Costa brava y madrid: movida y cultura
Partiamo il 29 luglio da Orio al Serio, volo prenotato via internet, compagnia Ryanair, destinazione: Valencia, sola andata. È vero, Valencia è un po’ più distante da benidorm rispetto ad alicante, ma risparmiamo moltissimo sul volo. Dico “sola andata” perché il ritorno lo abbiamo prenotato, sempre via internet, da Madrid, per il 12 agosto, questa volta con la compagnia Easyjet.
Il volo dura complessivamente 2 ore, senza scali, fortunatamente in orario, e arriviamo a Valencia intorno alle 13.30. Taxi fino alla stazione degli autobus (circa 20 minuti) e qui autobus per Benidorm con la compagnia Alsa, la migliore spagnola. Il tragitto dura quasi 3 ore, ma ne vale la pena, così ci possiamo riposare e ammirare il paesaggio… Benidorm si distingue subito, per i grattacieli di 20 piani o più, ma tutto comunque armonico, non sono altezze che “stonano” con l’ambiente, ne fanno parte e lo completano benissimo… L’autobus si ferma in Avenida Europa e noi decidiamo di raggiungere il nostro hotel – Sol Pelicanos Ocas, in Calle Gerona, della catena Sol Melìa – a piedi. Mai scelta fu più sbagliata! L’hotel non era proprio “dietro l’angolo” come sembrava dalla cartina, e ci siamo arrivate in preda ai crampi da valigia (e della fame)… Poi l’hotel si è rivelato veramente azzeccato, posizione perfetta – a 5 minuti a piedi dalla Playa Levante e vicinissimo alla zona dei locali – oltre ad essere veramente bello come struttura: due edifici, uno di 14 piani e l’altro di 11 (il nostro), svariate piscine di cui una tropicale con colonne e idromassaggio, animazione ben curata con divertimenti sia per bambini che adulti… e anche sul servizio ristorante non abbiamo avuto di che lamentarci! Benidorm è divisa in due da un promontorio (da cui tra l’altro si gode una magnifica vista della costa): la Playa Levante è quella più movimentata, con locali e negozi di souvenir e condomini sulla spiaggia; la Playa Poniente è più tranquilla, ma ci fidiamo delle indicazioni delle guide, perché in realtà non abbiamo controllato di persona! Di mattina in mezzo al mare montano una piattaforma con trampolini e amache, un vero divertimento che si aggiunge ai classici offerti dalla spiaggia (campi da beach volley, pedalò…).
Per chi è a Benidorm e ama questo genere di cose, una visita al parco tematico Terra Mìtica è d’obbligo. Con l’autobus urbano (costo: 1 euro), che si prende tranquillamente da Avenida del Mediterraneo e in 20 minuti circa ti porta direttamente all’ingresso del parco. Il biglietto d’ingresso costa 33 euro, non proprio economico se paragonato per esempio a Gardaland, ma vi assicuro che ne vale la pena! Poi molti hotel o agenzie sul lungomare di Benidorm praticano sconti se si acquista prima il biglietto, per cui si arriva a risparmiare fino a 10 euro… Il parco è diviso in 5 aree, tutte ben tematizzate: Egitto, Grecia, Roma, Iberia e Isole. Tra le attrazioni che meritano una nota: – Cataratas del Nilo: classici “tronchi” sull’acqua con la particolarità che la seconda discesa si fa al contrario – Piràmide del Terror: in cui si paga un supplemento di 5 euro, è una sorta di viaggio a piedi all’interno di questa piramide, dove ci sono attori travestiti da mummie o personaggi dell’orrore che ti fanno spaventare… Noi non siamo entrate, ma questo è quello che ho capito vedendo i filmati all’esterno dell’attrazione… Per chi c’è stato, è un po’ come il percorso che c’è a Madame Tussaud’s a Londra – El Laberinto del Minotauro: percorso su vagoncini in cui si è dotati di pistole e lo scopo è colpire i vari mostri della mitologia greca che si presentano nell’attrazione – Templo de Kinetos: classico simulatore, dove la storia è in tema greco, ma non ci è piaciuto molto perché dà troppi “scossoni” – La furia de Tritòn: sicuramente la migliore e infatti l’abbiamo rifatta 3 volte! “Fuga da Atlantide” spagnola, con la differenza che qui vi conviene portare un ricambio o prepararvi a una doccia che peggio non si può! Veramente, la seconda discesa lascia completamente fradici, e se le barche sono sincronizzate male ci si becca anche l’acqua della discesa della barca prima di voi… – Synkope: mai nome fu più azzeccato… una ruota che s’inclina a 90° e intanto ruota su stessa… nauseante – Magnus Colossus: montagne russe in legno (quindi senza giri della morte), in cui si sentono TUTTI i binari sotto di voi… però spettacolare per l’altezza e la velocità raggiunte… – El vuelo de Fenix: caduta libera da 54m dall’altezza, solo per chi non soffre di vertigini o di stomaco! – Arietes: autoscontri che ti fanno tanto tornare bambino, e forse mancano nei parchi italiani… – Tizona: “Blue Tornado” spagnolo, rapido e con avvitamenti e giri della morte – El rescate de Ulisses: viaggio su gommoni per assistere alla ricostruzione delle avventure di Ulisse – Ràpidos de Argos: viaggio sempre su gommoni, ma questa volta ci si bagna! – La còlera de Akiles: nave che ruota, gira su se stessa e si inclina fino a 120° Inoltre il parco offre numerose attrazioni per bambini e spettacoli, e sicuramente vale la pena restarci fino a sera per ammirarlo illuminato… Siamo state fortunate perché la giornata è stata di sole, perfetto per tutte le “docce” che ci siamo beccate sulle attrazioni acquatiche! E c’era talmente poca gente che molte attrazioni le abbiamo ripetute anche 3 volte, e addirittura ne La furia de Tritòn ci è stato offerto di fare direttamente il doppio giro, perché non c’era nessuno… Anche Valencia merita sicuramente una visita. Con gli autobus dell’Alsa (sempre da Avenida Europa) si raggiunge la città in circa 2 ore, e poi si può decidere di prendere l’autobus per il centro storico. Dalla Torre Serranos si entra nella città vecchia, in cui sicuramente meritano una visita la Cattedrale (a pagamento, con audioguida anche in italiano) in cui si trova un cappella che conserva, secondo la leggenda, il Santo Graal, e la sua torre chiamata Miguelete; la Basilica de la Virgen de los Desamparados (dedicata alla patrona della città); la Lonja (patrimonio dell’umanità, una stupenda sala in stile tardo – gotico che fu costruita in origine per il commercio della seta); il Mercado Central (enorme edificio in ferro, vetro e piastrelle in stile Art Nouveau). Tutti questi luoghi sono raggiungibili tranquillamente a piedi, in quanto si trovano a breve distanza l’uno dall’altro. Vicino alla stazione degli autobus, oltre a El Corte Inglès (istituzione spagnola, a Madrid se ne contano ben 6!), si trova l’IVAM (Istituto Valenciano de Arte Moderno), che già dall’esterno promette bene, con fontane che sembrano sculture (pile di libri, cubi, bambini che si guardano e fanno partire il getto d’acqua…). All’interno, collezioni permanenti e temporanee di arte moderna.
Se si ha un po’ più di tempo, consiglio sicuramente di prendere l’autobus 95 e di raggiungere la Città delle Arti e delle Scienze, dove in pochi metri sono concentrati l’Oceanografic, il Museo de las Ciencias e l’Hemisferic (edificio a forma di occhio umano dove poter assistere a tre spettacoli differenti. Per chi è interessato, consiglio il biglietto cumulativo delle tre “attrazioni” visto che con 28.80 euro si può accedere a tutt’e 3. È forse un po’ caro, ma va considerato che già l’Oceanografic (l’acquario) da solo costa 21.20. Altra città che abbiamo visitato per ovvi motivi (sarà dove vivrò per i prossimi 6 mesi) è Alicante, che da Benidorm si raggiunge in 40 minuti d’autobus. Non è grandissima, anzi, è proprio a misura d’uomo. Peccato il tempo un po’ incerto, ma per una abituata al grigio di Milano… Non faceva testo.
Il centro storico è simile a quello di Genova: stradine strette e in salita. Da vedere, la Concatedral de San Nicolàs e la Iglesia de Santa Maria, che ospitano (insieme al Monatserio de la Santa Faz) una mostra sulla Sindone e immagini religiose (biglietto cumulativo per i tre monumenti e autobus per raggiungere il monastero: 3 euro). La Explanada de España è la via del lungomare, circondata da palme, negozi e ristoranti.
Il centro più commerciale ruota intorno all’Avenida Alfonso X El Sabio e alla Plaza de Luceros (dove, neanche a dirlo, si trovano due Corte Inglès). La zona universitaria è San Vicente del Raspeig, una frazione di Alicante situata “in collina” ma perfettamente collegata al centro con autobus che effettuano anche il servizio notturno. Lo stesso campus universitario merita secondo me una visita, primo perché è veramente enorme e c’è da perdersi, secondo perché è un bell’esempio di architettura moderna.
A Benidorm, oltre a Terra Mìtica, si trovano altre attrattive per tutta la famiglia, come Aqualandia (parco acquatico) e Mundomar (sorta di delfinario), che sono in zona Rincon de Loix, e Terra Natura (zoo tematico), che invece è vicinissimo a Terra Mìtica.
Per quanto riguarda i divertimenti notturni, Avenida de Mallorca è la zona interna in cui si susseguono discoteche e locali, oltre a un minigolf e svariate sale giochi. Come in praticamente tutti i locali spagnoli, non si paga l’ingresso ma soltanto l’effettiva consumazione, quindi è proprio vero che in Spagna si può fare un pellegrinaggio da un locale all’altro senza spendere 1 euro! C’è da dire che questa via è frequentata soprattutto da adolescenti o ragazzi sui 20 anni, mentre per una clientela più grandicella ci si deve spostare sul lungomare, a partire da Avenida d’Alcoi, dove si susseguono locali in cui si può sia ballare che rimanere semplicemente seduti sui divanetti e sorseggiare il proprio cocktail. I prezzi non sono molto diversi da quelli italiani, si va da 5 agli 8 euro per i classici cocktail. Tra i locali migliori consiglio il Daytona (una sera abbiamo assistito a una riunione di Harley, è stato uno spettacolo per un’appassionata come me!) o il Ku, dove i cubisti e le cubiste sono un vero spettacolo, anche di bravura, non solo di bellezza… Poi a serate alterne quasi tutti i locali del lungomare organizzano gli schiuma party, a cui consiglio vivamente di partecipare… L’8 agosto abbiamo lasciato Benidorm per spostarci in quel di Madrid. Autobus sempre Alsa, partenza alle 8.30 (puntualissimi come sempre) e arrivo alle 14.15, con sosta in un autogrill sperduto in mezzo alle campagne… costo totale: 27 euro, perfetto! Il tragitto dalla Estaciòn Sur alla Gran Vìa (dove avevamo l’hotel prenotato, il Tryp Gran Vìa, solo pernottamento) è stato un po’ traumatico, perché gli spagnoli molto spesso si dimenticano le scale mobili nelle metropolitane, e farsi i gradini a piedi con valigie e borse al seguito non è il massimo… Comunque l’hotel per fortuna era di fronte alla fermata della metro, oltretutto carino e confortevole, nemmeno troppo caro per la zona centralissima in cui era… La Gran Vìa è trafficatissima a ogni ora del giorno e della notte, ma ci sono i doppi vetri, quindi non preoccupatevi per il rumore! Appena arrivati a Madrid, consiglio di prendere subito l’Abono Turistico per i viaggi con metro e autobus. Noi, con 13.20 euro, abbiamo preso quello da 5 giorni, e ne è valsa davvero la pena.
Poi ci siamo diretti a Puerta del Sol, e da lì a Plaza Mayor, dove si trova l’Ufficio Turistico che ci ha fornito cartine e depliant di ogni tipo… Nel negozio “La tienda de Madrid” (in calle Toledo, dietro Plaza Mayor) abbiamo comprato la Madrid Card Cultura da 48 ore, che è un vero affare, perché consente l’ingresso gratis in tantissimi musei, oltre a sconti in ristoranti e negozi. Prezzo: 28 euro, altrimenti si può acquistare anche la Madrid Card, che però costa il doppio, e permette le visite con Madrid Vision (i classici autobus a due piani), l’ingresso all’Imax e altri divertimenti che però non ci interessavano.
La Puerta del Sol è animatissima a ogni ora del giorno e della notte, e sue caratteristiche sono la forma ad emiciclo e l’insegna di Tio Pepe, una marca di sherry. All’esterno dell’Ufficio Postale cittadino si trova il Chilometro Zero, considerato il centro dell’estesa rete stradale spagnola.
Plaza Mayor è una piazza rettangolare, tutta balconi e pinnacoli, abbaini e tetti spioventi. Se si imbocca la Calle de Toledo, si giunge alle vie dove la domenica mattina si tiene il mercato del Rastro. Non vi consiglio i ristoranti che si affacciano sulla piazza, non hanno proprio prezzi popolari… Se come noi vi ritrovate col problema del “dove mangio?” non vi preoccupate, perché la Gran Vìa è piena di ristorantini che con 10 euro vi fanno mangiare in maniera ottima, oltre al classico e già segnalato Museo del Jamòn, sparso per tutta la città, ma che non incontra i nostri favori perché produce solo carne… anche la zona di Puerta del Sol e Calle Mayor è ben fornita di ristoranti, ma provate nelle traverse, si trovano posti più economici. Posso segnalare Colby, in Calle del Fuencarral 52 (vicino alla Gran Vìa), che funge da caffè, ristorante e bar e dove si ha anche lo sconto esibendo la Madrid Card; l’Hard Rock Cafè (in Paseo de la Castellana 2, metro Colòn), dove i prezzi non sono proprio popolari, ma che merita sicuramente una visita per gli splendidi locali in tema americano; Gino’s e Vips (catene di ristoranti italiani sparse per la città, il secondo più economico, ma sicuramente ottimi). Per il giorno non vi preoccupate, a ogni angolo si trovano bar o chioschi per un panino al volo. Oppure fate come noi, che ci rifornivamo al supermercato vicino all’hotel e poi alla sera arrivavamo giustamente con i lupi nello stomaco… Per la vita notturna, si può scegliere tra i locali del Paseo de la Castellana, di Puerta del Sol o Plaza Santa Ana, in cui si incontrano i classici bar all’aperto, ma comunque sono zone in cui è piacevole semplicemente passeggiare e ammirare la movida spagnola.
La metropolitana funziona fino all’1.30, per poi riprendere alle 5.30, ma se rimanete a piedi sappiate che sono in funzione autobus notturni che portano praticamente in ogni angolo della città, ma partono tutti da Plaza de Cibeles (vicino al Prado), quindi cercate di farvi trovare da quelle parti… Il mercoledì abbiamo deciso di visitare la Madrid borbonica, quindi siamo scese alla fermata Retiro per dirigerci verso la Puerta de Alcalà, un arco trionfale in granito. Merita una visita, anche di mattina presto quando non è troppo affollato se non dai madrileñi che fanno jogging, il Parque del Retiro: enorme, impossibile da visitare tutto. Partendo dall’entrata a nord, si percorre il viale alberato fino al lago, dove si possono noleggiare delle imbarcazioni. Su un lato del lago si trova un colonnato a emiciclo, e di fronte si radunano molti ritrattisti per esercitarsi. Uscendo dal parco e proseguendo a piedi, si arriva in Calle de Montalbàn, dove si trova il Museo Nacional de Artes Decorativas, che ospita un’interessante collezione di mobili e oggetti d’arte.
Prima di arrivare al Prado, si incontra la Iglesia de San Jeronimo el Real (non fatevi ingannare dai ponteggi, l’ingresso è sul retro), che tuttora ospita le nozze dell’alta società. Passando davanti all’hotel Ritz (la cui opulenza si riflette nelle tariffe), giungiamo finalmente al Museo del Prado, che fa parte della triade dei musei che qualsiasi tappa a Madrid dovrebbe comprendere. Grazie all’orario e alla Madrid Card evitiamo le code che abbiamo visto in uscita, anche se una mezz’oretta di fila l’abbiamo fatta anche noi a causa di un “uscita – ingresso” necessario per accedere a una mostra temporanea di Picasso. Alcune opere del Prado e del Reina Sofìa sono state spostate in sale apposite, tra cui la celebre Maya Desnuda di Goya.
Il Prado è impossibile da descrivere a parole, posso solo dire che la cosa più positiva della visita è stato il poter fotografare le opere, ovviamente senza flash, cosa che era proibita negli altri due musei (Thyssen – Bornemisza e Reina Sofìa). Le opere sono divise per scuole, il primo piano è in gran parte dedicato alle opere spagnole e il pianterreno all’arte fiamminga, ma non mancano capolavori italiani e francesi. Da segnalare, L’Annunciazione del Beato Angelico, Il Giardino delle Delizie del Bosco, l’intera collezione Velàzquez (tra cui uno dei miei quadri preferiti, Las Meniñas, di cui si può ammirare anche la copia in chiave cubista realizzata da Picasso e prestata dal Museo Picasso di Barcellona), Le tre Grazie di Rubens e la Collezione Goya, con appunto la Maya vestida e la Maya desnuda. Se sapete sfruttare bene il vostro tempo, un paio d’ore sono più che sufficienti per girare il museo, specie se non lo trovate troppo affollato com’è accaduto a noi.
Dal Prado a piedi si raggiunge Plaza Cànovas del Castillo (con una fontana con la statua di Nettuno trascinato da due cavalli) e il Museo Thyssen – Bornemisza, una stupenda collezione privata che si propone di illustrare la storia dell’arte occidentale, dai primi artisti italiani e fiamminghi all’Espressionismo del XX secolo, alla Pop Art. Tra i capolavori, spiccano opere di Tiziano, Goya, Van Gogh e Picasso. La visita parte dall’ultimo piano, fino al pianterreno che ospita i dipinti del XX secolo, tra cui opere di Dalì e Warhol. Costeggiando il Paseo del Prado si arriva a Plaza de Cibeles che, oltre ad essere uno dei punti di riferimento più noti di Madrid, è anche una delle piazze più belle. La Fuente prende il nome dalla dea greco – romana Cibeles, che viene rappresentata seduta sul suo carro trainato da due leoni. Tra gli edifici che si affacciano sulla Piazza si trova il Palacio de Comunicaciones, paragonato a una torta nuziale per il suo aspetto. Con la metro giungiamo alla stazione di Atocha, che merita una visita anche solo per ammirare la stupenda serra costruita in memoria delle vittime dell’attentato di 2 anni fa. Nei pressi della stazione, in Calle Santa Isabel, si trova il Centro de Arte Reina Sofìa, il cui edificio già lascia a bocca aperta per la presenza di due ascensori esterni panoramici, in vetro. L’opera di spicco di questo museo d’arte del XX secolo è senza dubbio Guernica di Picasso, ma sono tuttavia presenti altri capolavori di Mirò e Dalì. La collezione permanente si trova al secondo e al quarto piano, disposta attorno a una corte aperta. Il quarto piano, in particolare, ospita opere dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, passando per movimenti come l’Astrattismo, la Pop Art e il Minimalismo.
Riprendendo la metro, ci spostiamo in Plaza de Colòn, dedicata al nostro navigatore genovese, e su cui si affacciano grattacieli imponenti. Tutta Madrid è imponente, ad ogni fermata della metropolitana, alla nostra uscita, ci ritrovavamo circondate da questi altissimi edifici, ma mai stonati, sempre perfettamente inseriti nell’ambiente. C’è da dire che poi i madrileñi sono veramente cortesi e disponibili con i turisti, e la presenza delle forze dell’ordine è massiccia, sia per le strade che nelle stazioni della metro. Preparatevi a fare passare i vostri zaini o borse ai metal detector all’ingresso di ogni museo, a Madrid è la prassi.
Tornando a noi, direttamente dai sotterranei della metro si accede al Museo de Cera, che noi abbiamo visitato solo perché compreso nella Madrid Card, sennò forse 12 euro non li avremmo spesi… è diviso in due parti, si spazia da personaggi della famiglia reale a quelli universalmente noti, oltre alle riproduzioni in cera de Las Meniñas e la Maya desnuda con relativi autori, e a una zona dedicata ai criminali, gli efferati delitti e i personaggi dell’orrore. Compresi nel prezzo, anche un “Tren del terror” (che poi del terrore ha ben poco) e un simulatore di volo un po’ da claustrofobia. Certo, non sarà Madame Tussaud’s, ma è stato carino, e sicuramente meglio di quello di Barcellona! Infine, abbiamo visitato il Museo Arquelògico Nacional, che non ci ha appassionato più di tanto, se non per la presenza di tantissime mummie che ricordavano molto il Museo Egizio di Torino! L’edificio in cui è ospitato il Museo, e l’annessa Biblioteca Nacional, meritano però di essere visti.
Il giorno seguente, giovedì 10, l’abbiamo dedicato alla vecchia Madrid. È stata una sofferenza trovare la Catedral de San Isidro, che si trova in calle Toledo, ma ne è valsa la pena perché questa era in origine la Cattedrale di Madrid, prima che venisse costruita quella attuale dell’Almudena.
Plaza de España è uno dei più trafficati e popolari punti di incontro della città, e sulla piazza di affaccia la Torre di Madrid, detta La Jirafa (la giraffa) che per un certo tempo è rimasto l’edificio più alto del mondo. La parte più bella della piazza è il suo centro, dove è posto un obelisco in pietra degli anni ’30.
Purtroppo abbiamo trovato chiuso per restauri il Museo Cerralbo, ma sono certa che ne valeva la pena… Ci siamo quindi dirette allo Stadio Santiago Bernabeu dove, grazie alla nostra card (sennò costo 9 euro) abbiamo potuto visitare questo tempio del calcio… consiglio una visita anche per chi non è appassionato di calcio, perché veramente affacciarsi dagli spalti toglie il fiato… la visita (libera) comprende la terrazza panoramica, gli spogliatoi (con vasca e doccia idromassaggio!), la tribuna vip, una passeggiata a bordo campo e il museo, che espone tutti i trofei vinti dal Real Madrid, le scarpette autografate dai giocatori e rimanda in continuo le partite più importanti e l’inno della squadra… Dalla Plaza de Oriente, con una statua equestre di Filippo IV al centro, si gode una meravigliosa vista del Palacio Real, uno degli edifici più belli di Madrid, se non il migliore. Si può visitare quasi interamente, e da non perdere sono la sala da pranzo, la sala di porcellana (con le pareti e il soffitto rivestite di maioliche che raffigurano cherubini e ghirlande), la sala del trono (che ospita le riproduzioni dei troni di Carlo V), la farmacia e l’armeria.
Nei pressi del Palacio Real si trova il Monasterio de la Encarnaciòn, una convento agostiniano in cui tuttora vivono suore in clausura, e in cui avrete una visita guidata solo in spagnolo. Proprio dietro il Palacio Real si trova Nuestra Señora de la Almudena, la cattedrale di Madrid, che apre alle ore 17. La facciata neogotica grigio – bianca è simile a quella del Palacio Real. Anche i Jardines de Sabatini meritano una visita, per un po’ di relax e di ombra, specialmente se le giornate sono come quelle che abbiamo avuto noi, stile 35 gradi all’ombra… La giornata del venerdì è stata interamente dedicata allo shopping, con i Corte Inglès di Calle Preciados e i negozi della Gran Vìa, per non parlare di quelli di souvenir nei pressi di Plaza Mayor.
Abbiamo inoltre fatto una capatina all’arena de Las Ventas, che non si può visitare perché apre solo per corride o eventi, ma che merita una visita anche solo per vederla da fuori e “circumnavigarla” (sui muri sono rappresentati tori e matadores).
Il trasferimento a Barajas del sabato è stato sicuramente più positivo di quello stazione autobus – Gran Vìa, anche perché in questi tragitti esistevano le scale mobili! L’attesa è stata lunga e un po’ snervante, perché erano i giorni seguenti all’attentato sventato a Londra e giravano voci confuse sul fatto che si potesse portare o meno il bagaglio a mano… Comunque il viaggio con EasyJet è stato abbastanza in orario, senza posti assegnati come accade ormai per tutte le low cost, e l’arrivo a Malpensa un po’ traumatico… Non ci si aspettava di trovare 10 gradi in meno rispetto a Madrid! Che dire… Questa vacanza sole&cultura è stata perfetta, il clima è stato clemente, la compagna di viaggio ottima, i posto visitati magnifici… Porto Madrid nel cuore, e la consiglio veramente a tutti… Per qualsiasi altra informazione o se volete altri suggerimenti, scrivete pure al mio indirizzo e-mail… ¡Besos a todos!