Costa Rica
Io e la mia amica Martina, per una sana vacanza, abbiamo deciso di scoprire le terre favolose del Costa Rica. Decisa la meta, ci si mette subito al lavoro per l’organizzazione del viaggio volendo fare sia un viaggio di avventura sia di conoscenza della gente locale i Ticos, cosi amano farsi chiamare, ma anche di sano relax…Il tutto organizzato esclusivamente da noi e della amata ed inseparabile guida Lonely Planet ma anche ascoltando i consigli esperti dei Ticos incontrati nel nostro itinerario.
E cosi arriva il 20 Aprile e all’alba ci rechiamo all’aeroporto di Venezia dove ci attende un volo Iberia Venezia-San Josè con scalo a Madrid. Sono le 19.00 e dopo 13 ore in volo atterriamo nella capitale del Costa Rica, San Josè. In aeroporto passiamo la frontiera dove, la gentilezza delle donne poliziotte locali si fa notare da subito, noi, un po’ stordite, pensiamo di aver perso la valigia ma poi… la ritroviamo e finalmente ci rechiamo verso l’uscita. Prima però cambiamo alla banca dell’aeroporto un po’ di dollari, cosa poco necessaria visto che tutti accettano ben volentieri il dollaro, comunque decidiamo di cambiare 100 dollari in colon costaricani (1 $ = 502 colon) …. Felici di avere quei soldi coloratissimi e solari ci avviamo alla scoperta del Costa Rica, orgogliose della meta scelta per la nostra vacanza. Fuori dall’aeroporto una schiera di taxi rossi pronti a portarti in ogni posto, veniamo fermate da un ragazzo che ci offre un taxi, trattiamo un po’ nel prezzo e saliamo. Il taxi con 25$ ci porta nel centro di San Josè a Casa Girasol, piccolo affittacamere accogliente prenotato dall’Italia per la prima notte. Prendiamo possesso della nostra camera e dopo una doccia usciamo subito per una lunga camminata fino alla Piazza Centrale fino dove troviamo il famoso Teatro National.
Iniziamo ad ambientarci con due ottime birre locali “Imperial” ghiacciate… Passeggiando ci viene fame, così ci fermiamo in un locale, attratte dalla musica dal vivo al piano superiore del locale. Noi ci fermiamo nel piano sotto e ceniamo a base di riso e camaron, tipico piatto locale. Mangiamo, beviamo birra e ascoltiamo musica ma il fuso orario si fa sentire… quindi prendiamo un taxi che ci porta verso il nostro letto, nel mentre decidiamo che l’indomani mattina avremmo iniziato il nostro vero viaggio verso il Mar dei Caraibi, pertanto prima di addormentarci studiamo quali mezzi di trasporto prendere. Ci addormentiamo ma ahimè la sveglia suona molto presto: abbiamo un bus da prendere. Velocemente scendiamo, ci aspetta una sana colazione a base di frutta, caffè, pane tostato e marmellata. Mangiamo abbondantemente e salutiamo Pierre, il padrone di casa, chiedendogli le ultime informazioni sul tragitto e sul tempo che avremmo trovato. Arriva il taxi carichiamo le valigie, salutiamo Pierre e lo ringraziamo per le informazioni, saliamo in taxi che con 2.500 colon ci porta al Grand Terminal del Caribe dove attendiamo il bus per Puerto Limon. Tre ore di bus sotto un’incessante pioggia e arriviamo a Puerto Limon dove cambiamo stazione, a piedi in quanto molto vicina, e prendiamo un altro bus per Manzanillo. Dopo altre 2 ore e mezza di bus arriviamo in questo piccolo paese, alla fine del Costa Rica, confinante con Panama e troviamo un pueblo molto molto tranquillo. Scendiamo dal bus in prossimità della Cabinas Manzanillo gestito dalla coppia Sandra e Pablo che ci accolgono e ci mostrano le loro camere. Decidiamo di fermarci. Il costo per una camera doppia senza colazione per 3 notti è di 90$. (In verità dall’Italia avevamo prenotato a Cabinas Bucus di Manzanillo confondendoci con Cabinas Manzanillo. Appena accorte del malinteso ci siamo recate dalla Sig.ra Melteba della Cabinas Bucus per disdire la prenotazione, quest’ultima però, ci ha creato problemi e si è tenuta l’anticipo versato. Mi preme dire che è stata anche l’unica a chiederci per la prenotazione della camera un anticipo di 35$, le confermiamo che le avremmo fatto brutta pubblicità e ce ne andiamo. Melteba non è una Ticos ma Europea.) Il viaggio e il malinteso ci hanno fatto fame e quindi aspettando il sole ci rechiamo nell’unico locale di Manzanillo, il Soda Maxi, alla fine della strada, a mangiare qualcosa. Capiamo che l’attrattiva di Manzanillo sono i granchi terresti li incontriamo ovunque, passeggiano tranquillamente sull’asfalto, c’è da stare molto attenti, soprattutto la sera.
Una passeggiata in spiaggia ma il sole non vuole uscire, per fortuna non piove più, decidiamo cosi di andare a Porto Viejo per la sera. Torniamo in camera e l’amico Pablo ci consiglia un ragazzo “vicino di casa” che ci porta con il suo taxi quindi ci affrettiamo nel fare una doccia e via a Puerto Viejo. Il taxista ci consiglia anche un posto per cenare. Non c’è molta gente in giro; facciamo una passeggiata tra le numerose bancarelle di collane e braccialetti ma poi andiamo verso questa trattoria consigliata, lontano dagli innumerevoli locali turistici fronte mare. La cena ci costa 9700 colon e mangiamo due piatti di “pescado” buonissimi. La serata non è ancora finita e in cerca di divertimento arriviamo al locale sulla strada Tex-Mex per un paio di mojto molto dissetanti. Chiediamo di poter chiamare il nostro amico-taxi, arriva dopo 15 min e ci riporta a casa anche se già in taxi la stanchezza ci avvolge e ci addormentiamo. Appena sveglie, affamate, ci dirigiamo verso il Soda Maxi. Ma trovandolo chiuso, scegliamo il Soda a la Playa (Soda=bar locale), appena affianco, che ci prepara due ottime colazioni con cafè negro, pane tostado con marmelata e due centrifughe di frutta, colon 7800. Visto che la pioggia insiste, ci assaporiamo con tutta calma la nostra abbondante colazione, parlando con la gente del luogo. Finalmente smette di piovere e possiamo farci una camminata per le vie, scoprendo flora e fauna locali. Siamo inebriate da un costante profumo di fiori e continuiamo a meravigliarci guardando le innumerevoli specie animali che ci volteggiano attorno. Prendiamo poi la via della spiaggia e iniziamo a camminare sulla sabbia tra un mare bellissimo ma agitato e una folta parata di palme e alberi verdissimi. Scattiamo migliaia di foto al tramonto e rientriamo per la cena al solito e unico Soda Maxi. Essendo unico è anche molto caro, infatti per due piatti di camarones con arroz ci chiedono 17.000 colon. Avendo perlustrato tutta la zona di Manzanillo, senza esserne entusiaste, decidiamo che il giorno seguente lo avremmo trascorso a Cahuita. Cosi la mattina seguente prendiamo sulla strada principale il bus verso Cahuita (cc 1200). Appena arriviamo ci rendiamo conto di quanto grazioso sia questo paesino dallo spirito hippy. E sotto il sole cocente decidiamo di andare subito al Parco Nazionale di Cahuita. Non esiste un biglietto di entrata, ma è buona norma lasciare un offerta; noi decidiamo per 10$ a testa ed entriamo. Lo spettacolo è affascinante: mare cristallino, sabbia bianca e una fittissima vegetazione per 10 km. Iniziamo a camminare guardando da ogni parte per trovare qualche animale e subito siamo accontentate da un mamma Bradipo sopra un albero con il suo piccolo tra le braccia, la lasciamo tranquilla e procediamo, troviamo una insenatura tra gli alberi con una deliziosa spiaggia bianca e facciamo una pausa; appoggiamo gli zaini e ci rilassiamo ma non per molto. Arrivano subito due scimmiette che senza pensarci attaccano il mio zaino in cerca di cibo, vengono subito accontentate in quanto trovano un piccolo pacchetto di biscotti, ma diventano un po’ aggressive in quanto non sono soddisfatte di due miseri biscotti.
Pensiamo che è meglio proseguire il nostro cammino, dopo 4 km arriviamo a Punta Cahuita e incontriamo delle guide che ci propongono un giro in barca fino alla barriera corallina per fare snorkeling a 20$ cad. Accettiamo e accaldate non ci pensiamo due volte a buttarci in mare con pinne e maschera; la guida è brava ci spiega i coralli che incontriamo e i pesci, incontriamo anche un Tiburon = squalo e due bellissime Mante. Rientriamo con la barca verso l’ingresso del parco. E’ pomeriggio inoltrato e affamate ci fermiamo in un locale molto carino del centro per mangiare. Sazie andiamo nella parte opposta del paese raggiungendo Playa Negra, qui troviamo una spiaggia enorme e con la sabbia nera ci rilassiamo aspettando il tramonto. Torniamo verso il centro che nel frattempo si è animato di gente, ci fermiamo per un aperitivo e a malincuore lasciamo questo paesino molto carino rientrando con il bus a Manzanillo. Per la mattina seguente abbiamo riservato un bus privato con Interbus per 57$ cad che ci porta dritto verso La Fortuna. Andiamo a far colazione al Soda Maxi (cc 7200) e salutiamo Manzanillo. Il viaggio in bus dura 5 ore ma è comodo, fa anche una fermata quindi tutto passa velocemente. Arriviamo a La Fortuna e ci lasciano all’Hotel Doroty, prenotato da Manzanillo. Non era necessario prenotare in anticipo in quanto essendo l’inizio della “temporada baxa” (bassa stagione) e arrivando in giornata si poteva trovare una sistemazione migliore ma decidiamo comunque di passare le due notti presso l’Hotel Doroty, un piccolo hotel molto spartano dove lo scarico della doccia è un buco nel pavimento.
Prenotiamo subito tramite l’hotel (i prezzi sono uguali ovunque) di passare il pomeriggio-sera alla Terme Baldi, dove con 37$ abbiamo l’ingresso e la cena a buffet. Le terme sono fantastiche ci sono circa 25 piscine termali riempite con acqua a temperatura tra i 32 e 67 gradi. E per noi viaggiatrici “zaino in spalla” è un toccasana. Ceniamo al buffet pieno di cose buone come riso, carne, pesce, zuppe, insalate e dolci. Ben sazie usciamo dal Baldi Paradiso e aspettiamo un taxi che ci riporta all’hotel; per 5 minuti di strada ci chiede 3500 colon. Assurdo ma il carburante in Costa Rica costa più dell’Italia. Andiamo a dormire dato che per l’indomani abbiamo prenotato la visita alla “Catarata de la Fortuna” a cavallo e al “Volcano Arenal”. Ci svegliamo di buon’ora con la luce del giorno e prima di iniziare la nostra giornata piena di impegni andiamo a far colazione in un posto molto carino in centro a La Fortuna, mangiamo un tipico panino con uovo e pancetta, caffè, succo e frutta (1500 cc cad). Torniamo in Hotel e troviamo il nostro cow-boy che ci porta alla sua fattoria per l’uscita a cavallo verso le cascate. Dopo qualche info sulla posizione da tenere ci presentano il nostro cavallo e si parte. Ci sono persone inesperte ed esperte ma tutti con una gran voglia di avventura cosi dopo, quasi un’ora al galoppo tra la fitta vegetazione, arriviamo e parcheggiamo i nostri cavalli per entrare al parco dove ci sono le cascate.
Un nastro d’acqua lungo 70 m che scorre attraverso un canyon di roccia nera vulcanica a strapiombo, incorniciata da piante. Scendiamo questa lunga e ripida discesa (che poi sarà un faticosa salita) e arriviamo al laghetto sotto la cascata; c è chi subito si butta in acqua ma è pieno di rocce e senza la ciabatta apposita è un po’ difficile fare il bagno. Dopo un po’ di relax e inumidite dalla potenza delle cascate decidiamo di affrontare la super salita. Torniamo dai nostri cavalli che ci aspettano riposati e si rientra alla fattoria, sotto un bellissimo sole e attraversando dei parchi mozzafiato. Rientriamo in hotel per una doccia veloce e dopo esserci riposate un pochino andiamo con la nostra super guida, conosciuta in Hotel, a visitare il Vulcano Arenal, il più alto e più grande vulcano ancora attivo del Costa Rica…per fortuna non in questo periodo!
L’escursione con guida e pulmino ci costa 38$ cad., con noi c’è anche un altro ragazzo. Dal parcheggio un sentiero lungo 200m ci conduce ad un punto panoramico da dove si vede sia il Mar dei Caraibi che L’Oceano Pacifico, solo se il cielo lo permette. Il pomeriggio continua camminando su e giù per sentieri, più o meno ripidi, che ci portano quasi in cima, sempre accompagnati dai tipici uccelli di queste altitudini e i loro deliziosi canti. La sera, al nostro rientro, andiamo a cenare al Soda Maxi in centro La Fortuna, una piccola locanda consigliata dalla nostra guida del pomeriggio. Un’ottima cena tipica e a letto presto. L’indomani si parte, direzione Monteverde – Sant’Elena.
Prima della partenza torniamo al Soda Maxi per la colazione ($ 10), dove rincontriamo la guida del Volcano che piacevolmente ri-salutiamo. Abbiamo riservato un trasfert che usano chiamare Jeep-boat-jeep, ma in verità è bus, barca, bus, riservato all’hotel che ci porta a Monteverde ($22 cad), totale 3 ore. Ci eravamo accordati con l’Hotel Mariposa ma, una volta arrivate, ci rendiamo conto che è troppo lontano da un centro e c’è una super salita per raggiungerlo, neanche il taxi vuole salire! A piedi raggiungo a fatica la reception, lasciando Martina con le valige, per disdire la prenotazione e chiamare un taxi per il centro. Il taxi arriva e con 3500 colon ci porta in centro al villaggio di Sant’Elena, qui parliamo con una delle diverse agenzie che ci sono e prenotiamo una camera doppia al Vista Golfo per 25$ a notte. Il paese di Monteverde è completamente turistico, lungo la strada incontriamo solo agenzie che vogliono venderti ogni tipo di escursione nella foresta nebulare. Pranziamo al Taco & Taco , per due Tacos spendiamo 6100 colon. Ci facciamo prendere e così prima di andare a cena trattiamo per l’escursione del giorno dopo: $ 58 cad per un pacchetto avventura (ponte + teleferica + camminata con guida) nella foresta. Concludiamo la serata con la cena al Tree House, $45. La mattina seguente inizia l’avventura… Con un pulmino ci portano all’entrata della foresta, da lì assieme ad altre persona e alla guida iniziamo la camminata nella fitta foresta, attraversando n.15 ponti sospesi nel nulla. Devo dire che soffrendo di vertigini.. un po’ di paura c’è ma… si prosegue senza nessun problema anzi con la bocca aperta di fronte a tanta e maestosa meraviglia verde. In fondo ci sentiamo dei piccoli Indiana Jones. Proseguiamo per due ore immerse nel silenzio della natura, ritorniamo all’entrata, cambiamo guida e questo ragazzo, davvero carino, ci accompagna con la teleferica sopra la montagna, sembra di volare sopra la foresta. Arriviamo a destinazione, la temperatura è cambiata, siamo sopra le chiome degli alberi ed è uno spettacolo magnifico. Riscendiamo e ci riportano al nostro Hotel, ma siccome ancora non siamo stanche camminando … camminando .. arriviamo al Jardin de la Mariposas, il giardino delle farfalle. Entriamo ($14 cad). Siamo all’interno di un giardino, tutto in discesa e troviamo delle serre in cui si allevano le farfalle, facciamo la conoscenza di un sacco di specie coloratissime di farfalle.
E’ pomeriggio e abbiamo fame cosi ci fermiamo a mangiare in centro al Chiosco, un vero e proprio piccolo chiosco, affianco alla chiesa del paese. E’ un posto fantastico gestito da una famiglia che ci cucina ciò che ha a disposizione. Risultato: un piatto misto con pollo, riso, verdura e fagioli neri (colon 4000). Super! Sazie facciamo il punto della situazione, sono passati 8 giorni, e ne mancano solo 4 al nostro rientro. Il nostro programma prevedeva a questo punto Playa Samara sull’Oceano, ma qualcosa ci dice che è meglio cambiare destinazione e così dopo aver parlato con tutti coloro che incontriamo per avere informazioni sul bus che ci porta verso l’Oceano, decidiamo alle 20 della sera di prenotare un transfert da Monteverde verso Playa Tamarindo per l’indomani. ($50 cad) Il viaggio è molto lungo ma stringo una bella amicizia con il Sig. Antonio, il nostro autista, e tra una chiaccherata e l’altra arriviamo a destinazione. Accompagniamo ai rispettivi hotel le persone in pulmino con noi, che a differenza nostra avevano già una prenotazione, noi invece ci siamo affidate al caso ed è stata un ottima scelta. Antonio ci parla di un posto a gestione familiare di nome Cabinas Marielos, ci porta, guardiamo le camere e con una gran voglia di sole, mare e relax non perdiamo tempo a metterci il costume e ad attraversare la strada per un tuffo nell’oceano. E’ una struttura sottovalutata, ma è una delle sistemazioni più convenienti della città, in quanto ha diverse camere per diversi budget. I Marielos sono una famiglia del Costa Rica che gestiscono questo posto dal 1978. Playa Tamarindo è molto bella, spiaggia enorme bianca, onde lunghe e alte, paradiso per i surfisti e per noi due ragazze. Dopo 8 giorni di intensa organizzazione, abbiamo voglia di poter stare distese al sole guardando meravigliosi corpi, che di corsa vanno a prendere l’onda. Playa Tamarindo, un tempo un piccolo paese di pescatori è ora una tra le più importanti località del Costa Rica nota per i surfisti e per l’atmosfera festaiola. In effetti verso sera a Tamarindo c’è l’imbarazzo di cose da fare e da mangiare, ogni angolo ha un piccolo ristorante e ogni sera un locale fa festa. I giorni seguono tra lettino fronte mare, supermercato per birra fresca e qualche ottima serata. Praticamente ogni bar, ogni sera, organizza una festa e noi seguiamo l’onda festaiola. E’ domenica e si va al Pacifico, si balla, si beve e si conosce la gente del posto. Lunedì la festa è all’Acqua, vicino alla nostra Cabinas, ma noi preferiamo il Garlito, dove suonano dei ragazzi conosciuti la sera prima. Ma poi un passaggio all’Acqua non possiamo non farlo ….. Passano i giorni e arriva l’ultimo giorno, cosi prenotiamo il bus, per l’indomani, che ci porta dirette all’aeroporto di San Josè. Nel viaggio di rientro attraversiamo la penisola di Nicoya e la tristezza la fa da padrona. Arriviamo in aeroporto, spendiamo gli ultimi coloratissimi colon per le ultime spese e saliamo in aereo, destinazione Madrid per poi proseguire verso Venezia.
Entrambe abbiamo viaggiato molto ma il Costa Rica è stato qualcosa di veramente unico: mare, natura, città tutto assieme, ed è per questo che il Paese attrae più di un milione di turisti di tutto il mondo ogni anno, attratti dal turismo eco solidale, tanto rispettato in primo luogo dai Ticos e poi dai turisti. Cosa portiamo a casa? Pura vida! La loro ultima parola che sia un saluto, un’usanza ci piace molto e non possiamo più dimenticarla. Pura vida a voi tutti.