Creta… tutto iniziò col dominio veneziano
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Trascinati sulle ali dell’entusiasmo attendiamo il giorno della partenza, emozionati per le tante avventure culturali, naturalistiche, paesaggistiche che di lì a poco ci attenderanno su quell’isola sconfinata (e questo anche grazie alla lettura del magazine speciale Grecia di Turisti per caso), ci prepariamo a prendere il volo. Nella consapevolezza di riferire una volta tornati in Italia a voi amici, il sale delle nostre avventure.
Arriva il quattro settembre. Dopo una breve sosta notturna a Milano, il mattino successivo siamo pronti ad imbarcarci sul volo che da Malpensa ci porterà a Heraklion.
Non appena le ruote dell’aeroplano toccano la terra greca, un vento caldo ed una brezza marina ci avvolgono dandoci il benvenuto a Creta, isola come ci avevano prospettato, a dir poco carica di fascino e mistero, che solo vivendola ti svela le sue mille sfaccettature ed i tesori che nel suo intimo nasconde.
L’AZZURRO DI HERAKLION
Creta senza scooter? Assolutamente no. Partiamo allora in sella alle due ruote per visitare la zona più vicina: la costa Est dell’isola dove ogni scorcio ci sorprende: alte falesie a strapiombo in un mare cristallo, spiagge infinite e quasi tutte libere per la fruizione. Karteros ci conquista con la sua spiaggia chiara, pulita, silenziosa, poco frequentata: decidiamo di sostare qui e leggere la guida turistica del luogo.
La curiosità – a quel punto – ci invoglia a riprendere il cammino e continuare ad esplorare i paesini che si susseguono uno dopo l’altro. Scopriamo l’esistenza del CretAquarium e assaliti dal nostro carattere di curiosoni, come due bambini, seguiamo quella direzione. Entriamo e ci scopriamo più emozionati dei “piccoli visitatori” nel vedere tre squali toro in un’enorme piscina…è qui che la macchina fotografica inizia a movimentarsi appassionatamente e sembra trasformarsi in una mitragliatrice. Ta…ta..ta..ta…ta..ta!
Dopo un percorso intenso tra pesci ed esseri marini di tutti i tipi e le sagome, ci sediamo nel ristorante della struttura, ubicata a pochi passi dalla spiaggia, per gustare una favolosa mussaka e un’insalata greca. Pronti a riprendere il cammino destinazione Heraklion città. Ci inoltriamo nel centro storico dove ogni via perpendicolare sembra svelare chiese e piccoli tratti e ritratti della sua antica storia veneziana, poiché l’isola, come sappiamo, fu conquistata proprio dai Doge della Serenissima per il dominio sul Mar Mediterraneo.
VIAGGIO SENSORIALE A FODELE
Scrivi Fodele e leggi magia. Oggi è una splendida giornata di sole. Prima di riprendere il cammino dell’esplorazione, ci concediamo attimi di totale relax sulla spiaggia della struttura che ci ospita ad Amoudara. Ombrelloni in paglia, lettini, mare poco mosso, in un’insenatura dove a sinistra si apre lo scenario di alcune montagne e a destra la costa che si estende all’infinito, fino a perdersi nel mare. Con la musica nelle orecchie, penso a cos’altro quest’isola ha in serbo per noi e, dopo un breve sonnellino, verso mezzogiorno altre specialità culinarie locali ci attendono nella taverna alle nostre spalle.
Ora sì che siamo pronti per una breve passeggiata per acquistare provviste per il nostro appartamento. Scopriamo nei dintorni anche un’ottima pasticceria internazionale e la tentazione la fa da padrone: due ottime delizie in bocca ed un caffè, in attesa della consegna serale dell’auto presa a noleggio che ci porterà lontano. Procediamo verso un minuscolo paesino che già dal nome sembra impalpabile, Fodele. Ci inoltriamo nella foresta per qualche chilometro nel buio per poi scoprire uno scrigno pieno di ricchezze: qui nacque Doménikos Theotokòpulos (1541-1614), pittore locale, conosciuto col nome “EL GRECO”, la cui casa sita nella foresta, non distante dal centro, è un fantasioso museo. Ci ritroviamo in un villaggio accanto al quale scorre un ruscello che col suo continuo fruscio dettato dallo scorrere dell’acqua, rilassa e al tempo stesso sembra trascinare il corpo e la mente in un’altra dimensione, fino a far diventare tutto un incanto. Incontriamo lungo il vialone principale del borgo, delle anziane donne titolari di negozietti di oggetti tessili poste proprio sotto la loro stessa abitazione, le taverne intanto sono lì con le porte spalancate ad attendere i turisti affamati e le birrerie vicine diventano il punto di ritrovo per i paesani che si rilassano e chiacchierano davanti ad una pinta di felicità e di lentezza.
Siamo estasiati da questa meraviglia della natura: niente è artefatto qui, tutto è selvaggio.
Il tragitto che ci conduce da Fodele verso il residence lo trascorro con il viso fuori dal finestrino dell’auto: voglio poter catturare tutti i fantastici profumi della flora esistente in quell’angolo di paradiso, dall’origano al timo, al finocchietto selvatico, alla resina di abeti, pini, lecci, pioppi, castagni…non si finisce mai d’imparare dalla natura. In questo primo scorcio cretese, scopriamo che qui si produce anche dell’ottimo miele presente in ogni bazar dell’isola.
Soddisfatti da questa piccola escursione notturna, ci addormentiamo fieri di aver imparato tante cose nuove.
AGÍOS NIKOLAOS E IERAPETRA
Ci imbarchiamo a tutta dritta di nuovo verso Est, ma stavolta decidiamo di solcare anche la parte Sud-Est di Creta. Con l’emozione della sera prima e l’intrepida voglia di scoprire sempre di più, saltiamo giù dal letto presto in modo da vedere all’orizzonte il lento ribollire dell’alba.
Agìos Nikolaos si sveglia con noi. Arriviamo a metà mattinata, mentre i ristoratori aprono i loro locali, per poi assistere ad un’altra meraviglia cretese: un lago interno al paese che tramite un canale si collega al mare. La favolosa roccia naturale altissima che circonda il lago è affascinantissima, con una scalinata interna che porta in cima, dove c’è un piccolo belvedere su questo panorama. Agìos (come comunemente la chiamano) per noi è più apprezzata nel silenzio delle nove del mattino, mentre tutti i turisti nottambuli ancora dormono, piuttosto che la sera nel caos dei locali notturni della movida locale. Decidiamo di sorseggiare un caffè a due passi dal molo e poi saliamo in macchina pronti a “salpare” per nuove avventure.
Direzione Ierapetra. Acclamata dai vip di mezzo mondo e dalle guide turistiche dell’isola, che la immolano come punto sublime più a Sud e vicino all’Africa, rimaniamo leggermente con l’amaro in bocca alla vista della località, che sembra anni luce lontana dai nostri pensieri.
Abitazioni trascurate, alcune abbandonate, poco litorale sabbioso… Ierapetra è sì il punto di partenza dei traghetti per l’isola di Hrysì, che pare sia molto bella, ma non appare proprio comoda: infatti l’ultimo traghetto del giorno è già partito. Troviamo un piccolo arenile fatto di scogli, che finiva in alto mare, e da lì ci immergiamo in acqua per provare l’ebbrezza di nuotare nel Mar Libico.
L’aspetto che più dà l’idea di essere vicini al continente africano è il caldo pazzesco ed asfissiante, che i venti provenienti dai deserti del continente sul versante opposto regalano alle zone del Sud di Creta. Comincia ad oscurarsi il cielo, sono le sette del pomeriggio, e decidiamo di cenare prima di far rotta verso casa: il caldo ci ha sfiniti. Passeremo la serata di nuovo in giro per la capitale Heraklion, stavolta alla scoperta della fortezza veneziana nel porto con una passeggiata sensuale sull’infinito lungomare che accompagna la fine del nostro terzo giorno greco.
RETHYMNO E CHANIA
Anche se in vacanza, di nuovo levataccia mattutina per visitare le altre due città: Rethymno e Chania. Ecco che l’antico porto di Rethymno ci dà il suo buongiorno molto particolare. Il lungomare è stretto e pieno di locali e per attraversarlo bisogna passare tra i tavolini: fastidioso, ma molto caratteristico. E una volta nel centro storico scopri questa particolarità: stai camminando per strette calli ornate di fiori, piene di negozietti e taverne e ti trovi sempre in una diversa piazza con diversi monumenti: ecco la Venezia greca!
Ci ristoriamo con uno yogurt con pezzi di frutta di fronte alla Fontana Rimondi con la Loggia attigua e salutiamo Rethymno con una breve lezione di alfabeto greco che ci impartisce una simpatica negoziante dalla quale abbiamo acquistato delle cartoline che, ovviamente, come in tutti i nostri viaggi, scriveremo l’ultimo giorno ed invieremo dall’aeroporto.
Breve sosta a Georgioupoli, sulla bellissima spiaggia del litorale per un bagno, prima di visitare Chania. Si arriva in città attraversando la zona industriale e tutto ci sembra inusuale, finché il centro città ci appare nella sua contrastante bellezza: è l’unico luogo dove si nota la marcata differenza tra la colonizzazione veneziana e quella turca. Il porto con il suo lungo molo, il faro, la fortezza e l’antico arsenale (oggi luogo per mostre) con le calli ed i negozi che ti regalano un’altra piccola Venezia, mentre la città interna rievoca i mercati di spezie e prodotti tipici ed alcune vie sono piene di bazar, nei quali entri e non sai più cosa cercare, dove cercare. Visitiamo il museo nautico nel quale si trova la riproduzione di una nave cretese di 3500 anni fa, realizzata solo con materiali e strumenti già utilizzati in epoca minoica. Ricostruita appositamente per le Olimpiadi di Atene 2004 per partecipare alle regate.
Passeggiamo fino al faro per avere un’altra prospettiva di Chania: la città vista dal mare, lo skyline nell’acqua, che ci impressiona per la somiglianza con la città italiana. Camminiamo per le vie a caccia di souvenir e decidiamo di cenare in una caratteristica taverna del luogo con i tavoli nel giardinetto di una piazza, sotto al bastione, piccolo punto in altura dal quale vedere tutta la città. Dopo tzatziki, insalata greca e souvlaki ottimi, accompagnati da un buon vino locale, siamo pronti a ripercorrere i 200 chilometri che ci separano da Heraklion, stanchi ma contenti che Marco Polo ci ha guidati per delle sue nuove piccole Venezie!
TERRA DI HIPPY, SPIAGGE SELVAGGE… E DI NUDISTI
Un’intera mattinata tra i monti centrali dell’Isola, su una strada dissestata a strapiombo nel nulla e senza guardrail, direzione Matala, ancora una volta a Sud. Ci perdiamo per strada tra paesini isolati dal resto del mondo, dove nessuno parla inglese e tutti ci danno indicazioni…in greco! Per fortuna ritroviamo la retta via ed in pochi minuti siamo lì a contemplare la particolarissima roccia piena di necropoli romane, divenute covi degli hippy negli anni Settanta. Epoca questa molto radicata nella cultura popolare del luogo, tanto che ogni anno a giugno qui viene organizzato un festival per rievocare il tempo dei “figli dei fiori”.
La spiaggia è molto caratteristica, ma troppo affollata e non ci convince; andiamo nella vicina Kommos Beach, il paradiso terrestre del Mar Libico. Spiaggia selvaggia con sabbia bianca fine, deserta, con un solo punto di ristoro. Passeggiata sulla battigia poi breve bagno nel mare agitatissimo con onde alte. Relax sotto ad un alberello con vista sul vicino sito archeologico abbandonato che, scopriremo poi, collegato con quello di Festos. Al di là dell’archeologia…una spiaggia di nudisti! Ecco i mille volti di Creta.
Festos ci accoglie col suo splendido palazzo minoico portato alla luce, ma non ricostruito “fantasiosamente” come Knossos: davvero favoloso!
RITORNO NELLA STORIA
L’ultimo giorno lasciamo la macchina presa a noleggio e affittiamo nuovamente lo scooter. Sul percorso che ci porta sulla Old Road per raggiungere Hersonissou, ci troviamo sorprendentemente davanti al mercato di Alikarnasso: non possiamo non visitarlo! E’ veramente affascinante. E’ simile ad un nostro mercato rionale con tante baracche, ma ciò che ci colpisce è il fatto che i profumi e gli odori della Grecia, già sentiti in altre città durante questi giorni, si ripropongono di nuovo per un lungo tratto del nostro cammino e, come un breve flash back, riviviamo l’intera vacanza e ci sentiamo un pò greci anche noi.
Il resto della mattinata lo trascorriamo con i piedi sulla sabbia. A Hersonissou dal lungomare mozzafiato: è il ritrovo di tutti i giovani turisti per la movida notturna tra locali e discoteche. Passiamo il pomeriggio a Knossos per visitare la vastissima area archeologica demolita due volte da altrettanti terribili terremoti. L’ultima ricostruzione è stata curata da Sir Arthur Evans che fece riemergere in trentacinque anni di duro lavoro un pezzo notevole del sito, decidendo al tempo stesso di “decorarlo” in modo particolare ed un pò artificiale. Tuttavia, questo mix di antichità e modernità ci affascina e ci elettrizza, anche perché qui si snoda la “culla della civiltà occidentale”, la nostra storia.
Heraklion rimane impressa nel nostro cuore: è l’unica città dove la somiglianza con Venezia non si nota tanto. Trascorriamo la serata qui, salutando in questo modo quest’isola che ci ha ospitati.
HERAKLION-MILANO
Arriviamo con largo anticipo in aeroporto per pesare le valigie, imbucare le cartoline, pranzare e avere già nostalgia di Creta che ci ha regalato una vacanza fuori dai soliti schemi, piena di storia e di mistero. Un’isola grande come un cuore sempre aperto a tutti i suoi ospiti. “VEDI CRETA…E POI MUORI!” diciamo parafrasando Goethe. Così è. Ti penseremo spesso… Questo non è un addio, ma solo un arrivederci!