Corsica mon amour
Due volte sono stato sull’isola: la prima nel 1988 e la seconda nel 2000.
Dopo dodici anni il ricordo della prima volta è chiarissimo: sostai nella zona del golfo della Girolata, a sud della riserva della Scandola, in un campeggio in riva al mare in località Porto.
Nitido è il ricordo delle scogliere che precipitano nel mare, delle diverse spiagge raggiunte con la mia piccola lancia, del colore blu scurissimo regalato all’acqua salata da centinaia di metri di profondità, del paesaggio subacqueo e dei pesci.
Soprattutto è vivo il ricordo di una giornata nella quale una perturbazione cominciò a spingere il mare nel golfo di Porto.
Come in ogni imbuto di quel genere e di quella profondità, ciascuna onda scaricava negli ultimi cento metri tutti watt accumulati nelle miglia e miglia della sua corsa in mare aperto.
Risultato? I costumi pieni di sassi, ecchimosi e sfregi per quei pochi che decidevano di buttarsi nella furia della risacca fino a farsi sfinire. Ah! Avessi allora saputo andare in surf!! Dal calore del mare alle altezze montane in Corsica il passo è breve, veramente breve, soprattutto da quel lato dell’isola.
Ti trovi allora in paesaggi lunari o apocalittici (a propria interpretazione), in boschi secolari, in riva a torrenti o immersi in pozze limpidissime, invitantissime, freddissime, oppure ti trovi a tu per tu con bovini bradi o a lottare con i maiali in libertà per salvare la colazione da chi è più onnivoro di te.
Dopo dodici anni torno e stavolta incontro la Polinesia concentrata tra Porto Vecchio e Bonifacio.
Una sabbia bianchissima trasforma il mare in una piscina, in un acquario popolato di rombi, caponi, granchi, triglie.
Non ci sono mangrovie o palme (tranne qualcuna orrendamente piantata a Santa Giulia dagli assassini lottizzatori del promontorio – Italia docet) è vero, ma le pinete che giungono a riva insieme ai cespugli di mirto, lentisco e tamerice o alle querce da sughero, provocano una visione che le materializza.
Come si materializza il deserto tunisino quando a piedi nudi si scalano imponenti dune di sabbia alla Palombaggia.
Mentre nuoto vedo scaglie d’oro intorno a me. Sogno? No, è Golfo di Sogno dove il granito eroso a sabbia crea questo effetto riflettendo i raggi solari.
Io ho acquistato una cartina dell’Institut National Geographique francese scala al 250.000.
Ci sono segnate tutte le spiagge, le cale e, dettagliatamente, le stradine ed i sentieri per raggiungerle – a volte distruggendo la macchina oppure i piedi o la MTB: vale però la pena di raggiungerle tutte.
Se vi piace il viaggio ozioso non avete da far altro che tirare il lettino nell’acqua bassa della Rondinara, sdraiarvi, aprire un libro o chiudere gli occhi e ad un certo punto utilizzare i franchi che avete portato con voi per farvi servire un moscato dell’isola, freddo.
Dopo dodici anni nei quali ho frequentato sempre nuove discipline sportive, tornando qua ho scoperto che se mai esiste un luogo che le contiene tutte questo è proprio la Corsica.
Quindi se, invece, vi rilassate solo sudando, non avete da far altro che caricare sul traghetto canoa, surf, deriva, scarpe da trekking, maschera e pinne, MTB, bombola ed erogatore, corde e chiodi, occhialini, bicicletta,…
Appena scenderete sulla sponda opposta state certi che il vostro cuore inizierà a correre ed i muscoli proveranno ancora una volta ad uscire dalla pelle.