Costa degli Etruschi per un weekend in moto
Approfittiamo così del primo week end di Maggio per inaugurare la moto, andandocene due giorni a zonzo per la provincia di Livorno. Per noi che viviamo nel Nord della Toscana, la nostra regione così vasta e ricca di arte e cultura ci sembra quasi immensa, così, l’acquisto della moto ci sembra un bel modo per andare alla scoperta di luoghi meravigliosi e per noi così poco conosciuti. Le previsioni meteo ci confortano e ci rassicurano che il sole ci accompagnerà per tutto il weekend, così, infilati i caschi, ci mettiamo per strada. Devo dire che è molto piacevole viaggiare con la moto, fa sentire più liberi e sembra di essere più a contatto con la natura intorno, anche se dopo circa un’ora di viaggio iniziamo ad accusare i primi acciacchi dovuti alla postura non proprio comodissima.
Dopo due ore di autostrada, finalmente arriviamo a destinazione: abbiamo, infatti prenotato un appartamento a San Vincenzo, una graziosissima cittadina sul litorale livornese, poco distante da Piombino, al centro della cosiddetta Costa degli Etruschi, così andiamo all’appuntamento con i padroni di casa che ci mostreranno il posto che ci ospiterà per la notte. L’appartamento è semplice e grazioso, e si trova poco distante dal centro, sulla strada che da San Vincenzo porta a San Carlo; così, posati i nostri esigui bagagli (in moto dobbiamo imparare a disfarci di tutto il superfluo e portare solo lo stretto necessario) ci prepariamo per uscire. La giornata è molto calda, così, per prima cosa, decidiamo di prenderci qualche ora di relax in riva al mare. La spiaggia è molto spaziosa e, sebbene sia ancora bassa stagione, già affollata di gente (qualcuno osa anche un timido bagno in acqua); compriamo qualcosa da mangiare in una panetteria e, spalmata la crema solare cerco di rilassarmi e di prendere il primo sole. Fabrizio, però, non è della mia stessa idea e, dopo cinque minuti, inizia a sbuffare e a scalpitare, cercando di convincermi di andare a fare una passeggiata; in effetti, l’idea di camminare un po’ in riva al mare alletta anche me, così ci facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia, arrivando fin quasi alla pineta che si estende appena fuori il paese.
Nel primo pomeriggio decidiamo a malincuore di lasciare la spiaggia e dedicarci alla visita di San Vincenzo; il paesino non delude le aspettative: c’è una via pedonale piena di negozi, gelaterie e ristoranti dove passeggiare piacevolmente e un bel lungomare; trascorriamo, così, il pomeriggio godendoci la bella giornata e alternando passeggiate a piedi a piccole escursioni in moto, alla scoperta dei dintorni del paese (visitiamo, per esempio, il minuscolo pesino di San Carlo, arroccato in cima ad una collina da cui si gode un panorama mozzafiato e circondato da ulivi e vigneti a perdita d’occhio).
Per la sera, visto che ci troviamo sul mare, optiamo per una cena di pesce e cerchiamo qualcosa che possa soddisfare i nostri desideri: i numerosi ristoranti che si trovano sulla strada pedonale ci appaiono tutti abbastanza omologati e senza fantasia (tipici ristoranti turistici che si possono trovare nelle zone di mare), anche se i profumi che arrivano dalle cucine sono molto invitanti; alla fine, sul lungomare, veniamo attratti da una piccola osteria-enoteca che ci convince subito. I tavoli sono pochi e la piccola stanza adibita a ristorante molto accogliente. Ordiniamo diversi piatti di pesce ed un buon bianco della zona e la cena ci soddisfa pienamente: la scelta del ristorante non ci ha per nulla deluso; finiamo la serata in un pub del posto, con una birra fresca che ci mette in pace per il mondo e, tornati nel nostro appartamento ci addormentiamo davvero appagati dalla giornata.
Il mattino della domenica sveglia presto: colazione abbondante e lasciamo San Vincenzo per andare alla scoperta dell’interno della costa. Invece di riprendere la superstrada, imbocchiamo la vecchia Aurelia risalendo verso Livorno e il paesaggio ci appare subito molto allettante: tantissimo verde intorno, si alternano filari di vigne e uliveti, sapientemente lavorati dall’uomo a sprazzi di boschi, in cui la natura con la sua bellezza prende il sopravvento; la strada poi, che si insinua dolcemente tra le colline toscane, pare proprio fatta apposta per essere percorsa dalla moto e dai numerosi ciclisti che incontriamo durante il tragitto. Prima tappa: Castagneto Carducci, un caratteristico borgo appollaiato su una collina che sembra essersi fermato in un tempo indefinito. E’ domenica mattina e non ci sono ancora moltissimi turisti, così passeggiamo piacevolmente per le stradine in salita godendoci il panorama e imbattendoci, nella piazza principale, in un mercatino eno-gastronomico pieno di stand in cui fanno bella mostra di se’ formaggi, pane fatto in casa, marmellate, miele e salumi: gli odori si mescolano e fanno venire l’acquolina in bocca, così non possiamo certo andare via senza aver assaggiato alcuni di questi prodotti davvero saporiti.
Prima di andarcene ci fermiamo per una visita al museo di Giosuè Carducci. Il poeta proprio qui trascorse la sua infanzia e, visitando il paese sembra quasi avvertirne la presenza. Lasciato Castagneto ci dirigiamo verso un altro luogo dell’infanzia di Carducci, Bolgheri, che il poeta ha cantato più volte nelle sue poesie più dolci e malinconiche; se già a Castagneto ci sembrava di essere tornati indietro nel tempo, a Bolgheri abbiamo l’impressione di essere davvero in un posto un po’ magico: nonostante la presenza di turisti, il paesino è davvero molto suggestivo; circondato da un castello medievale, il piccolo borgo è immerso nel silenzio, non si sentono i rumori delle macchine e la vita del paese ruota attorno alla figura di Giosuè Carducci e della sua nonna Lucia (una statua in creta la raffigura proprio davanti la casa dove è vissuta tanti anni), e alla vendita del famoso Bolgheri, un vino rosso davvero pregiato tipico della zona; all’interno del borgo si possono trovare enoteche e ristoranti di cucina toscana e, visto che si avvicina l’ora di pranzo, dopo una visita al borgo, decidiamo di fermarci a mangiare, totalmente affascinati dal posto.
Visto che il giorno prima abbiamo optato per il pesce, questa volta non possiamo proprio evitare di assaggiare alcuni dei piatti forti della cucina toscana, così Fabrizio si fa portare una bistecca Fiorentina più grande del suo piatto, mentre io assaggio la ribollita, naturalmente, tutto accompagnato da una bottiglia di rosso di Bolgheri. Il pranzo, consumato nei tavolini all’aperto di un ristorante del posto, ci rilassa talmente tanto che il pensiero di essere ormai arrivati alla fine della breve vacanza non ci sfiora nemmeno e ci piacerebbe davvero restare lì, a godere un po’ della tranquillità del posto, ma purtroppo siamo presto richiamati alla realtà e ci mettiamo, un po’ di controvoglia, in sella alla moto per il rientro verso casa. Per immetterci di nuovo sulla vecchia Aurelia, attraversiamo viale di cipressi “in duplice filar” che da Bolgheri porta all’oratorio di San Guido, reso famoso dalla poesia di Carducci e, accompagnati dall’ombra dei cipressi ci allontaniamo da Bolgheri. Alla fine, siamo così incantati dalla bellezza di questi posti, che decidiamo di non prendere più l’autostrada, almeno fino a Livorno, e proseguiamo sull’Aurelia, attraversando altri paesi della costa tra cui Bibbona, Cecina, Rosignano.
Purtroppo il weekend giunge ormai al termine e ci aspetta la vita di tutti i giorni, con il lavoro e il solito tran tran, ma, certamente, questa breve vacanza ci ha permesso di staccare per un attimo dalle abitudini di tutti i giorni e ci ha donato nuova energia per affrontare meglio le settimane a venire, e poi, la prima esperienza in moto è stata molto positiva, quindi, perché no? Presto ripeteremo l’esperienza.