Costa Azzurra, Provenza, Camargue
Viaggio deciso all’ultimo giorno quello che andiamo a raccontare, ma sfruttando le esperienze di chi ci precede, sicuramente pieno ed emozionante.
Partenza sabato 22 aprile per un periodo di 10 gg, attraverso la Costa Azzurra, Provenza e Camargue, percorrendo coste, colline e pianure pittoresche per circa 2600 km, spendendo il giusto circa 700 euro a testa.
1° giorno Arrivare a Nizza (ore 17,00) era la nostra prima meta, ma arrivarci quando tutta l’Italia si muove, per uno dei pochi ponti, che il calendario permette, è stata dura. La città vecchia merita comunque la fatica che piano piano svanisce, girovagando tra viuzze e negozietti che sembrano esageratamente vivi e colorati. Arrivare alla rinomata Promenade Des Anglais passando per il mercatino centrale è stato facile e bello. Da non perdere una sosta al Parc Du Chateaux sul lato orientale, dal quale si può ammirare una bellissima veduta della città (appena in tempo, il parco pubblico che lo ospita chiude alle 19,00) una rigogliosa cascata artificiale che rinfresca solo a guardarla. Dopo una passeggiata romantica sulla Promenade (e l’immancabile foto al Hotel Negresco)è giunta l’ora della cena e dove mangiare se non in cours saleya (mercato dei fiori), c’è solo l’imbarazzo della scelta ristoranti per tutte le tasche. Nel nostro caso una buona paella per iniziare 37,00 euro per due al Ristorante Le Cote Bleu (acqua esclusa che qua costa quasi come una birra). Prima che la fortuna ci abbandoni è giunto il momento di cercare una camera per la notte (Nizza pur offrendo notevoli opportunità, catene alberghiere di tutti i generi non ci ospiterà), la troviamo uscendo da Nizza in località Cagnes Sur Mer (un po’ squallido tra gli alberghi che ci hanno ospitato ma l’ora (23.30) e la stanchezza ci fanno decidere in fretta) Turf Hotel 62,00 euro s/colazione. 2° giorno Cagnes sur Mer è una città doppia, un’anima di mare e una nell’entroterra, ma quella che ci attira per iniziare la giornata è la visita del borgo di Haut de Cagnes, antico centro medioevale, sovrastato da una cinta muraria e dal Chateau Musee Grimaldi (che non abbiamo visitato). A distanza di 10 km incontriamo appollaiato in cima ad una collina Saint Paul, pittoresco e turistico villaggio medioevale, che è stato per secoli il rifugio di numerosi artisti (qui visse e morì, fra gli altri Marc Chagall). E’ stato facile trascorrervi un paio d’ore passeggiando lungo le anguste stradine del borgo delimitato da bastioni del xv secolo con tanti negozietti. L’invidia però corre a quei fortunati, un tempo forse contadini, che sono riusciti a ritagliarsi nella collina sottostante, un angolo di giardino, con case in muratura ben tenuta e l’immancabile piscina o in maniera minore a quelle persone che appena fuori le mura di Saint Paul giocano la petacque come se il tempo non contasse. Percorsi altri 4 km si arriva a Vence, piccola cittadina moderna con un cuore medioevale. Il principale punto di accesso aperto nelle mura che circondano la città vecchia risalenti al XIII secolo, conduce a Place du Peyra, una piazza in cui campeggia una fontana del 1578. Tousette sur Loup è la ns. Prossima meta, un paesino medioevale con vicoli stretti e molto pittoreschi poco distante da Vence, meno turistico e quindi forse più vero. Una costante in questi tre paesini è senz’altro l’impegno nel rendere gradevole passeggiarci dentro riducendo veramente ad un non nulla il grado di abbandono. Da qui andiamo in direzione di Grasse, famosa per i suoi profumi (visita gratuita al museo della profumeria “Fragonard”, visto che alla fine del percorso è immancabile la proposta di vendita di profumi e pensare che sembrano anche convenienti visto che li producono). La città non dice molto ma il museo è stato interessante. Si fa sera e ci dirigiamo verso il mare Cap d’Antibes, per l’esattezza, presso l’hotel de l’Etoile ad Antibes dormiremo in una confortevole camera a 60,00 euro senza colazione. Non siamo ancora stanchi e la vicinanza di Cannes ci attira, è qui che prenderemo l’unica vera fregata del viaggio, al ristorante Le Camptori de la mer, tutto sproporzionato tra prezzo e qualità, ma non potremo dire di non aver toccato con mano la cara Cannes. Da turisti, comunque, da non perdere una passeggiata sulla Croisette (Hotel Carlton – si può anche entrare dentro – il Palazzo del festival, il Castello sopra il porto) e se lo fate di sera quando il buio ha già catturato la città è anche meglio.
3° giorno Antibes con una passeggiata nel centro storico, lungo i bastioni, che da un lato sono proprio sul mare, poi in direzione di Saint Raphael sbirciando per il vecchio porto e l’immancabile cattedrale.
Piccole e graziose baie naturali permettono delle soste ed è in una di queste che ci siamo fermati per la pausa pranzo. Il tempo unico vero tiranno, ci fa poi dirigere verso Saint Tropez percorrendo l’unica strada di accesso come diretti verso un inesorabile imbuto (se fosse sabato o domenica forse è meglio starci alla larga, file ed orde di turisti sembrano diretti verso un’unica meta)con un mega parcheggio alla fine. Poi che dire … È Saint Tropez, è forse più snob passarci che viverci. Di quello che è stato non c’è più niente ma è indiscutibilmente carina per il suo rinomato porto, i vicoli, il castello e per chi piace, lusso lusso lusso. Da Saint Tropez prossima destinazione Hyeres dove pensavamo di passare la notte, sulla cartina sembrava grande e sicuramente lo è, ma carente di alberghi. Qui ce la siamo vista proprio brutta, anche perché l’obbiettivo del giorno dopo era l’Ile de Poquerolles e non volevamo allontanarci troppo. Sulla strada invece, Hotel Restaurant Mayoux, pensioncina familiare, è stata una sorpresa. A parte il cibo che ci ha soddisfatti in pieno e la camera senza bagno è stata la più conveniente (qualità prezzo) di tutto il viaggio e poi fra l’altro, a 50m dal mare. Il giorno dopo ci hanno dato anche, biglietti con lo sconto per il traghetto, per il tour da farsi nell’isola.
4° giorno Ile de Porquerolles tutta una scoperta, a 15 minuti dalla terra ferma ( i traghetti partono ogni ora) l’isola che non ti aspetti, girabile solo a piedi o in bici, 2/3 alberghi in tutto, un ampio porto e pace. Persino a noi è venuta voglia di noleggiare una Mountine Bike e pedalare (dai 10 ai 12 euro a testa al giorno). A dire il vero i depliant turistici erano stati molto accattivanti, sentire parlare di La Plage D’Argent, Les Plage du Langoustier, La Calanque du Breganconnet e l’acqua, un chiaro scuro continuo tanto trasparenti da … Specchiarcisi dentro. Una giornata passata qui scorre via tranquilla, peccato solo per non aver fatto il bagno, brr che freddo, nonostante una giornata caldissima 25 gradi (per il periodo). Il ritorno sulla terra ferma ci porta in direzione di Aix en Provence per la notte dove dormiamo in un Hotel Carino vicino al centro (10 min in macchina) Arc Hotel. Le cittadine hanno un fascino tutto patibolare la sera, Aix en Provene mi è sembrato con un qualcosa in più. Un centro storico piccolo, cinto in un Boulevard che si percorre a senso unico, con al centro Cours Mirabeau e le sue fontane (ce ne sono più di un centinaio in giro per la città). I ristoranti qui ce ne sono per tutti i gusti / nazioni abbiamo faticato non poco a scegliere ed in fine Bastide du Cours proprio sul Corso (mangiato bene). Ad Aix en Provence visitiamo anche Santos Fouque (le statuine in cotto), una piccola fabbrichetta, adesso, ma le guide ci dicono che in passato hanno contribuito alla crescita della città.
5° giorno Roussillon e la sua argilla color ocra. In passato fu costruita una ferrovia solo per arrivare in questo paesino, vale sicuramente un passaggio. L’accesso quasi gratuito ad un piccolo canyon (Sentiers des ocres) ha avuto il merito di farci scoprire argilla rossa, gialla, bianca dai colori intensi in un contesto particolare per le formazioni rocciose modellate dal vento. Pochi km e si arriva a Gordes, borgo medioevale in cima ad una vertiginosa parete di roccia (mt 373 sul liv.Del mare) che precipita nella valle dell’Incique, nel cui centro troneggia un massiccio castello del XI secolo che non abbiamo visitato. Abbazia di Senanque fondata nel 1148 ed oggi abitata da 10 monaci, tutto qui, ma in tutti i libri della Provenza che abbiamo c’è una foto con la coltivazione di lavanda (fiorisce tra giugno e Luglio) con l’abbazia sullo sfondo quindi… Al ritorno sosta al Village des Bories (poco prima di Gordes)., è ciò che rimane di un villaggio cinto da mura con capanne a forma di alveare costruite usando cunei di roccia calcarea, senza cemento (ingresso a pagamento non ne vale la pena (e poi adesso le ville che trovate in direzione Gordes sono tutte cinte con roccia calcarea a secco magari – sembra farci tendenza). Fontane de Vancluse un paesino sorto nei pressi del punto in cui il fiume Sorge termina il suo corso sotterraneo affiora in superficie. Quasi niente lo so, ma è il dislivello di circa 10/12 mt che compie la sorgente tra i periodi di secca e di impetuosità che ne fa una cosa rara, oltre che al contesto. L’isle sur la Sorge località conosciuta per i suoi negozi di antiquariato i graziosi canali e dal gran numero di ruote idrauliche (usate in passato per la produzione di energia per le fabbriche di carta e seta), però ci siamo passati solo attraverso in macchina. Pernes le Fontaines deve il suo nome alle 40 fontane che sgorgano dalle sue mura, ma secondo noi diventa carino solo in occasione della festa annuale dei meloni. Quindi destinazione Avignone, la città dei Papi soggiornando all’Hotel Coya e mangiando in centro, a Place de l’Horloge, restaurant La Grille menu fisso a 15,00 euro.
6° giorno La giornata inizia accompagnata dal vento, “il Mistral”, forte, continuo, incessante abbiamo sentito dire che quando inizia non smette prima di tre, sei, nove giorni. Noi sicuramente tre li abbiamo presi poi abbiamo cambiato zona.
Avignone è forse stata un po’ una delusione, tutto vive intorno alla fama di essere stata la Città dei Papi, è quindi doveroso visitare il Palazzo (meglio il biglietto con incluso Pont Saint Benezet), utilizzare le audio-guide, e camminare. Di tutto il giro, ciò che ci rimarrà di più è la leggenda di Benezet (ho esagerato ma per dare il senso). Comunque fa un certo effetto vedere il palazzo illuminato di sera e poi di giorno. Riservate un po’ del Vs tempo per Villeneuve les Avignon (dove i Papi soggiornavano) sulla sponda opposta del fiume a non far altro per una visita (esterna) sull’imponente fortezza trecentesca, all’altrettanto imponente Torre di Filippo il Bello, ed al piccolo paesino che sorge ai loro piedi (Villeneuve les Avignon appunto). Pont du Gard (avete presente il ponte sulla cartamoneta da 5 euro) ci vogliono 5 euro per parcheggiare, ma fatelo da diritto all’ingresso in un sito storico culturale, unico (in realtà solo il ponte). Quindici anni ci hanno messo per costruirlo e doveva permettere il passaggio, sulla propria sommità di acqua. Un Acquedotto altissimo (48 metri) costruito dai romani per convogliare l’acqua dalla sorgente di Usez fino a Nimes e poi dopo esserVi guardati attorno pensate che l’ultima alluvione che si ricordi, è arrivata anche lì (pazzesco). Più per la mia curiosità che altro, dirigo verso Usez, sembrava fuori mano per i nostri tempi e la direzione, ma una vera sorpresa per il resto. Un paesino medioevale d’accordo, ma la piazzetta con i suoi ampi e bassi archi, ben conservato, i negozietti, vale sicuramente un passaggio. Qui abbiamo mangiato le nostre prime crepes salate (8 euro di media) ma ci rimane la fame. Subito dopo destinazione Nimes per la notte all’Hotel Majestic (47 euro) 7° giorno Nimes (se arrivate di sera salvate almeno una foto alla Maison Carrè ed all’anfiteatro) spettacolare l’arena (noi abbiamo fatto il biglietto per i 3 musei), indispensabili le audio-guide (le uniche con doppio livello – corso facile ed un corso intenso), molto meno La Maison Carrè (al cui interno abbiamo visto un cortometraggio in tre dimensioni) e carina La Tour Magne (la più grande torre rimasta dei bastioni romani) con la sua scala a spirale (140 gradini – per una veduta della città) all’interno dei giardini pubblici. Aigues Mortes in direzione della Camargue merita un passaggio, i massicci bastioni rettangolari della cittadina (dalla cui sommità si può ammirare una straordinaria vista sulle paludi – cito la guida perchè non siamo saliti) racchiudono un piccolo paesino, e di questo forse solo 2/3 vie brulicanti di persone e vita. Con Saints Maries de la Mer entriamo nel cuore della Camargue, formatasi con i sedimenti depositati del Rodano. Con i suoi acquitrini di acqua salata, laghi interni e lagune salmastre il posto ideale per una rigogliosa fauna e noi non tardiamo molto a vedere almeno i loro emblemi: fenicotteri, tori, cavalli, bellissimo. Dormiamo all’Hotel Mirage a 46,00 senza colazione e mangiamo al Restaurant Le Delta io un menù di toro e lei un menu di pesce molto buoni a 18,50 euro /cad.
8° giorno Paesino per turisti Saints Maries de la Mer, ma assai piacevole, il villaggio è il luogo di pellegrinaggio dei gitani (i primi giorni di maggio), per l’adorazione di Santa Salomè.
Non abbiamo resistito al richiamo della natura, e così, più che una passeggiata a piedi o in bicicletta o in jeep, che qui sono all’ordine del giorno, ci siamo concessi una passeggiata a cavallo, 13 euro 1 ora, 24 euro due al Cabanes de Cacharel, sulla strada per Arles. Sicuramente ci saremmo goduti anche un po’ di spiaggia ma il Mistral, ci ha guastato la festa. Pomeriggio arrivo ad Arles , poco prima della chiusura dei negozi, ma non in tempo per vedere la fondazione Van Gogh, dicono interessante. Abbiamo evitato di entrare all’arena pensando che vista una ed abbiamo preferito girare per la città. La cena poi l’abbiamo addirittura prenotata, Restaurant la Fuente, piccolo e romantico, ma ne è valsa sicuramente la pena (un ringraziamento a chi l’ha raccontato su queste pagine) 17 euro. La notte trascorsa all’Hotel Crau Hotel a 38,60 la camera (il più basso), un po’ vicino all’autostrada semmai. 9° giorno Prima tappa, Lex Baux de Provence, un villaggio posto in cima ad una collina che deve il suo nome alla bauxite, dell’epoca medioevale, ben restaurato. Tarascon di cui vediamo solo dall’esterno, l’enorme castello, che aveva in origine la funzione di proteggere le frontiere politiche della Provenza. Successivamente passando per Saint Remy, grazioso paesino, in mezzo alla campagna, ci siamo diretti a Cassis (poco dopo Marsiglia), per visitare i calanchi. Li avevamo mancati all’andata (i traghetti chiudono alle 17,00) ma questa volta non ci sarebbero sfuggiti. Con 14,00 euro a testa abbiamo fatto il giro dei 4 calanchi, per noi il più bello è stato il calanco d’Eu Van, con spiaggia di ciottoli ed acqua color smeraldo, paradiso anche per scalatori, ma anche gli altri si difendono bene. Arrivarci da terra è possibile, ma ci vogliono dalla 3 ore, in su per arrivarci a piedi. Da qui ripartiamo con una buona scorta di vino, ripassando velocemente per Nizza con destinazione Monaco. Passiamo sopra a Villefranche sur Mer, che dall’alto è veramente carina, ci assicuriamo la notte all’Hotel Le Havre Bleu (63,50 euro) e ci dirigiamo verso Monaco per una Monte Carlo by Night. Che dire, da favola, brilla tutta, se poi giri nei pressi del Casinò o del Porto persino abbaglia (d’oro naturalmente). Ci siamo concessi un giro per il casinò, dopo esserci fatti largo fra Porche, Ferrari, Bentley, Aston Martin, ecc. Ecc. Ed uno per il porto tra mega Yacht, intanto per rifarci gli occhi e poi a nanna.
10° giorno Eze, città medioevale arroccata sui monti (429 mt.) poco prima di Monaco (si fa presto a girarlo – molto carino) e poi nuovamente Monte Carlo per un giro di giorno, visitando la fortezza (alle 11,55 davanti al palazzo del principe c’è il cambio della guardia) e confondendoci fra altrettanti turisti. Non abbiamo fatto il giro del palazzo ma ci siamo limitati a vedere l’imponente cattedrale.
Ci siamo riservati una tappa di avvicinamento a Mentone (dicono essere la più calda della osta Azzurra) con una passeggiata sulla spiaggia, non ci è sembrata gran chè ma nella sua via principale era allestita, per un mercato di antiquariato e si è resa assai gradevole.
E’ stato un bel viaggio, paesaggi molto suggestivi, colori brillanti grazie anche al sole, che non ci ha mai abbandonato (a proposito… è stato caldo in primavera ma in estate forse avremmo fatto meno sia per la temperatura che certo non avrebbe aiutato che per i turisti che sarebbero stati sicuramente di più). Le strade molto comode (tenete sempre degli spiccioli a portata di mano quando fate le autostrade), con segnaletiche precise e puntuali. Per dormire non abbiamo mai avuto problemi, anche perché qui le catene alberghiere sono efficienti e per tutte le tasche. Per mangiare ricorrete pure ai menu turistici, sono sicuramente più a buon mercato dei nostri, ricchi di tipicità locali e sicuramente buoni. Da evitare… partire con tutti gli Italiani, anche il ritorno, 1° Maggio, è stato un calvario.
Buon Viaggio a tutti. Daniela Paolo