da lassù è molto bello e intravediamo alcune piccole spiagge raggiungibili con una discesa molto ripida in 45 minuti. Vedremo. Ora però dobbiamo decidere dove andare a cena. Di tornare a casa e cucinare non se ne parla. Riprendiamo la strada del ritorno e decidiamo di fermarci in una trattoria che si trova sulla destra a circa 8 km da Cres in direzione Osor. Il locale si chiama Trs e, come ovunque sull’isola, la specialità è l’agnello. Prendiamo un misto di carni alla griglia tra cui anche l’agnello. Io mangio pesce. A fine pasto ci offrono un buon liquore di pere che non siamo stati più in grado di ritrovare, ahimé. La serata si conclude così abbastanza tardi con i bimbi che crollano per il sonno. Il terzo giorno di mare decidiamo di dedicarlo al grifone che è l’animale più rappresentativo di Cres. A Beli, che si trova a una ventina di km da Cres in direzione nord-est si trova il centro di recupero e reintroduzione del rapace e lì intorno ci sono parecchie passeggiate che permettono di conoscere tutto il territorio che si chiama Tramuntana. La giornata è molto calda e non ce la sentiamo di camminare se non con la prospettiva di un bel bagno ristoratore come premio. Quindi decidiamo di fare un giretto per il paese (in dieci minuti lo si gira tutto tanto è piccolo) e poi scendere alla spiaggia che si raggiunge attraverso un sentiero a destra della spiaggia del campeggio. Il posto è bello ma probabilmente le mareggiate hanno spiaggiato un po’ di rifiuti. Non è possibile proseguire in quanto la falesia che segue è zona di nidificazione del grifone. Ed infatti di lì a pochi minuti ne avvistiamo due che volteggino sopra di noi. Durante tutta la mattinata i grifoni volteggeranno sopra le nostre teste affatto disturbati dalla presenza di esseri umani. Lisa ed io facciamo una nuotata sotto la falesia e abbiamo la fortuna di vedere il rapace vicinissimo. Vola e si posa, si rialza e torna a posarsi. Veramente emozionante! Ci riprovo con Lorenzo, ma senza fortuna. Il mare è comunque pieno di vita e osservare il blu sotto i nostri piedi ci fa venire dei brividi di gioia. Il giorno seguente scegliamo di provare a trovare qualcosa nella zona di Ustrine. Il paese è molto tranquillo e troviamo quasi subito una signora, romana dall’accento, che ci ragguaglia sulle possibili mete. Bisogna scendere per una strada asfaltata molto ripida e poi prendere a sinistra una strada sterrata da cui ogni tanto si distaccano sulla destra dei sentieri che portano in alcune piccole baie. Ne troviamo una carina e decidiamo di fermarci lì. La prima cosa che vediamo è una razza che nuota tranquillamente quasi a riva. La fotografo e i bambini si divertono ad osservarla. Il mare è un po’ freddo in alcune zone, come se ci fossero dei punti da cui risale acqua ad una temperatura diversa. Questa mescolanza tra acque a diversa temperatura crea uno strano fenomeno: sembra che nell’acqua ci sia una sostanza oleosa. La ricchezza di vita in questo posto è straordinaria. Riusciamo a vedere moltissime specie. Con Lisa, che in questa vacanza è stata molto fortunata in fatto di incontri, vediamo un pesce che pulisce il dorso di un grosso granchio. Ci resta l’ultimo giorno di mare. Ci hanno detto che tutto il litorale di Martinšika ha delle baie raggiungibili in auto. Escludendo a priori queste zone perché supponiamo troppo frequentate, ci dirigiamo verso quella parte ma ci fermiamo a Stivan da cui è possibile raggiungere il mare attraverso una strada asfaltata. Parcheggiamo l’auto e prendiamo una strada sterrata sulla sinistra rispetto al mare che ben presto si trasforma in un comodo e pianeggiante sentiero che costeggia il litorale. Troviamo un posticino tranquillo (dove siamo soli) e ci fermiamo lì tutto il giorno. Siamo partiti un po’ più tardi con l’intenzione di goderci tutto il pomeriggio fino a sera: è l’ultimo giorno. È una giornata bellissima, la più bella! Tra bagni, coccole e risate la giornata trascorre velocemente e solo verso le sette decidiamo di rientrare a casa. È l’ultima sera ma Lisa non sta bene e quindi si resta in casa, ma va benissimo così, ci godiamo l’intimità familiare.
La vacanza è ormai giunta al termine. Non ci resta che il viaggio di ritorno: otto ore e mezza circa con alcune brevi soste per un caffè e il bagno.
A posteriori forse sarebbe stato meglio stare a Stivan, o Ustrine o anche a Beli. Per i nostri gusti Cres è un po’ troppo affollata ad agosto. Ci si può comunque andare facilmente da ogni parte dell’isola se un giorno o una sera si decide di fare vita “mondana”.