Costa Rica y Panama
SPESE TOTALI BIGLIETTO AEREO: 1077€, WWW.IBERIA.COM BIGLIETTO AEREO SAN BLAS: 110$ WWW.FLYAIRPANAMA.COM ASSICURAZIONE 50€, WWW.WORLDNOMADS.COM AUTOBUS vedi WWW.HORARIODEBUSES.COM
ALBERGHI PUERTO LIMON: HOTEL MIAMI, 15.000 COLONES CAMERA A NOTTE TORTUGUERO: LA CASONA DE TORTUGUERO, 30$ CAMERA A NOTTE QUEPOS: HOTEL CECILIANO, 26$ CAMERA A NOTTE CORCOVADO: Cabanas MANOLO BELLA, 40$ CAMERA A NOTTE (CON BAGNO PRIVATO) BOQUETE: HOTEL PALACIO, LASCIATE PERDERE! 10$ PP A NOTTE SANTIAGO: GRAND HOTEL DAVID, 34$ CAMERA A NOTTE SANTA CATALINA: Cabanas LAS PALMERAS, 30$ CAMERA A NOTTE ISLA COIBA: CONTATTARE LA STAZIONE FORESTALE ANAM 999 8103, 20$ PP A NOTTE PANAMA’ CITY: HOTEL ACAPULCO, 34$ CAMERA A NOTTE, TENGONO I BAGAGLI GRATIS SAN BLAS ISLANDS: Cabanas CARTI’, 35$ PP INCLUSI 3 PASTI ED ESCURSIONI
6 GENNAIO: PARTENZA!
La notte è agitata, oddio, suonerà la sveglia alle 5? appena alzati rapida colazione, giusto il tempo di pubblicare su FB “Madda and Enry are leaving to Costarica & Panamá, arriba arriba!!” E si parte! Passaggio di mio padre che terrà la macchina per la durata del viaggio. Partiamo alle 7.05 da Genova, arrivati a Madrid inganniamo l’attesa con i nostri discorsi sul rapporto di coppia, sul passato etc….il volo con Iberia è gradevole, una volta atterrati a San Jose alle 17.00 (in giornata, partendo con altre compagnie saremmo passati dalle forche caudine degli scali Usa con rischi enormi sulle coincidenze) i nostri bagagli sono in ritardo e nell’attesa facciamo conoscenza con una signora e suo nipote anch’essi diretti a p. Limon! Arrivati i bagagli alle 18,10, ci diamo appuntamento con la signora fuori mentre noi prenotiamo il taxi visto che l’autobus per P. Limon parte alle 19.00 dal Terminal Caribe. Al centro prenotazioni dicono che c’è molto traffico e non riusciremo a prendere il bus allora Madda scatta a recuperare gli altri che si presentano con i loro bagagli: 4 mega bauli!! poi perdiamo tempo perché il taxi (quello riservato era MAS grande) non c’era allora veniamo caricati su uno piccolo, scatenando così lo spirito audit della Madda che comincia a questionare sulle dimensioni del taxi, poi sul fatto che non ci stiamo, allora comincio a spronarli ed imbelino la signora e due bauli dietro e si parte… fortunatamente non c’è traffico ed il taxista telefona per verificare se ci sono altri bus per P. Limon dopo le 19.00, come sosteneva la signora. La risposta è si, ma io dico all’autista di accelerare: alle 18,50 siamo al Terminal Caribe dove ci fermiamo da un ingresso laterale lasciando la signora in balia dei suoi bauli mentre il nipote schizza a comprare i biglietti… Una volta saliti sul bus chiediamo all’autista se ci fossero altri bus dopo le 19.00: NADA.
Bienvenido in CENTROAMERICA!
7 GENNAIO: CAHUITA
Sveglia alle 7, per prendere il bus alle 8. La cittadina è carina, il parco è gradevole, gratuito e merita la visita. Ci sono scimmie e spiagge caraibiche, al ritorno ci fermiamo a fare il bagno in una sorta di piscina naturale distante 10 metri dal mare. Belli spaparanzati la Madda dice che la piscina ed il mare non si uniscono mai…e subito una bella ondata bagna tutta la nostra roba! La cena è da Roberto’s, segnalato LP, buono ma caro, circa 18$ a testa. Il ritorno a P. Limon in bus è a porte aperte. Scesi dall’autobus veniamo avvicinati da una coppia di svizzeri che non sanno dove dormire, li portiamo all’hotel Miami dove trovano posto, fortunati tenuto conto che la città ha fama di essere pericolosa. In albergo scarichiamo gratuitamente la posta e navighiamo su internet.
8 GENNAIO: IN VIAGGIO VERSO IL TORTUGUERO Ci svegliamo con un forte rumore di ventilatore, in realtà è un acquazzone! Alle 8,30 prendiamo il bus per Moin. Sul bus un dipendente della coop di watertaxi ci dice dove scendere (la LP dice prima di un ponte, molto generica come altre informazioni) alle 8,45 arriviamo, compriamo il biglietto e Madda mi delizia con una perla di saggezza: “è vero che i coccodrilli escono anche se piove ma a me sarebbe piaciuto di più con il sole: è più bello!” Il viaggio è interessante: osserviamo iguane, coccodrilli, diversi uccelli e un bradipo in movimento. Dopo 5 ore di viaggio arriviamo e ci sistemiamo alla Casona de Tortuguero dove per 13$ a testa mangiamo dell’ottimo pesce. Poi in branda.
9 GENNAIO: VISITA AL PARCO DEL TORTUGUERO Svegli alle 5 ed appuntamento con la guida Thomas (lo riconoscete perché ha un incisivo d’oro), molto professionale. Nel corso dell’escursione sul Rio Cano e Moray, osserviamo dei caimani, un basilisco e iguane oltre che la foresta pluviale. Fortunatamente solo al ritorno comincia a piovere, (le precipitazioni ammontano a circa 6 metri annui….). Facciamo colazione alla Casona (che raccomandiamo) e poi andiamo a visitare l parco che costa 10$ già pagati con la guida Thomas. Il percorso non è un granchè ma vale la pena, anche se le tartarughe non depositano le loro uova. Finita la visita prendiamo il watertaxi per La Pavona (11,30—12,30) per 1.600 colones pp. Il bus per Cariari arriva verso le 13,10 ma l’orario non esiste…il bus costa 1.000 colones pp ma percorre una strada sterrata e si riempie a dismisura. L’arrivo in città si interrompe per una rottura del bus, facciamo un pezzo a piedi sino a l’altro terminal dove prendiamo il bus per San Jose alle 15.00 ed arriviamo alle 16.50. Cambio di Terminal (dal Caribe al Coca cola, in taxi) e partiamo per Quepos dove alloggeremo al Hotel Ceciliano (suggerito dalla LP) ma è sporchino, non ci sono prese elettriche etc. Da non dormirci più.
10 GENNAIO: VISITA AL PARCO MANUEL ANTONIO Arriviamo all’ingresso del parco verso le 7, e dopo un rapido scambio di idee con Madda decidiamo di non prendere la guida (20$ pp, per due ore appena…) e seguire i diversi sentieri ben tenuti. Prima andiamo a Puerto Escondido, poi a Mirador ed Estrella, dove facciamo un bagno splendido…poi un giro sul mini circuito di Punta Carenas ed usciamo. Tirando le somme la visita al parco non è entusiasmante, dovuto all’enorme afflusso di turisti, ci mancava solo la guida con l’ombrellino alzato! Cmq abbiamo visto delle scimmie ed un picchio al lavoro su di un albero. Attenzione, per ridurre l’impatto turistico il parco è chiuso il lunedì. Alla sera mangiamo al Monchados, a Quepos. Finita la cena andiamo alla stazione dei bus per prendere informazioni su come raggiungere Sierpe. Sul sito ‘horario de buses’ indicava una partenza alle 5,30 con cambio DominicalàPalmar NorteàSierpe ed imbarco per Bahia Drake alle 15,30. Dal racconto di altri viaggiatori per lo stesso itinerario presero un taxi diretto Quepos – Sierpe.
11 GENNAIO: QUEPOS – BAHIA DRAKE
Le informazioni prese al terminal la sera prima sono state utilissime: partenza alle 6,30, arrivo a Uvita alle 8,30. Lì autobus alle 8,45 per Palmar Norte dove arriviamo alle 10.00. Anziché prendere il bus per Sierpe, insieme a dei francesi ci facciamo accompagnare da un taxi per 14$ e circa 20 minuti di viaggio. Al bar Las Vegas di Sierpe bisogna chiedere quale barca è collegata al rispettivo albergo/cabanas. Partenza alle 11,30, dopo aver navigato su internet ed essere stati fregati sul resto con tasso di cambio: okkio! Anche altri turisti si sono lamentati. Il viaggio in water taxi è interessante, abbiamo attraversato le mangrovie ed avvistato dei caimani, l’ingresso in mare, invece, è stato bestiale, con onde che facevano beccheggiare la barca e noi che eravamo davanti abbiamo preso delle legnate non da poco … arrivati a destinazione, il Buon Manolo è venuto a prenderci con il pick-up. La cabanas è carina, pulita con bagno privato. Dopo esserci ingozzati riceviamo la guida che ci propone l’escursione per il Corcovado a 85$ pp e per Isla de Cano a 75$ pp. Scegliamo la prima, poi a letto presto.
12 GENNAIO: PARCO CORCOVADO
Sveglia alle 5 e partenza alle 6. Stufi di avere gli zaini che contengono più roba di quello del Mago Silvan, decidiamo di alleggerirli lasciando i kway in camera. Immancabile, l’acquazzone in attesa di salpare mi fa tornare indietro a recuperarli…siamo in 4, con uno spagnolo che alloggia da Manolo ed una ragazza svedese. Sbarchiamo alle 8 e cominciamo l’esplorazione: vediamo tutti e 4 i tipi di scimmie, un paio di uccelli, un’ara macao meravigliosa, un branco di pecari e dei coccodrilli spiaggiati sulla riva opposta di un fiume vicino al mare…ma il top è stato un boa costrictor su un albero sulla spiaggia mentre tornavano all’ingresso! Mentre lo guardavamo, un’onda più lunga delle altre ha bagnato i piedi di noi tutti ma ha letteralmente impaurito lo spagnolo che ha iniziato a saltare come un pazzo coprendo di schizzi di sabbia la povera Madda che gli era vicino. Il ritorno è sotto la pioggia e con mare mosso, appena sbarcati facciamo un meritato bagno. La sera lo spagnolo ci dice che l’indomani mattina partirà per Puerto Jimenez, dall’altra parte della penisola allora noi valutiamo se chiedere un passaggio sino a Rincon e di lì verso Paso Canoas, ma era troppo complicato per le connessioni, allora decidiamo di rientrare da Sierpe ed accorciare il soggiorno al Corcovado perché il Costa Rica, meraviglioso, ci è parso troppo turistico ed americanizzato! Manolo ci consente di annullare una notte, così paghiamo e andiamo a dormire.
13 GENNAIO: DA CORCOVADO ALLA FERIA DE FLORES Y CAFE’ DI BOQUETE (PANAMA’)
Sveglia alle 6, scendiamo in spiaggia ed alle 7,15 prendiamo il il bote per sierpe dove arriviamo alle 9,20(15$ pp)subito il taxi colectivo ci trasporta a Palmar Norte (2.000 colones) ed alle 9.45 prendia mo il bus per Ciudad Nelly (dove arriviamo alle 11,40). Da lì 30 minuti di autobus per Paso Canoas. Arrivati al terminal ci ritroviamo nella terra di nessuno, allora dobbiamo tornare indietro di circa 200 metri (la stazione di uscita dal CostaRica è DIETRO di 100 metri rispetto al terminal), verso l’ingresso di Panamà. Veniamo avvicinati da un signore che vuole appiccicarci un bollino da 1 $, noi prima chiediamo conferma d un funzionario e paghiamo. Ricordarsi di non pagare nulla. Entrati in Panamàsaliamo su un minibus per 1,75$ ed arriviamo a David in un’ora circa. Là scendiamo al terminal sotto un cielo azzurro ed un caldo bestiale. Dopo 20 minuti saliamo su un nuovo scuola bus x Boquete (1,25$) stracarico e via via che ci dirigiamo verso il paesino di montagna si alza un vento forte, di cui ci ricorderemo il giorno dopo. Scesi in centro siamo avvicinati da Pancho, il pittoresco proprietario del Palacio,segnalato LP, ci fa vedere le camere e per 10$ pp decidiamo di rimanere. Le camere sono piccole e spartane e sembrano accettabili. Usciamo per visitare la famosa “feria de y flores y cafè”(1,25$ l’ingresso). Lungo il tragitto vediamo delle stoffe stupende: LE MOLAS! Scambiamo due parole con i venditori che si rivelano essere i Kuna e strappiamo una mezza prenotazione sull’isola di Nigaluga, gestita dalla zio del ragazzo. I prezzi delle Molas? 250$ la + bella. Entriamo nella feria: ci sono moltissime bancarelle e chioschi, visitiamo quelle per prendere info sull’isola di Coiba, ma non otteniamo nulla. Nel frattempo il vento che avevamo incontrato durante il tragitto da David riappare insieme alla pioggia incessante. Mangiamo al riparo dentro un bar e stazioniamo per 20 minuti nel negozietto di un artigiano che ha creato tucani e altre decorazioni su legno che compriamo subito ed oggi dondolano sulla libreria di Madda. Torniamo in camera, le lenzuola umide, un freddo becco per il maltempo, finalmente a letto ma…esco fuori a lamentarmi per la radio troppo alta dei vicini, sembra una discoteca! Fatte le mie rimostranze alla proprietaria scopro che il frastuono viene dalle due discoteche della festa! La musica dura sino alle 4-5 del mattino, non ricordiamo. Madda si sveglia e non prende + sonno. Io dormo ma il freddo ed il frastuono di tanto in tanto mi svegliano.
14 GENNAIO: VISITA ALLA PIANTAGIONE DI CAFE’ (CAFE’ RUIZ), POI SANTIAGO. Sveglia alle 6,30 e vediamo che il tempo è discreto. Madda è raffreddata e stanca perché sveglia da ore. Decidiamo di andare al Cafè Ruiz. La visita è davvero interessante, scopriamo il processo di selezione e raccolta del caffè e la sua produzione, che il caffè di qualità inferiore è impiegato per quello liofilizzato e che la zona di Boquete è stata premiata diverse volte al mondo per la qualità e l’aroma..etc la visita è straordinaria, costa 30$ pp, dura tre ore e la consigliamo vivamente anche se non siete amanti del cafè, come il sottoscritto. Alla fine del tour compro una confezione di caffè alta qualità per il mio amico Dominik che ora la espone nel suo bar di Genova. Al termine della visita ci facciamo accompagnare dalla guida (Carlos) all’inizio del sentiero El pianista per andare alla foresta nebulare: non lo avessimo mai fatto!!! Superato il ristorante omonimo, con il simbolo della trinacria (è gestito da un siciliano) ci mettiamo in marcia con i nostri zaini carichi come i basti dei muli (erano carichi anche per il caffè acquistato) quando comincia prima a gocciolare poi a diluviare, con raffiche di vento siberiane!! Incontriamo degli inglesi che scendono e dicono che è impossibile proseguire perché è necessario guadare un torrente ingrossato dalle forti piogge. Incuranti andiamo avanti sino ad un cartello” NO PASS, PROPRIEDAD PRIVATA”, dei cani che abbaiano ed una donna che traffica in giardino con la figlia che fa finta di non sentire. Indecisi sul da farsi e flagellati dalla pioggia decidiamo di tornare indietro anche se probabilmente a meno di 50 metri dalla foresta nebulare. Il guado del torrente questa volta è sfortunato perché Madda cade in acqua..sfortuna nella sfortuna. In paese scopriamo che siamo finiti nel ezzo della perturbazione caraibica, inusuale ma molto intensa, allora pianifichiamo di partire subito per Isla Coiba. Parliamo con Pancho dell’hotel Palacio, e poiché era primo pomeriggio Pancho ci fa un po’ di storie per la camera ma pagando la metà del soggiorno ce ne andiamo contenti di lasciare quel pulcioso hotel. A David prendiamo il bus per Santiago che prosegue poi per Panama City. L’autista diceche parte quando si riempie, bontà sua…Alle 21.00 siamo a Santiago dopo circa 3 h di viaggio. Andiamo al Grand Hotel DAVID (l’unica volta che la guida è stata utile) Alla reception chiediamo info su come raggiungere Coiba: un signore molto sicuro dice che il modo migliore è andare a Puerto Mutis.
15 GENNAIO: SANTA CATALINA
Alle 7 siamo già a Puerto Mutis dove nulla è organizzato per Coiba, tranne un povero pescatore che per la modica cifra di 750$ ci porterebbe a Coiba in giornata!!!Immediatamente prendiamo il bus per tornare a Santiago (la rete di trasporti è ramificata ed efficiente) per poi dirigerci a Santa Catalina. Sul bus da Sonà a Santa Catalina facciamo conoscenza con tre simpatiche ragazze italiane: Isabella di Bologna, Mara e Fabrizia di Dro (TN).Il bus parte pieno come un uovo alle 11,45 (in anticipo rispetto alle 12.00) ed arriviamo alle 13,15. Anche le ragazze vorrebbero andare a Coiba e decidiamo di chiedere un passaggio. Avvicinato da un ragazzo che proponeva delle cabanas gli chiedo di Coiba ma lui dice che è tardi per il vento ed il mare, meglio domani, cmq sono circa 550$ da dividere in cinque…rispetto ai 750$ in due di Puerto Mutis. Contattata l’ANAM, dicono che c’è posto. Accordati con il ragazzo per l’escursione, andiamo a vedere di persona le cabanas dopo l’esperienza di Pancho: non crediamo ai nostri occhi!! Stupende casette a picco sul mare, con un prato che il green inglese è nulla in confronto, palme da cocco ad orlare il tutto. Santa Catalina è un posto rinomato per i surfisti di mezzo mondo. Chiediamo dove fosse una bella spiaggia, ci suggeriscono Playa Estera, 15 minuti a piedi direzione sud, ovviamente non segnalata dalla nostra guida. La spiaggia si raggiunge guadando un piccolo rio, attenti alle maree, le onde sono lunghe e c’è un campeggio gestito italiani! A cena andiamo a mangiare la pizza da Jamming, un bel posto dove leggiamo sul menù: pizza con il pesto!! Sapevano che la titolare fosse italiana ma non ligure! Scambiamo subito due parole con Paola e dopo che ci ha raccontato la sua storia la definisco” il prototipo di persona che molti di noi vorrebbero essere: mollo tutta la vita d’ufficio, i laboratori e mi apro un locale in riva al mare dei tropici…”Ha anche due splendide cabanas colorate il cui indirizzo è nella sezione alberghi.
16 GENNAIO: ESCURSIONE A ISLA COIBA
L’orario dipartenza fissato è alle 6,30 ma Luis (il ragazzo) ed il capitain fanno casino e partiamo alle 8.00. Il viaggio per Coiba dura 1,20 h incluso il recupero di cerveza a Playa Blanco. Nella trattativa con i proprietari della barca avevamo capito che ci avrebbero portato e sarebbero venuti a riprenderci, invece no!! Subito facciamo sosta all’isola di “granito de oro” dove facendo snorkeling ammiriamo uno squalotto bianco, delle tartarughe marine e dei pesci coloratissimi, ma suggeriamo caldamente di indossare le pinne perché la corrente è bestiale, molto forte. Dopo aver preso un po’ di sole facciamo rotta su Coib…ita, uno splendido isolotto con spiagge incontaminate, foreste vergini alle spalle e nessuno nei dintorni. Dopo il bagno e la siesta andiamo a Coiba e prendiamo possesso dei nostri letti. Ci saranno circa 30 posti letto in camerate di 6. Saliamo sul sentiero dell’osservatorio dove la vista sulla piccola baia è mozzafiato e sulla via del ritorno incontriamo una pericolosissima vipera, pronta a mordere. La facciamo fuggire ma tutte le persone del luogo dicono che il suo morso è mortale. La cena è frugale,con le scatolette comprate a Santa Catalina, non esistono ristoranti/negozi sull’isola, attenzione anche per l’acqua, dovete portarla con voi!
17 GENNAIO: COIBA, CANAL DE AFUERA
Alle 4 un forte acquazzone ci sveglia, ma alle 6 siamo in piedi per visitare il sentiero del Los Monos, raggiungibile in barca, sono 40 minuti di pura giungla, anche se siamo poco fortunati perché non vediamo scimmie. Poi andiamo a visitare la ex colonia penale che è chiusa dal 2004 mentre la nostra utilissima guida (2007) sostiene che ci sono ancora 100 detenuti, l’autore manco c’è stato lì! Piccolo tour della ex prigione, ora sede di polizia che dà la caccia ai trafficanti di droga. Chiediamo ai timonieri di risalire un fiume interno ma non è possibile per la marea. Ritorno all’ANAM, ritiro bagagli e partenza per Canal de Afuera, isolotti al cui interno il mare è calmo e caldo, altro spettacolo. Durante il viaggio di ritorno siamo affiancati dai delfini, piccola sosta in un posto per il rifornimento (Louis ed il capitain hanno fatto male i conti della gasolina) e giungiamo a Santa Catalina. Pizza tutti insieme al Jamming e branda.
18 GENNAIO: VISITA ALLA FABBRICA DI ZUCCHERO DI CANNA, INJENIO SANTA ROSA
Stanchi dell’escursione a Coiba, dormiamo un’ora in più e partiamo alle 8 in bus direzione Panamà City per poi scendere ad Aguadulce. Lasciati gli zaini al gate di Santa Rosa, ci accompagna alla fabbrica un dipendente con una macchina tenuta su letteralmente con il fil di ferro. Nonostante avessimo telefonato nessuno era disponibile per un tour guidato ma dopo insistenze siamo accompagnati in giro per lo stabilimento. La nostra ineffabile guida non diceva che la produzione si ferma la domenica per riprendere il lunedì alle 16.00, vabbè. Terminato il tour, torniamo sulla strada principale e dopo 2,45 h siamo a l terminal di Panamá. L’hotel Acapulco, è in zona exposicion, per 34$ molto valido perché ci permette di lasciare i bagagli in deposito per tre giorni, gratis. Accanto all’hotel c’è un ristorante dove abbiamo mangiato molto bene, ve lo suggeriamo se avete poco tempo a disposizione.
19 GENNAIO: IL PARADISO IN TERRA… ISLA DEL DIABLO, SAN BLAS.
Ore 4,15 sveglia, per 2,5$ prendiamo un taxi e siamo in aeroporto, alle 6,15 partenza. Dopo 45 minuti atterriamo a El Porvenir, e qui apro una digressione sugli aeroporti. Quelli di Cartì e Rio Sidra sono attualmente chiusi: il primo perché il collegamento via terra è fruibile da tutti, dicono anche dai bus anche se sul sito non abbiamo trovato traccia, mentre il secondo perchè piccolo e mal tenuto. Atterrati al ElPorvenir, aspettiamo di essere accerchiati dai Kuna in cerca di turisti, come ci aveva detto un ragazzo di Boquete: niente di tutto questo. Il posto è desolato e meno male che Madda scambia due parole con un locale, venuto lì a prelevare dei francesi. Per 35$ pp inclusi tre pasti ed escursioni accettiamo di andare a Isla Diablo con lui. Dopo 45 minuti di piroga sbarchiamo, prendiamo possesso della nostra cabanas e poi ci immergiamo in acque da film. Prima di essere travolti da un ozio suadente, andiamo a fare un’escursione con Meliano (Kuna) a…Parco della Vittoria, avete presente monopoli? Ebbene sì, appena sbarcati sull’Isola dei Pellicani, Meliano raccoglie la tassa di 1$ ciascuno e la consegna al proprietario dell’isola (ogni tre mesi cambiano) che si dondola beatamente su un’amaca dentro la sua cabanas e neppure ci ringrazia, incredibile! L’isola è carina, dopo la visita torniamo alla nostra, doccia con acqua di pozzo con spatola mezza noce di cocco, cena di pesce fresco e poi spettacolo di fuochi in riva al mare…..non c’è elettricità andiamo in cabanas con il vento che si alza ma dentro la cabanas nulla.
20 GENNAIO. ISLA DEL DIABLO: OZIO ASSOLUTO
21 GENNAIO: CARTI’ E FESTA DEI KUNA
Ci svegliamo alle 8 e facciamo colazione con due inglesi e due svedesi che sono finiti nella casella imprevisti: avevano prenotato una cabanas che probabilmente era la nostra e sono stati dirottati in una semidiroccata, hanno dormito su materassi pulciosi e sono stati assaliti durante la notte da ragni e granchi, nonché da un’iguana che si è arrampicata sul telone del tetto ed i poveretti pensavano fosse una scimmia, tale era il rumore! Anche loro hanno confermato ciò che pensavamo del Costa Rica: merita solo la costa caraibica, la pacifica è troppo americanizzata. Consumata la colazione siamo folgorati dall’ennesimo attacco d’ozio…allora discutiamo se spendere il pomeriggio a Cartì alla festa dei Kuna oppure oziare. In un impeto da viaggiatori optiamo per “a” e partiamo, facendo prima una sosta su Isla Aguja, altra casella lussuosa del monopoli, Viale dei Giardini, 3$ lo sbarco. L’isola è ben tenuta, senza la miriade di bottiglie di plastica presenti sulle altre, con possibilità di fare la doccia. Dopo l’ultimo indimenticabile bagno saliamo sul Bote destinazione Cartì: che è composta da 4 isolotti. Questi sono densamente abitati, puliti nei sentieri e dentro le case. Meliano ci porta su un altro isolotto, dove c’è una festa tradizionale: la pubertà della donna. La donna vive tre giorni in una stanza senza contatto con gli uomini. Il 4°giorno tutta l’isola fa festa , e che festa! Frotte di uomini e donne ubriachi e fumati (tabacco) sciamano per le vie, noi volevamo visitare il museo locale ma pure il custode era abborracciato (ubriaco marcio) ma ci fanno ugualmente pagare il biglietto per 20 mq di museo..cmq ci mettiamo in cerca di molas grandi come quelle viste a Boquete e scopriamo che per cucire una mola mediamente si impiegano tre mesi (a Boquete ci avevano detto 6 mesi, se non addirittura di più per giustificarne il prezzo, un periodo che sarebbe diventato di 12 mesi nel negozio di souvenir in Casco Vejo di Panamà City, che è di un’italiana). Dopo l’acquisto girovaghiamo per l’isola incontrando molti kuna, i cui giovani vestono all’occidentale. Alle 18.00 udiamo un suono strano: è il segnale dei pescatori che tornano: 3 pesci=1$. A noi 1 pesce al giorno è incluso nei 35$, che simpatici furbacchioni i Kuna….ricordo che una sera abbiamo chiesto una noce di cocco per frutta, ma era a pagamento, anche se sull’isola ce ne erano più di 300, vabbè. Prima di rientrare sulla nostra isola incontriamo Robinson Crusoe, ragazzo canadese barbuto,partito da Montreal in bicicletta, ora in cerca di un passaggio verso la Colombia per ricongiungersi poi in Cile con suo fratello il 21 febbraio, quelle persone che solo viaggiando incontri! A proposito di Colombia, Meliano ci racconta che la notte scorsa barche Colombiane hanno “trafficato” a Isla Perro, di fronte a quella del Diablo e che talvolta questi trafficanti affondano perché non conoscono i fondali rocciosi della zona!
Sbarcati sull’isola dove dormiremo, ceniamo insieme a dei cileni e svizzeri diretti in Colombia, ci raccontano che la sveglia è come la nostra perché devono venire al El Porvenir con noi e poi a Isla Diablo, ovviamente per risparmiare la gasolina dei kuna visto che le tre isole formano un triangolo…decideranno poi di partire alle dieci, che farebbero alle 5 a Isla Diablo che non è neppure l’alba?
22 GENNAIO: PANAMA’ CITY – MADRID – GENOVA
All’aeroporto di El Porvenir arriva una moltitudine di donne kuna pronte ad allestire banchetti per vendere le molas ai passeggeri di una “crusera” svizzera. Giungiamo a Panamà alle 7, andiamo al mitico Hotel Acapulco per lasciare i nostri zainetti, sabbiosi e pesanti come al solito. Madda vorrebbe andare a Casco Vejo a piedi, la dissuado a prendere un taxi, infatti questo serra tutte la portiere prima di entrare nella città vecchia: brutta zona i margini di Casco Vejo. Dentro ci sono gli uffici presidenziali e ministeriali, con un pullulare di polizia che la rendono molto sicura. E’ tuttora in corso un ampio progetto di riqualificazione ed i palazzi primi novecento stanno tornando al loro antico splendore. Visitiamo la cattedrale, il museo del Canale (non vale la pena perché solo in spagnolo, senza audio guide ed è un doppione di quello delle Miraflores) ed il ministero degli esteri. Plaza de Francia chiude il tour. A pranzo andiamo al mercato del pesce, seguendo il suggerimento di un altro resoconto. Per 47$ mangiamo dell’ottimo pesce. Terminato il pranzo , taxi al volo e per 10$ siamo alle Miraflores (18$ in due). Assistiamo al passaggio di alcune navi, visitiamo il museo che spiega i lavori di allargamento del canale e poi torniamo in città per recuperare i bagagli all’Hotel Acapulco. Prendiamo nella calle superiore il bus pubblico (2$) per l’aeroporto dove arriva dopo circa 1 ora, lasciandoci a circa 300 metri dall’ingresso, tenetelo a mente se avete dei bagagli giganteschi! Al check –in vorrebbero tassarci di 40$ per lasciare il paese, ma miracolosamente avevamo erano già inclusi nel biglietto!!
CONCLUSIONI:
Il viaggio: ricco ed intenso, Panamà è un paese che ha molto da offrire al turista, avrebbe meritato più giorni a discapito del Costa Rica, troppo americano nella costa pacifica.
Il top assoluto sono le San Blas: 365 isolotti d sabbia e palme, dove abbiamo conosciuto i Kuna, popolazione autoctona, a volte un pò furbacchioni con noi turisti ma fieri delle loro tradizioni e decisi a salvaguardarle dall’ingordigia degli occidentali. Pensate che nessuno può comprare le loro isole, solo i nativi della Comarca…..se 700$ vi sembrano un’inezia, questa è la cifra per un’isola. Numero due: Isla Coiba, avrebbe meritato almeno un giorno in più, soprattutto per risalire un fiume interno, probabilmente uno zoo a cielo aperto. Numero tre: visita a Casa Ruiz, piantagione di caffè a Boquete.Veramente ben concepita, fa apprezzare le qualità del caffè sin da quando è sulla pianta. Numero quattro: Tortuguero. La visita guidata con Thomas è stata apprezzata perché molto professionale. Numero cinque: Casco Vejo, ci ha lasciato il ricordo di una città neocoloniale.