Cracovia e Auschwitz 2
Ci troviamo nella piazza davanti alla stazione, a fianco della quale si trova un enorme centro commerciale, la galleria Kracowska, al cui interno si trovano decine di negozi più o meno conosciuti, fast food vari e un supermercato Carrefour. Di fronte si trova un ufficio postale aperto 24 ore. Andrea, che ha un senso dell’orientamento migliore del mio capisce subito qual è la via nella quale è situato l’alloggio. Sta proprio davanti a noi, via Radziwillowska. Percorsi circa quattrocento metri ad attenderci al numero 7 c’è il simpaticissimo Silvio, un gentile signore di Milano, che passa parte del suo tempo a gestire alcuni appartamentini di sua proprietà nel centro di Cracovia. Abbiamo prenotato tramite Booking una camera con bagno per quattro persone nei Silvio’s Apartments in Cracovia. E’ stato lo stesso Silvio a contattarci tramite e-mail, non appena andata a buon fine la prenotazione, per darci i suoi numeri di telefono e chiederci di avvisarlo sull’ora di arrivo in modo tale da farci trovare pronte le chiavi. Se lui non è a Cracovia le stesse si possono ritirare presso un ufficio situato nella via Grodzka, 2, vicino alla piazza del mercato vecchio. La stanza, 90 euro per tre notti, è un gioiellino. Ha un soppalco nel quale sono presenti un materasso matrimoniale e due materassi singoli. Nella parte bassa ci sono due divani letto da una piazza e mezzo ciascuno. La stanza ha un bagno nuovissimo fornito anche di phon, una tv 20 pollici con ricevitore satellitare e il Wi-Fi gratuito a disposizione. Con altre due stanze condivide l’utilizzo della cucina e di una zona lavanderia fornita di lavatrice. Oltre il costo della stanza paghiamo anche la tassa di soggiorno, in tutto altri 2,50 euro. Silvio ci da poi qualche dritta sulla città, su cosa vedere, dove mangiare dicendoci di contattarlo telefonicamente qualora avessimo dei problemi. Sistemati i bagagli ci dirigiamo verso il centro per prelevare al bancomat, dato che il pagamento della stanza ci aveva lasciati a corto di contanti, e per mangiare.
Su insistenza dei bambini ci fermiamo al Mc Donald’s nella via Florianska, nei pressi della porta omonima. Con meno di 12 euro mangiamo in quattro. Poi ci dirigiamo verso la piazza principale per fare una passeggiata, sentiamo il nostro primo hejnal (la musica interrotta, suonata dal trombettiere ogni ora verso tutti e quattro i lati della torre di destra della basilica Marianska vista di fronte, in onore di un eroe che dando così l’allarme salvò la città da un assalto nemico). L’ultimo lato verso il quale suona è quello di destra, sempre guardando la chiesa di fronte, e qui si raduna normalmente una piccola folla che aspetta di poter salutare il trombettiere che risponde ai saluti, terminata l’esibizione. La piazza è bellissima, con la sua fontana colorata da luci varie e piramide di vetro, la basilica, il mercato e la torre dell’orologio e un’altra piccola chiesa, S. Adalberto, tutti illuminati così come i palazzi che la contornano. Siamo stanchi e decidiamo di andare a dormire. Il tempo non è tantissimo e abbiamo parecchie cose da vedere. La mattina dopo la giornata è uggiosa. Ci dirigiamo verso la galleria per fare colazione da Starbucks. La colazione è buona, ma il posto è più caro di altri. Piccola spesa da Carrefour per rifornirci di stuzzichini, panini per il pranzo e bevande a prezzi veramente ridicoli e, dopo aver fatto tappa all’ufficio informazioni che sta nel Planty vicino al Barbacane e alla porta Florianska nel quale una gentile signorina ci da le informazioni su come arrivare alle miniere di sale e ad Auschwitz (Oswiecim in polacco) e ci fornisce di cartine di Cracovia e di guida in italiano sulle cose più belle da vedere in città, ci dirigiamo verso il Wawel, il castello.
Facciamo una puntatina dentro la basilica di Maria, entrando dalla parte dei fedeli, ma essendo in atto una messa usciamo velocemente ripromettendoci di visitarla meglio successivamente. Arriviamo al castello passeggiando nella via Grozka. La via è piena di negozietti di souvenir e di gioiellerie che vendono gioielli d’ambra. E’ pieno di italiani e in giro ci sono molti venditori di pani con semi di sesamo e altri semi. Arriviamo al castello e decidiamo di prendere i biglietti per visitare gli appartamenti reali, le stanze di rappresentanza, il tesoro e le armi e la grotta del drago. Qui tutti parlano inglese perfettamente mentre noi ci arrangiamo con un inglese maccheronico condito con mimica facciale e gesticolazione varia. In tutto sono circa 40 euro. Nel biglietto vengono indicati gli orari delle visite e l’ordine delle stesse. Ci mettiamo in fila per gli appartamenti reali quando veniamo avvisati che gli zaini vanno depositati dall’altra parte del cortile. Abbiamo la sfortuna di essere superati da due turisti facenti parte di un gruppo di cinquanta e attendiamo con pazienza il deposito dei bagagli di tutto il gruppo prima di poter depositare i nostri. Fortunatamente non dobbiamo rifare la fila e ci portano a visitare gli appartamenti con la guida di una ragazza che parla inglese e che facciamo finta di capire. Le stanze di rappresentanza e il tesoro e le armi non necessitano di guide. In ogni posto passiamo attraverso il metal detector. Le stanze di rappresentanza e tesoro e armi sono più belle degli appartamenti reali, ma vale la pena di vedere tutto. Visitiamo anche la cattedrale, gratuitamente. A pagamento, se si vuole, si può vedere il museo della stessa e la campana di Sigismondo, ma non abbiamo voluto strafare, i bambini sono un po’ stanchi. Come tutte le chiese di Cracovia, anche la cattedrale è riccamente decorata. Al suo interno sono presenti varie tombe di reali e di personaggi famosi. Le grotte del drago sono adatte per i bambini, niente di che per gli adulti. Il drago di metallo che sputa fuoco ogni 10 minuti si trova all’esterno, e si può raggiungere a piedi senza pagare un centesimo. Fatte le foto ai bambini entusiasti del drago si torna al castello dove ci sediamo su una panchina per mangiare i nostri panini. Pioviggina ma smette subito.
Finito di mangiare ci dirigiamo verso la via Kurniki, a destra della galleria Krakowska, per prendere il bus 304 che ci porterà alle miniere di sale, fermata Wieliczka Kopalnia soli, con 2,50 euro di biglietti. Arriviamo alle miniere di sale e, non essendoci la visita in italiano, prendiamo quella in inglese, 50 euro di biglietti compreso il permesso di fotografare, per scoprire poi che le visite in polacco sono più frequenti e costano all’incirca 17 euro in meno. Tanto non capiamo bene nemmeno l’inglese e per noi non avrebbe fatto differenza. Invece dobbiamo aspettare circa un’ora per la visita in inglese. Scendiamo velocemente i primi 374 scalini e visitiamo la miniera, molto bella, in circa 2 ore e mezza. I bambini sono stati meravigliosi hanno camminato, ammirato le sculture, la chiesa,senza dare grossi segni di insofferenza. All’interno sono presenti anche negozi e bar. Alla fine si risale con dei montacarichi che arrivano velocemente in superficie. Grazie all’acume di Andrea, che aveva adocchiato la fermata del bus per il rientro sulla sinistra rispetto alla discesa della strada che porta alle miniere, prendiamo il bus quasi vuoto e rientriamo in città. Mangiamo alla Galleria Krakowska, i bambini il menù bimbi da Kfc e noi un ottimo kebab e coca cola li a fianco, spendendo in tutto circa 12 euro. Piccolo passaggio da Carrefour per comprare birra da sorseggiare prima di dormire, gli adulti, e si torna a dormire. L’indomani è in programma la visita ad Auschwitz e decidiamo di svegliarci abbastanza presto.
Domenica 17 è una bellissima giornata di sole. Il nostro alzarci presto viene vanificato dalla chiusura della galleria Krakowska fino alle 9 e dalla ricerca di un posto alternativo per fare colazione. Si torna al Mc Donald in via Florianska e poi via verso la stazione dei Bus, a fianco alla stazione dei treni. La partenza è prevista per le 10:05 ma partiamo con qualche minuto di ritardo perché arriva gente alla spicciolata. Si arriva intorno alle 11:40, giusto in tempo per prendere i biglietti per la visita guidata in italiano che comincia a mezzogiorno. Paghiamo circa 20 euro in tutto, comprese due audio guide che diamo ai bambini mentre noi ascoltiamo la viva voce della nostra guida. L’impressione è di un posto bellissimo e terrificante allo stesso tempo. Piano piano la curiosità lascia il posto allo sgomento. Inizio a fare alcune foto ma poi mi arrendo, mi passa la voglia, non ce la faccio. Ascolto, guardo e basta. Qualcuno del gruppo degli italiani da l’impressione di essere in gita scolastica. Indica i vari luoghi ricordandosi di averne visti di simili nel film di Benigni o in altri film, non smettendo mai di parlare con la persona a fianco. Altri fotografano qualunque cosa senza rispetto per i cartelli che vietano di fotografare certe cose o di fotografarle con il flash. Mi rendo conto di essere molto infastidita da questi comportamenti. Per me è una sorta di pellegrinaggio e la sacralità di quel luogo è pari a quella della basilica di San Pietro. In certi luoghi il silenzio e il raccoglimento dovrebbero essere la regola. Si sono comportati sicuramente meglio i bambini che, pur essendo naturalmente vivaci, hanno seguito la visita con interesse e facendo qualche domanda. Dopo aver visto anche i forni crematori, la visita ad Auschwitz finisce e la guida dice che ci accompagnerà anche a Birkenau, che si raggiunge con una navetta gratuita. Siamo affamati, all’interno del campo è vietato mangiare e così noi ci attardiamo per mangiare qualcosa al chioschetto situato nei parcheggi. Cinque hot dog e una bottiglietta di coca cola ci vengono a costare circa 7,5 euro. Ritroviamo il gruppo a Birkenau, ma decidiamo dopo poco di proseguire il giro per conto nostro, di visitare alcune camerate ancora in piedi, di avvicinarci a guardare ciò che rimane di quelle bruciate, e di percorrere il famoso binario posando sul predellino del vagone presente una pietrina a testa, a fianco a quelle già presenti. In fondo, davanti alla fine del binario ci sono varie targhe commemorative in varie lingue, e noi cerchiamo quella in Italiano, sulla quale era stato posato un mazzo di bellissime rose bianche. Continuiamo a girare notando la presenza di gruppi di ragazzi israeliani che seguono una cerimonia in prossimità dei forni crematori. Siamo stanchi, dobbiamo metabolizzare, decidiamo di tornare a Cracovia.
Il rientro in bus ci serve per riprendere un po’ di forze e per riposarci. Prima di andare a cena decidiamo di cercare i draghetti di peluche per i bambini, qualche regalino e le immancabili cartoline. Il che ci porta nella piazza principale all’interno del mercato vecchio, dove troviamo facciamo i nostri acquisti. Per assaggiare la cucina polacca decidiamo di cenare in un locale suggeritoci dal padrone di casa, Il Babcy Maliny che si trova in via Szpitalna, una parallela della via Florianska, di fronte al teatro. Il locale è elegante, un po’ retrò, molto carino e un signore allieta la serata suonando il pianoforte a coda. Ci convinciamo che la cena ci costerà parecchio, ma il locale ci piace e restiamo. Logicamente il menu è in polacco e in inglese. Io azzardo due zuppe con ravioli, che poi si riveleranno zuppe di rapa, per gli adulti e un piatto di pierogi a testa per i bambini, il tutto annaffiato con birra e acqua. Le pietanze sono ottime e abbondanti, tanto che evitiamo di prendere il secondo, essendo già sazi. Al momento del conto la sorpresa: spendiamo circa 17 euro in tutto, poco più che da Mc Donald. Siamo distrutti, torniamo a dormire, e il signor Silvio ci fa la gentilezza di venirci a salutare.
La mattina prepariamo i bagagli e li lasciamo nella cucina della casa. Decidiamo di andare in giro per chiese e seguiamo la guida che avevamo preso all’ufficio informazioni. Ne vediamo tante, le più belle forse sono quella di San Francesco, quella dei Domenicani e quella di San Pietro e Paolo. Particolare anche quella di Sant’Andrea, imponente all’esterno ma piccolissima all’interno, con un pulpito d’argento a forma di nave. Durante il giro vediamo anche l’esterno e il cortile del Collegium Magnus, bellissimo, parte del Planty. Torniamo anche a vedere il drago ai piedi del castello, e ammiriamo nuovamente la Vistola, stavolta sotto il sole. Torniamo nella piazza principale e paghiamo il biglietto per entrare nella basilica Marianska, 1.5 euro (gli adulti) ben spesi, e ammiriamo l’altare la cui pala viene aperta ogni giorno alla 11:50. All’uscita ci troviamo in mezzo a una piccola folla che attende che il trombettiere suoni l’hejnal verso di loro e ci fermiamo anche noi a salutarlo. Ultima cosa da fare, come promesso ai bambini, l’affitto della macchinetta con guidatore, 30 euro, e piccola escursione di mezz’ora all’interno del Kazimierz, il quartiere ebraico, dove visitiamo un’altra chiesa e vediamo dall’esterno alcune sinagoghe. Sinceramente non ci ha colpito più di tanto. Purtroppo il tempo non è bastato per vedere anche la fabbrica di Schindler, ma questo potrebbe invogliarci a tornare ancora. Finita l’escursione, l’ultimo hejnal e poi via a mangiare alla galleria, stavolta da Burger King. Poi di corsa verso l’appartamento per prendere le valigie e via verso la stazione per prendere il treno che ci riporta in aeroporto. Fine del viaggio.