Creta last minute 2004
La partenza è prevista per le 15.30, l’arrivo ad Iraklion per le 18.50.
Tutto avviene senza intoppi, così alle 19.30 siamo già sull’autobus diretto Aghios Nikolaos ed alle 21.00 in albergo.
04 agosto Dopo una veloce colazione in albergo ed un noioso resoconto delle costosissime escursioni a pagamento organizzate dal tour operator, ci dirigiamo presso uno dei numerosissimi autonoleggi presenti nell’isola consigliatoci.
L’auto è disponibile dal giorno successivo, quindi decidiamo di trascorrere la giornata in una delle spiagge della cittadina.
Situata a poche centinaia di metri dal nostro albergo, affacciato sul golfo di Mirabello, è piccola e graziosa, anche se non eccezionale. Dotata dell’essenziale, si possono noleggiare ombrelloni e lettini a prezzi modici.
La sera ci rechiamo a cenare da Mr Chippy, un piccolo localino gestito da un’allegra coppia inglese che prepara piatti tipici greci, a volte con varianti anglosassoni. Mangiamo discretamente e paghiamo poco. Inizia la nostra degustazione di Taziki.
05 agosto Alle 9.30 siamo già in partenza per la rinomata spiaggia di Vai. Dopo circa due ore di strada in saliscendi, con tornanti continui e camion che vanno a 40 km orari, finalmente arriviamo. E’ una piccola spiaggia con sabbia grossa che non appiccica. Dietro le file di ombrelloni con tettucci di foglie una cornice di palme cicciute svetta verso il cielo. La mattina non è troppo affollata ma verso le 12.00 arriva il grosso dei turisti e la sabbia si arroventa come una carbonella. Per arrivare allo splendido e trasparente mare c’è da saltellare come dei tarantolati. Il mare è trasparente e c’è, guardandosi i piedi, un acquario di pesci. Ci si può cimentare in immersioni o sguazzare muniti di maschera e boccaglio.
Nel tardo pomeriggio lasciamo questa spiaggia tropicale e lungo la strada per Sitia, città dall’aspetto tipicamente nord africano, ci imbattiamo in un gregge di pecore in piena manovra di attraversamento.
Salta all’occhio in questo percorso un paesaggio brullo e arido spazzato dal vento.
06 agosto Partenza per Cnosso.
La E75 ci porta lisci lisci ad Iraklion. Non c’è traffico , eccetto i soliti camion dell’anteguerra.
Ad Iraklion sorge il problema… Il sito archeologico non appare indicato in alcun modo.
All’incrocio principale un solerte vigile ci fa segno di proseguire dritti, quindi” perdiamo la bussola” e, dopo una decina di km nell’indecisione (e nell’assenza della svolta auspicata),si decide per una manovra di rientro.
Ripercorriamo nuovamente la E75 in direzione Iraklion, neanche su questo lato appaiono provvidenziali indicazioni…
Dopo qualche manovra controproducente, molte soste agli incroci, molti improperi ricevuti e resi, un cartello lillipuziano indica il sito di Cnosso a km 6.
Ci fiondiamo maledicendo il vigile solerte, che ha complicato infinitamente il percorso, e dopo pochi metri appare finalmente una dignitosa indicazione con segnalato l’agognato sito.
Arriviamo nell’ ora più calda del giorno, in pratica è quasi mezzogiorno.
All’ingresso, dichiarati studenti, ci becchiamo il biglietto gratuito.
Sulle pietre micenee il sole picchia duramente, una graticola, alleviata solo dalle molte soste strategiche sotto le verande pro turisti .
La visita è un saliscendi continuo, tra le pietre, le scale, lo sterrato, sentierini polverosi…Vi si alternano gruppi di teutonici con guide logorroiche, single rampanti, happy family, coppie di italiani griffati fino all’osso, fidanzatini in gita, anziani coniugi, bambini diligenti .
Bene; alle due, il vagolare tra le rovine ha termine.
Resta un dubbio guardando il faccione bronzeo dell’arcinoto archeologo Evans: avrà il merito di aver fornito un idea del palazzo originario, alle truppe di turisti più o meno barbariche e digiune di storia o con le sue colonne cicciute, muretti tirati su dal nulla, affreschi variopinti, farà rivoltare nelle tombe gli originari proprietari???? Nell’auto rovente, partiamo alla volta di Iraklion città diretti al museo archeologico.
Iraklion appare nella zona del porto immensamente caotica,disordinata, lezza ed affumicata dal traffico.
La fortezza veneziana si staglia geometrica sul mare blu.
Breve spuntino con “giro pitta”, vicino alla piazza Venizelou, che si intuisce tale solo per la presenza della fontana Morosini, tant’è compressa in un mare di tavolini dei vari ristoranti.
Alle 15.30 ci aspetta il museo, e a proposito apro una grande parentesi sul “guardiano nella guardiola all’ ingresso”.
Il tesserino universitario per lui è un oggetto ignoto e forse anche un po’ ignobile(?!) non meritevole di per sé del biglietto a costo zero.
Dopo lunghe trattative nella mimica di Totò, con qualche sillaba di inglese ed il diniego anche di fronte alla carta d’ identità (“it’s nothing for me”) improvvisamente cede e sprezzante mi rifila un biglietto intimando che se all’ ingresso faranno storie, lui solerte diretto discendente dei Ciclopi se ne lava le mani…
All’ ingresso un buon vecchietto strappa il ticket senza altro aggiungere…
Bene. Per fortuna a parte le prime sale che mi sono sfuggite, in quanto accecata dai propositi di vendetta verso il guardiano, il museo merita il viaggio.
Belli i vasi tondeggianti in stile Kamàres, con i poliponi giganti , pesci stilizzati, quadrupedi saltellanti e le tantissime figurette votive in bronzo.
Splendidi gli affreschi del palazzo di Crosso, i delfini dei bagni della regina in particolare, ed affascinante il disco di Festos.
La sera andiamo a cenare in un locale di Aghios Nikolaos che raggiungiamo in auto casualmente. Si trova un po’ al di fuori del caos della cittadina, all’inizio della E75. Noi l’abbiamo soprannominata “taverna del baffo” per i caratteristici baffi del capocameriere, ma in realtà si chiama Y il posto in cui abbiamo mangiato meglio in assoluto, ed il taziki merita la nostra medaglia d’oro. Anche qui abbiamo pagato poco.
07agosto Destinazione Elounda a 10 km da Aghios Nikolaos.
Cittadina che si sviluppa attorno al porto.
Aspettiamo il traghetto per Spinalonga, la fortezza veneziana.
Traghettatori a metà tra Popeye e Caronte, sfumacchiano rosicchiando semi di zucca seduti su una panca.
Il traghetto “Delphina”si riempie con l’ assemblata truppa di turisti.
Spiccano le signore xx ed xxl, fortunatamente sedute con rispettivi consorti ai lati opposti.
Il coniuge e la prole della signora xx,canna da pesca alla mano gettano gli ami in mare ancor prima che il traghetto lasci il porto…
Spinalonga è rovente, i turisti disperati cercano riparo sotto agli alberi, i sadici traghettatori ripartono, chi si aspettava spiaggette per abbronzarsi in relax si sente fregato (gruppo di single milanesi), le mura da fuori non dicono niente di buono, ma non resta altra via che l’acquisto del biglietto e la salita verso l’ignoto..
Si parte a testa bassa scivolando con gli infradito, e dà sollievo scoprire che l’ingresso porta ad un interno momentaneamente buio e riparato,da qui si prosegue tra quello che rimane delle casette e negozi sotto archi e volte.
Un gatto schifato dalle attenzioni delle turiste dorme a pancia all’aria su un muretto.
Tutt’attorno il mare, vento che soffia inesorabile, sole rovente e piante secche… Dopo un oretta con i piedi fritti dal sole, ritorniamo al traghetto dove il sadico Caronte ci aspettava..
Da qui la guida consiglia le spiaggette libere di Plaka.
08agosto Direzione sud per Ierapetra.
In un’ oretta si arriva, attraverso un paesaggio arido ed abbastanza monotono. Senza fermarci in città, ci fiondiamo in una spiaggetta a caso dopo aver mancato quella di Aghia Fotia indicata nella guida.
Ci sono sassi neri, e la spiaggetta è circondata da alte rocce che sprofondano degradando nel mare.
Il ciotolame è ustionante, impossibile arrivare in acqua scalzi. In acqua, subito alta, branchi di piccoli pesci neri, sguazzano fronte riva.
Tutto bene, anche il prezzo (6 euro) per due lettini e ombrellone.
La sera torniamo a mangiare dal “baffo”.
09 agosto Mattinata all’altopiano di Lassithi.
Strada terribile, con tornanti e saliscendi, dura prova per lo stomaco dopo la cena a base di mussaka e altre pesantezze fatta ieri a Elounda. Dopo qualche paesetto, molti venditori di miele lungo la strada, arriviamo all’indicazione per la Caverna Dittea.
Il parcheggio è inevitabilmente a pagamento, impossibile fermarsi prima per evitarlo, le stradine sono tutte soggette a multe.
Inizia quindi sotto il sole la scalata (era meglio lasciare a casa le infradito) verso l’antro di Zeus.
Subito si propongono i proprietari di muli, per la modica cifra di 10 Euro, potremmo farci trasportare in groppa da un buon ciucchino con gli occhioni mesti e le orecchie diritte. Non se ne parla, scivolando sulle pietre lisce, la maggior parte dei turisti si arrampica con scarpe altamente inadeguate attraverso il sentiero. E’ una breve scarpinata, ma l’ora calda e le pietre scivolose la rendono lunga.
Il ciucchino con turista italiano in groppa, ci supera, e la “ottuagenaria” guida al suo fianco procede di pari passo.
Arriviamo alla biglietteria, dove un uomo dall’aria burbera, stacca senza batter ciglio i biglietti per l’ingresso gratuito.
La caverna è umida, si scende giù nella penombra lungo scale scivolose tenendosi ai corrimano.
Dal basso si vede la luce di mezzogiorno filtrare dall’ingresso.
I pipistrelli appesi sulle rocce fanno brevi svolazzi sulle nostre teste.
Lunga la via del ritorno c’imbattiamo nelle numerose bancarelle di prodotti tipici allestite dagli anziani abitanti dell’altopiano che al nostro passaggio si sbracciano in numerosi tentativi per attirare la nostra attenzione. Noi ci fermiamo da una vecchia signora, di cui avevamo sentito parlare, che vende mestoli fatti a mano dal marito.
La vecchietta porta un fazzoletto in testa e siede all’ombra delle viti in compagnia di altre due arzille signore. E’ così gentile che ci regala delle prugne e si fa una foto con noi, dopo l’acquisto del mestolo.
Tornati ad Aghios Nikolaos non resistiamo al richiamo del mare. Decidiamo di andare nella spiaggetta vicina all’albergo e ci facciamo un bagno lunghissimo: l’acqua è più limpida del solito, il vento soffia verso il largo e rende il mare una tavola.
10 agosto E’ l’ultimo giorno e la tristezza per la fine della vacanza ci fa uno strano scherzo: ci alziamo alle 8.00, convinti che sia più tardi. Così facciamo colazione velocemente ed andiamo a farci un giro per la cittadina. Il lago senza fondo, unito al mare da un canale artificiale, è circondato da ristorantini e gelaterie che vi si affacciano.
Alcune papere ci sguazzano dentro mentre i gatti prendono il sole lungo la banchina sperando che venga dato loro qualche succulento bocconcino avanzato la sera prima.
Tornati in albergo salutiamo la camera, non prima di aver fatto l’ultimo agognato bagnetto. Sistemati i bagagli alla reception torniamo in centro a mangiare, da Valentinos: giros pitta e vegentarian pitta, ed il caratteristico nescafè frappè.
Alle 16.00 partiamo per Iraklion. L’aereo per Verona è puntuale alle 19.50. Mentre decolla alla luce del tramonto vediamo la nostra amata isola allontanarsi sempre più…Arrivederci Creta, ci mancherai tanto.
P.S…Spese Viaggio, pernottamento e prima colazione: 1135,00 Euro Noleggio auto per cinque giorni e benzina. 190,00 Euro