Croazia, 12 donne a Umago
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La squadra del Valpovolley rinnova la tradizione. Dopo la Roby festeggiata a Madrid, la sottoscritta e la Sissy festeggiate a Roma, tocca a Fede e a Chiara compiere i loro primi quarant’anni.
La destinazione prescelta è Umago, Croazia; perfetta, a sole tre ore e mezza d’auto da Verona, economica e solare! Il tempo ci è amico e sabato ci spaparanziamo subito sulle sdraio tutte introno alla laguna. Le coraggiose del gruppo azzardano anche un veloce bagno, le assonnate si abbioccano sugli asciugamani e le viziose si raggruppano per i rounds con le carte da Solo.
La struttura che abbiamo scelto risulta vincente: gli appartamenti di Sol Amfora ) nel complesso di Stella Maris sono eccellenti, due appartamenti da sei, uno vicino all’altro, da provare! 27 euro per due notti con cambio di asciugamani.
I campi da beach ci attendono e il capitano non ci delude, tirando fuori il pallone. La Roby ogni tanto si ferma e dice: ma che bella questa vacanza, procuratemi ancora pace interiore, ma quanto stiamo bene a Umag? Con il sole che volge al tramonto, in totale rilassamento, dopo il beach con la palla sotto braccio, in placida passeggiata ci avviciniamo verso gli appartamenti per la doccia.
Questa sera andiamo sul sicuro perché un’amica di Marianna ci dà le dritte giuste per il ristorante di pesce, Villa Vilola www.villa-vilola.hr . L’allegria tra noi è sempre nell’aria, rinvigorita da qualche birretta e dal mitico spritz della Fede; il capitano ha fatto la spesa e nel carrello non potevano certo mancare Aperol Prosecco e acqua frizzante con ovviamente sacchetti di patatine a volontà.
Alle nove le super gnocche sono tutte pronte e alle nove e trenta sono sedute davanti ad un piatto di insalata di mare, canestrelli, cape sante, spuma di baccalà, accompagnati da cestini di pane che vanno giù con disinvoltura. La mia amica Natascia (dopo che le ho servito un caffè fumante in spiaggia portato su un vassoio con tazzine in ceramica sono diventata la sua preferita!) è in gran serata e le lacrime dalle risate scendono dalle guance. Quando poi arrivano le linguine alla busara con gli scampi e le grigliate di pesce tutte pensiamo alla nostra amica Giorgia che quest’anno è dovuta rimanere in Italia con i suoi piccoli ma che si rifarà certamente il prossimo anno. Con qualche bicchiere di Chardonnay e la stanchezza che avanza, con l’amorevole presa in giro della Roby nei confronti della Chiara, ribattezzata Nadia, qualcuno, vedi Roby e Sissy, sono in preda ai convulsi, non sanno neanche più per cosa stanno ridendo. Io e Marianna sfoderiamo le nostre pastiglie per le allergie: io quelle banali all’olivo e al gatto, Marianna (che no può essere allergica al gatto …) quelle uniche al mondo alla coda di topo e alla forfora di cane. Non lo avesse mai detto. Si scatena il putiferio …
Claudia dà i primi segnali di cedimento, siamo in piedi dalle quattro di questa mattina e a mezzanotte la testa cade inesorabilmente sul tavolo. Le arzille del gruppo trascinano le altre in un tour della città (Debora Nanà Nat e Marti) in auto, facendo credere di volersi fermare in un locale dove la musica sta esplodendo (e ci accompagnerà fino alle quattro del mattino-unica nota stonata del residence). Alla fine abbiamo pietà dell’auto da noi denominata “famiglia Adams”, per le facce supplicanti che si affacciano ai finestrini e che urlano tutta la loro disperazione. Dopo che la Sissy decapita un povero gattino morente in mezzo alla strada (la Roby aveva aveva ucciso un uccellino nel pomeriggio… una squadra di vere animaliste) decidiamo che la serata è proprio finita.
1 GIUGNO
Domenica mattina la sveglia naturale suona per tutte più o meno alle otto e trenta, chi ha gli occhi più svegli, chi sembra uno zombie, chi crede alla favola che io mi sia svegliata alle sette per andare a correre e no abbia trovato compagnia perché tutte stavano a russare beatamente. Giganti moke di caffè, una vagonata di fette biscottate acquistate appositamente per la Momi, una pentola di the, un litro di latte, un vasetto di marmellata fatta in casa, qualche brioche fresca e l’immancabile vasetto di nutella al centro del tavolo (in 12 intorno ad un tavolino da 6) fanno della nostra colazione un nuovo momento di allegria, naturale prosecuzione della sera precedente.
Le più mattiniere si recano subito al campo da beach per occuparlo senza sosta fino alle tredici quando ne usciamo tutte con qualche parte del corpo un po’ rotta. A questo punto il gruppo si divide: le salutiste vanno verso il bar che fa le centrifughe di frutta, la Detox è mondiale: melograno, ananas e mela verde, fresca, dissetante e leggera. Ci sentiamo benissimo, siamo soddisfatte della scelta, Nat esce cantando, Claudia gongola, io e Marianna avanziamo in punta di piedi, tanto siamo leggere fino a quando accade l’imprevedibile … le bastarde (in alternativa alle salutiste) hanno comprato filoni di pane super mollicoso, ogni genere di affettato e perfino il tubetto della maionese, rigorosamente LIGHT. Roby, Sissi & co. Arrivano perfino con lo spritz già pronto. I tavoli all’ombra sotto la pineta con gli sgabelli liberi fanno il resto. E noi crolliamo miseramente con dei super panozzi! E’ finalmente giunta l’ora del relax ed il gruppetto si riunisce a monopolizzare la laguna, dove altri vacanzieri pensavano di godersi qualche ora di silenzio. Peccato … non sapevano che con il Valpovolley non si dorme. Tra una foto di una coscia lunga da far invidia a Julia Roberts (Marti SSPB), una faccia deforme (Nat Negrar), un pannolone per incontinenti (Bacci Azal)-tutte foto che non ho l’autorizzazione a pubblicare- si sprecano le risate per le frasi celebri di quelle che giocano a briscola (non riportabili); ti stimo sorella, procuratemi la pace interiore, grazie Nanà di esistere sono gli altri must del we.
Alle cinque la squadra si divide: le polentone restano in spiaggia e le ginniche infilano le scarpette per la passeggiata lungomare fino a Umag che si conclude con un happy hour scandaloso, fatto con mezza ciotolina di patatine vecchie. Il cielo nero ci fa propendere per il rientro con trenino, dal quale Nanà non sapeva che bisognava sempre salutare e suonare la campana per farlo fermare … credeghe!
Il vero happy hour lo troviamo in realtà in appartamento con tavola imbandita … di alcol vario. La compagnia è allietata dalla chitarra del ragazzo di sotto e fino alle otto si canta a squarciagola. Tacco dodici della nonna Bacci, minigonna mozzafiato della giovane del gruppo, Marianna alias Nanà, vestitino di pizzo del capitano e le super mise delle altre nove e via verso Portorose, in direzione Fredolin, la cantina per il pesce fritto e Cacao per il gelato più buono di Portorose
Al Casinò la Fede esce vincitrice con ben 4euro mentre la Nat si gioca tutto al Black Jack.
2 GIUGNO
Anche lunedì ci svegliamo con il sole e la pace interiore pervade la nostra cucina colma anche oggi di cibarie caloriche per colazione. Chiara, alias Nadia, ci sconvolge, mangia come un lupo e ha un fisico che tutte invidiamo. Grrrrr! Ho comprato le brioches di vari gusti e poi mi sono presa un bombolone … ne volete per caso? No, vero? Ci fa impazzire. Sbaraccate le stanze via verso l’ultimo beach volley. I campi sono liberi per la mancanza della fauna locale per la quale il 2 giugno non è festa, così possiamo giocare nel campo con la rete più bassa e in una finale 2 conto 2 Nanà e Sissi vincono come squadra più sboccata. Dopo aver mangiato i soliti due chili di pane mollicoso e buonissimo ci raduniamo sulla spiaggia; cè anche un momento di commozione. Nat mi legge il contratto da sottoscrivere per proseguire con la pallavolo, ma soprattutto con queste splendide ragazze, anche per il prossimo anno e io non posso che firmare, anche se con precisa postilla destinata al capitano, e ringraziare per questa grande manifestazione di affetto e di amicizia. Vi adoro gine!
L’organizzazione per il rientro prevede doccetta nell’appartamento che abbiamo tenuto fino al pomeriggio, raccolta cibo e birre avanzate, sosta a Umag per gli ultimi souvenir e partenza alle ore 18. Bella idea! Alle 19.48 siamo ancora a ca. 15 km da Trieste in colonna, con Claudia e Sissi che fanno la spola da una macchina all’altra alla ricerca di cibo e acqua. Per fortuna passata la frontiera il traffico si fa scorrevole e con la sosta all’ultimo autogrill di Venezia non ci resta che salutarci, tra baci, abbracci e promesse di rivederci a brevissimo per il beach sulle Torricelle.
Il prossimo anno ci aspettano grandi appuntamenti: nuove quarantenni con anche una fresca trentenne.
