Correte in Albania!
Ed eccomi qui, di ritorno, purtroppo, da quel bellissimo viaggio.
Prima di cominciare credo sia necessaria una premessa: l’Albania non è la Svizzera, non è l’Italia. Quindi, se ci andate con la pretesa di trovare degli standard pari a quelli che abbiamo noi, restate a casa. E’ chiaro che in un Paese dove c’è ancora grande povertà e che ha sofferto molte difficoltà negli anni passati non si può pretendere il nostro livello e stile di vita. Se vi manda in crisi non sapere gli orari degli autobus, se volete tutto pulito e ordinato, se non sapete destreggiarvi un minimo appena c’è qualche inghippo, allora non andate in Albania. C’erano certi turisti italiani lamentosi che erano da prendere a pugni! Se invece amate viaggiare nel senso profondo della parola, con mente e cuore aperti, allora fate subito le valigie e correte nel Paese delle Aquile!
Detto questo, passo a delle considerazioni generali prima di entrare nel dettaglio del mio itinerario di viaggio.
– TRASPORTI: noi ci siamo affidati a quelli locali. Gli autobus che sono i più economici ma i meno flessibili; partono quasi solo la mattina e quindi vanno bene per i grossi spostamenti unidirezionali. Di solito c’è un assistente a bordo che si occupa di caricare i bagagli, raccogliere i soldi e mollarvi alla fermata che volete (non è fissa. Se chiedete di lasciarvi in qualsiasi punto X sul tragitto, vi fanno scendere). Se il viaggio dura molto (7 o 8 ore) sono previste delle pause. Poi ci sono i minibus che sono una via di mezzo fra gli autobus e i furgon. I furgon sono dei furgoncini sgangherati e meno rigidamente organizzati: partono solo quando sono pieni (ma se di gente ce n’è riescono a infilarci ben più persone di quanto sia pensabile!) costano un pochino più dei bus, ma sono più veloci (Korca-Gjirokastra fatta in 5 ore invece che in 7) e sono anche più numerosi dei bus, quindi di solito si ripiega sui furgon perchè si è perso il bus, o non vi ha raccolto perchè era pieno, o passerebbe fra troppo tempo. Chiedete il prezzo PRIMA di partire.
Per raggiungere le spiagge più isolate, siamo ricorsi ai taxi; per un viaggio di circa 20 minuti vi chiederanno circa 1000 lek (7 euro) e potete anche farvi venire a riprendere a un’ora fissata; anche in questo caso, conviene accordarsi in anticipo sul prezzo.
La diffusione dei trasporti è abbastanza capillare, l’unico problema è che si può viaggiare solo al mattino, nel pomeriggio sono coperte solo alcune delle tratte principali. Mal che vada potete ricorrere ai taxi o all’autostop.
Sarete certo più liberi con la vostra auto, ma tenete ben presente che il traffico nelle grandi città è mostruoso, guidano tutti ad alta velocità, fanno sorpassi ai limiti dell’assassinio, non rispettano il codice della strada, ci sono pochissimi semafori e comunque non fanno testo. Nelle strade sperdute sulle montagne non c’è traffico, ma in compenso spesso non sono asfaltate o sono piene di buche profonde come voragini (non a caso l’Albania è piena di gommisti!)…e se passa qualcuno starà in mezzo alla carreggiata (quindi occhio alle curve…) e vi sorpasserà strombazzando (credo lo facciano per avvisarvi) stile formula uno. Abbiamo incontrato turisti disperati dai tempi di percorrenza (non crediate di fare 200 km in meno di 5 o 6 ore).
-ALLOGGI: alla partenza avevamo prenotato solo l’ostello della prima sera. Non volevamo irrigidire il nostro itinerario e volevamo essere flessibili al massimo. Non abbiamo avuto problemi particolari a trovare un alloggio: arrivavamo in città, cercavamo uno degli hotel consigliati dalla guida o di cui avevo letto in internet, e spesso ci è andata bene. Altre volte lo stesso hotel già tutto occupato ci ha segnalato altre sistemazioni. Un paio di volte siamo entrati in alberghi a caso o siamo ricorsi a una camera in affitto (vedrete ovunque la scritta ‘dhoma me quera’). In questo caso consiglio di andare a verificare le condizioni della camera prima di dire sì, e chiarire subito il prezzo.
Se prenotate prima o se potete dedicare più tempo a girare per gli hotel a cercare la sistemazione più economica potreste risparmiare qualcosina, noi non ci siamo sbattuti più di tanto. Ci bastava una doppia con bagno privato e standard minimi, e di media spendevamo 30-35 euro a camera.
– COSTI: 40 euro al giorno, tutto compreso. Questa cifra comprende: spostamenti (bus/furgon, qualche taxi), ingresso a luoghi di interesse, pasti e hotel di media categoria. In Albania si contratta, e (tranne in bar e ristoranti dove i prezzi sono chiaramente esposti) quasi sempre i prezzi per noi turisti stranieri sono gonfiati. In realtà la cresta per noi è poca spesa, quindi non ci siamo incaponiti più di tanto e abbiamo lasciato correre.
Per i pasti tenete presente che una cena in una località costiera a base di frutti di mare in uno dei ristoranti più rinomati vi costerà circa 10 euro a testa. Per una pizza (non male! se usassero la mozzarella vera sarebbe perfetta) e una birra spenderete circa 5 euro.
In spiaggia, noleggiare un ombrellone e due sdraio per la giornata vi costerà 3,5 euro.
– ALBANIA & ALBANESI: l’Albania è un Paese pieno di contraddizioni: spiagge con locali alla moda, acqua cristallina…e alle spalle immondizia ovunque. Passeggiate sul lungomare, cene in ristoranti che hanno la terrazza direttamente sul mare…e scheletri di ecomostri, traffico stile Nuova Delhi. Montagne dai paesaggi incantevoli, uliveti, fichi, baretti e ristoranti sotto i pergolati di viti…e palazzine non finite con gli spuntoni di ferro del cemento armato che sbucano dal tetto. Anche Tirana è una capitale anomala: buche nei marciapiedi, tombini scoperchiati, squallidi edifici, umili venditori di cianfrusaglie, bambini rom che gironzolano soli e chiedono l’elemosina, palazzi diroccati, povertà; e dietro l’angolo, vie illuminate di mille colori, locali, ristoranti, bar trendy, palazzi colorati. E’ il suo fascino!
Gli albanesi sono persone gentili e generose, fino all’imbarazzo. Se ti vedono girare sperduto ti fermano per chiederti se hai bisogno una mano, ti incontrano sui mezzi e poi ti accompagnano a piedi sotto il sole fino alla fermata giusta, interrogano i loro connazionali per aiutarti meglio o per trovare qualcuno che sappia spiegartelo in inglese o in italiano (comunque il 70% della gente parla o capisce l’italiano). Non ho mai avuto sensazioni di pericolo o di disagio, né ho temuto borseggiatori ecc. Scambiano tutti due parole con gioia e curiosità, hanno quasi tutti almeno un parente che vive in Italia o ci sono stati loro per periodi più o meno lunghi. Sono sorpresi e orgogliosi che tu abbia scelto di vedere la loro terra e che ti abbia fatto una bella impressione. Ti trattano davvero come un ospite a casa loro, cercano di tutelarti anche dagli imbrogli di chi fra loro è meno onesto (creste sul biglietto del bus, dolci scaduti, niente di che). Mi sono vergognata molto di tutte le cose brutte che si dicono su di loro qui in Italia. Soprattutto mi sono sentita un verme quando un ragazzo con cui ho fatto amicizia, che studia in Italia, quando lo stavo ringraziando per le indicazioni che ci stava dando, mi ha risposto “figurati, faccio quello che nessuno ha fatto con me quando sono arrivato in Italia” 🙁
– VARIE:
– non pranzate né fate acquisti all’interno dei gates dell’aeroporto: i prezzi non sono decisamente quelli albanesi!
– non sorprendetevi se ci sono black out, sono temporanei.
– attenzione a quello che mangiate. A noi è andato tutto bene, abbiamo evitato solo di bere l’acqua del rubinetto, e lavato bene la frutta. Senza eccessi tipo acqua di bottiglia per lavare i denti, e abbiamo mangiato tranquilli insalate ecc. Però una volta ho commesso l’errore di mangiare un’insalata di mare: ho pensato che era cotta, ma non ho pensato da quando… quindi vi consiglio di stare attenti! Ad ogni modo le farmacie sono diffuse e sufficientemente fornite.
-negli alberghi (e anche a volte taxi o ristoranti) accettano sempre anche gli euro. Secondo me col cambio conviene pagare in lek. Però se volete portarvi degli euro di scorta potrete usarli in caso non troviate dei bancomat (in realtà non abbiamo avuto problemi in tal senso; solo certe banche, soprattutto quelle greche, non ci lasciavano prelevare)
-ITINERARIO (cercherò di concentrarmi solo sui dettagli tecnici):
Siamo arrivati a Tirana nel pomeriggio, e abbiamo preso una stanza al Freddy’s Hostel. Camere un po’ troppo spartane e il bagno non è che sia molto pulito. Il gestore però si fa in quattro per darci una mano. Dopo la cena all’Oda (voto: 7,5) abbiamo gironzolato in centro (non orientandoci per nulla, e non ci siamo quindi goduti la città).
La mattina dopo partenza in furgon per Berat (al posto in cui partono ci ha accompagnato Freddy, per 5 euro); Dopo 3 ore arriviamo, e troviamo una stanza al Mangalemi per 35 euro. E’ pulita e l’hotel, in una casa ottomana, molto suggestivo. Pranziamo al Bujar’s (il più economico della vacanza…3 euro in due…) e ceniamo in hotel: ottimo, con prodotti locali gustosissimi e sulla terrazza vista minareto. Da favola!
Il mattino dopo saliamo su un furgon, che ci molla a Fier. Da lì, grazie all’aiuto di una signora albanese che vive in Italia, raggiungiamo Valona, e dopo un po’ di giri, troviamo la fermata giusta da cui passa il minibus per Saranda. Arriviamo a Dhermi alle 16, dopo 7 ore di viaggio in tutto, aiuto! Ci scaricano in cima al paesino, ci facciamo 20 minuti a piedi col sole a picco e gli zaini. Troviamo alloggio in una camera vicino al mare; non è il massimo della pulizia, ma pazienza. Per qualità/prezzo è l’alloggio peggiore delle vacanze, pagato 35 € a notte.
Restiamo a Dhermi anche il giorno successivo godendoci la spiaggia. Pasti da Luciano (qui l’insalata di mare che mi ha stesa!), all’hotel Dhermi, all’Hotel Duemila. Buona cucina, buoni prezzi, cenare in terrazze sul mare è fighissimo!
Il giorno dopo saliamo in taxi fino alla strada (500 lek) e poi prendiamo il bus per Himara. Poco dopo arriviamo in città: alloggiamo al Veizi Hotel (è quell’edificio alto e colorato di azzurro proprio al centro della via principale). Non male; costa 35 €.
Le spiagge a Himara sono belle anche in centro. Nel pomeriggio ci spostiamo un po’ pensando di raggiungere Llaman a piedi, ma è troppo lontana con il sole così rovente. Lo faremo il giorno successivo, in taxi (1000 lek a/r). La spiaggia è davvero molto bella, peccato che l’acqua è un po’ fredda; inoltre, i locali sulla spiaggia pompano musica a tutto volume, peggio che essere in discoteca! Difficile rilassarsi ^__^’
Il giorno seguente proviamo la spiaggia di Jal (in taxi, 3000 lek a/r). Io volevo andare a Vuno, soggiornando all’ostello nella vecchia scuola, ma non stavo bene; da lì la spiaggia che avremmo avuto ‘vicina’ (40 min di cammino) sarebbe stata proprio Jal, ma non è niente di che, il mare è bello, certo, ma è troppo affollata.
Nb: a Himara nessuna traccia del Dimitri, ristorante segnalato dalla Lonely…
Il giorno seguente partiamo per Saranda. Sulla strada vediamo Porto Palermo: l’avevamo scartata perchè costosa da raggiungere in taxi e perchè temevamo fosse piena di gente o con musica da discoteca anche quella. Invece dal bus vediamo che non c’è nessuno, e il posto sembra fantastico. Cacchio! Segnamo per il prossimo anno Porto Palermo, Queparo e Borsh. Arrivati a Saranda ci lasciamo convincere da una signora a seguirla nel suo ‘hotel’. Prendiamo la camera, è piccola ma molto economica. Alla sera però ci accorgiamo che è una bettola, non funziona niente e la pulizia è scarsa; c’è gente stipata nelle altre stanze, alcuni dormono persino sul divano nel corridoio… Scappiamo il mattino seguente. Evitate l’Hotel Gjika! Abbiamo poi scoperto che è un alloggio economico per muratori…
Ci trasferiamo al Republika. La posizione sul lungomare e vicino alla fermata del bus è comoda. Le tariffe buone (30 euro). La stanza ha un’ottima vista; i lati negativi sono l’aria condizionata sparata a manetta e lo scarico del water che non funziona. Massì! Vi segnalo che i nostri amici albanesi ci hanno suggerito di alloggiare al Selvia, che è fuori dal centro verso Ksamil, ma pare sia buono (e ha una spiaggia di fronte).
Visitiamo Butrint (fantastica!) dopo aver pranzato sotto il bel pergolato del Livia. Poi bagnetto veloce a Ksamil (l’ultimo bus è alle 18). Sempre affollata (d’altra parte siamo all’inizio di agosto!), ma fantastica. Ci ritorniamo il giorno successivo, noleggiamo un pedalò (400 lek) e facciamo il giro delle isole…meraviglia!
Il giorno successivo visitiamo l’Occhio Blu. C’è un grazioso ristorante, sarebbe bello rimanere a leggere tutto il pomeriggio sulla verandina…ma tenete conto che di pomeriggio diventa arduo ritornare. L’ultimo bus delle 14 è passato e non ci ha raccolto perchè era pieno. Autostop!
Il giorno seguente spiaggia ancora… esploriamo quelle intorno al Monastero di San Giorgio (scendendo dal bus che va a Butrint). L’ultimo bus è alle 18. Portatevi il numero di un taxi in caso serva; cmq ne passano, fategli segno che avete bisogno e ripasseranno a prendervi.
Per cenare a Saranda vi segnalo: il Porto Eda (davanti al bar Limani, che è quello che si estende sull’acqua), con ottimi piatti e prezzi sui 1600 lek a testa; però andateci se non avete fretta…c’è un solo cameriere e nemmeno troppo dinamico; il Paradise (sul lungomare dopo il Butrint Hotel), che è anche questo un po’ più caro ma di buona qualità; il Demi (prima di Pupi), dove sarete assordati perchè presi fra due discoteche, ma c’è una buona scelta di piatti, buona qualità e il conto si aggira sui 1300 lek.
Partiamo per Gjirokastra! Da Saranda ci vuole un’oretta e mezza. Il bus si ferma nella città nuova e si deve prendere un taxi (400 lek) per salire nella parte antica (la strada sarebbe esageratamente lunga e in salita). Peccato non aver prenotato il Kotoni B&B, il posto era da principessa ottomana 🙂 e la signora era gentilissima, si è presa la briga di sentire gli altri hotel e siamo finiti al Relax. Buon livello, prezzo 30 €.
Il Kutjimi è un ristorante carinissimo sotto un fresco albero! costa poco e si mangia bene.
La mattina dopo alle 7 il taxi ci lascia nella città nuova, sulla strada dove passa il bus per Korca. Ma quando arriva è pieno, e non ci fa salire. Un dinamico autista di minibus raccoglie tutti i passeggeri rifiutati dal bus e si propone di portarci a Korca per 100 lek in più, ossia 1300 lek in tutto. Partiamo! Dopo 5 ore (una sola sosta di 20 minuti a metà strada) siamo a Korca.
Prendiamo una stanza al Gold. E’ rimasta solo la suite, ci fa uno sconto e la paghiamo solo 4500 lek (30 €)! Finalmente una stanza ben tenuta!
La cittadina è piena di cafè molto carini, capisco perchè la chiamassero ‘la piccola Parigi’. Però mangiare è impossibile! Non troviamo il Vasili della Lonely né nient’altro (perchè, dimenticavo di segnalarvelo, io sono una rompiballe che non mangia carne 🙂 se vi accontentate di kebab o hamburger, non avrete problemi). Ci ha salvato la vita la pizzeria Verona, sul bulevardi republika; il cameriere (o gestore?) era simpaticissimo e molto gentile!
A questo punto avremmo dovuto partire per Pogradec e finire la vacanza sul lago di Ohrid; però la nostalgia per il mare, i nostri amici di Saranda e le cene di frutti di mare è troppo forte. Decidiamo di tornare indietro; l’Albania è così bella che tanto torneremo un’altra volta per finire il giro 🙂 La mattina seguente percorriamo le vie deserte di una Korca ancora addormentata e alle 6 siamo sull’autobus per Saranda. Il viaggio è più lungo, ben 8 ore. Il bus si ferma ogni tanto e non capiamo mai per quanto…rischiamo che ci mollino in un paesino fra i monti perchè eravamo scappati a fare la pipì 😀 Per fortuna una coppia di ragazzi albanesi gentilissimi ci prende sotto la loro ala protettiva e ci fa pranzare con riso e jogurt fresco (ci suggeriscono di non prendere cose strane in questi paesini, perchè potrebbero non essere fresche. i prodotti caseari invece sono ottimi; il riso, servito come uno sformatino ma in bianco e tiepido, ce l’hanno già pronto, quindi è molto comodo se si ha poco tempo).
A Saranda trascorriamo ancora un paio di giorni e poi purtroppo ci tocca tornare a Tirana. Le partenze sono abbastanza frequenti, una anche alle 22,30. L’autobus ci mette 7 ore (e secondo me fa proprio un giro dell’oca!) e si ferma solo una volta (solo io devo fare pipì?), per mezz’ora, per il pranzo. Prendiamo il riso ma il mio ragazzo si accorge troppo tardi che facevano anche una bella bistecca con patatine.
Arriviamo a Tirana verso le 18. Torniamo al Freddy’s; stavolta ci mettono nel nuovo edificio (del fratello di Freddy) e la stanza è un po’ meglio.
Sono le ultime ore di luce e ne approfittiamo per uscire e andare a vedere il Blokku. Pieno di locali, che bello! Ceniamo allo Juvenilia. E’ il miglior ristorante della vacanza. Ottima cena, conto anche un filino meno della media, e maitre solertissimo.
La mattina dopo quel trafficone di Freddy ci propone di andare in aeroporto con un suo amico che ci darebbe uno strappo per 10 euro (in taxi costa 20, con Freddy 15; in bus 3). E così, a malincuore, dobbiamo lasciare questo Paese così affascinante.
Ora un’ultima considerazione: tenete presente che stanno costruendo a velocità impressionante, e che aumentano sempre di più i turisti italiani e non…quindi…correte subito in Albania!