Cracovia e dintorni 6

Se avete una settimana di tempo ed intendete visitare la Polonia è meglio che lasciate perdere, oppure delimitiate rigorosamente la zona da visitare. Lo stato delle strade per raggiungerla, e soprattutto la situazione di quelle interne sono tali da sconsigliare gli spostamenti interni, altrimenti rischiate seriamente di passare l'intera settimana...
Scritto da: Capitanoachab
cracovia e dintorni 6
Partenza il: 31/07/2005
Ritorno il: 07/08/2005
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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Se avete una settimana di tempo ed intendete visitare la Polonia è meglio che lasciate perdere, oppure delimitiate rigorosamente la zona da visitare. Lo stato delle strade per raggiungerla, e soprattutto la situazione di quelle interne sono tali da sconsigliare gli spostamenti interni, altrimenti rischiate seriamente di passare l’intera settimana in auto.

il viaggio Eravamo in otto, su due auto; partenza 31 luglio – ritorno 7 agosto; spesa Euro 700 a persona.

Vista la premessa, ho deciso di limitare la visita alla regione “Piccola Polonia” anzi, a Cracovia e stretti dintorni.

Per arrivarci, partendo dall’hinterland bresciano, bisogna percorrere non meno di 1300 km. Se volete programmare il viaggio con l’ottima www.Viamichelin.It ricordatevi di inserire l’opzione “preferibilmente percorsi autostradali” altrimenti farete come noi che siamo stati sbalzati fuori dall’autostrada in un paio d’occasioni facendo durare la guida, anche a causa di un periodo d’intenso traffico, addirittura 21 ore! (17 al ritorno).

In pratica conviene prendere la Milano-Venezia e poi, Mestre permettendo, andare verso Udine, Tarvisio e poi Graz, Vienna.

Qualche decina di km prima della capitale austriaca, a ________ uscite dall’autostrada e andate verso il confine benissimo segnalato; ritroverete l’autostrada con un risparmio di oltre 50 km. Passata senza formalità la dogana austro/slovacca via verso Bratislava e poi attenzione massima a prendere l’autostrada E75 direzione Trencin perchè in un momento di distrazione abbiamo inforcato la E65 che porta verso Brno e poi, con un passeggero che gentilmente faceva da navigatore (ah, non dimenticate l’atlante stradale europeo! In Slovacchia e Polonia i navigatori satellitari han poco da dire) ci siamo inventato una bretella di collegamento, per altro affollata di moto di grossa cilindrata che facevano una gara in salita, ed ancora ringrazio due agenti su di una vecchia Skoda, trovati mentre uscivano da una panetteria con un mostruoso sfilatino sotto il braccio, che letteralmente ci hanno guidato alla retta via.

Prima sosta a Trencin, dopo circa 1000 km. Bella città della Slovacchia (60.000 abitanti) con un interessante centro storico ed un grandissimo castello ai piedi del quale troverete un sibaritico Hotel **** Tatra in cui avrete già prenotato, strappando il 40% di sconto sui prezzi di listino! Ottima sistemazione, camere grandi e pulite, ben arredate, cucina accurata.

Se avete ancora energie da spendere girate il bel centro storico perfettamente ristrutturato, salite al castello e soprattutto godetevi le ragazze di Trencin che sono le più belle di tutto l’ex impero Austro Ungarico: alte, bionde, portamento signorile. Davvero una vista disintossicante, e senza eccezioni (forse un gentile omaggio della locale Pro-Loco).

Curiosa vista: alle sette del mattino la sede di una banca di fronte all’hotel già pullulava di impiegati al lavoro! Prima colazione continentale standard, conto totale più che onesto (1/3 di un pari categoria italiano) con tutte le voci separate: parcheggio, cena, colazione, minibar (evitate di usarlo, i prezzi di quest’ultimo sono il doppio di quelli continentali: miracolo della globalizzazione).

Si riparte; ci attendono solo 350 km. Tanto per gradire pochi chilometri dopo l’autostrada termina, e comincia una strada normale ben tenuta ma affollatissima di autocarri, pullman, trattori, camper che proseguono a passo d’uomo o quasi: e’ la più importante strada che collega Polonia e Slovacchia.

Presso la città di Zilina incappiamo in un ingorgo felliniano che ci blocca, per misteriose ragioni, per circa un ora. Qualche km dopo Turany raccomando di prendere la panoramicissima scorciatoia che porta direttamente, attraversando Parnica, alla cittadina di Dolny Kubin dove si prende la E77 (40 km in meno di viabilità ordinaria sono un tesoro da non perdere) e finalmente siamo alle pendici dei monti Tatra, bellissimi e gentili, paesaggi incantevoli, strada a tratti infernale, castelli vertiginosamente in equilibrio su precari denti rocciosi. Una vera meraviglia che fa dimenticare il traffico e la lentezza esasperante dello spostamento.

Non possiamo fare a meno di notare che tutta la Slovacchia è un brulicare di lavori in corso: grandi spianate stanno per essere riempite di fabbriche, si deviano fiumi per realizzare la (benedetta) autostrada di collegamento: è tutto un fervere di iniziative che fa ben sperare per il futuro dell’unione europea.

Una volta raggiunta la frontiera polacco/slovacca fra Trstena e Chyzne il percorso si addolcisce e la strada, pur rimanendo sostanzialmente una ordinaria nazionale a due corsie, risulta più scorrevole.

Un po’ d’attenzione ad entrare in Cracovia ed eccoci arrivati La valuta Lo zloty vale 1/4 di euro; trovate dappertutto i botteghini dei Kantor (cambisti autorizzati) però fate molta attenzione perchè le quotazioni sono molto variabili: da 3.30 a 4.0 per euro! Vi sorprenderete poi a pagare 10 zloty oggetti e servizi che in italia costano 10 Euro.

Cosa vedere Krakow (Cracovia) è di gran lunga la più bella ed antica città della Polonia; 800.000 abitanti ed un centro storico a forma di liuto circondato ininterrottamente dal Planty, una striscia alberata di almeno 100 mt di spessore che ha preso il posto delle mura sin dal secolo XIX. Questa barriera verde è la ricchezza della città e ne isola e protegge il cuore artistico e religioso.

Consiglio vivamente di trovare una sistemazione all’interno di questo liuto, visto che le dimensioni complessive (1500mt x 500 circa) del centro sono tali da consentirne una accurata e piacevole esplorazione a piedi.

Bisogna però fare attenzione agli hotel perchè le stelle esposte non corrispondono necessariamente al confort ed alla pulizia.

Ad esempio abbiamo trovato adeguato l’Hotel Pollera, in magnifica posizione sulla “Plac. Sw. Ducha” a due passi da tutto, con parcheggio custodito adiacente e cortile riservato ai clienti che lo chiedano. Ha grandi spazi comuni perfettamente arredati con mobili del XIX secolo e due ristoranti interni di buona qualità. Tutto compreso in due stelle.

Da evitare invece l’adiacente Elector (provato), quattro stelle, per l’assenza di spazi comuni, l’imbarazzante insufficienza del ristorante interno, i prezzi esagerati ed una professionalità non proprio inappuntabile.

A proposito di professionalità si segnala una situazione diffusa e significativa: quando il negoziante o la receptionist ha una età superiore ai 40 anni, siate certi che troverete un’accoglienza molto formale ed a tratti annoiata quando non seccata. Tutt’altro discorso quando i gestori sono giovani: di regola gentilissimi, allegri, orientati al cliente. Sono le tracce residue del periodo di controllo sovietico.

Vale per tutta la Polonia: negli hotel in genere le singole sono comode, le doppie sono singole con letto aggiunto (perciò un pochino claustrofobiche) mentre al contrario le triple sono addirittura esagerate. Se non vi incide troppo nel budget provate a prenotare una tripla ad uso doppio, vi troverete assai bene con una differenza di prezzo tutto sommato irrisoria. Inoltre gli hotel hanno in genere le camere abbastanza disomogenee: fatevele mostrare prima di occuparle. Se patite il caldo ci sono dappertutto camere climatizzate, ma non mi è sembrato il caso visto che il clima continentale prevede notti fresche e ritempranti.

Per quanto riguarda il cibo, a Cracovia vi sono più ristorantini che ogni altro tipo di negozio: si mangia bene ad prezzi pari ad 1/3 di quelli italiani. Se il tempo lo permette è consigliabile mangiare all’aperto nella sterminata piazza di 4 ettari “Rynek Glowny”, sotto gli ombrelloni. Provate anche le loro minestre e la trippa alla polacca (1.25 euro!).

Ottimi ed economici anche i ristoranti della adiacente piazza :::::::::::::: che oltretutto offrono la possibilità di godere da vicino del richiamo proveniente dalla torre più alta di Kolsciol Mariaki (Chiesa di Santa Maria al Fondaco): un trombettiere ogni ora suona un motivo di poche note spianate che si interrompe di colpo: ricorda che durante un assedio alla città il trombettiere che avvisava del pericolo venne freddato da una freccia in gola. E’ una istituizione per Cracovia, ora “in appalto” ai vigili del fuoco che usano la torre come punto d’osservazione (gli incendi hanno costellato l’intera storia della città).

Su quel che c’è (ed è moltissimo) da visitare troverete ampia descrizione nelle guide turistiche; indispensabile la classica verde Touring (appena ristampata ed aggiornata) ma anche, in aggiunta, quelle illustrate che si trovano in loco; scritte in perfetto italiano, per altro. Per la programmazione del viaggio ottima la Routard con le sue simpatiche faziosità.

Fra le poco visitate raccomando di non perdere la gotica Kolsciol Sw. Kryza (chiesa della s. Croce), una vera perla architettonica, con l’aula sorretta da un’unica colonna che termina in una forma a palmizio; interessanti gli arredi e gli affreschi, per quanto abilmente ritoccati. Acquistate la guida in loco e godetevela; allo stesso modo poco visitata ma imperdibile Kolsciol Bozego Ciala (chiesa del corpus domini) nel quartiere Kasimierz: una splendida cattedrale gotica, arredata in uno stile barocco che però lascia leggere senza difficoltà lo stile primigenio. Da non mancare una visita alla “dama con ermellino” di Leonardo, che assieme a migliaia di altre importantissime opere d’arte potrete trovare al Muzeum Czartoryskich (andateci in una giornata di pioggia: in estate i due palazzi che lo compongono sono una fornace) Shopping Si trovano ancora dappertutto monili d’ambra di ogni genere, che anche nelle gioiellerie hanno prezzi pari ad 1/5 di quelli italiani; il gusto è in genere raffinato. Per il resto si trovano le stesse cose che si vendono a Praga, Budapest ed in qualsiasi mercatino rionale italiano.

Fuori Cracovia Indispensabile una visita al santuario-fortezza di Czestokowa, sulla collina di Jasna Gora (Montagna luminosa). E’ davvero impressionante il numero di fedeli che vi si accalcano. Tutti si confessano, seguono le varie cerimonie, si comunicano.

Ecco, da laico intermittente mi sono sentito un po’ a disagio a fare il semplice turista in mezzo a questa fiumana che trasmette fede schietta e profonda. Va detto che il santuario non è nato in seguito ad una apparizione della Madonna, e questo lo mette già in buona luce.

Per arrivare, farete un pezzo d’autostrada (l’unica della Polonia, che unisce Cracovia a Breslavia) e sarete sorpresi di dover pagare all’entrata ed anche all’uscita.

Kalwaria Zebrydewska come importanza è il secondo luogo di culto della Polonia, più intimo di Czestokowa ma forse ancora più coinvolgente. Se il clima lo permette ci sono oltre 40 tempietti in vari stili da visitare, per un percorso di circa 8km a piedi sulle pendici della collina. Anche qui molta fede ed anche una accoglienza particolarmente cordiale verso gli italiani.

Oswiecim (Auschwitz) è una meta obbligatoria. Andate e vedrete.

A Wieliczka la dismessa miniera di sale (salgemma), sfruttata da millenni, è uno dei motivi per andare in Polonia: 350km di gallerie, fino a 300mt di profondità; una cattedrale sotterranea di enormi dimensioni, cliniche per malattie respiratorie (l’aria è purificata dal sale), ristoranti, laghi. Insomma una città sotterranea che occupa 1200 dipendenti, quanti ne occupava nei periodi di attività estrattiva. Un bell’esempio di riconversione industriale! Non manca, per uscire, una vertiginosa corsa sull’ascensore già usato dai minatori.

Come spesso succede quando si sta bene in un posto, il tempo vola, e così abbiamo dovuto rinunciare a parte del programma (ad esempio le cinque chiese in legno protette dall’Unesco).

Sensazioni comunque positive, di una nazione che si sta sforzando di recuperare il tempo perduto, a cominciare dalla viabilità che ora è veramente critica, per finire alle moderne comodità, ma senza staccarsi troppo da tradizioni secolari e civilissime.

Da tornarci.



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