Costa ovest on the road
Finalmente dopo averla sognata per quasi un anno parto per la meravigliosa isola di smeraldo. Io ed un amico conosciuto proprio sul sito di turistipercaso. Imbarco da Treviso con Ryanair ed arrivo a Shannon: volo puntuale e, in aeroporto, un’auto prenotata dall’Italia ci aspetta.
Prima notte in un ostello della gioventù a Sixmilebridge che...
Ascolta i podcast
Finalmente dopo averla sognata per quasi un anno parto per la meravigliosa isola di smeraldo. Io ed un amico conosciuto proprio sul sito di turistipercaso. Imbarco da Treviso con Ryanair ed arrivo a Shannon: volo puntuale e, in aeroporto, un’auto prenotata dall’Italia ci aspetta. Prima notte in un ostello della gioventù a Sixmilebridge che ha tutto di irlandese tranne il nome (Jamaica Inn). I primi chilometri con la guida a sinistra e la postazione del guidatore a destra ci fanno subito dimenticare la paura che avevamo fin dall’inizio. Ci si abitua in un attimo, tanto che al ritorno in Italia ho imboccato la corsia sbagliata e ho cercato la leva del cambio alla mia sinistra. Il nostro itinerario inizia percorrendo il Ring of Kerry: paesaggi bellissimi, pecore dovunque e, fin da subito, la gentilezza e l’ospitalità della gente locale ti lascia sbigottito. La fame possiamo dire che è stata un optional: dopo aver deciso di iniziare la giornata con l’irish breakfast, a base di salsiccia, wurstel, bacon, uova, black & white pudding, patatine fritte non senti il bisogni di mangiare per almeno mezza giornata. Arriviamo verso le 20:00 a Dingle dove cerchiamo un ostello della gioventù e, dopo la certezza di saper dove potevamo dormire, sorseggiamo una buona Guinness in un pub del paesino. La tipica musica irlandese ti fa dimenticare la stanchezza accumulata durante la giornata. Non mancano quattro chiacchiere con la gente locale che, vedendoti straniero, si incuriosisce ed attacca subito discorso. Visitato il grazioso paesino di Dingle, proseguiamo l’itinerario completando l’attraversamento della “Dingle peninsula”: il colore azzurro del cielo, il verde dei prati così intenso da non sembrar vero ed il bianco della sabbia si fondono in un incredibile mix. A metà pomeriggio arriviamo alle Cliffs of Moher, attrazioni turistiche davvero meravigliose: sono scogliere tanto belle quanto impressionanti per il fatto che scendono a picco sul mare. Oltre alla macchina fotografica e a un buon paio di scarpe robuste, dobbiamo avere 4 occhi ciascuno perché, da un certo punto in poi, non ci sono protezioni. Lasciamo le scogliere verso il tramonto, quando si sente solamente il rumore delle onde che si infrange sulla costa e quello degli uccelli in volo: la sensazione è di pace assoluta e vale la pena fermarsi per immortalare il paesaggio con qualche foto da cartolina. La sera pernottiamo in un ostello della gioventù a Doolin, meraviglioso paesino a due passi dalle cliffs da dove poi partiremo il penultimo giorno per una veloce visita ad una delle isole Aran. Questo paese è semplicemente graziosissimo, con la sua tranquillità e la pace delle sue strade nonché con l’atmosfera meravigliosa che si respira all’interno dei suoi numerosi pub. Fino a lunedì mattina la pioggia, che avrebbe dovuto essere una inseparabile compagna di viaggio, non si è fatta vedere. Si parte, in direzione nord, per immergersi nel Burren, spettacolare zona costituita da formazioni calcaree all’interno della contea di Clare: sotto una pioggia insistente, quest’ area racchiude un fascino tutto suo. Tappa successiva è la città di Galway, nell’omonima contea. Sempre con la pioggia a farci compagnia una visita veloce è d’obbligo prima di riprendere la strada verso nord: quello che ci colpisce sempre è la simpatia e cordialità della gente ed i meravigliosi colori che ti circondano. Attraversato il Connemare ed imboccata una delle più belle e panoramiche strade dell’intero nostro viaggio, la “Sky Road”, siamo davanti all’oceano a scattare una foto dietro l’altra. Il bellissimo tramonto completa una giornata dove abbiamo macinato un sacco di chilometri. Decidiamo di fermarci a dormire in un ostello a Leenane, al confine con la contea di Mayo: sono le 21.00 quando riusciamo a trovare l’ostello ma di cenare non se ne parla proprio. Tutti i locali della zona hanno da un po’ chiuso la cucina e ci accontentiamo di patatine e qualcosa da bere in un pub del paesino. Dopo qualche giorno passato ad irish breakfast, la mattina successiva decidiamo di fare colazione all’”italiana” nella bella cittadina di Westport contea di Mayo. La giornata promette bene, a partire dal tempo (meravigliosamente bello) e dalle tappe successive. Saliamo verso nord e, passata Ballina visitiamo 3 autentici gioielli immersi in una natura incontaminata: Rosserk Abbey, Moyne Abbey e Rathfran Abbey. Sono tre abbazie ben conservate e circondate da una natura meravigliosa: il verde tutto attorno in una giornata di sole come quella che ci ha accompagnato durante la loro visita, è lo sfondo per una foto da cartolina. Il rumore del vento ed il gracchiare dei corvi sono stati gli unici rumori tutt’attorno. Non un’auto, non uno schiamazzo, nulla…… Proseguiamo verso le rovine di Céide Fields – che in tutta sincerità non ci hanno per nulla entusiasmato – ed entriamo nella contea di Sligo per raggiungere, in serata, l’omonima cittadina: abbastanza deludente con poche cose interessanti da visitare e dall’atmosfera decisamente spenta. Dopo aver mangiato qualcosa in un fast food, ci rimettiamo in auto, accompagnati da una pioggia fastidiosa anche se non intensa per entrare, dopo aver attraversato per un a piccola parte la contea di Leitrim, nella contea di Donegal, estremo lembo nord-ovest dell’Irlanda. Contea selvaggia, ricca di peasaggi, di spiagge e di coste incontaminate e di gente straordinaria: l’adrenalina sale fin da subito. Vista l’ora decidiamo di trovare un ostello dove far tappa per la notte successiva. Grazie al prezioso aiuto di una famiglia di Ballishannon riusciamo a trovare il Breesy Centre, ostello sperduto in mezzo alla natura: siamo gli unici ospiti e, malgrado le prenotazioni si potessero fare fino al tardo pomeriggio, al nostro arrivo alle 21.00 riusciamo a farci accogliere ugualmente. Estrema pulizia, bagno ben tenuto e possibilità di utilizzo della cucina, ne fanno un ostello davvero buono. La mattina successiva partiamo per far visita alla cittadina omonima della contea. Donegal non offre moltissimo da vedere e ci ha colpito fin da subito il senso di appartenenza, da parte della gente locale, ad un mondo quasi a parte rispetto al resto dell’isola: lo notiamo dall’accento nella pronuncia ed anche lo percepiamo osservando che, sia all’esterno degli edifici sia sulle auto in movimento, viene esposta la bandiera della locale contea dai colori giallo-verde. L’accento inglese degli abitanti di questa contea è abbastanza diverso da quello degli altri abitanti dell’isola: non nascondo che abbiamo trovato un po’ di difficoltà nel capire la gente locale. Il nostro viaggio prosegue verso le Slieve League, le più alte scogliere d’Europa. Per raggiungerle si percorre una stretta strada che pareva larga poco più della nostra Nissan Micra . Il panorama da lassù è molto bello, con il vento che ti accarezza il viso ed il mare che violentemente sbatte contro la parete rocciosa senza farsi sentire…..Ad essere sincero, però, mi sono piaciute di più le Cliffs of Moher per il fatto che scendono verticali a picco sul mare facendo un’impressione maggiore e mettendoti di fronte all’imponenza ed alla bellezza della natura. La giornata vola via quasi senza nemmeno accorgerci e verso metà pomeriggio raggiungiamo un punto del Donegal che mi ha incuriosito fin prima della partenza per la bellezza di una sua fotografia che ho visto su una guida turistica: Horn Head. Dopo alcune preziose indicazioni da parte della gente locale sulla strada per raggiungere questo forte, arriviamo con l’auto ad un piccolo parcheggio sopra un promontorio dove la strada termina: ci sembra di scorgere in lontananza un piccolo puntino bianco a significare che, per godere di una delle più belle viste sull’oceano atlantico, dobbiamo camminare un po’…. Armati di buoni scarponcini visto il terreno un po’ fangoso e le sterpaglie miste a rovi che insidiano il nostro percorso, l’entusiasmo certo non ci manca per raggiungere la meta: semplicemente meraviglioso quello che si può scorgere dal forte. Le foto che abbiamo scattato con il sole al tramonto e l’ombra dei resti de forte proiettata sull’erba puntellata di sassi bianchi e pietre sono tra le più belle dell’intero viaggio. Rientriamo in auto anche perché ormai è ora di cena anche se c’è ancora sole; scendiamo fino a raggiungere la cittadina di Letterkenny alla ricerca di un posto dove poter riposare. L’impresa si rileva un po’ difficile ma alla fine troviamo un ostello che, visto da fuori, ci rassicura in fatto di pulizia. Un po’ stanchi per l’intera giornata passata a macinare chilometri, paghiamo e prendiamo possesso dell’ostello: ecco arrivata la prima sorpresa spiacevole dell’interno viaggio! Uno stanzone enorme con una sola lampadina ad illuminare questa grande camerata sporca, con odore di soffitta e molto disordinata. Non parliamo dei servizi igienici: lamette da barba sparse in giro per le docce, flaconi di shampoo e doccia schiuma abbandonati…..Io e il mio amico decidiamo di buttare €20,00 a testa ma di metterci in auto e di viaggiare durante la notte. Decisione presa guardando la mappa dell’Irlanda per la prossima meta e pensando anche all’immagine della camerata dell’ostello da cui siamo appena usciti per dissetarci in un vicino pub. Convinti di ciò e alla disperata ricerca di un bar dove bere un caffè (impresa quasi impossibile, credetemi….) ci mettiamo in auto e decidiamo di raggiungere l’Irlanda del Nord per visitare le Giant’s Causeway. Arriviamo al parcheggio dei visitatori alle 7:00 senza che ci sia anima viva: non poteva capitare giornata migliore (dal punto di vista meteorologico) per goderci lo spettacolo! Due ore e mezzo di camminata per osservare “l’organo”, “l’arpa” e “gli occhi de gigante” oltre alle meravigliose colonne di basalto che sembrano quasi emergere dal mare. Terminata la visita e ripartiti in auto, rientriamo nella repubblica d’Irlanda per visitare l’Inishover Peninsula. A metà pomeriggi arriviamo a Buncrana, grazioso e pulito paesino con una bella spiaggia. Questa volta, con un po’ di anticipo rispetto a tutte le precedenti notti, scegliamo il posto dove pernottare con un po’ di anticipo decidendo di riposarci presso un B&B. Ne troviamo uno proprio vicino al centro della cittadina che, per un prezzo direi onesto (€ 35,00 a persona) ci offre camerata con bagno e abbondante prima colazione. L’ospitalità della gente irlandese ci lascia anche qui a bocca aperta: davvero una bella esperienza poter dormire nella casa di questa famiglia. Ordine, pulizia, cortesia ed il sorriso dei padroni di casa ci hanno tenuto compagnia fino alla partenza la mattina successiva. Caricati da una delle ultime “irish breakfast” partiamo alla volta di Malin Head, il punto più a Nord di tutta l’Irlanda. La giornata è splendida ed il paesaggio che si scorge è semplicemente unico. Il verde intenso dei prati, il blu dell’oceano ed il grigio della costa si fondono in un mix da cartolina: le foto che, con nostalgia mi guardo di tanto in tanto, ne sono una testimonianza! Terminato il giro della penisola cominciamo a scendere e, trascorsa una notte a Sligo, arriviamo il giorno successivo a Galway: città già vista velocemente qualche giorno prima ma che ora decidiamo di visitare con più calma. Tanta gente in giro per le strade ad ammirare i numerosi artisti di strada che animano i pomeriggi, sono uno dei più bei ricordi di Galway. Passeremo le nostre due ultime notti a Doolin, paesino meraviglioso già visitata all’andata ma che ci ha affascinato non poco. Da lì, inoltre, partono i traghetti per visitare le isole Aran (solo la più piccola è visitabile da Doolin per le altre i traghetti partono da Galway): il penultimo giorno lo dedichiamo alla visita di Inisheer, la più piccola delle tre isole. Non offre nulla di particolarmente attraente questa isola: quello che mi ha colpito, però, è l’interminabile fila di muretti a secco che delimitano i vari campi. A vederli dall’alto sono qualcosa di impressionante. Tutte le sere, una pinta di guinness, una fetta di torta di mele ed un bicchiere di succo di frutta accompagnati dalle note dei musicisti irlandesi all’interno di uno dei pub della cittadina ci hanno fatto compagnia, facendoci dimenticare che tra un po’ sarà tutto un ricordo. Il 30 aprile, passata l’ultima notte in Irlanda, entusiasta per questa esperienza vissuta in relax ed in contatto con la natura, lasciato l’ostello di Doolin in direzione Shannon per il rientro in Italia, visita veloce alla cittadina di Ennis ed al Bunratty Castle. Molto bello il castello ed anche abbastanza carino il Bunratty Folk Park con la ricostruzione di un tipico villaggio irlandese. All’arrivo in aeroporto lasciamo l’auto non prima di aver fatto una delle ultime foto al cruscotto dove vedo scritto: 2743km. Ci hanno permesso di visitare posti meravigliosi, stare a contatto con gente ospitale e gentile. Ho finalmente potuto realizzare uno dei miei sogni: visitare la meravigliosa isola delle fate e dei folletti. Per chiunque voglia qualche suggerimento, consiglio, scambio di opinioni, lascio la mia mail: dolphin_74@hotmail.it