Croazia in avventura
4° giorno Trasferta notturna sulla costa dalmata, sempre in sella al cinquantino! Le strade in Crazia sono buie, difficilissimo trovare un lampione che possa frenare la nostra ansia. Un paesino dopo l’altro arriviamo a Primosten, paesino di pescatori con qualche bell’albergo (almeno così sembrava di notte) e ristorantini di pesce niente male: abiamo mangiato benissimo e pagato poco! Alla fine ci hanno anche offerto il loro famoso prosecco. Il ritorno è stato da brivido: non eravamo attrezzati per le temperature croate e neppure per le atmosfere inquietanti che regala la notte dalmata col suo cielo stellato e le montagne che incorniciano il mare. 5° Pranziamo in hotel e partiamo alla volta di Krka, un bellissimo parco naturale che avrebbe meritato una visita più prolungata. Col nostro fedelissimo motorino, mostrando un coraggio da veri duri, ci imbarchiamo per questa nuova avventura: è un viaggio interminabile (se non mi sbaglio abbiamo percorso circa 100 chilometri). Tappa a Sibenik (carinissima) e poi di nuovo in sella fino a Krka. L’ingresso si trova alla fine di una ripida discesa, lasciamo il nostro ‘mostro’ accanto a moto di ben altra portata e il posteggiatore si sbellica dalle risate. Ci rendiamo conto solo dopo che al ritorno ci attenderà una salita fin troppo ripida che metterà a dira prova le prestazioni del nostro amato motorino. Per un pelo riusciamo a imbarcarci sul battello che porta all’ingresso vero del parco: bellissimo, non ci sono altre parole! Sembra di stare nel videogioco di Tarzan, tra cascate, liane e ruscelli. Da vedere, assolutamente! 6° Nuovo tour per Trogir, con visita all’isola di ciovo separata dal paese da un ponte levatoio, prendiamo accordi con l’autonoleggio per cambiare mezzo di trasporto: lo scooter si rifiuta di accompagnarci fino a Dubrovnik 7° Dubrovnik: sveglia di buon’ora, l’auto ci viene ‘recapitata’ in albergo e si parte! Dubrovnik dista ‘solo’ 200 chilometri da Trogir, ma è una distanza che si percorre in circa 4 ore. Le strade costeggiano il mare, si ammirano panorami mozzafiato tra insenature, canyon e corsi d’acqua che si perdono verso il mare. Il tragitto è davvero lunghissimo: quattro ore di curve a passo lumaca. Finalmente arriviamo: la perla dell’Adriatico non delude le aspettative! bar e ristoranti sulle strade, tantissimi negozi e un’architettura da sogno. Trascorsa mezza giornata riprendiamo la strada di casa. Nell’unico rettilineo a disposizione Enzo (che è alla guida stanco morto) spinge un po’ di più sull’acceleratore e ci troviamo davanti la paletta della Polizia che ci contesta di aver superato i limiti di velocità. Noi increduli ribattiamo fino a quando il poliziotto non ci mostra un sofisticato strumento con l’indicazione della nostra velocità: 105 km/h, quando il massimo era 90. Inizia una trattativa per farsi pagare una multa pazzesca, con la minaccia di portarci in ‘questura’ (o come cavolo si chiama da quelle parti). Poi alla fine ci accordiamo sul pagamento di un forfait e ci lascia andare. Sulla strada di fermarci a cenare a Omis (dove c’è un canyon che è il massimo per gli amanti del kayak): pesce a volontà e liquore alle pere a prezzi onesti.
8° giorno: si torna a Catania. A parte la disavventura della receptionist che ci ha fatto perdere il pullman (abbiamo dovuto pagare il mezzo dell’albergo di tasca nostra, perchè il referente del tour operator era inesistente) il volo è efficiente come all’andata. Per noi è stato un viaggio da non dimenticare!