Creta 2018, ritorno a casa
Primo giorno, 31 agosto.
Si va in macchina, partiamo verso le 10,00. Il volo è previsto per le 17,30. Viaggio e tempo tranquilli, in aeroporto tutto bene, solita sosta all’edicola, poi al gate. Prima brutta notizia, il volo ritarda di circa mezz’ora. Mentre siamo in attesa arriva il secondo ritardo, ulteriore mezz’ora, che mette a rischio la coincidenza Atene/Heraklion. Chiediamo lumi, ci dicono che non ci sono problemi. All’arrivo ad Atene il loro personale ci avrebbe assistito per il transfer. Niente di vero, ma arriviamo ad Atene in tempo per il volo verso Heraklion. Ci dicono di salire a bordo e non preoccuparci per il bagaglio, che ci avrebbe seguito con il volo successivo. Arriviamo ad Heraklion, aspettiamo il volo con i bagagli, ma non ci sono. Ci chiamano per chiederci il recapito dove ce li avrebbero portati la mattina successiva. Niente di vero, lo recupero io in aeroporto il pomeriggio del giorno successivo, dopo lunghe discussioni, ed un certo nervosismo.
Siamo scesi al Knossos apart. a Karteros. È la prima volta, si sta molto bene, è tranquillo e vicino all’aeroporto. La signora che ci ha aspettato ci accoglie con cordialità, anche se siamo arrivati con un certo ritardo. Ci assicura che il giorno successivo ci avrebbe aiutato per recuperare i bagagli. Ma non è servito.
Secondo giorno, 1 settembre
Ce ne andiamo a spasso per Heraklion, l’anno scorso non ci eravamo fermati, per cui giriamo tutto il giorno per il centro, il mercato, il porto. A pranzo ce la caviamo con 32 euro in due, ma ci abboffiamo di calamari, gamberetti fritti, insalata greca patate e zucchine fritte, il polipo lo lascio per domani. A sera si rientra, dopo aver recuperato il bagaglio in aeroporto. Siamo stanchi e a cena andiamo in una taverna vicino al Knossos, dove abbiamo speso in due 12 euro, giuro.
Terzo giorno, 2 settembre
Partenza per Siteia, ci aspettano al Petras beach. Facciamo una sosta in una cafeteria lungo la strada, Kukuvaja si chiama. Ci sono due ragazze veramente in gamba, rifocillati ripartiamo, verso le 12 arriviamo al Petras e Sifis con la moglie ci accolgono avvisando che due nostri amici erano passati di lì poco prima, in attesa che si liberasse la loro stanza erano andati a fare un giro. Sorpresa perchè non sappiamo niente di amici che sarebbero venuti a Creta in questo periodo. Comunque giù le valigie e ce ne andiamo ad Erimoupoli, oltre Vai, vicino ad Itanos. Non conoscevamo questa spiaggia, ma ne vale la pena. C’è molta gente, e data la giornata festiva, sono quasi tutti greci. Ma la spiaggia è ampia, c’è posto in abbondanza per tutti. Il mare è bellissimo, ed è pieno di pesci. Fattosi pomeriggio rientriamo al Petras e scopriamo che i due amici in realtà sono una coppia che hanno letto il diario dello scorso anno e sono venuti a vedere. A cena andiamo da Rakadiko, sul lungomare di Siteia, e ci lasciamo 30 euro in due il polipo è squisito.
Quarto giorno, 3 settembre
Andiamo a Xerocambos dove restiamo tutto il giorno, pranzo con frutta e a cena ce ne andiamo da Dyonisos e poi, dopo un giro sul lungomare ed un raki propiziatorio il sonno, ce ne andiamo a dormire.
Quinto giorno, 4 settembre
Lasciamo il Petras dopo aver salutato gli amici. Quest’anno la colazione è stata leggermente sotto tono rispetto a come eravamo abituati, pazienza, rimediamo l’anno prossimo. Andiamo a Myrtos dove ci fermeremo al Sarikampos. Per strada facciamo tappa a Makri Gialos, per valutare se fermarci il prossimo anno o no. Arriviamo a destinazione, le stanze non sono ancora pronte, ci fermiamo a chiacchierare con la sig.ra Mina. Eravamo stati qui tre anni fa, tanto che mi chiede di raccontare di nuovo la storia di quando mio padre era a Rodi durante la guerra, perché la volta precedente il marito non c’era e voleva che sentisse anche lui. Fatte le stanze provo a fare il bagno di fronte, ma il mare è mosso e pieno di alghe per cui andiamo in spiaggia a Myrtos. Ceniamo ad Ierapetra, vicinissimo. Taverna Levante, la consiglio, ci portano delle alici al forno veramente buone e spendiamo in due 20 euro, birra e verdure comprese.
Sesto giorno, 5 settembre
I nostri amici partono, dopo una colazione veloce e mattiniera per Chrissi. Noi decidiamo di non andare per via del mal di mare di Nadia che la volta precedente per poco non ne muore. Optiamo per una spiaggia vicina ma, vedendo il mare liscio come l’olio, all’ultimo momento tentiamo l’imbarco anche noi per Chrissi. Ci va bene, il battello è ancora in porto, facciamo due biglietti al volo per 50 euro più la tassa ecologica, due euro a cranio e saliamo a bordo. La traversata è buona, arriviamo a Chrissi che è uno dei veri paradisi al mondo. Non so descriverlo a parole, bisogna vederlo. Alle 17 riprendiamo il battello e rientriamo ad Ierapetra,e da lì al Serikampos. A cena si va a Myrtos, dove ci hanno indicato la taverna Platanos. Ottima. Trenta euro. Finiamo con due passi ed un raki. Poi a dormire.
Settimo giorno, 6 settembre
Da Myrtos a Zaros. Arriviamo a mezzogiorno, la Caterina ci aspettava, con il rinfresco. La Caterina è un personaggio, l’ho già detto, prepara delle colazioni straordinarie. Nel pomeriggio ce ne andiamo a spasso per i monti attorno al paese, alla ricerca di un monastero che non troviamo ed alla fine rientriamo al Keramos. A cena come solito da Vivi, taverna Vegera. Quest’anno è da sola perché Giorgos si è sposato ed è occupato in altro lavoro, allora ha messo su una sorta di self. La cena è sempre ottima, le chiacchiere a fiumi, alla fine di una discussione sulla “carbonara” mi arruola come aiuto cuoco per il prossimo anno.
Ottavo giorno, 7 settembre
Oggi è la volta di Agio Farago. Ne abbiamo sentite di tutti i colori su questa località, è obbligatorio provarla. La strada per arrivarci, fino al Monastero di Odigitrias è buona, ma da quel punto parte uno sterrato che la via di balos è un sogno. Raggiungiamo il punto di parcheggio più vicino che possiamo alla spiaggia, da lì a piedi, oltre la chiesa arriviamo al mare. In effetti è una bella spiaggia, ma niente di straordinario, secondo noi non vale la pene di sfasciare gli ammortizzatori. Siamo al livello di spiagge come Shinaria, Ammoudi, Damnoni. Comunque facciamo un bagno e nel primo pomeriggio leviamo le tende e ripartiamo sul tratturo. Facciamo una sosta al monastero di Odigitrias che merita una visita. Da lì scendiamo a Matala per un drink e infine ritorniamo al Keramos. A cena ancora da Vivi, dove incontriamo una coppia lui italo francese, lei greca che hanno comprato e ristrutturato casa a Zaros, in campagna. Ce ne stiamo a chiacchierare fino a notte inoltrata e dopo diversi raki a dormire.
Nono giorno, 8 settembre
La colazione del Keramos è qualcosa che bisogna provare. L’ho già detto, mi ripeto. Bene, si parte per Rethymno, in realtà è Sfakaki, dieci chilometri prima. Ci fermiamo a Spili, per la solita spesa da Maravel. Saponi ed erbe aromatiche. Arriviamo a Sfakaki e troviamo la Eleftheria con Elina, la figlia. Oddio dire che è una festa è poco, comunque passiamo le prime due ore a raccontarci dell’ultimo anno. Così sappiamo che il rudere di fianco è stato acquistato da una società greco/russa, ne hanno fatto una SPA, è pieno di russi e addirittura il mese scorso uno di loro è annegato. Anche al Nautica ce ne sono tanti. Passiamo la giornata in piscina perchè il mare è mosso, c’è parecchio vento. Poi spesa al supermercato di fronte e cena in casa. Quest’anno al Nautica lo faremo spesso.
Decimo giorno, 9 settembre
Dopo colazione al Nautica si va a Shinaria, dove rimaniamo per tutto il giorno. Tempo e mare ottimi. A sera rientriamo per andare a cena a Rethymno dai ragazzi di Asikiko.
Undicesimo giorno, 10 settembre
Damnoni, sosta per l’acquisto di viveri al forno da Vikakis. Forno e pasticceria. Consiglio a tutti. Arrivati in spiaggia il mare è calmo e il tempo ottimo. Rimaniamo tutto il giorno, pranzo con tiropita e frutta, la telecamera cross tour 4k lavora a pieno regime. Ce ne andiamo che è sera inoltrata. Torniamo in camera. Ci prepariamo una insalata greca e poi a dormire.
Dodicesimo giorno, 11 settembre
Il tempo comincia a cambiare, da oriente si ammassano nuvoloni che non hanno del buono. Proviamo allora a scendere dalla parte di sotto, a Shinaria, dove per fortuna il vento è scarso e il mare calmo. Ce ne restiamo tutto il giorno poi a sera si va di carbonara per tutti. Una promessa è una promessa. Devo dire che ha avuto il successo che merita. Passiamo il resto della serata con la Eleftheria che ci annuncia una visita a Natale con la figlia e ci chiede lumi su Roma, Firenze e Mantova. Andiamo a dormire ma, verso le due si scatena l’apocalisse. Tuoni, lampi e pioggia da paura. Il mare è rabbioso e le onde scavalcano la scogliera. In tredici anni è la prima volta che vediamo un simile trambusto. La pioggia è tanto forte che filtra sotto il portone d’ingresso fino a metà cucina.
Tredicesimo giorno, 12 settembre
Il nostro anniversario di matrimonio ci accoglie con un tempo veramente brutto. La pioggia è diminuita ma non cessata. Tanto che vado a fare spesa al supermercato, mi rifornisco di tonno in scatola e tutti gli ingredienti per gli spaghetti con tonno e pomodoro. Passa la mattinata e dopo pranzo, mentre me ne vado a zonzo con la reflex per immortalare la tempesta, vedo tre ragazzi, due maschi ed una femmina, partire dalla struttura dei russi, bardati con pinne e maschera, entrare un acqua e spingersi al largo. Io, che nuoto da almeno sessanta anni, non ne avrei avuto il coraggio, tanto che li guardo con ammirazione, ma anche con una certa preoccupazione. Infatti, dopo nemmeno mezz’ora, cominciano ad invocare aiuto, tanto che Eleftheria, con un coraggio straordinario, si butta in acqua e recupera prima la ragazza poi, con l’aiuto del padre Sifis, e di alcuni ragazzi gli altri due. Scommetto che i tre russi in futuro difficilmente si tufferanno in mare. Quando arriva la Guardia Costiera già tutto è risolto, grazie a Eleftheria. Oggi sono arrivati da Mosca Victor e la figlia Varvara, domani arriverà la moglie.
Quattordicesimo giorno 13 settembre
Andiamo a Prinos a salutare Anastasio e la moglie Maria, i genitori di Takis, il titolare di Voyager in Crete, che ogni anno ci noleggia la macchina e che da sempre ci sopporta con grande allegria. Ci fermiamo in paese per il caffè di tutti gli anni, e ogni volta è una festa. Il calore umano che emana da queste persone è qualcosa che ti avvolge. Che Dio li conservi a lungo. Il pomeriggio, dopo un pranzo veloce in appartamento si va a ad Arkadi e poi a Margarites. A cena andiamo a Panormo da Georgia and George. Spendiamo 25 euro, come al solito la cena è ottima anche se un tantino rovinata da un rompiballe inglese piuttosto alticcio seduto ad un tavolo vicino che blatera in continuazione ad alta voce disturbando tutti.
Quindicesimo giorno, 14 settembre
Facciamo colazione, poi prepariamo le valigie e uscendo incontriamo Victor e la moglie. E’ un momento bello ma triste, perché ci incrociamo ma non abbiamo tempo per stare insieme. Ci rivedremo l’anno prossimo. Salutiamo la Eleftheria e la madre Silvia, quindi partiamo per Kissamos, destinazione Mediterranean apartments. L’avevamo individuata lo scorso anno, vediamo se corrisponde a quanto ci era sembrato. L’accoglienza è ottima, anche se ci chiedono di pagare in anticipo. Non c’è problema. La stanza è buona, con un terrazzino molto comodo e dal quale si vede la strada per Balos. Sistemati i bagagli si va a Falasarna dove restiamo fino al tramonto, che non si può perdere. Poi andiamo a cena da Vassilis, che è una certezza.
Sedicesimo giorno, 15 settembre
E’ la giornata di Balos. Che dire, la strada è uno strazio, versiamo l’obolo dell’euro per l’ingresso, e mi chiedo che diavolo ci fanno con quei soldi visto quanti ne incassano e la strada è sempre la stessa. Vabbè non è dato sapere, comunque Balos è sempre uno spettacolo. Ci rimaniamo tutto il giorno, a zonzo per la laguna. Poi rifacciamo il sentiero del ritorno, in cima ci fermiamo per acquistare il sale di Balos, che ci era stato suggerito da dei signori toscani. In effetti il sale è molto buono. Ne valeva la pena. Arriviamo al Mediterranean che è notte, perciò ci fermiamo a cena all’interno. Ottima cena, conosciamo il nuovo gestore, greco americano, di Springfield. Simpaticissimo ed affabile, mi chiede di fargli da interprete con due signore italiane che non parlano altro che italiano e non mangiano che verdure.
Diciassettesimo giorno, 16 settembre
Elafonissi. Prima di andare ad Elafonissi ci fermiamo ad Aspri Limni. Era tanto tempo che volevamo vederlo. Trovarlo non è facile, non è segnalato se non per un piccolo cartello scritto a mano che indica White Lake, ma valeva la pena. E’ sicuramente un sito che merita, la spiaggia è piccola, ma è divisa in più parti. Restiamo poco, ma ci torneremo dedicandogli il tempo che merita. E poi siamo ad Elafonissi. Che dire, è uno dei luoghi più belli di Creta. Non te ne andresti mai. Comunque ripartiamo e lungo la strada del ritorno ci fermiamo a vedere la grotta di Santa Sofia. Non l’avevamo mai vista però consiglio di dedicarle qualche minuto. Ne vale la pena. Torniamo a Kissamos per la cena al Mediterranean.
Diciottesimo giorno, 17 settembre
Avremmo voluto andare a Falassarna ma il tempo è brutto, allora optiamo per andare ad Afrata, che ci dicono essere una spiaggia meritevole. Non la conosciamo per cui ci avviamo. Arriviamo a Kolymvari e quindi facciamo una sosta al Monastero di Gonia Odigitria, lungo la strada. Il luogo è bello e il monastero, in parte in restauro, merita una sosta. Da lì ci spostiamo al War memorial Greeks cadets che combatterono la battaglia di Creta contro i nazisti. Quindi raggiungiamo Afrata. Purtroppo il tempo è brutto, c’è vento forte e il cielo è coperto, non fa nemmeno tanto caldo. Il mare è molto mosso. Nel complesso comunque la spiaggia merita. Ci torneremo, sperando in un tempo migliore. Vista la situazione e data l’ora scegliamo di andare sul lato opposto dell’Akrotiri, a Stavros. Sperando che il vento ci dia tregua. In parte è così, ma il mare continua ad essere abbastanza mosso. Facciamo il bagno dopo aver steso gli asciugamani a terra ed aver rinunciato al lettino con ombrellone vista la richiesta assurda di 15 euro. Nel primo pomeriggio ce ne andiamo e ci fermiamo a pranzo alla Taverna Irene a Xorafakia, dove fanno delle melanzane al forno con pomodoro e mizitra da leccarsi i baffi. Dopo pranzo torniamo ad Agia Triada al monastero di Tzagarolon, dove si vende un raki molto buono. Rientriamo al Mediterranean e a cena a Kissamos da Kouzomama. Ma il vento non perdona, ci costringe a cenare al chiuso ed è anche abbastanza fresco. Chiudiamo una giornata non proprio esaltante.
Diciannovesimo giorno, 18 settembre
Il tempo si è rimesso, c’è ancora del vento ma è tollerabile. Andiamo a Falasarna ma cambiamo spiaggia, oggi si va da Orange Blue, che è più defilata. Tutto il giorno in spiaggia e a la sera ceniamo di nuovo da Vassilis. Spesa 25 euro, ottima. Siamo anche allietati da un musicista, fisarmonicista, per l’esattezza che, in nostro onore, visto che siamo italiani intona Bella Ciao, e sulle note parte il coro degli italiani presenti con battimani ed obolo cospicuo, oltre allo stupore evidente dei pochi germanici in sala. Vassilis, che ci conosce oramai da diversi anni, ride sotto i baffi.
Ventesimo giorno, 19 settembre
Lasciamo Kissamos per Agia Marina, Hotel Eleftheria. Tutto oramai consolidato, stanza perfetta, personale stupendo, imposta di soggiorno tollerabile, molto meno che non a Roma. Ci fermiamo a pranzo in paese e nel pomeriggio andiamo a Chania. Ceniamo da Strata ed infine chiudiamo la serata con raki e gelato prima di andare a riposare in albergo.
Ventunesimo giorno, 20 settembre
E’ l’ultimo giorno effettivo di vacanza. Il tempo è buono e ce ne andiamo a Marathi. E’ sul lato orientale dell’Akrotiri, arriviamo abbastanza presto, non c’è quasi nessuno ancora, si popolerà con lo scorrere delle ore. A pranzo prendiamo una insalata greca da Rokos, la taverna sulla spiaggia, con personale abbastanza singolare che sembra uscito da un film di pirati. L’insalata costa sei euro. Finita la giornata torniamo in albergo poi a Chania per cenare da Strata, di nuovo. E’ una taverna che abbiamo scoperto lo scorso anno, ma vale la pena andarci.
Ventiduesimo giorno, 21 settembre
OK, è finita, prendiamo la via dell’aeroporto. Riconsegniamo la vettura al park dell’Akrotiri. Dopo 1700 chilometri è in condizioni pietose, ma Takis ci vuole bene, ci perdonerà come sempre, buttiamo gli ultimi euro al duty in aeroporto, il check in era già fatto, andiamo al gate, Ryanair ci aspetta, anzi, arriva e riparte con un quarto d’ora di ritardo. E anche quest’anno è andata. Aspettiamo il prossimo.