Corsica, a spasso nel deserto
Dato che abbiamo deciso tutto da un giorno all’altro, non avevamo prenotato il posto auto nel traghetto, quindi per evitare sorprese all’imbarco abbiamo optato per una vacanza senza auto, con zaini in spalla, la tenda e tanta voglia di scarpinare.
Decidiamo di focalizzarci per questa prima visita alla Corsica in una zona ben precisa, rimandando magari a futuri viaggi l’entroterra ed il resto dell’isola.
La meta che scegliamo, più per comodità che per altro, è la corsica del nord ovest, “La Balagne”…Anche perchè avevamo in mente un “progetto” di trekking letto su un sito internet.
Partiamo così col treno in direzione Savona, da dove parte una linea di ferry che porta direttamente a Calvi, e quindi molto più comodo che andare prima a Bastia e poi spostarsi.
Dalla stazione di Savona al porto la prima sorpresa negativa, il presunto pullman gratuito della corsica ferries, pubblicizzato anche sul loro sito come “garantito mezz’ora prima di ogni imbarco” non si vede…E così noi ed un gruppo di francesi (molto più spaventati di noi devo dire!) siamo costretti a prendere un autobus al volo, rischiando di pochi minuti di perdere il ferry! Vabbè…È andata bene! Sbarchiamo dopo un po’ di ore a Calvi, che con la sua cittadella fortificata ci accoglie in maniera molto suggestiva, visto che si sbarca proprio in centro al paese.
Poche centinaia di metri a piedi fino alla stazione dela “famoso”trenino della Balagne”, un vero rottame su rotaie posate sulla sabbia, ma anche molto suggestivo.
Il costo cmq non è per nulla suggestivo, conviene fin da subito informarsi per le diverse formule di abbonamento, che consentono di risparmare almeno qualcosa.
La nostra prima tappa ci porta in treno ad attraversare tutta la costa tra Calvi e l’Ile Rousse, un paesaggio alternato tra paesi, villaggi vacanze e callette incontaminate davvero molto bello, con il treno che corre praticamente sulla costa.
Smontiamo a Bodri dove si trova il campeggio omonimo, che è molto ben ombreggiato, con servizi decenti,ben gestito ma un po’ “morto”, per noi che siamo senza mezzi è una fregatura, ma a suo vantaggio ha il fatto che si trova a poche centinaia di metri dalla fantastica spiaggia di Bodri, una calletta tra le dune davvero paradisiaca,pur se abbastanza affollata.
Nei primi giorni abbiamo visitato un po’ tutta la costapassata il primo giorno in treno, partendo da Ile Rousse, una cittadina non brutta, ma un po’ “insipida” fino a Calvi che invece è molto più “viva” ed interessante, tutta una serie di spiagge più o meno lunghe, di bella sabbia dorata, tutte un po’ simili ma pulite e ben tenute.
Dopo circa una settimana decidiamo di partire per il track che avevamo programmato, e cioè una camminata di 3 giorni attraverso il “Deserto degli Agriati” , zaino in spalla seguendo il cosiddetto “Senitero dei Doganieri”, una pista ora più comoda, ora vero e proprio sentiero che partendo dalla spiaggia di Ostriconi, attraversa tutto il cosiddetto “deserto” lungo la costa per arrivare fino a Saint Florent.
Così avvisiamo il campeggio che avremmo lasciato la tenda con tutto il superfluo per qualche giorno ( non ci hanno fatto pagare le persone per quei giorni, dei “signori” non ci speravo proprio!) ed armati solo di zaino, sacco a pelo, viveri e acqua siamo partiti per la traversata.
Dico subito che fare una cosa del genere in agosto è da fuori di testa, se potete scegliere un altro periodo è molto meglio.
Abbiamo cominciato la camminata alle 6.30 di mattina e già dopo mezz’ora faceva caldo da morire. La prima tappa portava, come detto da Ostriconi, fino alla spiaggia di Ghignu, un percorso ora a picco, ora in riva la mare, semplicemente incantevole. La costa completamente incontaminata battuta dal vento e dalle onde era esattamente quello che mi ero immaginato, in tutto il primo giorno di cammino (5-6 ore) abbiamo incrociato 3 ( e dico 3!) persone, più un piccolo “insediamento” di una copppia di nudisti ( lei davvero “notevole” 😛 ) nel punto più sperduto con tenda,bandierine e aquiloni, come se vivessero lì, molto “figli dei fiori”.
Il sentiero è poco impegnativo, non fosse per il caldo assurdo e per la mancanza totale di ombra.
Verso l’una, prima tappa presso la spiaggià di Ghignu, lì si trova un “gite d’etape”, una serie di capanne in pietra, vecchi rifugi di pastori più o meno rimodernati, che è possibile affittare per villeggiare ( non fosse che per arrivarci ci sono 20 km di strada che + dissetata non si può…Ed infatti appena arrivati siamo stati accolti da un gruppo di ragazzi tipo scout che armeggiavano intorno ad un land rover con la coppa dell’olio incrinata, ed erano lì per un “campo”.
La spiaggià cmq è impossibile da descrivere, il 3 agosto eravamo in tutta la spiaggia solo io e la mia ragazza! Sabbia bianca candida e acqua caraibica, e spumeggiante, circondata da alte dune di sabbia e macchia mediterranea rigogliosa.
Abbiamo dormito direttamente con i sacchi a pelo in riva al mare ( in teoria è vietato, ma chi volete che venga a controllare??).
Sveglia all’alba per evitare la calura e altra breve camminata (2-3 ore) fino alla spiaggia di Saleccia. Questa spiaggia è più famosa di ghignu, ci si può arrivare con 15 km di strada bianca più accessibile e c’è perfino un piccolo campeggio nella vicinanze. E’ molto più estesa, quasi un km di lunghezza ma cmq molto suggestiva per come le sue acque degradano lentamente ( effetto piscina, hehe) e per il fatto i essere racchiusa tutta da dune e pini marittimi in cima alle dune. Purtroppo il giorno in cui siamo stati il mare era mosso, bei cavalloni per giocare in acqua, ma l'”effetto piscina” ce lo siamo sognati.
L’idea era di fermarsi qui una notte in più, per sperare nel bel tempo il giorno dopo…E d’altronde le dune erano piene di villeggianti, nudisti e non, più o meno stanziali ( a giudicare dalle decorazioni che avevano allestito di fronte alle loro tende), e quindi non sarebbe stato un probelamfermarsi un giorno in più, ma alla fine verso sera col fresco ci siamo incamminati di nuovo fino alla spiaggia di Lodo (un’altra oretta di sentiero bellissimo) dove ci siamo accampati per la notte su degli scogli “a lastroni” proprio sul mare,molto confortevoli.
La spiaggia di Lodo, che è raggiungibile anche via barcone organizzato da Saint Florent, è la meno bella delle 3, vuoi per il fatto che dà subito l’idea di essere meno pulita e più affollata, vuoi per l’orrendo pontile in ferro che hanno costruito per accogliere i barconi, così verso le 9 del mattino, quando è arrivato il primo “sbarco di barbari” abbiamo tolto le tende per affrontare l’ultima tappa fino a Saint Florent.
Quest’ultimo pezzo del sentiero è parecchio faticoso, sia per la lunghezza, sia per il dislivello continuo, sia per il fatto che siamo partiti tardi ed il caldo era già insopportabile…Senza contare che era il terzo giorno di cammino! Peccato perchè forse è il più vario dei tre, non il più bello, ma vario per la quantità di callette piccole e riparate che si incontrano ( arrivavamo in condizioni pietose, scaricavamo zaini, scarpe e vestiti su bagnasciuga, tuffo ristoratore di 5 minuti…E poi su di nuovo tutto da bagnati e via tra gli sguardi attoniti di quelli arrivati con barche e gommoni…E questo in ogni spiaggetta che passavamo!); vedendo a poco a poco aumentare i segni della civiltà, man mano che ci avvicinavamo a Sain Florent…Fino all’arrivo nella affollatissia e bruttissima spiaggia della cittadina…Non volevamo neppure buttarci in acqua per non diluire il ricordo delle spiagge del deserto! Ritorno abbastanza sconvolti a Bodri in pullman.
Da lì, dopo qualche giorno di meritato riposo ci siamo spostati nel campeggio a ridosso del centro di Calvi (La Pineta), per fare un po’ di “vita sociale”, campeggio decente, ma molta più confusione ( maledetti i motociclisti tedeschi che si sono accampati a 30 cm da noi, tutto il giorno musica heavy metal…Azz! ) e meno ordinato.
Calvi cmq è una gran bella cittadina…Non particolarmente “festaiola” a dire il vero, l’unico svago sono la decine di ottimi ristorantini dl centro, dove si mangia molto bene i loro cibi tipici ( cannelloni al brocciu, divini!)…E lo struscio sulla marina per vedere i panfili ormeggiati, cose mai viste!! L’impressione generale della corsica cmq è che sicuramente ci sono moltissime cose da vedere, una varietà di posti diversi tra loro, e non solamente spiagge e località marine, che ben difficilmente si trova altrove…Parlando in giro con altre compagnie automunite risulta chiaro che un mezzo di trasporto proprio è essenziale, anche per poter godere dell’interno del’isola che deve celare dei posti isolati e unici…E quindi quando torneremo sicuramente sarà con la macchina.
D’altra parte, e parlo cmq per la zona vista da noi, non pensate di trovare più di tanta “movida”, non si può parlare di località “per famiglie”, ma di sicuro si tratta di un turismo un po’ più “maturo” e orientato più alle bellezze naturalistiche che alla vita notturna.
Vale cmq assolutamente la pena! Alla faccia che lungo che sono andato!!!!