CROAZIA ISOLE E DALMAZIA ON THE ROAD
Indicazioni generali. Come sperimentato nel precedente viaggio abbiamo optato per alloggi in appartamenti privati, molto diffusi e anche economici. Quest’anno la Croazia è stata presa d’assalto soprattutto da turisti locali, tedeschi e austriaci, ciò nonostante, ad eccezione delle spiagge cittadine, abbiamo sempre goduto di spiagge, calette e mare piuttosto tranquilli. Anche la sera quando cercavamo la konoba (ristorante) per cena non abbiamo mai avuto grossi problemi nella scelta. A proposito la varietà del cibo in Croazia se confrontato con l’Italia è piuttosto limitata: l’offerta include quasi sempre la grigliata mista, il calamaro alla griglia e il tonno. Da evitare le imitazioni di piatti italiani (pasta o risotti). Spendo alcune parole per i traghetti Jadrolinija. I collegamenti con le isole sono efficienti ed economici e nonostante l’afflusso di turisti i tempi di attesa sono stati minimi anche perché oltre alle corse predefinite vengono effettuate delle corse straordinarie che consentono di smaltire le code celermente.
Come al solito partiamo molto presto da Bergamo (circa le 3.00) e la scelta è sempre azzeccata in quanto non troviamo traffico in autostrada e all’albeggiare siamo già oltre Trieste. Entriamo in Slovenia da Rabuiese in quanto puntiamo all’Istria e, evitando l’autostrada slovena per non pagare il bollino (basta uscire subito al primo autogrill sloveno e seguire i cartelli gialli per Scoffie, Bertocchi e Capodistria), raggiungiamo il confine croato di Dragonia. Superato questo senza coda e intoppi raggiungiamo la nostra prima meta istriana.
Parenzo (POREC) è la prima cittadina che incontriamo dopo il nostro ingresso nella penisola istriana. L’attrazione principale di Porec è la basilica Eufrasiana, un gioiello dell’arte bizantina decorata con splendidi mosaici su fondo oro. Abbiamo tra l’altro avuto la fortuna di visitarla gratuitamente in quanto siamo giunti all’ingresso talmente presto (prima delle 9) che la chiesa era completamente aperta senza biglietteria. Passeggiamo quindi per le vie del centro della cittadina cominciando a respirare aria croata e spendendo le prime kune per la colazione.
Nel primo pomeriggio proseguiamo verso il sud dell’Istria per raggiungere ROVIGNO (Rovinji) dove alloggeremo in un appartamento privato a poca distanza dal centro cittadino. Riserviamo alla sera la visita di Rovigno mentre trascorriamo il pomeriggio nel vicino parco di Punta Corrente. Si tratta di una penisola poco distante dal centro (circa 3 km) raggiungibile sia in bicicletta che in auto. Vi sono molti parcheggi a pagamento all’inizio del parco poi si prosegue a piedi o in bicicletta. Noi abbiamo fatto tutto il percorso a piedi, circa 5 km in totale, seguendo il sentiero-strada che costeggia tutto il litorale. Esiste solo una spiaggia che si può definire tale per dimensioni, poi è un susseguirsi di calette e baie dove prevalgono la roccia e i sassi e dove la gente cerca di piazzarsi con i salviettoni alla bell’e meglio a ridosso del mare. Vediamo diversi climbers che si arrampicano sulla palestra di roccia attrezzata. Molto bella la vista verso il porto e la città di Rovigno con lo skyline delle chiese e dei campanili.
Il primo aggettivo che mi sovviene per Rovigno è elegante. È una cittadina costruita su una collina che scende nel mare. Ricca di storia e fascino culturale è una meta turistica di prim’ordine per l’offerta gastronomica e divertimento. La sera all’imbrunire e poi col buio con le luci accese Rovigno mostra il meglio di sé: le strade del centro storico brulicano di turisti e nei ristoranti che si affacciano sul porto si vedono camerieri indaffarati a servire le pietanze agli affamati ed assetati ospiti.
Il secondo giorno istriano lo dedichiamo a POLA (Pula) e dintorni. Pula si raggiunge da Rovigno in circa 40 minuti e l’attrazione principale è l’Arena. Sesto anfiteatro per dimensioni costruito a cavallo dell’anno zero dai romani è un monumento ancora ben conservato. Non mi dilungo in descrizioni storiche salvo dire che non sfigura se raffrontato al ben più famoso Colosseo. Piacevole anche la visita della cittadina che presenta altre costruzioni di origine romana quali il Tempio di Augusto ubicato proprio nella piazza principale e l’Arco dei Sergi vera e propria porta d’ingresso nel centro storico. Il pomeriggio lo trascorriamo nel vicino Parco Verudela (10 km da Pola) nella spiaggia di Plaza Ambrella (spiaggia di sassi piuttosto ampia per la media croata) e girovagando per il parco seguendo un percorso che delimita la baia alla ricerca di scorci verso il mare da fotografare.
Dopo avere trascorso i primi due giorni istriani dedicandoci principalmente alla cultura ora puntiamo all’isola di Pag per tuffarci nel mare. Ci vogliono più di due ore (di cui metà seguendo una strada costiera a tratti tortuosa) per raggiunge il porticciolo di Prizna e traghettare su Pag. L’isola di Pag presenta due ‘capoluoghi’: Novaljia e Pag. Il primo è il centro nevralgico del divertimento giovanile il secondo più a sud è il tipico paese croato con porticciolo, molto più tranquillo. Noi scegliamo il primo Novaljia non tanto per la movida quanto per il fatto che le spiagge più belle si trovano al nord dell’isola. Per quanto riguarda la fama di centro nevralgico del divertimento giovanile va effettivamente confermato che a Novaljia i giovani la fanno da padrone e la sera passeggiano e mangiano per il centro cittadino ma va allo stesso tempo detto che non abbiamo visto scene di esagerato ardore da sfogo ormonale anche perché noi avevamo orari complementari ai giovani: si vedono uscire dalle case flotte di ragazzi verso sera e poi li risenti rientrare verso le 6 del mattino. Il centro nevralgico del divertimento è la spiaggia di Zrce (5 minuti di auto da Novaljia, parcheggio caro rispetto agli standard croati) che noi abbiamo frequentato di primo pomeriggio quindi ancora dedicata alla vita balneare. La spiaggia è piuttosto ampia (circa 600 metri) e parzialmente è occupata da tre discoteche che ‘sparano’ musica sin dal primo pomeriggio mentre parte dell’arenile è utilizzabile per la classica vita da spiaggia. Il mare non mi è parso molto bello (probabilmente misto a cocktails) e la cosa che più balza all’occhio è la quantità di sportelli bancomat posizionati al limite della spiaggia, segno che la sera il lido si trasforma e la vita mondana si scatena.
La spiaggia che secondo noi è la migliore dell’isola di Pag è Plaza Rucica. Si trova a circa 15-20 minuti di auto da Novaljia e si raggiunge con una strada asfaltata (stretta nell’ultimo tratto) e si parcheggio a ridosso della spiaggia. Il paesaggio è ‘lunare’, in assenza di qualsiasi tipo di vegetazione, prevale la roccia e la pietra dai colori pastello chiaro. La baia è ampia e con ghiaia e sassolini che non creano problemi ai piedi. Il mare è color azzurro chiaro tendente al bianco trasparente e calmo. Cosa straordinaria: è inspiegabilmente poco frequentata e tranquillissima, nessun gruppo di ragazzi solo famiglie e coppiette. C’è anche un piccolo bar-trattoria sul lato destro della baia. Partendo da Plaza Rucica seguendo un sentiero denominata Live on Mars Trail si raggiunge in circa 20 minuti la vicina Plaza Beritnica. Consigliamo di farlo perché oltre al magnifico panorama sulla sottostante Plaza Rucica si cammina immersi in uno scenario veramente marziano dove rocce e pietre che la natura si è divertita a scolpire disegnano forme bizzarre e spettacolari. Interessante e scenica ovviamente anche Plaza Beritnica anche se con accesso più scomodo caratterizzato da sassi ma sempre con un mare invitante.
Altra spiaggia meritevole di una visita è quella ‘cittadina’ di Pag. Adiacente al paese a cui è collegata con un ponte in pietra bianca, l’arenile di Pag si presenta ampio e adatto alle famiglie e a chi predilige la classica spiaggia di sabbia/ghiaia. Presenti diversi bar-trattorie con possibilità di fare sport nautici e nuotate in tutta tranquillità. Mare calmo, caldo e pulito. Abbiamo pranzato in una konoba locale dell’ottimo pesce anche perché a Novaljia abbiamo purtroppo verificato che la ristorazione si è adattata ad una clientela giovanile con scarsa proposta di vero cibo croato.
Terminata la permanenza sull’isola di Pag proseguiamo verso sud con destinazione Baska Voda. Questa si trova poco prima di Makarska, nel sud della Dalmazia e abbiamo scelto questa location per evitare l’eccessiva folla della rinomata Makarska e per la vicinanza ad una delle mete del viaggio (Punta Rata). Per raggiungere Baska Voda dall’isola di Pag servono circa 2 ore di auto di cui mezz’ora di statale per raggiungere Zara/Zadar (non serve traghetto per la presenza di un ponte che collega l’isola alla terraferma) e un’ora e mezza di autostrada. Facciamo tappa a Zadar per vedere le due opere moderne dell’artista croata Nicola Basic: l’organo marino e il saluto al sole. Entrambe le opere si trovano sulla punta finale della città di Zara che volge verso il mare aperto. L’organo marino è una scala di gradoni di marmo che scende nel mare al cui interno vi sono posizionate delle canne di organo e che, alimentate dall’aria generata dal moto ondoso del mare, emettono una costante melodia naturale. L’altra opera, il Saluto al sole, è una specie di cerchio formato da tante lastre di vetro colorate collocate sul terreno che immagazzina energia solare di giorno e mostra i suoi effetti di luce colorata verso il tramonto quindi purtroppo noi di buon mattino non abbiamo potuto godere dello spettacolo. Tra l’altro la città di Zara merita una passeggiata nel centro storico in quanto ricca di negozi e locali in un contesto di recente recupero edilizio.
Torniamo a Baska Voda. Si trova su un tratto di costa lungo circa 40-50 km che partendo a nord da Brela sino a sud a Gradac, passando da Makarska, è caratterizzato da un susseguirsi di baie, spiaggette e cale con un mare color azzurro acceso con una pista ciclabile che collega tutti i paesi del litorale.
Quindi primo consiglio: dimenticare l’auto nel parcheggio e noleggiare per il periodo del soggiorno una bicicletta che ti consentirà di muoverti a sud e a nord a piacimento alla ricerca di nuovi paesaggi, posti per appartarsi o solo per fermarsi e fare un bagno. Come premesso, la meta principale è stata nel nostro caso Punta Rata ossia un promontorio nei pressi di Brela, ovviamente raggiunto in bicicletta, caratterizzato da una spiaggia di pietrisco bianco affacciata su un mare terso con uno scoglio isolato nel mare su cui crescono pini marittimi. Dal paese di Baska Voda a Punta Rata è un continuo fermarsi per fare foto a scorci di paesaggi che visti qualche mese prima in immagini su internet e ora vissuti in prima persona appaiono ancor più spettacolari ed appaganti.
La sera il paese si anima di gente alla ricerca di ristoranti per la cena o che semplicemente vuole passeggiare sul bel lungomare a caccia di un po’ di aria fresca (le giornate sono molto calde).
Con nostro rammarico i tre giorni a Baska Voda trascorrono velocemente ma fortunatamente ci attende una nuova meta: l’isola di Cres. Il tragitto è piuttosto lungo. Dobbiamo ritornare nel nord della Croazia e percorrere circa 4 ore di autostrada/statale per giungere a Valbiska (KRK) per traghettare sull’isola di Cres. Fortunatamente i traghetti Jadrolinija si confermano ancora una volta super efficienti e l’attesa è minima e praticamente di primo pomeriggio siamo già in piena atmosfera Cres.
Abbiamo soggiornato per tre notti nel capoluogo Cherso (Cres). Cres è un’isola molto lunga (70km) e stretta ed è collegata a sud all’isola di Lussino (Lussinj). Noi per questione di tempo ci siamo limitati al nord dell’isola. Il paese-porto di Cres è molto carino seppur ci sia apparso molto commerciale infatti il centro storico è ricco di ristoranti, bar e negozi colmi di turisti mentre non abbiamo praticamente trovato le solite attività (negozi di alimentari) e gente locale. A circa 1,5 km dal centro del paese si trova il campeggio Kovacine raggiungibile tramite una piacevole passeggiata lungomare. Predetto campeggio si affaccia su una bella baia di sabbia grossa con un mare che consente sport acquatici o semplice relax. Gran parte della baia è riservata a clientela nudista.
La meta che ci sentiamo di consigliare perché è quella che maggiormente ci ha entusiasmati, è la baia di Valun che si trova a circa 30 minuti di auto a sud di Cres. Lasciata l’auto in un parcheggio a 300 metri dall’abitato Valun si può visitare solo a piedi. È un borgo molto piccolo, affacciato su un porticciolo con 3 ristoranti e poche barche ormeggiate dove la calma e il no-stress la fanno da padrone. La particolarità è inoltre la presenza a nord e a sud del paese di due magnifiche calette di ghiaia (semideserte) affacciate su un mare color smeraldo tendente al verde per effetto del fitto bosco di pini marittimi che sovrasta tutta la baia. Ci siamo ripromessi che se torneremo sull’isola di Cres, Valun sarà sicuramente una tappa del nostro soggiorno.
Altra spiaggia imperdibile, considerata fra le più belle di tutta la Croazia, è quella di Lubenice.
Due sono le modalità per raggiungere la spiaggia di Lubenice. La prima a piedi. Partendo dall’omonimo paese collocato sulla sommità della montagna (30 minuti di auto da Cres) si segue un sentiero in discesa per circa mezzora (tre quarti d’ora la risalita). Oppure via barca (organizzata o privata) opzione da noi scelta sia per evitare la fatica della camminata sia perché consente la possibilità di vedere altre mete. Infatti, di buon mattino partiamo con una motonave dal porto di Cres e dopo due ore di navigazione (purtroppo mare turbolento) arriviamo alla Blue Cave Beach per vedere la Plava Grota. Ci si tuffa nella baia e si raggiunge tutti assieme l’ingresso della grotta accompagnati da un ragazzo che ci guida nell’anfratto che ad un certo nel buio più totale si accende di un bagliore luminescente blu inteso dal basso per effetto dei raggi solari che riescono a penetrare da qualche spiraglio sotterraneo. La seconda tappa è la Blue Lagoon ossia una tranquilla rada di fronte all’isola di Otoc Zeka dove il color azzurro intenso dell’acqua ti invita immediatamente a tuffarti fra i pesci. Infine ultima tappa è appunto la spiaggia di Lubenice (Sveti Ivan) che sempre dalla barca si raggiunge a nuoto. La spiaggia è poco frequentata, semicircolare e lunga circa 400 metri di sassolini bianchi e mare ovviamente fantastico.
Siamo giunti alla fine del viaggio dopo avere visto la cultura e l’architettura delle cittadine istriane, i deserti e i colori tenui dell’isola di Pag, il mare azzurro intenso della Dalmazia e la natura rigogliosa di Cres dobbiamo rientrare in Italia. Passando dal confine croato-sloveno di Pasjak (purtroppo un’ora di coda) e italo-sloveno di Pesek rientriamo a casa carichi di immagini ed emozioni.