Costa Rica in libertà 2

Viaggio organizzato giorno per giorno alla scoperta di mari, montagne, vulcani e tutto quello che questo magnifico Paese ha da offrire
Scritto da: Clo&Alex
costa rica in libertà 2
Partenza il: 22/11/2013
Ritorno il: 13/12/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Quest’anno decidiamo di prenotare e organizzare il nostro viaggio da soli, senza l’aiuto dell’agenzia di viaggio, così scegliamo una destinazione dove ciò sia possibile e il Costa Rica ci pare il più adatto: un posto sicuro per i turisti, con una popolazione amichevole e pronta ad aiutare. Prenotiamo il volo di andata e ritorno da Venezia a San Josè con Iberia (con scalo a Madrid, c.ca € 780,00 a persona), l’hotel per la prima notte a San Josè e contattiamo varie compagnie per il noleggio di un auto 4×4. Dopo aver consultato il web in lungo e in largo per trovare la migliore compagnia, propendiamo per una compagnia locale, la Poas. In realtà non ci sentiamo di consigliare questa compagnia in quanto abbiamo finito col pagare più del previsto (cosa apparentemente abbastanza frequente con tutte le altre compagnie che operano in Costa Rica, d’altra parte), ma soprattutto l’auto che ci hanno dato non era del tutto sicura (ruote consumate, compresa la ruota di scorta; cinture di sicurezza che si bloccavano), l’aria condizionata era difettosa – e qualche volta ne abbiamo davvero sofferto la mancanza!! – e l’assistenza in caso di necessità è inesistente.

All’arrivo all’aeroporto di San José scegliamo di prendere un taxi per il centro e, pur senza volerlo, finiamo nell’auto di un taxista abusivo, un tale Jorge, che si rivela tuttavia una persona simpatica e ricca di consigli per il nostro viaggio e ci porta a destinazione a meno di quanto chiedono normalmente i taxisti regolari. Tutto sommato, ci è andata bene.

San Josè è una città caotica ma non è così male come ci era stata descritta: è una metropoli piena di negozi, di ristoranti e locali, di chiese e parchi e di gente che passeggia o che vende per strada la merce più disparata, annunciata a gran voce. Come detto, caotica, a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma potete trovare qualsiasi cosa vi serva per i prossimi giorni di viaggio. Passeggiando a qualche isolato dall’hotel quella sera ci rendiamo subito conto che gira tanta gente alterata da sostanze stupefacenti non ben precisate, però è proibito bere alcolici in strada o fumare (sigarette) alla fermata dell’autobus: divertente, no?!?

La mattina seguente partiamo con destinazione Cahuita, sulla costa caraibica. Il paesaggio lungo il percorso è talmente incantevole e vario che non ci accorgiamo nemmeno del tempo che passa e in men che non si dica arriviamo alla carretera 32, che è un’anticipazione delle bellissime coste che troveremo da queste parti.

Cahuita è il nostro luogo di vacanza ideale: un piccolo centro tranquillo, di giorno si può scegliere di rilassarsi tra la Playa Blanca e la Playa Negra, farsi accompagnare per un po’ di snorkeling a prezzi convenienti (la guida è obbligatoria, noi abbiamo prenotato la nostra escursione attraverso le Cabinas Nirvana, Playa Negra e ci siamo trovati davvero bene), oppure addentrarsi nel Parco Nazionale per avvistare bradipi, cebi cappuccino e scimmie urlatrici ed esplorare qualche altro tratto di costa. La sera si può scegliere di cenare in una soda o in un ristorantino di livello più elevato, magari a ridosso dell’oceano e poi concludere la serata con un bel mojito e un po’ di musica dal vivo in uno dei bar del centro. L’atmosfera di questo piccolo centro è rilassata, quel che serve per liberarvi dallo stress; le tasse e l’iva che vi saranno applicate altrove qui sembrano una cosa sconosciuta e gli avvistamenti di fauna sono garantiti dalla mattina alla sera, magari proprio fuori del vostro bungalow o cabina.

A poca distanza da Cahuita c’è Puerto Viejo, che in confronto sembra già una piccola città, dove potete trovare tutto quello che non trovate a Cahuita. E quando i negozi sembrano non avere quello che cercate, rivolgetevi ad una farmacia: le farmacie in Costa Rica vendono un po’ di tutto, da spray al peperoncino e manganello al joystik per la ps3.

Sia che disponiate di un auto o di una bicicletta il nostro consiglio è di esplorare le varie località della costa, dalla bellissima Playa Punta Uva a Manzanillo, vi potrà capitare di trovare qualche tratto di costa più o meno incontaminato dove sarete solo voi! Inoltre a poca distanza dal centro di Puerto Viejo trovate il Jaguar Centro de Resgate, un centro per animali in difficoltà che ospita le più varie specie a seconda dei periodi: serpenti, rapaci, tucani, bradipi, scimmie, cerbiatti e felini (noi abbiamo visto un bellissimo ocelot) e tanti altri. Possibilmente tutti gli animali vengono rimessi in libertà dopo la guarigione, ma la visita vale sempre la pena, un po’ per finanziare il lavoro necessario a questi animali, un po’ perchè i giovani ed esperti volontari che lavorano qui ce la mettono tutta per farvi vivere un’esperienza indimenticabile. Le visite sono in inglese o spagnolo e l’ingresso attualmente costa $15.

E’ dura partire da Cahuita, ma abbiamo ancora tutto il Costa Rica da visitare e la nostra prossima tappa è il Vulcano Irazù. La sveglia all’alba (o anche prima se come noi partite direttamente da Cahuita) è necessaria per approfittare dei meravigliosi panorami che il Parco del vulcano vi può offrire, a mezzogiorno eravamo già immersi nelle nubi. Il vulcano Irazù non è in attività e questo vi permette di avvicinarvi per bene ai crateri e persino di passeggiare nel cratere spento da più tempo (Playa Hermosa); il laghetto nel cratere che si vede in tante foto è anch’esso già prosciugato, ma davvero una gita quassù vale la pena anche solo per i panorami.

Il Parco di Manuel Antonio si rivela la tappa più deludente di tutto il viaggio. Le cittadine di Quepos e Manuel Antonio, nonchè la strada che le collega, sono dei posti spenna-turisti, con tipica clientela americana; vi sarà chiesto di pagare per tutto: dal parcheggio al bar dove vi fermate a fare colazione (di fronte alla spiaggia libera di Manuel Antonio con l’insegna “dos pinos”, per referenze…), alla tassa turistica (o almeno così l’abbiamo intesa noi) di 1000 colones su un conto al supermercato ammontante a poco più di 3000 colones (quindi no, non si tratta dell’iva). Quepos, tutto sommato, è un po’ più vivibile. Il Parco rispecchia tutto ciò, un parco che potrebbe davvero essere il più bello del Paese, ma con un retrogusto di artificialità, invaso da gruppi di americani urlanti, guidati da locali che vi si adeguano: mai visto un parco meno naturale, dove le scimmie sono addestrate ad avvicinarsi ai turisti in cambio di cibo e ugualmente i procioni vengono attratti con patatine dal sacchetto per le foto di rito, per poi essere menati via con i bastoni. La visita al Parco ci ha davvero innervositi, soprattutto per l’inerzia dei locali di fronte a queste scene, disposti a permettere ai turisti qualsiasi cosa in cambio delle loro mance. Visitatelo per le sue spiagge da cartolina, balneabili e con sabbia bianca, ma non aspettatevi nulla di naturale. Forse il fatto che, come spiegato dalla proprietaria dell’hotel, qui piove tutti i giorni, ha peggiorato il nostro umore, ma Manuel Antonio resterà per ora escluso dal nostro prossimo viaggio in Costa Rica.

Per la visita al Vulcano Arenal scegliamo di soggiornare a El Castillo, da dove sembra la lava sia visibile in caso di eruzioni. Noi troviamo brutto tempo, quindi anche la cima del vulcano rimane sempre coperta, però il soggiorno in questa zona è piacevole e rilassante. Stringiamo amicizia con i proprietari e gli avventori della “Soda da Mamà”, che vi consigliamo per un esperienza tica vera e propria (è come mangiare in casa dei proprietari e può capitare che alla preparazione della vostra cena contribuiscano anche i vicini e i parenti), visitiamo le sponde del lago Arenal e ovviamente il Parco del vulcano (che abbiamo preferito di gran lunga ai percorsi dell’Arenal Observatory Lodge – ancora una volta troppo artificiali per i nostri gusti), dove ci si può arrampicare alle pendici del vulcano, si possono avvistare vari tucani, colibrì ed enormi farfalle, coati e scoiattoli. In zona sono poi possibili escursioni a cavallo o con i quad e moltissimi hotel propongono pacchetti per rilassarsi nelle loro terme, seppure ve ne siano di libere (chiedete ai locali).

Aggirato il Lago Arenal e dopo 57 km sulla strada peggiore di tutto il viaggio, arriviamo al piccolo centro di Santa Elena, a pochi chilometri dalla più famosa Monteverde. Il centro è formato da tre strade che si pongono a triangolo, piene di negozi di souvenir, ottime panaderie, centri per prenotare escursioni, ristoranti e bar, fra cui il “Tree House Restaurant”, citato fra i bizarre restaurants nel mondo. Sembra un tranquillo paesino di montagna, ma non abbiamo bisogno di nulla di più di quello che possiamo trovare qui. Sarà per quella terribile strada, sarà perchè le condizioni dell’auto già lasciavano a desiderare in partenza, ma la mattina seguente la nostra auto non ne vuole sapere di partire… e abbiamo già prenotato e pagato il canopy tour!!! Per fortuna Ricardo, il gestore del “Quetzall Inn” ci viene in soccorso, e dopo che rifiutiamo la sua offerta di pagarci un taxi (soprattutto perchè pagavamo $35 a notte per un’enorme camera con balcone con colazione inclusa!!) decide di provare a far ripartire il motore con delle sane badilate: fatto sta che il motore parte sul serio e anche se noi restiamo preoccupati che la macchina possa abbandonarci chissà dove, nulla possiamo contro il menefreghismo della Poas che non risponde a nessuna delle nostre chiamate, nè ci richiama nei giorni seguenti. Dato che lo spirito con cui abbiamo intrapreso il viaggio era quello di vivere alla giornata, non possiamo far altro che rispettarlo anche in questa occasione!

Con la SkyAdventure abbiamo prenotato un pacchetto completo che prevede una visita guidata all’interno della foresta, lo SkyTram e il canopy su 9 cavi: la giornata più divertente, bagnata e anche un po’ sporca della vacanza, ma non ci interessa: lo sporco si lava via (ma non del tutto: portate abiti vecchi!), i ricordi no e questi ragazzi fanno di tutto per regalarci una giornata piena di bellissimi ricordi; anche i nostri compagni di avventura ci mettono del loro e ancora adesso ci spunta un sorriso ripensandoci.

Come per Cahuita, ci piange il cuore a lasciare Santa Elena e gli amici conosciuti qui, ma c’è ancora da esplorare e la prossima tappa è Montezuma. Affidandoci ad una cartina turistica ci indirizziamo verso Samara e da lì proseguiamo a sud verso Montezuma, lungo quella che la cartina definisce “strada ad interesse turistico”. Ora: ogni persona ha dei gusti differenti, anche in fatto di attrazioni turistiche, ma passata Samara vi inoltrerete in un percorso di strade non asfaltate e fiumi da guadare, dove l’unico paesaggio sono prati pieni di mucche. E’ vero che ci sono lungo questo tratto delle spiagge bellissime, ma ci sono anche mezzi più adeguati per arrivarci, che non l’auto a noleggio! Dopo ore di viaggio, a Coyote, di fronte all’ennesimo fiume inguadabile, decidiamo di tornare indietro, ma: stiamo finendo la benzina! Per fortuna incontriamo uno spagnolo che per qualche strano motivo è finito da queste parti (forse a suo tempo era rimasto senza benzina pure lui?) e ci indica una “casa particular” dove possiamo fare benzina. Ci accoglie un signore sdentato, che con una sorta di scimitarra in mano ci fa cenno di entrare nel cortile; per fortuna compare anche la moglie, ben più rassicurante, completamente rifatta dalla testa ai piedi, con tanto di manicure dai mille colori, del tipo: se non vi possono assistere in farmacia, cercate una casa particular, sia mai che ci scappi anche un botox compreso nel prezzo! Anche perchè la benzina ci costa effettivamente meno che non al distributore e, qualsiasi cosa ci fosse dentro, ci porta fino a Montezuma – stavolta lungo la strada che passa per Paquera, asfaltata, seppur non “di interesse turistico”.

Montezuma è un’altra cittadina molto rilassata, dallo spirito hippy – i locali la chiamano MonteFuma, il tempo è quello rallentato tipico di un’isola, le spiagge sono belle e balneabili, ci sono vari localini interessanti (non perdetevi il ristorante “Playa de Los Artistas”) e varie attrazioni nella zona. Lasciamo a riposo l’auto e noleggiamo un quad per esplorare le cascate e le spiagge vicine, restiamo incantati da Mal Paìs e Santa Teresa, con la loro vita vivace e i loro tramonti stupendi su spiagge piene di surfisti.

Anche qui la fauna non si fa desiderare; la prima notte, complice il fatto che la maggior parte delle strutture in Costa Rica non dispone di finestre e talvolta nemmeno di imposte, riusciamo finalmente a capire qual’è il verso tanto particolare della scimmia urlatrice: inquietante se lo udite per la prima volta nel cuore della notte senza nessuno che vi spieghi cosa sia, ma poi ci ha accompagnato fino alla fine della vacanza.

Manca poco alla fine della nostra vacanza, e fra gli ultimi nostri impegni c’è un appuntamento a Playa Grande, con un amico che da 8 anni se n’è andato dall’Italia per trasferirsi – senza rimpianti – in questo paradiso. Forse è una zona che non avremmo scelto di visitare se non ci fosse stato lui, in quanto è una destinazione orientata principalmente ai surfisti, gli spazi fra una località e l’altra sono notevoli e in generale non troviamo molto divertimento. Ma visto che ci siamo, ci informiamo sulle attrazioni e così scopriamo che a 20 min. d’auto c’è una spiaggia definita da molti ticos come la spiaggia più bella del Costa Rica, Playa Conchal, e davvero lo potrebbe essere: è un’ampia spiaggia formata dalle conchiglie frantumate, l’acqua è la più limpida trovata in Costa Rica e soprattutto possiamo finalmente dedicarci un altro po’ allo snorkeling – anche se non ai livelli della costa caraibica. In zona ci sono altre bellissime spiagge da visitare: Playa Danta, Playa Pan de Azucar e Playa Flamingo; dall’altro lato si arriva a Tamarindo – cittadina molto popolare fra i turisti con un’altra ampia spiaggia, però con onde da surf, e un centro ricco di locali e negozi. A noi in realtà non entusiasma, ci sono troppi spacciatori e giovanissime prostitute ai banconi dei bar più chic e i prezzi sono piuttosto alti, ma folle di giovani turisti sembrano apprezzare Tamarindo e non poco.

Ma Playa Grande è anche parte del Parco delle Tartarughe Baulas, che nidificano proprio fra ottobre e febbraio e sono le più grandi tartarughe marine. Con una visita guidata all’interno del parco riusciamo a vederne una mentre depone le uova ed è uno spettacolo che ci lascia senza parole. Per chi, come noi viaggia in questo periodo dell’anno, non ci sono altre opportunità per vedere la posa delle uova – qualcosa che dovreste assolutamente vedere una volta nella vita – e pertanto una sosta a Playa Grande è in questo caso d’obbligo. Di giorno Playa Grande è una piacevole spiaggia contornata di palme e poco frequentata.

La vacanza è agli sgoccioli e facendo ritorno a San Josè ci imbattiamo in una nuova esperienza che ancora non ci era toccata in sorte in 20 giorni in cui giriamo con l’auto: la corruzione della Polizia di Transito. Come vi dirà qualche italiano che vive in Costa Rica (ma pure il tassita che ci riaccompagna all’aeroporto), c’è chi viaggia con una ventina di dollari pronti per essere devoluti in beneficienza a qualche poliziotto che li ferma contestando qualche sanzione da parecchie centinaia di dollari. Il tizio che fa lo scherzetto a noi ci dice apertamente che è natale e ha bisogno di fare i regali ai suoi figli, quindi “inteneriti” (ma non troppo!), anche noi lasciamo la nostra mancia al poliziotto e facciamo ritorno a San Josè. Dopo tre viaggi in centro e sud America e due in Africa, è la prima volta che ci troviamo in un Paese dove la polizia “chiede le mance” ai turisti, piuttosto che ai locali, perchè qui infatti i locali denunciano – e i turisti lasciano perdere.

Ritornare alla fredda Italia e alla vita di tutti i giorni è un po’ un trauma dopo un viaggio così ricco di scoperte ed emozioni, di nuovi amici, e di ricordi indelebili che di sicuro aiuteranno a scaldarci il cuore di qui alla primavera. Ci sono ancora tanti posti da scoprire in questo magnifico Paese (e altri poliziotti a cui lasciare la mancia!), noi torneremo e a voi intanto Buon viaggio e Pura Vida!



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