Creta, la perla del Mediterraneo
Lungi da me cercare viaggi organizzati, pacchetti preconfezionati o villaggi turistici (che orrore!). Solo vacanze fai da te, con i pro e i contro.
Tra una navigazione e l’altra sul web, ci siamo imbattuti in un itinerario di viaggio di una misteriosa signora di nome Erika la quale ha raccontato per filo e per segno, in ogni dettaglio la sua vacanza a Creta fatta nell’estate 2009. Ho letto in fretta il suo racconto, guardato le foto, stampato il tutto e poi deciso che sarebbe stata quella la meta delle nostre vacanze. Io mi sono fidata di lei e il mio ragazzo si è fidato di me.
Dal momento che non conoscevo nulla di quell’isola, che non ci eravamo organizzati e non avevamo la più pallida idea di ciò che saremmo andati a vedere, una volta giunti sul posto ho cominciato a sfogliare quelle pagine e a leggere…
Abbiamo praticamente seguito l’itinerario della signora e devo dire che grazie alle sue dritte e a tutte le informazioni preziose che ha trascritto su quelle pagine, abbiamo visto il meglio del meglio dell’isola di Creta (anzi forse anche di più).
Mi piacerebbe incontrare la signora Erika per ringraziarla.
E’ stato cosi che mentre leggevo quelle pagine pensavo a quanto sarebbe utile ed interessante uno scambio continuo di informazioni di viaggio sul web, perché diciamoci la verità, non c’è guida che tenga rispetto ad un racconto scritto di getto, in modo dettagliato, di una esperienza assolutamente reale. E quindi meditavo di mettere nero su bianco tutto il nostro itinerario a Creta. Proprio come ha fatto la signora Erika un anno prima di noi.
E vorrei che lo facciate anche voi per poterci scambiare informazioni preziose e consigli utili che mai nessuna guida potrà fornirci.
Bene, allora iniziamo…
Siamo partiti un sabato pomeriggio da Milano Malpensa, volo Lufthansa per Frankfurt. Siamo arrivati lì la sera verso le 8. Il volo per Heraklion, capoluogo di Creta, l’avremmo preso la mattina successiva alle 6.30.
Quindi le opzioni erano 2: o prendere una stanza per la notte, oppure avventurarci per la città di Frankfurt, dato che non ci eravamo mai stati. Abbiamo optato per la seconda soluzione. Siamo giunti in centro con il treno (circa 4€ a testa). La città molto bella, sobria, pulita e ordinata però non sembrava essere molto popolata. Chissà che fine avessero fatto tutti i tedeschi.
Dopo un giro in centro e qualche foto scattata qua e là, siamo andati in un ristorante di cui avevo letto su internet poco prima di partire: “The Ivory Club”. L’entrata è molto invitante e maestosa e due fiaccole ai lati del portale accolgono gli ospiti. Si tratta di un ristorante in stile coloniale che ricorda appunto l’India del XIX secolo. Anche il menù era tipicamente indiano. C’era molta gente, quasi tutti tedeschi. Abbiamo preso due piatti unici a base di carne, verdure e riso bianco da impreziosire con varie salse aromatiche e una bottiglia di vino rosso Shiraz. L’unica sorpresa spiacevole è stato il conto…112€. Vabbè pazienza, eravamo euforici per la nostra prima notte di vacanza e avevamo voglia di fare qualcosa di pazzo. Abbiamo poi fatto un altro giro per locali e ci siamo seduti in un bar all’aperto. L’aria si era fatta un po’ fresca, fortuna che in Germania i bar forniscono le coperte ai clienti. Alle 3 abbiamo deciso di tornare in aeroporto. Abbiamo preso un Taxi che ci ha portati direttamente in aeroporto e che ci è venuto a costare 23€. Un vero salasso la prima sera…
Abbiamo dormito per un paio d’ore sdraiati sulle scomode sedie davanti ai gate e poi alle 6.30 del mattino siamo ripartiti alla volta di Creta.
Dopo 3 ore di viaggio siamo giunti a Creta. Abbiamo noleggiato un’auto con la Europcar. A Creta è assolutamente necessario noleggiare un’auto. E’ un’isola arida, selvaggia, con pochi mezzi pubblici e poche strade asfaltate che possono essere percorse solo da auto stabili, peraltro guidate da esperti piloti (assolutamente non da neo patentati!). Anche noleggiare un motorino può rivelarsi pericoloso poiché le strade sono piene di buche e costeggiano precipizi per cui basta una pietra per compromettere la stabilità delle due ruote.
Il nostro viaggio è stato un viaggio itinerante a più tappe, del tutto improvvisato. Abbiamo percorso in tutto più di 2000 Km. Stancante ma bello. Una compagnia durante tante ore di auto è la radio ma non aspettatevi delle stazioni decenti… il segnale si perde continuamente, su ciascuna frequenza si sovrappongono decine di radio. Un vero manicomio. Inoltre la musica pop non sanno nemmeno dove abita. Musica cretese, sempre e ovunque. Vi consiglio vivamente di munirvi di buoni Cd alla partenza, altrimenti avrete nelle orecchie un buon mandolino con segnale disturbato per ben 2 settimane (come è accaduto a noi…). Munitevi anche di una chiara cartina stradale, dato che il TOom Tom Europa non comprende le mappe della Grecia. Bisognerebbe comprarle a parte.
Ma riprendiamo il racconto, laddove è stato interrotto…
Cito la signora Erika: “Abbiamo percorso La National Road (che non è come la nostra autostrada, bisogna rispettare la velocità indicata dai segnali perché ogni tanto trovate la polizia e lì le multe sono salate e, a differenza dell’Italia, se volete guidare ad una velocità inferiore a quella consentita, dovete viaggiare a cavallo della corsia d’emergenza altrimenti gli altri conducenti incominciano a suonare il clacson).
Percorsi circa 100Km, siamo giunti a Chania una cittadina tranquilla sulla costa a nord-ovest dell’isola “è una cittadina che ha subito diverse dominazioni: romana, araba, turca, veneziana, bizantina ed ancora oggi si vedono i resti di questi dominatori. C’è un bel lungomare con tanti locali ma vi consiglio di mangiare nelle stradine interne perché i prezzi sono più contenuti e si mangia molto meglio.”
A Chania avevamo prenotato 12 notti (praticamente l’intera durata della nostra permanenza sull’isola) all’hotel Doma, dimora in stile neoclassico praticamente sul mare. Il costo era di 80€ a stanza, inclusa la colazione. Non appena giunti, è stata una delusione, perché purtroppo a volte certe bettole hanno dei siti internet fantastici, con delle foto ritoccate, ben lungi dalla realtà. La nostra stanza era molto piccola, con aria condizionata ma mobili di legno scuro, vecchi e consumati, la doccia senza la tendina, asciugamani scadenti. Anche la colazione era alquanto scarsa, solo con prodotti tipici greci che se non incontrano il tuo gusto, rimani praticamente digiuno.
L’unico punto a favore dell’Hotel Doma era la proprietaria del palazzo che all’età di 80 anni accoglieva con eleganza e sobrietà i suoi ospiti e parlava 5 lingue tra cui l’italiano. Una vera signora d’altri tempi, molto affabile e cortese. La vista mare dalla nostra stanza era molto piacevole se non fosse per la tangenziale che passava proprio sotto il nostro balcone con tutti i rumori che ne conseguono… A Creta è possibile tenere le finestre aperte di sera perché le zanzare sono degli animali sconosciuti all’isola. Un vero lusso. L’aria è calda (dai 30 ai 40 gradi) ma non umida e il clima è ventilato (non ha caso Omero ha voluto attribuirle la dimora di Eolo nella sua Odissea) per cui l’arsura del sole risulta persino piacevole.
La prima sera siamo andati a cena in un ristorante che si trova in una stradina del centro storico. Abbiamo mangiato benissimo e pagato poco. In tutti questi giorni abbiamo pagato al massimo 25€ in due per una cena completa con birra o vino inclusi nei posti più belli. Il cibo cretese non è per tutti. E’ tutto buonissimo ma rigorosamente fritto e imbevuto d’olio. Fortuna che si trattava di olio d’oliva che se non altro è sano. Mettono le cipolle crude e uno yoghurt bianco acido dovunque, persino sulla pizza. Una vera tortura per me che sono intollerante al lattosio. A parte questi piccolissimi particolari, si mangia bene.
Quasi ovunque parlano inglese ma la gente del posto, ahimè non è molto cordiale con i turisti, forse non sono ancora abituati alle orde vandaliche degli stranieri in villeggiatura. Fatto sta che i cretesi son tutt’altro che cortesi e disponibili; soprattutto si innervosivano nei ristoranti a causa dei miei problemi alimentari. Non parlano assolutamente italiano anche se l’80% dei turisti son italiani. Molti provengono anche dall’Europa dell’est.
Il giorno dopo siamo partiti alla volta di Elafonissi Beach a sud-ovest dell’isola. La strada per arrivarci è piena di curve, lunga (ci abbiamo messo circa 2 ore e mezza) e circondata da alte montagne aspre dove non vi è né vegetazione né fauna a parte qualche capra nera che non si sa come, scorazza agilmente lungo le pendici irte e assolutamente inospitali. E’ la spiaggia più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita. La sabbia è bianca e rosa e l’acqua bassa e cristallina, una vera piscina naturale. Si cammina per decine di metri e l’acqua sfiora appena il ginocchio. E’ anche possibile raggiungere l’omonima isola a piedi, separata dalla terraferma solo da uno strato sottile di sabbia bianchissima. E’ stata una vera sorpresa. Un mare caraibico nel Mar Mediterraneo. Il parcheggio è gratuito (come nella maggior parte dell’isola) e noleggiare un ombrellone con 2 lettini costa solo 7€. C’è un bar dove è possibile acquistare panini, hot dogs, ciambelline fritte con lo zucchero, oltre alle numerose bevande e al caffè freddo chiamato “Froccino” con l’aggiunta di panna, una vera delizia.
Al tramonto siamo ripartiti. Il giorno dopo siamo andati alla spiaggia di Falassarna che dista da Chania circa 40 Km. Molto bella, acqua pulita, ma molto simile a tante delle nostre spiagge della Puglia.
Il giorno dopo ancora, sotto consiglio della proprietaria dell’hotel, siamo partiti per Hora Sfakion, piccolo porto a Sud dell’isola (circa 1 ora e mezza da Chania), dal quale è possibile prendere il traghetto e dopo 20 minuti di navigazione approdare a Loutro, unica città dell’isola raggiungibile solo per mare (5€ andata e ritorno). La traversata è tata tranquilla, è molto bello osservare e fotografare la costa lungo il percorso. La cittadina è molto carina, una bomboniera a ridosso della costa, con una piccola spiaggia di ciottoli, piccolo porto e tanti ristoranti e hotels proprio sul mare (stanze a soli 40€ breakfast included).
Dopo un bagno, una birra e una passeggiata, siamo ripartiti.
Il giorno dopo siamo stati sull’isola di Gramvousa alla Laguna di Bàlos. Siamo giunti al porto di Kissamos dopo soli 20 minuti di strada, abbiamo parcheggiato la macchina e preso il traghetto alle 12.30. La navigazione è durata per circa 55 minuti in una bella nave con ristorante e aria condizionata. Andata e ritorno a soli 25€. Lungo il percorso è possibile osservare il fenomeno dell’innalzamento della linea di riva, compreso tra i 6 e i 9 metri sul livello del mare, avvenuta circa 2000 anni fa. Questo fenomeno è più evidente lungo queste coste rispetto a quelle di altre regioni di Creta.
Siamo giunti sull’isola di Imeri Gramvousa. Durante la sosta era prevista la visita alla fortezza veneziana, una delle più suggestive e scenografiche dell’isola, costruita su di un’altura di 137 m. e picco sul mare. La si poteva raggiungere in circa 15-20 minuti percorrendo un sentiero in salita. Abbiamo rimandato la visita alla fortezza a tempi migliori, dato che il sole bruciante e i 37C gradi non ci incoraggiavano ad affrontare una simile fatica. Così, abbiamo deciso di piantare armi e bagagli sulla spiaggia e di fare il bagno. L’acqua era trasparente e si poteva vedere benissimo il fondo coperto di sabbia soffice e bianchissima. Di tanto in tanto la monotonia della sabbia era rotta da ampi scogli assolutamente privi di vegetazione. Consiglio a chiunque andasse a Creta di partire con delle scarpette in gomma per poter nuotare in acqua poiché ogni tanto sul fondo si incontrano sassi appuntiti e scogli e non è proprio piacevole camminarci sopra…
Oggi l’isola è un’oasi naturale ed una delle rotte migratorie degli uccelli del Mediterraneo orientale, sono state infatti individuate oltre 100 specie di uccelli e 400 specie vegetali. Nelle grotte costiere partorisce la foca mediterranea, mentre in queste acque viene a ricercare il suo cibo la tartaruga marina Caretta Caretta. Dopo circa un paio d’ore in quest’isola deserta, la nave ci ha portati sulla laguna di Bàlos. E’ stato sicuramente il paesaggio più suggestivo che io abbia mai visto in tutta la mia vita…non si capiva dove finiva il mare ed iniziava la spiaggia e dove finiva la spiaggia ed iniziava il mare…
In pratica si tratta di un’ampia lingua di terra (di sabbia) che divide il mare in due parti. In alcuni tratti si passeggia sulla sabbia con l’acqua alle caviglie, in alcuni tratti si risale sulla terraferma, in alcuni tratti sembra di fare il bagno vero e proprio nel mare. L’acqua è calda e la sabbia soffice. Il fondo basso della laguna coperto di sabbia bianca, dà al mare un colore verde smeraldo. Stavolta abbiamo noleggiato un ombrellone bianco sulla nave al costo di 4€ per tutto il pomeriggio. Anche qui il tempo è volato e alle 17.30 ci siamo dovuti nuovamente imbarcare per tornare a casa.
L’indomani abbiamo lasciato Chania e ci siamo diretti in una cittadina a Sud dell’isola affacciata sul Golfo di Messara, Aghia Galini. Siamo partiti questa volta all’avventura senza prenotazione con l’idea di fermarci in un posto di nostro gradimento dato che i siti internet non restituiscono un’immagine fedele dei luoghi e soprattutto degli Hotel. Abbiamo scelto questa località poiché si trova a metà strada tra Chania e Aghios Nikolaos, nostra successiva meta del viaggio. Ci saremmo potuti fermare anche a Spili, grazioso paesino in collina che abbiamo trovato lungo la strada ricco di ristorantini, piccole pensioni e negozietti che vendevano tessuti ricamati, tappezzeria e prodotti tipici. Siamo giunti ad Aghia Galini dopo circa 3 ore alle 2 del pomeriggio e lì abbiamo subito trovato una stanza in un grazioso hotel su di una altura con vista mare e balcone panoramico, l’Hotel Adonis. Il tutto a soli 50€, breakfast included. Appena arrivati, lasciate le valigie in hotel, ci siamo diretti alla spiaggia di Aghios Pavlos distante soli 15 minuti dal paese. Durante il percorso però abbiamo avuto una brutta avventura. Giunti quasi al termine della strada sterrata, dove si vedeva il mare in basso, avremmo dovuto girare a sinistra, scendere per qualche metro e parcheggiare la macchina dove già se ne vedevano altre. Invece abbiamo continuato dritto per circa 6 metri e stavamo per girare a destra, quando ho avuto il sentore che forse non era proprio una buona idea, cosi abbiamo frenato, sono scesa dalla macchina e ho fatto la strada a piedi per capire cosa ci fosse dietro quella curva… Mi si è gelato il sangue nelle vene, quando ho visto che dietro quella curva cieca c’era un bel precipizio alto una ventina di metri dove saremmo caduti a picco poiché non avremmo avuto il tempo di frenare. Il mio sesto senso mi ha salvata… ancora una volta. Se ho 7 vite come i gatti, penso di averle esaurite tutte alla tenera età di 30 anni. Purtroppo come vi dicevo all’inizio, guidare in questa parte dell’isola può essere molto pericoloso per chi non ha molta esperienza, poiché le strade non sono asfaltate, non si vede nulla a 1 metro di distanza e le curve costeggiano costantemente il precipizio sulle montagne.
Disseminate ai lati di tutte le strade dell’isola ci sono delle casette bianche e azzurre fatte in pietra con in cima una croce. All’inizio pensavo si trattasse di nicchie per i santi e le madonne come capita di vederle sulle nostre strade di campagna, ma chiedendo in giro ci siamo resi conto che erano praticamente dei monumenti funerari in ricordo di giovani vite che si erano schiantate lungo quelle strade. In alcune vi era persino la foto del defunto. Ed erano davvero tante. Per questo vi consiglio di far guidare solo gente esperta. In quell’occasione comunque, ho tirato un sospiro di sollievo, ho pensato che Dio c’è quando ne abbiamo bisogno e che sono troppo giovane e bella per morire. Vi tralascio i miei pensieri e continuo a narrarvi delle spiagge di Aghios Pavlos. Abbiamo parcheggiato gratis (dopo aver perso 30 anni di vita per lo spavento) e ci siamo diretti verso la spiaggia sabbiosa dopo una discesa lungo le alte dune di sabbia. Qui la sabbia era più grigia e meno sottile con una temperatura improponibile senza ciabatte. La spiaggia era sempre bella e pulita, solo che l’acqua era subito alta ed il mare agitato quindi era anche difficile fare il bagno. Abbiamo fatto una passeggiata lungo la baia, abbiamo fatto un pezzo a nuoto tra gli scogli per giungere in un’altra baietta costeggiata da dune e popolata di nudisti integrali. Abbiamo fatto qualche foto e siamo rimasti in spiaggia fino al tramonto. Il giorno dopo siamo andati a Preveli Beach. Cito il racconto della signora Erika “E’ un’ oasi di palme con acque cristalline e sabbia sottile. Il fiume Kourtaliotis termina il suo corso, con foce a delta, su questa spiaggia dove l’acqua dolce si mescola con quella salata del mare. (…) Preveli si raggiunge a piedi dopo aver parcheggiato la macchina a pagamento in prossimità del Monastero di Preveli ma questo percorso è lungo. L’altra possibilità è di seguire una buona strada sterrata a cui si arriva girando a sinistra dove c’è l’indicazione per la spiaggia di Preveli, superato un ponticello ed un bar sulla sinistra. Dopo 4 km si arriva ad uno spiazzo, si parcheggia gratis vicino ad un ristorante e si percorre un sentiero che porta alla spiaggia”. La particolarità di questa località non è la spiaggia bensì il fitto palmeto che la circonda, chiamato dai turisti “Palm Forest”. E’ possibile addentrarsi nel palmeto a piedi ed il percorso è molto suggestivo perché ci si dimentica di essere in Grecia e ci si immerge in un paesaggio del tutto tropicale. C’è anche la possibilità di affittare canoe e pedalò per risalire il corso del fiume, ma difatti è sprecata come opportunità perché il percorso navigabile è davvero breve. Poco distante c’è un bel baretto all’ombra delle palme dov’è possibile gustare la classica insalata greca o anche insalate miste con tonno e olive. Il giorno dopo abbiamo lasciato Aghia Galini e siamo partiti per Aghios Nikolaos, una delle città più grandi e più antiche di tutta l’isola. A mio parere la più carina. Siamo risaliti a Nord e ad Heràklion ci siamo immessi nella National Road. Dopo circa 3 ore siamo giunti in città. Anche qui abbiamo scelto il nostro Hotel al momento, che in questo caso era l’Hotel Poseidon a 50€ a notte, breakfast included. Nel pomeriggio siamo andati in una graziosa spiaggia di ciotoli sulla penisola di Elouda proprio difronte all’isola di Spinagonga dove fino al 1800 erano confinati i lebbrosi.
Nei due giorni seguenti ci siamo fermati in due spiagge nei dintorni della città che è piena di lidi moderni ed attrezzati. Questa parte dell’isola è decisamente la più famosa e la più frequentata dai turisti di tutto il mondo, per questo si trovano più ristoranti e spiagge attrezzate rispetto alla parte ovest, decisamente più selvaggia e prediletta dagli amanti dell’avventura.
Altra meta interessante è stata il palmeto di Vai. Più che una semplice spiaggia, Vai è un microcosmo. 5000 palme si estendono fino al mare per 250 Km. Si tratta del palmeto più grande d’Europa, fatto di chilometri di spiagge ghiaiose e acque trasparenti. E’ stato scoperto dagli hippies e si dice che le palme siano nate dai noccioli dei datteri lasciati dai pirati arabi e fenici durante le loro incursioni. Qui l’ombrellone e due lettini ci sono costati 10€. Abbiamo praticato snorkeling (per me era la prima volta!) e devo dire che è stata una bella esperienza poiché si riescono a vedere anche pesci di grandi dimensioni come orate e dentici. Purtroppo però la vegetazione marina non è molto rigogliosa come del resto tutta la vegetazione sull’isola.
Ultima meta del nostro viaggio, assolutamente da non perdere, è stata l’isola di Khrissi, nel mar Libico. Siamo partiti la mattina verso Ierapetra, a Sud, dove ci siamo imbarcati alle 12 per Khrissi. La traversata è durata 1 ora e ci è costata 25€ a testa andata e ritorno con una nave molto moderna e dotata di ristorante condizionato. L’isola è stupenda, quella che si dice una vera e propria isola deserta, con tanto di alberi, amache e bar a ridosso del mare. Molti nonostante il divieto di campeggiare, si sistemano con tende e costruiscono dei veri e propri accampamenti e vivono lì per chissà quanto tempo. Su quell’isola ciò è possibile dato che la pioggia è un fenomeno atmosferico completamente sconosciuto. Non abbiamo beccato una goccia d’acqua in 14 giorni di permanenza. Ci sono anche lì ombrelloni fatti con foglie secche di palma, tutto ordinato, pulito, tutto così splendidamente selvaggio. Un’acqua stupenda e calda, forse il mare più bello che io abbia mai visto sull’isola. Sulla battigia erano depositate migliaia di conchiglie che danno un riflesso rosa alla spiaggia. Un vero e proprio paradiso.
Il nostro viaggio si è concluso qui. Lo scopo del mio racconto non è trasmettere un messaggio ma è fine a sé stesso, per invogliare altri a raccontare delle proprie vacanze e dare consigli utili ai viaggiatori “fai da te” come noi. Spero voi facciate altrettanto!