Croazia, mare blu e città da cartolina
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A TU PER TU CON LA GUERRA
Dopo un viaggio decisamente tranquillo su una nave di tutto rispetto della Blue Line partita alle 21.00 da Ancona, stamattina approdiamo alle 7.00 in un assolata Spalato. Alle 8.30 siamo già attivi in strada, direzione Mostar cioè Bosnia-Herzegovina. Facciamo tappa a Makarska, paesino carino e molto turistico dove tanta gente affolla i bar che si appoggiano sul porto, mangiamo qualcosa e ci gustiamo qualche minuto di tranquillità visitando la piazza principale e il molo.
Ripartiamo alla volta di Medugorje e superata la frontiera il cambiamento Croazia-Bosnia si vede e si sente: l’ordine e i colori invitanti della Croazia lasciano il posto al paesaggio brullo e arrogante della Bosnia, monti sassosi, poca vegetazione, case sparse, gente anziana e sola vestita di nero sul ciglio della strada, un salto indietro nel tempo di almeno 50 anni. Teatro perfetto di una guerra di cui non pensavamo fossero ancora così visibili i segni.
Arriviamo a Medugorjie. Noi, poco praticanti, iniziamo il cammino sui sassi solo per curiosità e dopo sole 4 delle 16 tappe che compongono il percorso completo decidiamo di tornare indietro, più che altro per rispetto di chi è qui per convinzione religiosa: incontriamo diverse persone scalze, in ginocchio o con handicap e ci sentiamo a disagio ad essere dei semplici curiosi turisti, così facciamo dietro-front e dopo un’occhiata ai negozi di souvenir, ci rimettiamo in moto verso Mostar.
Man mano che ci avviciniamo i segni della guerra si fanno sempre più evidenti, nella periferia vediamo i primi palazzi bucati dai proiettili, via via sempre più fitti fino ad arrivare ad una zona con degli edifici ancora completamente sventrati: desolante. Parcheggiamo e restiamo in religioso silenzio a guardare questo triste spettacolo, attorno al quale la vita dei locali sembra continuare a svolgersi come se niente fosse. Per noi è un colpo duro essere proiettati in uno scenario di guerra così reale e così lontano dalle nostre vite. Finora queste cose le abbiamo solo sentite raccontare dai nostri nonni come favole o viste in televisione, qui invece la guerra l’hanno vista, queste persone che ci passeggiano attorno l’hanno vissuta veramente. A pochi passi da qui la vita scorre tranquilla: il ponte della Stari Grad, perfettamente ricostruito è maestoso e immobile sulle acque azzurre della Narenta. Girelliamo per le stradine della città vecchia per un oretta, qui sembra di essere un po’ in Turchia: si sente musica orientale uscire dai negozi e anche i costumi di alcuni negozianti sono un po’ orientaleggianti, l’atmosfera è leggera e rilassante.
Ci avviamo verso Dubrovnik non senza aver commesso l’imprudenza del secolo: poco oltre Mostar ci addentriamo in un piccolo borgo di ruderi di case bombardate per fare alcune foto, dopo pochi passi ci si accende la lampadina dell’ingegno: pericolo mine, via di corsa! La guida ci conferma il pericolo appena scampato, una leggerezza non da poco, da non fare mai! Il viaggio verso Dubrovnik è lungo e arriviamo quando ormai è buio. La città ci accoglie con il suo ponte nuovo di zecca, la penisola con le luci già accese, le barche ormeggiate al porto, proprio un bello spettacolo.
Al secondo tentativo troviamo una camera con vista sulla baia di Dubrovnik, una vista da cartolina. La padrona ci consiglia il ristorante Porat per la cena, effettivamente a buon mercato. Dopo cena animati delle migliori intenzioni ci dirigiamo verso la città vecchia per fare una passeggiata, ma la stanchezza ci assale e dopo una sbirciatina veloce, ci ritiriamo nella nostra camera.
26/04/2008 Dubrovnik-Orebic-Isola di Korcula
DELIZIOSA DUBROVNIK
Sveglia presto e la prima occhiata fuori, sul fiordo di Dubrovnik, è da mozzare il fiato. Pagata la camera ci avviamo per la visita alla città vecchia che ci piace subito. Girelliamo un bel po’ per le stradine lastricate del centro in mezzo ad orde di turisti poi, sapendo di uno spettacolo molto particolare, alle 11:30 siamo già seduti in un barettino di piazza Zelena per il pranzo. Sui tetti attorno a noi, tutti ordinatamente in attesa, miriadi di piccioni si muovo inquieti…Qualcosa sta per succedere…E infatti a mezzogiorno in punto, al rintocco delle campane, eccoli partire tutti insieme in un frullio d’ali pazzesco mentre un addetto del comune passando rovescia a terra il contenuto di un cesto di mangime. Un effetto enorme! Subito dopo ci apprestiamo a fare la passeggiata sulle mura che si rivela un’altra esperienza sensazionale della visita alla città: dall’alto delle sue mura Dubrovnik sembra fatta di tante casette giocattolo, tanti tetti gli uni addossati agli altri, stradine minuscole sullo sfondo del mare blu, proprio un incanto.
Finito il giro ripartiamo in auto alla volta di Ston dove vediamo la sua bella muraglia, accessibile solo in parte e con una pendenza esagerata da fare a piedi per chi come noi è solo di passaggio. Il tempo di fare solo due foto e proseguiamo verso Orebic attraversando tutta la pensiola di Paljesac, in mezzo a paesini dimenticati da Dio, in un bel paesaggio fatto di montagne e sprazzi di mare.
Ad Orebic ci attende la pace tipica delle località marine durante la mezza stagione, ci si prepara all’estate ma di fatto non c’è quasi nessuno, si aprono le case, si sistemano i giardini, c’è un bel sole, qualcuno passeggia ma le attività sono chiuse. Attendiamo l’apertura della biglietteria passeggiando per il lungomare a sbirciare nei giardini delle vecchie ville dei capitani segnalate da enormi e benauguranti palme.
Ammiriamo il mare, ci sembra impossibile che questo sia lo stesso che è da noi: l’acqua è trasparente e pulitissima, da non credere. Acquistiamo i biglietti e ci imbarchiamo alla volta dell’isola di Korcula su cui sbarchiamo 15 minuti dopo. Qui troviamo subito da dormire e ne approfittiamo per andare a goderci un rossissimo tramonto sul mare da una roccia vicino all’acqua, poi andiamo a cena nella città vecchia. Quando torniamo alla nostra “sobe” ci rendiamo conto di avere davanti proprio l’immagine da cartolina dei palazzi con i portici affacciati sul mare che si trova su tutte le riviste, meraviglioso.
27/04/2008 Isola di Korcula-Spalato
MARE LIMPIDO E ARTE
Stamattina visita giornaliera di Korcula. Essendo domenica è abbastanza animata, anche se quasi tutti i monumenti al di fuori dei mesi di luglio e agosto sono visitabili solo su appuntamento. Il centro è piccolissimo e percorriamo in poco tempo tutte le stradine in lungo e in largo, per finire la passeggiata sul mare in un percorso a strapiombo: bar, tavolini all’aperto, case a schiera, terrazzi fioriti e palme, tutto discreto ma delizioso.
Alla fine della nostra passeggiata ci imbattiamo in un’esibizione di bande in un auditorio all’aperto davanti ad un mare limpido verde e blu, restiamo ad ascoltare un po’ prima di ripartire e salutare la meravigliosa Korcula con questo sottofondo musicale. Ripresa la macchina ci dirigiamo verso Vela Luka per una buona strada in mezzo alle colline con scorci di mare bellissimi qua e là. Lungo il tragitto facciamo tappa prima a Brna, paesino di pescatori nascosto e quieto, dalle acque trasparentissime poi a Blato, una cittadina un po’ più grande con un bellissimo viale di tigli che crea una sorta di galleria lunga 2 chilometri. Qui c’è anche il mercato e ci fermiamo a dare un occhiata, ovviamente.
Infine arriviamo a Vela Luka, posto tranquillissimo, e ci concediamo un abbondante pranzo a base di pizza sul molo. Passeggiata digestiva attorno alla piccola baia, e mi ripeterò ma anche qui l’acqua è limpida, invitante e piena di pesci. Per raggiungere l’isola di Brac purtroppo non c’è la linea diretta così ci imbarchiamo per Spalato e valuteremo stasera se proseguire subito o aspettare domani in base agli orari dei collegamenti.
La traversata dura circa tre ore e una volta arrivati il traffico caotico di Spalato ci fa tornare bruscamente alla realtà: questa città, la cui parte vecchia è così romantica, nella parte nuova è piena di insidie per un povero turista che non è pratico della zona: sensi unici, divieti e ci ritroviamo sempre nella direzione opposta rispetto a quella in cui dobbiamo andare. Alla fine riusciamo ad attraversare la città, ma non troviamo alloggi così siamo costretti a tornare in centro dove prenotiamo una camera all’hotel Belleuve, che non è particolarmente economico, però può andare bene e in più è a due passi dal centro. Usciamo all’ora di cena pensando di fare solo un assaggio serale della città vecchia e rimandare la visita vera e propria a domani, ma ci accorgiamo che è talmente piccola che riusciamo a visitarla tutta prima che faccia buio. Partiamo dalle vecchie mura affacciate sul modernissimo Obala Hrvatskoga Narodnog Preporoda, un viale nuovo che separa la città vecchia dal porto, è pieno di vita e di localini infilati dappertutto, proseguiamo con i sotterranei del palazzo Diocleziano, attraverso i quali si accede alla città vecchia, e arriviamo nel Peripleo. Visitamo la Cattedrale e un tocco magico è dato dalla musica d’organo suonata mentre siamo dentro. Girelliamo per le stradine del piccolo centro affascinati dai colori del crepuscolo che lasciano pian piano il posto al blu della notte e al giallo delle luci che si accendono. Cena in un ristorantino tra le vecchie mura, in cui decidiamo che avendo già visto Spalato, domani proseguiamo per Brac.
28/04/2008 Spalato – Isola di Brac
IL CORNO D’ORO E LA SUA SPIAGGIA DA SOGNO
Stamattina colazione sul lungomare di Spalato, poi, visto che il traghetto per Supetar, sull’isola di Brac, parte solo alle 11, visitiamo la città vecchia anche di giorno, ma è molto più romantica alla sera.
Ci imbarchiamo al molo 26, nave Maryan, oggi è una giornata splendida e sbarchiamo a Supetar sotto un sole estivo. Pranzo a base di pomodori e mozzarelle e partiamo subito per Bol e per la sua meravigliosa spiaggia di Zlatni Rat, quella lingua di sabbia che cambia forma a seconda delle maree. Dobbiamo attraversare l’isola e qui il paesaggio ci ricorda un po’ la nostra Puglia: ai lati muretti secchi di pietra, ulivi, fiori e terra rossa. Poi inizia a far capolino il famoso corno d’oro curva dopo curva. Saltiamo quindi la visita di Bol, attirati da questa spiaggia da sogno. Tira parecchio vento e ci infagottiamo ben bene, ma il sole senza neanche una nuvola ci regala un mare di meravigliosi colori, tutte le gradazioni dal verde al blu. Con questo vento è un paradiso per i skysurfisti, ce ne sono parecchi che ci allietano con le loro evoluzioni in aria e ogni tanto passa anche qualche classico windsurf.
Verso le 16.30 circa decidiamo di venire via, ma sbagliamo strada e ci ritroviamo davanti ad un aeroporto deserto molto inquietante. Torniamo indietro e dopo un po’ di strada ci viene voglia di fermarci a Milna, paesino adagiato in una bella baia, piccolo e solitario, è l’ideale per qualche momento di relax seduti all’aperto a bere qualcosa e a goderci questa pace prima di tornare a Supetar a cercare un alloggio.
Lo troviamo un po’ lontano dal porto, a casa di una signora con una gran parlantina, ma solo in croato per cui ascoltiamo educatamente la storia della sua vita senza capire nulla, ci fa vedere anche delle fotografie. Ceniamo sul porto in un ristorantino all’aperto molto carino, ma ad una certa ora si fa fresco e battiamo in ritirata verso la nostra camera.
29/04/2008 Isola di Brac – Spalato – Kastela – Trogir – Sibenik – Biograd nu Moru UFFA…LA PIOGGIA! Colazione sul porto e alle 10.30 siamo di nuovo sul traghetto che ci riporta a Spalato, il cielo coperto di nuvole. Una volta arrivati proseguiamo verso Trogir ma inizia a piovere abbastanza forte.
Facciamo una deviazione per Kastela dove ci sarebbero da visitare una serie di paesini ognuno con il suo castello in riva al mare, ma purtroppo fra pioggia e lavori stradali ne riusciamo a vedere solo uno: Kastel Gomilica.
In poco tempo eccoci poi a Trogir sotto una pioggia torrenziale. La città vecchia è su un isolotto collegato da un ponte ad un altra isoletta (Ciovo) su cui sorge parte della città moderna.
Parcheggiamo e ci infiliamo nelle stradine della stari grad, la città vecchia alla ricerca di un posto dove pranzare e solo nel pomeriggio proseguiamo verso la piazza. La pioggia battente non ferma i turisti che affollano il centro e anche noi facciamo del nostro meglio per visitare i monumenti schivando pericolosi ombrelli. Saliamo anche sul campanile, la vista sarebbe bella se non fosse per le nuvole…
Altri due passi, qualche scatto, poi ci muoviamo di nuovo verso Sibenik. Il tragitto non riserva gran che di spettacolare, ma se non piovesse la strada sul mare scommetto ci offrirebbe scorci splendidi. Anche Sibenik la visitiamo sotto l’acqua, andiamo nella piazza ed entriamo nella Cattedrale, ma rinunciamo a fare il giro descritto dalla nostra guida per non bagnarci troppo e torniamo a riprendere la macchina un po’ amareggiati.
Passiamo dal lungomare di Vodice senza fermarci, poi finalmente giriamo verso Murter e attraversiamo velocemente l’isola speranzosi di trovare un escursione per le isole Koronati per domani. Ma una volta sul posto la delusione: fuori stagione le visite vengono fatte solo una volta alla settimana e solo se c’è un numero minimo di persone e dovremmo aspettare tre giorni…Direi che non ne vale la pena. Tentiamo la sorte a Biograd Nu Moru, mezz’ora dopo, ma anche qui ci dicono la stessa cosa e lasciamo perdere.
Decidiamo di fermarci qui a dormire e troviamo subito una camera, poi mentre andiamo a cena incontriamo anche una coppia di Rimini con cui scambiamo quattro chiacchiere.
Andiamo a letto speranzosi che domani almeno non piova! 30/04/2008 Biograd nu Moru – Zara – Isola di Pag – Plitvice LA CITTA’ DEI RICCHI Risveglio nell’accogliente stanzetta di Biograd e partenza. Facciamo colazione nel paese vicino, Sukosan. Non c’è nulla da vedere perciò ripartiamo alla volta di Zara dove abbiamo intenzione di continuare a cercare il tour per le Koronati, ma mettiamo definitivamente a monte: il tour parte solo dopodomani e solo se c’è il numero giusto di persone, non vogliamo rischiare.
A differenza di Sibenik e Trogir il centro di Zara è notevolmente più sostenuto, ci sono boutique delle migliori marche di abbigliamento che a parer nostro stonano con le viuzze strette e lastricate e i palazzi antichi però almeno passeggiamo senza ombrello. Nonostante l’aria altolocata che si respira Zara merita lo stesso una visita, si passeggia volentieri nella città vecchia, si visitano la Cattedrale, le Chiese, le piazze, il mercato è la parte più bella, uno scorcio di vita di gente comune, infinite banche di coloratissima frutta e verdura al coperto e alcune signore che vendono pizzi e merletti. Pranzo in un fast food e nel pomeriggio ci avviamo verso l’isola di Pag, collegata alla terraferma da un ponte, la percorriamo tutta in un paesaggio lunare fatto di sassi e mare blu.
Facciamo una tappa veloce nella cittadina deserta di Pag poi siccome il paesino non è tra i più belli visitati in questi giorni riprendiamo la strada per l’ultimo tratto di isola verso il traghetto. Il paesaggio non muta, ovunque incontriamo pecore, risaie e sassi.
L’imbarco del traghetto di Ziglien sembra proprio sulla luna, la strada finisce sul mare in mezzo a cumuli di sassi, solo una bettolina per i biglietti e un po’ di poliziotti che ci guardano con sospetto. Da qui in un quarto d’ora siamo a Prizna, mentre nuvoloni neri si addensano sui monti della catena del Velebit di fronte a noi a minacciare la nostra giornata ai laghi di Plitvice.
Iniziamo a percorrere la lunga strada che ci porterà al parco, dobbiamo scendere un po’ per imboccare la strada che attraversa i monti e per velocizzarci decidiamo anche di fare un pezzetto di autostrada.
Le montagne sono verdissime, gli alberi si alternano ai prati, le poche rocce fanno capolino tra le morbide curve delle colline. Solo quando iniziamo a scendere dall’altra parte le nuvole iniziano a diradarsi e quando prendiamo l’autostrada c’è quasi il sole.
Usciti a Otocac prendiamo la statale e di nuovo ci appaiono i segni della guerra in tutta la loro crudeltà: palazzi bucherellati, case in ricostruzione, fuori dai paesi cartelli rossi con i teschi che indicano zone ancora minate. Che brividi. I paesini che si susseguono hanno l’aria veramente povera, anziani che passeggiano faticosamente, vecchiette coperte da scialli neri, bambini che giocano pericolosamente lungo la strada, ruderi di case bombardate, case nuove abitate finite solo dentro con le facciate senza l’intonaco, cimiteri troppo recenti e molto piccoli. Ci avviciniamo ai laghi attraverso le foreste ordinate e silenziose e quando arriviamo è quasi sera per cui facciamo un sopralluogo veloce all’ingresso n.2 a leggere orari e prezzi e torniamo un poco indietro a cercare un alloggio che troviamo subito in una casa dove per 50 euro a testa (qui usano gli euro anche se la moneta ufficiale è la kuna) abbiamo camera, cena e colazione. Ottimo. Siamo gli unici ospiti assieme ad altri cinque torinesi stranamente assortiti, il che ci fa sperare che domani non ci sia troppa ressa, visto che è il 1° maggio ed è festa anche qua.
01/05/2008 Laghi di Plitvice – Isola di Krk
I LAGHI INCANTATI DI PLITVICE
Risveglio di buon ora e alle 9.00 parcheggiamo vicino all’ingresso 2 del parco. Biglietti alla mano attraversiamo il ponte un po’ in pensiero perchè il tempo non è proprio dei migliori. Ci sono diversi percorsi, a tratti si può prendere anche il bus o il battello per camminare meno ma noi cerchiamo di farla tutta a piedi per non perderci nulla di questi meravigliosi laghi che sono veramente così belli come tutti dicono: l’acqua è trasparente o verde, sul fondo alghe verdi o alberi caduti formano bellissimi giochi d’acqua e di colore. Tra un lago e l’altro mille cascatine, grandi e piccole, larghe e strette, alte e basse, in mille direzioni diverse.
Durante tutta la passeggiata il rumore dell’acqua fa compagnia, talvolta vicino, altre più lontano.
Le passerelle in legno si integrano perfettamente con l’ambiente naturale ed è veramente piacevole passeggiarci sopra, il paesaggio cambia continuamente, ogni lago si attraversa da parte a parte, l’acqua scorre una volta a destra, una volta a sinistra, una volta sotto e ogni tanto anche…Sopra! E bisogna fare un po’ di attenzioni a non sporgersi troppo.
Passeggiamo per tre ore senza accorgercene, poi giungiamo al traghetto dove decidiamo di proseguire oltre il lago. Facciamo appena in tempo a scendere dall’altra parte ed entrare al self-service che viene giù uno scroscio d’acqua, ma per fortuna non ci rovina la giornata perchè dura poco, poi spunta miracolosamente il sole che ci permette di continuare il giro nei laghi inferiori, anche se i sentieri adesso sono leggermente infangati.
Arriviamo in fondo, in un tragitto sempre molto bello ma un po’ meno spettacolare di quello dei laghi superiori, i laghi inferiori sono più grandi e più lineari e le passerelle più dritte e più lunghe, e qui, complice forse anche il bel tempo che è venuto fuori ci sono molti più turisti. Pian piano arriviamo alla Big Waterfall dove facciamo giusto qualche foto in mezzo alla calca e risaliamo velocemente verso la fermata del bus elettrico che ci riporta al parcheggio.
Ci godiamo gli ultimi panorami dall’alto e stanchi morti, ma contenti, verso le 15.45 ripartiamo. Ripercorriamo a ritroso la strada di ieri e giungiamo fino a Senj, dove ben presto realizziamo che non c’è nulla da vedere, così risaliamo la costa fino all’isola di Krk. Arriviamo a Nija, minuscolo paesino dove trovato una “sobe” a piuttosto economica (qua possiamo anche abbandonare le kune, preferiscono di gran lunga trattare in euro…), ceniamo in un ristorante vicino al mare e crolliamo sul letto dalla stanchezza.
02/05/2008 Isola di Krk – Kastav – Opatija UN ASSAGGIO D’ESTATE Per colazione ci spostiamo a Nijvice poi ci avviamo per la cittadina di Krk con un po’ di disagi dovuti ai lavori stradali. Arrivati, troviamo un parcheggio libero e ci buttiamo nella mischia dei turisti che qui sono proprio concentrati e tutti italiani. E’ una giornata estiva, c’è sole ed è caldo, la gente passeggia smanicata e con il gelato, insomma un tipico week end estivo.
Krk da vedere non ha molto, a parte la classica Cattedrale, la piazzetta con la torre medievale e l’orologio da 24 ore, però il centro pedonale e le viuzze lastricate hanno sempre il loro fascino.
Ci dirigiamo verso il mare e ce ne stiamo a goderci un po’ di pace seduti sul muretto a strapiombo nell’acqua guardando il passeggio dei bimbi e delle famiglie nei giardinetti sotto gli alberi. Capiamo il perché di tanta ressa: qui il mare è proprio meraviglioso, blu intenso, pulitissimo. Più tardi proseguiamo verso Baska, mentre ci avviciniamo ammiriamo l’effetto lago formato dall’isola di Prvic e dai monti Velebit ma sapendo che è solo un effetto ottico non è che ci impressioni così tanto.
Parcheggiamo alla bell’e meglio e ci dirigiamo verso la zona pedonale per cercare un posto per il pranzo. Ci ispira un ristorantino in riva al mare dove ordiniamo due risotti e una frittura di calamari, tutto squisito. Il sole caldo ci attira talmente tanto che decidiamo di prendere un’oretta di sole nella spiaggetta davanti al ristorante. Baska è un posticino tranquillo, mare splendido dai colori quasi caraibici e a buon mercato da tenere in considerazione in vista di una eventuale vacanza in relax con prole al seguito.
Ci godiamo ben bene quest’ora di sole estivo e prima di tornare alla macchina facciamo ancora due passi per riempirci gli occhi di questo splendido mare.
Risaliamo l’isola di Krk fino al ponte, che è a pagamento solo in entrata, vediamo in lontananza i camini e il fumo di Rijeca e siccome non abbiamo proprio voglia di confusione cittadina decidiamo di dirigerci direttamente verso Kastav, centro medievale piccolo e carino con vista fantastica sul golfo del Kvarner.
La parte più bella è sicuramente la Cattedrale dove i bimbi e le suore fanno prove di canto, dall’ingresso della Cattedrale la visuale sul mare è strepitosa. Sono solo le 17.15 quando concludiamo la visita di Kastav, tanto vale proseguire per Opatija.
Arrivati ci mettiamo subito alla ricerca di una “sobe”, non è facile perchè è venerdì e si sente odor di week end da divertimento, e troviamo qualcosa un po’ fuori dal centro. L’atmosfera che si respira qui è diversa, 12 km di lungomare e un viale sovrastante che ospita hotel di lusso e ville. Giriamo un po’ a piedi e vediamo navi, barche di lusso, auto enormi e casinò. Il lungomare pedonale è sicuramente molto particolare così arrampicato sulla montana però noi preferivamo le calde e tranquille spiagge del sud.
Scegliamo un ristorante molto fine per la cena e ci ritiriamo abbastanza presto, in giro non c’è nessuno, saranno tutti nei locali.
03/05/2008 Opatija – Rientro
ARRIVEDERCI MARE BLU
Ultima sveglia in Croazia, oggi si torna a casa.
Alle 8.30 siamo già sul lungomare di Opatija a fare colazione, c’è una splendida calma a sedere in questi tavolini. Qualche foto, una risata nel vedere un cane che fa surf trainato da un traghetto (poverino). Poi risaliamo le scale che ci portano al parcheggio e ci incamminiamo verso casa.
Imbocchiamo una statale verso la Slovenia, poi l’autostrada e in poco tempo arriviamo alla dogana, dove visti i documenti italiani ci fanno proseguire in fretta. Eccoci in Slovenia. Un’altra strada ci porta fino al confine e da lì a macinare chilometri fino a Ravenna dove ci accolgono i piumini dei pioppi che annunciano la primavera.
Nel complesso abbiamo percorso più di 2000 chilometri, siamo stati via 10 giorni con una spesa di neanche 700 euro a testa e non ci siamo fatti mancare nulla: senza badare troppo alle spese abbiamo mangiato fuori tre volte al giorno e dormito dove capitava al primo colpo, abbiamo attraversato tutta la Croazia da sud a nord, passando anche per la Bosnia e traghettando con l’auto parecchie volte per vedere le isole, parcheggiato sempre a pagamento, siamo entrati dappertutto, bevuto seduti ai tavolini dei bar tutti i giorni a metà mattina e a metà pomeriggio, comprato tanti ricordini. Insomma con un occhio in più alle spese è un viaggio che può costare anche molto meno…Finchè dura. Abbiamo avuto l’impressione che i croati stiano capendo che possono anche approfittarsene un po’…
Siamo tornati entusiasti della bellezza di questo paese così vicino e allo stesso tempo così lontano dall’Italia e naturalmente con la promessa di tornare.
Lara & Paso