Cracovia e dintorini

Bellissima esperienza nella Polonia più bella
Scritto da: giudisa
cracovia e dintorini
Partenza il: 04/08/1016
Ritorno il: 11/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Cracovia e dintorni (4-11 agosto 2016)

1° giorno

Si parte per una meta molto desiderata. Lasciata l’auto ad un parcheggio di Somma Lombardo veniamo accompagnati con la navetta in aeroporto. Il volo da Malpensa per Cracovia è Easyjet (molto economico: 120€ A/R in due). La partenza è prevista per le 18:30 ma partiamo con circa un’ora di ritardo… pazienza. Arriviamo all’aeroporto di Cracovia alle 21:10. In Polonia non c’è l’euro e quindi siamo costretti a cambiare in zloty (la moneta locale) nell’ufficio cambio dell’aeroporto. Consiglio: cambiate l’indispensabile perché il tasso è molto sfavorevole. Noi, purtroppo, l’abbiamo scoperto a nostre spese. Usciti dall’aerostazione compriamo, aiutati dal conducente, i biglietti per il bus che ci condurrà in città (4 zloty a biglietto=4 euro). Chiediamo al conducente se passa vicino l’hotel e ci fa capire che no. Arrivati in città, invece, mi chiama e mi dice di scendere alla prossima fermata perché l’hotel si trova vicino. Scendiamo, ringraziandolo, e dopo quasi 500 metri arriviamo all’Hotel Maksymilian. Facciamo il check-in e dopo aver sistemato i bagagli decidiamo di uscire per andare in centro. Dall’hotel sono appena 7-8 minuti a piedi. Ci troviamo così nella piazza principale “Rynek Glowny”, la più grande piazza medievale d’Europa. Molto bella, circondata da edifici storici e al centro l’imponente Sukiennice, l’edificio del vecchio mercato. Giriamo per le strade del centro e poi torniamo in hotel.

2° giorno

Alle 5 di mattina in camera entra tanta di quella luce che ci svegliamo. Abbiamo una camera in mansarda e la finestra a tetto non è ben schermata. Dopo un pò scendiamo a fare colazione (ottima e ricca anche se più salato che dolce) e poi ci rivolgiamo alla reception per chiedere di cambiare camera. Cerchiamo Taddeo, l’addetto che parla italiano, che ci rassicura dicendoci che la prima camera che si libera in mattinata sarà nostra. Torniamo in camera e sistemiamo i bagagli in modo che possano spostarli nella nuova camera. La prima cosa da fare della giornata è cercare l’agenzia per prenotare l’escursione per le miniere di sale di Wieliczka. Andiamo da SOS Travel, un’agenzia italiana che si trova vicino l’hotel in via Karmelicka. Sono molto gentili e ci prenotano la visita per la domenica pomeriggio al costo di 70€ in due. Ci spiegano che l’escursione la faremo con l’agenzia Cracow City Tours. Torniamo a Rynek Glowny e la prima cosa che visitiamo è la Basilica di Mariacki, splendida chiesa in mattoni rossi. Gli interni sono altrettanto splendidi dove spicca la pala d’altare di Veit Stoss. La basilica ha la particolarità che ad ogni ora, dalle finestre di una delle due torri viene suonato un motivo di tromba. È una tradizione che si ripete da secoli. Si dice che quando nel passato ci fu l’assalto dei turchi un trombettiere, volendo avvertire la popolazione, si mise a suonare la tromba ma fu trafitto in gola da una freccia e così il suono si interruppe. Per entrare si pagano 15 zloty (circa 3,50€). Continuiamo per la città prima lungo via Florianska, una delle vie più importanti della città, fino ad arrivare a Porta Florianska, l’unica porta medievale rimasta dopo l’abbattimento dei muri medievali. Di fronte la porta c’è il Barbacane, una fortezza in mattoni rossi di forma circolare, tipica del centro Europa. Torniamo indietro e ci fermiamo in piazza a mangiare due piccoli panini preparati in hotel. poi ci sediamo in un locale (il Kravat Klub) a bere due birre Zywiec alla spina. Un altro giro in città fino a Maly Rynek (Piccola piazza) che si trova vicino la Rynek Glowny. C’è aria di festa perché su un palco coperto si esibiscono gruppi canori in costume con canti tradizionali polacchi. Rimaniamo a guardare per un pò. Fatta sera decidiamo di cenare al Ristorante Sukiennice, che si trova proprio al piano terra dell’edificio omonimo nella Rynek Glowny. Ci mettiamo fuori ma la temperatura non è proprio estiva. In questi casi il personale fornisce i clienti di plaid rossi (curioso e caratteristico). Ordiniamo come antipasto un tagliere di formaggi e poi un piatto di pierogi (specie di ravioli a mezza luna ripieni) ripieni di carne e uno ripieni di formaggi, entrambi serviti con una ciotola di salsina. Dividiamo tutto in due. Sono buonissimi, quelli di formaggio in particolare. Ci portano due birre e alla fine (tutto molto buono) paghiamo 88 zloty (circa 22€, incredibile). Ci rendiamo conto che il costo della vita, specie per l’alimentazione, è assolutamente favorevole rispetto ai nostri abituali standard. Soddisfatti torniamo in hotel dove troviamo la nuova camera, stavolta a un piano intermedio, comoda e con le finestre oscurabili.

3° giorno

In reception ringraziamo Taddeo per la camera e andiamo a fare colazione. La giornata è un pò nuvolosa con qualche goccia di pioggia. La destinazione è la collina del Wawel dove ci sono la Cattedrale di Stanislao e Venceslao e il Castello. Lungo la via Grodzka, che porta al Wawel, scopriamo un ufficio cambio (si chiamano Kantor) molto conveniente (1 euro=circa 4,5 zloty e senza commissioni) e da questo momento sarà il nostro punto cambio per tutto il soggiorno a Cracovia. Arrivati sulla collina andiamo in biglietteria per entrare al castello ma notiamo una fila lunghissima e desistiamo. Scopriamo che per entrare nelle varie sezioni del castello bisogna fare biglietti differenti e, comunque, rilasciano per ogni sezione un numero di biglietti stabilito che fortunatamente è possibile monitorare nei display. Il segreto è recarsi molto presto in biglietteria in modo da poter scegliere con calma. Decidiamo di visitare la cattedrale dove la fila è limitata. Molto bella all’interno, in particolare la Cappella di San Sigismondo la cui cupola dorata è visibile all’esterno. Ci mettiamo in fila per salire nel campanile. A gruppi si sale da una scala in legno, abbastanza comoda. Lungo la scalata incontriamo le campane ma la più importante sta in cima, la campana Sigismondo, la più grande di Polonia. Dalla torre si può vedere una parte panoramica della città. Dopo la torre scendiamo nella cripta dove sono sepolti molti personaggi famosi polacchi (in particolare Jozef Pilsudski, eroe della II guerra mondiale). La cattedrale è una specie di pantheon anche perché per secoli è stata la capitale della Polonia. Usciti dal Wawel, facendo qualche calcolo, pensiamo di tornare in agenzia viaggi per prenotare anche la visita per Auschwitz. È sabato e troviamo chiuso. Telefono al referente in Italia e mi dice che oggi purtroppo non è possibile. Aguzzato l’ingegno andiamo nella sede della Cracow City Tours, con la quale realmente dobbiamo andare alla miniere di sale. Faccio vedere la prenotazione di Wielicza e chiedo se è possibile prenotare per lo stesso giorno anche Aushwitz. Dopo un pò di conciliaboli tra loro dal sorriso capisco che è possibile… è fatta. Praticamente la mattina ad Auschwitz e pomeriggio alle miniere. Paghiamo in euro (62€ in due). Risolto il problema a piedi ci dirigiamo verso il quartiere ebraico (Kazimierz). Come inizio ci fermiamo in Plac Novy dove al centro c’è un edificio circolare con chioschetti che fanno cibo da strada. Prendiamo solo i fritky (patatine fritte in un cono di cartone che all’interno ha anche il contenitore per le salse). Dopo esploriamo velocemente il quartiere attraverso le sinagoghe e le caratteristiche strade. Scopriamo un chiosco dove una ragazza prepara dei gelati alla frutta a vista sminuzzando la frutta e aggiungendo la crema e con l’ausilio di palette metalliche su una piastra refrigerante lavora l’impasto facendo dei rotoli di gelato che poi mette in una coppetta. Davvero molto brava. Poi torniamo in centro fermandoci in Rynek Glowny dove una banda di bravissimi trombettisti suonano allietando i passanti. In piazza assistiamo al suono della tromba proveniente dal campanile della Basilica di Mariacki. Si è fatta ora di cena e decidiamo di tornare al Ristorante Sukiennice. Stavolta ceniamo all’interno. Prima ci servono un antipasto omaggio a base di cetriolini e crauti. Ordiniamo un piatto di costolette di maiale in salsa di mirtilli e vari contorni e un piatto di coscia d’anatra con contorni di crauti, bietole e polpette di pane a fette. Tutto molto buono. Con l’aggiunta di due birre alla spina paghiamo 82 zloty. Sazi e soddisfatti facciamo un giro per smaltire e poi torniamo in hotel.

4° giorno

È domenica. Ci aspetta una giornata intensa. Facciamo colazione presto perché alle 8 si parte per Auschwitz. Raggiungiamo il punto di raccolta in Plac Metejki, di fronte l’agenzia, percorrendo una parte del Planty, la fascia verde che gira intorno al centro storico realizzata nel secolo scorso a seguito dell’abbattimento delle mura. Partenza puntuale in bus con guida italiana. Arriviamo dopo un’ora. La guida ci fornisce le cuffie per la visita guidata. Cominciamo la visita entrando dal famoso cancello con la scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi, che cinici quei bastardi di nazisti). La visita prevede un percorso che tocca tutti i luoghi significativi. Non è una visita qualsiasi. Praticamente stiamo calpestando strade, viali e pavimenti dove hanno trovato atrocemente la morte circa 1.200.000 tra ebrei, zingari e disabili. Più la guida ci spiega e più provo un senso di frustrazione e di rabbia. Credetemi, un conto è vedere le immagini in televisione e un conto è vedere e sentire sul posto. Aveva ragione Primo Levi che scrisse “se comprendere è impossibile conoscere è necessario”. È così. Vedere la camere a gas, i forni crematoi, il muro delle fucilazioni, gli indumenti, le scarpe, le valige e le chiome di capelli delle donne è raccapricciante. Ma più angosciante in assoluto è ciò che non si vede e si sente nei filmati tv. È una camera con all’interno una specie di box quadrato in muratura dal pavimento al soffitto, completamente chiuso e con buco alla base. Quelle belve naziste la sera introducevano, attraverso il buco, quattro individui che in piedi, in 1 metrox1 metro, senza luce e aria dovevano trascorrere l’intera notte. La mattina li tiravano fuori, sia i sopravvissuti e sia i morti (immaginate gli atroci stenti). Ciò dimostra che purtroppo la cattiveria umana non ha limiti.

Finita la visita con il bus ci spostiamo nell’altro campo di Birkenau (a circa 3 km), denominato Auschwitz II. Questo è il campo dove arrivava il terribile treno carico di deportati. Subito si vede l’edificio famoso immortalato in tanti films tra cui la “Vita è bella” di Benigni. Il campo ha da un lato i resti delle baracche di legno (demolite dalla popolazione dopo la guerra per alimentare le stufe e i camini). Nel lato opposto ci sono le baracche in muratura. Prima andiamo a visitare i resti dei forni crematoi, resti perché prima di andare via i nazisti li fecero saltare in aria. In fondo c’è il monumento a ricordo con tante lapidi che riportano un testo di ammonimento per quanto accaduto. Ci sono tante lapidi quante sono state le nazionalità delle persone deportate nel campo. L’ultima tappa riguarda una delle baracche in muratura. All’interno si vedono ancora gli originali ripiani dove dormivano i deportati. Si fa fatica a pensare come in ognuno di quei spazi piccoli e angusti, oltre che rigidi, potessero dormire più di otto persone…… inumano. Finita la visita torniamo al bus che ci riporta a Cracovia. Il tempo di andare in albergo per rinfrescarci e torniamo nuovamente in Plac Matejki da dove, alle 15:45, si parte per Wieliczka. Arrivati a destinazione andiamo all’ingresso delle miniere aspettando il turno per l’ingresso. L’ingresso alle miniere è consentito solo a gruppi con visita guidata. Ci si può organizzare anche recandosi agli ingressi e cercando i gruppi della propria lingua agli orari stabiliti e aggregandosi, anche se si rischia di non riuscirci. Io consiglio di pianificare la visita fin dall’inizio per non avere sorprese. Entriamo e percorriamo la discesa attraverso una scala di legno (circa 380 scalini). Finiti gli scalini cominciamo a seguire il percorso con la guida (in italiano) a spiegarci le varie camere che incontriamo. Il pezzo forte arriva quando ci troviamo nella meravigliosa cappella (sembra una cattedrale) con statue di sale (compresa quella di Giovanni Paolo II) e sculture illuminata da splendidi lampadari di sale. Prima di accedere alla cappella faccio il biglietto per scattare altre foto (appena 10 zloty=2,5 euro), ti danno un adesivo da attaccare addosso ben visibile. Nel primo tratto fare foto è gratis anche perché si può capire se vale la pena fare foto così al chiuso. In effetti vale la pena. Le foto vengono bene. Per quanto costa conviene fare le persone corrette evitando di fare i furbi. Continuiamo il percorso e arriviamo al posto di ristoro dove compriamo qualche souvenir. Arriviamo in fondo alla grotta di Jozef Pilsudski. Siamo a 135 metri sotto il livello. Torniamo in superficie con l’ascensore. Durante tutto il percorso non abbiamo avuto il bisogno di indossare la felpa perché la temperatura è stata abbastanza gradevole. Con il bus torniamo in città. È ora di cena. Durante la visita avevamo chiesto alla guida qualche informazione su ristoranti di Cracovia. Seguendo le sue indicazioni andiamo al ristorante U Babci Maliny, di fronte il teatro che a quest’ora è splendidamente illuminato. Entriamo e ci indicano di scendere al piano inferiore. È un ambiente molto curato. Ottimo locale. Il menù è in italiano ma il personale non lo parla. E allora forza con l’inglese. Prendiamo un piatto kotlet schabovy (cotolette di maiale) con contorno di purè e salsetta di cavoli, un piatto di gulasch, due birre alla spina Okocim. La cotoletta è gustosissima, il gulasch buono ma ben piccante. Tutto molto buono per soli 100 zloty (circa 25€). Un breve giro in centro e ritorno in hotel.

5° giorno

Facciamo presto colazione per arrivare in tempo al Wawel. Lungo il percorso prima ci fermiamo a vedere il chiostro del Collegium Majus dell’Università Jagellonica e poi in via Grodzka diamo una veloce occhiata alla Chiesa di Sant’Andrea. Arriviamo al Wawel e… incredibilmente la fila è così lunga che non arriveremmo a fare il biglietto per ciò che più ci interessa: la “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci, esposta in una sala a parte e per la quale si paga un biglietto a parte. A questo punto desistiamo rinviando la visita al castello a un altro giorno e ci avviamo a verso il quartiere ebraico percorrendo il lungo fiume della Vistola. Anziché fermarci al quartiere ebraico proseguiamo per il quartiere Podgorze, che si trova oltre il fiume. È stato in passato il quartiere ghetto per gli ebrei ed è famoso per avere una piazza molto grande, Piazza degli eroi del ghetto. In tutta la piazza sono state collocate delle grandi sedie metalliche a simboleggiare la condizione degli ebrei durante la guerra. Si dice che l’ideatore trasse spunto da una foto scattata negli anni della deportazione dove era immortalata una bambina che trascinava una sediolina. Torniamo indietro verso il quartiere ebraico e attraversiamo il ponte pedonale metallico moderno dove, per tutto il tratto, sono stati messi lucchetti e catene con messaggini sullo stile di Ponte Milvio a Roma. Giriamo il quartiere con più attenzione rispetto ai giorni precedenti e ci fermiamo a visitare la sola Sinagoga Remuh, piccola ma importante perché ad essa è annesso il vecchio cimitero storico. Il biglietto costa 5 zloty (circa 1,60€). L’interno della sinagoga non dice granché, piccolo e poco ornato. Più importante è il cimitero dove sono sepolti personalità ebree importanti del passato, sullo stile di quello di Praga, ma più piccolo. A questo punto, con un certo languorino che ci stuzzica, ci fermiamo in Plac Novy e nel solito edificio circolare dove fanno cibo da strada, prendiamo la famosa “zapiekanka”, un filoncino di pane tagliato a metà in orizzontale e condito con formaggi, funghi, verdure e altro (si può scegliere come si vuole). Buona e saziante all’incredibile costo di 5 zloty (solo 1,25€ circa). Per completare prendiamo di nuovo i fritky (le patatine fritte). Desiderosi di una buona birra ci accomodiamo nella birreria Alchemia, che si trova nella stessa piazza. È un locale molto conosciuto e frequentato, specie la sera. Prendiamo due birre Tyskie e ci sediamo comodamente al tavolo con vista in piazza. Il locale è molto carino nel suo genere, minimalista ma curato. Ricordandoci del chioschetto che fa quei curiosi gelati ci ritorniamo e, stavolta, ne prendiamo una coppetta. Beh….. devo ammettere che è molto buono così come è piacevole vedere l’abilità della ragazza nel confezionarlo. Lasciamo il quartiere e ci dirigiamo verso il centro attardandoci nella via Grodzka per vedere negozi di ambra e souvenir. Cracovia è piena di negozi che vendono oggetti e gioielli di ambra. Il consiglio, per chi vuole fare acquisti, è di rivolgersi nei migliori negozi perché la qualità è più garantita. Un pò stanchi di girare rientriamo in albergo.

6° giorno

Stavolta, per non farci fregare, facciamo colazione ancora più presto e ci dirigiamo velocemente al Wawel. Ci mettiamo in fila subito (davanti abbiamo poche persone… si fa per dire). Arrivati alla meta decidiamo di fare il biglietto per la Dama con l’ermellino (10 zloty), poi per gli Appartamenti di stato (16 zloty) e, solo per me per la Torre Sandomierska (4 zloty). Per entrare si deve rispettare l’orario che è segnato nei singoli biglietti. In attesa giriamo l’esterno del chiostro del Castello che è splendido. Entriamo per prima al piano superiore dove è esposta la Dama con l’ermellino. Anche qui si entra a gruppi perché la tela è esposta in una sala in penombra. L’impatto è positivo e devo ammettere che mi ha impressionato, avendole viste entrambe da vicino, più della Gioconda. Purtroppo non si possono fare foto tranne nella sala accanto dove è esposta una riproduzione fotografabile. La visita è breve e così scendiamo al piano terra dal quale entriamo negli Appartamenti di stato. Anche qui è vietato fare foto. Vediamo le sale visitabili seguendo un percorso guidato. Molti sono gli arazzi, di pregevole fattura. Le sale più significative sono la Sala Senatorska dove avvenivano le sedute del senato, e la Sala Poselska che ha un soffitto a cassettoni, davvero splendido, dove sono scolpite alcune curiose teste umane. Finita la visita torniamo nell’area biglietteria dove compriamo qualche souvenir. Da solo, poi vado alla Torre Sandomierska che si trova proprio accanto l’edificio della biglietteria. È una torre cilindrica in passato per la difesa e l’avvistamento. Salgo fino all’ultimo livello attraverso una scala di legno. Dalla sommità, attraverso le piccole finestre si gode la vista della città a 360°.

Tornato nella sala della biglietteria capisco che mia moglie non ha nessuna voglia di venire con me a visitare la Fabbrica di Schindler. Io invece non poteri rinunciarci e così ci dividiamo, lei in giro in centro e io a Podgorze. La Fabbrica di Schindler si trova nel quartiere di Podgorze e quindi mi preparo a una lunga e svelta camminata. Attraverso la Vistola ma sbaglio la strada giusta e giro un pò a vuoto. Finalmente qualcuno mi indica il percorso giusto e così vado. In effetti non sono io che sbaglio ma i lavori in corso nella zona disorientano un poco. Anche qui la fila è lunga e devo aspettare quasi mezz’ora per fare il biglietto che costa 21 zloty. Ci sono alcuni gruppi guidati e così mi accodo, con discrezione, ad un gruppo con guida italiana, staccandomi ogni tanto per vedere autonomamente le varie sale. A girare per gli interni, ancora una volta, si capisce cosa è stato l’olocausto. E si capisce, anche cosa di grandioso ha fatto Oskar Schindler per gli ebrei. Avendo visto il film di Spielberg “Schindler’s List” riconosco alcuni ambienti fra i quali il famoso studio di Schindler. Finita la visita mi accingo al ritorno in centro passando davanti il MOAK, il Museo d’arte moderna, che si trova proprio accanto la Fabbrica di Schindler. Il tempo cambia decisamente. Quando sono entrato era bello soleggiato, ora comincia a piovigginare. Di buona lena raggiungo mia moglie in centro, dopo una sgambettata di 20 minuti. Passeggiando per via Grodzka incontriamo casualmente una coppia italo-polacca e scambiandoci informazioni ci segnalano un ristorante che si trova proprio là vicino: il Czarna Kaczka (anatra nera), ci dicono che si mangia molto bene. Fidandoci del consiglio andiamo a vedere e convinti prenotiamo per la sera. Torniamo in hotel per cambiarci e alle 20,30 ci rechiamo al ristorante. Data la serata abbastanza fresca chiediamo di cenare all’interno. Il personale è molto gentile. Ordiniamo due piatti tipici polacchi: i bigos, uno stufato di carne, cavoli e crauti tutto in un contenitore di pagnotta di pane svuotato della mollica e reso croccante, e i golabki, involtini carne tritata e condimenti vari avvolti da foglie di cavolfiore, il tutto in salsa di funghi. Entrambi i piatti, anche se lontani dalle nostre abitudini, buonissimi e molto gustosi. Accompagniamo il pasto con due birre alla spina Okocim. Concludiamo con un dolce tradizionale: la szarlotka, torta di mele servita con una palla di gelato sopra: strepitosa. Mai mangiata una torta di mele così (dopo ci spiegheranno che in Polonia la torta di mele è una tradizione molto radicata). Pienamente soddisfatti chiediamo il conto : 93 zloty (23€ in due… pazzesco, in Italia neanche due pizze). Torniamo in hotel.

7° giorno

È il penultimo giorno e, dato che ci è rimasto del tempo, decidiamo di andare al Santuario di Czestochowa. Facciamo colazione e poi ci incamminiamo verso la stazione ferroviaria dove a pochi metri si trova la stazione autobus. Quando si entra in stazione, prima di arrivare dobbiamo percorrere gli interni del Centro commerciale Galeria Krakowska. Questo il centro commerciale più grande della città e dove si trovano i negozi migliori (specie le marche famose). Finalmente arriviamo alla stazione e ci indicano quella degli autobus. È abbastanza grande e così cerchiamo il posto da dove partono per Czestochowa. Ci dicono che il biglietto bisogna farlo a bordo. Raggiungiamo il piano garage e troviamo finalmente il bus. Per la verità è un minibus. Facciamo i biglietti (18 zloty a testa) per la sola andata. Si parte alle 11 e dopo due ore arriviamo alla stazione autobus di Czestochowa, di fronte quella ferroviaria. A questo punto dobbiamo arrivare al santuario. E qui nascono i problemi. A Cracovia ovunque ti giri chiedi in inglese (a volte in italiano) e ti rispondono. Qua purtroppo è diverso, solo polacco. Alla fine a gesti e mimi capiamo la direzione. Dalla stazione ferroviaria bisogna girare a destra e dopo circa 500 metri si arriva nel lungo viale che, in salita, ti porta al santuario. La giornata non è bella e ogni tanto pioviggina. Arrivati alla meta cominciamo a girarla. Il santuario è all’interno e tutt’uno con una fortezza. Vediamo la parte esterna e poi entriamo nella basilica dove è esposta l’icona della “Madonna nera col bambino”. Il luogo ti porta al naturale raccoglimento. Ed è proprio di fronte la Madonna, posta al di là di una inferriata, che si trova il maggior flusso di gente, fra quelli che pregano e quelli che oltre a pregare fanno foto. La basilica è molto bella. Continuiamo la visita del complesso che comprende altre sale. Ci sono anche delle sale museo con accesso a pagamento ma noi preferiamo continuare a girare l’esterno. Dopo circa due ore di visita decidiamo di andare e lungo il viale, stavolta a scendere, incrociamo allegri gruppi di preghiera che provengono da varie parti della Polonia, a piedi, in pellegrinaggio. Questo è, infatti il periodo del pellegrinaggio verso il santuario, rigorosamente a piedi, che dura anche alcuni giorni. A questo punto ci viene in mente il giorno che siamo andati ad Auschwitz e lungo la strada avevamo incontrato qualcuno di questi gruppi. Sono passati 5 giorni e questi arrivano ora, complimenti. Torniamo alla stazione ferroviaria e pensiamo di tornare a Cracovia in treno. La stazione è bella e moderna ma è estremamente complicata. Tutto in polacco, non si capisce niente. Dopo aver perso circa 20 minuti inutilmente torniamo alla fermata dell’autobus e aspettiamo il prossimo che arriva dopo mezz’ora. Facciamo nuovamente il biglietto a bordo (sempre minibus e sempre 18 zloty a testa). Arriviamo dopo due ore ed è di nuovo una fatica uscire dalla stazione ferroviaria perché c’è sempre da attraversare il centro commerciale. Andiamo verso il centro perché decidiamo di tornare al ristorante della sera prima per la cena. Io vado a prenotare e mia moglie va in hotel. Fatta la prenotazione, sotto una leggera pioggia, la raggiungo. Ci rinfreschiamo e poi andiamo a cena. Purtroppo la serata è di nuovo fresca e quindi niente giardino, ci accomodiamo all’interno. Stavolta ci accoglie il gestore che parla un pò di italiano. Stasera onoriamo il nome del ristorante e ordiniamo l’anatra. Intanto come antipasto prendiamo un piatto in due di pierogi, stavolta del tipo dolce (al ristorante Sukiennice erano del tipo salati). Poi ci servono l’anatra a forno, contornata da patate, mirtilli, mele, gnocchi, bietola, su un vassoio e, a parte, due ciotoline, una con salsa di mirtilli e l’altra con salsa di funghi. Poi ce la dividono nei rispettivi piatti. Sia l’anatra che i contorni sono da fare il bis. Ovviamente non è possibile viste le porzioni. Siamo talmente pieni che non riusciamo a ordinare la torta szarlotka. Alla fine ci offrono un bicchierino di vodka al mirtillo. Ancora più soddisfatti della sera precedente chiediamo il conto: stasera 124 zloty. Salutiamo con la nostalgia che sera successiva non possiamo tornare perché si parte. Siamo molto sazi e così facciamo un breve giro in centro (fa freddo e pioviggina) dove, nella piazza centrale, hanno piazzato delle casette di legno perché l’indomani inizia una fiera dell’artigianato. Ci ritiriamo in hotel. È l’ultima sera e cominciamo a preparare i bagagli.

8° giorno

Andiamo a fare colazione e poi lasciamo la camera. Avendo la mattinata a disposizione lasciamo i bagagli alla reception e andiamo. Purtroppo non possiamo salutare il simpatico Taddeo perché oggi è il suo giorno di riposo. Andiamo in piazza dove hanno già aperto le casette. Sono tutte di artigianato di vario genere. Peccato che dobbiamo andare via perché ci dicono che per qualche giorno ci saranno in città manifestazioni musicali e altro. Dopo avere acquistato qualche ultimo souvenir andiamo al Camelot, un locale storico rinomato in via Tomasza, famoso per le torte. Gli interni sono d’epoca e l’atmosfera è molto accogliente. Prendiamo due fette di torta di mele che ci vengono accompagnate con fette di anguria e bacche di mirtillo (è un frutto molto usato nella cucina di queste zone, anche di quella ceca e slovacca). Buona anche questa. Poi un caffè espresso (a detta di mia moglie passabile… io non posso giudicare perché non bevo caffè). Tornando verso il centro entriamo in elegante negozio di gioielli d’ambra e compriamo un anello d’ambra dorata (c’è anche quella gialla). Stavolta abbiamo finito e torniamo in hotel a prendere i bagagli. Con il tram raggiungiamo la stazione ferrovia. Giriamo per un pò all’interno del centro commerciale. Poi ci avviamo alla stazione dell’autobus e alle 17,30 partiamo (bus 208) per l’aeroporto Balice, intitolato a Giovanni Paolo II. In aeroporto compriamo le ultime cose, giusto per spendere gli ultimi zloty. La partenza è prevista per 20:50. Partiamo puntuali e alle 23,30 arriviamo a Malpensa.

In conclusione bellissima vacanza in una città davvero accogliente, ricca di cultura e di… Buonissima gastronomia. Ci siamo resi conto capito che i giorni sono stati giusti per girarla tutta e per andare a fare le escursioni fuori porta, in particolare Auschwitz. Abbiamo incontrato molti italiani e alcuni erano di passaggio. Io do un consiglio: a Cracovia bisogna venire per rimanerci per più tempo e non per un paio di giorni o, peggio ancora, per una escursione giornaliera, magari da Varsavia.

Un’ultima dritta: scambiare gli euro in aeroporto solo l’indispensabile (10 euro, non di più). Scambiare in centro nei kantor (quello in via Grodzka è molto conveniente e non applica commissioni). Attenzione alle cifre che espongono. Devono esserci due cifre, una più alta per avere euro, una più bassa per avere zloty. I furbi mettono solo quella più alta e poi vi fregano. Non cambiare mai su invito di gente che vi ferma per strada… dietro c’è la truffa.

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Cracovia - pierogi

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Cracovia - bigos

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Cracovia - chiostro del castello

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Auschwitz-Birkenau

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Czestochowa



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