Costa rica anche per bambini

Siamo due coppie con un bambino di cinque anni e una bambina di un anno e mezzo che hanno intrapreso l’avventura “fai da te” in Costa Rica. Dopo un lungo girovagare nei siti di racconti di viaggio sul Costa Rica, per raccogliere informazioni di ogni genere, abbiamo deciso di partire prenotando solo il volo, il fuoristrada e le prime due...
Scritto da: ELY
costa rica anche per bambini
Partenza il: 30/01/2006
Ritorno il: 13/02/2006
Spesa: 3500 €
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Siamo due coppie con un bambino di cinque anni e una bambina di un anno e mezzo che hanno intrapreso l’avventura “fai da te” in Costa Rica.

Dopo un lungo girovagare nei siti di racconti di viaggio sul Costa Rica, per raccogliere informazioni di ogni genere, abbiamo deciso di partire prenotando solo il volo, il fuoristrada e le prime due notti.

30 Gennaio Partiamo con Iberia da Linate, scalo a Madrid e proseguimento per San Jose. Dopo un lungo volo finalmente arriviamo a destino. Prendiamo il taxi arancione, quello ufficiale, che ci porta all’hotel Pacandè (villa) ad Alajuela. Questo hotel (45$ a camera con colazione) lo abbiamo prenotato direttamente sul loro sito (www.Hotelpacande.Com); si è rivelato molto semplice, pulito e con acqua calda (che non sempre si trova); inoltre la prima colazione era ottima ed abbondante. 31 Gennaio Dopo colazione andiamo a ritirare il fuoristrada che avevamo prenotato (Nissan Terrano 7 posti) e partiamo per la visita al Vulcano Poas (aperto fino alle 15.00). Purtroppo non abbiamo fatto i conti con il tempo: la pioggia non ci ha permesso di effettuare l’escursione. Vista l’ora ci siamo fermati a pranzare nei pressi del vulcano al “Restaurant Vara Blanca” dove ci hanno servito una squisita parillada mista (carne alla brace con tortillas e varie verdure), birra e l’immancabile caffè al prezzo di 11$ a testa. Dopo pranzo tentiamo di visitare “La Paz Waterfall Gardens” (www.Waterfallgardens.Com) un parco naturale con cascate, osservatorio di farfalle e vari animali che si snoda lungo un percorso segnato. Purtroppo anche qui la pioggia torrenziale ce lo ha impedito. Visto che il tempo non migliorava decidiamo di fare un giro in macchina attraverso le colline e i tipici paesini (200 km circa) passando da Rio Quarto, Aguas Zarcas, Quesada San Carlos, Sarchi e ritornando ad Alajuela. 1 Febbraio Dopo colazione partenza per Puerto Viejo situato sulla costa caraibica vicino al confine con Panama. Ci avevano detto che le strade erano piuttosto brutte ma non pensavamo però così brutte. Ci siamo ritrovati a viaggiare su carreggiate (che loro definiscono strade principali) piene di buche ad una velocità media di 40-50 km/h fino ad arrivare ad un massimo di 80 km/h. Partendo alle 08.30 da Alajuela siamo arrivati a Puerto Viejo alle 16.30 dopo aver percorso gli ultimi 10 km su puro sterrato. Abbiamo dormito presso “La Costa de Papito” (45$ a camera senza colazione) (www.Lacostadepapito.Com) pochi stupendi bungalow all’interno della foresta, qui su richiesta veniva servita la colazione in veranda (da non perdere!). Eravamo talmente stanchi che alle 20.30 eravamo già a letto e pure senza cena.

2 Febbraio Il fuso orario (-7 ore) si fa sentire, infatti nostro figlio Emanuele alle 4.00 della mattina non aveva più sonno, aveva fame e voleva giocare a carte. Finalmente arrivato un orario decente per alzarsi, facciamo colazione e partiamo per le spiagge di Punta Uva e Manzanillo. Entrambe le spiagge sono attraversate da un fiume rossastro che entra nel mare, l’impatto non è dei migliori per cui decidiamo di non fermarci. Prima di ripartire però raccogliamo, con non poche difficoltà, un paio di cocchi per farci uno spuntino; impresa molto ardua ma di grande soddisfazione. Ritorniamo quindi alla spiaggia di fronte al nostro albergo per passare la giornata tra castelli di sabbia e bagni. Il mare è molto mosso, è infatti un posto adatto ai surfisti, ma rimanendo vicini a riva il bagno lo si può fare tranquillamente anche perchè l’acqua non è fredda.

Alla sera ceniamo presso il ristorante pizzeria “Caffè Viejo” gestita da un ragazzo italiano dove abbiamo mangiato una pizza buonissima.

3 Febbraio Partenza per Tortuguero via Limon, Guapiles ed infine Cariari dove avremmo dovuto lasciare la macchina per prendere la lancia. Abbiamo invece scoperto, in seguito, che a Cariari si prende un pullman che porta all’attracco delle lance per Tortuguero. Di comune accordo decidiamo di arrivarci direttamente con la macchina; l’impresa apparentemente semplice si è rivelata un po’ complicata vista la totale assenza di indicazioni stradali. Procedendo su sterrati, che si snodavano attraverso piantagioni di banane e continuando a chiedere informazioni, siamo finalmente arrivati all’attracco Pavona. Parcheggiata l’auto nell’area custodita (10$ al giorno) abbiamo preso la lancia per Tortuguero; dopo quasi due ore di viaggio sul fiume in mezzo ad una rigogliosissima foresta siamo approdati a Casa Marbella un b&b con poche camere, pulitissime e, cosa importante, bagno con acqua calda (35$ a camera con prima colazione). Siamo poi andati all’ufficio del turismo a prenotare per il giorno dopo un tour con la barca (15$ a testa, bambini gratis). Intanto che arrivava l’ora di cena abbiamo fatto un giro per il paese ed una passeggiata sulla spiaggia (molto selvaggia, piena di tronchi e rami, mare impraticabile dalle onde).

4 Febbraio Alle 5.30 sveglia e colazione. Inizia poi il nostro tour con la lancia che ci porta attraverso i canali ad ammirare le scimmie cappuccino, i tucani, i caimani e le tartarughe. Il silenzio della foresta è strepitoso viene interrotto ogni tanto solo dal canto degli uccelli. Visita al centro biologico (basta un’offerta libera) e poi ritorno a Casa Marbella. Armati di repellente, scarpe da ginnastica e pantaloni lunghi decidiamo di percorrere a piedi un’altra zona del parco: il sendero Gavilan. Sono due km di sentiero accidentato, con diverse zone di fango, che ad un certo punto sbuca sulla spiaggia e poi rientra nella foresta. Il percorso è molto suggestivo, purtroppo gli unici animali visti sono state alcune scimmie, moltissime zanzare ed un paio di lucertole, in compenso abbiamo sudato come non mai visto il tasso di umidità decisamente elevato. Ceniamo da “El Muercellito” a base di casado di pesce (riso, fagioli, verdure, banana fritta e un pesce alla griglia), alla modica cifra di 5$ a testa.

5 Febbraio Sveglia e colazione alle 5.00, ci aspetta una tappa piuttosto lunga, la destinazione è S.Teresa sulla Costa del Pacifico. Arrivati al porto di Puntarenas acquistiamo a 22$ (trasporto con traghetto per un’auto, quattro adulti e due bambini) il biglietto per Paquera. Attenzione: ci sono sempre alcune persone (abusive) che si avvicinano e chiedono soldi per dare informazioni tipo dove si trova la biglietteria, dove si deve parcheggiare ecc.; non bisogna pagarli (al massimo si può dare 1000 colon di mancia). Dopo un’ora di traversata arriviamo a Paquera e riprendiamo il viaggio per S.Teresa. La maggior parte della strada è sterrata, si snoda attraverso piantagioni sterminate di banane e pascoli con vacche e vitelli allo stato brado. Arriviamo a S.Teresa che è ormai buio e dopo alcune ricerche, approdiamo alla Cabinas Gaviota (45$ per due camere); il posto è decisamente brutto, la pulizia lascia molto desiderare ed inoltre il bagno è senza acqua calda. Vista l’ora decidiamo comunque di rimanere (e pure per due notti!); il nostro spirito di adattamento, compreso quello dei bambini è notevole. Inizia però la ricerca affannosa del ristorante per la cena; non avevamo tenuto conto delle elezioni, di conseguenza tutte le attività commerciali chiudono presto ed inoltre birre ed alcolici vari, non possono essere venduti. Alla fine troviamo un ristorante dove ceniamo a base di pesce e carne alla piastra, il tutto innaffiato con dell’ottima acqua fresca. I bambini, talmente stanchi, si sono addormentati sulle sedie senza aver cenato.

6 Febbraio Giornata di relax al mare, anche qui il posto è da surfisti visto il mare piuttosto mosso, in compenso le spiagge sono belle, pulite, lunghissime e deserte. Pranziamo a “Pietra Mar”, un delizioso ristorante sulla scogliera, a base di casado di pollo e di pesce (oggi finalmente finite le elezioni, la birra ce l’hanno data) a ben 6$ a testa. Vista l’ottima qualità del pranzo decidiamo di tornare anche per la cena.

7 Febbraio Partenza per Rio Seco; percorriamo per un tratto la strada costiera, che si è rivelata poi uno sterrato, e poi ci dirigiamo all’interno verso Bajos de Ario. Ad un certo punto ci troviamo la strada interrotta dal fiume Rio Ario; pensando di aver sbagliato strada, anche perché le indicazioni sono inesistenti ed è difficile trovare persone a cui chiedere, decidiamo di fermarci per fare una ricognizione a piedi. Notiamo che sull’altra riva ci sono alcune carreggiate di auto; la soluzione è davanti ai nostri occhi: bisogna guadare il fiume. Dopo questa prima traversata (molto emozionante) ne sono seguite altre tre. Proseguendo poi per Jabilla, Beiucco, Puerto Carillo arriviamo a Samara dove finalmente troviamo la strada asfaltata; vediamo però, con grande delusione, che è piena di crateri e la velocità media è di 40/50 m/h. Da Samara ci dirigiamo a fatica verso Nicoya (i cartelli stradali devono costare parecchio visto che non esistono) e poi a Santa Cruz dove la strada diventa finalmente buona. Proseguiamo per Ventisiete de Abril dove riparte lo sterrato per Rio Seco (per percorrere 140 Km abbiamo impiegato 6 ore!). Pranziamo al ristorante El Tucas e dopo mangiato andiamo a trovare un amico proprietario del Ranch Kosmos (400 ettari di pascoli e piantagioni di tek). Decidiamo di fare gli ultimi giorni in assoluto relax presso l’Hotel Iguanazul sulla scogliera di Playa Junquillal.

8 Febbraio Giornata tranquilla, mattinata in spiaggia e pomeriggio in piscina ad attendere i favolosi tramonti che immancabilmente venivano fotografati.

9 Febbraio Durante la mattinata Bruno e Corrado vanno a cavallo nel ranch Kosmos mentre io, Gloria ed i bambini rimaniamo in piscina. Terminata l’escursione pranziamo a El Tucas e poi nel pomeriggio andiamo a Playa Negra; anche questa spiaggia ha un mare molto mosso e pochissima ombra. Decidiamo quindi di spostarci a playa Avellana, lunghissima e ben ombreggiata. Verso sera torniamo all’Hotel Iguanazul per non perderci l’ormai consueto tramonto.

10 Febbraio La mattina parte con un evento per noi inusuale ma per gli abitanti del Costa Rica normale: ben due scosse di terremoto, non fortissime ma decisamente poco piacevoli, ci sorprendono prima di colazione. Partiamo poi per Tamarindo una rinomata località della costa; il posto ci ha deluso, per i nostri gusti è esageratamente turistico, pieno di alberghi, ristoranti, ville lussuosissime e il casinò. La spiaggia molto lunga, senza ombra, è attrezzata in parte con ombrelloni, lettini e postazione guardaspiaggia. Decidiamo di non rimanere e di tornare in un’altra zona di playa Avellana; mangiamo, al locale della spiaggia, un panino (la “ciabatta”) con filetto di tonno appena scottato, insalata e crema di pomodori, una vera delizia e ladrata nello stesso tempo (10$ il panino). Verso l’ora del tramonto ritorniamo in albergo per goderci lo spettacolo della natura e poi l’immancabile cena a El Tucas.

11 Febbraio Mattinata passata a playa Junquillal, molto bella ma con il mare molto mosso. Pranziamo nel locale della spiaggia a base di riso e gamberoni. Verso sera torniamo in albergo per gustarci il tramonto e poi la cena sempre da El Tucas.

12 Febbraio La permanenza all’Hotel Iguanazul è finita, decidiamo quindi di passare le ultime ore in piscina e poi di effettuare il giro di saluti agli amici del ranch Kosmos e ai proprietari di El Tucas, dove tra l’altro consumiamo “l’ultimo pranzo”. Dopo mangiato partenza per Alajuela: viaggio lunghissimo, 5 ore per fare 270 Km, strada abbastanza buona ma con traffico infernale. Abbiamo dormito all’Hotel Pacande (in centro) e mangiato un panino da McDonald’s.

13 Febbraio Dopo colazione ritentiamo la visita al vulcano Poas ma durante il percorso il cielo si rannuvola e inizia a piovere per cui torniamo indietro. Dopo aver acquistato alcuni souvenir (anche 5 ananas) e pranzato in un piccolo ristorante sulla strada, siamo andati a riconsegnare l’auto al rent car Dollar. Abbiamo deciso di pagare in contanti (1430$ per due settimane) e non con la carta di credito in quanto su qualsiasi spesa viene aggiunta la tassa fissa del 16%. Questi “furboni” hanno fatto finta di non avere il resto di 20$ per obbligarci a pagare l’intero importo con la carta di credito. Non avendo tempo a disposizione per questionare siamo stati costretti a lasciare 1450$ (la differenza guadagnata se la dividono tra di loro). Arrabbiatissimi per questo comportamento disonesto siamo partiti per l’aeroporto, pagata la tassa di uscita di 27$ presso l’apposito ufficio e atteso il nostro volo di rientro per l’Italia.



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