CRETA in 6 giorni

Un saluto a tutti voi ed un ringraziamento particolare a tutte le persone che con le loro esperienze di viaggio mi hanno permesso di trascorrere sei giorni alla scoperta dei luoghi e della gente di quest’isola meravigliosa. Primo viaggio all’estero in piena solitudine, totale libertà e senza alcuna organizzazione, solo i vostri racconti ed...
Scritto da: Max_74
creta in 6 giorni
Partenza il: 10/09/2008
Ritorno il: 16/09/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Un saluto a tutti voi ed un ringraziamento particolare a tutte le persone che con le loro esperienze di viaggio mi hanno permesso di trascorrere sei giorni alla scoperta dei luoghi e della gente di quest’isola meravigliosa. Primo viaggio all’estero in piena solitudine, totale libertà e senza alcuna organizzazione, solo i vostri racconti ed una carta stradale scaricata da internet (che si rivelerà preziosissima) a farmi da guida. Con me tanta voglia di mettermi alla prova, di conoscere e di comprendere ma, soprattutto, tantissima improvvisazione! Ma vediamo com’è andata… Mercoledì 10 settembre (Heraklion – Agios Nikolaos) Arrivo alle 11.30 all’aeroporto di Heraklion ed immediato noleggio, senza carta di credito, di una matiz verde a benzina (che sull’isola è il più economico dei carburanti) con la quale comincio la mia avventura in direzione Agios Nikolas. Dopo pochi chilometri di “new road” (credo in prossimità di Mahlia) abbandono lo stradone (comodo ma davvero impietoso con il paesaggio) e mi inoltro tra le colline. Vrahassi, Latsida, Neapoli i primi paesi che incontro…Non sono eccezionali ma mi aiutano a farmi un’idea dell’isola. La prima sosta al monastero di Agios Georgios, aperto e disabitato…Una buona opportunità per visitare uno dei pochi siti di culto gratuiti dell’isola. Intanto il paesaggio si fa più selvaggio, le curve aumentano ed anche le emozioni. Il primo mare a Vilhadia: costa meravigliosa, ma c’è troppo vento e non ho ancora voglia di fare il bagno…Allora continuo ad inerpicarmi in direzione di Plaka. Vedo da lontano l’isola di Spinalonga e decido che il primo bagno lo farò lì. Arrivo ad Elounda e dopo aver trovato il ponte per raggiungere l’isola (per nulla segnalato), dopo una breve sterrata (e qui capisco l’enorme vantaggio del guidare un auto che non ti appartiene) mi tuffo nelle acque di fronte all’isolotto di Kolotikhi (dall’altra parte dell’isola). Acqua meravigliosa e quando la gente aumenta decido di andar via.

Sono solo le 17.00, ma stanco per il viaggio aereo, mi fermo ad Agios Nikolaos dove prendo una camera all’hotel Du Lac. Tutto facilissimo finora, breve riposino e giù per le strade di Agios a guardarmi un po’ in giro. Paese turistico pieno di lounge bar e ristoranti, un grazioso lungomare, tante case vacanze e qualche scorcio caratteristico; non mi entusiasma più di tanto e così mi fermo a mangiare in una taverna sul mare dove una graziosa cameriera mi colpisce per il suo timido modo di invitarmi a sedere. Mangio un ottima mousaka ed una buona insalata greca. Faccio conoscenza con l’acqua Iole (gasatissima) e la birra Mythos che non mancheranno più dalla mia tavola. Giovedì 11 settembre (Agios Nikolaos – Analipsi) Ottimo primo risveglio cretese, pieno di energia e voglia di fare. Comincio con una bella colazione nella piazzetta del paese poi partenza in direzione Sitia. Riprendo la superstrada ed attraverso Amoudara ed Istro voltandomi e fermandomi ripetutamente ad ammirare le bellezze del golfo di Mirabello. Deviazione e discesa verso Mohlos con breve sosta in questo piccolissimo e modesto centro sul mare: ad ogni modo, assai piacevole. Riprendo la strada principale ed in una mezz’oretta sono a Sitia che attraverso e saluto rapidamente (non mostrando, a mio avviso, nulla di interessante). Percorro quel che rimane della strada costiera e ritorno a salire tra gli ulivi in direzione di Vai: qui inorridisco alla vista del “villaggio Dionysos”, purtroppo uno dei tanti villaggi turistici, modello hollywoodiano, che incontrerò lungo il giro dell’isola, recentemente completati in nome dello sviluppo economico dell’isola. Per fortuna ci sono le curve e dopo un po’ torno ad essere immerso nella natura incontaminata. Sosta al monastero di Toplos, ingresso 4 euro, decisamente per appassionatissimi del genere, io lo trovo modesto, ma credo che il prezzo si giustifichi con la fortunata collocazione su una delle strade più percorse dell’isola: scarpe doppie cervello fino!. Passo il bivio per Vai e mi dirigo verso Itanos, baia che trovo molto carina, sovrastata dal sito archeologico che però non visito. Prima di tornare indietro faccio una deviazione verso Kiriamadi, in direzione dell’estrema punta est dell’isola (a sinistra prima del bivio per Itanos), un posto davvero magico, a cavallo tra due baie. A questo punto mi viene la voglia di mare, mi dirigo verso la spiaggia di Vai e dribblando le sue innumerevoli palme prendo la scala accanto al ristorante; mi arrampico per un quarto d’ora e mi insabbio nella meravigliosa e solitaria rada alle spalle: sarà una delle soste più piacevoli dell’intero viaggio. Riparto appiccicato di salsedine in direzione Palekastro, poi breve escursione nella suggestiva e surreale baia di Kato Zakros (poche case nel nulla più assoluto) e di nuovo in moto verso Xerocampos, dove arrivo appena in tempo per un ultimo e rilassante bagno: posto davvero notevole. Mi asciugo alla meglio e riparto in direzione della costa sud dell’isola…Chilometri e chilometri di curve in un paesaggio lunare con panorami mozzafiato. Arrivo ad Analipsi che è ormai buio: un lungo litorale di alberghi e taverne, meta preferita dal turismo greco. Trovo alloggio in uno “studio” gestito da una simpatica commerciante di nome Evangelia che sorride ad ogni mia parola…Taglio corto per una improrogabile doccia e corro, affamato, alla vicina taverna Petra dove il buon Adonis (un ragazzotto di una gentilezza quasi imbarazzante) mi serve un abbondante insalatona greca ed un enorme piatto di souvlaki di maiale: spazzolo tutto in pochi minuti e mi catapulto, stanchissimo, a nanna.

Venerdì 12 settembre (Analipsi – Matala) Sveglia presto, saluto Evangelia e parto in direzione Ierapetra. Trovo la costa poco interessante e tiro dritto fino a Mirtos: il posto mi ispira e mi vien voglia di fare colazione sul delizioso lungomare a sbalzo sulla spiaggia. Riparto in direzione ovest e sbaglio ripetutamente strada nel tentativo di allontanarmi dalla strada principale e raggiungere il mare: alla fine capisco che non esiste una strada litoranea a meno che non voglia fare rally lungo la costa. Ci riprovo a Kato Vianos, dove riesco a raggiungere il mare ed a costeggiarlo fino a Tsoutsouros. Da qui mi rimetto sulla strada principale in direzione di Lentas che raggiungo dopo un paio d’ore di curve attraverso paesini caratteristici. Mi fermo poco dopo nella tranquilla baia di Ditikos (alle spalle del promontorio di Lentas) dove mi godo un lungo e meritato bagnetto. Cotto a puntino mi incammino verso Matala dove arrivo al tramonto, non prima di una breve ma attenta visita al sito archeologico di Festos che trovo davvero interessante. Matala non mi dà buone sensazioni così mi fermo in un hotel prima della spiaggia, lontano dal casino, da un tal Frangiskos al quale strappo uno sconto di 20 euro rinunciando alla colazione ed all’aria condizionata. Dopo una bella doccia mi ricredo: Matala è un piccolo bazar addossato ad una deliziosa caletta che mi mette tanta allegria. Cena da “Eleni” sulla spiaggia, a base di pesce: pessima scelta. Non tocco quasi nulla ma il proprietario (un grottesco ed anacronistico hippy stile bjorn borg) mi ricopre di dolci e liquori per farsi perdonare: il miele e la cannella rimettono tutto a posto. Quattro passi tra le bancarelle a farmi una cultura sui souvenir cretesi e poi a letto. Sabato 13 settembre (Matala – Hania) Oggi ho voglia di mare, ancora sveglia presto, colazione con cappuccino, waffel e nutella e poi in cammino verso la ”red” beach. Il sentiero che parte dal grande parcheggio di Matala è impegnativo ma in mezz’ora arrivo alla spiaggia praticamente vuota (marroncina più che rossa)…Salto ombrelloni e bar e mi dirigo tra le rocce…Lì resto un paio d’ore a godermi un sole ed un mare incantevoli. Ripercorro il sentiero sotto un sole cocente (praticamente in costume) e ritorno a Matala da dove riparto in auto per Komos beach: spiaggia enorme che percorro quasi per intero prima di gettarmi in mare per una bella nuotata. Il posto non eguaglia le mie aspettative così mi rimetto in viaggio in direzione nord. In un’oretta raggiungo il bivio per Preveli, un rapido sguardo all’omonimo monastero (che non visito poiché l’esterno non mi ispira) e poi di filato al parcheggio per la discesa a mare: 400 scalini non molto impegnativi per raggiungere la spiaggetta con il celebre ruscello. Probabilmente ho sbagliato l’orario, ma il posto non fa per me: troppa gente e, per la prima volta, acqua sporca. Compro una limonata e me ne scappo senza neanche accorgermene della massacrante risalita. Una rapida sistemata e mi rimetto in viaggio in direzione Sfakia. Attraverso la bella baia di Plakias e, dopo una breve sosta al castello di Frangokastelo (semplice e discretamente conservato), abbandono la costa sud. La strada per Hania è inaspettatamente impegnativa: un lungo cantiere polveroso tra le montagne. Stanco, finalmente raggiungo la” new road” che percorro interamente sulla corsia di emergenza fino ad Hania (sarà questa l’unica volta che permetterò ai cretesi di guidare in maniera più spericolata di me). La città è molto trafficata, parcheggio l’auto accanto alle mura e mi dirigo verso il centro dove prendo una camera da Pia: una simpatica ragazzotta che sembra aspettare me con il suo banchetto, seduta in strada. Una rapida doccia e poi giù per le caratteristiche stradine di Hania: città viva e movimentata con un’ottima qualità architettonica. Ceno da Sultana’s, in un vicoletto un po’ fuori mano, attratto dalla risata belante del proprietario e lì mangio un ottimo gyros di maiale. Una rilassante passeggiata nel grazioso porto veneto e poi nanna.

Domenica 14 settembre (Hania – Kissamos) Colazione e passeggiata per Hania, che intendo vedere alla luce del sole, poi sorridente saluto a Pia e partenza con destinazione Sougia. Percorro la strada che costeggia il golfo (che non trovo particolarmente interessante) ed a Tavronitis torno ad arrampicarmi nel cuore dell’isola in direzione Paleohora. In due ore sono di nuovo sulla costa sud: Sougia non mi ispira e decido di ripartire. A Rodovani prendo la strada per Prodromi ed in mezz’ora sono nella baia di Paleohora: bella la parte orientale della spiaggia ma lo sterrato per raggiungerla non mi convince. Riparto e punto tutto su Elafonissi. In un’oretta raggiungo la suggestiva costa occidentale e l’affollato parcheggio dal quale si accede al celebre isolotto. Fuggo la folla dei bagnanti, guado la breve striscia di mare che salvaguarda l’isola, e spiaggia dopo spiaggia raggiungo l’ultima: due ore di pace ed autentica libertà. Riparto che l’isola è quasi deserta. Breve sosta al monastero di Hrissokalitissa e via in direzione Kissamos. Il panorama sulla costa è dei migliori. Passo Sfinari (bella la sua baia) e Platanos e poi giù fino alla grande spiaggia di Falasarna con un ultimo bagno al tepore di un meraviglioso tramonto. Arrivo a Kissamos poco dopo dove trovo cordialissima ospitalità da Revekka (edificio rosa alle spalle del modestissimo lungomare) che mi intrattiene con un breve corso di greco e con sfoglie di miele e cannella. Dopo, cena da Korakas in riva al mare (semplice taverna oltre la fila dei ristoranti turistici) dove la bella e sorridente Katerina mi rifocilla con souvlaki di pollo.

Lunedì 15 settembre (Kissamos – Rethimno) Partenza alle 10.00 per Kaliavani da dove comincia il breve ma impegnativo sterrato per Balos. Un’oretta di autentico fuoristrada (l’unica volta che ho davvero temuto per l’incolumità dell’auto) in compagnia di temerarie capre selvatiche, poi il parcheggio ed il ventoso sentiero verso la baia…Infine eccola apparire: uno di quei casi in cui la realtà supera la fantasia. Scivolo lungo il pendio sabbioso e conquisto, primo nella mattinata, l’isola di Gramvoussa: un guado di pochi metri prima di stendermi sulla sabbia rosa. Dopo un’ora di perfetta solitudine comincia l’esplorazione della baia: spiaggia, rocce, mare e poi ancora spiaggia tra colori indescrivibili. Lascio Balos che è ormai un formicaio di silenziosi bagnanti…Mi arrampico senza voltarmi e riprendo il mio itinerario. Con la “new road” sono di nuovo ad Hania in meno di un’oretta, evito il traffico del centro e mi dirigo verso la vicina penisola di Akrotiri. Raggiungo la graziosa baia di Stavros (dove faccio l’ultimo bagno del mio viaggio) e, dopo, una visita al vicino monastero di Agia Triada che resto a contemplare per circa mezz’ora (il sito risulterà per me il più bello tra i pochi visitati). Una puntata al monastero di Gouvernetos (dove non entro) e poi breve sosta nelle piccole baie di Marathi e Loutraki (che meriterebbero, senz’altro, maggiore attenzione). Saluto Akrotiri e da Souda prendo la strada interna per Rethimno: lungo la costa da Kalami a Plaka e poi per Kefales (paesino davvero caratteristico) fino a Georgioupoli. Da qui riprendo la “new road” ed arrivo a Rethimno che è ormai buio. La città è molto caotica, simile ad Hania ma meno accogliente, con una bella fortezza che, purtroppo, non riuscirò a visitare. Parcheggio e prendo una camera in centro dal signor Ifestos: la meno confortevole dell’intero viaggio. Doccia e poi in giro per le stradine della città: gioiellerie, luci e ristoranti imperversano, ma è un posto allegro e mi piace. Ceno per strada da Rakidikio dove un simpatico ragazzotto un po’ impacciato fatica a spiegarmi il menù: non mangio come altrove ma il clima è molto amichevole e mi intrattengo a lungo prima di andare a nanna.

Martedì 16 settembre (Rethimno – Heraklion) Sveglia presto e subito sulla “new road” in direzione di Heraklion. Deviazione di un’oretta a Stavromenos fino al monastero di Arkadiou: bella la facciata ma il resto non mi lascia alcun segno. Ritorno sullo stradone e supero rapidamente la costa nord (Bali ed Agia Pelagia forse avrebbero meritato una breve escursione). Ad Heraklion prendo per Knossos e parcheggio davanti all’ingresso del sito archeologico: la folla dei turisti è davvero impressionante ed in un’ora non riesco a visitare le rovine come avrei voluto. Trovo il palazzo di Minosse molto interessante ma gli interventi di restauro un po’ troppo surreali per i miei gusti…Apprendo che il meglio è esposto al museo archeologico di Heraklion che, ormai, non posso più raggiungere: vado via alquanto deluso. Una rapida sistemata al bagagliaio e per le 13.00 sono in aeroporto dove riconsegno l’auto completamente impolverata.

Insomma, un viaggio per molti versi impegnativo ma decisamente pieno di soddisfazioni in cui ho cercato di vivermi l’isola, la sua natura, la sua cultura ed i suoi abitanti nella maniera più spontanea possibile…Un tentativo di mettermi in sintonia con l’ambiente cercando un compromesso tra il turista ed il ricercatore. Per questo ho tentato di tenermi lontano dalle strade principali, dalla costa settentrionale (oggettivamente più contaminata), dagli hotel, dai ristoranti e dalle spiagge attrezzate. Non ho incontrato particolari difficoltà a guidare sulle tortuose ed ardite strade dell’isola (che pure ho percorso audacemente) e solo raramente mi sono imbattuto in automobilisti spericolati (per lo più tassisti o pick-up guidati da sonnolenti pastorotti). Analogamente per le indicazioni (sempre ripetute in caratteri latini) quasi sempre rispondenti alla mappa. Contenuti i costi di viaggio, con 150 euro di noleggio (TouRent) e 90 di carburante. Della costa cosa dire: incantevoli le spiagge orientali ed occidentali dell’isola e quando, come nella parte meridionale, mi sono imbattuto in spiagge di nudisti (Lentas, Red e Komos Beach e persino Elafonissi) ne ho approfittato per mettermi a mio agio (pur non avendolo mai fatto prima). Il cibo delle taverne, poi, quasi sempre squisito ed abbondante (mai oltre i 25 euro) così come confortevoli sono stati pressoché tutti gli studios in cui ho pernottato, sempre puliti e funzionali (ad eccezione della messa a terra e delle tendine da doccia che non ho mai trovato) e con costi contenuti entro i 30 euro. Quanto ai cretesi, li ho trovati estremamente semplici, tenere e sorridenti le donne ed un po’ orsi gli uomini, ma tutti ugualmente ospitali e disponibili. Girare l’isola è, dunque, possibile in una settimana (rinunciando ovviamente a mete impegnative come Krissi e Samaria) purchè accompagnati da una buona dose di sana follia e da una discreta capacità di adattamento.

Ringraziandovi per lo spazio concessomi auguro a tutti voi una felice prosecuzione d’anno! MAX



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche