Creta fuori stagione

Il viaggio inizia gli ultimi giorni di Maggio2005 da Heraklion: protagonisti io e la mia ragazza (neo trentenni) All’aeroporto noleggiamo una Twingo color giallo fiamma e l’omino della EuropeCar controlla la carrozzeria come se ci stesse consegnando una Jaguard nuova di zecca. Peccato che l’autoradio fosse ancora a cassetta. Ci dirigiamo...
Scritto da: Marco Tassinari 1
creta fuori stagione
Partenza il: 29/05/2005
Ritorno il: 05/06/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il viaggio inizia gli ultimi giorni di Maggio2005 da Heraklion: protagonisti io e la mia ragazza (neo trentenni) All’aeroporto noleggiamo una Twingo color giallo fiamma e l’omino della EuropeCar controlla la carrozzeria come se ci stesse consegnando una Jaguard nuova di zecca. Peccato che l’autoradio fosse ancora a cassetta.

Ci dirigiamo verso la costa Ovest, meta ancora sconosciuta. Ci avviciniamo però alla zona di Chania. Notiamo subito il curioso modo di guidare dei cretesi, ovvero il sorpasso su doppia linea continua in curva e in salita, l’importante è che la vettura sorpassata si sposti sulla corsia di emergenza! Ci adattiamo immediatamente alle regole della strada. Arrivo: Falassarna Il cuore ci porta dritti a Falassarna e dritti dritti al Golden Sun, appartamenti immersi nel verde vista mare gestiti da una simpatica signora che sbiascica qualche parola di italiano e qualche parola di inglese. Ci accordiamo per la cifra di 30 neuri a notte per una stanza con uso cucina. Il complesso è semi deserto, pochissimi gli ospiti: una pace incredibile.

Pochi minuti di pausa e mi accorgo di non avere più il mio zaino contenente, tra le altre cose, macchina digitale quasi nuova, occhiali da sole non ancora da buttare, chiavi di casa di Milano e biglietti del volo di ritorno!!!!! No Alpitour???? Ca…Dove l’ho lasciato? L’unica sosta è stata in quella taverna a Giorgiopolis a mangiare il primo Gyros pita della vacanza (chiamato da noi gyros pizza). Non ci resta che riprendere la macchina e farci quest’ora di viaggio verso la taverna. Non vi dico a che velocità sono arrivato davanti alla taverna sicuro che chiunque l’avesse trovato se lo sarebbe tenuto. Appena la cameriera ci vede, ci accoglie gridando: It’s here, It’s here!! Fantastico…Non ha voluto neppure la mancia di 20 neuri che le avevo elargito! Torniamo a Falassarna con l’ascella pezzata dalla tensione e godiamo il primo tramonto cretese, essendo ad ovest il sole scende proprio davanti a casa nostra. A Falassarna non c’è nulla (ripeto nulla!) tranne serre di cetrioli e pomodori, ulivi, 1 minimarket fornitissimo e diverse taverne, si mangia bene e a buon prezzo in tutte. A mangiare siamo sempre quasi soli a parte il giorno in cui abbiamo conosciuto un toscano che stava ristrutturando la casa dei suoi sogni acquistata qualche mese prima. 1 giorno: Falassarna e Chania Svegliati dal canto del gallo, dagli uccellini e dalla luce (ma porca miseria ma perché non esistono le tapparelle?) decidiamo di dedicare il primo giorno al relax completo. La spiaggia di Falassarna è stupenda: acqua caraibica, densità di una persona ogni 100/200 metri, vento forte, sole incandescente, acqua gelida! L’ambiente è estremamente delizioso così come la taverna in spiaggia e tutto il contorno. La sera andiamo a Chania (pura vida!) ma non prima di vedere le rovine di Falassarna: non le abbiamo trovate (che babbi!).

Chania è una bellissima città con tanto di butta dentro nei ristoranti lungo il porto, negozietti per i turisti, labirinti di stradine con case bianche de-intonacate con le finestre e le porte blu (il mio sogno). I ristoranti migliori sono sicuramente nella via parallela al porto, si perde la vista mare ma si guadagna in qualità.

2 giorno: Elafonissi La strada lungomare (non quella che passa da Topolina) che porta a Elafonissi è un susseguirsi di paesaggi pazzeschi, tornanti, fiori, capre, asini, sassi sulla strada, paesini di montagna dove si respira ancora “la vita di altri tempi” ma dove anche gli anziani sanno l’inglese (PAZZESCO!) Elafonissi deserta con vento fortissimo sembra quasi la spiaggia de les LLetes a Formentera. Qui la sabbia è a tratti rosa, l’acqua bassa e ghiacciata. Impossibile fare il bagno nel tratto che porta all’isola. Ci andiamo a riparare in fondo in fondo dove il vento è meno ingombrante e dove le persone si contano sulle dita della mano. Qui il bagno si riesce a fare e riusciamo a rimediare la prima ustione della vacanza.

Incontriamo un inglese con cui scambiamo qualche parola…Ha pure il coraggio di vantare la sua provenienza da Liverpool! Che schifo! 3 giorno: Balos e Gramvousa Decidiamo di andare a Balos con la barca che parte da Kissamos alle 10.15 (20 neuri…Secondo me un furto) ma la nostra twingo non assicurata avrebbe potuto subire dei danni molto superiori e in più due ragazzi in moto ce l’hanno vivamente sconsigliato (“It could be funny!”) La barca, contro ogni pronostico, è gremita di gente, la maggior parte sessantenni tedeschi e inglesi carichi di entusiasmo. La prima sosta a Gramvousa ci permette di visitare la fortezza veneziana sopra un colle di 140mt da cui si gode una vista davvero mozzafiato: sembra di vedere la terra tonda! Alle 14.00 sbarchiamo a Balos (secondo me dovrebbero invertire l’ordine delle escursioni). Si dice che con la barca si perda il colpo d’occhio di Balos dall’alto: effettivamente quello è mancato. Però abbiamo guadagnato la vista dal mare sulla laguna, sempre deserta. Meno di 2 ore e la sirena della barca ci richiama al ritorno. Maledetti orari fissi dei tour organizzati. Se avete voglia di rischiare di spaccare la coppa dell’olio vi consiglio di andarci con la vostra macchina magari facendo preventivamente una bella assicurazione KASKO “paratio culorum” 4 giorno: Mochlos Abbandoniamo il Golden Sun sicuri di lasciare un paradiso difficilmente paragonabile…Ma chi ce lo fa fare? Dopo una mattina ancora sulla splendida spiaggia di Falassarna ci dirigiamo a ovest sempre sulla New Road. La strada è piena di controlli di velocità e temo che una pattuglia mi abbia fotografato a 93 Km/h con un limite di 70 o 80!! E ho pure inchiodato! Giuro che se mi spediscono la multa a Creta dove si viaggia in 2 in motorino senza casco, dove se entri in una città non riesci ad uscire perché non ci sono indicazioni, dove ho visto sorpassare da destra in una curva a destra e dove l’uso delle frecce è lasciato agli indiani, giuro che la rispedisco al mittente! Non parliamo poi se mi tolgono dei punti. Commento: andate piano anche se è impossibile.

Il cuore questa volta ci porta a Mochlos, arriviamo anche qui al tramonto. Mochlos è un posto fuori dal tempo, il paese conta pochissime case e, in proporzione, tantissime taverne tutte in riva al mare. Troviamo da dormire e anche qui ci accordiamo per 30 neuri per una stanza vista mare con uso cucina. I padroni si chiamano Emanuele (greco) e Lisa (svizzera) sono simpaticissimi (soprattutto lui) e ci offrono un aperitivo a base di grappa locale, carciofi al sale, mandorle e olive. Stranissima coppia, solo due camere in affitto, we don’t like so many troubles! Poverini e beati loro! Dopo l’aperitivo facciamo fatica a salire le scale che ci portano in stanza.

Qui la pace e la tranquillità regna sovrana, solo il mare, gli uccelli e i bambini che scorrazzano con le bici… Di turisti neanche l’anima. A cena abbiamo l’imbarazzo della scelta: tutte le taverne sono a nostra disposizione tutte predisposte per l’alta stagione! 5 giorno: Palekastro – Vai Ci svegliamo con le nuvole e quale cosa migliore se non la colazione in riva al mare? Pagato il conto al simpatico cameriere, ci dirgiamo verso Palekastro in un windsurf spot. La spiaggia è molto grande ma di sabbia grossa e ciotoli. 5 o 6 vele in acqua, non di più! Il vento è forte e i ragazzi in acqua indossano mute intere da 5 mm. Non me la sento di entrare con la mia mezza muta da 2,5 mm e ci dirigiamo a Vai, spiaggia famosa per il suo palmeto. Esce il sole ma non basta a rimediare alla delusione del posto. Le palme secondo me sono secche! E pensare che anche qui siamo in pochissimi. Ad agosto questo posto deve essere veramente l’inferno. Ci sono anche aquascooter e banana per far divertire i bambini inglesi.

6 giorno: Chrissi Da Mochlos a Ierapetra è davvero un attimo. Non sapendo a che ora parte la barca per l’isola (adesso lo sappiamo alle 10.30) arriviamo decisamente in anticipo. Facciamo un giro per negozietti al porto dove compriamo giusto un paio di souvenir. Anche qui la traversata in barca costa 20 neuri (anche qui un furto!) Il mare sembra mosso ma la barca tiene benissimo e non oscilla di un cm. Qui c’è molta meno gente rispetto a Balos. Dopo 45 minuti arriviamo all’isola assolutamente deserta. Ci dirigiamo a piedi verso la spiaggia a Nord dove il vento è fortissimo, ci sono cavalloni e risulta quasi impossibile fare il bagno. In compenso il sole è incandescente, gli ombrelloni di palme sono tutti liberi. I colori sono meravigliosi. Alcuni ragazzi stanno predisponendo il bar per l’imminente inizio della stagione. La spiaggia dove si sbarca invece è alquanto triste e non merita assolutamente il viaggio in barca. Alle 16.00 la barca ci riporta sull’isola di Creta. Passiamo da Myrtos per un piacevole aperitivo a base di birra ghiacciata e un tortino di feta. Dietro di noi due fastidiosi greci ubriachi con la barba stanno facendo divertire una famiglia di francesi. A Myrtos la spiaggia sembra quella di Camogli ed è pieno di taverne. Torniamo a cena a Mochlos e conosciamo la cameriera dell’ultima taverna verso il mare, lei ha abbandonato lo stress di Milano per vivere in mezzo alla pace. 7 Giorno: da Knossos a Milano Torniamo verso Heraklion destinazione il palazzo di Knossos. Passiamo da Agios Nikolaos, Elounda, Plaka, Malia, Ersonisson tutti posti molto turistici anche se ancora poco battuti soprattutto dagli italiani.

Arrivati a Knossos dove l’ingresso è gratuito (solo quel giorno perché ci siamo andati noi) veniamo broccolati da una guida che si offre di portarci in giro in mezzo alle macerie del palazzo di Knossos. Senza guida penso che sia impossibile capire qualcosa. La guida è molto simpatica e preparata (bè…È il suo lavoro!) e ci racconta diverse cose delle abitudini dei greci. Alla fine ci fa passare una piacevole oretta di cultura (non troppa perché poi fa male!). Comunque la visita al palazzo deve essere abbinata al museo archeologico, noi non abbiamo fatto a tempo.

Riportiamo la jaguard con i freni brasati alla EuropeCar e prendiamo il nostro volo che ci riporta nella trafficata e caotica Milano, sicuri di aver trascorso una settimana in libertà e aver percorso 1.500 km.

Ad accoglierci la pioggia!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche