Cracovia, auschiwitz, chestochowa
La nostra gita in Polonia ci ha visti alloggiare nei pressi di Cracovia, nella foresteria di in un Santuario chiamato Kalwaria che si trova a pochi kilometri da Wadowice, la città natale del Papa e in effetti sembra che il Santo Padre abbia amato molto questo luogo. Il santuario è stato fondato nel 1602 e si trova nei pressi di un colle dove ci sono molte piccole cappelle per la Via Crucis.
Presso il ristorante del santuario, oltre a piatti tipici polacchi molto semplici ed economici, potete trovare la Cremowski Papieskie, il dolce che il Papa mangiava da giovane o da bambino, prodotto da una pasticceria di Wadowice e diffuso nei principali santuari della Polonia: è un millefoglie alla crema che vi consigliamo di assaggiare data la storia che ha! Per quanto riguarda la città di Cracovia noi l’abbiamo visitata malissimo e dunque possiamo fornire pochissime indicazioni: vale la pena una visita anche mordi e fuggi al Museo che contiene la Dama con l’ermellino di Leonardo: per chi non l’ha vista durante la sua tournèe può essere una piacevole visione. Il museo ha inoltre collezioni di armi e di oggetti di uso quotidiano come porcellane e argenti davvero molto belle.
La città ci è parsa davvero molto bella: bellissimo il castello purtroppo visto solo da fuori, belle le strade, le libreria (anche se hanno quasi esclusivamente libri in polacco), molto bello il cortile della antica università jagellonica; per chi interessa può essere possibile anche una visita al quartiere ebraico e al ghetto di cui dovrebbe rimanere una parte di muro (noi non ci siamo stati e dunque possiamo aggiungere poco a ciò che è scritto nelle guide). Pare che ci sia anche la possibilità di visitare alcuni luoghi restaurati per il set del film Schindler’s List che parla appunto della città di Cracovia; secondo noi una visita anche a questa parte della città non è da trascurare soprattutto se avete in programma anche la visita a Auschwitz. Sempre a proposito del film di Spielberg e delle storie che vi sono narrate, presso una strada (super?) che conduce a Cracovia c’è un monumento a ricordo delle persone assassinate nel campo di lavoro di Plaslow, quartiere periferico di Cracovia. Una altra attrazione nei pressi di Cracovia sono le miniere di sale: sicuramente è una visita interessante, ma è anche una meta molto turistica che vi terrà occupati per un intera mattinata quindi se avete poco tempo e se preferite fare le cose con calma potete anche tralasciarla. (inoltre è abbastanza cara tra entrata, mance, ricordini, foto ecc) La visita ad Auschwitz è libera nel senso che non è obbligatorio avere la guida. Tuttavia il supporto della guida è necessario se non avete una preparazione sull’argomento; se invece avete un po’ studiato a casa potete anche fare il giro da soli in modo da poter anche riflettere in tranquillità.
La visita ad Auschwitz è praticamente la visita al Campo Base (AuschwitzI) trasformato in Museo e la visito al vero e proprio campo di sterminio Birkenau (Auschwitz II). Auschwitz III chiamato Buna-Monowitz, non esiste più se non per qualche monumento spontaneo e non è incluso nel percorso di visita normale.
Purtroppo la nostra visita al campo è stata un po’ superficiale comunque possiamo dirvi che se al Museo, attraverso i materiali custoditi, i documenti, le foto, le testimonianze acquisiamo le informazioni è solo con la vista a Birkenau che siamo investiti dalla vera natura del campo. A Birkenau, forse per il fatto che ormai è una visone che evoca certi sentimenti, si ha tuttavia l’impressione che il luogo stesso urli per quello di cui è stato testimone. Lì non c’è quasi più niente di intero, resta il perimetro con le torrette e il filo spinato, qualche baracca in muratura e qualcuna in legno, le rovine dei crematori, il binario, tuttavia noi consigliamo, a chi può, di trattenersi in questo posto, di girarlo con calma e in silenzio, e tutte le informazioni ricevute al museo si trasformeranno in immagini concrete.
Noi consigliamo questa visita a coloro che vanno in Polonia e che non hanno mai visto campi di concentramento e sterminio. (Prima di partire vi consigliamo anche di visitare i numerosi siti Internet che spiegano la storia del campo, ce ne sono tantissimi anche in italiano) Il nostro viaggio si concludeva con l’arrivo a Chestochowa attraverso un breve percorso a piedi, nella campagna polacca infestata di zanzare ma con un bel paesaggio.
L’arrivo al santuario di notte o almeno dopo il tramonto è certamente molto suggestivo, l’arrivo entro le ore 21 dovrebbe anche permettere di vedere la Madonna Nera prima che la chiudano per la notte.
Noi che siamo arrivati un po’ troppo tardi l’abbiamo vista solo la mattina seguente. Già dalle ore 7 (i polacchi sono molto mattinieri), nella piccola stanzetta della Madonna vengono celebrate Messe in tutte le lingue e i pellegrini girano in ginocchio intorno alla immagine sacra.
Il santuario è in una fortezza molto carina anche da visitare.
Fuori dalla fortezza molti negozi specializzati in articoli sacri, ma molto discreti e ben tenuti (insomma non è Lourdes).
Possiamo aggiungere qualche altra nota sulla nostra breve gita: tanti bambini tante FIAT 126 segnali stradali poco affidabili tante bellissime cicogne (sui camini, sui lampioni, ovunque!) per quanto riguarda la gastronomia noi abbiamo sempre fatto pasti molto semplici con minestre un po’ acquose se si considerano gli standard italiani, carne buona, insalate vagamente zuccherose, buoni i dolci, buono il caffè lungo non ‘gusto abbruciacchiato’ come quello francese, buono anche quello alla turca se si ha pazienza di aspettare che i fondi si depositino. Ci è parsa interessante anche la colazione polacca: panino con prosciutto e formaggio, due pomodori e thè a bere! (purtroppo noi abbiamo dovuto fare quella italiana con burro e marmellata, oppure quella tedesca con affettati misti o quella ??? con wurstel e ketchup) I nostri compagni di viaggio ci hanno assicurato che era molto buona la birra (noi non l’abbiamo assaggiata) Assolutamente da mettere in valigia la carta igienica (non sempre c’è e piuttosto grezza)!