Creta in altissima stagione

CRETA IN ALTISSIMA STAGIONE: ISTRUZIONI PER L’USO Ciao a tutti. Vogliamo condividere anche questo viaggio con voi, dal momento che questa vacanza è stata organizzata tenendo conto dei preziosi consigli trovati sui vostri diari pubblicati da Turisti per Caso. La tanto desiderata Creta è stata in forse fino all’ultimo perché, per risparmiare...
Scritto da: nordavind
creta in altissima stagione
Partenza il: 09/08/2006
Ritorno il: 23/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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CRETA IN ALTISSIMA STAGIONE: ISTRUZIONI PER L’USO Ciao a tutti. Vogliamo condividere anche questo viaggio con voi, dal momento che questa vacanza è stata organizzata tenendo conto dei preziosi consigli trovati sui vostri diari pubblicati da Turisti per Caso. La tanto desiderata Creta è stata in forse fino all’ultimo perché, per risparmiare un po’e su consiglio di amici e colleghi, volevamo aspettare il più possibile per avere dei prezzi convenienti sul volo (ovviamente senza prenotare nulla per il pernottamento): la tattica, nonostante i patemi d’animo, alla fine ha pagato. Certo, abbiamo dovuto passare al setaccio tutti i siti esistenti che offrivano voli last minute fino a quando ci siamo imbattuti nelle compagnie che organizzano voli charter diretti. Abbiamo infatti trovato per un pelo un convenientissimo volo della Eurofly (200 Euro a/r) che ci ha portato da Milano a Iraklio.

09/08/06 – Iraklio Dopo una levataccia alle 4 e 10 del mattino ci dirigiamo da Torino a Malpensa per la partenza. Dopo le solite scene di delirio collettivo in aeroporto per i biglietti ed i check in, alle quali contribuiamo anche noi (sarà questa la coda giusta? Basta stampare la mail? E se non arrivano le valigie?..), partiamo con mezz’ora di ritardo ma riusciamo ad arrivare puntuali alla meta per gustarci un pomeriggio nel capoluogo, Iraklio. Ricordatevi di ritirare subito l’utile mappa stradale di Creta al banchino informazioni prima di uscire dall’aeroporto.

Nella speranza di risparmiare qualcosina non affittiamo una macchina all’aeroporto (così come non l’avevamo prenotata via internet) ma andiamo col bus nel centro città dove, una volta rifocillati, ci dirigiamo verso il porto dove si possono trovare molti rent a car che applicano prezzi sicuramente inferiori rispetto alle compagnie internazionali. Peccato che, il 9 di agosto, nessuno avesse una Punto o simili da darci a stretto giro di posta. Proprio mentre iniziavamo a rimpiangere di non aver prenotato la macchina via internet al quinto posto dove chiediamo un tizio ci dice che per le 6 si sarebbe liberata una Punto: magnifico. Iniziano le contrattazioni di rito e riusciamo a spuntare 400 euro per 2 settimane che alla partenza ci sembravano troppi ma, una volta “sul campo” e testata la penuria di macchine, ci sono parsi accettabili. Approfittiamo della gentilezza (forse non proprio disinteressata) del signor Kostas, che ci offre di lasciare i nostri bagagli nel suo ufficio per permetterci di visitare la città in attesa della macchina. Giriamo pertanto per la simpatica Iraklio, visitando chiese, percorrendo il lungo molo oltre la fortezza, passeggiando per tante vie ed attraversando il caratteristico mercato. Ottenuta la macchina, partiamo alla volta di Arolithos, piccolo villaggio (ricostruzione di un villaggio cretese tradizionale) situato sulle colline a pochi Km dal capoluogo. Prima di partire avevamo visitato il sito dell’hotel lì ubicato e ci eravamo innamorati delle belle camere a prezzi contenuti; sfortunatamente siamo arrivati troppo tardi (nel bel mezzo di una festa con violini e danze). Per cui iniziamo a familiarizzare con l’espressione “All is full tonight”, che caratterizzerà la maggior parte delle sere di metà agosto ed iniziamo a girare nei dintorni di Iraklio per trovare una sistemazione. Dopo un peregrinare di circa un’ora e mezza troviamo l’ultima doppia disponibile in un simpatico hotel ad Ammoudara, una delle tante località turistiche vicine al capoluogo. Stanchi per la lunga giornata non fatichiamo ad addormentarci, solo però dopo aver notato che i Cretesi non buttano la carta igienica nel gabinetto ma in un cestino a ciò deputato. Strana abitudine..

10/08/06 – Mohlos/Sitia Al mattino decidiamo subito di stravolgere il programma di massima fatto prima di partire, evitando Iraklio (dove avremmo voluto vedere il Museo Archeologico) per rimandare tale appuntamento all’ultimo giorno. Facciamo allora, dopo un’abbondante colazione compresa nel prezzo della camera, una tirata unica in macchina fermandoci giusto il tempo per fare qualche bella foto sulla costa a picco sul mare. Evitiamo località a detta dei molti iperturistiche e ormai poco caratteristiche come Hersonissos, Malia e Agios Nikolaos e ci dirigiamo a Mohlos, un piccolo e grazioso paesino di pescatori dopo Agios Nikolaos. Lì troviamo un bel mare ed un ottimo ristoro: consigliamo “To Bogazi” per la loro gentilezza ma soprattutto per la qualità dei suoi piatti. Infatti abbiamo avuto modo di avvicinarci per la prima volta ad alcuni dei piatti tipici greci e cretesi, come i dolmados (foglie di vite ripiene di riso speziato), le keftedes (ottime polpettine di carne) ma soprattutto un ottimo dakos (crostone di pane ammorbidito in acqua e condito con pomodoro fresco a pezzetoni, olive, olio, origano e feta sbriciolata); la bontà di quest’ultimo e semplice antipasto ci inviterà a provarlo praticamente ogni giorno ma il dakos di “To Bogazi” non ha decisamente rivali.

Ci troviamo una caletta rocciosa dove fare un bagnetto tranquilli (a Moholos c’è una spiaggetta ma è piuttosto piccola) e ci avviamo verso Sitia per trovare un pernottamento. Là giriamo come anime in pena fino alle 9 per trovare un hotel: manco a dirlo, tutti gli affittacamere consigliati dalla nostra fida Lonely Planet sono al completo per cui ci dirigimo nelle viuzze sopra quelle principali per poi riucire a trovare una camera dallo stile decisamente retrò; infatti da fuori il Krystal Hotel sembrava quasi troppo bellino per le nostre tasche, tant’è che non ci volevamo quasi entrare; invece a posteriori la nostra camera si è rivelata piuttosto lugubre/squallidina (quadri sbiaditi compresi), ma visto quel che abbiam girato per trovare un materasso non ce la sentiamo di fare gli schizzinosi. Dopo una doccia andiamo a nutrirci per benino in una taverna semplice e caratteristica come il Kali Kardia, dove il simpatico gestore ci allieta con i suoi deliziosi piatti, fra i quali ricordiamo la nostra prima e ottima insalata greca, le kalitsounia (piccoli calzoni con spinaci aromatizzati con semi di finocchio) ed un ottimo dolce, il baklava (strati di pasta fillo con frutta secca e miele). Rinfrancati dalla freschezza di una fruit salad (uva, melone ed anguria a pezzettoni), giriamo un po’la zona del porto prima di tornare al meritato riposo.

11/08/06 – Itanos Dopo una colazione veloce ed una breve capatina alla fortezza che domina Sitia, ci appropinquiamo a Palekastro, piccola cittadina dalla posizione strategica dove per prima cosa blocchiamo una camera di hotel (ottimo per rapporto qualità prezzo), l’Hellas Hotel: così a mezzogiorno siamo se non altro tranquilli sulla questione “dormire”. La camera, che si affaccia sulla piazzetta principale del paese, si rivelerà semplice, pulita e confortevole. Nel primo pomeriggio andiamo verso la famosa Vai, superandola. Già, infatti uno degli insegnamenti tratti dalle numerose impressioni sulla spiaggia di palme di Vai è che tuttosommato non meritasse la tanta attenzione di cui gode; infatti andiamo 3 km più avanti e troviamo Itanos, un sito minoico con un paio di calette ghiaiose per concedersi un bagno rilassante in acqua pulita e con vista di antiche rovine. Non neghiamo la soddisfazione quando, in coda all’aeroporto per il ritorno, abbiamo sentito un paio di coppie confrontarsi sulla delusione della loro visita a Vai. Tale tappa rimarrà a lungo nei nostri ricordi come la migliore sosta marittima sulla costa orientale.

Torniamo a Palekastro per un’abbondante e ottima cena alla Mythos taverna dove gustiamo polpettine di zucchini e feta grigliata (servita al cartoccio con peperoni, pomodori, cipolla, origano e olio): una sete…Come dessert ordiniamo un Kataifi (pasta di mandorle, frutta secca e miele) ma scopriamo che non è un dolce che si addice ai nostri gusti. In generale comunque i dolci greci non brillano certo per leggerezza…Only the brave! 12/08/06 – Kato Zakros Decidiamo di passare la giornata a Kato Zakros, località dalle spiagge sassose a sud di Palekastro. Arrivati a destinazione ci preoccupiamo subito di trovare una sistemazione per la notte; tuttavia abbiamo perso tanto tempo invano perché tutte le strutture del paese erano al completo. Perciò decidiamo di fare un bel bagnetto e pranzare per poi dirigerci verso altre mete (volevamo andare a Xerokambos ma anche lì era tutto “full”). Cerchiamo allora una camera nell’unico (vecchio) hotel di Zakros, ma “stranamente” è al completo così come i pochi affittacamere nel paese; dunque andiamo verso Ziros: per arrivarci percorriamo una lunga e tortuosa strada di montagna (che passa da Sitanos e Handras) molto panoramica e che ci permette di ammirare per la prima volta la fauna e la flora dell’entroterra: capre che attraversano la strada tranquille e piante di origano ovunque, a formare profumati cuscinetti viola in un paesaggio quasi desolato.

Giunti nella piccola e anonima Ziros (scelta come campo base per visitare Xerokambos) troviamo solo un affittacamere: paghiamo solamente 20 Euro ma abbiamo bagno in comune, niente aria condizionata/ventilatore e di notte verremo divorati dalle zanzare.

Nel tardo pomeriggio facciamo ancora una capatina a Xerokambos, percorrendo una panoramica strada (20 Km di tornanti) che al tramonto dava il meglio di sé con la sua vista mare a 180°. Ci riposiamo un po’ sulla spiaggia di Mazidas distratti da alcuni villeggianti cretesi che ballano sulle note di musica tradizionale a tutto volume.

Ceniamo sotto il pergolato della simpatica Taverna Kostas, a colpi di moussaka (pasticcio di melanzane fritte, patate, ragù e besciamella disposti a strati), verdure stufate e gelati confezionati dalle proporzioni a noi italiani sconosciute. Sulla tortuosa strada del ritorno a Ziros ci fermiamo, complici un cielo in 2 settimane sempre senza nuvole e l’assenza di luci artificiali, a goderci la stellata volta celeste.

13/08/06 – Xerokambos Attratti dalla contenuta presenza turistica, facciamo di nuovo tappa a Xerokambos. Trascorriamo la giornata in spiaggia: il mattino sulla spiaggetta di Ambelos, mentre il pomeriggio ci avventuriamo in una caletta a sud raggiungibile dopo qualche Km di sterrato. La località merita davvero una visita per la sua posizione incantevole e per l’ancora limitato sfruttamento turistico. Temo che da qui a qualche anno le cose cambieranno… Verso sera ci dirigiamo verso Ierapetra, tappa caotica ed obbligata (dal suo porto infatti ci si imbarca per l’isola di Hrissi). Anche qui i luoghi di pernottamento consigliati dalla guida sono sold out e dopo una breve ricerca troviamo un hotel dalle camere in stile “Fracchia contro Dracula”: mobili altissimi e in legno scuro, telefono arancione dei Flinstones, luce fioca per non svegliare i vampiri nell’armadio, etc.

Usciamo per cenare in una delle taverne del lungomare consigliate: la città ed i locali sono un formicaio di gente che va e che viene. Nel trambusto generale si apprezzano poco le qualità della città. Dopo una cena a base di calamari e patate fritte a tempo di musica cretese live “gentilmente” offerta dalla casa torniamo stanchi in hotel.

14/08/06 – Hrissi La tenera isoletta tanto acclamata era lì, a portata di mano. Solo 50 minuti di traversata separavano Ierapetra dall’isola dalle acque trasparenti e dalla spiaggia di conchiglie. Eppure è stata una faticaccia raggiungerla, quasi da far passare la voglia…All’ufficio informazioni dell’imbarcadero ci dicono di fare i biglietti a bordo del traghetto, tanto ovunque (nei mille banchini cittadini che organizzano viaggi turistici ed escursioni – ndr) l’escursione costa 20 Euro a cranio, secondo noi non propriamente poco per gli standard greci. Così ci avviamo verso il traghetto, dove troviamo assiepati di fronte all’imbarco sotto un sole cocente una marea di gente, perlopiù connazionali, pronta per l’escursione. Tale fiumana di gente viene mandata più in là sul molo dove un omino gestisce i tagliandi per l’imbarco, decidendo insidacabilmente priorità ed aventi diritto. Prima di tutto – cosa che non sapevamo – viene data priorità alle molte persone che hanno già i voucher delle agenzie. Per cui i turisti indipendenti e male informati aspettano mezz’ora sotto il sole finchè tutti gli altri salgono sul battello a prendersi i posti più comodi. Poi, quando i voucher sono finiti, con i biglietti rimanenti (nel nostro caso circa una quindicina) si scatena una specie di mercato nella disorganizzazione più totale. Quando già stava girando la voce che avremmo dovuto prendere il traghetto che sarebbe partito un’ora e mezza dopo, riusciamo a prendere un paio dei biglietti avanzati e a farci il viaggio in piedi sulle scale. Il viaggio, nonostante il mare non proprio mosso, si rivela abbastanza “ballerino”e molta gente patisce; anche il sottoscritto ha resistito stoicamente alla nausea, probabilmente dettata dalla non proprio furba scelta di un tradizionale galaktoboueko per colazione (specie di megacannolo di pasta sfoglia con crema pasticcera e trasudante miele).

Arrivati a destinazione insieme a orde di altri turisti, ci apprestiamo a vivere la gitarella come molti dei nostri compagni di viaggio: andiamo alla spiaggia bianca delle conchiglie (Golden Beach), piantiamo l’ombrellone, facciamo un bel bagno nell’acqua trasparente approfittando degli scogli per osservare da vicino i bei pesci presenti e ritorniamo giusto in tempo per prendere il traghetto del ritorno con una confusione da girone dantesco e per assistere alle solite scene che ci fanno vergognare d’essere Italiani.

Fortunatamente la traversata verso Ierapetra è decisamente più tranquilla dell’andata; ritornati alla macchina e fiaccati più dalla gita giornaliera che dalle fatiche del fai-da-te dei giorni precedenti, percorriamo poco più di una dozzina di Km per andare a Mirtos. Mirtos è una bellissima e piccola località, davvero a dimensione d’uomo e poco confusionaria, che si affaccia sul mar libico ed offre alcune buone alternative per mangiare e riposare. Troviamo con facilità un buon hotel (Mirtos hotel) sulla via parallela al lungomare, giriamo con piacere il paesino e ci rifocilliamo alla Mirtos taverna, adiacente all’hotel e gestita dagli stessi proprietari. Ne usciamo davvero sollevati, vista la qualità della cena e la gentilezza della padrona di casa. Proviamo fra l’altro i pomodori e peperoni ripieni (di riso e spezie) ed i dolmadakia (specialità cretese: fiori di zucca ripieni di riso e verdure). Torniamo rotolando in stanza dopo un giretto sul lungomare e cadiamo nelle braccia di Morfeo.

15/08/06 – Festo e Matala Da Mirtos proseguiamo lungo la costa in direzione ovest per dirigerci a Festo. Confessiamo in tutta onestà che la strada, dopo Ano Vianos, scarseggia di indicazioni (o perlomeno sono poco chiare) tant’è che sbagliamo molte volte strada e vediamo sempre le stesse macchine che, come noi, cambiano direzione più volte. Attenzione soprattutto al bivio qualche Km dopo Ano Vianos perché se proseguite sulla strada principale (bisogna invece girare a sx) andate a Iraklio. Altro errore: ci fermiamo ad Agii Deka per un pranzo. Non fatelo, mi raccomando: ci sono tre trattorie nel piccolo paesello e non si può certo dire che abbiano una gran rotazione di clienti…Scegliamo quella che apparentemente ci sembrava la migliore e riusciamo a mangiare male come non era accaduto (e come non accadrà più) in tutta la vacanza. Troviamo addirittura una megamosca spiaccicata dentro il menu.. Piuttosto fermatevi qualche Km dopo a Mires che, nonostante la mappa dataci all’aeroporto la indichi della stessa grandezza di Agii Deka, è molto più vitale della città dei dieci santi. Visto il ritardo accumulato con i frequenti cambiamenti di rotta, ci fermiamo solo un attimo fuori dal sito di Gortina per fare qualche foto (complice una recinzione sul retro del sito che permette di fare qualche bella foto anche senza entrare..).

Arrivati a Festo apprendiamo con piacere che in quel giorno si entra gratis (probabilmente perché è Ferragosto). Fa un caldo allucinante ed è meglio premunirsi d’acqua se non si vuole diventare parte integrante delle rovine..Non c’erano (perlomeno in quel giorno) visite guidate ed abbiamo potuto solo comprare un libro-guida per cercare di capire qualcosa. Il sito merita sicuramente: è interessante e non certo affollato come Cnosso anche se consigliamo caldamente di entrare con una guida a meno che non si sia degli archeologi. Fiaccati dal caldo evitiamo di vedere il sito archeologico di Agia Triada, che era in programma, ed optiamo per un bel bagno rinfrescante nella famosa Matala. Ci prendiamo volentieri qualche onda osservando le note nicchie scavate nelle pareti rocciose che ospitarono nel tempo colonie di hippies. Il paesello non è certo enorme ma in compenso ci sono molte strutture e parcheggi (anche a pagamento); a lungo potrebbe annoiare ma crediamo che meriti almeno una breve visita. Guidiamo verso la vicina Kalamaki, luogo deputato al pernottamento, e non ce ne pentiamo perché è un paesino sul mare molto vivo e pieno di strutture ricettive. Troviamo facilmente una nuova struttura (2004) che dà sul mare e conveniente; si tratta del Babis Studios, dove evitiamo di prendere anche la colazione. Già perché qui, come in quasi tutti i posti dove la offrono sull’isola, è abbastanza cara: 6 Euro a testa (quando mediamente per pranzare ne spendevamo 5,5-7,5). In generale, se preferite il fai da te, consigliamo di arrangiarsi con i tanti supermarket e buone panetterie/pasticcerie che si trovano in quasi tutti i paeselli. A proposito provate anche le bibite cretesi al gusto di aranciata e limonata (leggermente frizzanti), ma evitate delle stesse marche la gazosa, che sa tra il medicinale ed il Big-Bubble. 16/08/06 – Agios Pavlos Finalmente riposati dalla piacevole sistemazione, possiamo avviarci verso Agios Pavlos, una graziosa località dalla bella spiaggia circondata da pareti rocciose. La strada per giungervi è tortuosa come quasi tutte le strade di Creta ma in compenso davvero panoramica. Facciamo poi un salto al monastero Moni Preveli (interessante ma speravamo qualcosa di più) e perdiamo la rotta per la spiaggia di Preveli per cui proviamo a riparare con una visita alla spiaggia di Damnoni. Lì, però, riusciamo a malapena a fare una passeggiata sul bagnasciuga, visto che un forte vento spazza la zona e piacevolissimi granelli di sabbia ci frustano a dovere. Andiamo a Plakias, dove sembravano esserci molte soluzioni per dormire: così era ed eravamo anche molto soddisfatti perché avevamo trovato quasi subito un bel posticino un po’nell’interno rispetto al lungomare (Castello rooms). Peccato che la gentilezza della ragazza che ci mostra la camera è compensata abbondantemente da una piccola “dimenticanza”: solo dopo aver portato i bagagli in camera e non trovando il telecomando dell’aria condizionata scendiamo a chiedere il perché e ci viene detto che è a parte e che costava 5 euro per notte…Niente male. Scocciati dalla situazione decidiamo di dormire con le finestre aperte ma il forte vento del pomeriggio continua anche di notte e rende decisamente meno piacevole il sonno. In tutta la vacanza abbiamo sempre trovato l’A/C, ove presente ovviamente, già compresa nel prezzo e farla pagare così cara a parte ci è sembrato un mezzuccio da bassa lega.

17/08/06 – Frangokastello Il vento non si placa. Ed anche sulla bellissima spiaggia di Frangokastello abbiamo difficoltà a stare. Le continue folate di vento frammisto a sabbia fanno quasi male e ci impediscono fino a tarda mattinata di fare un bel bagno. C’è sabbia ovunque: nello zaino, nelle borse, sugli asciugamani; e non serve a nulla pulire perché alla prima folata è tutto di nuovo come prima. Breve visita alla fortezza abbandonata e pranzo al Fata Morgana (senza infamia e..), adiacente alla spiaggia. Poi lungo viaggio per arrivare alla costa nord virando verso ovest. Stupenda la strada che sale in montagna prima di Hora Sfakion verso Vrisses: costeggia il complesso montuoso più imponente dell’isola (il Lefka Ori) e ci consente di ammirare una Creta verde come quasi mai vista prima, passi, gole e flora a noi più familiare. Giunti sulla new road (E75), praticamente l’unica strada vagamente assimilabile ad un’autostrada, proseguiamo spediti verso l’estremità ovest dell’isola (Kissamos-Kastelli), per pernottare in funzione della gita del giorno dopo (Balos). Peccato che la città era strapiena di turisti (moltissimi anche greci), per cui ce la godiamo poco. Molto caos, feste di piazza, gente che mangia ovunque e musica a non finire: la città non è niente di che ma comunque triboliamo parecchio per trovare da dormire; alla fine troviamo un hotel (Kissamos? Hotel) sullo stradone principale, a 10 minuti a piedi dal lungomare. Tra l’altro uno dei pochi che non vuole neanche saperne di trattare il prezzo (forse proprio per l’alta affluenza/stagione). Decisamente vecchiotta come struttura ma con un’aria condizionata da paura! Ceniamo sul mare alla Papadakis Taverna, dove ordiniamo un pasticcio di patate e zucchini ed uno stifado (una specie di spezzatino ahimè pieno zeppo di cipolle). Mangiamo bene ma siamo comunque stanchi dalla lunga ed impegnativa giornata.

18/06/06 – Balos Tutto di corsa. Così si potrebbe riassumere la gita alla laguna di Balos.

Partiamo da Kissamos-Kastelli su uno dei tre traghetti strapieni (ben 20 Euro a testa): il programma prevedeva una sosta a Balos e, nel pomeriggio, una visita alla fortezza sull’isolotto di Gramvoussa. Dopo circa 50 minuti di viaggio arriviamo nei pressi di Balos: non c’è un molo per l’attracco (crediamo per l’acqua bassa) e quindi le navi devono fermarsi a 100 metri dalla costa. Per raggiungere la spiaggia ci sono dei motoscafi che traghettano circa venti persone alla volta verso la laguna dalle acque trasparenti. Se non siete tra i primi fortunati a lasciare il traghetto rischiate di fare lunghe code. Quando abbiamo visto formarsi la coda abbiamo deciso di lasciar sfollare la gente con il risultato di raggiungere terra quasi un’ora dopo i primi traghettati. Dopo questa esperienza da Divina Commedia, non riusciamo neanche a piantare l’ombrellone per il forte vento: ci concediamo allora una bella passeggiata nelle basse acque e facciamo un bagno rinfrescante. Sapendo che il traghetto sarebbe arrivato alle 14.30 per portarci alla fortezza distante solo 10 minuti, ci asciughiamo di fretta e ci dirigiamo verso il punto di imbarco. All’attesa per l’imbarco (già lunga viste le modalità dell’andata) si somma il tempo per far scendere prima dal traghetto la seconda ondata di turisti. Una volta sull’agognato traghetto preghiamo tutte le divinità di tutte le religioni che non ci sia da fare lo stesso trasbordo anche a Gramvoussa.

Fortunatamente lì c’è un piccolo molo che consente un attracco più agevole. Mi scateno con le foto ad un affascinante relitto libico arenatosi nei pressi della costa e poi parte la lotta contro il tempo per raggiungere la fortezza sovrastante (con circa 15-20 minuti di salita): il panorama da lassù è favoloso dal momento che c’è una vista a 360°del mare Cretese e della laguna di Balos (la penisola più occidentale dell’isola). Il colpo d’occhio ci ripaga abbondantemente della fatica e del caldo patiti per raggiungere col sole a picco la fortezza veneziana. Scendiamo per rirendere il traghetto, constatando che il tempo concesso non permetteva grandi distrazioni, e ripartiamo stanchi per il porto di Kissamos. Sul traghetto l’intero album di Manu Chao dà il colpo di grazia alla mia fiacchezza..Dobbiamo constatare come, probabilmente, l’alternativa al traghetto per arrivare a Balos (cioè il percorrere 17 km di sterrato da jeep + 500 mt a piedi) scartata a priori, al ritorno ci sarebbe sembrata quasi auspicabile vista la quantità complessiva di tempo perso nei trasbordi. Non ci piace essere vincolati da tabelle di marcia così rigide, soprattutto se non ti consentono di godere appieno della giornata. E, visti i tre traghetti stracolmi (a colpi di 20 euro a cranio) capiamo perchè i Greci non asfaltino la strada che porta a Balos: un bel business insomma..Orde di turisti che fanno scorta di cibo/bevande/ombrelloni a bordo (a terra non ci sono strutture) e che a ondate invadono per qualche ora la laguna; risultato: caos e discreta quantità di immondizia. Ripresa la macchina al porto ci avviamo verso la prossima tappa, Falassarna, credendo e sperando che il soggiorno sia di tutt’altro tenore. Dormiamo presso uno degli affittacamere consigliati dalla Lonely Planet (Anastasia Rooms), dove una simpatica ma troppo esuberante padrona ci accoglie nelle sue belle stanze dotate di ventilatore, frigo, aria condizionata ed un bel balcone con vista mare. La padrona fa orecchie da mercante quando proviamo a trattare, con una tecnica di solito fruttuosa e collaudata, per il prezzo della camera (visto che ne era rimasta una con 3 letti); per cui, avendo già sborsato 40 euro per la camera, evitiamo di stare anche a colazione (ben 6 euro cad.) visto che ci arrangiamo sempre con qualche succo e biscottini dei supermarket.

La sera ci rifocilliamo al Galasia Thea, dove mangiamo molto bene (Dakos e Marida – generosa frittura di pesciolini locali) con un’incantevole vista mare e con una mezza dozzina di coniglietti che trotterellano nel prato attorno ai tavoli.

19/08/06 – Falassarna Sveglia alle 6.30 per provare l’ebbrezza di una passeggiata sulla spiaggia di mattina presto. Per la prima volta notiamo la sabbia rosa e facciamo colazione seduti sugli scogli. Torniamo in camera e, recuperati i bagagli, ritorniamo in spiaggia: al mattino proviamo la spiaggia più a nord e nel pomeriggio ci trasferiamo in quella meridionale. Per chi lo desidera ci sono alcune file di ombrelloni da utilizzare a pagamento.

Pranziamo al Sun Set su una terrazza dall’ambiente molto caratteristico ed accogliente. Anche qui, come in molti altri locali cretesi, ci invitano a vedere direttamente nel bancone alcune delle pietanze disponibili. Tuttavia, per la prima ed ultima volta in due settimane, non ci danno il menu e siamo costretti ad ordinare un po’ più alla cieca. Le pietanze sono buone ma forse delude un po’ il classico polpo grigliato (8 euro per nr. 3 tentacoli in un sughetto acidulo). Dopo il pranzo, evitiamo di trascorrere le ore più calde in spiaggia e facciamo una breve gita a Polirrinia, un gruppo di rovine romane in altura (la strada di 7 km verso l’interno parte da Kissamos-Kastelli), dal quale si gode un ottimo panorama verso la costa nord e le 2 penisole che la caratterizzano). Riusciamo lo stesso a prenderci una bella dose di caldo, complice una passeggiata in salita dal paese alle rovine, prima di tornare a Falassarna a farci un altro bel bagno.

Soddisfatti dalle acque blu e trasparenti e con l’amaro in bocca per la quantità di sporcizia non raccolta dalla spiaggia prendiamo la strada verso Elafonissi, molto tortuosa e decisamente panoramica al tramonto. Ahimè è sabato sera e non troviamo nessun posto nelle strutture del piccolo paese. Avevamo preventivato di dormire a Paleohora ma gentili signori ci indicano una terribile strada che si abbarbica sul monte come via più breve per raggiungere il paese. Inutile dire la faccia che hanno fatto quando hanno visto che avevamo una Punto e non un fuoristrada..

Non volendo fare un’ora e mezza di macchina per aggirare la montagna che ci separava da Paleohora, proviamo nell’unico paese nelle vicinanze che può avere ancora qualcosa da offrire (Hrissoskalitissa). Lì di libero c’è solo una terribile camera in una struttura “indimenticabile” (Panorama Rooms): troviamo come interlocutori unicamente due ragazzini che parlano solo greco. Ci fanno vedere la stanza ed è decisamente essenziale anche per chi come noi si adatta alle condizioni più estreme. Però siamo stremati e sappiamo che nel raggio di 20 km non c’è nient’altro, così accettiamo la nostra condanna a morte..Notte insonne tra caldo soffocante e “ululati” di vento.

20/08/06 – Elafonissi Contenti di essere ancora vivi, andiamo prestino in spiaggia ad Elafonissi per godercela al meglio. Fortunatamente in generale la maggior parte delle persone inizia ad arrivare verso le 10:30-11, per cui abbiamo tutto il tempo per: fare un bagnetto rinfrescante delle 9, occupare un ombrellone e 2 sdraio in primissima fila a soli 7 Euro (quando penso a quanto costa in Liguria mi viene male…), fare un bel giro e scatenarsi con le foto ad un mare di stile caraibico ed alla spiaggia rosa da cartolina. Una breve lingua di terra collega la spiaggia con un piccolo isolotto. Esso è raggiungibile con una breve passeggiata nell’acqua bassa ed è lì che ci sono i panorami più incantevoli: piccole “piscine” naturali dall’acqua trasparente e dune di sabbia rosa e fine. Chi vuole passare una giornata in spiaggia libera viene prevalentemente qui, mentre noi, con l’ombrellone comprato il primo giorno che era ormai distrutto dal vento, ci rilassiamo per ore ed ore nella spiaggia organizzata. Verso metà pomeriggio ci avviamo verso Paleohora, con la solita oretta e mezza di curve. Il posto vale davvero la pena anche se inizialmente abbiamo avuto difficoltà ad orientarci e a parcheggiare in città. Trovata una graziosa camera al Kostas Rooms (caratteristica casetta bianca a 2 piani con porte e finestre blu), ci rinfreschiamo con una doccia e ci sorbiamo il simpatico ed anziano gestore che ci racconta dei suoi figli e ci invita al loro ristorante, il Caravella Restaurant, a quanto pare uno dei migliori posti in città per mangiar pesce. Svicoliamo l’arzillo signore ed andiamo a fare un giretto per la città, notando come sia un po’più cara della media dei paesi trovati finora sulla via. Nonostante le rassicurazioni fattegli, decidiamo di “tradire” il signor Kostas: non ceniamo nel ristorante dei figli ma al pur valido Calypso, sul lungomare: cucina creativa, fusion e porzioni generose. “Grazie” alla guida diamo una chance ad un famoso gelataio della passeggiata interna: fortunatamente prendiamo solo una piccola coppetta alla frutta (€ 1,40): dopo qualche cucchiaino ci accorgiamo che il gusto ha qualcosa di strano…Ebbene sì, dopo un po’ ci accorgiamo che sa di “pecora”!! E’ pesantissimo e sembra di mangiare un tomino alla pesca…Veramente inusuale per chi è abituato al gelato più buono del mondo. Sconsigliato.

Torniamo nella nostra carinissima stanza, dove ci sono anche un fornelletto con tanto di stoviglie (che inaugureremo per fare un infuso dissetante).

21/08/06 – Paleochora Prima di partire il vecchio gestore rinnova il suo invito ad usufruire dell’acqua corrente perché, a suo dire, potabile, di montagna e più sicura di quella confezionata (che verrebbe lasciata spesso al sole). Diamo una chance all’acqua del Posto, sperando di non incappare in qualche disagio ai paesi bassi…La bottiglia di 2 lt che abbiamo riempito si è rivelata davvero buona, per cui onore al vecchino! La città ha 2 spiagge, una lunga e sabbiosa più ad ovest (Ammos Beach) ed una piccola e ciottolosa ad est (Pahia Halikia Beach). Scegliamo la prima per l’ultimo bagnetto della vacanza: mare calmo e pulito ma dopo Elafonissi nulla reggerebbe il confronto. Pranziamo in un ristorante vegetariano non lontano dal lungomare (Third Eye), con moltissima scelta di pietanze, servite sempre gustose ed abbondanti. A pancia piena possiamo dedicarci alla guida, alla volta di Hania. Arriviamo là verso le 4 e, dopo aver girato come dei pazzi per trovare un parcheggio, riusciamo a parcheggiare vicino all’imbocco della strada pedonale dell’affittacamere, ad ovest delle mura della fortezza. La strada pedonale (Theotokopoulou) è molto caratteristica ed accogliente con i suoi negozi di frutta e verdura, qualche negozio per turisti ed i molti affittacamere. Troviamo posto in uno dei 5 appartamenti dell’Ifigenia sparsi per le vie del centro: l’appartamento è davvero a misura d’uomo (uno, non di più..) ma c’è un magnifico letto a baldacchino, la vista sulla via pedonale, l’aria condizionata e l’angolo cottura. Se poi uno avesse avuto voglia di spendere 70 Euro c’erano anche degli appartamenti con l’idomassaggio. Facciamo una ricognizione in città ed una passeggiata sull’affollato lungomare: alle 5 e mezza quasi tutti i gestori delle taverne del lungomare (una attaccata all’altra per decine di metri) cercavano già di farti sedere a mangiare qualcosa. Visti il faro ed il porto, rientriamo quasi con sollievo nelle vie più interne, decisamente più tranquille. Ceniamo nell’ottimo Tamam, dove per la prima volta aspettiamo ben 10 minuti per accomodarci! Eccellenti le polpette (keftedes): ho chiesto di provare un piatto misto, assaggiandone una per tipo: agli spinaci, al pomodoro, alle patate ed agli zucchini. Dolcino e raki (liquore tipico simile alla grappa), come spesso capita, sono offerti dalla casa. 22/08/06 – Hania-Rethimno Visita al museo archeologico: piccolino e con poche didascalie per i numerosi reperti provenienti perlopiù da Hania (rovine dell’antica Cydonia) e dintorni. Preparatevi perché dentro il museo c’erano almeno 35 gradi e nessun ricircolo d’aria.. Se siete studenti e mostrate una tessera entrate gratis. Con un piccolo obolo in più ci garantiamo la visita anche al museo Bizantino a ridosso delle mura della fortezza ad ovest: struttura decisamente più moderna e fresca della precedente, accoglie testimonianze (monete, mosaici, dipinti su legno) dei domini veneziano e turco che si sono susseguiti sull’isola nel tempo. Cerchiamo anche il mercato alimentare coperto (Agorà) e ne rimaniamo un po’delusi perché è stato decisamente troppo riadattato in chiave turistica. Così come ci sono troppe viuzze tutte stipate di negozietti turistici (con le solite borse, cappellini, magliette, vasellame e cartoline a non finire) o di classici negozi da via del centro di ogni città del mondo. Il lungomare è decisamente pieno di bar molto “fashion” (a Rethimno è la stessa cosa), pieni zeppi di ragazzini e con la musica “a palla”.

Dopo pranzo andiamo a Rethimno:stessi problemi di Hania per quel che riguarda la circolazione in macchina (qui aggravata da una specie di zona blu) ed il parcheggio. Con un colpo di fortuna troviamo posto per la macchina relativamente vicino alla via pedonale dove ci aspetta l’affittacamere contattato poco prima. Anche qui facciamo un bel giretto della città, giù fino al porto e sopra alla fortezza (ma solo esternamente) per vedere il panorama sul mare. Anche qui un pullulare di strette vie zeppe di negozzi alla “occidentale” e di botteghe con articoli per turisti, dove si procede quasi sgomitando. Dopo una foto alla fontana Rimondi, ceniamo in un posto fantastico in una viuzza proprio dietro la fontana. Si tratta della Taverna Kyria Maria (al 20 di Moshovitou), dove troviamo squisite patate al forno, ottima insalata greca ed una specie di ratatouille di verdure. Finalmente decido di provare dal menu l’onnipresente Saganaki cheese ma delude un po’: formaggio sì fritto ma grondante olio e quindi ancora più pesante. Anche in questo caso frutta e raki vengono offerti dalla casa (anche se per la verità a noi portano solo il raki – forse perché avevamo ordinato il dolce). In generale notiamo che i negozianti ed il personale delle taverne/affittacamere sono più affabili quando mettiamo “in cantina” l’inglese per parlare italiano. Chiacchierano più volentieri e sembrano sentirsi più accomunati alla gente italica (un signore ci ha anche tirato fuori il “una faccia, una razza”…).

23/08/06 – Cnosso-Iraklio Di primo mattino usciamo a cercare il posto che, secondo la guida, sforna i dolci artigianali fra i più buoni di tutta la Grecia. Non possiamo proprio resistere ed abbiamo la fortuna di pernottare a poche vie dal piccolo laboratorio. Si tratta di Giorgos Hatziparaskos al 30 di Vernardou (dalla strada praticamente non lo si nota, solo una porta senza insegne): i due anziani padroni invitano a provare le loro specialità a base di pasta fillo (baklava e kataifi), mentre si osservano le operazioni di lavorazione della pasta. Acquistiamo un vassoietto (stile cuki 15cm x 10) con dentro una fetta del nostro amato baklava, 2 baklava mignon e 2 piccoli dolcini non meglio identificati il tutto alla non proprio modica cifra di 4 Euro. Mi sa un po’di prezzo da turisti…Ad ogni modo la colazione è indubbiamente valida. Riusciamo, visto che è l’ultimo giorno, a comprimere tutto il possibile nelle valigie da caricare in macchina per l’ultima volta. Inutile dire che al ritorno, anche a parità di oggetti, è sempre più difficile far stare il tutto…Ci spingiamo fino a Knosso, arrivando però solo verso le 11, vale a dire il momento meno indicato per via del caldo torrido e soprattutto della folla di comitive scese dai bus. Nel sito c’è una confusione bestiale, gente che va ovunque, code per vedere la sala del trono. Anche qui consigliamo di addentrarsi solo con una guida; la guida in carne ed ossa costa 10 € oltre il costo del biglietto (6 € ingresso Knosso, 10 € se si aggiunge il museo Archeologico di Iraklio). La guida che abbiamo intravisto all’ingresso faceva molto baccano ma ci è apparsa un po’troppo fumosa, tuttavia non sappiamo se sia un discorso generale. Di fatto abbiamo girato il sito con le sole descrizioni della guida cartacea: come noto il sito è in gran parte ricostruito ma, a differenza di molti altri, non abbiamo trovato deludenti le soluzioni utilizzate. Peccato per il megaron della regina (non visitabile) e per la lunga coda sotto il sole per vedere 10 secondi la sala del trono.

Spossati dall’avventura epica chiudiamo il cerchio andando ad Iraklio e sperimentando ciò che non avevamo saggiato il primo giorno: l’impossibilità di girare in macchina anche nel capoluogo. Siamo di corsa perché dobbiamo ancora mangiare, visitare il museo più famoso dell’isola e riconsegnare la macchina; troviamo uno dei numerosi parcheggi coperti poco dentro le mura alla “modica”cifra di € 4,65 la prima ora (e 0,60 le successive). Ci rifocilliamo nella taverna vicino al mercato che ci aveva ristorato il primo giorno di vacanza (Giakoumis) ma troviamo meno accogliente l’atmosfera e meno disponibili i gestori rispetto a due settimane prima. Mistero. Corriamo al Museo Archeologico e troviamo una coda incredibile: facevamo fatica a seguire il percorso nelle sale e ad avvicinarci alle teche. Figurarsi i pezzi da 90, erano praticamente irraggiungibili tra fotografi improvvisati con telefonini improbabili. Ad ogni modo i reperti sono veramente eccezionali ed in ottimo stato di conservazione, se si pensa al periodo cui risalgono: dalla testa taurina alla dea dei serpenti, dal disco di Festo ai numerosi sigilli, dai vasi con le mille decorazioni agli affreschi di Knosso, asportati dalla loro sede originale.

Andiamo a recuperare la macchina per fare il pieno e riconsegnarla. A proposito, i benzinai sono molto frequenti, anche nelle zone non proprio turisticissime; la benzina costa tra 1,09 € e 1,2 € e spesso non si accettano carte di credito. Riportiamo la macchina al signor Kostas che, come da accordi, ci accompagna all’aeroporto. Là troviamo le solite code, etc etc. Ma almeno abbiamo una stupenda vacanza nel cuore da rivedere al rallentatore. Andateci, andateci, andateci. Ma col fai da te, mi raccomando: magari un po’più di thrilling per il pernottare, ma molto più senso di libertà. Se poi non si sceglie agosto come periodo, clima ancora migliore, prezzi ancora minori e meno problemi per trovare un letto: noi comunque, in alta stagione, non abbiamo mai speso più di 18-20 Euro a testa per una camera.



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