Corsica: nord, sud, ovest, est e… centro

On the road nella selvaggia Corsica per le ferie estive
Scritto da: Morro84
corsica: nord, sud, ovest, est e... centro
Partenza il: 06/08/2013
Ritorno il: 13/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: Fino a €250 €
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E’ la nostra prima volta in viaggio assieme per più di 3 giorni, quindi alle 22 del 6 agosto, mentre la Moby Corse molla gli ormeggi del porto di Genova, è naturale che io e Diana siamo molto elettrizzati. La selvaggia Corsica ci aspetta!

La mattina dopo inizia al meglio con la meravigliosa alba in mezzo al mare attorno alle 6 del mattino. Alle 8 siamo a Bastia ed inizia il nostro On the road in lungo e in largo per la Corsica. In questa prima giornata, non abbiamo una tappa fissa, bensì un territorio: Cap Corse. Dopo pochi chilometri ci accorgiamo subito di una delle caratteristiche stradali locali: curve, curve e ancora CURVE. Quest’isola è poco raccomandata per chi soffre la macchina e per chi non ama stare in auto, visto che la velocità media difficilmente supera i 45-50 km/h salvo le pochissime direttive tra le città principali.

Il primo paese dove ci fermiamo è la graziosissima Erbalunga, piccola, molto pittoresca e con vicoli d’altri tempi, tutto gradini e pietre grezze, tipici dei paesi di mare. Segnalo la torre genovese che si trova davanti al porticciolo.

Proseguendo verso nord, subito prima di entrare a Macinaggio, ci fermiamo per un paio d’ore di bagno in una bellissima spiaggetta, facilmente raggiungibile dalla strada tramite un sentierino. Notiamo qui la seconda importantissima caratteristica della Corsica: le spiagge sono pressocché tutte selvagge, senza stabilimenti ne bar o servizi. Solo in rari casi abbiam trovati queste ultime 2 voci mentre di stabilimenti non ne abbiam proprio visti. Bisogno quindi portarsi tutto, dall’ombrellone al pranzo al sacco.

Inizia a venirci fame, quindi ripartiamo, superiamo Macinaggio e seguiamo la strada che lascia la costa e inizia il suo percorso verso l’interno di Cap Corse, per arrivare sulla sponda opposta. Si inizia anche a salire (la Corsica conta oltre 50 vette, la più alta delle quali supera i 2700m). I panorami dall’alto che iniziano a presentarsi sono da togliere il fiato, nonché da far venire i crampi al dito addetto a scattar le foto. Meraviglioso è il punto panoramico in cui si vede in lontananza l’isola di Giraglia ed il paesino di Centuri (che purtroppo non siam riusciti a visitare). Per pranzo ci fermiamo a Morsiglia mangiando nel ristorantino davanti all’unica pompa di benzina del paese.

Dopo pranzo continuiamo l’iter attorno al capo, superiamo Nonza e Patrimonio (che vedremo il giorno prima di ripartire) e giungiamo a St. Florent. Ancora vogliosi di mare, ci fermiamo in un’enorme spiaggia poco prima dell’ingresso vero e proprio del paese. Acqua cristallina come ovunque e pesciolini dediti alla pedicure appena si entra in acqua. Inizia pian piano a farsi sera, quindi ripartiamo in direzione di quella che sarà la nostra base per questo viaggio: Bustanico, paesino minuscolo nelle montagne circa 15km da Corte, quindi letteralmente in mezzo alla Corsica. Soggiorniamo all’Hotel U Liccedu, bellissimo piccolo hotel, essenziale nei servizi ma dal personale simpaticissimo e molto amichevole, e che offre una cena coi fiocchi! Abbiam preferito questo posto a molti altri, oltre che per il prezzo davvero vantaggioso, ma anche per il fatto di esser in un raggio di puù o meno 120km da tutto, invece che esser a 20km da un posto e a 200 da un altro. Scelta rivelatasi azzeccata.

NELLE BOCCHE DI BONIFACIO

Dopo una bella dormita, apriamo la finestra e ci troviamo immersi nella pace e nel verde. Stupenda l’ambientazione di questo villaggio. Oggi c’aspetta la tappa più lunga del viaggio, diretta all’estremo sud dell’isola: Bonifacio.

Purtroppo arrivarci si rivelerà un’odissea visto che ci mettiamo circa 4 ore per fare 165km. Ad ogni rotonda ci si mette almeno un quarto d’ora (misteri delle strade) mentre il breve tratto tra Porto Vecchio e Bonifacio viene coperto in quasi 2 ore di coda fissa, fino al parcheggio, nella parte alta della cittadina.

In questo periodo Bonifacio è stracolmo di gente, ma il paese resta una meraviglia, quindi ci dirigiamo subito al porto per cercare un tour delle famosissime bocche, nonché un passaggio alle Isole Lavezzi. Lo troviamo e con 38 euro troviamo un giro che ti porta in mezz’ora alle Isole e poi il rientro viene fatto in un’ora passando in rassegna alcune delle grotte delle bocche.

Le isole Lavezzi sono un paradiso disabitato a pochi chilometri da Bonifacio. Ci si può arrivare solo in barca e ci si sta quanto si vuole, stando attenti a non perder l’ultima barca che rientra a Bonifacio. A parte un piccolo cimitero dedicato ai caduti di guerra, non c’è assolutamente nulla a parte sentieri, spiaggette stupende e lucertole. Nonostante il tempo nuvoloso è meraviglioso fare il bagno li. Il ritorno, come detto, passa sotto tutta la costa, entrando anche in un paio di grotte molto suggestive.

Il resto del pomeriggio lo passiamo girando per il paese, salendo molti gradini ed arrivando al forte in cima al paese. Il rientro è stato burrascoso come l’andata e, a pezzi, arriviamo all’hotel.

U TRINIGHELLU ET CASCADES DES ANGLAIS

Oggi mettiamo da parte il mare e predilegiamo il trekking in montagna. Andiamo a Corte, dove, lasciata l’auto in stazione, prendiamo il treno in direzione Ajaccio fermandoci alla stazione di Vizzavona. Si anche la Corsica ha la sua piccola rete ferroviaria, fatta di trenini a gasolio, che attraversano l’interno. Inutile dire quanto queste tratte siano meravigliose. Valli e montagne mozzafiato, colori che vanno dal verde scuro al verde pisello e tratte di strada ferrata che si arrampicano su cigli e precipizi altissimi. Spettacolare!

Arrivati a Vizzavona, prendiamo il sentiero che porta alle Cascades del Anglais. Il percorso dura circa un’ora e mezza, è discretamente alla portata di tutti, anche con poco allenamento. E’ un tratto che fa parte della Gr20, un sentiero di 200km che attraversa la Corsica in diagonale, da Calvi a Conca, paradiso dei trekkers. Tutta la zona delle cascate è ricca di profonde pozze d’acqua cristallina, fredda ma non impossibile per farsi un bagno. C’è anche un piccolo bar/rifugio anche se noi abbiam preferito portarci tutto al sacco.

Rientriamo a Corte per cena, e mangiamo al ristorante U San Teofalu, nella piazzetta della parte bassa della cittadina. Consigliati i cannelloni al Brocciu nonché i formaggi locali con la deliziosa marmellata di fichi. C’è movimento in paese quindi dopo cena giriamo nella via principale, costellata di gruppi che suonano svariate musiche, dal rock ai canti tradizionali locali. Bella serata!

PORTO, PIANA, AJACCIO OVVERO L’OVEST

Anche oggi ci aspetta un lungo trasferimento stradale, ma lo sforzo verrà ampiamente premiato. Partiamo di buon’ora, superiamo Corte e, seguendo il navigatore, andiamo verso Porto. Non facciamo la strada principale verso Ajaccio, bensì delle strade minori. In questo modo senza saperlo ci ritroviamo nella famosissima scala della regina. Questa altro non è che una meravigliosa strada panoramica, che costeggia un’intera vallata, sul ciglio di una scarpata. Il panorama è mozzafiato, sembra di esser nelle strade di montagna trentine, dove dopo ogni curva da un lato c’è la pareta rocciosa, dall’altro il vuoto. Le foto si sprecano. Assolutamente da fare perché sarà lunga e lenta come strada, ma il resto merita la giornata!!

Dopo un circa 3 ore arriviamo a Porto e qui prima sorpresa: a causa dei temporali dei giorni scorsi, il mare è molto agitato, bandiera rossa in spiaggia e nessuna barca che esce. Peccato perchè da Porto partono le gite alla riserva di Scandola, patrimonio naturale UNESCO. Sapremo rifarci il giorno dopo.

Porto ha una topografia molto particolare: la baia è divisa in 2 da una piccola penisola, o meglio un piccolo promontorio, dove all’epoca del dominio genovese, venne eretta una torretta di guardia. Oggi è visitabile al prezzo di 6 euro e 50 (biglietto che comprende il piccolo acquario cittadino ed un mini museo sotto la torretta oltre alla visita della stessa). Noi ovviamente ne approfittiamo. La torretta è in condizioni eccellenti, e la vista della baia dall’alto è impagabile. Stupenda! Si nota bene il contrasto tra il mare in burrasca e la giornata meravilgiosa. Le foto anche qui si sprecano.

Pranziamo in uno dei tanti localini in paese poi ci dirigiamo al porto e qui seconda sorpresa. Una barca prova a partire per la riserva di Scandola. Prendiamo il biglietto (38 euro a testa) e proviamo ad andare. Purtroppo appena usciti dalla baia, in mare aperto, le onde son troppo grosse, la nave diventa quasi ingovernabile e il capitano saggiamente torna in porto. Peccato!! Prezzo del biglietto interamente rimborsato con tanto di scuse dell’agenzia.

Un pò delusi riprendiamo la macchina e andiamo alla volta di Ajaccio, seguendo ovviamente la costa. Il motivo? Il promontorio successivo offre un altro, spettacolare panorama, famoso in tutta la Corsica: i Calanchi di Piana.

Si tratta di una serie di formazioni rocciose che, modellate dal vento, hanno assunto delle forme incredibili. Inoltre il rosso delle roccie granitiche della zona completa il quadro. Assieme alla riserva di Scandola, al golfo di Porto e alla baia di Girolata formano il sito patrimonio UNESCO menzionato sopra. Sono diverse le aree sosta sulla strada per fare foto. Tanti ne approfittano bloccando il traffico.

Giungiamo così, dopo diverso tempo, parecchio stanchi, ci fermiamo in uno spiaggione enorme nel golfo di a Liscia a pochi chilometri da Ajaccio, ci godiamo un bel bagno rinfrescante. Anche qui, ovviamente, zero stabilimenti, ma almeno qualche baretto non mancava.

In serata arriviamo ad Ajaccio, città discretamente grossa (circa 64000 abitanti) casa natale di Napoleone. Ci facciamo un bel giretto per il lungo mare, vediamo e fotografiamo da fuori la Citadelle (ingresso vietato in quanto sede militare) per poi dirigerci nel centro storico. Vediamo da fuori la casa natale di Napoleone (chiude alle 18) nonché le viuzze adiacenti. Ceniamo in uno dei tanti posticini nel centro storico, discreto ma non degno di memoria. Dopo cena giro in piazza, mangiamo una favolosa crepe fatta in casa ad una bancarella, recuperiamo l’auto e dopo 2 ore abbondanti, simao a nanna in hotel.

CALVI, LA SORPRESA SCANDOLA E LO SPLENDORE DI SANT’ANTONINO

Ci manca giusto la costa nord-ovest per averle viste tutte in questo viaggio. Oggi partiamo alla volta di Calvi. Prendendo una delle principali direttive dell’isola, in un’ora e mezza circa siamo in città. La città è davvero molto bella, visitiamo le mura interne situate nella parte alta della città e dominante la città stessa. All’interno si cammina in vicoletti in pavé o in ciottolo, scale che salgon e scendon in anfratti nascosti dai muri delle case e che appena si apron verso il mare, offron dei panorami da cartolina. Segnalo anceh le mura di quella che pare fosse la casa natale di Cristoforo Colombo, all’epoca del dominio genovese dell’isola.

Scendiamo verso il porto e compriamo un rapido pranzo al sacco in una rosticceria del centro, che consumeremo su delle panchine in un ombreggiato parchetto di fianco alla stazione del treno. Girando sulla banchina ecco la sorpresa: troviamo un tour di circa 4 ore, proprio verso la riserva di Scandola. Il prezzo è più alto (51 euro) rispetto a Porto ma la strada da fare è anche molto più lunga. Il mare è una tavola da biliardo quindi ,senza inconvenienti, si parte.

La gita si rivela esser uno spettacolo assoluto: dopo un’ora ad alta velocità, arriviamo alla riserva, dove per circa un’ora e mezza, giriamo in tutte le baie, a bassissima velocità, ammirando tutte le diverse formazioni rocciose formatesi nel tempo. Notevoli sono un paio di archi naturali, oltre a tutto lo spettacolo offerto da queste coste, che cadono a picco in mare. E’ anche un paradiso per i bird watchers: infatti nel piccolo della nostra gita, riusciamo a scorgere qualche aquila in volo e qualche nido. Anche qui l’arenaria rossa è la padrona di casa, e le sfumature di rosso a contrasto col blu del mare danno un effetto scenico imponente.

Con somma tristezza torniamo verso Calvi, e riusciamo a farci un bel bagno sulle roccie proprio sotto alle mure. Il tramonto però è in avvicinamento e stasera abbiamo una meta precisa per ammirarlo: Sant’Antonino.

Situato a circa 20km da Calvi, è un paesino arroccato su uno dei picchi dell’interno. Il suo vantaggio è di puntare direttamente verso ovest, senza altri picchi davanti, quindi il tramonto da qui è magico. E difatti non siamo gli unici in paese ad ammirarlo. L’effetto visto dall’alto è davvero straordinario, di certo il più bel tramonto in assoluto della Corsica.

Il paesino poi è una piccola perla. Si sviluppa in altezza, le vecchie scale sono molto pittoresche, e portano alle case nell’interno del paese. Sono segnalate 3 trattorie: noi optiamo per la trattoria la Stalla e non ce ne pentiremo. Innanzitutto la sua terrazza è rivolta verso il mare, quidi già il panorama con la fine del tramonto è spettacolare. Poi le portate: dopo un entrée a base del solito crostino di formaggio su di un letto di verdure (che da solo avrebbe fatto pasto), io ho preso un filetto d’anatra con crema di castagne assolutamente divino, mentre Diana ha mangiato delle costine d’agnello con contorno di pasta alla farina di castagna. Deliziosi tutti e due. Il tutto condito dall’ottimo vino Rosé locale. Serata da ricordare!

LA SPIAGGIA NERA DI NONZA, IL VINO DI PATRIMONIO

E’ l’ultimo giorno prima della partenza, quidi decidiamo di dedicarla a ciò che c’è mancato nel primo giorno: Nonza con la sua spiaggia di ciottoli neri. Spiaggia totalmente deserta e non attrezzata quindi ci siam portati tutto noi.

Per arrivare a questa spiaggia si trova una scala direttamente sulla strada, un paio di curve prima di entrare nel paese vero e proprio (abbarbicato su di un cucuzzolo che scende scosceso in mare). Che dire, è deserta ed è immensa quindi si era bene o male da soli. La mattinata ed il primo pomeriggio passano nel relax e piacere totale. Un godimento!

Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo verso Patrimonio sede principale della produzione di vino di Cap Corse. Non ci fermiamo a girare a piedi, ma passiamo molto lentamente in auto, potendoci godere diversi scorci di questo paesino, che si sviluppa direttamente sulla collina nel lato ovest di Cap Corse. Molto carino.

Arriviamo di nuovo a St. Florent dove ci fermiamo a fare diversi acquisti in un supermercato locale: vini di Patrimonio e Cap Corse, paté di cinghiale e fegato d’oca e canestrelli per la colazione. A casa si riveleranno tutti buonissimi!

La sera decidiamo di passarla a Corte, dove ci fermiamo a mangiare al ristorante U Musée, appena fuori dalle mura della città alta. Anche stasera mangiamo benissimo! Segnalo i paté vari ed il cinghiale servito su un letto di tagliatelle alla castagna. Ottimi! Un altro giretto (non c’è l’attività di qualche sera prima) e poi diretti in hotel, domani si riparte peer tornare a casa.

RIENTRO IN PATRIA

Alle 11 la Moby Corse salpa dal porto di Bastia, portando a casa una bella schiera di vacanzieri ormai con l eferie agli sgoccioli. Durante il viaggio veniamo seguiti da un bel gruppo di delfini, giusto a salutare la nostra splendida vacanza on the road in Corsica.

Considerazioni. La Corsica è come un’isola d’Elba in formato gigante. Le strade son ottime ma molto curvose, la benzina costa poco meno che da noi e gli autovelox ci sono ma son ottimamente segnalati. Si trovano sulle direttive principali (anche perché su tutte le altre strade il limete è 90km/h ma a più di 50 difficilmente si riesce ad andare).

Il popolo Corso è favoloso, qualche parola d’italiano la parlan quasi tutti e in ogni caso non fan finta di non capire se parli un francese non impeccabile!

Il cibo lo consiglio vivamente. In qualsiasi boulangerie troverete delle brioches e dei croissants magistrali, così come a cena raramente vi troverete male. I prezzi sono simili all’Italia, difficilmente si mangerà con meno di 20 euro a testa. Consiglio sia i menu che la scelta libera ai ristoranti. Son entrambi validissimi.

La Corsica, per fortuna, resta selvaggia. Non abbiam mai avuto l’impressione che fosse la seconda settimana d’agosto in termini di affollamento. Come detto quasi tutte le spiagge non hanno attrezzature, e solo alcune hanno adiacente un bar ed un bagno. Offre però tutto, dal mare alla montagna, dalle gite in barca ai corsi di sub avanzati.

Andateci se volete godervi una bellissima isola e una discreta tranquillità!

 



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