Cracovia che non ti aspetti

Turisti per caso a Cracovia, antica capitale della Polonia , ma soprattutto città del papa polacco Giovanni Paolo II, che noi romani consideriamo nostro concittadino. Siamo in 6, tre coppie di “ penne bianche” che possono permettersi qualche sfizio poiché i figli sono grandi e i mutui pagati.Ci piace partire alla ventura ma non troppo,...
Scritto da: bodo
cracovia che non ti aspetti
Partenza il: 31/10/2006
Ritorno il: 04/11/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Ascolta i podcast
 
Turisti per caso a Cracovia, antica capitale della Polonia , ma soprattutto città del papa polacco Giovanni Paolo II, che noi romani consideriamo nostro concittadino.

Siamo in 6, tre coppie di “ penne bianche” che possono permettersi qualche sfizio poiché i figli sono grandi e i mutui pagati.Ci piace partire alla ventura ma non troppo, quindi turisti per caso con comodità al seguito. E’ il ponte dei Santi e abbiamo prenotato da tempo il volo aereo con skyeurope, volo diretto ed economico che ci costa circa 120 euro a coppia. Oggi da Roma non ci risulta che sia più operativo, ma altre compagnie faranno tale rotta.

Abbiamo prenotato un 3 stelle con booking.Com, centrale, con prima colazione a circa 80 euro la notte a coppia, ci sembra di essere stati abbastanza bravi . Mario ha procurato molto materiale informativo presso l’ufficio turistico polacco a Roma, Giorgio ha stampato da internet itinerari e curiosità, non abbiamo trovato una guida in italiano specifica su Cracovia e pensiamo di acquistarla in loco, come ci è già capitato in altre occasioni. Prima della partenza, dall’hotel Batory arriva una mail che ci chiede se vogliamo un taxi per 6 al nostro arrivo, poiché sarà sera e le previsioni dicono brutto tempo, rispondiamo che va bene anche se la cifra di 60 euro sembra esosa. Del resto siamo persone che amano qualche comodità e non sappiamo quanto tempo occorre dall’aeroporto in città , la somma diviso 6 può andare.

Il volo va benissimo e all’arrivo troviamo il nostro driver con tanto di cartello che ci carica i bagagli e ci porta in albergo sotto una specie di nevischio. Non impieghiamo molto e anche l’hotel si presenta bene, è piccolo, ma confortevole e pulito.

Non sappiamo quanto disti il centro, piove e così chiediamo all’autista di aspettarci mentre posiamo le valigie. Contrattiamo 5 euro e da qui capiamo che siamo vicini, ma ci possiamo rendere meglio conto senza andare sotto la pioggia con le cartine, inoltre l’autista in italiano-inglese stentato ci dice se abbiamo bisogno per il giorno successivo. Qui è la svolta, perché quest’uomo ci adotterà , scortandoci per i dintorni, dandoci consigli, con estrema gentilezza per 100 euro al giorno, che diviso sempre 6, sono meno della meta del prezzo delle escursioni collettive in pullman.

Infatti lo prenotiamo per il giorno seguente per visitare il santuario di Chestocowa.

Arrivati in centro la piazza principale con la loggia dei tessuti ci piace molto, nessuno se l’aspettava così imponente e con tanti splendidi edifici a fare da quinta! Luci discrete illuminano i vecchi palazzi padronali e le chiese, creando un’atmosfera da fiaba nordica C’è folla di giovani che corrono dove non capiamo, poi sentiamo parlare italiano e alcune studentesse Erasmus ci dicono che sono diretti al cimitero, perché la notte è mistica e magica, a metà tra Halloween e Cristianesimo. Ci viene voglia di seguire il torrente umano, ma poi abbiamo fame e non sappiamo ancora dove andare. Inizia la ricerca con notizie alla mano, ma nelle locande segnalate in internet, non c’è posto. Una ci piace molto, allestita come una vecchia casa polacca su più piani e prenotiamo per la sera successiva, intanto entriamo in un ristorante che ha le vetrine sulla piazza ed è affollato, seguendo sempre l’idea che dove c’è gente si sta bene ! Sarà vero? In effetti mangiamo bene, ma non cibo tipico per turisti in piazza, scegliamo piatti internazionali, beviamo birra e paghiamo meno che in Italia. Il personale non parla italiano, ma l’inglese sì, dovremo sforzarci di essere internazionali!! Il ritorno in albergo è facile e in effetti siamo vicini al centro, non piove più ma fa un freddo cane. L’albergo ha una taverna dove c’è gente , ci fermiamo a bere una grappa locale che chiamano zubrozka, con dentro un filo d’erba che veniva mangiato dai bisonti! Tutti fumano e a noi sembra così strano! Il giorno seguente …Nevica , fitto fitto, meno male che verrà a prenderci il taxi! Il santuario dista un’ora buona e passiamo per un paesaggio bianco latte, con poche case sparse, villaggi piccoli. Intanto Mario ci legge le notizie sul significato speciale che la madonna nera ha per il popolo polacco, soprattutto in rapporto alle invasioni e all’identità popolare. Viviamo il tutto come una sorta di pellegrinaggio, poiché siamo cattolici praticanti e abbiamo intenzione di partecipare alla messa.

L’auto si ferma quasi dentro il cortile, c’è poca gente, solo polacchi che mostrano una devozione perfino imbarazzante, pregano con un trasporto enorme, inginocchiati a terra.

Il santuario è superiore alle aspettative, tanto nella parte antica che in quella moderna voluta dal papa Giovanni Paolo II.

Ardono centinaia di candele e tutto è adorno di crisantemi gialli, veniamo presi dal misticismo e abbiamo la fortuna di assistere ad una messa in latino che ci rende partecipi. Il sacello con l’effige della madonna nera è accessibile solo con certe regole, facciamo la fila, concentrati nella preghiera, ma sbalorditi dalle numerose collane di ambra di tutte le dimensioni e sfumature, che pendono dal soffitto come ex-voto. E’ uno spettacolo favoloso, da mille e una notte ! Visitiamo il santuario all’esterno, vedendo i monumenti al cardinal Wicinsky, maestro del papa e al papa stesso. Non nevica, ma è sempre tanto, tanto freddo. Abbiamo fame e chiediamo all’autista di portarci in un locale per polacchi, ci prende alla lettera e ci ritroviamo in una locanda vuota, forse non si mangia a pranzo, dove una signora elettrizzata ci cucina i famosi ravioli. Solo quelli ! Non c’è verso di avere altro, l’autista è soddisfatto come se avesse mangiato un bue, noi un po’ meno, ci consoliamo con la birra e con il fatto che paghiamo un prezzo irrisorio! Ci rifaremo stasera. Nel pomeriggio visita della città. Il mercato delle stoffe,sukiennice, è molto pittoresco, interamente coperto e ci spogliamo di qualche indumento, perché siamo imbacuccati come mummie. Mio figlio vedendo le foto, dirà poi che mancavano solo i pinguini. All’interno si vende di tutto, non solo oggetti globalizzati made in China. Compriamo spille di argento e ambra, scatoline di legno intagliato e qualche addobbo natalizio.

Visitiamo le chiese e fuori quella dedicata a Maria , assistiamo al rito del trombettiere che salvò un tempo la città, ma fu trafitto da una freccia tartara, affacciato sul campanile. C’è un uomo che ripete la pantomima con grande divertimento dei turisti. Andiamo poi per la via Florianska, pedonale e ricca di edifici storici e di locali tipici. Entriamo nel caffè Jama Michalica per gustare la cioccolata calda e la kremowka, anche detto dolce del papa, una specie di diplomatico con la crema. Il locale ci cattura, sembra fermo alla belle èpoque, palcoscenico e pianoforte a coda , arredamento retrò e addirittura un vecchio soprano che gorgheggia arie di operetta. Vediamo che alcuni mangiano e prenotiamo per la sera successiva a cena! Usciti troviamo la porta di San Floriano, la torre del Barbacan e il museo dove è conservata” la dama con l’ermellino “ di Leonardo. Visitiamo la chiesa di Santa Croce, con un’unica spettacolare colonna a sostenere la volta e dall’esterno il teatro dove recitò il papa da giovane. Seguendo le mura torniamo alla piazza del mercato e proseguiamo per l’Università. C’è uno splendido cortile tardo gotico e ci spiegano che è la più antica università della Polonia, dove ha lavorato Copernico. Vi si svolge una rievocazione storica di mattina , ma forse non la vedremo perché per domani abbiamo altri programmi. Peccato!! La sera va alla grande, assaporiamo il cibo polacco, speziato e piccante, beviamo e ci scaldiamo.

Il giorno successivo è dedicato al Wawel, l’antico castello dei re sulla collina lambita dalla Vistola. Ci arriviamo a piedi, ormai padroni del centro storico. Superata la porta Herbowa e il monumento all’eroe nazionale Kosciuzko, entriamo nella cattedrale gotica dove sono sepolti i re di Polonia. Spicca la cappella di Sigismondo, opera di artisti del Rinascimento italiano, che vennero al seguito di Bona Sforza, sposa del sovrano, che condusse con sé da Milano, carri e carri di dote, tra cui 365 abiti sfarzosi, uno per ogni giorno dell’anno! Come italiane ci sentiamo fiere, non ci batte nessuna!! Saliamo sulla torre campanaria per il panorama e per toccare il battaglio , anche se non cerchiamo l’anima gemella. Anche il palazzo è fastoso, ricco di arazzi e mobili, ma soprattutto di spendidi soffitti di legno dipinto.

Più tardi ci avviamo verso il quartiere ebraico di Kazimierz, che era una cittadina autonoma nella città già al tempo del re Casimiro, XIV sec. Qui le case conservano scritte in yiddish e la stella di David, qui Spielberg ha girato “ Schindler’s list “. Il tempo sembra essersi fermato, visitiamo la vecchia Sinagoga e percorriamo le stradine strette, senza fretta, fermandoci di fronte a vecchie botteghe giudee. Mangiamo qualcosa al volo e continuiamo la nostra visita fermandoci in diversi negozi, anche per l’acquisto della vodka zubrowka da portare in Italia. Sulla piazza scopriamo un moderno centro commerciale ricavato in un antico edificio. Ci piace molto la trasformazione e scattiamo tante foto.

La sera la cena nel caffè chantant è un trionfo! Mario e Paola che ieri non erano con noi, sono stupefatti, l’atmosfera è speciale, c’è un duetto musicale, valzer di Strass e musica polacca, perfino una vecchia guardarobiera senza età che bada ai nostri piumini come se fossero stole di ermellino!! Usciamo un po’ brilli, ma molto soddisfatti. Però fa freddo !! Il giorno seguente l’autista personale ci porta a visitare il campo di concentramento di Auschwitz, durante il viaggio parliamo poco, calati in un’attesa pesante e riflettiamo sul destino di questa località passata alla storia per una delle più grandi tragedie dell’umanità. Intorno è tutto innevato e ci viene in mente Guccini: “ Ad Auschwitz c’era la neve e il fumo saliva lento…”Arrivati ci sembra di essere già stati tante volte, dai film, dai documentari, eppure siamo sorpresi dalla modernità esteriore del campo. Le palazzine sono recenti, tutto sommato, l’ignominia perpetrata antica , inumana. Durante la visita ci prende un senso di angoscia, quasi muti , non riusciamo neanche a scattare foto. Alcuni turisti si immortalano di fronte ai forni! C’è un gruppo di studenti italiani, romani accompagnati dal sindaco , anche loro sono provati, nessuno ride o straparla. Cerchiamo la palazzina italiana, non ci piace molto l’allestimento per la memoria, mentre ci colpisce in positivo quella olandese. Giriamo a lungo, come in pellegrinaggio “ Per non dimenticare !” Uscendo l’autista ci conduce sua sponte a Birkenau e prima ai treni maledetti che hanno scaricato milioni di vittime!! Quest’esperienza è molto molto forte, valeva da sola il viaggio.

Nel pomeriggio, dopo il solito pasto spartano in locanda, andiamo alle miniere di Wieliczka.

Qui l’autista si supera perché ci procura i biglietti scontati aggregandoci ad un gruppo d’italiani con guida al seguito. Cerchiamo di farci piccoli e di non disturbare , poiché questi non sembrano turisti per caso , in pellicce di visone e supereleganti. Raggiungiamo i 160 mt di profondità e scopriamo una vera meraviglia, non a caso dal 1978 è patrimonio mondiale dell’umanità. Un mondo sotterraneo scavato nel sale si apre ai nostri increduli occhi . Cappelle, grotte, statue, chiese tutte realizzate in salgemma suscitano il nostro sbigottimento, c’è persino il ristorante e il centro benessere. Ascoltiamo con attenzione le spiegazioni della simpatica signora polacca, ma soprattutto spalanchiamo la bocca di fronte a tale fenomeno naturale e umano.

L’itinerario è lungo e anche faticoso, ma veramente notevole. All’uscita c’è quasi una tormenta, ma il nostro fido autista ci aspetta con il riscaldamento acceso e si guadagna applausi e lauta mancia.

Ci fermiamo a cena in albergo perché siamo cotti, anche per le tante emozioni.

L’ultimo giorno si presenta piovoso, rimpiangiamo la neve! Giriamo un po’ per il centro, un po’ di shopping, una visita al museo e all’università. Decidiamo di spendere gli ultimi zloti nel ristorante più chic di Cracovia che si affaccia sulla piazza del mercato, il Wierzinek. Ci hanno detto che vale la pena e in effetti è così. Ci accoglie una dama in costume e poi tutto è lusso ed eleganza, camerieri in frac, stoviglie ed arredamento d’epoca, la vista incantevole dalle finestre antiche. Non c’è molta gente, ma a fianco a noi sembra che mangi una rock star famosa e un ministro con la famiglia. Rimpiangiamo per un attimo le locande dell’autista, seppure spartane, ma poi ci adattiamo all’ottimo cibo, pur scegliendo un menu fisso. Per pagare rovistiamo in tutte le nostre tasche, ma siamo contenti, perché anche questo è vita e viaggio.

Il solito autista che baciamo con trasporto ci riporta all’aereo, così concludiamo un’esperienza veramente positiva nonostante la neve e il gelo. Scopriremo poi che è stato il weekend più freddo di quell’inverno! Capita ai turisti per caso, sempre con la valigia pronta !!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche