Costa Azzurra in moto 2
VENERDÌ 15
Armati di bauletto, valigie laterali e zainetto, iniziamo il nostro viaggio il venerdì pomeriggio subito dopo il lavoro. La strada per raggiungere la prima tappa vicino a Sestri è un seguirsi di curve e i panorami che si vedono a sinistra sono spettacolari; il mare sembra alzarsi all’ orizzonte più del normale e sembra che da un momento all’ altro possa ricoprire il cielo. Arriviamo intorno alle 19:30 al B&B Bella Vita, da Paolo (Bracco) https://www.airbnb.it/rooms/19278592?location=Bracco%2C%20GE&s=6Vaoz4S. La casa è molto accogliente, e l’entrata è su una immensa terrazza che sembra sospesa nel vuoto con una vista da cartolina.
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L’interno è tipico di una casa di montagna, tutto in legno, e il salone comune ha una grossa tavola. Posiamo i bauletti in camera e scendiamo verso Sestri per cena. Lungo la strada ci accompagna il tramonto arancione dietro le montagne. Tramite Trip Advisor, scegliamo una locanda in paese. Ci servono come antipasto delle capesante gratinate e gamberoni avvolti in pancetta croccante davvero ottimi. Erik sceglie poi gli spaghetti alle vongole e io una tagliata di tonno ricoperto di sesamo, un bicchiere di vino e acqua naturale (45euro totali). Dopo cena risaliamo a Bracco per riposare.
SABATO 16
Al risveglio facciamo un’abbondante colazione. Dopo esserci goduti per l’ultima volta la vista dalla terrazza, sistemiamo la moto e ci dirigiamo verso Monaco. Dopo 240km arriviamo a Sanremo dove ci fermiamo per sgranchirci le gambe e mangiare un’ottima focaccia. Facciamo un giretto veloce nella città marittima ricoperta di fiori e di palme e poi rimontiamo in sella pronti a varcare il confine. Arrivati nella città della bella vita, parcheggiamo nei pressi del casinò circondato da macchine di lusso e ci dirigiamo verso i giardini esotici. La “passeggiata” risulta più lunga del previsto, tanto che arriviamo nei pressi della fortezza dei Grimaldi intorno alle 18:30. Ci promettiamo quindi di visitare i giardini al ritorno del nostro viaggio. Per tornare alla moto optiamo per il bus. Riprendiamo il viaggio per raggiungere la seconda tappa, Villefranche sur Mer, dove Alex ci ospiterà nel suo studio ). Dopo esserci rinfrescati visitiamo questo stupendo paesino. La “old town” è ricca di ristorantini pieni di gente. Ci fermiamo a bere una birra e un bicchiere di rosè (nulla da invidiare ai nostri prodotti) e mangiamo la nostra prima crep francese davvero ottima, poi torniamo allo studio.
DOMENICA 17
La mattina facciamo colazione in un bar vicino e prendiamo 2 panini in un negozio per il pranzo al sacco. Dopo aver trascorso un paio d’ore nella spiaggia di Villefranche-sur-Mer ci dirigiamo verso i giardini esotici di Ezè. Percorriamo la Moyenne Corniche godendoci il panorama della costa che non si può fare a meno di immortalare in un paio di scatti. Èze ci stupisce molto, è un villaggio arroccato, colmo di ristoranti e negozietti ad ogni angolo. Percorrendo il sentiero che sale ai giardini si visita praticamente tutto il paesino costruito nella montagna e si incontrano vicoli e passaggi stretti tra le pietre. Saliti fino in cima ci perdiamo tra i cactus enormi dei giardini dove si gode anche un’ottima vista della costa azzurra dall’ alto. Nel primo pomeriggio scendiamo alla spiaggia, pranziamo con i panini e ci rilassiamo un paio d’ ore. Una volta tornati a Villefranche beviamo una birra e proviamo ad andare in un ristorante consigliato sulla nostra Lonely Planet. Il locale è al completo e alle 21:30 ci dicono in tono un po’ seccato che non prendono più ordini. Così nostro malgrado, ceniamo in un ristorante abbastanza turistico con i tavolini sulla scalinata. Fortunatamente il cibo non è male e prendendo 2 menù turistici stiamo sotto ai 60 euro.
LUNEDÌ 18
Sistemiamo la moto e ci rimettiamo in viaggio. Il primo stop lo facciamo a Castellane. Ci incamminiamo verso la chiesa costruita sulla rocca alta 180m, ma il caldo ci fa presto abbandonare l’ idea. Ci spiaggiamo quindi in riva al fiume dove pranziamo con olive, formaggio e baguette acquistati al mercato della piazza. Riprendiamo il nostro viaggio e dopo un paio di ore arriviamo alla strada ad anello (“Route de Crete”) che percorre una parte del canyon più grande d’Europa. I panorami sono spettacolari e suggestivi e ci fermiamo a qualche piazzola per goderci la vista. La strada è ben asfaltata ma fa una certa impressione essere così in alto. Un posto davvero fantastico. Raggiungiamo Moustiers-Sainte-Marie, parcheggiamo la moto, ci infiliamo i pantaloncini e percorriamo il sentiero sotto alla stella, simbolo del paese. Facciamo poi un giro nel paese arroccato, rimanendo stupiti ancora una volta di come siano state costruite le case in mezzo alle montagne. Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo verso la terza tappa, sul Lac de Croix, un lago artificiale verde smeraldo. Arriviamo all’albergo studio a Les Sailles sur Verdon. La sistemazione ci delude un po’. Non siamo una coppia esigente, ma l’acqua calda era disponibile solo per una doccia e il pagamento era possibile solo in contanti (152 euro per 2 notti senza colazione). Andiamo a vedere la spiaggia e beviamo una birra in un locale della piazza. Dopo la doccia ceniamo in un ristorante che ha come specialità gli hamburger accompagnati da un’ ottima birra, l’Afflige. Il prezzo è buono.
MARTEDÌ 19
Ci dirigiamo verso Moustiere per fermarci vicino al ponte che attraversa il lago. Qui noleggiamo un pedalò (28euro 2 ore) per avventurarci in un pezzettino di canyon. Il viaggetto è pazzesco, si pedala senza difficoltà in quest’acqua opaca verde intenso, circondati dalle rocce altissime a picco sul fiume. Erik si diletta in una piccola arrampicata sulle rocce del canyon, finendo in acqua un paio di volte? Trascorriamo il resto del pomeriggio sul lago e torniamo verso sera in paese per il nostro rito, di nuovo una birretta! Ci dirigiamo verso Moustiere per cena, ma alle 21:20 i locali non servono più la cena, quindi optiamo per la nostra seconda crep lungo la passeggiata.
MERCOLEDÌ 20
Raggiungiamo Saint Tropez, in tarda mattinata e ci troviamo immersi nel traffico della cittadina mondana. Facciamo un giro in centro tra gli yacht attraccati. Andiamo in direzione di una spiaggia fuori paese, La Moutte o Saline e trascorriamo lì il resto della giornata. Alla sera ceniamo a Cavaleire a La Mise a l’eau, un ristorantino appena fuori il caos del porto, con 2 menù a 25 e 18 euro e un ottimo vino rosso. Dopo un giro per il paese immerso da luci e musica, al ritorno alla moto ci accorgiamo che qualche furbone ci ha rubato il porta navigatore da moto. Amareggiati andiamo verso il costoso villaggio a La Croix Val Mer che da recensione su booking sembrava un albergo (184 euro per 2 notti).
GIOVEDÌ 21
La mattina, dopo una lauta colazione, andiamo a Le Lavandau a prendere il traghetto che porta a Port Croix. Arriviamo nel porto dell’unico piccolo villaggio dell’isoletta verso le 11:30. Le spiagge sono raggiungibili solo a piedi, così all’inizio prendiamo il sentiero che porta a quella più vicina. Arrivati alla caletta molto affollata facciamo un bagno rinfrescante e una nuotata per vedere i pesci. Poi riprendiamo il cammino per la spiaggia a 2 ore di distanza. Il giro merita perché si cammina tra cespugli di rosmarino selvatico, pini, arbusti e licheni enormi, segno di aria davvero pulita. Il sole e il caldo torrido ci fanno arrendere un po’ prima delle 2 ore, quando troviamo una piccola insenatura . Ci fermiamo quindi per riposare e scattare qualche foto. Questo spiazzo ci piace decisamente di più perché a parte noi ci sono un po’ di barche e una coppia con un bimbo. Alle 16 ripartiamo per il villaggio e alle 17:40 ci imbarchiamo per il ritorno. Arrivati a Le Lavandau facciamo spesa per la cena della sera a base di salame, olive e formaggio. Alla sera andiamo a Saint Tropez per una granita e un giro in centro.
VENERDÌ 22
Ci rifocilliamo a colazione nel villaggio e proseguiamo verso Cannes dove passeggiamo tra i negozi del centro. Non essendo il nostro genere di passatempo preferito, decidiamo di raggiungere la quinta tappa, Saint Juan Les Pin dove passiamo tutto il pomeriggio in spiaggia. Tramite trip advisor, ceniamo alla sera in un’ hamburgheria fuori paese. Dopo cena torniamo in centro per trovare qualche pensierino e berci una birra tutt’ altro che economica (8 euro la bottiglietta) in un locale messicano però molto carino.
SABATO 23
Riprendiamo la moto verso le 9:30 e partiamo verso l’Italia. Ci fermiamo a mangiare una buona pizza a Ventimiglia (Le due palme) e facciamo una passeggiata lungo la spiaggia. Dato il tempo nuvoloso decidiamo di riprendere il viaggio. Usciti a Genova dall’autostrada, ci troviamo su una bella tangenziale che attraversa la città dall’alto. Verso sera raggiungiamo la sesta e ultima tappa del nostro roatrip, e arriviamo nel B&B Il Gabbiano a Pieve Ligure, dove casualmente c’era la festa della paella e sangria. Chiaramente non ci tiriamo indietro e dopo aver parcheggiato la moto e esserci rinfrescati, approfittiamo di questa occasione per cenare e passare una bella serata nella piazza incredibilmente piena di gente e animata da un ceffo strano sulla sessantina che scatena la folla a suon di Maracaibo. Serata ben al di sopra delle nostre aspettative.
DOMENICA 24
Dopo una colazione abbondante e ottima raggiungiamo la spiaggia di Sorio. Il clima è afoso e risulta difficile rilassarsi sotto il sole. Pranziamo con focaccia genovese squisita e cocacola in un forno e torniamo verso casa. Non posso non scrivere che becchiamo una tempesta di grandine e ci troviamo rifugiati con altri motociclisti sotto un ponte. Dopo la sosta inutile, perché comunque fradici da strizzare, ci cambiamo in autogril e torniamo a casa.
Questa prima esperienza di viaggio in moto mi è piaciuta davvero moltissimo. Sono abituata a girare in tenda, camper e roulotte, quindi lo spirito da vagabonda non mi manca, ma ero preoccupata di non riuscire ad avere lo stretto necessario per star via 10 giorni. In realtà i bauletti erano più che sufficienti. Chiaro, non bisogna essere particolarmente esigenti e essere pronti a qualche rinuncia, ma quel che ti regala un viaggio così ti ripaga della poca comodità. Sono rimasta anche piacevolmente sorpresa dallo spirito di supporto dei motociclisti. Quel piccolo gesto che si usa fare quando ci si incontra sembra voler dire: “ehi, ciao, ti ho visto! Non importa se vai più piano, più forte, se hai una moto da corsa o da viaggio, condivido quello che fai, perciò mi piaci. Buon viaggio!” Vi lascio il link al mio blog: http://raccontidiviaggidiy.altervista.org.